XVI.
1890
15 dicembre
Insetti. Insetti che ronzano. Orbitano attorno a luci e lanterne e sfrigolano lenti. Una visione che mi infesta mordendomi con denti aguzzi. Non ne comprendo il significato.
È un significato che ha il sapore della morte. Di cose terrene che si dissolvono.
Rimembro chiaramente quando, da giovinetta, contemplavo lo spegnersi degli esseri viventi. Farfalle che volteggiavano su loro stesse in un'ultima danza, per poi poggiarsi poetiche su un letto di foglie brune.
L'ho visto alzarsi dal nostro letto. Lo stesso che, per anni, prima che la benedizione di una figlia illuminasse le nostre vite, aveva ospitato le nostre notti d'amore. Si è alzato, ha abbandonato il vuoto alle sue spalle con passi pesanti. Mi è parso che stesse abbandonando, con quel suo malinconico incedere, anche me. I passi smorzati che rispecchiavano indefiniti tumulti interiori. Poi la porta che si chiudeva lentamente, come se avesse voluto separare la sua vita da qualcosa che lo aspettava nel buio.
Ho avvertito come un'ombra poggiarsi su di me, fredda e inesorabile.
Elizabeth Hamilton
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