Capitolo 2
Mi fece accomodare sul divano mentre lui in cucina faceva un fracasso infernale con le stoviglie. Mi aveva suggerito di accendere la tv ma io fui attratto dalle foto appese alle pareti, foro di famiglia parevano.
Che strano c'erano foto per ogni età: bambino, ragazzino, adolescente, eppure sembravano fermarsi ad un certo punto, sembrava non esserci alcuna foto recente.
Rimasi a fissare quelle facce felici stringendomi addosso la sua giacca che non mi ero ancora tolto.
-Sono morti in un incidente quando avevo 16 anni- sentii dire alle mie spalle, sussultai e girandomi lo vidi in piedi dietro di me con gli occhi lucidi a fissare le foto.
-Mi dispiace- fu tutto quello che riuscii a dire.
-Tranquillo è tutto a posto- disse lui tirando su col naso e sorridendomi. - è pronto, vieni a mangiare?
Io lo seguii a testa bassa. Non so perché ma mi sentivo incredibilmente in colpa verso di lui, forse per aver dato così poco valore alla vita. Facevo schifo.
-Ti piace?- disse lui con la bocca piena.
-Oh si moltissimo, sei un'ottimo cuoco avevi ragione-
-Sono contento che ti piaccia-
Io continuavo a fissare il piatto, mi vergognavo troppo per alzare lo sguardo.
-Erano partiti per un viaggio breve- disse lui ad un tratto attirando la mia attenzione.
-Io ero in gita con la scuola- continuò dopo un pò - e non potei andare con loro, pensa ne ero persino contento, odiavo passare del tempo in famiglia. Poi ho saputo dell'incidente-
-Oh Louis tranquillo, non c'è bisogno-
-No, calmo, non è un problema. È solo che sai, mi sono sentito molto in colpa per non essere stato con loro. Insomma io ero vivo e loro no, sai non è una bella sensazione.
-Capisco-
-Per anni ho creduto di non meritare la vita, che dovevo essere morto io al posto loro. E invece eccomi qui. Dopo due anni passati ad essere sbattuto fra gli assistenti sociali finalmente sono diventato maggiorenne e ora vivo da più di un anno e mezzo con il mio migliore amico Liam. Oh, lui è in quella foto se ti interessa- disse indicando una foto sul frigo.
Sorrisi per poi tornare a guardare il mio piatto.
-Lascia stare faccio io- disse per poi dissuadermi dall'aiutarlo a sparecchiare - vai di sopra, fatti una doccia e prendi pure quello che ti serve dal mio armadio.
-Cosa?Vuoi ospitarmi?!-
-Certo! Ho un letto in più in camera- disse sorridendo.
-Grazie- mormorai imbarazzato e salii le scale a testa bassa.
Arrivato nella sua stanza, perfettamente ordinata, aprii l'armadio e ne presi una tuta e una camorra nera.
Quando uscii dal bagno con i capelli ancora baganti, ma già vestito, lui era sul letto con il cellulare un mano.
Mi guardò sorpreso ed io arrossii.
Avvicinò i letti e mi fece segno di accomodarmi nel letto accanto al suo, io mi sedetti e in un secondo me lo ritrovai davanti, mentre mi infilava la testa in un grosso maglione.
Ci misi un pò per capire cosa stesse facendo - così non ti congelerai, sai quella canotta è un pò leggera- disse ridacchiando.
Io arrossi ancora.
Lui spense la luce e si stese nel suo letto, accanto a me.
-Louis- dissi dopo un pò
-Dimmi Harry- rispose.
-Ecco vedi...io volevo chiederti scusa...per come ti ho trattato quando...-
-Oh, tranquillo posso capirti, davvero, non preoccuparti-
-Ecco è che vedi io...-
-Hey tranquillo, ne parliamo un'altra volta ora riposati.-
-ok.-
-Louis- dissi dopo qualche secondo.
-Dimmi Harry-
-Io prima non volevo farti ricordare...quelle cose-
-Tranquillo Harry è tutto a posto. Non pensarci-
-Davvero?-
-Sì- disse lui dolcemente.
-Louis-
-Dimmi Harry-
-Le pensavi davvero quelle cose che hai detto quando, cioè, prima, quando eravamo - - che sei stupendo e che sei una meraviglia? - mi interruppe - certo che lo penso. sentii il mio viso andare a fuoco.
-Louis?-
-Sì Harry-
-Grazie-
-Harry?-
-Sì Louis- sentii la sua mano afferare la mia è stringerla forte.
-Non lasciarla mai, capito?-
-Mai.- dissi, avvicinandola a me e appogiandovi sopra la mia guancia.
-Buonanotte Louis.
-Buonanotte Harry.
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