Capitolo 1
ATTENZIONE: LA STORIA NON È MIA MA DI airplanes_muke CHE MI HA DATO IL PERMESSO DI FARE LA VERSIONE LARRY L'ORIGINALE È MUKE.
Sono qui, aggrappato a questa inferriata che sostiene debolmente il mio peso, mentre il mio viso è rivolto verso il basso, e le mie gambe tremano, ad un passo dal vuoto.
Tutto quello a cui riesco a pensare in questo momento è che presto il dolore che mi affligge finirà.
Presto tutto questo avrà fine.
Un solo salto e in pochi secondi il mio dolore cesserà e con esso cesseranno tutti quegli anni inutili e insensati passati a desiderare questo momento.
È vero, la vita è sacra, ma il dolore è troppo forte per continuare a sopportare tutto questo.
Con le lacrime agli occhi e il cuore in pezzi, ripenso all'ultima volta a quello che sto lasciando: la mia famiglia, dopotutto mi ha sempre voluto bene, sono stato solo una vergogna per loro, loro non hanno colpa, non potevano salvarmi.
I miei amici, o meglio, il mio amico, l'unico, Niall, che mi è sempre stato vicino nel bene e nel male.
Ha sempre cercato di aiutarmi, ma per quanto si è sforzato non ci è riuscito.
Ma va bene, non è colpa sua.
È a posto così. Spero solo che non si senta in colpa per quello che sto per fare.
Nessuno può fare niente, non è colpa di nessuno, è solo colpa mia, sono stato un errore e l'ho sempre dimostrato nei continui fallimenti della mia vita.
Faccio solo quello che sarebbe dovuto succedere tempo fa.
Chiusi gli occhi, faccio un ultimo respiro profondo, lascio cadere le ultime lacrime.
"È andata."
-No ti prego! Non farlo ti prego!-
Mi risveglio girandomi di scatto, una voce sconosciuta sembra rivolgersi a me.
-Sì che probabilmente non la pensi così, ma quello che stai per fare non risolverà i tuoi problemi-
-E tu che ne sai dei miei problemi? Chi sei, non mi conosci nemmeno, lasciami in pace!-
-Non posso, non potrei mai lasciarti stare, ti supplico ora vieni qui afferra la mia mano!-
-Non avvicinarti!- urlai con le lacrime agli occhi- non sai il motivo per cui lo sto facendo, percui sparisci!-
-Hai ragione non ti conosco e non so quali siano i motivi che ti hanno spinto a questo, ma ti assicuro che qualunque sia il problema le cose miglioreranno, te lo prometto , ora afferra la mia mano - disse porgendomi ancora il suo palmo aperto.
-Non cambierà niente!- dissi singhiozzando.
-Te li prometto, ci sono io, non ti lascio!-
Era incredibil, uno sconosciuto mi stava dimostrando così tanto interesse.
Forse lo faceva per senso del dovere, si, sicuramente era così.
-Ti prego lasciami andare. Non ce la faccio più non posso resistere ancora-
-Ci sono qui io-
-Ma non ti conosco nemmeno!-
-Mi chiamo Louis- disse porgendomi ancora la mano - qual'è il tuo nome-
-Harry-
-Bene Harry, ora ci conosciamo. Vieni con me avanti, afferra la mia mano-
-Sarà solo peggio. Non importa a nessuno di me, sono una persona orribile, so solo deludere gli altri, se muoio faccio un favore a tutti! - dissi in lacrime.
- Hey, Hey che dici! A me importa! E non sei affatto orribile, anzi ti trovo stupendo se vuoi saperlo. L'unica cosa che rovina il tuo viso sono quelle lacrime che a quanto pare non sono fatte per stare su una meraviglia come te-
Io rimasi a bocca aperta.
Le lacrime ormai si erano asciugate sulle mie guancie bollenti e continuavo a guardare stupido quel l'angelo dai capelli mori venuto da chissà dove.
Deglutii e guardai un'ultima volta nel vuoto.
Mi sorrise con gli occhi, erano celesti, indescrivibili e stupendi.
Scosse ancora la mano, tenendomela.
Chiusi gli occhi per un secondo, un'ultimo respiro e poi l'afferai.
Lui mi tirò con forza verso di se e mi strinse con tutte le forze che aveva.
Io appoggiai la testa nell'incavo del suo collo e iniziai a piangere.
-Grazie.- dissi fra i singhiozzi.
-Non avrei mai potuto lasciartelo fare.- sussurrò lui stringendomi ancora a se.
-Ce l'hai una casa?- mi chiese con dolcezza.
-Sì, ma non mi va di andarci- dissi tirando su col naso.
- Allora verrai a casa mia, tanto il mio coinquilino non c'è, è fuori per un pò -
-Sul serio?- dissi guardandolo.
-Certo! E se hai dame sono un ottimo cuoco- disse sempre sorridendo - ora andiamo- disse prendendomi per mano -qui si gela- fece, staccandosi un'attimo per togliersi la giacca e posarla sulle mie spalle gelate.
Con un braccio mi cinse la vita e non si staccò un'attimo, finché dopo le infinite scale del palazzi, giungemmo alla sua auto e mi fece salire.
-Ti piacciono gli all time Low? - disse accendendo lo stereo.
-In realtà preferisco i Good Charlotte- mormorai guardando le sue mani sul tasto.
-Beh, mi sa che dovrai accontentarti, non ascolto quella roba-
Io lo guardai stranito, lui posò per un'attimo lo sguardo su di me per poi scoppiare a ridere, contagiando anche me per pochi secondi.
Aveva una risata dolcissima, così...profonda, indescrivibile.
Tenne la musica finché arrivammo al suo appartamento, mi aprì per farmi scendere; sembravo una damigella al ballo, e accompagnatomi fino all'entrata aprì la porta, invitandomi ad entrare.
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