Capitolo 21
È scientificamente provato che le cose svaniscano magicamente nel nulla quando si è in ritardo - che sia il telefono, le chiavi di casa o, come nel mio caso, le scarpe perfettamente nuove.
Non sono una persona ordinata, lo so, ma nel mio grande caos riesco ad integrarmi alla perfezione.
Dannazione.
Se solo Chris smettesse di essere per un istante la persona più precisa del mondo potrei riuscire a finire di prepararmi senza dover correre come una matta isterica, ma con lui è impossibile. Per le poche volte che siamo usciti si è rivelato come un orologio svizzero, mai un minuto di più né uno di meno. Sempre in perfetto orario.
«Senti bello, per prima cosa io non sono un tuo amico, quindi vedi di parlarmi come si deve e no, non mi interessa affatto di quel gruppo satanico, stasera maratona Modern Family.»
«Solo perché non strimpellano come delle gazzelle non significa che fanno musica satanica. I testi sono eccezionali, Xena intervieni ti prego.»
«La pianti con questo Xena? Mi sta fondendo le orecchie, lei ha un nome. Si chiama Alex. ALEX.»
«So benissimo come si chiama, non sono stupido!»
«Su questo ho dei seri dubbi...»
«Voi due, basta!» Urlo esasperata gettando sul lavello il mascara che ha deciso di abbandonarmi proprio oggi, insieme alla pazienza.
Non ne posso più dei loro battibecchi, ormai va avanti così da tutto il pomeriggio. Il problema è che Jason lo odia perché io in teoria dovrei odiarlo, quindi fa parte del codice supremo dell'amicizia. Mentre Evan...beh lui cerca solo di conversare civilmente con scarsi risultati.
«Mancano dieci minuti e ancora non ho trovato le scarpe, quindi smettetela di litigare per cose inutili e datemi una mano!»
Jason sbuffa sonoramente battendo forte i piedi a terra e dirigendosi verso il salotto, spero per aiutarmi.
Ho un po' paura a lasciarli soli in casa con Allie, non vanno molto d'accordo, ma non mi sentivo di lasciarla con suo padre appena conosciuto così in fretta, quindi ho chiesto a Jason se poteva occuparsene lui visto che conosce tutte le abitudini di Allie alla perfezione.
Mi guardo allo specchio più volte cercando un possibile difetto sul mio viso, trovandone cento in cambio. Ma non ho tempo per rifare il trucco, ho passato tutta la sera a sistemare i capelli a dovere senza rendermene conto di aver sprecato tutto il mio tempo per quello. Chris si accontenterà dei bei boccoli e il bel vestito, forse troppo attillato. Credo di aver mangiato troppo negli ultimi giorni perché giuro che la settimana scorsa quando lo comprai mi entrava in maniera diversa.
Quante paranoie per una festa, da quando sono diventata così ansiosa solo per apparire al meglio?
«Sai di avere ancora il cartellino attaccato?»
Evan se ne sta appoggiato tranquillamente allo stipite della porta con le braccia incrociate. Non ho idea da quanto tempo sia qui e non mi prendo neanche la briga di chiederglielo, girandomi su me stessa cercando l'etichetta del vestito.
«Vieni, ti do una mano.»
Si avvicina posizionandosi dietro di me lentamente, facendomi scattare immediatamente sull'attenti.
«Hai delle forbicine?»
Annuisco impacciata prendendo il piccolo oggetto e allungandolo dietro verso di lui senza staccare gli occhi dalla trousse aperta sopra il lavandino.
Tutto questo è come un déjà-vu.
Il suono dell'elastico che si rompe sembra rimbombare sulle piastrelle di tutto il bagno e sussulto quando le sue dita sfiorano leggermente la pelle scoperta della mia schiena, riportandomi indietro di qualche anno, quando un semplice contatto del genere poteva destabilizzarmi completamente.
«Abbiamo finito il latte? Scommetto che è stato Gage, non fa altro che bere il mio latte!»
«Con cosa credi che mangio i cereali a colazione?»
«Oh fanculo! Comprati il tuo latte e metti giù quelle dannate scarpe dal divano!»
«Sono quasi le due del mattino, perché diavolo cerchi il latte a quest'ora?»
«Perché sì! È il mio latte e lo bevo quando voglio.»
Sorrido di fronte allo specchio del bagno mentre strofino le salviette su tutto il viso, mandando via le tracce di trucco e mostrando tutta la stanchezza accumulata della giornata. Ancora non sono abituata a questo stile di vita, nonostante siano passati due mesi dal mio arrivo in questo piccolo appartamento con tre coinquilini alquanto bizzarri, ma decisamente simpatici. Riescono a mettermi di buonumore per quel poco che basta, soprattutto per i loro frequenti battibecchi.
È strano come sia passata dalla ragazza che si svegliava all'alba e andava a dormire alle dieci, a quella che va a letto quasi all'alba presa dall'insonnia e dalle chiacchiere di troppo in una casa piena zeppa di testosterone. Se mi vedrebbe mia madre sicuramente mi porterebbe immediatamente a confessarmi dal reverendo George.
Non mi manca per niente la mia vecchia vita, mi piace stare così, libera e senza vincoli. Perfino il lavoro al pub mi soddisfa come non mai, riesco perlomeno a mettere da parte i miei soldi senza dover tenere conto a nessuno.
«Devo pisciare.»
Sbatto gli occhi riprendendomi dal mio stato di trance, osservando dal riflesso dello specchio la figura di Evan che sorride appoggiato allo stipite della porta. Non smetterò mai di ringraziarlo per avermi permesso di stare qui con lui senza chiedermi niente in cambio, anche se io segretamente infilo sempre la mia piccola parte di affitto dentro alla cassetta delle mance della sua band. Credo che ormai a questo punto se ne sia accorto, ma preferisce non ribattere per non farmi sentire a disagio. Mi piace questa nostra cosa.
«Certo, dammi solo un minuto.» Allungo entrambe le braccia dietro alla schiena cercando di arrivare all'inizio della lampo del mio abito, sforzandomi impacciata per cercare di tirarla giù di fronte all'unico specchio della casa.
"Vieni, ti do una mano."
Sbuffo sconfitta girandomi per dargli le spalle, abbassando la testa sul lavello mentre lo sento armeggiare con la cerniera.
«Perché i vestiti di voi donne sono sempre così complicati?» Dice ironico usando maggiore forza, posando una mano sulla base della mia schiena tirando in basso il tessuto leggera, l'altra che fruga spazientita sul piccolo oggetto di metallo.
Mi fa strano sentirmi toccata da lui, non solo per la mia misera esperienza in campo di uomini, ma perché lui è Evan. La prima persona che ho incontrato quando credevo di non riuscire a trovare una via di fuga. Ultimamente però sto avendo strane reazioni e pensieri su di lui e non ho idea perché mi senta così a disagio e accaldata quando mi gira intorno.
«Ecco fatto.»
Apro gli occhi meravigliandomi del fatto che fossero chiusi senza neanche essermene resa conto, così cerco di coprire il mio evidente imbarazzo con le ciocche dei capelli che mi ricadono sul viso mentre mi giro verso di lui, trovandomelo più vicino del dovuto. Riesco a sentire il suo respiro caldo sulla fronte.
Forse tutta questa strana atmosfera è solo una mia sensazione, credo che vederlo quasi tutti i giorni senza t-shirt sta avendo effetti sul mio umore da ragazzina in piena crisi ormonale.
«Alex.»
«Si?» Alzo la testa posando istintivamente i miei occhi nei suoi, perdendomi dentro il colore più acceso e brillante che abbia mai visto.
I suoi occhi mi hanno colpito dal primo momento in cui ci siamo incontrati al pub, nonostante le luci erano buie e soffuse, potevo specchiarmici dentro.
Lo sento avvicinarsi a me sempre di più, così gli vado incontro spostando lo sguardo sulle sue labbra, come una povera pazza disperata.
Stasera ho esagerato decisamente con la birra.
«Credo non sia una buona idea...» Sussurra a pochi centimetri dal mio viso.
«Perché?»
Si bagna le labbra indugiando lo sguardo sulle mie, portando entrambe le braccia di fianco a me sul piccolo lavandino color avorio.
«Non voglio vederti soffrire.»
«Ecco fatto.»
Annuisco seria ricomponendomi immediatamente ed uscendo in fretta e furia dal bagno. Non mi va che lui stia così vicino a me, non è per questo che è qui. Sicuramente è la mia paranoia ad immaginarsi tutto, ma conosco Evan - basterebbe un minimo segnale per fargli credere cose che non esistono ormai da anni.
Io sono andata avanti con la mia vita.
In salotto trovo le mie tanto agognate scarpe col tacco e mi appresto ad indossarle non appena sento il campanello risuonare nella piccola stanza.
«Jason come sto?» Chiedo disperata dando un'ultima occhiata al mio vestito.
«Lascia che sia lui a dirtelo.» Risponde solo sorridendo prima di aiutarmi ad infilare il cappotto sulle spalle. «Rilassati, divertiti e fa la brava. Ci penso io qui.»
Allungo il collo in alto lasciando che mi porga un dolce bacio sulla guancia prima di ringraziarlo e correre ad aprire la porta.
Non ho di certo intenzione di farlo entrare, non con Evan qua dentro, sarebbe decisamente il momento meno appropriato. Non che debba tenere niente di nascosto a Chris, ma preferisco omettere alcuni dettagli della mia vita privata.
Così esco immediatamente dalla porta trovandomi troppo attaccata a lui - neanche con questi vertiginosi tacchi riesco a raggiungere la sua altezza.
«Ehi.» Dico impacciata osservando il suo sguardo sempre così glaciale e intenso, questa volta però contrastato da un dolce sorriso.
«E tu chi sei?» Lo sorpasso alzando gli occhi al cielo camminando verso la sua auto.
«Guarda che gambe, ragazza sei uno schianto!» Mi rincorre dietro aprendomi la portiera come suo solito fare.
«Falla finita.» Rido lusingata sedendomi con fatica per via dell'abito stretto, cercando di risultare il più naturale possibile.
***
Immaginavo che Marcus avesse tanti soldi. L'ho visto a lezione di yoga e incontrato una volta con Chris, la sua auto la dice lunga sul suo stile di vita - non avrei mai immaginato però che fosse davvero così ricco.
Appena sono entrata nella sua maestosa villa sono rimasta incantata da tutto ciò che mi si parava davanti. Un' immensa reggia con pavimenti in marmo bianco e quadri appesi ovunque. Sembra una di quelle case che si vedono solo nei film, con la fontana fuori e il giardino contornato di rose perfettamente allineate. Mai visto qualcosa di così lussuoso.
«Piano con quei vasi, non sono di plastica.»
Mi giro sentendo una voce femminile alle mie spalle. Deve essere sicuramente Grace, dal momento che mi trovo qui da un quarto d'ora e ho incontrato solo qualche cameriere.
Chris ha deciso di venire qua prima degli altri invitati per dare una mano all'amico a spostare le ultime cose per la festa ed io li osservo seduta in angolo mentre si punzecchiano con battute decisamente scadenti.
«Tu devi essere Alex, la tua fama ti precede.»
Si avvicina con un sorriso smagliante sul viso, così mi alzo aggiustando l'abito prima di porgerle la mano. È alta e magra, dalla carnagione scura e i capelli di un nero mogano, decisamente una di quelle donne che farebbe perdere la testa a chiunque.
«È un piacere conoscerti, casa tua è stupenda.» Dico cercando di tirare fuori tutta la mia educazione sepolta ormai da anni.
«Grazie, quando siete arrivati? E perché non mi avete chiamato?» Pone la seconda domanda ai due dietro di me, guardando Marcus con un cipiglio sul volto. «Non resterai qui a guardare questi due scansafatiche, vieni con me, mi fai compagnia mentre finisco di prepararmi.»
Annuisco sorridendo lanciando una veloce occhiata a Chris che non si preoccupa minimamente di notarmi, troppo impegnato a sollevare un tavolino in vetro insieme all'amico.
Salgo le scale in silenzio dietro di lei, seguendola timidamente verso un lungo corridoio prima di entrare in una stanza completamente circondata di scarpe e borse – tantissime scarpe e troppe borse. Farebbero invidia ad una boutique di lusso. Credo non averne mai viste così tante, neppure in un centro commerciale.
Al centro della stanza, su un divano rotondo di pelle rossa, ci sono due ragazze con un calice in mano mentre parlano tra di loro senza far caso a noi.
«Lei è Alex, la ragazza di Chris. Loro sono Emily e Sophie» Sgrano gli occhi perplessa.
Io non sono la ragazza di Chris, sono una sua nuova conoscente tutto qua. Definirci come una coppia credo che sia del tutto sbagliato e forse troppo azzardato - noi due non siamo niente, credo.
Lascio perdere i miei dubbi e mi presento sorridendo ad entrambe prima di sedermi più in là sul divano, ascoltando i loro discorsi e pettegolezzi su alcuni degli invitati che verranno questa sera.
Non mi sento molto a mio agio in tutto questo oro colato, soprattutto con queste due che non fanno altro che toccarsi i capelli e sfoggiando il loro capi firmati, così me ne sto in silenzio a guardarmi intorno, sorseggiando il prosecco che mi ha gentilmente offerto Grace.
«Dovremmo dividercelo allora, stasera credo che ci siano solo uomini sposati o minorenni.»
«Assolutamente no! Hawkins ormai è fuori campo, giusto Alex?»
«Eh?» Mi giro confusa verso la ragazza che ormai ha finito di prepararsi e si osserva allo specchio scuotendo i capelli.
Stanno parlando del mio Hawkins? Non che sia davvero mio...solo che avevo perso il filo del discorso ormai da svariati minuti senza rendermi conto che il diritto interessato è proprio lui.
«Aspetta, sei la fidanzata di quel Chris?» Mi rivolge la parola una delle ragazze per la prima volta da quando sono entrata.
Che c'è di così scandaloso?
«Non so quanti Chris ci siano stasera, ma sì mi vedo con uno di loro.» Farfuglio nervosamente tirando giù l'ultimo sorso dal mio calice.
«Hawkins?» Mi chiede l'altra avvicinandosi di più, facendomi quasi paura.
«Sì...»
«No! Sul serio?»
Ma che diavolo sta succedendo?
«Ma come hai fatto?» Non so più a chi rispondere e soprattutto cosa, così guardo Grace lanciandogli un grido di aiuto mentre se la ride tranquillamente.
«Sì, lei sta con Chris, quindi giù le mani.» Cammina verso di noi sorridendo mentre allunga la mano verso di me. «E se anche fosse, lui non farebbe nemmeno caso ad Angelina Jolie, è troppo preso dalla sua ragazza.»
La ringrazio mentalmente un milione di volte mentre usciamo da quella stanza. Non credevo di potercela fare un secondo di più con quelle due. Ho sempre giudicato le persone ricche e altolocate come galline snob con la puzza sotto il naso e a quanto pare avevo ragione – non tutte ovviamente, Grace non da questa impressione o forse lo fa per sembrare gentile con me, ma per adesso mi piace pensare che sia una donna con la testa sulle spalle e non sul nuovo numero di Vogue speciale donne-vipere.
Non ho idea di quanto tempo sia passato in quella stanza, ma dal numero di persone che parlano e girano animatamente dentro casa deduco che la festa sia già cominciata da un pezzo. Ed io sono già alticcia.
«Vado a cercare Marcus.» Annuisco alla ragazza restando da sola in fondo alle scale mentre osservo la classe di gente che frequenta Chris. Tutte perfettamente vestite e troppo profumate, accompagnate dai loro uomini di mezza età e dai loro figli. Credo di essere la più giovane qua dentro e sicuramente l'unica con un abito pagato venti dollari ad un mercatino vintage.
Cammino a testa bassa evitando di incrociare lo sguardo con qualcuno dei presenti, non vorrei di certo mettermi in mezzo a conversazioni di cui non so assolutamente niente a riguardo.
«Eccoti qua.»
Grazie al cielo!
Sospiro sollevata non appena Chris mi tira leggermente per un braccio sorridendo come suo solito fare.
Ma come ho fatto ad uscire con uno così?
«Sei sopravvissuta all'interrogatorio di Grace.»
«Non è Grace che mi ha steso...» Commento alzando gli occhi al cielo ripensando a quelle due.
«Perché, chi altro c'era?»
«Beh, diciamo che hai una lunga lista di donne che vorrebbero passare del tempo con te.»
Non so perché abbia cambiato tono della voce dopo aver pronunciato le ultime parole, d'altronde stiamo solo parlando tranquillamente, ma un certo senso di fastidio mi attanaglia segretamente, soprattutto perché a lui sta bene che tutte lo guardino come se fosse l'unico uomo sulla terra.
«E pare che l'unica con cui voglio stare sia gelosa marcia.» Mi pizzica i fianchi scherzosamente mentre io cerco di non morire di felicità.
Non sono gelosa, ma sono contenta di essere il suo chiodo fisso per adesso. Uno a zero per me, almeno.
«Dai, beviamoci su e rilassiamoci un po', che dici?» Resto ferma sui miei passi a guardarlo mentre prende due flûte dal vassoio di un cameriere e si avvicina porgendomene una, bevendo tutto d'un fiato.
«Vacci piano, dopo devi riaccompagnarmi a casa.»
«Ho ancora tutta la sera per riprendermi da una sbronza.» Si avvicina pericolosamente a me, abbassando il viso all'altezza del mio, piegandosi di lato per arrivare all'orecchio. Il suo respiro caldo mi manda in confusione i sensi e sussulto quando sento le sue labbra umide toccarmi. Siamo ad una festa in mezzo a tante persone e lui si prende la briga di uccidermi nella maniera più bella possibile?
«Ti ho già detto che hai un culo da favola?» Sussurra con la mano appoggiata sulla mia vita, premendo il necessario a farmi impazzire letteralmente.
«Solo un milione di volte.» Lo fronteggio fingendo di non essere toccata minimamente dalle sue provocazioni.
Mi piace giocare a fare la dura con lui, tenendo alta la guardia e incassando ogni colpo come se non riuscisse a sfiorarmi minimamente. Ma la verità è che entrambi sappiamo di essere ad un punto di non ritorno – ci punzecchiamo a vicenda arrivando allo stremo della nostra pazienza, per poi essere bloccati proprio sul più bello. Come l'altro giorno alla lezione di yoga, se non fosse stato per quelle persone saremmo già arrivati al dunque.
Perché deve essere sempre così complicato finire in bellezza con lui? Forse è un campanello che mi indica di starmene con le gambe chiuse, ma non sono molto brava a recepire i messaggi, preferisco di gran lunga seguire il mio istinto.
Così bevo esattamente come lui tutto il mio champagne, posando il piccolo bicchiere su un mobile di legno pregiato.
«Ti porgo un piccolo quesito, rispondi solo A o B.» Sistemo la sua giacca osservando come ricade perfettamente sul corpo mentre lui annuisce con un sorriso beffardo. «A. Continuiamo la nostra serata, ceniamo con tutti i presenti parlando dell'economia americana contro quella asiatica e beviamo altro champagne. B. Facciamo finta di niente e ci incamminiamo verso l'uscita, andiamo a casa tua e mi ripeti esattamente cosa avresti voluto farmi in quella cucina.»
SPAZIO AUTRICE.
Sono tornata! Scusate per l'attesa ma sono stati giorni molto impegnativi e riuscivo a scrivere solo la sera tardi...
Il capitolo è molto lungo in compenso e a breve posterò anche il prossimo prima di partire per le tanto attese vacanze.
Anyway, che ne pensate di Evan? Ho voluto aggiungere un altro piccolo flashback e credo che farò così ogni volta che ci sono loro due insieme, giusto per farvi capire il passato di Alex prima di Allie.
Finalmente è riapparso anche il nostro bel manzo Chris! Vi mancava vero? Vi lascio una piccola fotina dei nostri bei protagonisti.
Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacio a tutt* ❤️
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