Sono riuscita a dormire solamente tre ore filate, senza contare le volte in cui mi sono alzata per andare in bagno ed affogare la testa nella tavoletta cercando di rimettere tutta la cena e i vecchi scheletri del passato.
Non ho mai avuto grossi rimpianti nella vita, ho sempre cercato di incolpare il mio super ego che mi ha spinto più volte a prendere decisioni avventate e del tutto inappropriate. Esattamente come il fatto di aver conosciuto, in maniera troppo intima, la persona che per un brutto scherzo del destino, è diventata il padre di mia figlia.
Non lo odio, non ho mai odiato nessuno. Odio il fatto che abbia abbandonato sua figlia circa due anni fa, dicendo di aver lasciato le chiavi in macchina. Odio il modo in cui mi comporto quando lui respira la mia stessa aria, il suo strano senso dell'umorismo, i suoi assurdi gusti musicali e la genetica che ha lasciato tutto di lui in Allie.
Se non fosse per i capelli biondi di mia madre, sarebbero due fotocopie - spero solo che da grande non abbiano lo stesso carattere o la mia vita sarà decisamente fottuta.
Ho passato l'intera mattinata con un gran mal di testa, assorta nei miei lunghi pensieri e nelle mie paranoie assurde - ho perfino trovato il coraggio di chiedere dei giorni di permesso all'agenzia di pulizie. Non lo faccio praticamente mai, ma visto che ho tantissime ore accumulate di ferie e una miriade di problemi da risolvere, mi sono concessa dei giorni per me stessa.
Al locale ci devo andare però, siamo in carenza di personale e, a meno che non stia morendo in agonia, non posso prendermi il lusso di saltare qualche ora.
Sono ormai le tre del pomeriggio, i raggi di sole cercano di uscire dalle solite nuvole grigie che ricoprono il cielo, rendendo l'aria meno pungente del solito. Ho deciso di lasciare l'auto a casa, giusto per camminare un po' ovunque, tra i parchi quasi deserti e i negozi in mezzo alle vie della città.
Chris dovrebbe chiamarmi a momenti - sono riuscita a convincerlo a prendersi il pomeriggio libero per stare un po' insieme.
Nonostante la pessima serata di ieri, fremo dalla voglia di starmene con lui e liberare la mente da tutto. Spero solo che si diverta e si lasci andare.
Cammino lungo la strada entrando nel piccolo spaziale della mia palestra. L'unica auto parcheggiata è la sua e sorrido al pensiero che sia arrivato in anticipo. Allegramente aumento il passo fino a fermarmi di fronte al suo finestrino dai vetri oscurati e busso più volte prima di sentire lo scatto dell'apertura.
«Stavo per chiamarti.» Dice posando il telefono dentro alla tasca della tuta.
Questa mattina gli ho espressamente ordinato di vestirsi comodo e lasciare le sue camicie e i completi gessati a casa, a quanto pare mi ha ascoltato. Mi fa strano vederlo "casual", l'ho visto così anche la prima volta dopo la lezione di yoga - gli inferisce un'aria più fresca e giovanile.
«Sembri un ragazzino.» Dico dandogli le spalle e camminando verso la porta di ingresso della piccola palestra.
«Lo prendo come un complimento.» Ribatte sarcastico e per tutto il breve tragitto sento il suo sguardo bruciarmi addosso.
Arrivati all'interno mi fermo davanti al tavolo di legno e suono al campanello aspettando che qualcuno venga ad accoglierci. Chris è appena dietro di me e se ne sta in silenzio con le braccia incrociate al petto. È sempre solito a guardarmi in ogni circostanza, ma il suo sguardo stavolta è più pungente e quasi fastidioso, così mi giro scostandomi i capelli di lato e cogliendolo in flagrante mentre sposta l'attenzione dal mio fondoschiena al mio viso.
«Ti piace ciò che vedi?» Alzo il sopracciglio trattenendo un sorriso sotto al tono di voce duro.
«Quelli...» - indica su e giù le mie gambe - «fanno parte della sorpresa?»
Alzo gli occhi al cielo sospirando prima salutare la ragazza che ci accoglie dietro la sua scrivania. Prende i dati dell'appuntamento che ho fissato questa mattina e ci indica la stanza in fondo al corridoio evitando di nascondere l'interesse nei confronti di Chris. Sono un po' infastidita, lui riesce sempre ad attirare l'attenzione delle donne e loro non si scomodano di certo a guardarlo con ammirazione, nonostante sia in mia compagnia. E lui non fa niente! Sembra che ami farsi desiderare. Ma in questo momento, con gli occhi fissi nei miei pantaloni aderenti da yoga, sento di averlo in pugno e, scostandomi i capelli di lato, ancheggio sicura lungo il piccolo corridoio.
«Ma che diavolo?» Sussurra dietro di me non appena entriamo dentro alla grande aula completamente vuota.
Il parquet chiaro è perfettamente pulito così come gli specchi nelle quattro pareti che illuminano ancora di più la stanza. Amo questo posto. È il mio rifugio preferito contro alle intemperie esterne.
Cammino lasciandomi Chris alle spalle e mi appoggio ad una delle sbarre di legno davanti allo specchio per togliermi le scarpe e i calzini - fortuna che mi sono messa lo smalto nero ieri sera, non vorrei avere i piedi orribili di fronte a lui.
«Rilassati, non ho intenzione di ucciderti.» Dico osservandolo mentre si guarda intorno con un cipiglio sul viso. Sembra a disagio in questo momento e la cosa mi da sollievo - per una volta non sono io quella fuori luogo e inadatta.
«Dovresti toglierti le scarpe.» Srotolo i due tappeti che ho portato al centro della stanza.
Lui sbuffa alzando gli occhi al cielo e controvoglia si toglie le scarpe lanciandole in un angolo remoto. Non so perché sento il bisogno di ridere guardando i suoi piedi.
«Perché ridi?» Chiede avvicinandosi mentre tiro la testa all'indietro e cerco di trattenere la mia assurda risata.
«Hai i piedi bruttissimi.» Dico cercando di respirare mentre lui sbuffa ancora di più e si siede a terra su uno dei tappeti.
Non so cosa ci sia di così divertente, ma è esilarante vederlo così serio e imbronciato mentre io focalizzo la mia attenzione sui piedi.
La porta si apre e il Maestro avanza lentamente verso di noi sorridendo sotto alla barba grigia e folta che incornicia il suo viso. Chris sembra che stia per avere un infarto mentre tende i suoi muscoli restando immobile a fissarlo.
«Namasté.» Ci saluta posizionandosi di fronte a noi e immediatamente lo seguo facendo il solito saluto.
«Ciao.» Chris si alza in piedi tirandosi su i pantaloni, coprendo l'elastico nero dei suoi boxer. Evito di sorridere per il suo spontaneo modo di salutare e mi limito a guardare il Maestro.
«Benvenuto Chris, Alex mi ha parlato molto di te e sono più che felice di vederti oggi.»
Sorrido girando la testa di lato su di lui e per un breve momento il suo sguardo si addolcisce per poi spostarsi altrove.
«Siamo qui per una lezione di meditazione Kundalini dei Kriya di Venere, si chiama Loto del Cuore. Non preoccuparti di tutti questi nomi Chris, lei è diventata ormai un'esperta e se lo vorrai, ti dirà tutto quello che c'è da sapere sulla Kundalini e lo yoga.»
Chris annuisce con una mano sotto al mento mentre dondola nervosamente sul posto.
«Bene, adesso voglio che vi voltiate uno di fronte all'altro, con le braccia lungo il corpo. Guardatevi negli occhi in silenzio e cercate di sentire i vostri respiri.»
Sposto i capelli dietro la schiena e mi posiziono di fronte a Chris che non riesce a togliersi il cipiglio sul volto. I suoi occhi sono più chiari del solito e si fermano nei miei decisi e sicuri mentre cerco di regolarizzare il mio respiro.
Una musica dolce e soave ci avvolge e immediatamente mi rilasso concentrandomi sull'obiettivo.
«Lentamente sedetevi a terra nella posizione classica di meditazione, incrociando le gambe e toccandovi con le ginocchia.»
Facciamo come dice e insieme ci sediamo sui tappetini a terra, il contatto con le sue ginocchia mi rassicura, come se riuscissi a sentirlo più vicino.
«Portate le mani di fronte a voi e tenetevi i polsi a vicenda chiudendo gli occhi e respirando. Dovete concentrarvi sulla respirazione del partner finché non diventa un unico respiro.»
Sorrido flebilmente cercando di rassicurarlo prima di chiudere gli occhi e allungare le braccia davanti a me. Il suo tocco è diverso ad occhi chiusi, sento la pelle morbida e calda dei suoi palmi in contrasto con le mie piccole mani fredde. Lui riesce perfettamente ad avvolgere tutta la circonferenza dei miei polsi senza fatica, mentre io mi fermo a metà cercando di non stringere troppo. Mi concentro sul suo respiro e ascolto in silenzio aiutandomi anche dal suo battito cardiaco che, in questa posizione, sembra battere più forte del dovuto.
La musica intorno a noi è dolce e rilassante, ma l'atmosfera che ci accoglie sembra tesa e piena di lame taglienti. La sua presa si allenta di poco e le mie mani smettono di tremare mentre mi lascio trasportare dal suo improvviso cambio di direzione. Sembra finalmente essere a suo agio e la cosa mi fa stare meno in ansia.
«Aprite gli occhi e comunicate solo con lo sguardo cosa state provando in questo momento.»
Non ho idea di quanto tempo sia passato, ma la luce della stanza sembra essersi abbassata notevolmente mentre incontro gli occhi di Chris. Non ha più il cipiglio di prima e il suo viso sembra essersi rilassato - i suoi occhi brillano nonostante la leggera oscurità intorno a noi, ma lui sembra trasmettere luminosità attraverso le iridi azzurro cielo. Sento il battito aumentare e il respiro accelerare mentre stringe la presa nei miei polsi, riesco a sentire il desiderio carnale che lo attanaglia e la voglia di avventarsi su di me. Tuttavia il suo sguardo nasconde qualcosa di nuovo, qualcosa di magico e estremamente docile - per la prima volta sotto al suo corpo riesco a percepire la fragilità di un uomo che si nasconde, che ha paura di mostrarsi per quel che è.
***
«E questa?»
La lezione ormai è finita da diversi minuti, il Maestro ci ha salutato calorosamente invitando Chris ad un raduno di meditazione fissato per il prossimo fine settimana e lui, sorprendendomi, ha risposto che ci avrebbe riflettuto.
È strano pensare che possa davvero partecipare ad una cosa del genere, ma visto che la lezione di oggi è andata benissimo, posso escludere il fatto che odi lo yoga.
Non ho idea del perché siamo seduti in questa strana posizione, con le sue gambe ancora incrociate e le mie appoggiate lungo i lati dei suoi fianchi mentre giochiamo tranquillamente con le nostre mani. Lui da diversi minuti cerca il significato nascosto della miriade di anelli che porto sempre con me.
«Onice bianco.» Guardo la pietra posta nel dito medio della mano destra. «Serve per l'equilibrio mentale e del corpo, per le persone come me che si lasciano travolgere dalle passioni, serve a stare con i piedi per terra diciamo...»
«Mh-mh...» annuisce stringendo le mie dita e piegandole nei suoi palmi senza staccare gli occhi dall'anello. «Kundalini, coso di Venere, pietre...sei una specie di strega?»
Sorrido scuotendo la testa.
«Ancora devi vedere la mia collezione di erbe aromatiche, la domenica faccio degli infusi per mandare via l'energia negativa.»
Lui ride leggermente trasportando anche me. Mi sento davvero bene, come mai prima d'ora. Stare con lui mi fa sentire libera e sicura di me stessa.
Abbasso lo sguardo osservando l'inchiostro sul suo avambraccio, cercando di capire di cosa si tratti lo strano simbolo.
«Non ti facevo il tipo da tatuaggi.»
È piccolo e poco visibile, sembra una parola greca o qualcosa di simile.
«Ci sono tante cose che non sai di me, piccola.»
I nostri occhi si incontrano ancora una volta e per un piccolo lasso di tempo la mia mente mi riporta agli strani eventi della sera prima.
Anche lui non sa tante cose di me, del mio passato assurdo e dei miei errori. Non so se riuscirei mai a raccontarglieli, sicuramente si farebbe una brutta idea della persona che ero, ma sono cambiata e non ho intenzione di voltarmi indietro.
«Smettila di tormentarti.» Rimango sorpresa dalla sua impressionante capacità di entrarmi dentro la testa. Riesce sempre ad intuire come sto in qualsiasi momento.
«Non è niente...solo un po' di casini che devo risolvere.» Sbuffo abbassando lo sguardo a terra.
«Non preoccuparti, non sono di certo qui per pressarti, ma se hai bisogno di parlare con qualcuno, sfogati pure con me.»
Sorrido di rimando spostando le mie mani dietro al corpo, appoggiandole contro il tappetino, dandomi la spinta necessaria per salire a cavalcioni su di lui - mi sento audace e coraggiosa più del dovuto. In questa posizione riesco a vederlo dall'alto, mentre piega la testa leggermente all'indietro per guardarmi meglio.
«Oppure se non vuoi proprio parlare...»
Il suo tono di voce diventa più basso e intenso e i suoi occhi si illuminano mentre ammicca con lo sguardo. Le nostre labbra si sfiorano appena mentre gli accarezzo il viso godendomi il contatto con il suo accenno di barba contro la mia pelle.
Lui chiude gli occhi respirando lentamente mentre si rilassa sotto al mio tocco.
Sembra un sogno fatto in carne ed ossa mentre si lascia cullare dalle mie mani.
«Come fai ad essere così bello?» Sussurro incantata.
Sorride facendo vibrare il petto prima di aprire gli occhi e guardarmi. Sento il peso della sua energia schiacciarmi mentre mi avvicino lentamente alle sue labbra facendole scontrare con le mia dolcemente.
Non appena la sua bocca inizia a muoversi piano il fuoco dentro di me si accende facendomi subito accaldare. Lui mi fa questo effetto, lo desidero, lo bramo, lo voglio da morire. Così mi lascio traportare dal movimento delle sue labbra esperte permettendogli di muovere la lingua contro la mia in un bacio che man mano sfuma la dolcezza e la trasforma in passione.
Le sue mani vagano sotto alla mia maglietta bianca e toccano la mia schiena calda che si inarca subito sentendo il suo tocco magnetico - senza controllare i miei movimenti, ondeggio i fianchi sopra di lui, sentendolo ansimare e stringere la presa sul mio corpo.
«Non riesco più a trattenermi.» Ansima cercando di prendere fiato, appoggiando la fronte sulla mia.
«Non farlo.» Sussurro abbassando su e giù il petto senza staccare gli occhi dalle sue labbra, adesso arrossate e lucide.
Immediatamente si avventa su di me, lasciando una scia di baci umidi sulla mia mascella, scendendo in basso verso il collo e la parte scoperta della mia scollatura. Chiudo gli occhi ansimando e portando le mani dietro alla sua nuca.
Ho letto che la Kundalini ha questo effetto nelle coppie, risveglia il desiderio sessuale - ma per me e Chris è diverso. Noi siamo ad un passo da esplodere dalla prima volta che ci siamo visti.
Senza neanche riflettere mi sposto all'indietro e mi appresto ad afferrare i lembi della sua maglietta, facendomi aiutare a sfilarla.
Il suo corpo è qualcosa di illegale.
Tocco i muscoli del suo addome tonico e contratto, tracciando con il palmo della mano ogni suo quadretto scolpito come una perfetta incisione nella roccia. Risalgo in alto, arrivando ai suoi pettorali, mentre osservo come chiude gli occhi e risucchia l'aria godendo del piacere che gli sto provocando.
Mi appresto a baciarlo ancora una volta completamente fuori di me - nella stanza si possono sentire solo il suono dei nostri gemiti strozzati e dei nostri corpi che si strusciano desiderosi di averne ancora di più.
Non posso più resistergli, non voglio farlo.
Ho bisogno di sentirlo ancora di più, di fare sesso con lui, di sentire il suo corpo nudo contro il mio. Che sia per una notte o per tutta la vita, voglio esattamente questo.
Come un fulmine a ciel sereno la porta si spalanca e, ancora stordita giro la testa di lato insieme a Chris, mentre diverse persone entrano con i tappetini sotto braccio.
Voglio morire.
Ci guardano tutti in maniera diversa, chi divertito dalla situazione e chi incredulo di fronte a due poveri stupidi colti sul fatto.
In assoluto silenzio mi alzo iniziando a raccogliere le nostre cose, nascondendo il viso con i capelli per cercare di coprire il rossore delle guance.
Chris sembra più imbarazzato di me e si appresta ad uscire dall'aula sotto lo sguardo di tutti.
Non appena richiudo la porta alle mie spalle butto giù un sospiro di sollievo, come se avessi trattenuto il fiato per tutto questo tempo. Lui se ne sta appoggiato contro il muro del corridoio di fronte e non appena sento la sua risata, per un breve momento penso che sia impazzito del tutto. Ma lascio perdere e lo seguo ridendo mentre cerco di sistemare i miei capelli sicuramente arruffati.
Ancora non indossa la maglia e appena smetto di ridere, rimango immobile ad osservare la sua schiena, in particolare i suoi muscoli e il modo in cui si stringono sempre di più in vita fino ad arrivare al fondoschiena.
Ho apprezzato il suo culo la prima volta che l'ho visto e lo apprezzo ancora di più con questi pantaloni chiari.
«E a te piace ciò che vedi?» Mi becca a fissarlo ancora una volta mentre sistema la sua t shirt tra le mani prima di infilarsela.
«Da morire.» Dico sfacciata prendendo la borsa da terra e mettendomela a tracolla. «Devo andare a prendere Allie all'asilo, mi accompagni?»
Non so perché gliel'ho chiesto, forse ho alzato un po' troppo il gomito. Ma considerando che sono a piedi da questa mattina e non mi va di farla camminare troppo, non deve essere di certo una cattiva idea un passaggio in auto.
Lo guardo mentre annuisce sicuro di sé e si infila la giacca.
«Bene, ma smettila di fissarmi il culo!» Cammino verso l'uscita.
«Con quei pantaloni? Impossibile.»
Lascio che mi tenga la porta aperta e, prima ancora che possa mettere un piede fuori, un sonoro schiaffo sul fondoschiena mi fa sussultare in aria, mentre la sua risata risuona lungo tutta la piccola hall.
SPAZIO AUTRICE
Namasté!
Come state?
Per quelle che hanno nominato il padre di Allie...ebbene sì, si è fatto vivo. Secondo voi come reagirà Chris?
Ci vediamo prestissimissimoooo una bacio a tutte ❤️❤️
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