La promessa di Sirius (oneshot)


La promessa di Sirius

Sirius se ne stava lì, dietro quel pezzo di corda che lo separava dall'oggetto tanto agognato, a cui aveva pensato così ardentemente durante tutta la sua prigionia ad Azkaban. Pochi centimetri lo distoglievano dalla visuale, mentre, di fronte a lui, decine e decine di babbani si sbracciavano con macchine fotografiche alla mano.

Era lì, aveva da poco riassaporato la libertà ed era disposto a farsi beccare pur di mantenere quella promessa, non una promessa qualunque, ma una promessa fatta a Lily e James.

Mentre cercava il coraggio di fare quei pochi passi, i ricordi riaffiorarono alla mente.

Era un caldo pomeriggio estivo; Sirius,James, Lily e Remus, degli sbarbatelli di diciotto anni, stavano organizzando un viaggio da fare tutti insieme. James si trovava tra due fuochi: i suoi amici Malandrini, capeggiati da Sirius, volevano passare una settimana di fuoco in qualche isola babbana circondati da musica e belle ragazze. E dall'altra parte Lily, che voleva coronare il suo sogno di andare in Italia, in particolare a visitare Firenze, visto che ne aveva sentito parlare molto bene in alcuni libri di "Storia dell'Arte Magica e Non".

La guerra incombeva, ne erano consapevoli e tutti, James in primis, non volevano perdere l'occasione di passare del tempo insieme in spensieratezza, prima di gettarsi nell'ignoto.

James non avrebbe mai potuto scegliere tra i suoi amici e la sua ragazza, così l'unica soluzione possibile fu accordarsi in modo da poter fare un viaggio tutti insieme.

La soluzione fu propendere per un viaggio in Italia, facendo diverse tappe che avrebbero incluso sì Firenze e altre città d'arte, ma anche altri luoghi italiani dove poter passare i pomeriggi in spiaggia e la sera a divertirsi in discoteca o qualche pub.

Accettarono tutti di buon grado, eccetto quel guastafeste di Peter che, risentitosi per la scelta di James, decise di rimanere in Inghilterra.

Questo non impedì comunque al gruppo di divertirsi moltissimo, anche se ci volle un po' per ingranare.

Il ricordo di Sirius, infatti, andò proprio a quel pomeriggio di giugno. Lily, dopo averli scarrozzati per la città, portandoli a vedere luoghi come la Basilica di Santa Maria del Fiore, Ponte Vecchio, Piazzale Michelangelo e così via, decise di trascinarli alla Galleria degli Uffizi.

Sirius protestò alacremente, si era dedicato tutto il giorno all'arte e ne era rimasto anche molto entusiasta: la città di Firenze infatti era bellissima e le persone sembravano tutte molto cordiali; adesso però voleva andare a bere qualcosa da qualche parte e prepararsi per una serata movimentata.

Ma Lily non fece una piega di fronte alle sue esternazioni e così, per non contrariare la rossa, ma soprattutto per non offendere James, Sirius acconsentì ad accompagnarla.

I tre seguirono Lily, che spiegò loro passo passo ciò che stavano osservando. Sirius ogni tanto si prodigava in grandi sorrisi alle ragazze che passavano di lì, provocando buffe espressioni spazientite nella rossa e nei suoi amici.

Ad un certo punto aveva addirittura estratto la bacchetta dalla tasca dei jeans e aveva cominciato a far comparire dei baffi in alcuni dipinti. Lily, quando se ne accorse, iniziò a dimenarsi come un pesce fuor d'acqua, intimando al moro di smetterla prima che qualcuno li scoprisse. Il fatto che non avesse più la traccia, non significava che potesse fare ciò che voleva con la magia, queste furono le parole della rossa.

Dopo quella bacchettata, giunsero di fronte ad un bellissimo quadro, a detta di Lily si trattava della Primavera, dipinta da Sandro Botticelli.

James rimase rapito dalla bellezza di Venere e si prodigò in complimenti, esternando quanto, secondo lui, quella figura angelica somigliasse alla sua Lily.

Sirius e Remus non erano molto convinti che fossero poi così simili, nonostante la Evans fosse senza dubbio una bellissima ragazza, ma i tratti erano molto diversi.

Ma James insistette, arrivando addirittura a dire che secondo lui erano troppo simili e che, a quel Sandro Botticelli, doveva essere apparsa Lily in sogno, secoli prima che la ragazza nascesse.

A quel punto Sirius preso dall'ilarità, si avvicinò ad un altro quadro di Botticelli, ovvero la Nascita di Venere.

"Ehi James, vieni un po' qua, mi sa che questo Salamandro si è sognato anche la tua ragazza nuda!" disse con un sorrisetto sbilenco e malandrino.

"Che cosa?!" starnazzò James, correndo paonazzo verso il quadro, parandoglisi davanti e suscitando le risate di tutti gli altri.

Una volta rimessi in riga i Malandrini, Lily continuò il tour e, ad un certo punto, finirono di fronte ad un quadro di Leonardo da Vinci:"L'Annunciazione".

James e Lupin rimasero particolarmente rapiti da quel dipinto e anche Sirius provò una strana fitta al cuore vedendolo.

"Leonardo da Vinci è una delle figure più importanti del mondo babbano, considerato da tutti come un genio, in un libro di Storia dell'Arte Magica c'è chi ipotizza che lui avesse della magia in sé!" disse la rossa.

"Questo non lo so, ma sicuramente i suoi dipinti incantano!" rispose Remus imbambolato.

"E tu cosa mi dici Sirius?!" disse Lily, incalzando Sirius, evidentemente assorto nell'opera.

"Sì, non è male, Evans, devo ammetterlo!"

"Allora dammi retta, se ti piace, devi andare a Parigi, al Louvre, a vedere la Gioconda. Quella sarà una vera esperienza per te!" continuò la ragazza.

"Beh, non so, forse ci andrò." disse lui stringendosi nelle spalle.

"No, amico, dobbiamo andarci davvero! Ne ho sentito parlare anche io e voglio vederla assolutamente, prometti!" si intromise James, vedendolo titubante.

"Va bene, va bene, lo prometto, andremo a vedere questa Gioconda!" rispose sbuffando il moro, nascondendo un sorrisetto divertito e scostando i ricci dal viso, per poter osservare ancora un po' il dipinto e il sorriso luminoso dei propri amici entusiasti.

Sirius si ridestò da quei ricordi e da quella promessa. Adesso si trovava proprio lì, nel museo del Louvre, indossando un pesante cappotto blu scuro e un cappellino che fasciava la sua chioma ribelle, nel tentativo di non farsi riconoscere; mentre a pochi passi c'era lei: la misteriosa Gioconda.

Quel dipinto aveva occupato molti dei suoi sogni, specialmente durante la permanenza ad Azkaban. Harry e quel quadro erano sempre stati al centro dei suoi pensieri. L'idea di avere ancora delle promesse da mantenere, degli obiettivi da compiere, lo aveva mantenuto in vita, anche quando si era sentito solo e senza speranza.

A quel punto si fece coraggio e le sue gambe si mossero, in un moto improvviso e indipendente, così si ritrovò in cima alla fila, proprio davanti al lembo di corda e di fronte a lui si stagliò quella piccola gemma.

Aveva immaginato un dipinto di dimensioni maggiori, doveva ammetterlo, ma la sua espressione era proprio come la descrivevano tutti: indecifrabile e criptica.

Gli occhi di quella donna sembravano scavare dentro al cuore, e la sua bocca sembrava distendersi in una specie di sorriso di comprensione.

Sirius non si sentiva più solo, non si sentiva più sbagliato. Lily e James, in modo inconsapevole, gli avevano lasciato un altro dono prima di andarsene via, qualcosa che avrebbe continuato a tenerlo in vita quando loro non ci sarebbero stati più; gli avevano lasciato un messaggio di speranza e bellezza.

Nota autrice: Ciao a tutti, questa è la versione estesa di una oneshot con cui sto partecipando ad un concorso che la pagina Harry Potter Italia Out of Bounds (we support lgbtq+)  ha organizzato per Camilla, una ragazza che amava molto sia Harry Potter che Firenze e che era presente anche qui su Wattpad. Io non la conoscevo personalmente, ma ho voluto partecipare a questa iniziativa per ricordarla e per dedicarle un pensiero. Spero che vi piaccia, a presto!💙

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