Hogwarts: i fondatori (cap.2)
Hogwarts:i fondatori
Capitolo 2: Segreti
Una volta giunto fuori, Godric si guardò intorno, ma della creatura dorata non c'era traccia; per un attimo ebbe la sensazione che la giovane fosse svanita nel nulla, ma d'un tratto sentì una voce.
"Ehi voi, è vostra abitudine fissare le signore per tutta la sera e addirittura seguirle?! Siete inquietante, ve l'hai mai detto nessuno?!" esclamò la voce sprezzante.
Godric iniziò a guardarsi intorno, ma non vide nessuno, quando d'un tratto, un infingardo boccolo rosso tradì la sua proprietaria, sbucando alla destra di una statua in marmo raffigurante un gigantesco tasso, lo stemma della famiglia Hufflepuff.
"Non sapevo che i tassi parlassero!" disse il ragazzo con tono di finta sorpresa, poi continuò," mi scuso se ho dato una brutta impressione di me, permettete che mi presenti, mi chiamo Godric Gryffindor e voi dovete essere la famosissima e bellissima Helga Hufflepuff, se la vostra chioma non m'inganna!"
"Oh, dannati capelli rossi...così riconoscibili ovunque!" disse lei, mentre usciva lentamente dal suo nascondiglio; poi, rimanendo comunque a netta distanza dall'uomo, continuò:" Comunque rimango della mia idea, siete stato un gran villano a comportarvi in tale maniera!"
"Non posso darvi torto signorina, ma la vostra bellezza mi ha letteralmente incantato e non riuscivo a fare a meno di guadarvi meravigliato!"
"Ciò non toglie..." fece per ribattere lei.
"Ciò non toglie che sono stato un completo maleducato, lo so! Vi chiedo nuovamente perdono, adesso torno dentro!" disse il giovane in modo serio e poi le voltò le spalle, iniziando ad incamminarsi verso l'ingresso del palazzo.
"Aspettate!" disse lei d'improvviso, facendo smuovere le viscere del giovane Gryffindor.
Lui inclinò un po' la testa e disse:" Sì, milady?!"
"Vi siete preso la briga di venire fin qua, adesso parliamo un po' se non vi dispiace!" rispose lei con una punta di orgoglio.
"A me non dispiace affatto, anzi ne sarei davvero lieto, spero soltanto che non vogliate continuare ad infierire su un povero giovane come me!" rispose lui nascondendo il sorrisetto malandrino che aveva ereditato da sua madre.
"No...o almeno non troppo!" disse lei, sorridendo sommessamente, fino a far sbucare due tenere fossette sulle sue guance rosate.
Visto che la ragazza però non si accingeva a fare nemmeno un passo, fu l'uomo a farsi avanti, sedendosi sul bordo di una fontana, al centro del quale si trovava la statua di un piccolo cupido dormiente, e invitò con un gesto la giovane ad avvicinarsi, ma tutto ciò che ottenne fu che la rossa si avvicinò, titubante, giusto di qualche passo.
"O voi siete una ragazza molto timida o io sono tremendamente brutto e spaventoso, per costringervi a frapporre tra noi tutta questa distanza!" esclamò lui, stavolta con un sorriso amareggiato.
A quel punto la ragazza dispiaciuta si avvicinò ancora di qualche passo: "Perdonatemi non è colpa vostra, è che non mi sento a mio agio vicino alle persone...eccetto pochissimi individui!"
"Capisco, sarebbe bello poter far parte di tale schiera di individui, ma per il momento mi accontenterò di potervi guardare finalmente in quei bellissimi occhi smeraldo!" rispose il gentiluomo.
"Non fate l'impudente!" disse la ragazza, mentre arrossiva vistosamente e le sue guance iniziavano ad assumere la stessa tonalità della chioma.
Godric sorrise, stavolta apertamente, poi la incalzò:" Ditemi signorina, cos'ha la gente che non va? Cos'è che vi disturba tanto nelle persone?!" domandò lui incuriosito.
"Ah, non è colpa degli altri, sono io. Sono io che non so stare in mezzo alla gente!" disse lei con un misto di dispiacere e stupore, per aver rivelato una cosa del genere ad un giovane sconosciuto.
"E perché mai? Che cosa accade di tanto brutto quando siete con loro?!" domandò il giovane seriamente.
"Non lo so, un senso di disagio mi avviluppa, il mio petto si fa pesante e mi sento in dovere di fare e dire qualcosa, anche se in quel momento non ne ho alcuna voglia!" rispose lei affranta.
"E allora perché lo fate? Avete paura del silenzio?!"
"No, non ho paura del silenzio, è che quando sono in mezzo alle persone il silenzio non esiste, io sento i loro pensieri, le loro emozioni, è qualcosa che mi disturba che mi distrugge!" disse Helga.
"Che cosa?!" esclamò Godric. "Non è possibile..." pensò dentro di sé, "non anche lei."
Quando la giovane vide l'espressione inorridita sul volto di Godric, per poco non scoppiò in lacrime:" Ecco, adesso penserete che io sia un mostro. Se facessi soltanto un altro passo potrei percepire immediatamente il vostro disgusto, ma non ne ho bisogno, perché il vostro volto dice già tutto!"
Quelle parole colpirono Godric al cuore, come una stilettata in mezzo al petto, come una valanga improvvisa che lo aveva sommerso e congelato in un momento.
Helga si girò e fece per andarsene, ma il ragazzo, senza nemmeno rendersene conto, era balzato in piedi e l'aveva raggiunta per fermarla.
Senza sapere né come ne perché le prese delicatamente una mano, il guanto della giovane si sfilò, lei si voltò con occhi sbarrati e appena lui posò le dita dell'altra mano sulla pelle nuda della ragazza, gli occhi di lei si dilatarono e le pupille riempirono quasi tutta l'iride, poi tornarono normali e lei quasi svenne, ma lui riuscì ad afferrarla in tempo.
Godric le fece poggiare la schiena alla fontana e le fece bere dell'acqua, piano piano il volto della donna cominciò a riprendere colore.
Appena fu in grado di riaprire gli occhi e si trovò di fronte gli occhi color ebano del giovane Gryffindor, la ragazza, abbandonando ogni formalità, disse:" Io...io ho visto, ho visto i tuoi pensieri, anche tu..."
"Sì, anche io!" la interruppe Godric, "non temere, ti aiuterò, il tuo segreto è al sicuro con me!"
Nota autrice: Ciao a tutti, questo è il secondo capitolo di questa fanfiction, vi preannuncio già che sarà un po' lunga perché ho diverse idee in mente. Spero che per il momento vi stia piacendo, in quel caso, se vi va, lasciate una stellina o un commento per farmelo sapere. A presto!⭐💙🏰
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top