Hogwarts: i fondatori (Cap.10)
Capitolo 10: Una nuova vita
"La madre di Rowena quando vide partire quella trafila di uomini tutti insieme, armati di forche, si allarmò e andò a chiedere informazioni alle donne del vicinato, ma nessuna di loro ebbe la premura di risponderle.
Così la donna, percependo che non ci fosse niente di buono nell'aria, decise di smaterializzarsi per arrivare il più in fretta possibile da noi, per dirci di rimandare la cerimonia a un altro giorno visto che non si poteva sapere dove fossero diretti quegli uomini.
Proprio mentre cercava di spiegare questo, però, sentimmo le voci degli abitanti del villaggio giungere fino a noi e in un attimo ci ritrovammo accerchiati.
La madre e la nonna di Rowena estrassero le bacchette, pronte a difendersi e a farci da diversivo mentre ci smaterializzavamo, poi si sarebbero smaterializzate anche loro.
Il grande problema fu che Rowena si era sempre smaterializzata da sola, mai con un'altra persona e quando mi prese per mano per smaterializzarci alla palude, mi spaccai..."
Salazar cercò di riprendere fiato, quel racconto non doveva essere affatto semplice per lui. Godric ed Helga lo ascoltavano incuriositi e spaesati al tempo stesso.
Godric ad un certo punto chiese:" Che cosa significa spaccarsi? Rowena non mi ha mai parlato della smaterializzazione, non ne so niente!"
"Oh, non ne dubito. Rowena non si smaterializza più da anni, non lo ha più fatto dopo quella volta. Lei si è data la colpa di tutto, di aver voluto celebrare il matrimonio nonostante i presentimenti e la visione della madre, di non essere riuscita a smaterializzarsi correttamente e così via.
Ma non ha mai riconosciuto il fatto che lei mi abbia salvato la vita, grazie anche a sua madre e sua nonna s'intende, le quali per fortuna sono riuscite a fuggire incolumi.
Una volta arrivati alla Palude Selvaggia, infatti, luogo che lei aveva scelto durante la smaterializzazione, una volta toccato il suolo fangoso, del sangue rosso scarlatto iniziò a macchiare il terreno.
Fu subito chiaro che qualcosa fosse andato storto, infatti appena aprii gli occhi sentii un dolore lancinante, guardai la camicia, un tempo linda, che avevo indossato per la celebrazione e vidi su di essa una pozza rossa.
Rowena, senza dire una parola, mi aprì la camicia in preda al panico e vide la profonda ferita che avevo sul petto, mi ero spaccato poco sopra al cuore, ancora un po' e quel taglio mi sarebbe stato fatale.
Per fortuna però, quella donna magica portava sempre con sé le sue erbe medicinali e i suoi unguenti, così estrasse dalla borsa a tracolla dell'essenza di dittamo che sapeva poter rimarginare quel tipo di ferita, la spalmò sul taglio e pian piano la ferita iniziò a chiudersi.
Il peggio sembrava passato, ma, in realtà, quella cicatrice non si richiuse mai del tutto. Qualcosa accadde quella sera, come una specie di sortilegio si inserì nella mia cicatrice e presto scoprimmo, a nostre spese, che la ferita iniziava a riaprirsi ogni volta che Rowena stava vicino a me. Come se la ferita ritenesse Rowena responsabile di tutto quello.
Provammo in ogni modo a spezzare questa maledizione, ma non ci fu modo, neanche sua madre e sua nonna ci riuscirono.
Io pur di non stare senza di lei tentai pure di sopportare il dolore, anche se lancinante, ma Rowena, chiaramente, avendo un cuore d'oro, non accettò tutto questo.
Così decidemmo di vivere separati per un po' di tempo, finché non avessimo trovato la soluzione a tutto ciò e nel frattempo io avrei tenuto il medaglione e lei il diadema , che ci saremmo scambiati quando possibile, tramite degli intermediari, per farci sapere che eravamo ancora innamorati l'uno dell'altra. Spesso all'interno inseriamo anche dei piccoli messaggi in degli scompartimenti segreti, ecco vedete..." disse Salazar, mostrando una piccola apertura a lato del medaglione e, con una leggera pressione, la aprì davanti agli occhi dei due ragazzi e fece vedere loro un piccolo pezzo di pergamena arrotolato, dal fondo del quale Helga riuscì a scorgere le parole "love" e "always".
A quel punto la ragazza, nonostante dentro di sé trovasse tutto ciò molto romantico, non riuscì a fare a meno di pensare che fosse anche un' incredibile sofferenza per i due, così domandò:" Da quanto andate avanti così? E questo è il vostro unico modo per poter comunicare?!"
Salazar inarcò un sopracciglio, stupendosi di lui stesso per quanto riuscisse a tollerare la curiosità impellente di quella ragazzina, dopo di che rispose:" Da circa vent'anni ormai e ancora non si è trovato il modo di mettere fine a questo sortilegio, anche se Rowena col tempo ha imparato ad utilizzare una magia chiamata "Incanto Patronus", attraverso la quale riesce ad inviare da me una sorta di corvo composto da una luce bianco-argentata che mi riporta i suoi messaggi. È stato molto d'aiuto negli ultimi anni, ma adesso inizia a non bastare più, è impensabile per me continuare a vivere ancora per molto senza di lei!"
Appena finì di pronunciare queste parole, Helga e Godric si guardarono con le lacrime agli occhi, la sofferenza di quell'uomo era indescrivibile ed era così intensa che non occorreva saper leggere nel pensiero o nel cuore altrui per notarla.
D'un tratto, senza nemmeno sapere come, Helga ebbe un'intuizione: "Godric, ma tu non hai detto che esistono storie secondo cui la tua spada è in grado di spezzare ogni maledizione?!"
Di fronte a quelle parole Godric divenne paonazzo:" Sì, ma sono storie appunto, non c'è niente di verificato!"
Salazar, che fino a quel momento non aveva prestato particolare attenzione alla spada del giovane, si illuminò di colpo, in preda ad un nuovo moto di speranza e chiese al giovane di mostrargliela.
L'uomo si avvicinò e appena vide le rune incise sulla lama e le pietre rosse dei folletti incastonate nell'elsa, per poco non cadde a terra svenuto.
"Q-q-uella è la vera spada forgiata dai folletti migliaia di anni fa. La riconoscerei tra mille, l'ho vista in un libro di magia che mi ha regalato Rowena e che ho letto più volte durante questi anni di quasi totale solitudine!" disse Salazar e si affrettò ad andare a prendere il libro nella sua catapecchia, per poterlo mostrare ai due.
Appena vide la pagina che parlava della spada, Godric non ebbe dubbi, si trattava proprio della sua. Ma non era tutto, c'era anche una didascalia secondo la quale, per spezzare la maledizione, la spada avrebbe dovuto trafiggere la materia a cui il sortilegio si era agganciato.
Godric, impallidito di colpo, guardò Salazar e disse a mezza voce:" Non vorrai..."
"Sì, ti prego, va fatto e ho bisogno che lo faccia tu, non so se riuscirei a compiere un gesto simile da solo." ribatté Salazar agitato.
"Che cosa?! No...dev'esserci un'altra maniera!" aggiunse Helga in tono di supplica.
"Non c'è! Io e Rowena l'abbiamo cercata in tutti questi anni e non l'abbiamo mai trovata, non pensavamo che esistesse veramente in circolazione quella spada, credevamo che fosse una leggenda!"
"Io non posso farlo signore e se non dovesse funzionare? Poi sarò io a dover convivere col sangue di un uomo sulle mie mani. No, questo non posso proprio farlo mi dispiace!" disse Godric con aria risoluta, ma mortificata allo stesso tempo, e fece per riporre la spada nel fodero.
Ma proprio in quell'attimo Salazar riuscì a sfilare la lama dalle mani del giovane e, con un coraggio mai visto, si trafisse il petto proprio all'altezza della cicatrice.
In quel momento, sotto le grida di orrore dei due giovani, Salazar stramazzò al suolo come morto, dei rivoli di sangue iniziarono a scendere copiosi dal suo petto. Ma, d'un tratto, un alone scuro si levò dalla sua ferita e improvvisamente, come se fosse fatta di vetro, l'ombra scura andò in frantumi.
Helga e Godric si chinarono sul corpo dell'uomo per sentire se respirasse e, proprio in quell'attimo, i due videro i rivoli di sangue bloccarsi e la ferita chiudersi, rimarginandosi questa volta in modo completo, senza lasciare nemmeno una cicatrice.
Helga si avvicinò a Salazar per constatare se il suo cuore battesse ancora e per osservarne il respiro quando, d'un tratto, le palpebre dell'uomo si aprirono come due tendine e lasciarono spazio alla vista del fondale argento scuro delle sue iridi.
Salazar riuscì a fare un breve sorriso per rassicurare i propri ospiti, nonché salvatori, e finalmente riuscì a mettersi in piedi, anche se con fatica.
"Devo ringraziarvi ragazzi; forse, grazie a voi, da oggi può ricominciare una nuova vita per me. Andiamo da Rowena, forza, dobbiamo vedere se ha funzionato!"
Nota autrice: Ciao amici, sono riuscita a pubblicare il prima possibile il continuo della storia di Salazar e Rowena, non volevo lasciarvi con il dialogo a metà per troppo tempo. Spero che questa seconda parte vi sia piaciuta, nel caso lasciate una stellina o un commento per farmelo sapere. A presto!⭐💙
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top