36- Landon

You know, I used to live alone before I knew you...

La chiesa era gremita di parenti, amici, compagni, dottori e conoscenti. Nonostante ciò, due sedie delle prime file erano libere. Sembravano aspettarmi. Mia madre si fermò in qualche fila dietro, mentre Flam proseguiva davanti, insieme a me. Ed è così che io e mia sorella ci sedemmo lì, in quel posto che mi attendeva. Davanti a noi un tavolino, difronte all'altare, teneva l'urna con il suo corpo dentro e una foto di Katie, sorridente come sempre. A terra vi erano tantissimi fiori. Il signor Antonio con il piccolo Leo erano dietro di noi, in silenzio, con lo sguardo rivolto verso il basso.

Tutti piangevano. I suoi compagni dell'ospedale, i parenti nelle prime file, gli amici e i colleghi dell'università. Io cerco di trattenere le mie lacrime e Flam deglutisce in continuazione.

Quando il parroco inizia la sua predicazione chiudo gli occhi. Ogni immagine di Katie, ogni momento nostro mi si inchioda nella testa, come un rullino di video che scorre automaticamente nella mia memoria. Katie viene ricordata come una ragazza dolce, solare... ma non basta. Ciò non mi rende soddisfatto. Quando una persona muore la si descrive sempre con termini gentili, ma Katie non merita questo. Katie merita di più.

Lascio la mano di Flam.
<< Dove vai? >> Mi sussurra. Le faccio segno col dito di tacere per non disturbare.

Volevo testimoniare la specialità di Katie e dopo aver chiesto il permesso al parroco, salco sull'altare e avvicino il microfono. << Scusate, io... >> Guardo i visi sconvolti che si trovano davanti a me e le parole mi giungono immediatamente. << Beh... basta guardarvi in faccia per capire quanto era speciale Katie, quanto è speciale Katie... non solo per tutti noi, ma in generale: nella vita! Sapete cosa mi ha insegnato questa grande donna? Semplicemente a vivere! Io sono Landon Atwood, trascorrevo il mio tempo sempre infuriato col mondo, ho persino picchiato per guadagnare soldi. >>

Noto come il parroco si alza allarmato dalla sedia e mi osseva a bocca aperta. Ma io continuo imperterrito, la gente mormora, e mia madre mi guarda incredula... li lascio fare. << Non mi vergogno a raccontare ciò perché è grazie a Katie che io oggi sono quì! Ho detto addio al mio sport corrotto, ho detto addio all'infelicità che mi portavo dappresso perché è grazie a lei che ho scoperto come va vissuta davvero la vita. Basta un sorriso per fare felice una persona, lo sapevate? Basta un abbraccio... una pacca sulla spalla, una stretta di mano. Quante volte lo facciamo durante il ritmo della nostra giornata? Ci dimentichiamo persino di mantenere vivi i sentimenti positivi e diamo spazio alla rabbia, al rancore...>> Perdo un po' il filo del discorso quando osservando davanti a me vedo entrare un ragazzo, in giacca e cravatta, con qualche chilo in meno. Schiudo gli occhi, riparandomi dai raggi del sole per guardare meglio. Ma non posso sbagliarmi: Eddie ha appena varcato la soglia della Chiesa.

Mi guardo intorno, notando l'espressione curiosa delle persone che mi fissano in attesa. Mi schiarisco un po' la voce. << Katie... viveva la sua vita ridendo ai problemi. Era coraggiosa, era... incredibile. Ho imparato a conoscerla col tempo e a poco a poco mi sono reso conto di quanto fosse buona, più di quanto pensassi... Tutti gli hanno voluto davvero bene perché la sua generosità conquistava tutti. Ha fatto anche molte belle cose: nonostante la sua malattia Katie aiutava bambini dell'ospedale, malati come lei! >> Noto il piccolo Leo che rimanda indietro una lacrima e mi sorride.

<< Dio l'ha presa con sé. Ci ha portato via un angelo... Era un angelo, davvero. Ho avuto la fortuna di conoscere un angelo... La fortuna di essermi innamorato di lei! >> Chiudo gli occhi, lasciando scorrere alcune lacrime. Scendo dall'altare e mi dirigo verso l'urna. Prendo una delle tante rose poggiate sul pavimento e la avvicino alla sua foto. << Ti amo, Katie, mi mancherai. >> Sussurro. E raggiungo Flam... che mi abbraccia e mi prende la mano.

Appena usciti dalla chiesa inizia a piovere. Guardo a distanza Eddie che mi raggiunge quasi correndo. << Amico! >> Mi chiama, con lo sguardo verso il basso. Spingo Flam in avanti, verso mia madre e mi fermo a guardarlo, senza rispondere. << Ho saputo... >> Ritenta. << Sono uscito da qualche giorno dal carcere e... eccomi quì. >>
Non so cosa provare nei confronti di Eddie. Pensare che anche io facevo la sua stessa vita...

<< Perché non me ne parli... >> Continua, aspettando una mia risposta, prima o poi. E' il giorno del funerale di Katie. Forse... lei sarebbe stata felice se avessi perdonato qualcuno a me caro.
<< Di cosa? >> Rispondo, schietto. Eddie alza lo sguarda e mi fissa. << Di te... di Katie... >> Esita.
<< Che posso dirti, Eddie? E' la persona migliore che esista... >> Rispondo, con gli occhi lucidi.
<< Non l'avevo capito... >> Ha la voce rauca, come se volesse piangere. << Mi dispiace! >>
Mi avvicino a lui. << Non importa, amico. Fa niente... >> Gli dò una pacca sulla spalla, ma Eddie mi attira a sé abbracciandomi proprio come vorrebbe un amico. Eddie è stato il mio braccio destro per tutta la vita... Mi è mancato! E ora ho bisogno di qualcuno, adesso più che mai. So che Eddie ha capito la lezione, so che anche per lui è arrivato il momento di cambiare, ed insieme come sempre, possiamo farcela.

https://youtu.be/cNQu9rP7xwI

I giorni si susseguivano, uno dopo l'altro anche se non volevo, nonostante odiavo il fatto che il mondo continuasse a ruotare su se stesso ed intorno al sole come se niente fosse. Ogni mattina il sole sorgeva e ogni sera tramontava come da millenni, senza interessarsi di chi rimane a guardarlo e di chi non può più farlo.

Vedevo tutto grigio intorno a me, ero chiuso in me stesso. Il signor Antonio mi ripeteva sempre che il tempo aiuta ad alleviare il dolore. Non gli credevo. Soffrivo troppo l'assenza di Katie. Eddie mi aveva trovato un lavoro presso un amico di sua madre e nonostante inizialmente rifiutai, mi convinsi ad accettarlo. Il lavoro mi distrae dai miei pensieri per Katie. L'amicizia con lui andava a gonfie vele, sembravamo essere tornati bambini, quando non ci cacciavamo nei guai, ma riuscivamo ad essere uniti con poco. Non parlammo mai della relazione tra sua madre e mio padre, non capii mai se ne era consapevole o meno e non mi interessava saperlo. Mi godevo la vita così come si presentava.

Presi il posto di Katie in ospedale, proseguendo con il volontariato e conoscendo nuovi pazienti. Accanto a me era sempre presente Flam e ovviamente il piccolo Leo. Era bello rivederlo pieno di vita e... con i capelli che gli stavano ricrescendo, allegro... così come l'avevo conosciuto. Proprio oggi siamo stati insieme. Abbiamo instaurato un magnifico legame.

E' una delle solite domeniche ed esco dall'ospedale con Flam, dirigendomi verso casa. Appena arrivato sull'uscio del mio portone vedo un uomo girato di spalle.
<< Landon, c'è papà!! >> Grida mia sorella, correndo più veloce che può. Rimango paralizzato e mi godo la scena dell'immenso abbraccio tra i due.

Poi mio padre alza lo sguardo verso di me. << Landon, figliolo! >> Non abbasso i miei occhi. <<Perché sei qui? >> Domando. E Flam mi guarda delusa.
<< Per te! >> Risponde. << Ho saputo della tua ragazza. Landon... so che non abbiamo mai avuto un rapporto da invidiare, ma... volevo solo dirti che sono orgoglioso di te e che... io ci sono. Per tutti e due. >> Si rivolge anche a Flam che gli sorride.
Non so cosa sia successo dentro di me, ma è come se qualcuno mi spingesse ad abbracciare mio padre. Come se le mie gambe si muovessero indipendenti dai comandi del mio cervello. Saranno state le parole mai dette da lui e finalmente dichiarate, sarà stata la primavera, i primi raggi del sole che surriscaldano la testa e fanno impazzire, ma... abbraccio mio padre! Una stretta così forte da farmi quasi male. Piango. Mi sfogo tutte le lacrime che ho trattenuto finora.

<< Mi manca, papà! Mi manca da impazzire! >> Dico, continuando a piangere come un bambino. Mio padre mi accarezza la testa, tacendo e stringendo le sue braccia attorno a me, come per proteggermi, come per dirmi che davvero lui sarebbe stato presente per noi. Per me e Flam.

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L'indomani... Mi sveglio e mi guardo intorno. I primi raggi estivi mi baciano la pelle del viso, gli uccellini cantano. Le strade pulite, il cielo azzurro limpido dove un aereo in volo lascia la scìa bianca dietro di sé. Gli alberi ripossiedono le proprie foglie, le persone sono belle, con tutti i loro difetti. E' tutto meravigliosamente stupendo, l'aria è buonissima ed io... sono felice. Non c'è un perché: semplicemente lo sono! Lo siamo... tutti. Io, Flam, Leo, il signor Antonio... persino i genitori di Katie.
La bellezza: la bellezza della vita, la bellezza della morte. Solo da quì capii che Katie mi era sempre stata vicina. Io la sentivo. E' quì e mi sta facendo vedere il mondo come l'ha sempre visto lei. E' quì e mi dà la forza. E' quì vicino a me. E' nell'aria che mi accarezza il corpo, è dentro di me, scorre nelle mie vene, è in qualche posto dentro il mio cuore. Ho capito che non c'è motivo di essere tristi: Katie è qui e non mi abbandona.
Lei mi aspetta, ci saremmo rivisti prima o poi.
Sorrido, guardando il cielo dalla mia stanza. La immagino guardarmi con soddisfazione, col cuore pieno di gioia.

Ti porterò sempre con me, Katie. Ovunque io vada.
Grazie per avermi insegnato a vivere.

https://youtu.be/SeXMQcTlbyw

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Fine della storia.
Vi aspetteranno due capitoli: uno con i ringraziamenti speciali e l'altro con tutte le curiosità e le domande che vorrete fare :)
In ogni caso... GRAZIE A TUTTI!!

Katie&Landon forever <3

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