Capitolo 7
Il weekend era finito e io avrei preferito che durasse decisamente di più.
I due giorni alle terme erano letteralmente evaporati ed era di nuovo lunedì. Odiavo il lunedì!
Mi rigirai nel letto e fui molto tentata di prendere la sveglia e lanciarla dall'altra parte della stanza, ma poi papà si sarebbe arrabbiato.
Ad un tratto la sveglia smise di suonare e sospirai di sollievo, probabilmente si era bruciata.
Doveva essere il karma.
Mi sbagliavo, eccome se mi svegliavo: sentii la coperta tirare di lato e pur di non lasciarla andare caddí a terra avvolta nelle lenzuola come un salame
- Ahia... - mi lamentai, senza però fare un movimento
- Oggi...oggi era l'unica mattina che avevo deciso di restare a dormire invece di andare a correre e sono caduto dal letto per colpa della tua sveglia - si lamentò Fabio
Avevo gli occhi chiusi, ma immaginavo la sua espressione arrabbiata, con le braccia conserte.
Sbuffai
- Ho sonno - borbottai
- Anche io, l'unica differenza è che TU devi andare a scuola - disse
Fabio afferrò di nuovo le coperte e le spostò facendomi rotolare sul pavimento e liberandomi dal mio caldo bozzolo.
- Alzati - mi intimò il mio fratellastro - o farai tardi -
- Si - borbottai
Lo sentii uscire dalla stanza e mi trascinai sulle coperte, con la promessa che mi sarei alzata dopo cinque minuti.
***
- Fuori! - esclamò Fabio indicando la mia scuola
Scattai come un fulmine e uscii dalla macchina.
Mi ero riaddormentata e quando Julia era venuta a controllare se ero ancora viva, dormivo beata sul pavimento e avevo fatto tardi.
La campanella era già suonata e il piazzale della scuola era vuoto.
Era il mio primo ritardo catastrofico!
- Amelia! -
- Sono in ritardo! - esclamai cominciando a correre
- Amelia ti aspetto qui all'uscita! - esclamò Fabio
- È? - chiesi fermandomi di scatto e guardandolo
- Hai capito. Ti vengo a prendere io all'uscita -
Annuii imbambolata e scattai dentro perché ero abbastanza in ritardo.
Corsi alla mia classe sperando di non finire nei guai.
Certo! Non dovevo preoccuparmi più di tanto: ero la secchiona della scuola, avevo tutti i voti e alti e non potevo lamentarmi di nulla, ne io ne i professori.
Quindi, molto probabilmente, me la sarei scampata
Davanti alla porta della classe bussai, aspettando la risposta del professore; quando mi diede il permesso entrai
- Mi scusi per il ritardo ma ho avuto un contrattempo! - esclamai avvicinandomi alla cattedra.
- Ah sei tu Stuart. Non preoccuparti, sei scusata - mi disse il professore - È il tuo primo ritardo giusto? -
Annuii dispiaciuta
- Non importa, va pure a sederti -
Obbedii senza dire nulla e me ne andai al mio banco vicino ad Alisa.
Una volta seduta mi presi il lusso di fare un sospiro di sollievo
- Davvero credevi che ti avrebbe rimproverato? Sei la migliore studentessa di tutta la scuola - mi disse la mia migliore amica
- Già -
Non aggiunsi altro, dovevo seguire la lezione.
Se cominciavo anche a distrarmi il mio rendimento scolastico sarebbe caduto a picco.
E mi ci mancava solo quello a me.
***
Le lezioni erano finite anche per quel giorno ed io ero agitata.
Fabio diceva sul serio quando mi aveva detto che sarebbe venuto a prendermi all'uscita?
Non sapevo cosa pensare o meglio come mi sentivo.
Nessuno sapeva che stavamo per diventare fratelli e non sapevo se rendendo la cosa pubblica, mi avrebbe creato problemi o meno.
Sicuramente non sarei stata vista di buon occhio dalle sue vecchie fan.
- Oh mio dio! - esclamò Jennifer - Ma quello è Fabio Henderson? -
Alzai gli occhi dal terreno che stavo fissando da quando ero uscita dall'edificio scolastico.
Fabio era davanti al cancello, poggiato alla sua macchina, con una sigaretta tra le labbra e fissava il piazzale con espressione apparentemente indifferente.
- Che ci fa qui? - chiese Alisa lanciandogli un'occhiata e guardandosi intorno preoccupata
In effetti, se ci pensavo, nessuno si era avvicinato a Fabio. Gli lanciavano qualche occhiata da lontano e basta
- Fino a tre mesi fa era la sua scuola - risposi alla domanda di Alisa con ovvietà
- Se solo partecipassi di più a quello che ti succede intorno... - iniziò Jennifer - Il mese prima degli esami di maturità, Henderson, ha mandato tutti al diavolo e ha aggiunto che per lui potevano tutti crepare; ha litigato con tutti quelli della gerarchia degli snob e so che ha fatto a pugni con il suo vecchio gruppo di amici -
- Dici sul serio? - chiesi stupita
Non ne sapevo nulla di quella storia.
Ok che non me ne era mai fregato nulla di quello che succedeva nella scuola, tranne le lezioni, ma una cosa del genere non passava di certo inosservata
- Per non parlare del fatto che qualche tempo prima aveva mollato anche la squadra di basket - aggiunse Alisa
- Chissà che gli è successo - disse Jennifer - Qualcuno dice che si è montato la testa -
- Ma che! La verità è che ha cominciato a frequentare altri giri, tipo quelli della droga - si intromise Jason avvicinandosi a noi
- Ma che cazzo vai blaterando! - esclamai alterata
A Fabio ci si poteva dire di tutto: che era uno stronzo, un coglione e un menefreghista, ma non gli si poteva dare del drogato e ne tantomeno dire che era montato.
Conoscevo Julia e qualcosa mi diceva che, se il figlio avesse frequentato quel tipo di giri, gli avrebbe spezzato tutte le ossa!
E lui voleva troppo bene a sua madre per farle una cosa del genere
- Che ti prende? Da quand'è che lo difendi? Non lo odiavi a morte! - chiese il mio ragazzo, se così potevo ancora definirlo
- Mi prende che ho cambiato idea - dissi mettendomi di fronte a lui con le mani sui fianchi - Mi prende che sto constatando che lui è decisamente meglio di te -
Il volto di Jason si fece paonazzo all'improvviso e notai un lampo di rabbia nei suoi occhi che non avevo mai visto
- Quello drogato magari sei tu - dissi acida
Ormai ero partita in quarta.
Forse non lo pensavo davvero, ma mi dava fastidio che parlasse così di Fabio.
Visto che proprio lui, ultimamente, si comportava come un pezzo di merda!
Non poteva di certo giudicarlo
- Dai Amelia smettila, stiamo dando spettacolo - mi disse Alisa prendendomi per un braccio
- Si infatti. Non è il caso - intervenne Jennifer - Anche tu, Jason, piantala -
- No che non la pianto! - esclamò Jason - Non hai il diritto di parlarmi in quel modo, piccola puttanella -
Sgranai gli occhi.
Come mi aveva chiamato?
- Ma va all'inferno, bastardo! - esclamai dandogli le spalle e incamminandomi verso il cancello
- Si scappa pure! - gridò Jason - Tanto da una mela marcia non può nascere una buona! Tua madre è una zoccola e tu non sei da meno. Tale madre tale figlia -
Continuai ad ignorarlo, se credeva che le sue parole potessero ferirmi si sbagliava di grosso!
Non me ne poteva infischiare di meno di quello che usciva dalla sua bocca.
- Si dice chi tace acconsente - gridò
A quel punto una figura incrociò il mio cammino.
Allungai una mano per fermarlo, afferrandolo per la manica della giacca
- Lascialo perdere, non ne vale la pena - dissi trattenendo Fabio
Lui mi guardò stupito
- Non vorrai mica fargliela passare liscia! - esclamò il mio fratellastro stringendo i pugni
Scossi il capo.
Chi aveva detto che avrei fatto finta di nulla!
- Toglimi una curiosità Jason - dissi voltandomi verso di lui ma continuando a trattenere Fabio - Per dire queste cose su mia madre devi averle provate sulla tua pelle. Io so benissimo da sola che persona è quella donna, ma se lo sai anche tu significa che hai sperimentato.
Ci sei andato al letto insieme? Perché se è così tu sei l'ultimo a dover giudicare le persone. Non ti fai schifo ad essere stato con una donna che poteva esserti madre? La madre della tua ragazza, tra l'altro! Con quale coraggio guardi in faccia la TUA di madre dopo essere andato al letto con una della sua età? - chiesi - Non sei migliore di lei, fai schifo e sei un rifiuto di questo mondo. Quindi prima di giudicare gli altri pensa a quello che hai fatto tu -
Si erano tutti ammutoliti.
Jennifer e Alisa si erano allontanate da Jason e il resto delle persone guardava stupita me e disgustata lui.
Il mio "ragazzo" era paralizzato.
- Com'è che hai detto prima? Chi tace acconsente, giusto? - chiesi beffarda - Ti faccio i miei complimenti -
Poi feci un inchino davanti a tutti
- Lo spettacolo è finito, grazie per l'attenzione - esclamai sorridendo - Jason, un ultima cosa, io e te abbiamo chiuso per sempre -
Mi voltai e me ne andai verso la macchina.
Fabio mi seguì e mi aprì la portiera, poi si sedette al suo posto mettendo in moto
- Certo che hai fegato sorellina - disse guardandomi con la coda dell'occhio mentre partiva - Io non avrei saputo fare di meglio -
- Già - borbottai
Era da un po' di tempo che avevo dei sospetti su Jason ma mi ero sempre trattenuta dall'approfondire la questione.
Quel giorno mi aveva fatto perdere le staffe ed avevo tirato tutto fuori, sperando, magari, di sbagliare
Ero stata una sciocca!
Ecco qual'era il motivo per cui mia madre adorava così tanto Jason, se lo portava al letto a mia insaputa!
Fabio fermò di colpo la macchina e mi accarezzò il viso
- Ehi, ehi! - sussurrò
Non mi ero resa conto di star piangendo.
- Sono stata una sciocca... - mormorai
- No, hai solo dato fiducia alle persone sbagliate. Tra cui, senza offesa, tua madre - mi disse
- Lo so - dissi con voce rotta - Sono un'idiota -
- No ti sbagli. Non sei tu l'idiota in tutta questa storia e...sempre senza offesa, tua madre è proprio una zoccola! - disse - Se mia madre la incontra penso che gli caverebbe occhi e capelli! -
Scoppiai a ridere immaginandomi la scena e Julia trasformata in una furia assetata di sangue.
Alzai gli occhi su Fabio e mi accorsi che stava sorridendo
- Ecco così mi piaci - sussurrò facendomi una carezza sul viso e lasciandomi un bacio sulla fronte
Non resistetti oltre, slacciai la cintura e mi buttai tra le sue braccia.
Dopo un attimo di esitazione Fabio ricambiò l'abbraccio
- Ci penso io a te, Amelia - mi disse.
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