Capitolo 22
Casa.
Ero tornata a casa.
Mi avevano dimessa dall'ospedale con la raccomandazione che non mi sarei affaticata per i prossimi giorni e con la promessa che avrei parlato al più presto con uno psicologo.
- Ora ti metti al letto e ti porto qualcosa da mangiare - mi disse Julia poggiando la mia borsa di fronte al divano
- Ti aiuto - dissi
- Fila al letto - disse mio padre spingendomi verso le scale
Sbuffai ma obbedii
Riuscivo a camminare senza cadere rispetto a due giorni prima, ma non ero ancora abbastanza forte per stare in piedi per un lungo periodo di tempo.
E forse era meglio andare al letto, visto che aveva iniziato a girarmi la testa.
Feci le scale a fatica e mi buttai sul letto; non mi ero resa conto di quanto mi avesse fatto male perdere tutto quel sangue.
E ancora non riuscivo a recuperare le giuste forze.
Senza rendermene conto mi addormentai in poco tempo.
***
Mi svegliai perché sentii una mano spostarmi i capelli dal viso.
Aprii gli occhi e incrociai quelli verdi di Fabio.
- Buongiorno - mi disse con un sorriso
- Sei tornato - borbottai
Non era potuto venire a prendermi all'ospedale perché quella mattina aveva avuto una lezione a cui non poteva mancare.
- Mamma ha detto che era venuta a portarti da mangiare ma ti ha trovato addormentata - mi disse
- Ho fame - ammisi stroppicciandomi gli occhi
- Vado e torno - disse alzandosi dal mio letto e uscendo dalla stanza
Mi misi seduta e sospirai.
Presi il telefono dal comodino e diedi un'occhiata ai messaggi: Jennifer mi aveva chiamata; sicuramente Alisa le aveva detto che ero finita in ospedale.
Sul gruppo della classe parlavano delle solite cose: compiti e cose da studiare, notai che era prevista una verifica a breve. Trovai anche un messaggio di Jason
"Al mi ha detto che sei stata in ospedale e che ti hanno dimessa oggi, vengo a trovarti tra poco"
Oh no!
Se Jason si fosse presentato a casa, Fabio l'avrebbe ammazzato!
Feci per rispondere a Jason di non venire ora, ma in quel momento il mio fratellastro entrò in camera mia con un vassoio e nello stesso istante suonò il campanello
- E adesso chi sarà? - chiese lui
- Julia e mio padre? - chiesi per distrarlo
Fabio mi mise i cuscini dietro la schiena e mi poggiò il vassoio sulle gambe
- Mamma è giù - mi rispose - Vado a vedere chi è, comunque -
- No! - esclamai afferrandolo per la manica della felpa
Lui mi guardò confuso
- Mi aiuti? - chiesi indicando il vassoio
Lui inarcò un sopracciglio
- Fai fatica a camminare non a mangiare - mi rispose
Feci un sorriso forzato
- Sai chi c'è alla porta vero? - chiese
Mi morsi il labbro e annuii
- Ho letto il messaggio adesso - ammisi
Lui sbuffò e Julia entrò
- Amelia ci sono visite - mi disse lei con un sorriso e lanciando un'occhiataccia a suo figlio
Gli stava chiaramente dicendo di non fare atti da pazzo
- Entra pure, caro - disse Julia spostandosi e lasciando entrare Jason
Fabio sgranò gli occhi e potei sentire la sua mascella scrocchiare per il nervoso. Al contrario Jason sbiancò quando si accorse chi c'era al mio fianco.
- Io vado di sotto. Amelia mangia tutto e, ragazzi, fate i bravi - si raccomandò Julia prima di sparire
- Che ci fa lui qui? - chiese il mio ex ragazzo guardandomi
- Vedo che i cazzotti del nostro ultimo incontro non ti sono bastati - disse Fabio sedendosi sul mio letto e sulla difensiva
- Emh... -
- Che ti importa a te? - chiese il mio fratellastro interrompendomi
- Amelia è mia amica e anche la mia ex ragazza, la domanda è che importa a te - disse Jason
Alzai gli occhi al cielo e presi a mangiare, ignorandoli.
Avevo capito che avevano deciso di farsi la guerra a vicenda e che non mi avrebbero considerata minimamente anche se mi fossi messa a parlare a squarciagola.
- E se fossi il suo attuale ragazzo? - chiese Fabio
Jason sbiancò di nuovo e mi guardò scioccato, aspettando una mia risposta.
Io dal mio punto di vista sputai l'acqua che stavo bevendo e presi a tossire.
Fabio mi afferrò per le spalle e mi colpì la schiena per aiutarmi a respirare.
Ecco, lo sapevo, stavo per morire!
Se bastava Fabio ad ammazzarmi con le sue parole avrei chiesto a lui, invece di tagliarmi una vena!
Un colpo più forte mi ridiede la facoltà di respirare
- Stai bene? - mi chiese il mio fratellastro
- Tu...che ne dici? - chiesi con voce gracchiante
Lui fece un sorriso beffardo e soddisfatto.
Fui tentata di dargli una testata.
Lo aveva fatto apposta!
Voleva massacrare Jason, era quella la sua intenzione!
E ci stava riuscendo alla grande
- È il mio fratellastro - risposi guardando il mio ex ed evitando l'occhiata assassina che mi lanciò Fabio - I nostri genitori si sposeranno a breve -
- Aspetta...quindi le felpe che porti di solito sono le sue! - esclamò Jason
Scrollai le spalle.
Non sarebbe servito a nulla negare, anche perché avrei solo fatto godere quell'idiota che era al mio fianco
- Le tue...di maglie, le ha mai indossate? - chiese Fabio alzandosi in piedi - Visto che eri il suo ragazzo -
A guardarli uno di fronte all'altro, mi resi conto che si, Jason era più robusto, ma Fabio lo superava di diverse spanne in altezza e qualcosa mi diceva che il mio ex era intimorito dall'ex capitano della squadra di basket
- Non sono qui per te, Henderson - disse Jason deglutendo e cercando di recuperare il suo autocontrollo - Sono venuto perché ho saputo che Amelia stava poco bene -
- Come se ti importasse! - esclamò Fabio incrociando le braccia al petto e mantenendo la rabbia a stento
- Mi importa! -
- Certo - lo scherní Fabio divertito
- Fabio...smettila - dissi alzandomi dal letto e mettendomi tra i due.
Poggiai una mano sul petto del mio fratellastro e mi accorsi che il cuore gli batteva a mille.
Non c'era nulla da dire: era bravo a nascondere le proprie emozioni; la rabbia, per la presenza di Jason, gli stava come minimo bruciando le vene
- Calmati, va tutto bene - dissi - Jason è solo venuto a vedere come stavo, non c'è un altro motivo -
- La sua presenza mi urta il sistema nervoso - ammise Fabio
- Puoi sempre uscire dalla stanza - gli suggerì Jason, acido
- Jason non sei d'aiuto - lo avvertii
- Nessuno lo costringe a stare... -
Non finì mai la frase: Fabio si scagliò contro di lui e con un gancio destro alla mandibola lo mandò al tappeto
Guardai Jason a terra, privo di sensi
- Jay ha ragione - dissi con un sospiro
- Su cosa? - mi chiese Fabio
- Sei geloso - dissi
Lui si voltò a guardarmi di scatto
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