Capitolo 2

Quella mattina mi ero alzata di mala voglia e quindi non avevo intenzione di fare nulla.

La sera prima mi ero trattenuta dal mandare al diavolo il mio caro fratellino per miracolo.
Per sua fortuna volevo bene a mio padre e sua madre mi stava simpatica, altrimenti lo avrei ammazzato volentieri.

Fabio aveva una bella faccia tosta a dire "dove ti ho già vista". Abbiamo passato quattro anni nella stessa scuola e non mi aveva mai nemmeno lanciato un'occhiata, troppo impegnato a fare il gran figone.
Grazie a Dio aveva finito quell'anno, altrimenti sarebbe stato un bel problema averlo tra i piedi anche a scuola.

Non lo sopportavo, lo odiavo e non sapevo se potevo davvero acccettare il fatto che sarebbe diventato mio fratello a breve.
Per me poteva anche evaporare e sparire dalla faccia della terra.

Sentii bussare alla porta e infilai la testa sotto alle coperte, non avevo intenzione di alzarmi. Sapevo di dover aiutare con il trasloco ma non avevo proprio voglia di vedere o parlare con Fabio.

- Amelia, ha detto tuo padre che devi scendere - disse proprio l'ultima persona che volevo sentire

Non risposi.
Non ne avevo la minima intenzione, soprattutto se era lui a dirmelo. Non volevo avere a che fare con lui o almeno averne a che fare il meno possibile.

Pensavo che non sentendo la mia risposta se ne sarebbe andato, quanto mi sbagliavo.
Avevo dimenticato che era anche un grandissimo arrogante.
Sentii la porta aprirsi e mi rannicchiai ancora di più. Non gliel'avrei mai data vinta.

Fu un attimo, sentii la coperta tirare e subito dopo mi ritrovai scoperta. Scattai a sedere e strillai, fulminando Fabio con lo sguardo.

- Sapevo che stavi facendo finta - mi disse beffardo gettando la coperta per terra

- A te che cosa importa scusa! - esclamai infastidita portandomi le ginocchia al petto e sbuffando

- Mi importa perché tuo padre mi ha detto di portarti giù a tutti i costi - mi avvisò - Quindi, vedi di muovere il tuo grazioso sederino e scendere -

- Non mi faccio dare ordini da te - borbottai

Lui mi fissò malevolo.
Che facesse quello che voleva, non avrei mai ceduto.

- Fai seriamente? - chiese sollevando un sopracciglio

- A te cosa sembra? -

Fabio si voltò e fece per uscire dalla stanza.
Mi rilassai e me ne pentii subito dopo perché il mio futuro fratellastro tornò indietro, mi afferrò per le gambe e, subito dopo, mi ritrovai buttata sulla sua spalla stile sacco di patate.

- Mettimi giù maniaco! - urlai cominciando a scalciare e a prendere a pugni la sua schiena

Fabio mi immobilizzò le gambe e scese al piano di sotto mentre il sangue mi fluiva al cervello.

- Te le sei cercata - mi disse lui - Se con le buone non collabori mi tocca fare così -

- Tu...tu non ne hai il diritto! - esclamai colpendo di nuovo la sua schiena

- Hai finito? -

Arrivammo in cucina e mi mise giù, costringendomi su una sedia

- Mangia - disse - E sbrigati -

Vaffanculo Henderson!

                               ***

Lanciai un'occhiata allo specchio, scossi il capo e, alla fine, decisi di farmi una coda.

Con l'aiuto di tutti eravamo riusciti a finire il trasloco di Julia e da quella sera avremmo vissuto tutti insieme allegramente, per la mia felicità.
Grazie a questo, quella sera, sarei riuscita ad uscire con Jason.

Una volta pronta scesi al piano di sotto, dove trovai mio padre e Julia in cucina

- Lia dove vai? - chiese mio padre

- Emh...esco? -

Ecco stava per arrivare il terzo grado.
Di solito non mi faceva storie quando uscivo, però gli dicevo sempre dove andavo e con chi.
In effetti non gli avevo chiesto il permesso quel giorno, non ne avevo avuto il tempo.

- Allora? - chiese papà

- Con Jason...dovevamo uscire già ieri, in realtà -

- Ancora Jason... - borbottò mio padre

Io e Jason stavamo insieme da tre anni e a mio padre continuava a non andare a genio il mio ragazzo

- Lasciala andare, tesoro - intervenne Julia - Amelia è una brava ragazza ed è responsabile, non devi preoccuparti -

- Non è mia figlia che mi preoccupa - rispose papà - Però va bene, vai pure. Alle undici ti voglio a casa però -

- Ma... -

- Niente ma Amelia -

Alzai gli occhi al cielo ma annuii.
O così o non mi avrebbe fatta uscire!

- Va bene, ci vediamo alle undici, allora - dissi dandogli un bacio sulla guancia

Fui tentata di darlo anche a Julia ma non sapevo se a lei avrebbe dato fastidio.
Fu la compagna di mio padre a togliermi il dubbio, si avvicinò e me lo diede lei.
Arrossii, di certo non mi aspettavo quel gesto.

- Non tentennare con me, mi fa piacere Amelia - mi disse facendomi una carezza

Annuii e uscii dalla cucina.

Jason mi aveva appena fatto uno squillo, segno che era davanti casa.

- Esci con Jason Stantan? - mi chiese una voce facendomi sobbalzare

Fabio era seduto sul divano, con la luce spenta e non l'avevo visto.
Era in tuta, chiaro segno che non sarebbe uscito quella sera e stava mangiando una mela

- Si la cosa ti crea problemi? -

- Se ti dicessi di si, tu smetteresti di uscirci? -

- No! - esclamai

Ma che cosa gli saltava in mente?

- E comunque non ti riguarda - dissi avviandomi alla porta

- Non è un tipo molto raccomandabile lo sai questo? - mi chiese Fabio alzandosi dal divano

Ma come si permetteva?
E poi come faceva a conoscere il mio ragazzo?
Poi feci mente locale: Jason giocava a football! Anche lui era parte degli snob, però non passava molto tempo con loro quindi non ci avevo mai fatto realmente caso.
Sapevo che ogni tanto andava a qualche festa ma non mi aveva mai detto niente e io, comunque non c'ero mai andata e mai ci sarei andata.

- Allora...Lia? - chiese facendo un sorriso di scherno

- Tu non lo conosci e poi io e Jason stiamo insieme da tre anni ormai - dissi fiera

Fabio a quel punto sgranò gli occhi sorpreso.
Si passò una mano tra i capelli e scosse il capo

- Non posso crederci... - lo sentii sussurrare

Lo guardai curiosa e feci per chiedergli che cosa c'era di così strano quando suonò il campanello.
Andai alla porta e Jason mi sorrise

- Non hai sentito il telefono amore? - mi chiese chinandosi per darmi un bacio sulle labbra

- Si ma stavo parlando con papà - risposi - Va in macchina, ti raggiungo subito -

- Ok -

Mi voltai verso il mio fratellastro e gli lanciai un'occhiataccia

- Fatti gli affaracci tuoi, Fabio -

- Perché non lo fai entrare? Mi piacerebbe scambiare due chiacchiere con il tuo ragazzo - disse facendo una smorfia

- Scordatelo -

Poi afferrai la maniglia e feci per uscire

- Amelia - mi chiamò - A me il bacio sulla guancia non lo dai? -

- Va al diavolo, Henderson -

Spalancai la porta e uscii

- Amelia...sta attenta - lo sentii sussurrare

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