Capitolo 16

- Innamorato di te -

Sputai l'acqua che stavo bevendo e bagnai la ragazza che era seduta davanti a me e di cui non ricordavo il nome

- Amelia! - esclamò Jennifer scandalizzata dal mio gesto improvviso

Eravamo alla mensa della scuola e io, come al solito, mi ero persa nei miei pensieri, o almeno finché non se ne erano uscite con quella frase.

Guardai la povera malcapitata e mi morsi il labbro per l'imbarazzo

- Scusa, mi stava andando di traverso - borbottai

Lei mi guardò disgustata e si alzò, uscendo dalla mensa infuriata

Jennifer mi lanciò un'occhiataccia e Alisa si trattenne dal ridere

- Non guardarmi così, non l'ho fatto apposta! - esclamai guardando la mia amica

In fin dei conti, la ragazza a cui avevo sputato addosso era amica di Jennifer ed era stata proprio stata lei ad invitarla al nostro tavolo quel giorno.

Non era stata colpa mia. Non stavo ascoltando il loro discorso e quella frase aveva mandato in tilt il mio cervello.
Il punto era che avevo ancora in mente quello che aveva detto Alisa qualche giorno prima su me e il mio fratellastro, potevo ancora ritenermi sotto shock!

- Se solo ti degnassi di partecipare alle nostre conversazioni non faresti figure di merda con le mie amiche - disse Jennifer stizzita incrociando le braccia sotto al seno.

Scrollai le spalle: non che me ne importasse qualcosa delle amiche di Jennifer

- Potresti, che so, almeno fare finta che qualcuna di loro ti stia simpatica -

- Jennifer, non ti obbligo a non frequentare altre persone oltre noi due, ma non sono costretta a frequentarle anche io - dissi

- Io non ti obbligo, ma potevi almeno essere gentile -

- Non l'ho fatto apposta! - esclamai esasperata - Poi pensala come ti pare -

Mi alzai. Tanto mi era passata la fame e mi diressi fuori dalla mensa a passi pesanti.

Ultimamente Jennifer era stressante e voleva farmi frequentare la gente che frequentava lei. E veramente, non avevo voglia di uscire con le sue amiche che avevano la puzza sotto il naso.
Per non parlare del fatto che ultimamente Lei era irritante come poche volte lo era stata.
Mi stava nascondendo qualcosa e mi guardava spesso con astio

- Ciao...Amelia -

Quando sentii quella voce alzai gli occhi al cielo

- Ci manchi solo tu Jason! - esclamai esasperata

- Con chi hai litigato? - mi chiese avvicinandosi e ignorando la mia occhiataccia che diceva "evapora"

- Che ti importa? - chiesi

Lui scrollò le spalle e si poggiò al muro al mio fianco

- Volevo solo...fare pace - rispose con un sospiro

- Pace? Sul serio? - chiesi sgranando gli occhi e sentendo una rabbia sorda nel ventre

Come si permetteva di chiedere il mio perdono dopo che mi aveva tradito con mia madre!
I cazzotti che gli aveva dato Fabio non gli erano bastato per dissuaderlo dall'avvicinarsi o solo pensare a me?

- Aspetta Amelia, hai frainteso ok? - cominciò - Quel giorno ero arrabbiato e ti ho lasciato credere cose che non erano vere e ho anche detto delle cose che non pensavo affatto. Non ti ho mai tradito con tua madre. Non nego che lei ci ha provato con me, ma non l'ho mai assecondata, non ti avrei mai fatto una cosa del genere -

- Perché eri arrabbiato...- mormorai - Non si dicono quelle cose perché una persona è arrabbiata -

Scossi il capo.
Farmi credere che mi aveva tradito con la donna che mi aveva partorito era peggio di averlo fatto sul serio

- Allora perché hai lasciato che lo credessi per tutto questo tempo? - chiesi cercando di mantenere la calma.
Volevo sapere che cosa l'aveva spinto a comportarsi in quel modo

- Non sapevo come chiudere - disse - Ho fatto delle cavolate ok? Ti ho tradita, alcune volte. Mi vedevo con qualche ragazza anche se poi non ho mai fatto niente con nessuna di loro. Uscivamo e basta. Però so che può essere considerato come tradimento -

Annuii

Non provavo nulla.
Non mi fregava niente delle sue spiegazioni e nemmeno del perché l'aveva fatto.
Avevo smesso di amare Jason già da prima di quel giorno.

Forse diceva il vero, forse no. Ma dalla reazione che avevano avuto tutti, a scuola, il mio ex ragazzo sembrava proprio un poco di buono.
E no, non mi pentivo di quello che avevo fatto o detto.

- Allora...puoi perdonarmi? - mi chiese

Mi voltai a guardarlo.
Aveva l'aria da cane bastonato, ma non mi faceva pena.
Ma proprio per niente.
Però...conoscendo Jason mi avrebbe tolto la pelle finché non gli avessi concesso il mio perdono.

- Ok va bene, sei perdonato! - esclamai alzando le braccia al cielo - Però sia chiaro...le cose tra noi non tornaranno mai come prima. E se provi a darmi fastidio e a non rispettare i miei spazi, ti lanciò contro i miei cani da guardia -

- I... cosa? Hai dei cani da guardia? Da quando? - chiese leggermente preoccupato

- Questi non sono affari tuoi - dissi con un sorriso soddisfatto

Buttai un occhiata all'orologio e notai che era quasi ora della mia prossima lezione

- Devo andare - dissi e mi dileguai senza voltarmi indietro

***

[Fabio]

Avevo la testa sotto le coperte e un emicrania tremenda.
La febbre si rifiutava di scendere, era migliorato solo il raffreddore.

In quel momento sentii una presenza in camera mia. Pensai che fosse mia madre che veniva ad accertarsi che non fossi morto nel mio letto, ma dovetti ricredermi poco dopo: perché questa presenza si sedette sul bordo del mio letto e non fece nulla per circa un minuto.
La sentii sospirare e poi sentii il letto abbassarsi sotto il suo peso.
Non disse o fece nulla, restò lì e basta.

Resistetti all'incirca cinque minuti. Poi scostai le coperte e mi voltai dalla sua parte.
Incrociai i suoi grandi occhioni azzurri e lei mi fece un sorriso tirato

- Scusa...ti ho svegliato - disse

- Ero già sveglio - risposi - Dai mettiti sotto -

La vidi arrossire ma obbedì e si mise sotto le coperte

- Che succede? - chiesi scostandole un ciuffo di capelli dal viso

- Nulla -

- Non è vero, altrimenti non saresti qui -

Scrollò le spalle

Avevo imparato a conoscerla con il tempo e le avevo permesso di avvicinarsi a me a tal punto da farla venire quando aveva qualche problema.

Se voleva solo parlare o darmi fastidio mi avrebbe buttato giù dal letto. In questo caso, aveva bisogno del mio aiuto e lo capivo guardandola negli occhi

- Jennifer è strana, oggi abbiamo discusso - cominciò - E Jason è venuto a chiedermi scusa. La verità? Sono confusa, non capisco più chi dice la verità e chi mi prende in giro -

- E di me che pensi - chiesi beffardo

- Non mi faresti del male neanche volendo - disse

Mi sentii scaldare il petto a quelle parole.
Era normale che non gliel'avrei fatto. Mi ero affezionato ad Amelia, ormai. Non gli avrei mai fatto del male, aveva regione.
Era una ragazza fragile dentro e sapeva nasconderlo bene agli altri, ma con me non ci riusciva o forse non aveva mai provato a farlo realmente.

Ma un conto era esserne convinto, un altro era sentirselo dire proprio da lei.

- Perché Julia ti ucciderebbe - borbottò poi facendomi un sorriso furbo

La fulminai

- Sai che sei completamente nelle mie mani ora? - chiesi - Che non hai via d'uscita? -

Lei scosse il capo sorridendo e provò a svignarsela, ma l'afferrai per i fianchi e la riportai vicino a me

- No Fabio lasciami! - urlò

- Scordatelo - ribattei e cominciai a farle il solletico

Amelia si dimenò, urlò e cercò di scappare, ma senza successo.
In poco tempo la intrappolai sotto il mio corpo e in quel momento smise di ridere per guardarmi negli occhi: aveva il fiatone e le guance rosse.

Sentii il mio cuore battere all'impazzata e, accidentalmente, i miei occhi cadderò sulle sue labbra rosse

- F...Fabio... - sussurrò lei

Mi piegai sul suo volto e le lasciai un bacio all'angolo della bocca


Angolo me:
Eccoci qui!
Oggi ho deciso di lasciarvi con la suspense per questa volta...

Cosa pensate che succederà?

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