Capitolo 11

Non ero in me...

Ero andata a vedere il vestito con Julia ma la mia testa era tutta da un'altra parte.

Quello che mi aveva detto mio padre mi aveva turbato non poco.

Come avevo già detto mia madre non era mai stata una madre, quello che non ho detto è quello che ha fatto e il motivo per cui ha perso tutta la mia fiducia.

Non ne parlerò perché la cosa mi mette ancora i brividi, mi fa schifo e mi fa crescere l'odio che provo nei suoi confronti e gli incubi nella mia mente.

Posso solo dire che per parare se stessa e non perdere la sua fonte di guadagno, cioè mio padre (lui era l'unico che portava i soldi a casa), ha minacciato la sua unica figlia.
Avevo scoperto le sue tresche e volevo dirlo a papà. Lei ha detto che se lo avessi fatto mi avrebbe fatto pagare le conseguenze e che per farlo avrebbe chiesto aiuto ad uno dei suoi amanti.
E non ci voleva un genio per capire le sue intenzioni...
...avevo solo quindici anni e avevo paura...

Lei ha sempre fatto finta che quella cosa non fosse mai accaduta e io non ho mai avuto il coraggio di dirlo a papà.

Ora, dopo il divorzio e dopo anni che non l'avevo più vista, voleva presentarsi alla porta di casa a fare chissà che cosa.

Quella donna mi aveva rovinato la vita e, a quanto pare, aveva intenzione di continuare a farlo.

- Amelia...tesoro - mi chiamò Julia facendomi una carezza sul viso

Scossi il capo per scacciare i brutti ricordi

- Scusa ero da un'altra parte - dissi facendo un sorriso forzato

- Me ne sono accorta - disse - Vuoi parlarne? -

Stavamo aspettando che la commessa del negozio ci facesse entrare nel camerino per la prova del vestito

Scossi il capo. Non me la sentivo e non mi andava di rovinare la giornata a Julia

- Ok - sospirò - Senti, volevo chiederti una cosa -

- Che cosa? - chiesi cercando di concentrarmi su quello che stavo facendo lì

- Ti andrebbe di farmi da damigella d'onore? - chiese

- È? - chiesi scioccata - Davvero vuoi? -

- Certo che si! Altrimenti non te lo starei chiedendo non trovi? -

Mi strinsi nelle spalle

- Certo, mi farebbe piacere -

Sapevo che Julia faceva tutto questo per distrarmi e farmi sentire a mio agio e per questo gli ero immensamente grata.

- Allora dobbiamo vedere un vestito degno della damigella della sposa e anche della figlia, se vogliamo specificare - esclamò alzandosi in piedi e facendomi l'occhiolino

Era incredibile come mi considerasse già sua figlia!
E anche il suo entusiasmo era a dir poco incredibile

Chissà se dipendeva dal matrimonio o se era sempre stata così

In quel momento arrivò la commessa che ci sorrise

- Signora Henderson il suo vestito è pronto per essere misurato - ci informò

- Perfetto! - esclamò lei - Ah ho bisogno di un vestito anche per lei, mi farà da damigella -

- A tema con il suo vestito? - chiese la donna

- Si - rispose Julia - Il mio abito ha dei ricambi rosa antico, preferirei un vestito di quel colore per Amelia -

- Ne abbiamo diversi di quel colore, volete vederlo subito? -

La mia matrigna mi guardò per avere il mio consenso

- Si vediamoli subito - risposi alzandomi in piedi con un sorriso

Dovevo ammettere che la felicità e l'entusiasmo di Julia mi contagiavano

Vederla parlare con la commessa della boutique per mettersi d'accordo per il mio vestito mi aveva scaldato il cuore.
Mio padre aveva scelto una donna fantastica!

Mi prese per mano, più per rassicurarmi che per altro, e seguimmo la commessa sul retro.

Ci fece vedere diversi vestiti. Erano tutti belli ma io volevo che fosse Julia a scegliere, il matrimonio era il suo e io ero la sua damigella

- Scegli tu - dissi dopo l'ennesima occhiata interrogativa - È il tuo matrimonio Julia! -

- Si ma deve piacere anche a te - insitè

- A me piacciono tutti, a te la scelta - dissi

Lei sospirò. Era difficile farla cedere, accidenti!
Si mise a guardare i tre vestiti che avevamo visto scrupolosa.
Ripassò tre volte intorno a tutti e tre e alla fine sospirò

- Questo mi prende di più. Tu che ne dici Lia? - mi chiese

Il vestito era lungo fino ai piedi, la gonna era morbida e si stringeva sui fianchi, era attaccata ad un corpetto aderente tempestato di brillantini ed era senza maniche e senza spalline.
Era semplice e mi piaceva un sacco!
L'avevo puntato anche prima in realtà, ma non avevo detto niente perché volevo che lo decidesse Julia.

- È perfetto! - esclamai trattenendomi dal saltellare per l'entusiasmo

Lei sorrise e mi guardò soddisfatta.
Forse e dico forse, aveva capito che quello mi piaceva più degli altri due.

- Bene. Vuole provarlo signorina o proviamo prima l'abito da sposa? - chiese la commessa

Io lanciai un'occhiata a Julia.
Come al solito volevo che fosse lei a decidere.
Alzò gli occhi al cielo e trattenni un sorriso davanti alla sua espressione esasperata

- Proviamo prima il...Fabio? - disse sgranando gli occhi e guardando alle mie spalle

Sussultai e mi voltai

Fabio era dietro di me, le braccia incrociate al petto e l'espressione di marmo, gli occhi lampeggiavano di rabbia.

- Che ci fai qui? - chiese sua madre

Lui non rispose e mi guardò da capo a piedi

- Aspetto fuori - disse sospirando e lasciando la stanza

- Ma che... - cominciai a dire ma Julia mi fermò mettendomi una mano sulla spalla

- È inutile provare a capirlo - disse - Proviamo i vestiti e poi vediamo che cosa è successo -

Esitai un attimo ma alla fine annuii

                              ***

Avevamo finito con la prova: il vestito di Julia era perfetto e le stava d'incanto, il mio aveva bisogno di qualche ritocco perché mi stava troppo stretto sui fianchi e sul petto.

La commessa ci disse che tra una settimana saremmo potute andare a prendere entrambi gli abiti; l'unica cosa che mancava, inoltre, era un coprispalle per me, ma lo avrei preso in seguito e da un'altra parte dove potevamo pagarlo di meno

Uscimmo dalla boutique e trovammo Fabio poggiato al muro con una sigaretta tra le labbra

- Ancora? - chiese Julia mettendosi le mani sui fianchi

Lui la guardò, soffiò il fumo dalle labbra e buttò la sigaretta a terra, schiacciandola per spegnerla

- Avevi detto che avevi smesso - lo rimproverò la madre

- Infatti, fumo solo quando sono nervoso - rispose lui staccandosi dal muro e avvicinandosi a noi

- Riformulo la domanda di prima, che ci fai qui? - chiese Julia

- Sono venuto a dirti che sto un po' di giorni da Jay. La prossima lezione ce l'ho la settimana prossima - spiegò

- Oh ok. E non potevi dirmelo per telefono? -

- No a meno che Amelia ha la capacità di raggiungermi tramite telefono -

- Che? Che c'entro io? - chiesi confusa

- Tu vieni con me - disse lui ovvio

- Io ho lezione! - gli ricordai

- Sei una secchiona e hai i voti più alti di tutta la scuola, un paio di giorni di assenza non sono niente - mi fece notare

- Però Amelia non è andata a scuola per una settimana ed è tornata solo oggi - gli ricordó Julia dandomi man forte

Fabio sbuffò e si passò una mano tra i capelli ricci, spazientito

- Recupererà - disse - Chiedi a Paul perché mi porto Amelia -

Io sussultai e Julia trattenne il fiato

- Fabio... - sussurrò lei

- Hai parlato con mio padre? - chiesi io guardandolo negli occhi

Potevo solo immaginare che cosa gli aveva detto

- Si e ti ho preso una borsa con i panni per due giorni e i libri di scuola - mi avvisò - Non hai scuse per rifiutare -

- Ma... -

- Ho detto che non hai scuse - disse mettendomi un dito sulle labbra per farmi tacere

Sbuffai.
Era inutile continuare a discutere, tanto sapevo che avrebbe vinto lui in qualsiasi caso

Non mi diede il tempo di ribattere che mi afferrò per un braccio e mi trascinò alla sua macchina.
Mi voltai verso Julia che ci guardava con una strana espressione in viso.

Fabio aprì lo sportello e, con poca delicatezza, mi spinse in macchina.
Mi allacciò la cintura di sicurezza e lo fulminai

- Non sono una bambina - gli feci notare

- No! Ma sei capricciosa ed è mille volte peggio - rispose chiudendo lo sportello

Incrociai le braccia sotto al seno e lo guardai male mentre saliva anche lui e metteva in moto

- Smettila di guardarmi così e fammi un sorriso - disse toccandomi una guancia con il dito

- Sai che questo è sequestro di persona? - gli chiesi

- Denunciami - mi rispose con un ghigno stampato in volto

Girai il volto dall'altra parte e lo ignorai.












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