Capitolo 10
- È vero che il capo delle cherleeder si è avvicinata al tuo armadietto e ti ha parlato? - chiese Alisa venendomi incontro, saltellando come un canguro per l'entusiasmo
Erano passate solo quattro ore da quando Miranda era venuta a parlarmi e già si sapeva in tutta la scuola?
Be', avevo sempre saputo che le voci, in quella scuola, correvano di bocca in bocca ad una velocità senza eguali.
Ma non pensavo che un paio di parole tra me e il capo delle cherleeder era uno scoop così grande!
- Si. Posso sapere che cosa c'è di così strano in questo? -
- È che tu odi tutti quelli che fanno parte della gerarchia sociale e lei è una delle prime nella classica - disse Alisa continuando a saltellare
Si era vero!
Ma non potevo di certo trattare male una persona che veniva a parlarmi gentilmente solo perché odiavo il gruppo di snob che frequentava!
I miei genitori mi avevano pur sempre dato una buona educazione!
Ed era giusto che la utilizzassi
- Che c'entra! - esclamai - Non posso trattare male una persona per questo motivo -
- Si è vero - borbottò - Comunque che cosa voleva dirti? -
- Farmi i complimenti - risposi vaga
- Per cosa? - chiese finendo, finalmente, di saltellare
Alzai gli occhi al cielo
- Per quello che ho detto a Jason -
Che poi non era granché come cosa. Non era mai stata mia intenzione fare una scenata simile, l'unica cosa che mi interessava era proteggere Fabio.
Non mi era piaciuto il modo in cui Jason aveva parlato di lui, era quello l'unico motivo per cui avevo reagito in quel modo
- Ah -
Non aggiunse altro, grazie a Dio!
- Ma come mai conosci Henderson? - chiese ad un tratto - Cioè...tutti conoscono Fabio Henderson, però...come posso dire, ti è venuto a prendere all'uscita e sei andata via insieme a lui...voglio dire che sembrate in buoni rapporti -
Ecco e ti pareva!
Era sempre quello il punto, il discorso ricadeva sempre lì!
E io non ero ancora pronta a parlarne
- È una lunga storia - dissi - Che materia hai adesso? - chiesi per sviare il discorso
- Chimica, tu? -
- Letteratura -
Avevamo lezione in due classi diverse e ci saremmo riviste solo alla fine della giornata scolastica.
Arrivate alla fine del corridoio ci separammo.
Entrai in classe e mi guardai intorno alla ricerca di un posto libero in cui sedermi.
Trovai un banco vicino ad un ragazzo che avevo già visto; se non sbagliavo faceva parte della squadra di basket.
Avevo detto che quello sport mi piaceva di più del football, no?
Be' una volta o due ero andata a vedere qualche partita, inoltre piaceva anche a mio padre come sport quindi...
- Posso sedermi? - chiesi raggiungendo il banco
- Certo - mi rispose il ragazzo alzando lo sguardo verso di me
Aveva i capelli biondi e gli occhi grigi, portava gli occhiali e aveva un viso infantile e gentile.
Mi sedetti al mio banco e presi il libro e il quaderno di letteratura
- Scusa...ma tu sei Amelia Stuart? - mi chiese ad un tratto
Eccone un altro che sapevo chi ero e che io non avevo idea di chi fosse
- Si! - esclamai esasperata - Si può sapere perché nessuno ha mai saputo chi ero fino alla settimana scorsa e ora, invece, sono sulla bocca di tutti? -
- Be' oltre al fatto che ti sei fatta sentire con la storia di Stantan, dopo ieri sera dai decisamente nell'occhio - mi spiegò
Ieri sera? Cos'era successo?
Io non uscivo di casa dalla sfuriata con Jason, avevo messo il naso fuori dalla porta solo quel giorno stesso, quindi IO non avevo fatto assolutamente nulla per attirare di più l'attenzione di quanto avessi già fatto.
- Che è successo ieri sera? - chiesi
- Perché non lo sai? -
- Non te lo starei chiedendo se lo sapessi, non trovi? -
Lui alzò le mani in aria, in segno di resa
- Be' il nostro ex capitano ha picchiato Stantan, ha il setto nasale lesionato e gli hanno messo tre punti sul sopracciglio sinistro - raccontò - Per farlo smettere gli hanno tirato un pugno in faccia, sembrava parecchio intenzionato ad ammazzarlo di botte -
Sgranai gli occhi
Che cosa?
- No scusa...ma chi è il tuo ex capitano? - chiesi
Avevo dei sospetti, parecchi. Credevo di sapere chi era stato ma ne volevo la certezza prima di arrivare a conclusioni affrettate.
- Fabio Henderson! Che domande! - esclamò
Non ci potevo credere che avesse fatto una cosa del genere.
Mi ricordai il modo in cui era conciato la notte scorsa e al fatto che non avesse voluto dirmi come aveva fatto a ridursi in quel modo.
Aveva davvero picchiato il mio ex ragazzo per me?
- Hey, stai bene? - mi chiese il mio compagno di banco
- No per niente! - esclamai
***
Entrai in casa come una furia!
Gliene avrei cantate quattro a Fabio.
Non doveva mettersi in mezzo a quella storia per nessuna ragione al mondo!
In cucina trovai Julia e mio padre
- Dov'è? - chiesi buttando la borsa per terra
- Se cerchi Fabio è a lezione - disse papà - Ha iniziato oggi i corsi, non te l'ha detto? -
- No! Ci sono molte cose che Fabio sorvola - dissi acida
- Torna questa sera comunque - disse Julia - È successo qualcosa? -
Scossi il capo, ma dalle loro facce capii che la mia espressione non doveva essere delle migliori
- Nulla, le solite cose - risposi sedendomi al tavolo con loro e bevendo un bicchiere d'acqua
Papà si portò le mani sotto al mento e mi guardò
- Amelia... se c'è qualcosa che non va a scuola...sai che con noi puoi parlare - mi disse
Julia annuì e mise una mano sulla mia come per confortarmi
- E se non vuoi parlarne con tuo padre... - la mia matrigna lasciò la frase in sospeso e mi fece l'occhiolino
Sorrisi
- Comunque, come va con l'organizzazione? - chiesi
Mi ero rilassata.
Tanto non potevo fare molto, Fabio non c'era e io non potevo andare all'università ad urlargli contro
- Bene! - esclamò Julia battendo le mani - Il ristorante è prenotato e anche la chiesa, dobbiamo rivedere la lista degli invitati e...devo andare a rivedere il vestito -
Saltai sulla sedia felice.
- Posso vederlo? - chiesi entusiasta
Non ero mai stata così felice per un matrimonio
- Certo che si! - mi rispose lei - Devo andare giusto stasera, vieni con me? -
- Si, non me lo perderei per nulla al mondo -
***
Mi stavo infilando le scarpe per uscire insieme a Julia quando mio padre entrò nella mia camera
- Che c'è? - chiesi
- Niente, volevo solo dirti che sono felice - disse
- Per il matrimonio? -
- Si ma anche perché tu e Julia andate così d'accordo - ammise
Mi sentii arrossire davanti al suo sguardo dolce.
Era strano, non era la prima volta che mio padre mi guardava così, però...non so, c'era qualcosa di diverso rispetto al solito.
- Be' Julia è una donna in gamba e a me piace molto - ammisi - E tu sei felice come non lo sei da tempo -
- Lia, io voglio che anche tu sia felice - mi disse avvicinandosi e mettendomi le mani sulle spalle
- Papà abbiamo già affrontato questo discorso e mi sembrava di averti detto come la penso - replicai - Non parliamone più, va bene? -
Papà abbassò la testa e sospirò.
Poi mi prese tra le sue braccia e mi strinse a sé
- Ti voglio bene, Lia, e voglio solo che tu stia bene e che sia felice -
Ricambiai l'abbraccio
- Lo so papà e lo sono - risposi poggiando la testa sulla sua spalla - Lo sono davvero -
Era strano. Ormai ne ero sicura, c'era qualcosa che non andava, mio padre mi stava nascondendo qualcosa.
Non era solo preoccupazione per me o un attimo di affetto sproporzionato per la propria figlia.
Lo conoscevo abbastanza bene per dire che c'era puzza di bruciato
Sospirai
- Papà che succede? - chiesi staccandomi dall'abbraccio
- Niente, non posso abbracciare mia figlia? -
- Certo, però...mi accorgo se c'è qualcosa che non va -
Forse ero solo paranoica, ma nella mia vita avevo imparato a guardarmi le spalle e ad agire prima che chiunque potesse ferirmi.
Non ce l'aveva fatta mia madre e non ce l'aveva fatta Jason
E sempre perché ero stata pronta a ricevere la botta che mi avrebbero dato.
Per questo ero sempre in allerta e vedevo il peggio delle cose
- No non c'è... - cominciò a dire ma lo fermai alzando una mano
Incrociai le braccia al petto
- Non mentirmi papà - dissi sospirando
Ecco, era questo quello che mi faceva male più di ogni altra cosa.
Le Bugie con la lettera maiuscola.
Le odiavo e odiavo chi le diceva, per me la fiducia era la prima cosa.
Mio padre sospirò.
Sapeva bene che non doveva mentirmi, sapeva che era quello il mio problema.
Papà era l'unico che sapeva quanto mi facevano male le frottole
Mia madre me le aveva dette per tutta la vita e, ogni tanto anche lui, quando sapeva che la verità mi avrebbe distrutta.
Ma erano state proprio quelle bugie e quelle omissioni a farmi diventare quella che ero. A distruggere tutto quanto
- Non voglio che tu ci pensi, tutto qui - disse
Sbuffai e mi allontanai da lui scuotendo il capo
- Ha chiamato tua madre - cedette
Sentii un brivido lungo la schiena
- Viene qui domani e non so che cosa vuole, Lia - disse - Non posso impedirglielo -
Non volevo, non volevo ne vederla ne sentirla, soprattutto ora che avevo saputo che cosa aveva fatto con il mio ragazzo.
Sentii l'ennesimo brivido sulla schiena e le gambe tremare
Non c'è l'avrei fatta, non ero ancora pronta a vedere la donna che mi aveva messo al mondo.
Angolo me:
Salve a tutti
In questo capitolo cominciamo a capire qualcosa di più su Amelia e su cosa nasconde dentro di sé
Secondo voi come si evolve la storia?
Incontrerà davvero sua madre?
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