CAPITOLO 9 - Gli dirò che non posso

Il giorno dopo, Oh-aew ha scuola fino a metà pomeriggio, mentre Tarn è libera già a mezzogiorno. Teh le ha scritto un messaggio privato su instagram per chiederle se ha voglia di passare al ristorante per assaggiare gli Okkien Mee. Ne hanno sempre parlato ma lui non aveva mai osato invitarla davvero.

Tarn ha risposto semplicemente "Ok". E poi si è presentata lì dopo scuola.

Il fatto che sia riservata, ma del tutto priva di affettazioni o finte ritrosie è una delle cose che Teh adora di lei.

Sono seduti uno accanto all'altra sulla balaustra del cortile interno. E' una sensazione strana, per Teh, vedere Tarn nella cornice del proprio ambiente familiare. Un passo avanti nel loro rapporto che non era stato preventivato ed è venuto così naturale da lasciarli sorpresi entrambi.

«Si vede che ci tieni, al tuo amico» dice Tarn, fra un boccone e l'altro.

«Sono solo ripetizioni, non mi costa niente» risponde lui, stringendosi nelle spalle. 

«Però, sai, non la capisco bene questa faccenda: un paio di settimane fa vi urlavate addosso e adesso lo aiuti tutte le sere?»

Vista così, in effetti, la cosa ha poco senso. Ma non si può pretendere che Tarn colga le implicazioni di un'amicizia così stretta da far male, e poi così larga da fare ancora più male. E' molto più facile minimizzare. «Mi dispiace per lui, tutto qui.»

«Verrà anche stasera?»

Teh annuisce con la testa, Tarn sospira con un broncio evidente. «Peccato.»

«Perché?»

«Perché oggi pomeriggio, vado a disegnare alla spiaggia, speravo avessi voglia di farmi compagnia.»

E' una lusinga gentile, che non manca il bersaglio. E poi lei è così carina che deluderla è proprio impossibile. «Certo che ci vengo!» risponde Teh di getto.

Il sorriso di Tarn si allarga. «E farai in tempo a tornare per studiare con Oh-aew?»

«Gli dirò che non posso. Che ci vediamo domani.»

«Davvero?»

No. Sì. Teh non lo sa. Ovvero, sa esattamente cosa Tarn vuole sentire da lui, e quello le dice, senza riflettere, solo per compiacerla. «Ma sì, certo. Ti pare che mi perdo un'opportunità del genere?»

Tarn nasconde la soddisfazione gonfiandosi le guance di noodle.

Teh la osserva: si sofferma sul suo profilo regolare, sulla curva delicata delle spalle sotto la camicetta rosa della divisa scolastica e gli cadono gli occhi su un bottone sbottonato, proprio all'altezza del petto.

Lei non se n'è accorta, è concentrata sui noodle e su qualche suo pensiero privato.

Inclinando un po' la testa, Teh guadagna un panorama incantevole su un lembo di pelle dorata, calda e morbida anche solo a guardarla, che sparisce sotto il motivo ipnotico di ibischi violetti del reggiseno di cotone. Nessuna trasparenza, nessun pizzo, biancheria semplice e graziosa, come Tarn, ma più che sufficiente ad accendere fantasie già brucianti.

«E' buonissimo!» gongola Tarn, con la ciotola quasi vuota. «Delizioso! A saperlo, ci sarei venuta prima qui da te. Me lo preparerai ancora?»

Posso tornare? Posso invitarmi? Posso sentirmi a casa?  Teh non coglie nessuna di queste fondamentali domande. Invece si riscuote e risponde meccanicamente, fissandosi le scarpe: «Certo. Certo, quando vuoi.»

Per fortuna Tarn non si è accorta di nulla. «Ma che sapore è quello del retrogusto? E' fantastico!»

«Ah sì, piace tanto anche a me. E' ibisco

«Ibisco? Il fiore?»

Teh arrossisce, scuote il capo, allarga gli occhi. «Tabasco. E' tabasco.»

«Ma hai detto ibisco.»

«Tabasco» ripete Teh, schiarendosi la voce.

«Ho sentito bene. Hai detto ibisco.»

Teh è frastornato. Il suo corpo sta ancora reagendo ai pensieri di prima, la sua mente è assorbita dalla dissimulazione e non riesce a controllare il moto involontario dello sguardo, che torna a sfiorare gli ibischi violetti nello spiraglio della camicia.

Anche gli occhi di Tarn si abbassano. «Ehi! Teh! Oh cavolo!»  Si allaccia in fretta il bottone. Si finge indignata, ma sta sorridendo. Anzi, ride. «Ecco da dove viene l'ibisco!»

«No, no! Mi dispiace!» Teh vorrebbe sprofondare sotto il marmo del pavimento e può solo nascondersi dietro le mani aperte. «Non l'ho fatto apposta!»

«Ti sono piaciute le mie tette?» 

«Non farmi queste domande!»

«Ti piacerebbe toccarle?» Anche nel provocare, Tarn è onesta e deliziosa. Non c'è vera malizia nelle sue parole, piuttosto un gran divertimento nel sollecitare l'imbarazzo di Teh. Più che sedurlo, lo sta prendendo in giro.

«No!»

«No?»

«Basta! Ti prego, mi dispiace!» Teh è arrossito fino alle orecchie, Tarn continua a ridere. Senza saperlo, respirano una confidenza che è quasi una promessa, il riflesso della convinzione condivisa di essere destinati a stare insieme, che sia tutto già deciso e che sarà perfetto.

***

In spiaggia, oltre a loro due, c'è tutta la classe pomeridiana che prepara l'ammissione ad architettura. Ognuno seduto su uno scoglio piatto, ognuno chino sul proprio album.

Tarn e Teh siedono sempre un po' indietro rispetto agli altri, in modo che, se vogliono guardare verso di loro, i compagni debbano girarsi.

Tarn è assorta nel lavoro. Solo ogni tanto getta un'occhiata a Teh. Le piace averlo accanto, perché la presenza di lui non la distrae, la conforta soltanto.

Anche a Teh piace quel modo strano di farsi compagnia, senza parlare e senza condividere i pensieri. Con il taglierino di scuola, sta facendo la punta a tutti i pastelli di Tarn, per rendersi utile e frenare l'irrequietezza che sente montare dentro. Perché è vero che gli piace stare lì, ma è anche vero che i suoi pensieri sono rivolti altrove.

Il telefono vibra all'improvviso: una nuova storia instagram sul profilo di Oh-aew.

Postare storie è una modalità di comunicare che Oh trova ideale: il perfetto punto di equilibrio fra l'esprimersi liberamente e il non imporsi di prepotenza. Meno assilllante di una chiamata, più incisivo di un messaggio. Soprattutto, le storie hanno molti livelli: visibili a tutti, ma in qualche modo criptate, pubbliche ma, volendo, destinate a una persona soltanto, che conosca la chiave.

La foto ritrae una ciotola di Okkien Mee, con accanto un quaderno e la penna verde di Oh, quella che odora di cocco. Laddove il resto del mondo vedrà solo l'immagine di un piatto e i segni di un pomeriggio di studio, Teh riconosce la ciotola, il tavolo, il quaderno e decifra il messaggio.

Sei già a casa mia?

Sì, da un po'. Hai finito? Quando arriverai?

Oh-aew è in anticipo di quasi due ore sull'orario concordato. Ma quella foto è una calamita potente.

«Tarn, perdonami, ma devo proprio tornare a casa.»

«Adesso? All'improvviso?»

«Oh-aew è già arrivato.»

Tarn si raffredda all'istante. «E' arrivato? Così presto?»

Teh sorride, accomodante. Si scusa, ma dalla sua espressione è chiaro che non abbia mai pensato davvero di rimandare quell'appuntamento, neanche di un minuto. Tarn se ne rende conto e la cosa non le piace, ma è così ingenua e indulgente con se stessa da offrirsi prontamente  tutte le spiegazioni e le giustificazioni che il suo cuore desidera.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top