CAPITOLO 20 - E' un segreto
Quando arriva alla scogliera Oh-aew sa perfettamente cosa vedrà: Teh abbarbicato nel punto più alto, con le ginocchia raccolte e le braccia che le circondano, assorto a guardare il mare.
Lo ha trovato lì, in quella posizione, così tante volte che non saprebbe contarle.
Ed è lì anche oggi, una volta in più. Oh sa di dover essere lui a cercarlo, stavolta. A stanarlo, anzi.
Si immagina che si stia tormentando, per quello che è successo, perché Teh è fatto così. Pensa sempre troppo e sente troppo poco, è pieno di certezze ma è troppo poco flessibile. Ha un'alta considerazione di sé, ma nessuna indulgenza. Sono le cose di lui che gli fanno tenerezza.
Si concede di restare un po' a contemplarlo, da lontano.
Adora guardarlo. E' sempre stato così, ma se ne è reso conto di recente. Adora i gesti che già conosce e quelli nuovi, che spuntano fuori dal nulla, per il solo fatto che stanno crescendo. Adora i suoi occhi, la luce di stupore sul fondo, l'iride che scurisce per la concentrazione, il sarcasmo che affiora, creando piccole rughe ai lati delle palpebre. Adora le labbra un po' dischiuse e tutti i pensieri (lascivi) che gli ispirano, di continuo. Più di ogni cosa adora le fossette, che appaiono a tradimento quando Teh sorride; ma non tutte le volte, non in tutti i sorrisi. Quasi sempre, quando sorride per lui.
Adesso però è troppo lontano per godersi quei dettagli. E' solo la forma del suo corpo che sta ammirando, le linee scolpite dalla postura, che rivelano sul suo conto molto più di quanto non vorrebbe. Ogni centimetro di lui parla un linguaggio complesso, dalle dita dei piedi alle rughe della fronte, la gamma di emozioni potenziali è infinita e infinitamente affascinante. Oh è certo che un giorno, quando imparerà a dominare questa montagna di espressività, sarà davvero un attore grandioso. Vuole esserci, quel giorno.
Resta a guardarlo a lungo, per il suo piacere privato, finché Teh si gira e lo vede a sua volta. Si alza subito e restano in piedi a fissarsi da lontano.
Oh-aew non ne è ancora sicuro, ma forse l'alba di ieri ha davvero cambiato ogni cosa.
Eppure sa, per puro istinto, che non deve andargli incontro. Vuole che sia Teh a raggiungerlo, vuole bearsi del potere di indurlo a seguire i suoi passi, vuole trascinarlo a sé per un sentiero non lineare, il ricamo di una danza.
Così Oh inizia a camminare all'indietro, lentamente, finché non si assicura che Teh lo stia seguendo, finché non lo vede accelerare il passo. Muove ancora qualche passo e poi si volta e inizia a correre sulla spiaggia umida, disegnando ampie curve insensate, riccioli di sabbia, come un pattinatore.
In preda a una frenesia sconosciuta, Teh non può fare altro che seguire quella spirale verso il fulcro dei suoi desideri. E' abbacinato, non riesce a trovare dentro di sé neppure l'ombra di un pensiero razionale. Voglio è l'unico verbo che possiede. Placare la sete l'unico scopo.
Più volte Teh allunga le mani per toccarlo, ma Oh indietreggia e gli sfugge ridendo. Ridono entrambi, la seduzione e il gioco si confondono una nell'altro come il passato e il presente, acque oceaniche di diverse correnti.
Continuano a rincorrersi, a offrirsi e negarsi, a esporsi e ritrarsi, finché è Oh-aew a farsi catturare, a consegnarsi alle mani avide di Teh, che finalmente - finalmente - può toccarlo, afferrarlo, può affondare il viso nel suo collo, può gettarsi contro di lui a peso morto, circondarlo con le braccia e stringerlo, stringerlo forte, annusarlo, respirarlo, senza avere idea di cosa stia facendo. Con più abbandono che voluttà, con più rassegnazione che possesso. Teh non ne ha idea, ma in questa battuta di caccia, l'unica preda è lui.
Finiscono per cadere entrambi sulla sabbia, Oh supino verso il cielo e Teh prono al suo fianco, i volti vicinissimi, gli occhi allacciati, i respiri affannati che si mischiano. Oh-aew non è mai stato così a portata della sua personale idea di paradiso. Teh si sente all'inferno, non saprebbe dire se demone o dannato.
«Cosa ci fai qui?» domanda Teh.
«Forse ero sicuro di trovarci qualcuno.»
Teh non può fare a meno di sorridere, le sue dita sfiorano il viso di Oh, seguendone i contorni, si fermano sul neo sopra lo zigomo, percorrono l'orecchio fino al collo. Non sono gesti dominati da una volontà precisa, non c'è alcun controllo, agisce praticamente sotto ipnosi. Ciò che lo risveglia di colpo è incontrare gli occhi di Oh-aew socchiusi, appannati da un desiderio impossibile da fraintendere. Così belli da fare male al cuore. Così espliciti da eccitarlo in meno di un secondo. Ancora.
Col respiro corto, Teh scatta in piedi, chiedendosi quale sia la via più breve per fuggire da se stessi, e magari ritrovarsi sani di mente, come prima.
Anche Oh si alza. E' deluso, ma non si aspettava niente di diverso. «Dovresti smetterla di rimuginarci sopra, sai?» dice Oh, gentilmente. «Così ti fai solo del male.»
Teh sospira, gli occhi bassi puntati sulla sabbia. Che faccia male è sicuro.
«Dovresti lasciarti andare, fare quello che ti senti di fare, e basta. Siamo solo io e te, non è difficile» continua Oh.
Non è difficile? Lo è, e come. Teh non saprebbe neppure spiegare quanto. Io e te è una maledetta trappola, una perversa illusione: sembra la dimensione di sempre, ma all'improvviso ha cambiato volto e natura e a guardarla adesso ci vuole molto più coraggio.
Il viso contratto di Teh è un libro aperto per Oh-aew e non è piacevole da leggere.
«Davvero, Teh, piantala di tormentarti. Non tutte le cose devono per forza avere un milione di ragioni, non devi sempre sapere perché fai qualcosa, giusto?»
Teh scuote il capo. No, che non è giusto. Non lo è affatto. Le cause e gli effetti mandano avanti il mondo, lo rendono prevedibile e onesto, sono alla base di tutte le certezze. Purtroppo, le labbra di Oh-aew sono troppo vicine e di nuovo il cervello di Teh si blocca, la ragione inaridisce riarsa dalla sete. Il senso del pericolo si trasforma in smania di possesso e terrore.
Possesso e terrore non sono quello che Oh vuole. Lui vorrebbe solo un bacio. Ma sa che non è adesso il momento giusto ed è disposto ad aspettare. Aspetta da sempre. A volte pensa che aspetterà per sempre. Se l'amicizia e l'amore possano convivere è una domanda senza risposta.
«Devi stare tranquillo. E' un segreto. Fra noi due» sussurra Oh-aew nell'orecchio di Teh.
Teh sorride, in preda a una sorta di felicità passeggera e ubriaca, e non sa più quale sia esattamente il segreto. O forse lo sa, ma spera di riuscire a mantenerlo anche con se stesso.
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