CAPITOLO 2 - Amici a prima vista

Con Oh-aew l'amicizia è sbocciata in un momento. Teh ricorda perfettamente quando si sono conosciuti, davanti al tabellone delle ammissioni alla scuola superiore, dove il suo nome spiccava fra i primi della classifica mentre quello di Oh era confuso nella mischia.

Il padre di Teh era ancora vivo, allora; sotto il sole dell'infanzia l'ombra del lutto sembrava molto lontana. I genitori di Oh-aew, invece, quel giorno non c'erano. Si perdono quasi tutti i momenti importanti. Sono ricchi: possiedono un resort su un'isola e non la lasciano quasi mai. Oh ha imparato a fare avanti e indietro con la terraferma e a sbrigarsela da solo fin da piccolo. Teh questa cosa l'ha sempre ammirata molto e forse non glielo ha mai detto.

Quel giorno, il giorno in cui si sono conosciuti e sono diventati amici, avevano scoperto di avere in comune un imbarazzante terrore per il botto dei petardi; niente alimenta il seme di un'amicizia nascente come una debolezza condivisa, da nascondere al resto del mondo.

Da amici a migliori amici c'era stato solo il passo breve della continua vicinanza, del condividere il banco di scuola, i pensieri e il tempo dilatato e inquieto della prima adolescenza. Frequentavano lo stesso gruppetto, cinque compagni di classe molto legati, ma era ovvio che l'affinità fra loro due fosse esclusiva e impenetrabile, cementata da una confidenza che non ammetteva terze parti.

Dapprima, a dire il vero, era  stato Oh-aew che si era messo a seguire sempre Teh dappertutto. A Teh non dispiaceva quel tributo di ammirazione. 

Teh non l'ha mai capito che ad affascinare così tanto Oh-aew erano le sue certezze: la determinazione nello studio, i successi, i mille talenti e più di tutto le idee chiare che Teh aveva già allora su ogni cosa, compreso il futuro.

Gli altri lo prendevano in giro quando Teh diceva che voleva fare l'attore e diventare famoso e lui non si offendeva. Ma Oh-aew non rideva mai di quelle aspirazioni, né di nessuno dei suoi sforzi, perché sapeva che Teh faceva maledettamente sul serio e ce l'avrebbe fatta davvero. Anzi, Oh era ansioso di partecipare alla costruzione di questo futuro, a cui alla fine si era affezionato anche lui, che invece sentiva il peso di non avere in testa nessun pensiero profondo, nessuna idea di cosa avrebbe voluto fare da grande. Non era bravo in nulla, non aveva grandi passioni, nulla lo interessava davvero senza l'entusiasmo di Teh che lo colorasse per lui. 

E a furia di stargli vicino, Oh aveva capito un'altra cosa di Teh, che aveva sancito in modo definitivo il suo attaccamento: Teh era generoso in un modo sia incosciente che meraviglioso. Altruista fino a danneggiare se stesso, disposto a dare tutto per le persone che amava. Essere in quella cerchia ristretta di affetti, era diventata l'aspirazione principale di Oh-aew.

Studiavano insieme, giocavano insieme, recitavano insieme (anche se a Oh veniva sempre da ridere nelle scene più drammatiche), non c'era argomento di cui non si sentissero liberi di parlare insieme. Condividevano la noia, l'ozio, le speranze, le paure e i sogni.

Quando volevano stare per conto loro, si rifugiavano in un posto segreto, una spiaggia che quasi nessuno conosceva. Bisognava correre a perdifiato giù per una discesa ripida, fino alla scogliera. Lì era il loro regno, un luogo senza coordinate dove si poteva nuotare, ridere forte, lasciarsi galleggiare sussurrando e passare ore a guardare l'azzurro del cielo, fino a farsi venire gli occhi bianchi di luce. Il tempo passato lì era prezioso.

Un'altra cosa che Oh-aew aveva capito di Teh era che i suoi risultati, anche quelli più straordinari, non riuscivano mai davvero a soddisfarlo. Si impegnava come un matto e, con quella spinta di volontà e un cervello di primissimo ordine, riusciva praticamente in tutto quello che faceva. Non che non ne fosse consapevole o contento, ma dentro di lui c'era un vuoto, come un buco, che non si colmava mai, per quanta approvazione ci si buttasse dentro.

Oh-aew aveva deciso che questo buco dentro Teh era fatto di invidia. E, più esattamente, invidia per il fratello maggiore Hoon, cui sembrava che primeggiare non costasse alcuno sforzo. Qualsiasi cosa Teh facesse, Hoon l'aveva fatta prima e l'aveva fatta meglio. E in ogni caso niente al mondo avrebbe mai potuto ripagare il debito che Teh sentiva verso un fratello che gli stava facendo anche da padre. Ogni competizione era persa in partenza già solo per quella disparità incancellabile.

A dire il vero, Oh pensava che fra i due non ci fosse paragone. Hoon non era bello neanche la metà di Teh (cosa fondamentale per fare l'attore), non era simpatico neanche un quarto e di sicuro non era più intelligente. Era solo nato per primo. Si era trovato capofamiglia a diciott'anni e aveva fatto del suo meglio, innumerevoli sacrifici mossi da un affetto incondizionato e dallo stesso generoso altruismo di Teh, che doveva essere scritto nel DNA. Il fatto che i due fratelli avessero un legame così profondo, rendeva tossica la gelosia. Praticamente, Teh si avvelenava con una miscela di invidia e amore, che inquinavano e intorbidivano ogni suo successo. E a Oh faceva male stare a guardare.

Per fortuna, fra Teh e Oh-aew non c'era spazio per nessuna invidia. L'ammirazione di Oh era troppo limpida, l'affetto di entrambi troppo forte e la disparità di risultati troppo grande. La loro amicizia era al sicuro.

Così avevano pensato entrambi. Fino al giorno in cui era cambiato tutto.

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