CAPITOLO 12 - Strategie
In queste faccende sentimentali, viene fuori che Oh-aew è un vero fifone. Per due giorni Teh tenta in tutti modi di attuare qualche piano per valutare la propensione di Bas, ma Oh non riesce a mettere in pratica nemmeno uno dei suoi suggerimenti. Eppure sono semplici e senza rischi.
Si tratta delle strategie che Teh stesso ha usato con Tarn nell'ultimo anno e che partono da un lento, delicato avvicinamento. La ricerca del contatto di un braccio, di una spalla, di un ginocchio, in modo che sia poco meno che casuale: se l'altra persona non si sottrae è praticamente un via libera a osare di più; se invece si scosta subito, se rimarca la distanza, la situazione va studiata meglio, per capire se si tratta di timidezza o di fastidio.
Comunque sia, Oh non collabora affatto: nonostante occhiatacce, messaggi, calci sui piedi, risponde sempre con una faccia afflitta, mette il broncio e resta lì paralizzato come uno stoccafisso. Riesce a essere un po' sfacciato solo dietro lo schermo del telefono; come attore, sarà di quelli da telecamera più che da palcoscenico.
Pur di dargli una mano, Teh ha perfino deciso di tornare al corso supplementare del pomeriggio. Ma anche lì, niente di niente.
Dopo le lezioni si trovano tutti e sei al solito tavolo del pub, con i libri e i quaderni aperti per ripassare gli ultimi argomenti. Oh, sistemato fra Teh e Bas, si sente sotto pressione: per quanto si sforzi, non riesce proprio a sbloccarsi. La sola idea che un suo gesto meno che fraterno possa essere colto e compreso lo paralizza e gli confonde le idee. Tutto quello che riesce a fare è lanciare a Bas lunghi sguardi malinconici e a Teh occhiate piccate.
«Ehi, guardate quant'è carina la mia ragazza: ha cambiato taglio di capelli!» dice Mod a Kai e Phil, i suoi vicini, mostrando la foto che gli è appena arrivata dopo uno scampanellio sonoro. Ritrae quattro ragazze splendenti e allegre come un mattino d'estate.
Kai avvicina lo schermo per guardare meglio quei quattro sorrisi un po' sfacciati. «E questa qui chi è? Non mi pare di averla mai vista.»
«Quale?» chiede Mod.
«Questa qui, con la treccia» spiega Kai indicando la ragazza più a sinistra. «Non è male affatto. La conosci, Mod?»
Phil guarda la foto dietro le spalle di Mod, Bas è orientato verso di loro, gli occhi curiosi e il sorriso furbo.
«Per caso vuoi dare un'occhiatina, Bas?» insinua Mod, facendo oscillare il telefono in mano.
«Sì, dai, fammi vedere!»
Questo entusiasmo raggela le speranze di Oh-aew. A Bas piacciono le ragazze, era assurdo supporre il contrario. E' sempre stata solo amicizia, quella che ha mostrato a lui e il resto, tutto quello che crede di aver sentito e aver indovinato, solo un crogiolo di illusioni.
«Quella più a sinistra» dice Kai.
«Mmm, molto carina davvero!» commenta Bas, con una certa aria da intenditore. «Come si chiama?»
A Teh di ciò che pensa Bas non importa nulla, gli dà l'idea di uno col cervello abbastanza confuso da non aver ben capito se gli piacciono i maschi o le femmine. Il che sarebbe un problema tutto suo, se non avesse un'influenza diretta sui sentimenti di Oh-aew. La delusione e lo sconforto negli occhi di Oh, per Teh sono insopportabili. E nella sua natura c'è il bisogno di agire, di rimediare. L'idea si materializza nella sua mente in un lampo di genio, mentre guarda la parola cinese scritta in mezzo alla pagina aperta del quaderno: maschera.
«Allora, lo vuoi sapere o no se gli piaci?» sussurra Teh a Oh-aew, accennando a Bas con gli occhi.
Oh non replica, ma il broncio diventa interrogativo.
«Tieni d'occhio il suo sguardo» aggiunge Teh.
«Che vuoi fare?» chiede Oh allarmato.
Teh risponde con un ammiccamento e un sorrisetto indecifrabili. Oh si sente sulle spine.
Fare l'attore significa entrare, per un tempo finito, nell'universo privato di qualcun altro. Morire. Rinascere. Vestire i suoi panni, pensare i suoi pensieri, dar fiato ai suoi respiri, sentire fin dentro al cuore i suoi sentimenti. Le parole, il copione, vengono dopo. E' un processo di trasfigurazione di sé che si consuma in un tempo breve, ma ti cambia per sempre, lasciando ogni volta una minuscola cicatrice interiore. Per Teh, inizia sempre con un lungo e silenzioso respiro. Quando l'espirazione finisce, Teh è diventato chi vuole essere.
«Ragazzi, c'è qualcosa che volevo dirvi» esordisce.
«Sì?» risponde Mod, senza staccare gli occhi dal telefono.
«Che c'è?» aggiunge Kai per forzarlo, visto che Teh resta in silenzio.
E' un lungo silenzio, teso e nervoso. Tutti gli occhi si sollevano su Teh, un paio dopo l'altro. L'atmosfera di sospensione è proprio quella che lui voleva prima di sganciare la bomba.
«Mi piace Oh-aew. Vorrei che stessimo insieme» confessa, pacato, serio. Il fatto che gli tremi il cuore, da fuori non si vede. Per quei gloriosi attimi di palcoscenico, un battito dopo l'altro, sente di essere tutt'uno con il personaggio. A chi non piacerebbe Oh-aew? Chi mai non vorrebbe l'esclusiva sui suoi sentimenti, sulla sua attenzione, sulla sua infinita capacità di essere devoto e amabile?
Oh è turbato. Sa che non si tratta della verità, ma non capisce dove Teh voglia arrivare. Gli altri restano congelati a metà nei movimenti, esterrefatti. Bas fissa Teh con le sopracciglia leggermente sollevate, gli occhi allargati. Di tutti, è forse il meno sconvolto.
«Stai scherzando, vero?» domanda Kai, col tono di uno che stia facendo acrobazie sulle uova.
«Sono serissimo» ribatte subito Teh e il suo viso rispecchia le parole.
Oh guarda verso Teh: il tono di voce, la postura, lo sguardo lo hanno toccato più in profondità di quanto riesca a comprendere. La parola, qualche volta, crea se stessa.
Teh si volta verso Bas e solo in quel momento Oh-aew riesce a ricordare che il suo compito non è arrovellarsi sulle assurdità del suo amico, ma osservare le reazioni del ragazzo che gli piace. Gli occhi di Bas, sono sfuggenti, interrogativi, afflitti. Dopo un breve contatto si abbassano. Il loro proprietario si morde il labbro, serra un pugno, tormenta la penna con l'altra mano. Esattamente la reazione di uno che ci ha creduto e ci è rimasto molto male.
Oh-aew cerca invano di reprimere un sorriso. La trovata di Teh è stata geniale. Teh è geniale, come sempre. Della luce di quel sorriso sfuggito al controllo Teh si nutre con tutta l'ingordigia della sua natura, beandosi di essere stato lui a crearlo. Se Bas ha il potere di spegnere i sorrisi di Oh-aew, lui invece li riaccende. Quel sorriso è soltanto suo, plasmato dal suo talento.
Adesso Teh può esplodere a sua volta in un riso senza ritegno. «E' uno scherzo!» esclama, facendo oscillare i palmi delle mani come un cabarettista. «Sono un attore fantastico, no?»
«Stronzo!» risponde subito Kai.
«Che idiota!»
«Fanculo!»
«Ma che...»
Ad ogni sillaba, la tensione si allenta e l'aria diventa leggera. Si può ricominciare a respirare normalmente, spalle e volti si rilassano, si aprono lentamente sorrisi ancora incerti.
«Eddai, era solo uno scherzo!» ride Teh, schioccando la lingua. «Vi ho fregato ben bene, avete tutti abboccato...»
Oh-aew sorride, ma non riesce a capire come si sente. C'è una piccola ombra nella soddisfazione di quell'esperimento. Una contrattura che la fine dello scherzo non riesce a rilassare. Un attrito interno, leggero ma ostinato, che batte in un punto dolente, al confine fra corpo e anima.
«Oh-aew?» Bas si è sporto verso di lui, il sollievo evidente nella curva delle labbra, nella fronte distesa, nel rumore dei respiri. «Hai da fare domenica pomeriggio? Magari studiamo insieme, se ti va.»
Ha proprio l'aria di una specie di appuntamento. «Mn. Va bene» risponde Oh, godendo però di quel piccolo trionfo solo a metà, impegnato com'è ancora a decifrare gli angoli bui di se stesso. «Più tardi ti scrivo.»
«Okay. Mandami un messaggio stasera.» Lo sguardo di Bas è carico di aspettative. Oh-aew inizia a sentirsi un po' ubriaco di emozioni e quello che gli viene istintivo è cercare lo sguardo di Teh. Il resto del pomeriggio è tutto un dialogo muto tra loro: un farsi smorfie, ridacchiare, scambiarsi occhiatine in tralice e colpetti con le ginocchia sotto al tavolo. La soddisfazione dell'uno nutre la fame dell'altro, la sintonia è perfetta.
***
«Allora? Voglio sapere che è successo...» il tono di Teh è quello di una netta pretesa. Si sono separati da meno di un'ora e sono già al telefono.
«Quando?»
«In macchina. Com'è andata? Vi siete baciati?»
«Col cazzo! Ma sei scemo?» Oh è imbarazzato, ma contento. «Però una cosa è successa. Non la smetteva di parlare. Non parla mai così tanto.»
«E di cosa ha parlato?»
«Un po' di tutto. Di cose a caso. Ma mi batteva il cuore da matti, mi sembrava che dovesse succedere chissà cosa, da un momento all'altro. Poi per fortuna ha acceso la radio... altrimenti sarei morto, penso.»
«Guarda un po' se non sei timido sul serio...»
«A te non batte il cuore così quando sei con Tarn?»
A Teh piace questa inflessione nella domanda di Oh: trasuda interesse, attenzione, premura. «Sempre» risponde. «Mi batte sempre il cuore a mille quando sono con lei.»
Lo dice e poi si chiede se sia del tutto vero. Sta parlando lui o lo spasimante di Tarn? Gli viene per un attimo il dubbio molesto che anche quella sia un po' una parte, ma è un'assurdità e la scaccia via subito.
«Davvero? Sempre? Eppure vi vedete spesso...»
«Ma non stiamo ancora insieme. La aspetto. La inseguo... e sono emozionato tutte le volte che sento che ci avviciniamo» dice Teh. Si sta sforzando di essere sincero, cerca di concentrare i pensieri su Tarn. «Sai cosa adoro davvero di lei? Quant'è determinata. Quanto si impegna. Come insegue il suo sogno, mettendoci l'anima. Sento che siamo molto simili, su questo, che ci capiamo in profondità.»
Ecco di nuovo quell'attrito persistente, che fra sfregare tra loro parti sensibili di Oh-aew. La determinazione, il successo, l'impegno, sono esattamente le doti che contano per Teh; non è certo una novità che sia così, ma questa volta, con Tarn di mezzo, lascia sul palato un retrogusto vagamente acido.
«E tu? Cosa ti piace di Bas?» continua Teh. Lui non riesce a vederci proprio nulla in quel tipo.
«E' bello. Non ti basta?» Oh ride.
«Che c'entra? Sono bellissimo anch'io...»
«Te l'ho detto cento volte: solo se mostri profilo sinistro» risponde Oh con sussiego. E' la sua teoria, riguardo alle foto per i social, di cui Teh non è mai soddisfatto. Quello sinistro è indubbiamente il suo profilo migliore, mentre lui si ostina a riprendersi di fronte.
«Allora mi licenzio, fatti dare ripetizioni da lui» lo provoca Teh, scherzando.
«Okay, okay, non è solo perché è bello. Mi piace perché è gentile. E' molto gentile con me. Sempre.» Oh pensa al sorriso di Bas, alle mille premure che gli riserva, al tempo che gli dedica. «E' sempre pronto ad ascoltarmi. Anche quando sembra distratto, poi invece mi ascolta. Mi sostiene tutte le volte.»
A Teh non piace la gente che sorride sempre, che dice sempre sì, che mente per compiacere e lusingare. E poi forse per Oh il sostegno indiscriminato non è il meglio: ha bisogno di essere spronato, non viziato e coccolato.
«Oggi pomeriggio, Teh, l'hai visto come ha reagito Bas?» prosegue Oh-aew, che sorride rivivendo le emozioni sottopelle. «Pensi... pensi che possa essere che provi qualcosa per me? Vero?»
«Penso che sia possibile. La reazione era proprio quella che volevamo. Prima ha evitato il tuo sguardo, poi lo ha cercato e poi subito ti ha proposto di vedervi... però a questo punto devi proprio dirglielo, Oh. Davvero. E' il momento.»
Oh si sente avvolto da un confortevole tepore. All'improvviso, dichiararsi con Bas, e che lui sia pronto a ricambiare diventa uno scenario plausibile, concreto. Se lo dice Teh, se Teh pensa che sia possibile, allora deve esserlo. «Ehi, credi che potrei... potrei invitarlo a studiare con noi, domenica?» Resta con me, quando ci sei tu, posso fare tutto.
«Non fare lo sciocco, Oh, cosa pensi di imparare con lui intorno?» risponde Teh, piccato. «Passeresti il tempo a fissarlo.» Il silenzio che segue però non gli piace. I silenzi di Oh non gli piacciono mai, non riesce a capire se siano riflessione, distanza, risentimento, offesa. Preferisce sentirlo parlare, per allontanare l'incubo di vederlo sparire di nuovo di punto in bianco.
«Se ci tieni così tanto, perché non studiate voi due soli?» propone Teh. Il terzo incomodo è uno dei ruoli che proprio non ci tiene a interpretare. «Però promettimi di provare a concentrarti. Sullo studio, non sulla sua faccia.»
Oh riflette qualche istante. La sincerità con Teh è pericolosa, talvolta. Ma odia mentirgli. «Pensandoci bene, preferirei che ci fossi anche tu» dice. Ed è una verità più profonda di quanto non sappia lui stesso.
Dentro Teh quelle parole scendono lentamente e producono un'eco attutita, come suoni sott'acqua. Non riesce a capire se gli facciano sentire freddo o caldo. «Ne sei convinto, Oh? Allora perché ti sento triste?»
Se anche volesse rispondere, Oh non saprebbe farlo. E' vero: la tristezza gli è strisciata addosso prima che se ne rendesse conto, nello spazio delle ultime parole. E non sa più se vorrebbe che Teh ci fosse, insieme a Bas, o se è più vero il contrario. Non sa cosa vuole, non riesce a pensare. E' Bas che gli piace, è normale desiderare un po' di tempo solo con lui. Giusto? Dev'essere così. «Quindi... posso andare con Bas? Non mi distrarrò, studierò sul serio, te lo prometto» è quasi una supplica.
Teh lascia spegnere tutte le parole nel fresco del vento della sera, che entra in refoli nella sua stanza, sollevando fogli sparsi. Non riesce a capire dove e come facciano male.
«Dai, Teh, ti prego! Per favore, posso? Eh? Posso? Posso?» continua querulo Oh-aew, nel suo tono più infantile, che riecheggia il passato con un sapore agrodolce.
«Mmm» concede Teh, a fatica. Sa di non avere nessun diritto di interferire così tanto nella vita privata di Oh, e teme di non poter gestire una fiducia così estrema da consegnargli fra le mani anche i sentimenti diretti ad altri.
E' un carico troppo pesante e troppo amaro.
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