CAPITOLO 10 - Falsi segreti

Sono bastati due o tre giorni per crearsi nuove abitudini. Dapprima ricalcavano la forma delle vecchie, ma sono uscite quasi subito dai contorni, guadagnando spessore e ombre.

Ogni giorno Teh ed Oh-aew si esercitano per ore con le flash card, studiano calligrafia, traducono, ripetono frasi e versi. E ridono, mangiano, scherzano, si prendono in giro, soprattutto parlano. Ognuna di queste parole è un punto in più nel rammendo del loro rapporto. Un punto sottile, tirato con cura, di quelli invisibili. Da una certa distanza, lo strappo non si vede già più.

Nelle ore insieme, colonizzano ogni spazio della casa di Teh: dal cortile centrale, tra il ristorante e la casa, al terrazzo sul tetto, passando per ognuno dei gradini delle scale. Seduti, distesi, inginocchiati, in piedi. Fanno sul serio, perché Teh non conosce altro modo di vivere se non dando tutto se stesso e Oh-aew lo segue, si impegna, si lascia guidare, trascinato dalla stessa malia dell'infanzia. Intuisce che dietro quegli sforzi c'è l'atto creativo di un rinnovato legame fra loro, con un cuore antico e un'anima nuova.

Alla sera è Teh a riaccompagnare Oh al molo, al posto di Bas. Non in automobile, ma sul sidecar traballante, sfrecciando per le vie della città già mezza addormentata.

«Stasera la zucca si è trasformata in carrozza!» esclama Oh direttamente nel microfono dello smartphone, mentre inquadra Teh al volante, sullo sfondo di un nastro di serrande abbassate, portoni chiusi e auto parcheggiate che si rincorrono.

«Vuoi mettere questa roba sulle storie di Instagram?» chiede Teh allarmato. Deve alzare la voce per superare il vento, il cigolio del mezzo, il borbottio del motore.

«Mmm, sì.»

«Avevi detto che le avresti tenute per te!»

Oh-aew ridacchia riguardando lo spezzone di poco prima. Aggiunge i tag, e un paio di hashtag.

«Fammi dare un'occhiata» chiede Teh.

Oh-aew lo accontenta, voltando lo schermo verso di lui.

«Ma sono inguardabile! Sembro io la zucca con questo casco in testa, mi hai preso troppo da vicino! Non pubblicarla!»

«Sicuro di essere meglio senza casco?» lo provoca Oh.

«Dai! Non pubblicarla!»

«Invece sì. Che te ne frega? Tanto fra ventiquattro ore sparisce tutto.»

Teh sospira. Oh-aew pubblicherà il video. Gli amici si faranno due risate per le loro facce, per i vecchi caschi calcati in testa, per i sorrisi stupidi che portano addosso come vecchi abiti comodi. Sono felici della stessa felicità condivisa e neppure lo sanno.

Teh accelera, gli pare che stanotte l'orizzonte si possa raggiungere e sia un dovere corrergli incontro. 

Oh-aew alza le braccia e apre le mani, gli occhi chiusi, il viso sollevato. «Adoro sentire il vento addosso!»

«In questa stagione il vento è un po' troppo freddo» commenta Teh.

«Ehi! Sembri mia madre!» Oh ride e abbassa le braccia; poi le sporge in avanti, tenendo stretta in ciascuna mano una sfera immaginaria. «Accelera, dai!»

«Perché?» chiede Teh, ma intanto ha già dato più spinta.

«Mi hanno detto che se acceleri con le mani così, sembra di toccare due tette...»

«Che mega-cavolata! E sentiamo, chi sarebbe il genio che te l'ha detto?»

«Mod, che se ne intende.»

Mod ha una ragazza, la stessa da più di un anno: ciò fa di lui un esperto in materia. Ma Teh resta scettico.

«Dici che non è vero?» continua Oh-aew. E' una domanda che però ne nasconde un'altra.

«E io che ne so! Dovresti provare di persona, per scoprirlo.» 

«Vuoi dire che non l'hai mai fatto? Mai mai?»

«No!» A Teh torna in mente la gaffe con Tarn poche ore prima. Sente rinnovarsi l'imbarazzo, ma anche una sottile soddisfazione, che non saprebbe spiegare a parole. «Non ancora» aggiunge sogghignando. «E tu, invece?»

«Ti dico un segreto. Ma non devi dirlo a nessuno!»

«Non lo dico, certo.»

«Sei sicuro?»

«Sì!»

«Sicuro, sicuro? Giura!»

«Non lo dico a nessuno. Giuro. Dai, parla e falla finita!» La voce di Teh è avida, ma lui non se rende conto.

«Sono vergine!» esclama Oh-aew, scoppiando a ridere. Teh lo segue a ruota, fischiando.

«E invece tu?» chiede Oh, con una punta di malizia che Teh non coglie.

«Io?»

«Tu.»

«Vuoi proprio saperlo?»

«Sì!»

«Davvero?»

«Sì!»

«Sicuro?»

«Ma sì! E dai!»

Il sidecar è fermo a un semaforo, Teh si china verso Oh-aew, con aria complice. Oh-aew pende dalle sue labbra. Teh ammicca, trattiene il fiato per creare suspence. «Vergine!»

Ridono ancora. Ridono più forte. Ridono di se stessi, senza sottintesi. Scatta il verde del semaforo, il sidecar sfreccia in avanti sulla strada deserta, spinto dalle grida e da quelle risate. Non è vero che il vento è troppo freddo.

***

Sul molo silenzioso l'unica barca ormeggiata è quella del resort, che aspetta clienti che non arriveranno. Oh-aew sarà, come sempre, l'unico passeggero notturno. Corrono lungo la banchina. 

Quando Oh gli passa accanto, Teh sente distintamente la scia di cocco dei suoi capelli. «Ma senti quanto puzzi!»

«Ma come! Non ti piace il mio profumo?» Oh-aew viene avanti a testa bassa, come un ariete, per infastidire Teh, infilandogli i capelli dentro le narici.

«Che schifo! E' terribile!» ride Teh, allontanandolo con una spinta. «Muoviti, piuttosto!»

Teh corre avanti, Oh lo insegue, sempre a testa bassa, ridendo.

«Stammi lontano!» lo ammonisce Teh.

«Non ti piace?»

«No! Puzzi!»

Sono già alla barca. La notte è alta, eppure sembra strano doversi separare.

«Grazie per il passaggio» dice Oh. Ma vuol dire grazie di tutto.

«Non c'è problema» risponde Teh. Ma vuol dire facciamolo di nuovo. «Non fare il pigro. Ripassa anche prima di andare a dormire e a scuola domani, nelle pause. Se non capisci qualcosa, mandami un messaggio.»

«Stai attento, mentre torni a casa» si raccomanda Oh-aew.

«Scrivimi quando arrivi» ribatte Teh.

«Allora vado.»

«Studia!»

«Eddai!»

«Ciao!»

La barca si allontana spedita, scivolando sulle onde come fossero binari, su un percorso che non cambia mai. Le due sagome in piedi restano a salutarsi con la mano a lungo, come se ci fosse il rischio di dover aspettare altri tre anni per vedersi.

«Vattene via!» urla Teh, che all'improvviso si sente il personaggio di un film in un addio straziante, un po' ridicolo. Ma continua ad agitare la mano.

Oh-aew ride, Teh lo sa con certezza, anche se non riesce più a distinguere i tratti del suo viso. «Via!» urla ancora. «Sciò! Sciò!»

Poi Teh si ritrova solo, a strascicare i passi, mentre ripercorre la banchina in senso opposto. La notte è amichevole e placida, lo accoglie con confidenza, sembra pronta ad ascoltare tutti i suoi segreti. Anche quelli che non sa di avere. 

Per qualche motivo, quella storia buffa su instagram, in cui con il casco in testa sembra proprio una zucca, adesso è contento che Oh l'abbia postata. E gli dispiace pensare che sparirà fra qualche ora.

***

Mentre guarda tutti gli altri intorno al tavolo, nel solito pub, Teh si sente scontento. Offeso, quasi. Preferisce non sapere perché. Meglio raccontarsi facili bugie: c'è troppo caos, tanto per cominciare, e poi discorsi insulsi. Mod sta raccontando una storiella sulla sua ragazza, che, alla guida, lancia insulti agli altri automobilisti come un carrettiere. Il genere di cosa che Tarn non farebbe mai.

Bas come al solito è in mezzo ai piedi, seduto accanto a Oh. E' tutta colpa sua, quella situazione. Era stato invitato e ha dovuto chiamare anche tutti gli altri. Poteva starsene zitto. Certo, non è detto che in tre sarebbe andata meglio. Che bisogno c'era che Oh-aew invitasse Bas?

Eppure, per Teh, era chiaro che doveva essere una cosa fra lui e Oh. Una faccenda veloce, solo uno spuntino, una breve pausa dallo studio, un premio che lui aveva concesso al suo allievo, per  l'impegno, più che i risultati. Un'improvvisata, un'idea del momento. Perché condividerla con tutta questa gente? Vorranno passare lì tutta la sera e addio ripetizioni, fino a domani. Non si rende conto, Oh-aew, che non ha bisogno di queste distrazioni?

«E' veramente adorabile» sta dicendo Mod, rivolto a Oh. C'è da presumere che stia parlando del carrettiere.

«Basta vantarti della tua ragazza!» lo rimprovera Oh.

«Ma è così carina...» si difende Mod. «Voi non lo potete capire, perché non avete mai avuto una ragazza.»

«Che cavolo dici?» ribatte subito Kai

«Perché? Non è vero? Siete pieni di donne?» dice Mod.

«Io sto con Manao» risponde Phil, tranquillamente. Che in quelle ultime settimane anche lui si sia trovato una ragazza è passato sotto gamba. Phil è un tipo tranquillo, che raggiunge i suoi traguardi con perseveranza più che con foga.

«Io una ragazza ce l'ho avuta, anche se abbiamo rotto, lo sapete, no?» dice subito Kai. E' successo l'anno prima ed è durato non più di un paio di settimane, ma nel contesto vale e come.

«Anche io ne ho avuta una» si unisce Bas, senza particolare entusiasmo. Anche per lui, è cosa di un anno prima, ma gli altri se lo ricordano, perché nessuno ha ben capito come mai l'abbia lasciata, visto che è una delle più popolari della scuola.

«E anche Teh si vede con una ragazza, giusto?» aggiunge Kai, che ha intravisto una foto di Tarn sul telefono di Teh.

Teh annuisce con un sorriso stentato. E' una discussione molto stupida e la serata per lui è rovinata.

«Povero Oh, sei rimasto solo tu...» lo conforta Mod, con finta compassione, tirandogli le guance. «Povero Oh, che non ha mai avuto una ragazza... non ci hai mai neanche parlato, con le ragazze, eh? Poverino... ci devono pensare i tuoi amici?»

Bas sorride tra sé, di qualcosa che non vuole condividere. Teh pensa al segreto che conosce, quello del sidecar.

«Beh? E' così strano che non sia mai stato con nessuno?» ribatte Oh sorridendo, come fosse un vanto. Fra amici, quando non è sulla difensiva, la sua trasparenza è adorabile e disarmante. «E' proprio così: non ho mai avuto una ragazza. Non ho mai perso la verginità...»

Dentro di sé Oh-aew sa che avrebbe potuto avere più di una ragazza, se l'avesse voluto. Anche gli altri, in fondo, lo sanno. E nessuno è lì per umiliare gli altri, per cui la sua dichiarazione provoca solo uno sbotto di risa, a cui lui stesso partecipa, e qualche motteggio garbato.

Tutti sorridono, tranne Teh. Che estroverso non è mai stato e non sa essere, ma non ha mai imparato, pur con tutti i suoi talenti da attore, a evitare che Oh-aew possa leggergli in faccia gli umori come una cartina tornasole.  Oh non si spiega quel broncio, quegli occhi offesi e infastiditi, lo sguardo basso, le sopracciglia perfettamente diagonali.

Le chiacchiere al tavolo proseguono senza di loro, chiusi in una bolla di silenzio; solo Bas annusa la tensione, ma, come al solito, resta ai margini di ciò che non lo riguarda. La conversazione fra Teh e Oh si sposta sullo schermo del telefono.

[Oh] Che ti prende? 

[Teh] Di che parli?

[Oh] Sembri triste.

Teh legge il messaggio, ma invece di rispondere, mormora due parole a Kai, che gli è seduto accanto, e poi si alza, diretto verso il bagno. Oh lo segue subito, ma si azzarda a parlargli solo quando sono già fuori portata d'orecchio del resto del gruppo.

«Teh, che ti succede? E' stato qualcosa che hanno detto i ragazzi? Ti hanno dato fastidio?»

Teh trova incredibile che Oh-aew non lo capisca da solo, cosa sia successo. «No, niente del genere.»

«E allora cosa?»

Essere sincero non è un'opzione, per Teh. Certe cose, quando le dici ad alta voce, sembrano stupide, anche se non lo sono. «Sono un po' confuso dal fatto che sia diventata un'uscita di gruppo. Doveva essere solo una pausa nello studio. Avremmo continuato, poi. Che bisogno c'era di invitare tutti? Cosa imparerai in questo modo?»

«Dai, non fare così. Possiamo studiare tutti insieme.»

«E tu credi di riuscire a concentrarti? La prenderai come un gioco e sarà inutile. Per te e per gli altri.»

Oh lo guarda smarrito. Sa perfettamente che, benché sensate, queste parole sono vuote. Però stavolta non riesce proprio ad afferrare il messaggio nascosto.

Nel frattempo Teh si è allontanato qualche passo.

«Teh!» lo richiama Oh-aew, mentre lo raggiunge. «C'è qualcos'altro che vuoi dirmi?»

La verità, per esempio.

«No» risponde subito Teh, troppo in fretta. Poi ci ripensa, prende un respiro «E' che... alla fine lo hai detto a tutti il tuo segreto. Dopo che mi hai fatto promettere mille volte di non dirlo a nessuno, lo hai spifferato tu stesso a mezzo mondo, alla prima occasione.»

«Di che cavolo parli?»

Teh non risponde. E' ancora più assurdo che Oh non sappia, o finga di non sapere, di cosa si parla.

«Quella cosa sulla verginità?» azzarda Oh.

Teh tace ancora, i suoi occhi sono colmi di rimproveri.

Oh-aew è perplesso. Per lui è scontato che fosse un segreto fasullo, una cosa che tutti già sapevano, o presumevano. Uno che non si è mai preso il disturbo di invitare fuori una ragazza è ovvio che sia vergine. Che grande mistero potrà mai essere? «Ma che ti prende? Perché non avrei dovuto dirlo? Siamo tutti amici.»

Quelle sillabe entrano nelle orecchie di Teh come un accordo dissonante, una percossa ai suoi sentimenti, all'amicizia sincera e profonda che sta offrendo a Oh. Un degrado con disonore. Si sente sprofondare nella tristezza: è come se a un tratto quei tre infidi anni di separazione si fossero palesati, dopo essersi camuffati di nuove abitudini e vecchi ricordi.

Ma non può fare nient'altro che annuire stancamente. «Mmm» mugola.

«Mmm cosa?»

Teh si stringe nelle spalle. «Niente. Non lo so che mi è preso. Forse sono stanco. Meglio che vada a casa. Davvero, lascia perdere e non preoccuparti. Ci vediamo.»

Guardarlo andare via ciondolando, ancora più imbronciato e scontento di prima, rende triste anche Oh, che ora preferirebbe di gran lunga essere al ristorante della Signora Lu, a ripetere verbi cinesi e mangiare Okkien-Mee. Invece ci sono patatine e gelatine e nessuno che lo obblighi a copiare e tradurre mille volte lo stesso elenco di parole. 

E ci sono gli amici, gli altri amici, che lo aspettano.

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