LASCIATEMI IN PACE
La Grande Tenuta di Saluzzo
La grande tenuta di Saluzzo si estende maestosa, avvolta in un manto di neve fresca che luccica sotto il pallido sole invernale. Gli alberi, carichi di bianco, creano un paesaggio incantevole, mentre il silenzio è rotto solo dal fruscio dei passi sulla neve. La dimora, con le sue torri affusolate e i tetti spioventi, sembra un castello delle favole, ma oggi è il teatro di un incontro cruciale.
Incontro con il Re
Varco la soglia della stanza calda e accogliente, con il camino acceso che proietta ombre danzanti sulle pareti ornate. Il Re, avvolto nel suo mantello di pelliccia, si volge verso di me, il suo sguardo colmo di curiosità e preoccupazione.
«Alessandro!» esclama, alzandosi per accogliermi. «Che vento ti porta qui, in un giorno così gelido?»
Mi siedo, il peso delle parole che devo pronunciare si fa sempre più gravoso. «Maestà, ho bisogno di parlarvi di cose che non posso più nascondere. Intrighi e verità che minacciano non solo me, ma anche la vostra onorabilità.»
Il suo sguardo si fa serio. «Parla, amico mio. Qualunque cosa sia, puoi fidarti di me.»
«La contessa madre ha tessuto una rete di inganni. Ha manipolato ogni situazione, e il giovane duca di Savoia è solo un pezzo del suo gioco. È un bravo giovane, ma temo che sarà facilmente influenzato dalla contessa. Non tradirà vostra Maestà, almeno non deliberatamente.»
Il Re mi osserva attentamente, il suo viso che si fa cupo. «E Rosina? Cosa ne sarà di lei?»
«Credo che sia imprudente conferire un titolo a Rosina finché la Regina consorte è in vita. La situazione è delicata, e la vostra posizione potrebbe essere compromessa. Meglio offrirle garanzie di sicurezza per lei e per la figlia, nel caso dovesse capitare qualcosa. Un titolo potrebbe essere considerato un affronto, ma se doveste mai sposarla in modo morganatico, allora potremmo riconsiderare.»
Il Re si ferma, riflettendo. «E cosa ti ha spinto a rinunciare al titolo ducale, Alessandro? È una decisione che non prendo alla leggera. Cosa c'è dietro questa scelta?»
Sento il peso della sua domanda. «Maestà, ho visto quanto il potere possa distruggere. Non voglio il potere per il potere. Voglio ritirarmi nella villa di Saluzzo e vivere una vita autentica, lontano da tutto questo. E per farlo, devo lasciare indietro le manipolazioni della corte. Mantengo il mio titolo di conte, che è di nascita ed ereditario. Michael ha il titolo di conte conferitogli da Vostra Maestà, e alla luce di questi fatti, reputo giustissima la vostra decisione, anche se dettata dall'inganno.»
Il Re annuisce, ma un sorriso si fa strada sul suo volto. «Ah, le macchinazioni di corte, le lotte intestine tra principi e principesse di sangue, e cugini cadetti! Se potessi scegliere, mi ritirerei qui pure io, Alessandro. Ma il peso della corona e della mia nascita mi hanno reso un uomo che, senza lo Stato e la consuetudine delle regole, sarei un uomo a metà.»
Il suo volto si fa serio, e il sorriso svanisce. «Sono stanco, Alessandro. Gestire le lotte fra principi di sangue, non di sangue, le linee dinastiche, i protocolli che odio e che mi fanno dipingere rozzo alle corti estere, come a quella inglese... È un compito estenuante!»
La frustrazione si fa palpabile nella sua voce. «Non mi piace leggere, lo confesso. Preferisco il silenzio della natura, un buon vino e le donne. Ma lo Stato per me è il principio di tutta la mia vita! È un fardello che porto con dignità, ma a volte sento il desiderio di liberarmi da questa prigione dorata.»
«Maestà, la vostra dedizione è ammirevole, ma non dimenticate che la vostra felicità è altrettanto importante,» dico con sincerità.
«Lo so, Alessandro, e per questo ti ringrazio. Ma la mia posizione richiede sacrifici. Tuttavia, non posso ignorare le manovre della contessa. Tramano per far fidanzare la principessa di sangue con il giovane duca inglese, e la figlia del marchese potrebbe essere promessa al giovane duca d'Aosta, con il presunto benestare della regina consorte.»
«Sì, Maestà. La contessa e il marchese cercano di cementare le loro alleanze, ma non posso permettere che ciò accada. La mia vita non può essere dettata dalle loro ambizioni.»
Il Re riflette per un momento, poi sorride, un sorriso che porta con sé una luce di comprensione. «Alessandro, voglio che tu sappia che sarò presente al matrimonio di Amalia e Pietro. Questo gesto servirà a fermare le chiacchiere che potrebbero crescere sul tuo rapporto con Michael. Sarò lì come un amico, ma anche come un Re. Vi chiamerò cugini, e questo basterà a zittire tutti. La mia presenza servirà a rafforzare la vostra posizione e a mostrare che la verità è più forte di qualsiasi complotto.»
A questo punto, il Re si sporge leggermente verso di me, l'espressione si fa seria ma calorosa. «Promettimi però di crearvi una vita priva di scandali. Amare non vuol dire ostentare. Circondatevi di pochi e fidati amici e servitori, e in pubblico comportatevi da cugini. Ricorda, amico mio, che gli altri crederanno sempre a ciò che vorrete far credere voi. La verità sarà sempre quella.»
Mentre la neve continua a cadere silenziosamente fuori, sento che un nuovo capitolo della mia vita sta per iniziare, e che, nonostante le sfide, posso contare su di lui.
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