E' SOLO UN SOGNO O UN OBLIO?

"In ogni grande sogno, c'è un piccolo seme di verità."— Goethe

Belladonna entra nella stanza con un passo rapido, il suo abito scuro incrostato di polvere, il viso tirato dalla stanchezza del viaggio. Ma nei suoi occhi brilla una luce selvaggia, una forza che sembra piegare il destino. Dietro di lei, Demian, il lupo bianco, avanza silenzioso, il pelo che cattura il bagliore tremulo delle lampade a olio, un candore che spicca in questo caos. È lì, una presenza viva ma distante, un'ancora che sostiene senza imporsi.

Mi getto verso di lei, le afferro le mani con una frenesia che mi incendia la pelle. «Michael deve vivere,» dico, e la voce mi si strappa dalla gola, un grido disperato che sanguina amore. Le mie mani tremano, il cuore mi esplode nel petto—ogni battito è lui, ogni respiro è lui, Michael, la mia vita, la mia anima. Gli porgo il ciondolo, freddo contro le dita, ma è come se bruciasse, un peso che porto per lui, per noi. Lei lo prende, lo guarda, poi fissa mia madre con un'espressione che si oscura, un'ombra di segreti che non mi interessa—non ora, non quando lui è tutto.

«Tutta Torino prega per lui,» sussurra, la voce calma ma tesa, un filo che vibra piano. «Le campane suonano—dicono festa, ma è un pianto per Michael, il ragazzo che ha salvato il Re.» Quelle parole mi colpiscono come un pugno al cuore, mi rubano l'aria. Michael—il mio Michael—che mi ha salvato mille volte con un sorriso, che mi ha preso il viso tra le mani e mi ha fatto sentire vivo, ora è lì, fragile, un soffio che potrebbe spegnersi e portarmi via con lui.

«Non posso perderlo,» confesso, e la voce mi si frantuma, le lacrime mi rigano il viso, calde e amare. «Lui è il mio tutto—il suo respiro contro il mio, le sue risate che mi tengono sveglio, il modo in cui mi guarda e mi fa sentire intero. Io vivo per lui, per il calore delle sue mani, per il battito del suo cuore che batte con il mio. Senza di lui, sono niente.» Ogni parola è un coltello che mi scava dentro, un amore che mi squarcia, che mi tiene in piedi e mi distrugge. Lo vedo nei miei pensieri—le notti strette sotto le coperte, il suo profumo di terra e vento, il modo in cui sussurrava il mio nome, "Ale", come una promessa che ora rischio di perdere.

Giro gli occhi verso mia madre. È diversa, il viso ammorbidito, gli occhi che brillano di qualcosa che sembra vero. Ma il mio amore per Michael mi rende cieco a tutto—la rabbia per lei è un'eco lontana, soffocata dal bisogno di lui. «Perché ora?» le chiedo, la voce che trema, ma non è per lei—è per lui, sempre per lui. «Perché vuoi aiutarmi adesso? Hai sempre avuto i tuoi piani—cosa importa? Basta che lui viva.» Le parole mi escono come un ringhio, ma dentro sono solo un uomo che implora, che darebbe tutto per sentire ancora il suo respiro.

Lei mi guarda, gli occhi lucidi, la voce che si incrina. «Alessandro... ho sbagliato,» sussurra. «L'ambizione mi ha rubato tutto, ma Michael ha dato la vita per il Re—non posso lasciarlo morire.» Le sue parole mi sfiorano appena—non mi importa di lei, dei suoi errori, dei suoi segreti. Mi importa solo di lui, del suo cuore che batte ancora, del suo sguardo che voglio ritrovare.

Scuoto la testa, le labbra che si piegano in un sorriso spezzato. «Non mi fido di te,» dico, ma la mia voce è debole, soffocata dall'amore che mi brucia dentro. «Non mi importa cosa vuoi—salvalo, e basta.» È un'accusa, una supplica—tutto ciò che sono è per Michael, per il suo sorriso, per il modo in cui mi tiene vivo.

Belladonna mi prende il polso, le dita fredde che stringono con calma. «Fuori. Tutti,» dice, la voce ferma, un comando che taglia l'aria. È lì, una figura solida al mio fianco, un sostegno silenzioso che non ruba spazio al mio amore per lui.

Mia madre si irrigidisce. «Io resto.»

Belladonna la fissa, gli occhi duri. «Hai avuto una vita per restare. Vai.»

La Contessa esita, un lampo di vulnerabilità sul viso, poi esce, il fruscio del suo abito che svanisce. Il silenzio che resta mi pesa sul cuore, ma non lo sento davvero—c'è solo Michael, il suo respiro che mi chiama.

Lo guardo, steso sul letto, il petto che si alza appena, un filo di vita che mi tiene appeso a lui. È il mio mondo, il mio amore, fragile come mai prima—e io sono spezzato, un uomo che vive solo per lui. Belladonna posa il ciondolo sul suo petto, le mani ferme, e chiude gli occhi per un istante. «Ad astra per aspera, Dona mihi vires, Curare animae et corporis, In nomine vitae,» sussurra, la voce un canto basso che mi sfiora la pelle. Sento un tremito, un battito che mi fa sperare—poi prende i ferri, la luce che si riflette sulle lame, e il mio cuore si ferma.

Il bisturi scivola nella carne, un taglio netto che mi fa tremare le mani. Il sangue sgorga, rosso vivo, e io trattengo il respiro, gli occhi fissi su di lui—sul suo viso, sul suo corpo che amo più della mia vita. È vicino a un'arteria—lo so, lo sento nel mio sangue, un terrore che mi stringe la gola. Belladonna respira piano, un tremore leggero nelle dita, e sussurra: «Respira, Michael. Sono con te.» Quelle parole mi arrivano al cuore, un ponte che mi lega a lui, e io le ripeto dentro di me, un grido silenzioso—Respira, amore mio, non lasciarmi.

Poi il proiettile cade, un tintinnio che mi esplode nelle orecchie. Il mondo si ferma. Michael respira—è vivo, è vivo. Le lacrime mi scivolano sul viso, un singhiozzo mi spacca il petto, e io lo guardo, il suo respiro che mi tiene in vita. Lo amo—lo amo con ogni fibra di me, con ogni battito, con ogni ricordo delle sue mani sul mio viso, del suo calore che mi avvolge, della sua voce che mi chiama. È tutto, è il mio tutto.

Il ciondolo sul suo petto si illumina, un bagliore che pulsa, e appare un'immagine—noi tre, nei giardini della Reggia di Monza, il sole che ci accarezza, un momento che mi stringe l'anima. Belladonna si blocca, gli occhi spalancati, e mi guarda, poi fissa mia madre sulla soglia. «Maledetta...» sibila, la voce bassa, un'onda di rabbia che le trema dentro.

La Contessa sorride, un sorriso lento che sa di segreti. Gli occhi di Michael si aprono, lenti, cercandomi—ma si fermano su di lei. Un'ombra gli attraversa il viso, un dolore che mi trafigge. «Mandala via,» dice, la voce debole ma dura, e io sento il mio cuore spezzarsi per lui.

Belladonna si alza, il viso teso. «Alessandro... Michael sta scivolando. Io ho fallito. Tua madre ha vinto.»

Il mio cuore si ferma, il sangue mi si ghiaccia. «Cosa vuoi dire?» La voce mi esce come un rantolo, le mani che tremano per lui.

Lei mi guarda, gli occhi pieni di paura. «Dovevo proteggerti,» confessa, la voce che si spezza. «Ho sbagliato.» Le sue mani tremano appena, ma resta lì, una figura che mi sostiene senza invadere. «Dovevo fermare tua madre... e non ci sono riuscita.»

I ricordi mi travolgono—le mie mani sul suo petto, il suo sangue sotto le dita, il suo sorriso che mi salva ogni volta. «Alessandro,» sussurra Belladonna, «tu e Michael... siete l'uno per l'altro da sempre.»

Un freddo mi stringe la gola. «Cosa significa?»

Lei mi prende il polso, le dita che stringono piano. «Lo scopriremo. Ma ora, Michael è tutto. E il tempo sta finendo.»

Lo so. Lo sento. Ogni volta che lo tocco, ogni volta che lo guardo, il mio amore per lui mi brucia dentro—un fuoco che non si spegne, un legame che mi lega a lui con ogni respiro. Lo guardo, il suo petto che si alza piano, e il mio cuore si spacca—lo amo, lo amo così tanto che fa male, un amore che mi tiene vivo e mi uccide. Non lo lascerò andare—non posso, non voglio, perché senza di lui non esisto.



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