BENVENUTO ALESSANDRO

**La nascita e il veleno della verità 

Mia madre rimane impassibile.

Il suo sguardo è fisso, distante, come se nulla di ciò che accade intorno a lei potesse scalfirla.

Mi chiedo se sia umana o solo un'ombra di quello che una madre dovrebbe essere.

La sua indifferenza mi lacera più di qualsiasi affronto.



**L'annuncio della nascita

La porta si apre con un leggero scricchiolio.

Mia cugina entra, il viso illuminato da una gioia radiosa.

«Alessandro, è nato!»

La sua voce è un soffio di vita in questa stanza carica di gelo.

«Il marchese è nato!»

Pietro scoppia in lacrime.

Mi abbraccia con una forza disperata, come se cercasse conforto nella mia presenza.

«Tuo figlio!» gli dico, con un sorriso tremante. «Tuo figlio!»

Eppure, mia madre non si muove.

Resta rigida, come se le mie parole fossero vento freddo contro la sua pelle di marmo.

Stringe la lettera tra le mani, senza leggerla, senza reagire.

Mi sembra di essere in un dipinto sbagliato.


**Il silenzio del veleno

Pietro, sopraffatto dall'emozione, corre su per vedere suo figlio.

Quando entra nella stanza di Amalia, la trova addormentata, esausta ma serena.

Lì, la luce è diversa.

Lenzuola bianche, cuscini freschi di lavanda, una culla ornata di pizzi.


**Mie riflessioni: Il Cerchio della Nascita e della Morte

Il piccolo Alessandro è nato.

È nato tra le braccia di una madre che lo ama, tra le lacrime di un padre che lo ha desiderato, tra le risate di una zia che lo proteggerà con ogni fibra del suo essere. È nato circondato dall'amore.

Ed è questo, forse, ciò che mi ferisce di più.

Io sono nato nello stesso sangue, nello stesso dolore, nello stesso destino.

Ma non sono mai stato accolto con lo stesso amore.


**La nascita di un figlio e la nascita di un orfano

Quando sono venuto al mondo, sono stato un peso.

Un segreto da nascondere.

Una colpa da cancellare.

Non c'erano mani amorevoli a cullarmi, né sguardi pieni di meraviglia.

C'era solo mia madre.

E per lei io ero un errore.

Il mio primo respiro è stato un peccato ai suoi occhi.

Il primo battito del mio cuore un'imperfezione da correggere.

Non ho mai avuto il diritto di essere un figlio.

Sono stato una pedina, un'arma nelle mani di una donna che ha sempre visto nei suoi figli solo strumenti per il potere.

Mi ha allevato con freddezza, con durezza, con la convinzione che l'amore fosse una debolezza.

Mi ha reso un fantasma nel mio stesso sangue.

Eppure, oggi... oggi ho visto mio nipote nascere in un mondo diverso dal mio.


**Pietro e Amalia: la vittoria dell'amore

Pietro ha pianto per suo figlio.

Io non ho mai visto un uomo piangere per me.

Ha guardato Amalia come fosse il suo universo intero.

Io non ho mai avuto uno sguardo simile da mia madre.

Il loro amore ha resistito a tutto: agli inganni, ai pericoli, alla condanna della nobiltà.

Hanno sfidato il mondo per stare insieme.

E alla fine, hanno vinto.

Io no.

Io sono stato costretto a scegliere tra me e Michael, tra il mio cuore e il mio titolo.

Tra l'amore e l'obbedienza.

E sebbene io abbia scelto Michael, una parte di me si sente ancora incatenata al mio passato.

Al peso della mia nascita.


**Un nuovo Alessandro per un nuovo mondo

Forse è per questo che Amalia ha dato il mio nome a suo figlio.

Forse è il suo modo di dire: questa volta sarà diverso.

Questo Alessandro non crescerà nel freddo.

Non sarà un'ombra nell'oro di un palazzo.

Non sarà la vergogna segreta di una madre che non voleva figli, ma solo alleati nella sua guerra personale.

Lui sarà amato.

Sarà protetto.

Sarà felice.

E io... io voglio esserci per lui.

Per essere la famiglia che io non ho mai avuto.

Per essere il padre che mio padre non ha potuto essere.

Perché, se è vero che siamo tutti figli del nostro passato, forse questo bambino sarà il primo della nostra stirpe a nascere senza catene.

E forse, attraverso lui, anche io potrò finalmente essere libero.E Belladonna.

La guaritrice dagli occhi antichi, dalle mani che conoscono il tempo meglio di chiunque altro.

Le sue dita rugose mescolano erbe in un infuso caldo, con gesti precisi e rituali.

Non è solo una donna anziana.

È qualcosa di più.

Quando mi passa accanto, il suo profumo è un ricordo.

Un bisturi.

Un tavolo di legno.

Sangue su una tela immacolata.

«Ti insegnerò.»

La sua voce è un sussurro da un tempo che non conosco.

Mi sfiora il polso, e sento un brivido attraversarmi la pelle.

Non capisco.

Eppure, so che dovrei capire.



**La condanna della Contessa

Mi volto verso mia madre.

Cerco qualcosa nei suoi occhi.

Un battito, un cedimento, un qualsiasi segno di umanità.

Non c'è nulla.

«Madre, è nato tuo nipote.»

Le mie parole risuonano come una supplica.

Lei mi guarda.

E poi...

Sussurra il suo verdetto.

«Non accetterò mai questo bastardo.»

La sua voce è una lama sottile e letale.

Il mio stomaco si contrae.

«Madre...»

«Finché vivrò, vi darò la caccia.»



**La lettera e il veleno della verità

Michael avanza.

Ha il volto teso, gli occhi brillano di un furore trattenuto.

«Vostra Grazia,» dice, scandendo le parole. «Questa lettera... Ale, saprà cosa avete fatto.»

La Contessa non reagisce.

«E cosa c'è scritto?» chiedo, la voce un sussurro teso.

Michael mi guarda.

«Che è un'assassina, amore mio.»

Il mio cuore si ferma.

«Ha tentato di uccidere la principessa.»

Mi manca l'aria.

«E ha avvelenato tuo padre.»


**L'ombra della morte

Il mondo attorno a me oscilla.

Il suono della pioggia sui vetri è assordante.

Mi sembra di soffocare nella mia stessa carne.

Guardo mia madre.

Lei sorride.

«Che dramma inutile.»

«Perché, madre?»

Lei mi guarda come se fossi uno sciocco.

«Perché così doveva essere.»

Michael mi stringe la mano.

Io non so più chi sono.



**La rivelazione finale

«Fratello...»

Una voce si insinua nella stanza.

Carlo Maria si avvicina e mi stringe in un abbraccio.

«Penserai dopo a questa donna. Ora devi pensare a tuo nipote.»

«Il notaio della Corona di Francia è nel salottino inglese.»

Mi volto. «Cosa?»

Carlo Maria sorride. «Pietro ora è marchese.»

«E il matrimonio?»

«Convalidato.»

La Contessa si alza di scatto.

«Non sono sposati!» sibila. «Non possono esserlo!»

Carlo Maria le rivolge un sorriso beffardo.

«Oh, ma lo sono, Contessa.»

«Un matrimonio con procura notarile.»



**L'ultima battaglia

Mia madre impallidisce.

Per la prima volta, la vedo tremare.

Ma non parla.

Stringe la lettera fino a sgualcirla, poi si volta e esce dalla stanza senza una parola.

La sua ombra si dissolve nel corridoio.


**La promessa

Belladonna è ancora lì.

Mi guarda.

«Ricorderai.»

«Prima o poi.»

Poi si allontana.

E il suo cane la segue silenzioso.




**Questa notte ha cambiato tutto.

Il passato della Contessa è una ferita aperta, una macchia che ha avvelenato generazioni.

L'adozione di Pietro, il matrimonio con Amalia, il riconoscimento del bambino: tutto è compiuto.

Ma c'è ancora qualcosa che non comprendo.

Belladonna.

Il suo tocco.

I suoi occhi che sanno troppe cose.

E quel bisturi nel mio ricordo.

Chi ero io?

E perché sento di dover ricordare qualcosa che non ho mai vissuto?

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