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Se dapprima i due sembravano volersi saltare addosso da un momento all'altro per uccidersi, probabilmente,  dovette ricredersi l'istante dopo quando il biondo si mise di lato per farli passare.

Tra i due, Rin notò una tremenda somiglianza; quel tizio sembrava un Toji biondo e più giovane.
Sperava solo che non avesse un carattere di merda.

《Naoya. Testa di cazzo. Devi prima morire tu per vedermi morto.》
Toji arricciò le labbra verso l'altro, palesemente irritato ma cercava di nasconderlo dietro un sorriso da stronzo. Il solito.

Subito il biondo perse interesse, per concentrare tutta la sua attenzione su Rin, mentre lei invece concentrava la sua di attenzione sullo sconosciuto. 
Naoya era giovane alto. Aveva capelli biondi tinti accentuati dalle sue radici verde scuro. Anche lui aveva  un sorriso arrogante stampato sul viso. Aveva tre piercing nell'orecchio sinistro; uno nel lobo dell'orecchio e altri due verso l'alto. Nonostante indossasse una tuta, riusciva a ben vedere la sua corporatura in forma.
《È  questa chi cazzo è? La tua nuova puttana ?》

Ma come cazzo si permetteva.
Che villano.
Lei alzò subito un sopracciglio,  con l'irritazione che ormai era segnata sul suo viso, stava per alzare la mano e tirargli uno schiaffo su quella faccia da sbruffone ma Toji fermó i due in tempo, insomma prima che quel Naoya si prendesse una bella pizza in faccia.

《Cugino. Sono nei guai. Ho bisogno del tuo aiuto.》

Cugini.
Ecco cosa erano.
Lo stesso sorriso arrogante e gli stessi tratti somatici.

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Naoya era sicuramente uno stronzo e un tipo parecchio strano.
I due si erano appartati a parlare nella cucina, che era separata  dal salone da una specie di acquario.
No non aveva dei pesci, bensì un iguana.
L'animale era steso tranquillo su un grosso ramo posizionato da una potente luce e sul display la temperatura segnava quaranta gradi, poi era decorato con altre piantine e una specie di sabbia rossa sullo sfondo.
A parte la cucina e quel terrario, il salone era immerso nella semi oscurità. Le uniche fonti di luce erano  quelle provenienti dal televisore e da una lampada posizionata su un comodino basso vicino a un divano a due posti posizionato contro il muro e di fronte a un tavolino quadrangolare e in legno con sopra...un bong ?
E delle cartine, sparse dappertutto. La stanza era un caos, infatti, a parte le persiane abbassate e una puzza di chiuso, c'era una pila di libri impilati l'uno sull'altro a fianco al comodino su cui c'era la lampada.
Non voleva sapere, ne tantomeno sbirciare, che libri fossero.
《Cosa cazzo mi stai dicendo ?!?
Nel mio salone c'è Rin fottuta Suzuki.》

《Attento a come parli. Io ti sento.》
La donna, scavalcando subito la porta della cucina, guardò i due intrecciando le braccia contro il petto e soffermandosi soprattutto con lo sguardo nei confronti del finto biondo.
《Tsk. Dovresti portarmi più rispetto, visto che sono qui. Nella tua cucina e offrimi qualcosa che ho fame.》
Rin si mise seduta, davanti ai due. Li guardava, prima l'uno e poi l'altro; Toji era silenzioso, non lo aveva mai visto così, ma Naoya aveva quel sorrisetto irrinte sul viso: era una cosa di famiglia ??

《Le donne devono occuparsi della cucina. E visto che sei qui, prepara qualcosa.》
Disse, alzando il braccio e puntando il dito in direzione dei fornelli.

《Ma...》
Fece ancora per ribattere; non si teneva certo un raffronto come quello.
Naoya era diverso da Toji. Se quest'ultimo, nel suo piccolo, l'aveva rispettata.
L'altro invece no, era un grandissimo maschilista testa di cazzo.

《Okay, basta così. Vuoi qualcosa da mangiare ? Chiamamo d'asporto. 》
Si intromise Toji, facendo un sospiro e alzandosi dalla sedia.
《Basta che non mi rompete il cazzo. Quindi Naoya. Rimaniamo così?》
Il corvino allungò la mano verso il cugino e quest'ultimo prima guardó le sue dita, poi lui e infine si alzò.
《Va bene, ma la tizia dorme con te. Che non ho altri posti letto.》

《Cosa ??》
Esclamò Rin.

《Bene.》
Disse invece Toji. Non sembrava affatto dispiaciuto.

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Toji aveva preso delle pizze, alla fine. C'era stata una indecisione generale; Naoya voleva il sushi, mentre Toji la pizza e ciò che voleva lei il corvino lo aveva scartato a prescindere. Non era stata pretenziosa. Voleva solo dell'ottimo caviale e una bottiglia di champagne. Toji si era lasciato scappare un no categorico e aveva deciso lui per tutti.

Le pizze arrivarono e le scartarono sul tavolo della cucina;
《Quindi Cos'hai intenzione di fare con quegli stronzi ?》
Fu il biondo a parlare mentre stava masticando con la bocca aperta, Rin non riuscì non storcere la bocca.

Odiava chi parlava con la bocca piena e si costrinse a distogliere lo sguardo; fece un sospiro. Il suo stomaco già si era chiuso dopo il primo morso.

《Li farò fuori uno a uno. Tu hai ancora quel tuo giro di rifornimento di armi ?》

《Mh ?》
Fece sovrappensiero Naoya, mentre tirò un altro morso alla pizza.
《Sí》

《Bene. Perché mi servono più armi possibili e un appoggio.》
Rispose Toji, poi gettò lo sguardo sulla ragazza; Rin aveva appoggiato un gomito sul bordo del tavolo e stava giocando con le punte dei capelli, attorcigliandoli intorno all'indice.
《Non mangi ?》
Corrugò  lo sguardo, lei subito venne strappata dai pensieri.

《N-no...sono piena in realtà. Penso andrò proprio a dormire, dormire sul divano non è l'ideale per riposare prima di una sparatoria.》
Si congedò velocemente, prendendo il cartone e chiudendolo, poi si alzò dalla sedia e sparì  oltre la porta.

Trovare la camera degli ospiti era stato facile per lei; quel buco di appartamento non era come il suo. 
Infatti solo il suo salone era grande come tutta casa di Naoya.
Dietro la porta in legno, trovò difatti la stanza degli ospiti, o come l'aveva chiamata il biondo. Spinse la porta e la aprì; il letto era a una piazza e mezzo, molto sfatto e c'era solo un armadio vuoto lì e basta, le cui ante erano ancora aperte.
Anche quella stanza era in disordine; si vedeva che il biondo non fosse un amante della pulizia o dell'ordine in generale.
Si gettò direttamente sul letto, con la schiena premuta contro il materasso e osservò il soffitto.
In realtà, aveva sonno ma non riusciva a dormire. Tutta quella situazione era ancora così estranea per lei.
Toji, Naoya, quella specie di gioco di morti...non era abituata.
Lei che qualche giorno prima era in mezzo alle strade del quartiere più alla moda del Giappone per fare compere di vestiti e riempire il suo armadio. Non che le mancassero le sue Saint Laurent, ma le mancava suo padre.
Non lo sentiva da giorni ed era l'unica persona che le era rimasta.
Non osava immaginare come si sentisse in quel momento che sua figlia era scomparsa. Sicuramente gli era venuto qualcosa.
E probabilmente era già stata resa nota la sua scomparsa; Haruta Shingemo, il suo facchino, lo aveva già avvisato quando aveva visto che non era ritornata. Era sicura. Haruta era sempre stato un uomo molto fedele a suo padre e seguiva lei ovunque andasse solamente perché veniva comandato da lui.
Rin era consapevole che il biondo non fosse felice quando lei proponeva di andare a fare shopping.

Quando sentí la serratura scattare, subito chiuse gli occhi fingendo di dormire. Dei passi pesanti che stavano calpestando la moquette consumata, le fecero pensare che fosse Toji.  Era sempre così delicato quando si trattava di svegliare gli altri quando in realtà non se ne fotteva di nulla se non di sé stesso.
Il sospiro pesante che uscì quando il letto si piegò alla base sotto quel grosso peso, le fece capire che fosse effettivamente lui.
Non voleva aprire gli occhi, li teneva stretti e fingeva di dormire; sentiva solo i vari rumori con lui che stava trafficando con qualcosa e vari spostamenti. 
Ci mise troppo tempo e, curiosa, aprì un po' gli occhi per capire cosa stesse facendo l'uomo; non l'ebbe mai fatto. Quasi ebbe un colpo quando si ritrovò piazzata davanti alla faccia la schiena di Toji, così sinuosa: le spalle larghe, la vita sottile, i muscoli che si contraevano a ogni movimento e le facevano venire voglia di allungare la mano e tastare tutto quel fascio contatto.
L'uomo era di spalle; piegato in avanti, con le braccia scese a terra e impegnato a slacciarsi gli anfibi.

《Cazzo...》
Sussurrò a sé stessa. Quello che doveva essere solamente un pensiero si trasformarono subito in parole, dovette appoggiarsi le mani sulle labbra quando il corvino si girò verso lei e arcuò  un sopracciglio.

《Pensavo stessi dormendo.》
Disse.
Si aspettava un sorriso malizioso ma evidentemente anche lui era così stanco che non aveva voglia di ribattere alle sue parole.

《Ecco...stavo cercando di dormire, ma qualcuno mi ha svegliato.》
Girò gli occhi, più che altro per distogliere l'attenzione da un Toji che alzandosi dal letto, si slacciò anche i pantaloni e li tolse, rimanendo in boxer. 

Dio, si sentiva morire.
Si girò dalla parte opposta, quando l'altro fece il giro del letto per sdraiarsi sul posto vuoto a pancia in su.
《Beh, ora ti tocca addormentarti di nuovo perché domani sarà una lunga giornata.》
Sentí le sue parole.
Lei non riusciva a controbattere; era rigida come una tavola di legno. Era la prima volta che un uomo, mezzo nudo, condividesse il letto con lei.
Sentiva tutto il corpo sudare freddo e le palpitazioni del cuore a mille.

《Perfetto. Buonanotte, scimmione.》
Ringhió la ragazza, prendendo le coperte e allungandosele sulla testa.
Sentí l'altro alle sue spalle ridacchiare, ma non aveva ricambiato la sua buonanotte. Che scostumato.
Sentí  i nervi a mille. Con tutte le persone del mondo che c'erano proprio un idiota del genere doveva capitare come suo rapitore ??

Sentí la rete del letto scricchiolare e il materasso muoversi sotto il peso dell'uomo, lei era rigida e non aveva nessuna intenzione di muoversi.
Ma era consapevole che, nonostante ci fossero le coperte a coprire il suo viso, fosse arrossita.


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