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Di poche cose Rin era sicura; che i saldi invernali sulle scarpe costose e di alta moda erano solo una truffa per applicare il prezzo di mercato effettivo e che Toji Fushiguro fosse un pazzo.
Sulla prima non era sicura, ma sul secondo invece...

《Tu sei pazzo.》
Aveva la mano stretta intorno alla maniglia della portiera, il corvino stava correndo e sfrecciava tra le varie macchine in mezzo la strada.

《E ancora non mi hai conosciuto. 》
Fortuna per lei che Toji si fermó auna stazione di servizio, Rin gettò uno sguardo fuori osservando l'uomo che fece il giro della macchina che aprì lo sportellino e  prese l'erogatore del carburante. 
Lei abbassò poi il viso; il montoncino che stava indossando si era rovinato a causa della pioggia e del fango poi aveva la camicetta che da bianca era diventata un color ocra e quella gonna che stava indossando invece era macchiata.
Una rovina.
Tolse il montoncino, nonostante ci fossero delle temperature  molto basse e Toji non si era nemmeno preoccupato di farla stare al caldo, e se lo gettò ai piedi.
La situazione peggioró quando l'uomo aprì la porta facendo entrare tutto il freddo invernale, una folata di vento che la andò a colpire dritta sul viso.

《Ho bisogno di qualcosa da indossare e di una doccia.》
Pretese lei.
Sì, erano in fuga da squilibrati, ma aveva bisogno di cambiare i vestiti e le sarebbe bastata anche una tuta.

Toji invece si limitò a guardarla con sufficienza, alzando un sopracciglio all'insù.  La sua faccia parlava da sola: cosa gli interessava a lui ?

《non posso andare in giro conciata in questo modo. Potrei destare sospetti. E poi, non dovrei essere anonima ?》
Sussurrò.

In effetti, il suo discorso calzava alla perfezione. Lo sguardo dell'altro allora si alzò da lei, e allungando un po' il collo osservò attraverso il finestrino il negozio che c'era su quell'aria di servizio.
《Puoi prendere qualcosa da lì. Penso vendano di tutto.》

《Non ho soldi con me.》
Sospirò lei.
Per colpa sua, aveva lasciato tutto nell'appartamento insieme alle buste dei  vestiti che aveva acquistato. Erano stati indossati solo una volta e basta. Solo per provare che la taglia fosse quella giusta.

《Va bene. Ti do dei soldi. Però vengo con te.》

《Guarda che non scappo via.》
Lei lo guardò, alzò un sopracciglio.

《Non ho fiducia.》
Fece scattare quindi la sicura dell'auto,  aprendole quindi la portiera e scesero insieme dall'auto.

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Infine optó per una tuta.
Era maschile ma si assicuró di prendere la taglia più piccola che le potesse andare.

Doveva però provarla.
Infilò sul braccio una maglia e un pantalone e prese anche a volo delle scarpette da ginnastica, perché quelle scarpe le stavano distruggendo i piedi e quell'idiota li vicino a lei aveva spezzato anche i tacchi.

《Non devi entrare con me.》
Sibiló lei, entrambi in procinto di avvicinarsi al camerino.

《Devo controllarti. Non devi scappare.》
L'altro camminava tranquillamente al suo fianco.
Ad occhi estranei potevano sembrare una coppia di fidanzati, lui che la stava aiutando a comprare qualcosa per lei, magari per un viaggi che avrebbero fatto insieme.
Però le poche persone che c'erano stavano facendo i fatti loro e sembravano non aver proprio notato la loro presenza.

《Sei irritante.》
Sibiló ancora una volta Rin.
Fece uno sbuffo e tirò a sé la tendina del camerino per aprirla.

《Grazie.》
Subito Toji si infilò  all'interno dello stesso insieme a lei e incroció le braccia mentre si appoggiò con la schiena contro il muro opposto.

《Dove me ne scappo che non c'è nessuna via d'uscita.》
Sussurrò in risposta, poi si girò di spalle a lui e tolse le scarpe, poi infilò il pantalone di tuta da sotto la gonna e infine la slacciò.

《Sei riuscita a scappare da casa mia, meglio tenerti sotto controllo.》

Lei sospirò,  facendo scivolare via la gonna da sopra il pantalone; le andava bene, ora toccava indossare la maglia e questa era più difficile da indossare in presenza dell'altro.

《Non riesco a togliermi la camicia se ci sei tu li che mi fissi.》
Sussurrò Rin, sfilando i bottoni dalle asole e stando attenta a non girarsi verso di lui nemmeno per sbaglio.

《Va bene, chiudo gli occhi.》

《Mhh.》
Non si fidava, ma dall'altra parte non voleva rimanere con quella camicetta nemmeno un minuto in più. Quindi la sfilò,  facendola cadere a terra e indossò subito la maglia. Infine lasciò le scarpe per ultime.
《Fatto.》
Disse, girandosi verso di lui e aprendo la tendina del camerino per farlo passare.

L'uomo subito si staccò dalla parete, ma quando le passò vicino arcuò un lato delle labbra all'insù 《e comunque, avevo ragione ; bel reggiseno.》

————————————————

Chiusi in auto, Toji partì.
《Ora mi porterai in un altro squallido monolocale dove magari progetteremo la morte dei tuoi rivali?》
Domandò Rin ironicamente; aveva fame e Toji non si era nemmeno degnato di prenderle una barretta energetica in quel negozio.
Non mangiava da due giorni.
Non pretendeva caviale e champagne ma voleva qualcosa da mettere sotto i denti.

Toji non le rispose, era da quando erano entrati in auto che stava zitto ed era silenzioso.
Doveva essere per lei una bella cosa, siccome ogni singola parola che usciva dalla sua bocca le provocava un enorme fastidio.
Ma no, Toji era proprio strano: difatti, quando lei lanciò uno sguardo verso di lui vide il suo concentrato sulla strada, ma abbastanza vuoto e lontano.
Come se stesse pensando oppure come se avesse visto qualcuno.
《Toji! Sto parlando con te.》
Lei fece uno sbuffo.

《Qualcuno ci sta seguendo, Rin.》
Lanciò subito uno sguardo allo specchietto retrovisore, mentre fu proprio la donna a chiedersi come avesse fatto a intuirlo. Infatti, nel voltarsi oltre il sedile, non ebbe nemmeno il tempo per controllare bene che un vetro esplose.

《Cazzo!》
Esclamò lei, appoggiandosi le mani sui capelli come per ripararsi dalle schegge che erano volate via con il duro impatto.

《Reggiti, bimbetta.》

Un proiettile che allarmò subito Toji il quale premette sopra l'acceleratore e schizzó via come un pazzo, di nuovo.
Lei era già munita di cintura di sicurezza, aveva fatto bene. Non si era mai troppo sicuri con l'altro.
Subito Toji si infilò in mezzo a un posto più affollato di macchine intorno e corse, sfrecciando ancora tra le auto.

Durante la corsa in auto, Toji si accovacciò con il braccio steso in direzione del cruscotto ed estrasse da lì una pistola luccicante.
《Guida.》
Disse, guardandola con la coda dell'occhio.

《Cosa ?!?》
Esclamò lei, ma lui non fiatò anzi...lasciò il volante e allungò lo stesso braccio intorno al suo fianco e la trascinò con forza sulla sua gamba, dopo aver sfilato la cintura di sicurezza.
Si ritrovò quindi con seduta su di essa, aveva la coscia dura e allenata.

《Non rompere.》
Sentí ringhiare l'uomo, percependo poi il suo corpi muoversi. Le braccia contrarsi e il busto stendersi oltre quel finestrino. 

Lei era troppo concentrata a osservare la strada che aveva davanti; allungò un piede verso l'acceleratore e cambiò la marcia, ma il colpo che partì, il cui suono rimbombó  forte nelle sue orecchie, la fece sussultare.

A quello sparo seguirono altri; intanto sentiva il fuato caldo di lui sul collo, la grossa mano libera dalla pistola invece era salda sul suo fianco sottile.
Dallo specchietto retrovisore vide l'auto nera sbandare subito e uscire dalla gareggiata, sbattendo contro un palo e facendo così fuoriuscire del fumo.

《Continua a guidare.》
Sussurrò nel suo orecchio; era un sibilo che le provocò ulteriori brividi lungo la schiena.
Una scossa di adrenalina che le fece vibrare ogni sigolo muscolo e la costrinse a spingere tutto il piede sull'acceleratore,  con la marcia ingranata sulla quinta.
Ormai schizzava tra le auto in viaggio e quelle ferme, sentendo Toji darle delle istruzioni su dove girare e ogni tanto controllava se ci fossero ancora quei tizi alle loro calcagna.

《Fermati qui.》
Il braccio di lui si infilò sotto il suo e con il filo puntato le indicò un vicolo.
Questo era simile a quello dove c'era il monolocale; era una parte di Tokyo che non conosceva e non voleva nemmeno conoscere.

《Non darmi ordini.》
Ringhió lei, infilandosi subito nel vicoletto e spingendo il piede sul freno.
La macchina si arrestò  sul colpo, i corpi dei due cozzarono l'uno contro quella dell'altra.
Lei buttó fuori tutta l'aria trattenuta, mentre allentò  la presa sul manubrio non accorgendosi nemmeno di averlo stretto così tanto che le sue nocche erano sbiancate.

《Non sei male. A guidare.》
La voce profonda dell'uomo alle sue spalle fece sciogliere tutta la tensione.
La mano che aveva sul suo fianco non c'era più, non sentiva più la pressione delle sue dita impresse sulla pelle coperta, infatti l'aveva spostata verso la portiera e il rumore della porta che si aprì confermò anche la sua ipotesi.

《Non sottovalutarmi.》
Le disse, girando appena la testa per guardarlo con la cosa dell'occhio e scese dalle sue gambe con un salto.

Toji fece un sorrisetto divertito. Scese anche lui dall'auto, chiudendosi la porta alle spalle e lasciò che la ragazza si desse uno sguardo tutto intorno. La lasciò ambientare.

《Dove siamo ?》
Mentre lui fece scivolare le braccia lungo I fianchi, lei lo seguì.

《Da un amico.》

《Un amico che...》
Alla fine, lei si mise al suo fianco e camminò pari passo a lui.
Lo stava guardando dal basso verso l'alto. Toji si avvicinò a uno dei tanti portoncini di ferro, colorati di un verde così scuro da sembrare nero e bussó.

《Un amico che ci può ospitare mentre ci rimettiamo in sesto. 》

Infatti, dalla porta si aprì uno scompartimento che rivelò un paio di occhi castani, sottili come quelli di un felino.
Si chiuse subito, poi lei percepí una serie di rumori simili a quelle dello sblocco di una serratura, solo che ne erano varie, e infine la porta si aprì.

《Toji, figlio di puttana. Speravo fossi morto.》

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