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《Che cazzo fai ?!》
La donna si agitava in mezzo alle grosse braccia dell'uomo, il quale la sollevò senza nessuno sforzo e la trascinò dentro casa.
《Lasciami !》
Continuava a blaterare, agitandosi invano nel tentativo di riuscire a sfuggire via dalle braccia del corvino.
Ogni tentativo era inutile; l'altro era sempre più forte di lei e stava a due passi davanti a lei. Lo odiava. Odiava Toji Fushiguro.
Le sue braccia giganti erano ancora a volte intorno ai suoi seni, quando la trascinò dentro e chiuse la porta di casa sbattendola.
Sentiva tutta la possenza di quella stretta da sotto la camicetta sottile e bagnata.
Venne subito spintonata sul divano, fece un mugolio quando la sua schiena andò in contatto con i cuscini di esso e ringhiò quando lo sguardo incontrò quello divertito dell'uomo.
《Stavo aspettando proprio la tua fuga.》
Un sorriso spiccó sulle sue labbra, mentre si portò i capelli bagnati all'indietro con le dita ma questi ci misero poco a tornare come prima.
《Ma pensavo fossi abbastanza intelligente. Io ci avrei scommesso sulla seconda sera. Addirittura la prima?》
《Ho del coraggio da vendere.》
Sussurrò Rin, passandosi le mani tra i capelli, e spostandoli all'indietro.
Li sentiva tutti appiccicati sul viso, a parte che era infreddolita. Sentiva il tempo peggiorare e la pioggia battere forte contro i vetri.
Alzò il viso verso Toji, il suo sguardo invece la stava squadrando dalla testa ai piedi.
Soffermandosi in particolar modo sul suo petto.
Rin abbassò a sua volta lo sguardo, a parte i vestiti coperti di fango e bagnati di pioggia, si accorse che quest'ultima aveva bagnato così tanto la sua camicetta bianca che era diventata trasparente e da essa si intravedeva quindi il reggiseno nero di pizzo.
《Bel reggiseno.》
Sentí dire il corvino.
Non sembrava imbarazzato, dalla sua voce e lei di scatto si coprì il petto con le braccia.
《Dammi un asciugamano.》
Aveva anche freddo. Percepiva la pelle d'oca con quella camicia bagnata.
《Mh, no ? Fino a quando non mi avrai detto una parolina magica.》
《Quale ?》
La corvina corrugó lo sguardo, sentí una gocciolina d'acqua fredda scorrere dalla tempia lungo tutto il viso.
《Un per favore.
Dopotutto si ottiene tutto se si è gentili.》
Toji la stava palesemente prendendo per il culo.
O era troppo stupido o stava seriamente giocando con lei.
《Cosa ? Scordatelo!》
Sussurrò, passandosi le dita sul viso e togliendosi alcuni residui di acqua da esso. Era anche molto stanca ma non riusciva a dormire in quelle condizioni.
《Okay. Allora buonanotte. Dormi così.》
E dicendo così, le diede le spalle, prendendo le chiavi dell'auto e anche di casa, se le mise nelle tasche e rientró in quella stanza in cui era sparito poco prima.
《Che stronzo.》
Disse Rin tra sé e se.
In che guaio si era cacciata con quel tizio.
Avrebbe potuto scappare a piedi piuttosto che perdere tempo a cercare le chiavi nell'auto.
Avrebbe dormito tutta infreddolita, con i vestiti sporchi di fango e a casa di un sicario. Cosa poteva succedere di peggio ?
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Il peggio se l'era chiamato subito il giorno dopo quando sentí la voci di Toji irrompere nella stanza e fare anche casino che si stava spostando. Va bene che era un energumero di due metri e per poco non sfiorava con la testa il soffitto, a parte che le sue scarpe, i suoi anfibi facevano un casino impressionante contro il legno consumato e scricchiolante di quella vecchia casa.
《Delicato sempre come un elefante in una cristalleria.》
Rin, che si stava appena svegliando, vide l'uomo fare avanti e indietro mentre infilava delle cose all'interno del borsone.
Era già mattina, non ricordava di essersi addormentata sul divano.
Era ancora stesa sui cuscini di esso, a pancia in su e osserva il soffitto. Aveva perso l'attenzione su Toji per concentrare lo sguardo sull'intonaco bianco e vedere il gioco di colori che creava la luce del sole su di esso. Dopo la tempesta usciva sempre il sole no ?
《Dobbiamo andare.》
L'altro si stava infilando il giubbotto antiproiettile.
Lei alzò un sopracciglio, girando po sguardo verso di; i suoi vestiti si erano asciugati ma non del tutto erano ancora umidi.
《Quanta fretta. Ieri siamo arrivati.》
Aveva ancora la voce impastata dal sonno; aveva dormito profondamente ma ne stava pagando caro con quel mal di schiena che ol divano le aveva arrecato.
《E dobbiamo andare via. Qui siamo scoperti.》
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