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Rin era incazzata, ed era dire poco. Quello sconosciuto non solo era entrato senza permesso dentro casa sua, si era rifiutato di rispondere alle sue domande e le aveva tirato anche uno schiaffo sul culo.
《Ma quanta confidenza !》
Urlò la donna, tirandogli un ultimo pugno sul petto; l'altro in risposta sbuffó scocciato e la prese di nuovo dalla sua spalla, mettendola a terra.
Aprì la bocca per controbattere, ma entrambi si voltarono quando sentirono un sonoro "crack" ...
Lei sbiancó e spalancò le labbra sottili: vide il tacco a terra.
《Dio santo ! Ma sai quanto costano queste Gucci ??? Probabilmente  se io ti vendessi non riceverei memmeno la metà dei soldi.》
Erano le sue scarpe preferite, in più.
Si piegò  e allungò la mano a raccogliere il tacco.
《dammi l'altra scarpa così risolviamo il problema.》
Lo conosciuto la guardó,  le braccia strette al petto e lei alzò gli occhi verso di lui. Sotto la luce del mattino, più chiara poteva vederlo meglio.
Il suo viso era spigoloso, e la cicatrice sul lato del labbro sembrava più vivida in quel momento, illuminata meglio dal sole. Inoltre aveva un broncio infastidito sulle labbra.

《Mh ?》
Fece la corvina confusa, ma accettò l'invito? A quel punto si accovacció e si sfilò la scarpa, dandolo all'uomo. Sperava tanto che facesse il calzolaio come secondo mestiere perché non poteva camminare in quelle condizioni; era troppo sbilanciata.
Un altro "crack" la fece spalancare ancora di più gli occhi; il corvino aveva sì  in mano la sua scarpa ma dall'altra aveva il tacco.
《Che cazzo hai fatto ?!?》
Urlò ancora più infuriata di prima. Prendendo la scarpa dalla sua mano con prepotenza mentre sul viso di lui si disegnò un sorriso sghembo e arrogante e si infilò la scarpa al piede.
《Coglione.》 Sibiló ghiacciandolo solo con li sguardo, gli occhi assottigliati in due fessure.

L'altro rimase con quel sorriso da stupido stampato sul viso:《Non c'è di che, ti ho fatto un favore e poi me lo dovevi per tutti quei calci e pugni che mi hai dato.》
Subito la sua espressione si tramutó; lo sguardo divenne più serio e di ghiaccio tanto che Rin per un istante aveva pensato che fosse davvero uno schizzato fuori di testa.
Dio, come si era ritrovata in quella situazione.

L'uomo non parlò, afferrò il suo polso in malomodo e la trascinò via da quel tetto.
《Che cazzo fai! Mi fai male, idiota!》
Da quella visuale, lei poteva vedere solamente la schiena di lui, mentre veniva trascinata: era così soda, così ampia le spalle grosse mentre il busto sottile, lo si poteva intravedere da quel giubbotto antiproiettile.  Chissà cosa ci nascondeva lì sotto.

《Dobbiamo andarcene subito.》

《Tu sei fuori di testa !》
Finalmente aveva dato voce ai suoi pensieri. Ma l'altro sembrava inamovibile, continuava a trascinarla così come un padrone fa con il suo cane al guinzaglio.

Lei voleva delle spiegazioni.
Magari era tutto uno scherzo, ma anche gli scherzi duravano poco e l'altro lo stava prendendo anche troppo seriamente.

《Senti. Io non mi muovo da qui fino a quando non avrò delle spiegazioni.》
Lei impuntó  i piedi sul pavimento, ormai erano entrati in una porta dove avrebbero preso delle scale che li avrebbero condotti al piano terra.
Ma l'altro era più forte, troppo forte e riuscì a trainarla.
《Mi hai sentito! Scemo, parla.》
Ringhió  ancora lei, appoggiando una mano sul polso "ammanettato " e cercando di fare leva con entrambe per sfuggire via dalla sua presa.

L'altro perse la pazienza: con uno sbuffo, la strattonò portandola di fronte a sé e spingendola con la schiena contro il muro, il corpo contro il suo per evitare di farla liberare.
《sono qui per sequestrati così tuo padre mi darà i soldi. E una volta ottenuti ti lascerò libera.》
Lei cercava di liberarsi in tutto quello, ma non appena sentí  quelle parole, più il fiato caldo dell'uomo sul viso vista la minima distanza in cui era costretta a stare, girò il viso verso di lui e corrugó lo sguardo.

《Bene. Sappi che qualunque cosa farai papà non ti darà i soldi e setaccerá la città pur di trovarmi. A quel punto, sarai tu quello nella merda fino al collo.》
Sibiló,  cercando di rimanere con i nervi saldi nonostante la presa di posizione dell'uomo. Ma lei non era tipo di farsi mettere i piedi in testa. Nemmeno da uno sconosciuto.

《Perfetto. 》
Sorrise ancora. Poi afferrò di nuovo il suo polso e riprese a trascinarla.

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