Pizza time
Usciamo dall'ospedale in silenzio, lui sorride in modo tenero mentre io sono più imbarazzata che mai. Le parole di Freddie rimbombano ancora nella mia testa, più cerco di non pensarci, più ci penso.
Guardo Deacy che ha lo sguardo rivolto verso la strada. Di tanto in tanto si gira verso di me e arrossisce.
Il silenzio, che prima era comodo, diventa pesante e imbarazzante.
— A-allora... Com'è andata a scuola? —
— Beh... Bene, penso... Cioè, non abbiamo fatto niente di che, abbiamo solo ripassato, o meglio, io ho solo ripassato perché studio praticamente sempre hehe — dico in modo impacciato.
— E cosa studi? — mi chiede.
— Commercio internazionale —
— Ah... E ti piace? —
— Ogni volta mi fai sempre un sacco di domande... posso sapere perché? —
— Mi sembra di avertelo già detto, non ti conosco per niente, volevo sapere un po' più di te — mi dice con un tono burlesco.
— Ahh si, e mi pare che anche io ti avessi risposto... — rispondo seguendo il suo gioco.
— Beh, allora facciamo un botta e risposta, ti chiedo una cosa e tu rispondi, ok? —
— Ma che senso ha? — chiedo ridendo.
— Tu rispondi e basta, colore preferito? —
— Verde —
— Numero? —
— 13 —
— sport? —
— calcio...? — dico dubbiosa.
— ti piace il calcio? — mi chiede alzando un sopracciglio.
— Beh, più o meno, non sono una fan degli sport ma il calcio lo seguo abbastanza —
— Beh, allora squadra del cuore? —
— Roma, ho una famiglia romanista —
— cibo? —
— Pizza — dico ovvia.
— Pensavo ti piacessero i toast... — dice deluso.
— Certo che mi piacciono! Ma la pizza è la pizza —
— Beh, perfetto, andiamo a mangiare una pizza — dice, per poi prendermi per mano e iniziare a correre.
Sento che le mie guance scottano, forse perché mi ha preso la mano, oppure perché stiamo correndo...
Fortunatamente, la corsa non dura tanto, la pizzeria era a una trentina di metri.
John saluta il tipo che stava dietro al bancone, probabilmente frequenta spesso questo posto.
— Hi Marcello! Guarda chi ti ho portato! —
— Uoo, una ragazza! Ronnie non ti interessa più? — chiede il ragazzo.
— Non parliamo di quello, ti prego... Lei è Sofia, è italiana doc — dice spingendomi leggermente più avanti.
Sorrido timidamente.
È alto più o meno come John, ha i capelli marroncini/rossi, e gli occhi verdi. Ha una pelle chiara con qualche lentiggine qua e là e il suo sorriso ispira simpatia.
— Beh, in realtà sono italiana per metà, l'altra è messicana, ma si, sono cresciuta in Italia — dico.
Marcello esce dal bancone per salutarci meglio. Abbraccia Deaky, come se lo conoscesse da tutta la vita mentre a me prende la mano e la bacia.
— Ogni volta devi fare così, va che sei pesante dopo un po' — dice scherzosamente Deacon.
— È il mio carattere, che ci puoi fare? —
— Tanto non rimorchi nessuno! — lo sfotte John.
Il pizzaiolo ignora il suo commento e mi inizia a parlare in italiano, con un marcato accento napoletano.
— In realtà il mio nome non è Marcello, ma Paolo. Mi faccio chiamare così perché sembra più italiano, la gente lo ricorda di più. Beh, in realtà mi chiamano Marcello McCartney, sai no, perché Paolo, Paul... —
— Devo darti ragione, la gente si ricorda di più Marcello che Paolo — rispondo ridendo.
— Posso chiederti una cosa, da dove vieni? Nel senso, da che parte d'Italia? —
— Beh, sono nata al nord, ma di nord c'ho solo l'atto di nascita... Mio padre e turra la sua famiglia è umbra, perciò... —
— Ah beh si mi sembra ovvio. E perché sei qua? —
— Studio — faccio spallucce, — e tu invece? cioè, non si lascia la propria patria facilmente... —
— La mia famiglia ha una pizzeria, giù a Napoli, volevano che lavorassi con loro, ma volevo viaggiare, visitare il mondo... e ho perso una scommessa, dovevo fare un esame nell'università di ingegneria elettrica... E l'ho passato. Ma mi sono laureato un anno fa, perciò non ci sono problemi! Ho iniziato a lavorare qua per hobby, nel senso, io adoro fare la pizza, vendevo pizza all'inizio ai miei compagni di classe, poi alla scuola e infine alla città! E mi piace, cioè, guadagno bene... — dice con molto entusiasmo.
— Uhm, yeah, pizza pasta mandolino! I speak ittaliaaano! Seriamente, potete parlare in un linguaggio comprensibile anche a me? — dice John ridendo.
— Scusa Deaks, era una chiacchierata tra italiani... Ma ora, — dice battendo le mani e tornando dietro al suo posto, — è ora che tu mangi la miglior pizza di sempre! Scelgo io per voi, quindi, aspettatevi una bella sorpresa! Prego, accomodatevi —
John mi prende per mano e mi trascina in uno dei tavoli liberi. È molto felice, sembra proprio che voglia stupirmi.
— La pizza di Marcello è la più buona che io abbia mai mangiato! Sono sicuro che ti piacerà! —
— Lo spero anche io! Ma... com'è che vi siete conosciuti? Tu e Paolo intendo —
— Abbiamo fatto l'università insieme. Lui veniva un po' deriso perché è italiano e lo chiamavano Marcello... Io ero il più timido della classe e beh, la gente non mi calcolava. Quindi abbiamo fatto amicizia. Eravamo, cioè, siamo ancora ottimi amici ed è stato lui a dirmi che i Queen cercavano un bassista! Mi ha aiutato molto ad aprirmi... — racconta.
Quando John parla provo molte emozioni, è un bravo narratore. Ha una voce che ti trasporta, il resto se ne va. È...
— ...bellissimo... — dico con aria sognante.
— Beh, stavo parlando dei calzini che lasciava in giro per la sua stanza, non mi sembra molto bello, ma se lo dici tu —
Arrossisco. Stavo pensando ad occhi aperti per l'ennesima volta.
Non faccio in tempo a replicare che arriva Marcello con le pizze, erano tutte fumanti e sembra che ti dicano "mangiami". Hanno davvero un aspetto magnifico.
— Per John abbiamo una pizza ai quattro formaggi, mentre per Sofia una pizza con mozzarella di bufala. Buon appetito! —
Prendo subito una fetta e la mordo.
È DELIZIOSA! È davvero molto buona, croccante, calda, mmmh! Mangio una fetta dopo l'altra, finché non mi ritrovo il piatto vuoto.
— Oddio, era troppo buona! — dico dopo aver inghiottito l'ultimo boccone.
— What the- L'HAI GIÀ FINITA? — dice John incredulo con la bocca piena.
— Beh si, era squisita! — dico pulendomi col tovagliolo.
— Sono contento che ti sia piaciuta — dice lui appoggiando il mento sulla sua mano.
Rimaniamo a parlare ancora un po', ognuno perso nelle parole dell'altro, finché non noto l'orario e vedo che in meno di venti minuti devo tornare a scuola.
— Massi, ci metti poco ad arrivare, resta qui ancora un po'... — mi dice Paolo.
— Mi dispiace ma sono una persona molto pignola, adoro arrivare in anticipo — dico facendo spallucce.
Sto per prendere i soldi quando Deacy mi blocca con una mano, mentre con l'altra porge i soldi a Marcello.
— Sono stato io a proporre di venire qui, quindi pago io — mi dice con voce sicura.
— No, non posso permetterlo, pago i-
— Non dovevi andare a scuola? Su su su, che arrivi tardi — mi interrompe John facendomi girare verso la porta.
Sono quasi praticamente fuori ma mi volto verso il pizzaiolo per salutarlo e ringraziarlo un'ultima volta. Faccio per salutare John ma si limita a darmi un bacio sulla guancia e quando si stacca, mi fa cenno con la mano, per poi chiudere la porta.
Rimango impalata per qualche secondo, sfiorandomi la guancia, probabilmente, anzi, sicuramente sono arrossita.
Quando mi "risveglio" noto che manca un quarto d'ora all'inizio dell'ultima lezione del giorno. All'inizio cammino verso la scuola ma quando vedo che sto per fare tardi inizio a correre. Arrivo a scuola col fiatone e mi fermo davanti a Greta. Lei sta per parlare ma le faccio segno di aspettare perché devo prima riprendere fiato. Una volta che questo si è regolato, inizia con le "prese in giro".
— Dove sei stata? Non dirmi che ti sei addormentata! — mi dice con tono scherzoso.
— No no, sono andata a mangiare una pizza... —
— Ma avevi detto che non conosci nessuna pizzeria! ASPETTA: non è che ci sei andata col bassista? — chiede con sguardo malizioso.
— Beh... diciamo che John mi ha portata a mangiare una pizza... — dico arrossendo.
— UOOOO TI HA PORTATA FUORI! È STATO UN APPUNTAMENTO IMPROVVISO! CHEBELLOCHEBELLOCHEBELLO! — esulta saltellando, — e poi? vi siete baciati? avete fatto fiki fiki? — chiede curiosa.
— C-COSA? NO! NO NO NO! NO! Mi ha solo dato- —
— TI HA DATO LA SUA VERGINITÀ? —
— ma che caz- NO! mi ha dato solo un bacio sulla guancia! — dico un po' scandalizzata.
— Ahhh... Il ragazzo è timido e innocente... O forse vuole solo andarci piano per poi sfondar- —
Fortunatamente non finisce di parlare perché suona la campanella. Greta brontola qualcosa ma io la prendo a braccetto ed entro insieme a lei nell'edificio.
La lezione dura abbastanza e non è poi così interessante, e, una volta finita, tutta la classe esce. Questa "routine" dura per tutta la settimana, scuola-casa-scuola-casa tutti i giorni e finirà fra qualche mese. Con una piccola interruzione a Natale, certo.
In questa settimana io e Greta abbiamo fatto sempre più amicizia, ciò che è successo con Martha ci ha unite abbastanza da aver passato cinque giorni su sette insieme a lei.
Durante le pause pranzo vado sempre da Brian, finché non lo dimettono. Poi, vado ogni giorno a mangiare o a casa mia, o a un bar o a una delle case dei Queen con John, Freddie, Cristina, Michelle e Roger e più avanti si aggiunge anche Brian. In questa settimana abbiamo modo di conoscerci di più e di legare.
E finalmente arriva il week-end.
Prima di andare alle prove dei Queen, decido di portare Greta a mangiare la pizza da Paolo. Non l'ha mai mangiata buona e dice che siccome io, che sono italiana, dico che è buona anche lei la deve mangiare.
Una volta arrivate, la mia amica si accorge che ha le scarpe slacciate e mi dice di entrare mentre lei se le sistema.
Dentro, c'era Marcello che stava indicando un tavolo a due clienti anziani. Quando mi vede sorride e mi saluta.
— Ciao Sof! Non sapevo che saresti venuta, John non mi ha detto niente! —
— Infatti non sono venuta con John ma con una mia amica, dice che vuole mangiare la pizza buona —
— Uuuh e dove sarebbe la tua amica? —
— Oh, sta entrando — dico girandomi verso la porta.
Greta rimane di sasso. Non capendo perché questa reazione mi giro verso Paolo e vedo che anche lui ha la stessa reazione, solo che lui ha le guance rosse.
— Ok, che sta succedendo? — chiedo.
— È l-lei l-la tua amica? — mi chiede sottovoce.
— Si perché? Vi conoscete? —
— No... È solo... bellissima — dice arrossendo.
Ah. Colpo di fulmine.
Perfetto, non potrò parlare tranquillamente con Greta perché sarà occupata a guardare Paolo. Spero solo che non si brucino le pizze degli altri clienti...
Dopo le strane presentazioni, io e la mia amica ci sediamo su un tavolo non tanto distante dal bancone.
— Voglio vederlo bene — dice lei.
Convinta.
Abbiamo ordinato (o meglio, io ho ordinato, lei è rimasta tutto il tempo a sbavare) due pizze margherita, una per ciascuno.
Marcello non fa in tempo a tornare in cucina che entra una ragazza con un vestitino rosa pesca. Da qui sembra che non abbia le sopracciglia. Ha i capelli lunghi e rossi ed è bassa e magra.
È seguita da un'altra ragazza, che, sfortunatamente per me, conosco molto bene.
— Che ci fa qui Martha? — chiedo sottovoce a Greta, distraendola dal suo bello.
— Cosa? Martha? —
Le vedo parlare animatamente con Paolo, probabilmente le conosce. Anzi, sicuramente.
Cerchiamo di nasconderci con i menù ma Martha ci nota lo stesso. Chiama la sua amica e ci indica non poco visibilmente.
La ragazza dai capelli rossi viene quasi correndo verso di me, sembra arrabbiata, delusa e triste... penso.
— CHI SEI TU? E COME OSI STARE CON IL MIO DEACY? —
— C-cosa, il tuo Deacy? —
— SI! NEL CASO TU NON LO SAPPIA IO E LUI CI FREQUENTIAMO! SOLO PERCHÉ "CI SIAMO PRESI UNA PAUSA" NON VUOL DIRE CHE DEVI FARE LA PROSTITUTA DI TURNO E FARTELO! —
— UO UO, calmati bella! La mia amica non ha fatto niente, non è colpa sua se non sai tenerti stretto un ragazzo! E poi, se "vi siete presi una pausa" vuol dire che lui può cercarsi un'altra, così come te! Ma, domanda più importante: CHI DIAMINE TI CREDI ESSERE? — sbotta Greta.
— Sono Veronica Tetzlaff. Io e John avevamo intenzione di sposarci — dice con tono di superiorità.
Boom.
Brutto colpo.
========
muhahaha
voglio soffrire hehe
avevo intenzione di cancellare la storia
jk, its 1 aprile
vabbe spero che vi sia piaciuto e niente uwu
scusate per la bReViTà
spazio vostro➡️➡️
Cheese on toast per tutti! -Bri
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