Nuovo manager
Uscì di corsa dalla pizzeria, con Greta e Paolo che mi chiamavano da dentro. Non li ascoltai, e proseguì fino al parco situato lì vicino.
Mi sedetti in una panchina e iniziai a pensare. Io e John non eravamo niente, ci eravamo solo baciati un paio di volte, non avevo di che piangere... Eppure il mio ego era rimasto ferito, dentro di me c'era un misto tra rabbia, tristezza e delusione.
Greta mi raggiunse dopo una decina di minuti e mi abbracciò.
— Sai, sei fortunata che le pizze non erano ancora state infornate, perché se no col cavolo che te la offrivo! Scherzi a parte, come ti senti? —
— Tranquilla, s-sto bene — mentii.
— Oh ti prego, non fare come tutte le ragazze che sono internamente distrutte e dicono di stare bene — mi rimproverò, — si vede lontano un miglio che stai male. —
Scossi la testa divertita, Greta riusciva a tirarti su il morale anche quando è mille metri sotto terra.
— Ora: andiamo a casa tua, ti metti i tuoi vestiti migliori, non dico troppo formali, ma nemmeno quelli che ti metti per andare all'università, si, sto criticando il tuo senso della moda, e dopo aver fatto tutto questo, vai dritta allo studio per incontrare Deacon, lo ignorerai e quando ti chiederà cos'hai gli risponderai "cHiEdIlO a VeRoNiCa". Piano semplice, ma efficace —
— A volte mi chiedo cosa ti fumi prima di uscire di casa... —
Greta non riusciva a credere che quella fosse casa mia.
— COME MAI VIVI IN UNA CASA COSÌ GRANDE? — mi chiese sbalordita.
— Ci venivo spesso con la mia famiglia, è molto vecchia come casa — risposi sorridendo.
Entrammo, e appena si accorse di Greta, Joey soffiò e andò a nascondersi.
La mia amica alzò gli occhi al cielo, dicendo come lei odi i gatti, perché sono "cattivi"... Ne era proprio convinta.
Le mostrai un po' la casa, visto che era la prima volta che la visitava, e, appena arrivammo in camera mia, si fiondò verso l'armadio e iniziò a tirare fuori un sacco di vestiti.
— Ma quanti cavolo di jeans hai? E tutti ugiali, per giunta! —
— Beh, almeno non ho dubbi su cosa mettere di sotto! —
Mi lanciò un'occhiataccia, e tornò al suo lavoro.
Dopo un buon quarto d'ora a mettermi a soqquadro la stanza, se ne uscì con uno dei miei miliardi jeans a zampa e una giacchetta che non avevo mai visto prima.
— Ma se è così bella! — esclamò Greta.
— Non è colpa mia se è finita nel lato oscuro del mio armadio! —
Però aveva ragione, era davvero molto bella. Era accompagnata da una magliettina della stessa fantasia, fiori di tutti i tipi e colori su uno sfondo marrone.
Era pergetta, teneva caldo, il che era buono, visto che stava per iniziare dicembre.
Mentre mi vestivo, Greta andò in bagno a controllare se avevo dei trucchi. La sua sorpresa è stata grande vedendo che non avevo quasi niente.
— Ma ti prendi cura di te stessa? —
— Nope —
Le uniche cose che avevo era una matita e un lucidalabbra. Voglio essere osservata passando inosservata, le spiegai, ma lei non capì.
Stava per iniziare ad applicare la matita quando il campanello suonò un paio di volte.
Greta si alzò scocciata e si diresse verso la porta. Le uniche cose che riuscì a sentire furono il rumore della porta che si apriva e un grazie borbottato.
— Chi era? — chiesi dal bagno.
— Uhh il postino, a quanto pare ti è arrivata una lettera... —
Sentendo quelle parole scesi di corsa dalle scale e presi dalle sue mani la busta.
Per Sofia
La aprì e al suo interno c'era un fogliettino di carta ripiegato su se stesso e un piccolo cuoricino di carta.
You're the best friend
That I ever had
I've been with you such a long time
You're my sunshine
And I want you to know
That my feelings are true
I really love you
you're my best friend
— Sei d'accordo con me che l'unica persona che può averti scritto questo non può essere che la tua anima gemella... —
Mi girai di scatto, vedendo come Greta aveva sbirciato tutto.
Arrossì, senza neanche saperne il motivo, facendo spuntare un sorriso malizioso alla mia amica.
—...e scommetto che non è la prima volta che ti arriva una lettera del genere, o sbaglio? —
Distolsi lo sguardo, mordendomi il labbro inferiore.
— Ohh e va bene, si, mi era arrivata un'altra lettera! —
— Eccola la! Non ci voleva tanto ad ammetterlo, vero? Prossima volta dimmelo prima ancora di aprirla —
— Che senso ha? Lo dice chiaramente che sono solo un'amica... —
Greta scoppiò in una fragorosa risata, stava persino piangendo.
La guardai alzando un sopracciglio, non mi sembrava di aver fatto una battuta o detto qualcosa di così divertente...
— Oh Sofia, sei davvero uno spasso. Dice che vuole che tu sappia che i suoi sentimenti sono veri e che ti ama davvero. Non puoi venirmi a dire "sOnO sOlO uN'aMiCa!1!!! 1!1!" quando si è praticamente dichiarato! Ora, mostrami l'altra lettera... —
Obbedii, e tirai fuori da un cassetto il vecchio bigliettino.
Lo lesse e lo scrutò attentamente, ripetendo fra se e se ciò che c'era scritto.
— È innamorato. O innamorata, anche se non penso che tra le ragazze che conosci ci siano alcune capaci di scrivere cose così belle... —
— Dici? — chiedo con un velo di malinconia.
— Lo dice lui! — rispose indicando il foglio.
Glieli presi dalle mani e li rimisi nel cassetto.
Greta mi guardò alzando un sopracciglio, incrociando le braccia.
— Vuoi seriamente ignorare le lettere? —
— Ho abbastanza problemi da risolvere, tra John, la mia famiglia che viene qui per Natale, Cristina incinta, e, soprattutto, lo studio, penso proprio che questo spasimante possa aspettare un po', no? —
Si limitò a sospirare, per poi iniziare a truccarmi.
— Si, penso tu abbia ragione... E sappi che quando avrai intenzione di iniziare le tue ricerche su questo, sono libera tutti i pomeriggi prima delle 17 — disse finendo di applicare quel poco che volevo.
Mi guardò, così come un artista guarda la sua opera finita, pronta per essere esposta e mostrata al pubblico.
— Ora cosa devi fare, ti vengono a prendere, ci vai tu... —
— Oh, uhm, dovevo andare a casa di Michelle, così Roger può dare uno strappo sia a me che a lei — dissi prendendo una giacca più pesante.
— Uh ok, beh, ricorda ciò che ti ho detto, eh, I G N O R A L O, intesi? — disse aprendo la porta per uscire.
— Certo che si, e quando mi chiede cos'ho lo deve chiedere a Veronica — risposi per rassicurarla.
— Mi raccomando, cerca di uscirne intera — mi prese in giro.
Ci misi poco più di venti minuti per arrivare alla casa di Michelle, senza contare le innumerevoli volte in cui ho chiesto indicazioni alla gente perché non ho un briciolo di senso dell'orientamento.
Una volta arrivata mi ricordai che ci ero già stata, quando l'ho accompagnata a casa dopo la festa.
Bussai alla porta e la ragazza di Roger mi aprì, con un sorriso smagliante.
— Ciao Sof! Accomodati, Roger dovrebbe passare in qualsiasi momento — disse facendomi passare.
Entrai e vidi come la casa era più in ordine rispetto all'unica e ultima volta che c'ero andata.
Era davvero confortevole, accogliente e spaziosa.
— Come mai così elegante? — mi chiese con un sorrisetto malizioso.
Arrossii. Greta non mi aveva detto che fare nel caso mi chiedessero perché ero così.
Iniziai a guardarmi intorno, alla ricerca di una scusa credibile, finché non me ne uscì con un...
— Ehm... Presentimento — dissi imbarazzata.
— Non mi freghi, è per John vero? — chiese sempre più interessata.
— Ehhhh... io... —
Fui salvata dal campanello suonato da Roger. Prima di andare ad aprire Michelle socchiuse gli occhi, poco convinta della situazione.
Quando Rog entrò in casa, salutò la sua ragazza con un bacio a stampo, per poi farmi un cenno con la mano.
— Vogliamo andare? — ci invitò.
In macchina c'era anche Brian, era appena tornato da un controllo in ospedale, Roger l'aveva accompagnato. Ero certa che quei due nascondessero qualcosa, ma non avevo voglia di mettermi ad investigare. L'avrei fatto, ma in quel momento dovevo pensare a John e a "Veronica".
Brian stava decisamente meglio, rideva e scherzava come prima.
Il batterista stava davanti con la sua ragazza mentre io e Brian ci divertivamo a prenderli in giro da dietro.
Ci stavamo divertendo un mondo, ma non mi sono sfuggite le occhiatine che si lanciavano i due Queen.
Arrivammo allo studio, ce lo aspettavamo vuoto, ma c'erano già Freddie, vestito davvero bene, Cristina e due tizi che non avevo mai visto. Mi girai verso Roger e Brian per vedere se loro lo conoscevano, ma evidentemente ne sapevano quanto me e Michelle.
Freddie fece un cenno a uno di loro per poi venire da noi di corsa.
— Dove si è cacciato Deacy? — chiese nervoso.
— Uhm... Non lo so, ma perché tutta sta fretta, Fred? — disse divertito Brian.
— E perché l'eleganza, non ce l'avevi detto che dovevamo vestirci per bene — continuò Roger.
— Sembri una lucertola incazzata — concluse Brian.
Il cantante fece un respiro profondo, cercando di riacquisire un po' di calma.
— Lo vedi quello lì? Non quello coi baffi, l'altro, quello vestito tutto per bene, giacca e cravatta... — Freddie indicò il duo che stava tranquillamente parlando, — ecco, quello è John Reid, si occupa di Elton John. L'ho incontrato stamattina, stavo canticchiando per strada e mi ha sentito, mi ha riconosciuto e mi ha detto che voleva incontrarci perché forse può diventare il nostro manager — disse tutto d'un fiato, lasciando sconcertati il biondo e il riccio.
Appena Mercury finì di parlare, la porta dello studio si aprì, facendo entrare un John Deacon tutto spettinato, aveva l'aria di aver corso tantissimo per arrivare puntuale.
— C-ciao — balbettò timidamente.
Freddie corse verso di lui, bisbigliando probabilmente quello che ci aveva spiegato, non fummo in grado di capire cosa si stessero dicendo. L'unica cosa che si sentì era Deacy che chiedeva al moro di prestargl la giacca per andare in chiesa.
Il cantante radunò la band e li presentò ufficialmente a Reid, che li esaminava in silenzio, e all'altro tipo coi baffi.
Io e Michelle ci avvicinammo a Cristina e le chiedemmo tutto quello che sapeva.
— A quanto pare questo John Reid vuole vedere un'esibizione dei Queen, per vedere come se la cavano, perché vorrebbe lavorare con loro... — spiegò lei.
— E quello con i baffi? — chiese la ragazza di Roger.
— Sinceramente il suo ruolo non l'ho capito manco io, so solo che si chiama Paul Prenter... —
Passava il tempo a fissare Freddie, come se se lo volesse violentare da un momento all'altro.
Ognuno prese il suo strumento, Freddie si avvicinò al piano e iniziò a suonare Seven Seas of Rhye, lasciando tutti a bocca aperta. Vederla suonare dal vivo, da Freddie, con una sola mano, ci ha lasciati tutti a bocca aperta.
Sembrava che cercassero di suonare meglio di come hanno sempre fatto, erano tutti e quattro nervosi, mentre John Reid li analizzava. Ad un certo punto lui si avvicinò a noi, o meglio, a Cristina.
— Ma Freddie... È gay? — chiese sfacciato.
Cristina era in imbarazzo, non aveva idea di come rispondere, così intervenne Michelle.
— Non è una domanda che devi fare a noi, possiamo sapere la risposta come possiamo non saperla —
— Non ha ancora fatto coming out — concluse, per tornare al suo posto insieme a Paul, che ci guardava con un'aria di superiorità.
I Queen suonarono un altro paio di canzoni, Liar e Flick Of The Wrist, che impressionarono Reid.
Dopo la piccola esibizione, quello che potrebbe diventare il loro manager chiese alla band se aveva scritto altri pezzi, nonostante tutta la faccenda con la Trident.
— Freddie, suona Death On Two Legs — gli suggerì Roger dalla batteria.
— Roger ha ragione, hai quasi finito il testo, ed è pure un bel pezzo — disse Brian.
Per tutta risposta, Freddie si limitó ad iniziare a suonare. Brian improvvisò un piccolo assolo sulla parte di piano, John e Roger li seguivano come potevano, e il tutto faceva della canzone una bomba.
Quando finirono John spiegò che non c'erano parti di batteria e basso scritte e che hanno dovuto andare ad orecchio, ma Reid sorprese tutti, e si complimentò.
— Riuscirò a tirarvi fuori da questo disastro di contratto, statene certi, ma dovete promettermi un album da ricordare, avete del potenziale che non passa inosservato. Farete la storia —
Il nuovo manager salutò la band e Paul fece l'occhiolino a Freddie, che si girò imbarazzato verso di noi.
Una volta che i due uscirono, i quattro Queen iniziarono ad esultare.
— Siete stati fantastici, erano davvero senza parole! — disse Cristina abbracciando Freddie e Brian.
— L'ultima canzone li ha lasciati a bocca aperta, come avete fatto ad improvvisare tutte quelle parti? — chiese Michelle a Roger e John, mentre baciava sulla guancia il suo ragazzo.
— A dir la verità ci stavamo un po' lavorando, avevamo già in mente come doveva essere, ma non l'avevamo mai provata — spiegò Taylor.
John si girò verso di me e mi sorrise, ma io mi limitai ad abbassare la testa.
Il gesto lo ha ferito, perché si avvicinò a me e mi prese per il braccio. Lo allontanai senza essere troppo brusca, ma lui mi prese entrambe le braccia.
— Sof, perché ti comporti così? È successo qualcosa? — chiese preoccupato.
— Perché non lo chiedi a Veronica? — risposi enfatizzando il nome della ragazza.
John mi lasciò e mi guardò con aria seria.
— Dove l'hai vista? — chiese senza il tono dolce che ha sempre usato.
— Allora è vero quello che mi ha detto —
Ormai avevamo l'attenzione di tutti nello studio. Roger e Michelle erano i più confusi, non capivano cosa stesse succedendo.
— Non sto capendo, Sofia, puoi spiegarci, per favore? — chiese il biondo.
— Succede che John doveva sposarsi e non mi ha detto niente — risposi.
— Hai visto Veronica? — chiese allarmato.
— Bello!, evidentemente qua ero l'unica a non saperne niente, ma tanto mi sono fatta solo illusioni — dissi cercando di trattanere le lacrime.
— Sofia, ti prego, posso spiegare — disse più calmo Deacy, — ma mi devi dire dove l'hai vista —
— Certo che puoi spiegare, non aspetto altro — dissi acidamente.
— È vero, io e Veronica dovevamo sposarci, nonostante siamo stati insieme per meno di un anno. Credevo che fosse la ragazza giusta, aveva una buona famiglia cristiana, era dolce eccetera. I miei genitori l'avevano approvata subito e mi hanno spinto a chiederle di sposarmi dopo qualche mese. Poi però, Freddie e Roger mi hanno fatto capire che stavo andando troppo veloce e che dovevo riflettere di più se volevo davvero passare con lei il resto della mia vita. E così le chiesi una pausa, per capire se il matrimonio era quello che volevo davvero. — spiegò.
— Bah, io l'avrei lasciata solo per il fatto che non voleva scopare prima del matrimonio — disse Roger, e per tutta risposta ricevette un piccolo schiaffo da parte della sua ragazza.
— E allora perché vuoi vederla? — chiesi non convinta ancora convinta.
— Per dirle che ho preso una decisione, e che questa non include il matrimonio con lei. — rispose timidamente.
— D-davvero? — chiesi con le guance rosse.
— Davvero —rispose lui con un soriiso cute.
Vidi Freddie che abbassava lo sguardo e si allontanava da noi. Cristina se n'era accorta e lo raggiunse, per poi abbracciarlo.
— Bene, ora che abbiamo chiarito, dobbiamo fEsTeGgIaRe! — disse Roger abbracciando Brian. Questo arrossì, ma nessuno ci fece tanto caso.
— Sta sera? Uffa, sta sera c'è un film che adoro in tv! Vabbè, tanto non posso bere — disse Cristina.
— Se vuoi sto io con te, così possiamo vedere il film insieme! — le propose Michelle.
— Mi unisco, mi serve una serata tra ragazze! — esclamai entusiasta.
I quattro ragazzi ci videro dubbiosi, non avevano capito molto.
— Beh che dire tesorini e tesorine, oggi noi passeremo una serata come ai vecchi tempi! —
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AIUTO CHE BELLO HO AGGIORNATO YEY
era da prima dell'inizio di mAy che volevo aggiornare ma non riuscivo a trovare le parole per scrivere, in più ci mettiamo le videolezioni, uff...
mi soddisfa un botto sto capitolo, le cose iniziano davvero, AIUTO MI STO EMOZIONANDO-
niente, grazie a tutti di cuore per i 300 follower, grazie di cUoReH <3
spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto uwu
angolo vostro ➡️
bene, vi lascio ai vostri passatempi notturni xdxd
auguri a tutte le mAmAaAaAaAas
Cheese on toast per tutti! -Bri
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