I Want To Hold Your Hand
Non penso di essere mentalmente pronta ad uscire con John. Ieri stavamo per baciarci un miliardo di volte! E penso di aver capito che mi piace, oh eccome se mi piace.
Faccio la solita colazione di tutti i giorni, metto da mangiare a Joey per poi iniziare a prepararmi, facendo la doccia. I capelli li ho lavati ieri sera, per far sì che oggi possa dedicarmi alla scelta dell'outfit.
Vado in camera mia e, sulle note di I Want To Hold Your Hand, apro l'armadio. Un'infinità di combinazioni spuntano dal niente, facendo si che mi ritrovi con un dubbio esistenziale: COSA DIAMINE MI METTO?
Suppongo che sia un primo appuntamento, no? Come ci si può vestire per quest'occasione? Tiro fuori magliette, magliettine, camicie, pantaloni, gonne, vestiti, tutto! Ora che ci penso potrei anche prendere i vestiti invernali e fare il cambio di armadio... Ma no, fa ancora abbastanza caldo... Bene, escludiamo i pantaloni... E anche le camice. Magari non metto un vestito ma una magliettina carina e una gonn- HO TROVATO.
Prendo una magliettina bianca e una gonna che mi aveva regalato mia nonna e me li metto. Sembra semplice, perché lo è dopo tutto, ma lo trovo davvero carino. Ai piedi metto delle ballerine nere. Mi faccio una mezza coda, mi trucco appena appena, come faccio da tempo, ormai (si perché non mi piace truccarmi._.), prendo una borsetta e sono pronta. Controllo l'orologio: 10.52.
— Perfetto! — dico, e subito dopo suona il campanello.
Corro ad aprire la porta, con un sorriso stampato in faccia, pronta per ricevere John.
— Ciao Sofia! S-so che sono i-i-in anticipo di uhm... 8 minuti, ma... n-non riuscivo più ad aspettare c-che arrivassero le u-undici e q-quindi- —
Lo interrompo con un bacio sulla guancia.
— Nemmeno io riuscivo ad aspettare che tu arrivassi — dico sorridendo.
Sorride anche lui, nel modo che mi fa sciogliere internamente ed esternamente.
— Oh, io ti ho portato questo, non sapevo se avevi qualche allergia ai fiori, per sicurezza ho portato qualcosa che, beh... spero ti piaccia e spero che non mi faccia sembrare un contadino —
Mi porge una confezione di formaggio.
— R-ripeto, se preferisci i fiori p-posso anche prenderteli, c-c'è il negozio di f-fiori qui vicino, n-non è un problema per me... —
Lo abbraccio. O meglio, per poco non lo faccio cadere con me sopra, ma dettagli.
— John è perfetto! sei perfetto... — sussurro l'ultima parte.
— L-lo pensi davvero? Non sapevo quale prendere, ho preso il mio preferito... magari piace anche a te e, chissà, un giorno potremmo ritrovarci in una crociera solo io e te mangiando di questo delizioso formaggio e ora devi solo ignorare ciò che sto dicendo, ok? elimina dalla tua memoria la parte della crociera, intesi? oddio che figura di schifo... —
Ridacchio leggermente. È ovvio che voglio andare in quella crociera, sarebbe perfetto... Ma anche solo la sua compagnia mi rende felice. Lui mi rende felice. Con la sua timidezza, la sua dolcezza, tutta la sua persona mi fa sentire bene. Mi sento più serena quando sto con lui.
— Sof, mi stai ascoltando? —
— Eh? Oh, ehm, si! Cioè, ti dirò di si per non farti capire che non stavo ascoltando perché non stavo ascoltando, ero persa nei miei pensieri su di t- —
— Ti ho chiesto se volevi iniziare ad andare... —
— SI! certo! mi piacerebbe tanto, grazie! —
Chiudo la porta di casa mia, e usciamo. Imbarazzati.
Per un bel tratto di strada non parliamo, ci guardiamo di nascosto. Quando, per sbaglio, incrociamo il nostro sguardo non ci voltiamo più. Rimaniamo entrambi incantati ad osservare ogni dettaglio l'uno dell'altra, continuando a camminare. Risultato? Entrambi sbattiamo contro il muro della panineria.
— Sofia! John! State bene?
— C-certo, s-si... — risponde John.
— Sapete, è stato davvero comico: vi stavate guardando tutti innamorati come una vera coppietta felice, con tanto di cuoricini e poi BADABUM!, vi schiantate contro il muro della panineria... HAHAHAHAHAHAH —
— G-grazie James, davvero... Grazie per averci raccontato l'enorme figuraccia che abbiamo appena fatto — dico.
— Ho detto barra fatto qualcosa di sbagliato? Siete entrambi rossi come pomodori... E no, non vi ho lanciato niente, la roba costa... —
— No, non hai detto niente di sbagliato, tranquillo... —
— Ah, fiu... Pensavo che non foste una vera coppia... —
Arrossiamo entrambi. Sfortunatamente non siamo ancora una coppia, ma non posso negare che l'idea è alquanto allettante... Cioè, vi immaginate io fidanzata con John Deacon? La creatura più tenera, dolce e innocente di questo pianeta? AAAAAAH... Che bella cosa... Mi giro a guardarlo, è ancora rosso... Gli ispeziono gli occhi, sono un po' verdi e un po' grigi... Ho sempre amato quella combinazione di colori... E ai suoi occhi sta benissimo, sembra che siano nati per Deaky... Poi ha dei capelli che ODDIO, mi ricordano tantissimo i miei e mi fanno deprimere perché sono così belli e- ok, basta delirare...
— Ci siete? Uoo, Sofia, John, siete su questo pianeta? Huston, abbiamo un problema —
—Uh, I-io, s-si! certo... — rispondo balbettando.
— Vedo che la tua dolce metà no... —
— Ok, penso che ora dobbiamo mangiare, quindi se ci prepari 2 Cheese on toast ci faresti un piacere... — dico spazientita e imbarazzata.
— Va bene, va bene, scusa... —
James se ne va, lasciando me e Deaky da soli. Ha ancora le guance tutte rosse, il che lo rende davvero tenero e cute.
— John, tutto ok? —chiedo dolcemente.
— S-si, entriamo, mangiamo e poi ti porto in un posto speciale — dice con un sorriso timido che mi fa arrossire.
Non penso che si noti ormai, le mie guance si sono abituate a questo colore...
Entriamo e ci sediamo, subito dopo arriva James con la nostra ordinazione.
— Ragazzi, dovete scusarmi, il fatto è che non ho clienti da un pezzo, voi due siete i miei clienti abituali, vedervi insieme ha fatto partire il fanboy che è in me, vi prego, non andatevene, questo posto rischia la chiusura —
COSA?
Il boccone mi va di traverso e inizio a tossire in modo disumano, John è pallido, io mi sto strozzando, Deaky sta per svenire.
— I-o... Vado, godetevi il pranzo — dice James alzandosi, per andare in cucina.
Finalmente riesco a inghiottire la fetta di pane e John sta pian piano recuperando colore.
Non può chiudere. È il primo posto in cui sono venuta a mangiare da quando sono a Londra, è dove ho conosciuto la mia band preferita, è dove ho conosciuto Deaky... No, non posso permettere che chiuda, non me lo perdonerei mai.
Finiamo di mangiare in silenzio, ognuno guardando il proprio piatto. Il silenzio non è gradevole, ma nemmeno sgradevole. Alzo gli occhi e incrocio quelli di John. Un brivido mi passa per la schiena e inizio a sentire che gli occhi si riempiono di lacrime. Corro in bagno, dove mi rinchiudo e inizio a piangere silenziosamente. Non mi piace che le persone sappiano che soffro, è una questione di orgoglio. Poi inizierebbero a fare i buoni samaritani e cercherebbero di consolarmi, cosa che non sopporto. Dopo un paio di minuti vado verso il lavandino e mi sciacquo la faccia, per nascondere il fatto che ho pianto, per poi tornare da Deaky. Nel frattempo lui ha già finito, stava pagando e discutendo un po' con James.
— Non puoi chiudere. N-non puoi e basta! È la miglior panineria in cui io sia mai andato, non puoi chiudere così a caso! —
— Johnny, capisci anche tu che voi due siete i soli a venire. Ormai la gente preferisce mangiare da posti più raffinati e con gente snob, non con un 50enne ciccione con un grembiule sporco d'olio. È già da un po' che ci pensavo ed era un po' che me lo dicevano. Quindi, vi chiedo di cercare di accettare la cosa. Non che ci riusciate, perché nemmeno io ci riesco, ma di provare... Mi dispiace tanto ragazzi... —
— Ma perché devi chiudere? — mi intrometto.
— È già da qualche mesi che hanno aperto questa panineria, davvero sofisticata. La gente ormai preferisce andare a mangiare là. Mi hanno detto che o trovo un nuovo modo per chiamare la gente o vado a lavorare in quel nuovo ristorante e chiudo questo... —
— E cosa hai intenzione di fare? —
— Non lo so. Devo decidere entro mercoledì e siamo a sabato. Ho 4 giorni perché arrivi un miracolo — dice sorridendo tristemente.
— Intanto tieni, questo è ciò che dobbiamo darti per i Cheese on toast- —
— No no, tranquilla, ho già pagato io — mi sorride John, facendomi arrossire.
— B-bene, a-a-allora andiamo, o-ok? —
James ci guarda con un sorriso malizioso.
— D'accordo, ci si vede ragazzi, buona giornata — ci dice.
Usciamo dalla panineria, sovrappensiero.
— A-allora Sof, io avrei una sorpresa per te, ma ho paura che tu sia allergica a qualcosa, però adesso andiamo, ok? —
— Non ho capito niente, ma mi fido di te — dico con un sorriso sicuro.
— Va bene... Ti piace andare in moto? —
— In che senso? —
Mi porge un casco, ma il mio sguardo si sposta sulla sua moto.
— Oddio, è tua? — dico a John.
— Beh, si... Cioè, è della band, la usiamo un po' tutti, tranne Freddie, lui preferisce usare autista privato. —
— Non ne avevo idea, è fantastica! —
— Ti piace? —
— John, è bellissima! Una delle moto più belle che io abbia mai visto! —
— Vuoi continuare ad osservarla o vuo fare un giro? —
— ODDIO SI! Cioè, certo, mi piacerebbe davvero tanto —
Prendo il casco e cerco di mettermelo. John vede che sono in difficoltà, quindi mi aiuta e me lo raddrizza, per poi chiuderlo. Poi mi bacia la punta del naso.
Cerco di non arrossire e vedo come lui mette il casco.
Salta sulla moto e mi fa segno di mettermi dietro di lui.
— Stringimi forte, non voglio rischiare di perderti — dice timidamente.
— Stai tranquillo, non è la prima volta che vado in moto con qualcuno —
— Ah... — dice infastidito.
— Era mio padre, tranquillo, non sono andata in moto con nessun altro — dico, dopodiché mi alzo sulle punte dei piedi per dargli un bacio sul naso.
Salgo anche io sul veicolo e abbraccio la sua vita.
— Pronta? —
— Sto aspettando te — dico scherzosamente.
Dopo aver riso, mette in moto e partiamo.
Lo stringo forte, non perché non mi fidi, ma perché posso farlo senza che sembri strano... Almeno spero...
Ci fermiamo davanti all'entrata di un bosco. È abbastanza grande, con un sentiero che ha molte diramazioni, già subito nell'entrata.
John scende e mi aiuta a fare la stessa cosa.
— Che posto è questo? —
— Diciamo che è il mio posto segreto —
Penso di aver assunto una faccia dubbiosa perché Deaky continua a spiegarmi di cosa si tratta.
— Non ti sei mai chiesta come mai Freddie, Brian e Roger dicono che sono il più tranquillo? —
— Beh, di solito dicono che è perché sei timido... —
— Anche per quello. Ma sopratutto perché vengo a scaricare i miei nervi e a rilassarmi qui. Andiamo? —
Mi porge la mano che non esito a prendere.
Mi sorride in modo tenero e iniziamo a camminare.
— Ma tutte queste diramazioni? Portano allo stesso punto o sono sentieri diversi? —
— Non li ho esplorati tutti, a dir la verità. Tra quelli in cui sono andato alcuni ti portano nel punto più turistico, dove c'è più gente, e altri ti portano in radure di cui poche persone sanno dell'esistenza —
— E noi dove stiamo andando? —
— In una delle radure di cui quasi nessuno sa dell'esistenza —
Continuiamo a camminare, vediamo alberi di tutti i tipi, quelli che ammiro di più mi vengono poi spiegati da John, molto pazientemente.
Da quello che ho capito il percorso non è tanto breve, infatti per una buona mezz'ora non facciamo altro che camminare, ma poi, ad un certo punto, John mi mette le mani davanti agli occhi.
— John? Che fai? —
— Voglio che sia una sorpresa. Più di quanto già lo sia, ok? Se non ti piace possiamo anche andarcene, quindi, di quello che pensi, d'accordo? Non avere paura di offendermi —
— Deaky, sono sicura che è bellissimo. Se hai detto che è il tuo posto speciale vorrà dire che effettivamente è speciale —
— Va bene, a-allora tolgo le mani, va bene? —
Fa quello che ha detto.
Mi guardo attorno. La radura era piena di fiori e animali, ma il mio sguardo cade sulla tovaglia stesa e apparecchiata al centro. A pochi metri da lì riesco a scorgere un laghetto, penso che la gente vada a nuotarci... Faccio un respiro profondo. Un bellissimo profumo di natura invade le mie narici, facendomi sorridere.
Mi giro verso John e lo stringo in un abbraccio, dandogli un bacio sulla guancia.
Mi stacco imbarazzata, per vedere che anche le sue guance sono tinte di quel rosso tanto caratteristico. Mi scappa una risata imbarazzata. Poi mi rigiro per vedere il posto.
— Wow, John, questo posto è... È... È davvero magnifico! I-io non ho parole, davvero... Grazie —
—Sono davvero contento che ti piaccia, cadere dalla bicicletta è servito... —
— In che senso "cadere dalla bicicletta"? —
— Diciamo che... Ecco... Ho scoperto questo posto perché settimana scorsa, credo, ero nel sentiero principale quando cado dalla bicicletta e rotolo giù per la discesa e trovo questo posto —
— E il sentiero principale dove porta? —
— Al parco. C'è tipo un parco, si... Ma lì non c'è dove poter farsi il bagno! —
— In quanti sanno dell'esistenza di questo posto? —
Mi gira verso di lui, mi prende entrambi le mani e sorride.
— Solo io e te —
Sento che sto morendo internamente.
Abbraccio John, nascondendo la mia faccia (e automaticamente il mio rossore) nell'incavo del suo collo.
— È bellissimo, grazie, grazie, grazie —
Come risposta Deaky scoppia a ridere.
— Io... Non mi sembra di aver detto qualcosa di divertente... —
— S-scusa HAHAHAHAH, è solo che mi hai parlato nel collo e HAHAHAHAHAHAHA mi hai fatto il solletico e lo soffro tanto HAHAHAHAHAHAH —
— Ahh, ti piace il solletico eh? —
— Sofia... Ti prego no. Per favore, te lo supplico- HAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHA —
Non riesce a finire la frase che inizio a fargli il solletico, tanto che cade per terra e io con lui. Intanto non ho mai smesso di fargli il solletico.
— B-BASTA! HAHAHAHHAHAHA —
— MAI! — dico ridendo.
— T-TI PREGO! HAHAHAHAHAHHA —
— Non ho proprio intenzione di smettere —
— A-allora non ti faccio vedere un'altra sorpresa —
Smetto di fargli il solletico e cerco di non pensare male. Certo, non mi dispiacerebbe vedere Baby Deaky, ma penso sia un po' troppo presto...
— Quale sorpresa? —
— Questa... —
E inizia a farmi il solletico. Sento le sue dita morbide che toccano leggermente il mio collo, ma non mi viene da ridere o cose simili...
— M-ma... —
— Non soffro il solletico da quando avevo 8 anni... Quello che, al tempo, era il mio migliore amico mi ha insegnato a non soffrire... E ormai ci ho preso l'abitudine — dico in tono malinconico.
— Hai... usato il tono depresso perché non soffri più il solletico o perché il tuo migliore amico ti ha fatto qualcosa che ti ha fatto sentire malissimo? —
— Diciamo che la prima ha i suoi vantaggi — dico con una risata sarcastica.
John si alza in piedi e si gira verso il laghetto. In quel momento passa una brezza di aria che fa smuovere i suoi capelli, facendomi sbavare. Appena Deaky mi rivolge lo sguardo esco dalla fase di shock. Si avvicina a me e mi tende la sua morbida mano, per aiutare ad alzarmi. L'afferro in un modo non molto delicato, visto che mentre provavo a rialzarmi sono scivolata e ho pestato il didietro. Una volta in piedi, entrambi notiamo che la distanza tra noi è davvero poca. Facciamo un passo indietro e ridiamo imbarazzati, lui grattandosi la testa e io il braccio.
— A-allora... Prima di mangiare, t-ti andrebbe di... ecco... fare un bagno nel laghetto? — dice nel modo più tenero che io abbia mai sentito in vita mia.
— Beh, s-si c-c-certo! Però... non ho il costume e-e non penso che una fata dei boschi passi qui e mi dia un costume... —
— Se la pensi così, allora... Piacere, sono una fata dei boschi — disse stringendomi le mani.
— Aspetta un attimo... Mi stai dicendo che hai un costume da bagno per me? —
— Diciamo di sì... Dai vieni, andiamo alla tovaglia —
Detto ciò, prende la mia mano e inizia a correre verso la radura.
Ci sediamo sopra la tovaglia e lui, come se fosse un mago, apre uno dei due cestini presenti. Ne estrae un costume spezzato, verde pastello, davvero bellissimo.
— Oddio... John è stupendo! C-come hai fatto a- —
— A scoprire che il verde e tutte le sue tonalità è il tuo colore preferito? Beh, ieri sono andato in camera tua, stavo cercando il bagno e mi sono perso, e il tuo armadio era aperto. Metà del tuo armadio è verde. Ho dedotto che questo colore ti piaceva, così ti ho comprato un costume verde pastello —
— Non smetterò mai di ringraziarti, lo sai? —
— Penso che potrai ringraziarmi perdonandomi... Mi è appena venuto in mente che oggi pomeriggio la band ha le prove, mi accompagneresti? Certo, dopo aver fatto tutte le cose qua... —
— Certo! Adoro vedervi suonare! —
— Allora, lo metti o no il costume? —
— Cos- ORA? E dove? —
— Dietro quegli alberi c'è tipo un bagno, di cui nessuno è a conoscenza, puoi andare lì —
— Grazie! —
Seguo le poche indicazioni che mi ha dato e arrivo a una specie di cabina. A qualche centinaio di metri riesco a sentire le voci della gente che sta nel parco principale a prendere il sole o sta con i propri figli.
Mi cambio velocemente per tornare da John.
Il costume mi va troppo bene, non è né largo né stretto. Come ha fatto a scegliere la taglia giusta?
Esco dal coso che sembra uno spogliatoio in miniatura e corro da Deaky.
Nel frattempo anche lui si è cambiato. Ha un costume grigio, bianco e azzurro.
Arrivo e si sta togliendo la maglietta. Mi fermo a guardare la scena e involontariamente mi mordo il labbro superiore.
John mi vede e sorride.
— Il costume va bene? — mi chiede a voce alta, data la distanza.
La domanda mi risveglia dai miei pensieri non poco sconci.
— È perfetto! — rispondo, continuando ad avvicinarmi a lui.
— Allora... Vuoi entrare in acqua? —
— Per me va bene —
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PORCA PUZZOLA.
CE L'HO FATTA.
*screams*
MI SENTO MALE.
DAVVERO.
a parte il mio piccolo sclero perché FINALMENTE ho aggiornato...
vi è piaciuto il capitolo?
è valsa la pena aspettare?
riuscirò ad aggiornare presto?
forse :')
si perché ho le idee abbastanza chiare ma non ho il tempo, quindi in teoria fra 2 settimane riuscirò ad aggiornare...
forse
fatto sta che ho finito di scriverlo mentre la prof di Geostoria interrogava, non ho internet, quindi FORSE per le undici lo pubblico.
se lo state leggendo all'una è perché non sono riuscita a pubblicare alle 11 :'3
Cheese on toast per tutti! -Bri
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