Gatti
— Allora? Che ha detto? — chiede Freddie impaziente.
— Dobbiamo andare? Per sapere se devo chiamare un taxi... — dice John.
— Roger ha detto che Brian sta meglio rispetto a stamattina, ha un... ulcosa duodenosa, non so se nemmeno lui sappia cosa sia... —
— Ulcera duodenale? Oddio, povero Brian! — esclama preoccupato Deacy.
— Si, ma ha detto anche che non c'è bisogno di andare e che anche lui sarebbe andato via. —
Freddie si allontana un po' dal gruppetto, in direzione del divano e inizia a piangere silenziosamente.
John se ne accorge prima di tutti e va da lui ad abbracciarlo.
— Tranquillo Freddie, andrà tutto bene — dice il castano accarezzando i capelli neri e lunghi di Fred.
— S-sembra che il mondo ce l'abbia con noi... — dice singhiozzando.
— Freddie, tu dici sempre che non bisogna arrendersi mai, dobbiamo solo sperare che Brian si rimetta. —
— S-si, ma è diverso. Non abbiamo più soldi e se non li abbiamo non possiamo curare Brian e se non curiamo Brian lui morirà e se lui morirà noi non avremo più il nostro chitarrista! — dice, per poi rimettersi a piangere.
John scioglie lentamente l'abbraccio e gli sussurra qualcosa all'orecchio. Non si sente bene ciò che dice, ma Freddie annuisce lentamente tra le lacrime. Deacy si alza dal divanetto, camminando verso di me e Cristina, che aveva osservato la scena in silenzio, con lo sguardo abbassato.
— Sof, hai bisogno di un passaggio? — mi chiede tristemente, mantenendo, però, il suo adorabile tono dolce.
— No grazie, torniamo a piedi... Tu devi stare qui con Freddie, ha bisogno di te. Non ti preoccupare di noi, ok? —
— Va bene... Domani mattina ti va di fare un giro? Cioè, andiamo da Brian e poi, che ne so, andiamo in bicicletta o... —bchiede impacciato, con le guance imporporite.
— Mi dispiace John, ma domani devo andare all'università e così tutta la settimana... E di pomeriggio devo studiare, quindi, penso che domani o ci incontriamo da Brian, o ci vediamo il prossimo fine settimana... Ho un esame importante, non voglio essere impreparata... — dico mortificata.
— Oh... Ok... Allora, io, cioè, tu, voglio dire, c-ci vediamo... — dice timidamente.
— S-si, c-ci si v-vede — dico, per poi fare cenno di seguirmi alla mia migliore amica.
Usciamo e ci dirigiamo verso casa mia.
Rimaniamo in silenzio per tutto il tragitto, guardando solo la strada davanti a noi.
Ripenso a tutto ciò che è successo oggi, da James e la panineria che chiuderà alla nuotata e John che affogava al laghetto, dal bacio che ci siamo scambiati io e Deacy nello studio alla notizia che Brian è all'ospedale. In più, aggiungiamoci anche la mia migliore amica che è venuta a trovarmi dall'Italia che fa da ciliegina sulla torta per completare il tutto.
Non posso credere che in così poco tempo abbia già baciato John 3 volte, di cui beh, una volta per obbligo e una volta era ubriaco, però contano, specialmente l'ultima. Soprattutto perché sono stata io a baciarlo, MA DOVE SONO CON LA TESTA?? oddio, e se lui mi trattava in quel modo solo perché voleva essere gentile e non perché io gli piaccia? No no no no, che ho fatto!?!?
Immersa nei miei pensieri non mi accorgo che Cristina sta per parlare.
— Sof, ma... Tra te e John... — dice facendomi tornare nel mondo reale.
— Eh? Oh beh... Noi... Siamo solo a-amici, si, siamo quello — dico, vedendo come ci stiamo avvicinando a casa mia.
— Non ne avete ancora parlato? Oddio Sofia, puoi anche aver cambiato città ma coi ragazzi continui a non saperci fare! —
— Grazie, non l'avevo notato — dico sarcastica.
Apro il cancelletto e poi la porta e faccio entrare la mia migliore amica. Joey, come sempre, è all'entrata ma vedendo Cristina soffia e scappa. Non sorpresa, faccio accomodare il mio ospite.
Appena apro la porta Cristina mi chiede dove sia il bagno, per poi fondarsi lì. La raggiungo e vedo come stia vomitando. Le trattengo i capelli ma non le chiedo perché sta così male, magari ha avuto un indigestione, che ne so io...
Non appena si è svuotata, tiro lo sciacquone e le lavo con cura la faccia. Dopo essere uscite dal bagno la faccio stendere sul divano.
— Sdraiati un attimo che vado a preparare la camera degli ospiti... Fai come se fossi a casa tua — dico per poi dirigersi verso le scale.
— Aspetta. Prima ti devo dire una cosa, non so come tu la possa prendere, è difficile da capire... E non giudicarmi, soprattutto quello — mi dice con un tono ansioso.
— L'ultima volta che mi hai detto quelle cose era perché ti eri fumata un paio di canne e se non ricordo male non ti ho giudicata... Dai, dimmi — dico incrociando le braccia.
— Vedi, in Italia avevo un... beh, non eravamo fidanzati, non so nemmeno se fossimo amici, fatto sta che facevamo sesso ogni volta che ne avevamo l'occasione. Lui a me piaceva molto ma non penso che la cosa fosse reciproca... Beh, l-l'altro giorno... Ho scoperto che... — si interrompe lasciando andare un singhiozzo.
— Hey, tranquilla, respira... — le dico per farle prendere un bel respiro.
— S-Sof sono incinta — sgancia di botto.
— C-cosa? — chiedo preoccupata.
— È per questo che ho vomitato... Quando l'ho scoperto ho preso il primo aereo disponibile, dovevo venire da te perché so che tu hai sempre una soluzione... S-se rimanevo lì avrei d-dovuto a-abortire — dice per poi scoppiare a piangere tra le mie braccia.
— Shh , tranquilla, vedrai che... troveremo un modo, ne sono sicura. — dico accarezzandole la testa.
Poi la prendo per mano e la porto in camera mia, oltre ad essere stanca per aver pianto c'è anche da mettere in conto il viaggio. La faccio sdraiare e come tocca il cuscino si addormenta. Era davvero stanca.
Joey arriva in men che non si dica. Si struffa sulle mie gambe facendomi venire un'idea.
Magari posso farmi aiutare da qualcun altro!
Vediamo... Beh, sicuramente Brian no, è all'ospedale e mica posso andare lì e dirgli "hey Brian, so che stai morendo ma non è che aiuteresti la mia amica che nemmeno conosci che è incinta?", quindi escluso in partenza. John no perché è mio mio solo mio, anche se ancora non lo sa. Roger ha bisogno di stare da solo perché dalla sua voce si è sentito che c'era qualquadra che non cosava. Freddie, invece... Aspetta, Freddie non ha scuse! HAHA, SI, MI PUÒ AIUTARE FREDDIE!
Guardo l'ora: 20.18
Beh, magari sta mangiando, potrei andare di fretta da lui e poi tornare prima che Cri si svegli... No, meglio lasciarle un bigliettino.
Prendo carta e penna e scrivo una roba del tipo "cri, non ti preoccupare, sono a casa di Freddie, torno subito". Semplice, no? Lo posso lasciare in cucina, tanto è quasi ora di cena... Mh, meglio se le lascio qualcosa...
Decido di preparare due panini, in fretta e furia. Sembrano abbastanza buoni, spero le piacciano. Nel bigliettino aggiungo "ps., se hai fame nel frigo ci sono dei panini :P"
Penso si possa capire, no?
Prendo la giacca e le chiavi per uscire di casa. Ora, devo cercare di ricordarmi dov'è la casa di Freddie. Forse è meglio andare prima al bar dell'altro giorno e poi da lì mi verrà in mente il percorso...
Dopo una ventina di minuti sono al bar. Cerco di ricordare, la cosa peggiore è che era notte quando siamo andati, quindi farò più fatica a capire... Inizio a camminare, non pensando a nient'altro che non sia la casa di Freddie e il suo zerbino a forma di gatto o con i gatti, manco mi ricordo più. Si, devo rimanere concentrata, che poi, manco ci voglia una laurea per mantenere un pensiero, mica mi deve venire in mente che ho baciato John...
ODDIO HO BACIATI JOHN! e MAMMA MIA, È GIÀ LA SECONDA VOLTA NEL GIRO DI UN'ORA CHE SCLERO SU QUESTO! NON CE LA POSSO FARE! Oddio, non sono capace di comportarmi con un ragazzo, gli ho già dato buca... Ma è giusto così, devo finire l'università, non manca tanto! Poi fra poco è Natale, quindi il prossimo esame è fra poco e NO. NO NO NO, QUEST'ANNO VIENE LA MIA FAMIGLIA. Bene, un'altra cosa da chiedere a Freddie, sempre se riesco a trovare casa sua.
— Sofia? Che ci fai qui? —
Mi giro verso la voce e il destino vuole che ad avermi chiamato è stato proprio Fred.
— Oh Freddie, grazie al cielo, stavo proprio cercando te! —
Lui si gira a destra e a sinistra per poi indicare se stesso.
— Perché? È successo qualcosa? — chiede.
— No no, dovevo solo parlarti e chiederti una cosa, avevo intenzione di venire a casa tua ma non mi ricordavo dove fosse —
— Perché, sai dove abito? —
— NO! cioè, si, più o meno, ho aiutato Roger ad accompagnarvi a casa il giorno della festa... —
— AHHHHH ok ho capito. Allora seguimi, stavo giusto tornando a casa, dovevo comprare del cibo per Delilah, Goliath, Romeo, Tom, Jerry, Miko, Lily, Tiffany, Dorothy e Oscar — dice con tre enormi buste piene di...
— ...cibo per gatti? — chiedo alzando il sopracciglio sinistro.
— Per chi se no? Figli? Mogli? CANI? —
— Dai, ti aiuto a portarne una — dico prendendo una delle buste.
— Stai attenta che a Romeo e a Tiffany non piacciono le crocchette piccole e/o tritate —
Camminiamo ancora per un po' per poi ritrovarci davanti all'appartamento che avevo visto tempo fa con Roger.
Il moro tira fuori le chiavi e apre il portone principale e io chiamo l'ascensore.
Quando arriva, schiaccio il pulsante per il terzo piano, perché, se non mi sbaglio, Roger aveva detto che lanciava i sassi a una delle finestre del terzo piano. O era un balcone?
— Aaa, qualcuno sa persino in che piano abito... — dice Freddie con uno sguardo malizioso.
— Non guardare me, stavi dormendo e Roger ha detto che ti lancia i sassi sul balcone o sulla finestra per svegliarti —
— Si, è una tortura sentire quelle rocce sbattere sul tuo balcone e una volta mi ha persino rotto il vetro! —
— Aspetta, non sono sassolini? —
— Sassolini? SONO DEI MASSI! Li sceglie apposta enormi! — dice, dopo di che l'ascensore si apre, facendo vedere l'appartamento con lo zerbino con i gatti.
— Ammettilo, sai anche qual è il mio appartamento — dice riprendendo le chiavi.
— Mi è bastato vedere quello con più gatti — affermo fermandomi davanti alla porta.
Freddie la apre e mi fa segno di passare.
— Dove lascio la busta? —
— Nella camera dei gatti, in fondo a sinistra, è la stanza con una porta a perline arancioni — dice indicando la strada con la testa.
— Camera dei gatti? Hai una camera dei gatti? —
— Ne ho 10, da qualche parte dovevo lasciarli no? Così ho preso un trilocale, piccolo ma accogliente —
— E non vorresti comprarne uno più grande? —
— L'hai sentito John oggi pomeriggio, non abbiamo soldi... Siamo quasi completamente al verde e mo Brian sta di nuovo male... Ti offro un tè? — mi chiede mentre si dirige in cucina.
— Si grazie —
Mi siedo su uno sgabello mentre osservo come si muove a suo agio tra bustine, teiere e tazze.
— Quindi, cosa mi dovevi dire, la tua amica ti ha già fatta impazzire? — chiede sarcastico.
— Beh, più o meno... Litighiamo spesso perché ha uno stile di vita che non mi piace, certo, è la sua vita ma io l'avevo avvisata che prima o poi le sarebbe capitato qualcosa... —
— Che è successo? — chiede dopo aver acceso il fuoco.
— È rimasta incinta di un ragazzo che appena l'ha saputo l'ha mollata — spiego brevemente.
— Cosa? Seria? — chiede incredulo e io mi limito ad annuire.
— Non le ho fatto ancora nessuna ramanzina e non intendo fargliela. Mi ha chiesto che fare perché non sapeva se abortire o meno, le ho detto che il bambino sarebbe rimasto, il problema è che essendo all'ultimo anno di università devo concentrarmi al massimo sugli studi, quindi non avrei abbastanza tempo per aiutarla... In più quest'anno a Natale viene la mia famiglia dall'Italia e loro non si fidano di Cristina. Quello che ti volevo chiedere è: mi potresti aiutare aiutandola? —
Freddie lascia andare un sospiro profondo.
Ho seriamente paura di ciò che potrebbe dire, potrebbe tranquillamente mandarmi a cagare e io rimandare Cri direttamente da dove è arrivata...
— Uff, va bene... Non so come potrò aiutare ma farei di tutto per un'amica —
Il mio viso si illumina, meno male al mondo c'è gente come Freddie!
Lo abbraccio con tutta la forza che ho.
— GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE! —
— Mi s-stai s-strozzando, l-lasciami r-respirare- OH GRAZIE AL CIELO — dice prendendo un respiro profondo.
— Scusa, ero troppo felice... —
— Si ma ad una condizione —
— Certo, tutto quello che vuoi —
— Devi ascoltare la nuova canzone che sto scrivendo, per ora c'è solo il pianoforte ma non penso di metterci troppo a scrivere il testo visto che parla di quella sanguisuga di Norman Sheffield — dice con un leggero tono di rabbia.
Mi prende per il braccio e mi conduce in camera sua, dove a dominare la scena c'è un bellissimo pianoforte.
Mercury si siede e inizia a suonare.
sarebbe solo la prima parte, senza l'introduzione, solo la parte prima di quando inizia a cantare
— Woah! Quando l'hai scritta? —
— Ieri non riuscivo a dormire e così i vicini hanno assistito alla nascita di questa canzoncina. Per poco non sfondavano il muro a furia di picchiarlo per farmi smettere! —
Ridiamo insieme, poi torniamo in cucina per finire di bere il tè. Una volta terminato anche quello, saluto il moro e torno a casa.
Ora devo solo trovare il modo per dire a Cri che starà da Freddie... Massì, sarà facile, si fa convincere facilmente e io devo concentrarmi solo e soltanto sul prossimo esame.
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eccomi con il nuovo capitolo!
ci ho messo un po' non perché non avessi le idee ma perché non so come metterle per iscritto...
praticamente il 99% delle volte in cui sarò inattiva sarà per questo motivo.
commentate con robe sceme perché questo capitolo è un po' pesante, cioè io l'ho trovato così, quindi rallegrate.
(anche perché i vostri commenti mi fanno venir voglia di scrivere subito un nuovo capitolo hehehe)
spazio vostro ➡️
bene, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento (che paroloni xd) e ci vediamo alla prossima uwu♡
Cheese on toast per tutti! -Bri
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