I

1 marzo 1999
Seoul, Korea del sud.

《Jimiiiin!!!》Urlarono tre vocine infantili con un pizzico di preoccupazione.

Stavano giocando a nascondino quando, il loro amico spinto dallo spirito competitivo del gioco aveva deciso di trovare il nascondiglio perfetto e lo trovó indubbiamente, ma c'era un problema: era già passata un'ora e di lui nessuna traccia.

Il piccolo sembrava sparito nel nulla.

Jimin non aveva mai lasciato l'edificio: si era solo nascosto molto bene.
Aveva trovato un posto segreto.
All'inizio era felice perché i suoi amici gli dicevano sempre che era una schiappa e si faceva trovare sempre per primo: ma dopo un po, desiderò di essere trovato ed il più in fretta possibile; quel buco in cui si era nascosto gli trasmetteva delle brutte sensazioni ed iniziava ad esserne sempre più spaventato.

Ma era fiducioso: Perché loro sapevano sempre come trovarlo...
Vero?

Era semibuio lì dentro: la luce penetrava a fatica dalle piccole finestre poste in alto.
L'umidità era talmente alta che in alcuni punti del muro spuntavano muffa e ragnatele di fuliggine.
Poco più avanti c'erano sporcizia e cianfrusaglie di ogni tipo: resti di cibo, una caraffa semi vuota d'acqua un vecchio materasso rovinato e dei gessetti colorati semi consumati.

Forse ci viveva qualcuno lì?

La risposta non tardò comunque ad arrivare: dopo poco sentí un pianto provenire dalla parte più buia della stanza.
Voleva avvicinarsi e chiedere il motivo per cui stava piangendo ma non ne ebbe il coraggio; la paura era ormai troppa ed in fretta e furia decise di uscire da lì sperando di non aver fatto troppo rumore mentre ritornava in giardino.

《Buh!!》Urló all'improvviso alle spalle di Yoongi, facendolo sobbalzare dallo spavento:  era il più grande del gruppo ed era stato davvero difficile fare amicizia con lui poiché, all'inizio pensava che come tutti gli altri lo avrebbero preso in giro per il suo occhio azzurro ghiaccio. Ma col tempo, era cambiato molto e si era rivelato un ottimo amico e fratello maggiore.

Perché erano questo: una piccola famiglia composta da solo loro quattro e lo sarebbero stati per sempre.

《Dove sei stato?》Gli chiese in tono di rimprovero.

《Ho scoperto un posto per nascondermi...》Rispose abbassando lo sguardo.

《Non farlo più, idiota. Hai fatto piangere Jungkook che si é rifiutato di continuare a giocare.》Sibiló con rabbia.

《Scusa Hyungie... non lo faccio più.》Replicó il piccolo Jimin, scoppiando a piangere a sua volta.

Voleva soltanto vincere per una volta.

《Sará meglio per te.》 Disse in tono gelido.

Dopo quell'episodio, non giocarono più a nascondino per un bel po': ma la curiosità di scoprire chi ci fosse in quello scantinato era troppa ed un bel giorno all'insaputa di tutti ci ritornó.

Quella sera, mentre tutti dormivano scese dal letto che condivideva con gli altri tre bambini e silenziosamente uscì dalla stanza.
Jimin rabbrividii leggermente: faceva ancora troppo freddo nonostante, la primavera era sempre più vicina ed il suo pigiamino rosa di flanella non lo scaldava a sufficienza ed i riscaldamenti non funzionavano già dal mese scorso.

Camminò lentamente, facendo molta attenzione a non fare alcun rumore altrimenti, sarebbero stati guai per il piccino.

Sicuro di essere solo, aprí una finestra con entrambe le manine ed uscí nel giardino.

《Jimin, cos'hai intenzione di fare?》Bisbiglió    Yoongi: si era svegliato all'improvviso, sentendo il più piccolo alzarsi dal letto e curioso di sapere cosa volesse fare, decise di seguirlo.

《Voglio vedere chi c'è nello scantinato.》Rispose il bimbo.

《Non possiamo uscire di notte. Ci metteremo nei guai.》Disse il più grande sperando di fargli cambiare idea.

《Ma Hyung... ho sentito qualcuno piangere. Magari ha bisogno di aiuto.》Gli spiegó il piccino.

《Ci andremo domani.》Replicó irremovibile.
Poi, gli prese la manina  e dopo aver chiuso con cura la finestra lo riportò a letto.

26 ottobre 2013
Seoul, Corea del Sud.

Era notte fonda quando il detective Kim Namjoon, ricevette una chiamata: s'alzò dal letto e si allontanó dalla stanza dove, dormiva anche sua moglie Soomin.

《Pronto.》Disse assonnato.

《Buongiorno, principessa!》Rispose la voce dall'altra parte del telefono in tono beffardo: era il suo collega e partner di lavoro, Kim Seokjin.

《Che succede?》Gli chiese: sapendo perfettamente che quando chiamava, soprattutto di notte non era di certo per fare due chiacchiere.

《Abbiamo ricevuto una chiamata anonima piuttosto insolita. L'interlocutore dava semplicemente delle coordinate geografiche e indovina un po...》Inizió a spiegare.

《Ti prego, non farmi questi giochetti alle tre di notte.》Lo supplicò già esasperato.

《 E va bene... abbiamo trovato una scena del crimine.》Continuó Jin con un profondo sospiro.

《Ho capito, arrivo subito. Mandami la posizione.》Rispose riattaccando frettolosamente.
Dopodichè accese la luce, entrò in bagno lasciando la porta aperta, si diede una sciacquata veloce alla faccia.

《Tesoro...》Lo chiamò Soomin con voce assonnata; il detective si girò in sua direzione e la guardó con aria sorpresa dal momento che, non si aspettava di vederla in piedi a quell'ora.

《Dove stai andando?》Gli chiese una volta che ebbe la sua attenzione.

《Mi ha chiamato Jin...devo andare a lavoro in via straordinaria.》Rispose frettolosamente.

《Ma avevi promesso che saresti stato a casa...》Mormoró la ragazza con un pizzico di delusione.

《Lo so, ma ricordati che lavoro faccio.》Disse  con fermezza.

《Allora facevi prima a sposare Jin e il tuo lavoro.》Replicó lei con rabbia: non risparmiandosi nemmeno di lanciargli sulla schiena un flacone di shampoo mezzo vuoto.

Lui non rispose alla provocazione  in alcun modo: non gli andava di litigare anche quella notte.

《Ne riparleremo quando tornerò a casa.》Disse soltanto con voce priva di espressione mentre indossava la sua giacca, un Tweed a fantasia tartan ed uscì dalla porta del loro appartamento.

Dopodiché, prese l'ascensore e si diresse nel parcheggio sotterraneo annesso al palazzo: faceva molto freddo lì sotto e quasi si maledisse per non essersi coperto di più.

❝Sicuramente fuori non sarà tanto meglio.❞ Pensó Namjoon, mentre si avventurava lì sotto con fare circospetto alla ricerca della propria macchina.
In realtà, sapeva che quello era un posto sicuro ma, il suo mestiere lo aveva portato a diffidare dei luoghi deserti e scarsamente illuminati.

Non gli erano mai piaciuti.
Li trovava inquietanti.

Ma lui era un uomo coraggioso, amante del rischio: altrimenti non avrebbe mai scelto di diventare un detective della omicidi.

Allora perché aveva timore del buio?
O meglio, per quale motivo aveva paura di ciò che si nascondeva nell'oscurità?

Perché lui sapeva che i mostri esistevano: ma non erano quelli che facevano vedere nei film, avevano l'aspetto di un essere umano che si nascondeva fra le persone comuni; ma  la loro  mente  era malata, deviata e li spingeva a fare cose crudeli ed insensate.

Namjoon era un turbine di pensieri già da prima di arrivare sul posto indicato da Seokjin:  capitava spesso che fosse in sovrappensiero quando lo chiamavano senza dargli ulteriori dettagli, se solo avesse stato più attento si sarebbe accorto di quell'ombra che lo osservava mentre scendeva dalla macchina per raggiungere i suoi colleghi.

❝Questo é veramente un posto di cui diffidare.❞ Pensó mentre si guardava intorno.

Decisamente da film Horror.

Poco lontano dalla strada si ergeva un edificio molto vecchio parzialmente ricoperto dall'edera: il cancello d'ingresso era arrugginito e quello che un tempo doveva essere un giardino con delle giostre, adesso era pieno di rovi ed erbaccia.

L'avanzata era molto faticosa e non gli piaceva affatto stare lì da solo; nonostante non lo fosse veramente.

Quando udí un rumore alle sue spalle, istintivamente sparò un colpo a vuoto con la sua pistola d'ordinanza per lo spavento.

《Joon, calmati sono io.》Disse Jin ridendo a crepapelle.

《Ma avvertimi che sei vicino a me.》Rispose, lanciandogli uno sguardo a dir poco  truce.

《Hai ragione.》Si scusò l'altro, avvicinandosi a lui.

《Che posto raccapricciante...》Mormoró Namjoon a voce bassa.

《Se trovi questo raccapricciante, allora non so cosa penserai appena vedrai il resto...》Bisbiglió in risposta.

Dopodiché, gli afferró il polso per assicurarsi di non perderlo e lo condusse sulla scena del crimine vera e propria: uno scantinato buio, pieno di sporcizia e cibo andato a male.
Sul lato destro della stanza c'era un vecchio materasso molto rovinato, con delle catene attaccate al muro.
La vittima, una donna sulla cinquantina, giaceva proprio lì sopra legata: le erano state inferte almeno una ventina di volte coltellate al viso e presentava dei lividi su tutto il corpo.

《Omicidio con movente passionale.》Disse  Namjoon, semplicemente guardando la vittima.

《Giá, era evidente. Ma non hai ancora visto questo...》Rispose Jin, facendo luce sul muro adiacente.

Angolo angoloso dell'autrice:

No, non ce la faccio ad aspettare 🤣🤣🤣🤣

Questo è il primo capitolo della storia: che dire?
Siamo solo all'inizio di tutti i grattacapi che dovrà affrontare il detective più affascinante della terra. ( Sherlock Holmes spostati proprio.)

Ma chi era la persona che stava osservando Namjoon? 👀👀

Spero che vi sia piaciuto come inizio e che vi abbia incuriositi 💜

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