Chapter 6.
<< Un deltaplano? E che diavolo è? >>
Lucy sospirò frustrata, cercando di prendere forza e ripetere per la milionesima volta il piano che era riuscita a elaborare con Erza. Natsu si bloccava sempre sulla parte del deltaplano e, per quanto Lucy cercasse di spiegargli come funzionasse e a cosa servisse, il ragazzo sembrava proprio non arrivarci. O forse, si disse, non voleva capire.
<< Serve a farci arrivare dal tetto, Natsu >> gli disse. Erano seduti sul pavimento del soggiorno l'uno di fronte all'altra con le gambe incrociate e i visi poggiati sulle mani per la stanchezza. La giornata era trascorsa in modo apparentemente normale se solo Lucy non fosse stata costretta a elaborare meglio il piano, mentre gli altri ripulivano il soggiorno dalle pallottole. Non erano riusciti a liberarsi della televisione, pensò Lucy con rammarico, voltandosi proprio verso l'oggetto pieno di fori e dal vetro crepato. Il divano era stato buttato e ne era stato ordinato uno nuovo che sarebbe arrivato entro poche settimane.
<< Siete ancora qua? >> si sentì chiedere. La ragazza sollevò il viso, notando un Gray mezzo vestito che si sedeva tra lei e Natsu con un piatto di sushi tra le mani. << Andiamo Natsu, sono ore che Lucy cerca di spiegarti >> brontolò il nuovo arrivato, rifilando tra le mani di Lucy delle bacchette e invitandola a prendere qualcosa.
Natsu lo fulminò con lo sguardo. << E le mie bacchette dove sono? >>
<< Va a prendertele in cucina >> sbuffò il moro, addentando un po' di sushi con un gamberetto.
L'altro emise un verso risentito, prima di curvarsi verso Gray e strappargli di mano le bacchette in maniera trionfante. Lucy li osservò litigare come se fossero dei bambini, cercando di non farsi beccare. Più passava del tempo con loro e più le sembrava che i file fossero tutti sbagliati, pieni di bugie o teorie complottiste. Quei ragazzi non assomigliavano per niente a dei pazzi assassini, era ridicolo! Se solo avesse potuto contattare Levy e spiegarle ogni cosa... Forse avrebbero potuto aprire un nuovo caso, capirci qualcosa, risolvere tutto insieme, come avevano sempre fatto.
Lucy sapeva che non poteva contattare la sua migliore amica per nulla al mondo: era pericoloso andare contro al protocollo, ed era altrettanto pericoloso farsi beccare da una banda di probabili assassini mentre si cercava di contattare il membro più rilevante dell'Intelligence. No, era fuori discussione, non avrebbe messo Levy in pericolo.
<< Stai fissando la mia bellezza, o cosa? >> si sentì chiedere. Lucy sollevò il volto di scatto, come se l'altro l'avesse riportata alla realtà da un sogno, e subito dopo lo guardò male per la sua battutina. Natsu sapeva essere un concentrato di sarcasmo disarmante quando voleva.
<< Non stavo fissando te >> borbottò << anzi, non guardavo nulla in particolare, stavo solo pensando. >>
<< Come fai a pensare senza guardare qualcosa? >>
<< Pensavi a come far comprendere a quest'idiota il piano? >> dissero i due ragazzi nello stesso istante. Gray si voltò meravigliato verso l'altro dopo aver sentito la domanda e scoppiò in una fragorosa risata. << Sei più rincoglionito di quanto pensassi. >>
Natsu, per tutta risposta, digrignò i denti. << Non puoi semplicemente prendere la tua sporca faccia e andartene a fanculo? >>
<< Assolutamente >> disse Gray, completamente rilassato << guardarti mentre cerchi inutilmente di capire, è uno spettacolo per gli occhi. >>
Lucy urlò ai due di fermarsi proprio mentre Natsu stava per ribattere, cercando di ridestarlo dal prendere a pugni un Gray divertito. Quella giornata era stata stressante in ogni singolo secondo e non vedeva l'ora che finisse. Ad essere sinceri, Lucy pregava che la missione in generale finisse al più presto. Pensieri malefici a parte, quei ragazzi erano tutti una buona dose di stress che non avrebbe fatto altro che farla sembrare più vecchia dei suoi diciannove anni.
<< Ti stanno stressando? >> le chiese Erza. Era sbucata all'improvviso dalla cucina tenendo saldamente in mano un piattino e la sua torta panna e fragole, il viso completamente in estasi solo a guardare il dolce.
<< Voglio solo riposare >> disse, lasciandosi andare in un sospiro.
<< Non puoi >> protestò Natsu all'improvviso << non ho ancora capito un accidenti del piano. >>
Erza sgranò gli occhi. << Che diavolo... >> borbottò << ma sono ore che siete qua! Io e gli altri abbiamo finito di aggiustare casa nel frattempo. >>
<< Beh, buon per voi >> commentò Natsu con poco interesse, cosa che gli fece guadagnare un'occhiataccia da parte della ragazza più grande. Lucy era convinta che se Erza non stesse tenendo tra le mani la sua preziosa torta, avrebbe mollato tutto pur di dare una lezione al ragazzo.
In quel momento, però, la ragazza sembrò lasciar correre e si lasciò andare in un sospiro prima di andarsene, il viso tornato sorridente come per magia.
Gray si voltò verso Natsu, il viso colmo di divertimento. << Lo sai che se non riesci a capire il piano, Erza ti ammazza, no? >>
L'altro sbuffò. << Lo so. >>
Lucy, rimasta a osservare lo scambio di battute tra i due, si chiese se Gray non lo stesse dicendo solo per scherzo. O almeno ci sperava. Tornò a prestare la sua attenzione su Natsu, ormai decisa a fargli capire ogni cosa e poi andarsene a riposare. La parte fondamentale del piano consisteva nel sfruttare l'oscurità. In quel momento era appena primo pomeriggio, il che significava che, se fosse riuscita a far capire alla svelta il piano a Natsu, avrebbe potuto dormire qualche ora. Il fatto che non si fidasse ancora completamente, non le aveva garantito sogni tranquilli durante le precedenti notti. Ormai aveva guadagnato un briciolo di fiducia e poteva vantare il fatto che questa volta avrebbe dormito davvero. Lucy era convinta che ormai solo il duro addestramento e l'adrenalina causata dal timore, riuscissero a tenerla in piedi e a farla ragionare correttamente.
<< Vediamo di farti comprendere meglio cos'è il deltaplano e poi andiamo avanti >> decretò la ragazza. Stava già per tirare fuori un blocco da disegno e cominciare a illustrare il tutto con dei disegni, quando la mano di Gray si posò sulle sue, spingendole verso il basso: un tacito segno a lasciar perdere.
<< Non serve >> affermò quello, scuotendo la testa. << Mezzo di trasporto, Natsu. >>
Lucy vide l'espressione di Natsu cambiare velocemente. Prima sembrò soppesare le parole dell'altro ragazzo, poi, avendo capito appieno il significato di quelle parole, impallidì.
<< Che gli prende? >> domandò la ragazza, confusa.
<< Soffre i mezzi di trasporto. >>
In risposta all'affermazione di Gray, Natsu saltò in piedi, il volto completamente sbiancato e contorto in un'espressione di terrore. << Non ci salgo! >>
<< Non fare il bambino, ciliegina. >> Una voce autoritaria si fece largo da in cima le scale, rivelando la figura statuaria di Laxus, intento a scendere al piano inferiore con tutta calma. Era serio come sempre e, anzi, questa volta sembrò rivelare un'emozione: disprezzo. << Sono due i modi con cui ci approcceremo alla base di quegli idioti: il deltaplano e il furgone. Scegli quello che più ti aggrada. >>
<< Nessuno dei due >> ribatté stizzito Natsu. << Preferisco seguire il furgone correndo. >>
<< Non puoi >> lo corresse immediatamente Lucy. << Un furgone che entra nel loro territorio è già abbastanza sospetto. Avere qualcuno che gli corre dietro, non farà che aumentare i sospetti. E no >> disse, sollevando al contempo una mano per bloccare le nascenti proteste dell'altro << anche se ti nascondi e cerchi di passare in osservato, verrai visto comunque. >>
Il fatto che Laxus avrebbe guidato il furgone, giovava al loro piano. I membri di Fairy Tail avevano dalla loro un piccolo particolare: nessuno conosceva i loro veri volti. Quando andavano alle negoziazioni indossavano maschere o passamontagna, oppure restavano nell'ombra, in modo che si vedesse solo la loro figura e si sentisse una voce distorta, modificata. Laxus avrebbe potuto fingersi il membro di una qualsiasi gang amica di Raven, in modo da riuscire a passare in tutta tranquillità mentendo sul fatto di dover contrattare qualcosa. Avevano contattato le ragazze di Mermaid, un tempo amiche di Raven prima del tradimento di questi ultimi, e avevano chiesto loro quale fosse il punto di incontro che Raven utilizzava per gli scambi e le contrattazioni. Le ragazze non avevano fatto domande – in parte perché erano conosciute per non farsi gli affari altrui, in parte perché la distruzione di Raven avrebbe giovato anche a loro – e avevano rivelato ogni possibile dettaglio.
<< Natsu >> sbottò Erza, giusto in tempo per riportare Lucy alla realtà e lasciare i pensieri da parte << Salirai sul furgone con Laxus e Lucy, caso chiuso. >>
Lucy sentì dei brividi attraversarle la schiena. Stava diventando tutto troppo reale. Quella notte il destino avrebbe deciso per lei se sarebbe sopravvissuta o sarebbe morta nel tentativo di fare una buona azione per la nazione. Le voci che le stavano attorno, un tempo lucide, in quel momento divennero ovattate mentre pensava al suo futuro, a quella notte piena di incertezze e disgrazie; una notte da cui, probabilmente, non sarebbe riuscita a tornare viva.
§
Lucy se ne stava rannicchiata sul fondo del furgone, dei sacchi di iuta a coprirla interamente e gli scossoni del mezzo a nascondere i suoi tremori. Era notte fonda quando l'avevano accompagnata nel garage sotterraneo con una benda sugli occhi, in modo che ancora non riuscisse a vedere la posizione esatta della base. Certe cose forse non sarebbero mai cambiate. Si erano fidati di lei per il piano, ma era solo per quell'istante. L'avevano aiutata a salire con sicurezza sul furgone e poi, dopo averle indicato come nascondersi, i portelloni erano stati chiusi, segno che poteva rimuovere la benda. Le avevano persino dato un'arma, pensò amaramente. Era una calibro 9, come quella utilizzata dalla polizia, e la cosa, se da un lato l'aveva sollevata, dall'altra le aveva ghiacciato il sangue nelle vene. Il continuo non fidarsi, la calibro 9, le occhiate... sospettavano sicuramente che facesse parte della polizia, non erano coincidenze; quella in particolare, non era una coincidenza.
Natsu se ne stava dall'altro lato del furgone, il viso verde, quasi come se stesse per vomitare tra i sacchi di iuta. Il fatto di stare male, non gli impediva di lanciarle occhiate e di tenere una mano ferma su un coltello particolarmente lungo e affilato. Se a lei avevano dato una pistola, in risposta Natsu era armato fino ai denti tra coltelli e due pistole.
Lucy ingoiò a vuoto, scegliendo di avvicinarsi a Natsu gattonando, in modo che gli scossoni non la buttassero a terra. Non poté fare a meno di notare che la presa del ragazzo sull'arma da taglio si era intensificata. Sospirò, avvicinandosi ulteriormente. Una volta avuto il viso del ragazzo a pochi passi da lei, cominciò a frugare tra le tasche, in cerca di quelle particolari pastiglie che si portava sempre dietro. Le teneva sempre nella tasca del cappotto per Levy, in quanto scossoni troppo forti su aerei e auto, le causavano un po' di malessere.
Lucy non dubitava che, quando i ragazzi erano andati a recuperare i suoi averi, avessero frugato ovunque in cerca di qualcosa che potesse inchiodarla come poliziotta. Era stato un bene aver rimosso tutti i file appena era iniziato l'addestramento e bruciato il suo nuovo profilo non appena ne aveva memorizzato l'intero contenuto. Ora, quelle pastiglie erano ancora nelle sue tasche perché, evidentemente, qualcuno era stato abbastanza ingamba da notare che non fosse nulla di pericoloso – il caso più malevolo che Lucy aveva pensato, era quello in cui le sue preziose pastiglie fossero state scambiate per qualche droga.
Appena toccò la plastica della pillola, la tirò immediatamente fuori, liberandola dall'involucro di carta e facendosela scivolare tra le mani. La mise davanti gli occhi del ragazzo – pupille nere nel buio che regnava là dentro – che la osservava con sospetto. << E' una pillola contro il mal d'auto, ti aiuterà >> gli riferì. Si guardò attorno in cerca di qualche bottiglietta d'acqua, ma quell'oscurità era così asfissiante da non riuscire a vedere a un palmo dal naso. Era un miracolo di luci che entravano di poco dall'alto, se era riuscita a vedere la figura di Natsu, altrimenti avrebbe pensato di essere sola.
Teneva la pastiglia stretta nel pugno di una mano, mentre muoveva frenetica la testa, in cerca di qualcosa che assomigliasse vagamente a una bottiglia. Si voltò quando sentì una pressione calda sulla mano, incontrando il volto pallido di Natsu, la presa che la invitava a districare il pugno. << Va bene così, posso prenderla senza acqua >> le disse. Era una voce strascicata, appena un sussurro nell'ombra, segno che stava seriamente cercando di non vomitare.
Natsu ingoiò la pasticca quasi subito e Lucy si ritrovò a notare il pomo d'Adamo che andava su e giù, che si ingrossava e poi tornava alle dimensioni normali. Non seppe esattamente cosa la incantò in quell'azione, ma il ragazzo sembrò riprendersi quasi subito. Lucy non pensava fosse possibile che la medicina avesse già fatto effetto e in effetti non era così. Natsu si mise in ginocchio e le mimò di fare silenzio, mentre Lucy iniziava pian piano a notare che il furgone stava perdendo potenza, rallentando sempre di più. Una frenata decisa le fece perdere l'equilibrio, sdraiandosi malamente tra i sacchi. Si risollevò, il viso che mostrava un'espressione confusa: non potevano essere arrivati.
Il ragazzo davanti a lei le mimò di andarsi a nascondere sul fondo del furgone, mentre lui si alzava e faceva lo stesso, le pistole in pugno mentre si avvicinava all'unico strato che li divideva dal guidatore. Lucy fece quanto le era stato detto, mettendosi sotto alcuni sacchi di iuta e osservando con la coda dell'occhio Natsu e il fioco scintilli0 dei coltelli legati saldamente alla cintura. Riuscivano a sentire Laxus parlare con qualcuno, probabilmente una delle vedette di Raven, mentre il loro compagno cercava di fare il vago, l'insospettabile ragazzo che andava alla base per un semplice scambio. Sentire Laxus ridere, mandò delle scariche di brividi lungo la spina dorsale di Lucy. Era capace di farlo? Allora anche lui era un essere umano!
Sentirsi il cuore in gola per l'agitazione, era qualcosa che Lucy aveva già provato alcune sere prima, quando Natsu e Gray si erano introdotti in casa sua e lei aveva temuto di poter morire. Quello, però, era senz'altro peggio. Le mani le stavano sudando e riusciva a sentire il battito cardiaco che le martellava nelle orecchie, quasi impedendole di sentire cosa succedeva fuori. Se ne sarebbe accorta se avesse dovuto scappare? Avrebbe fatto in tempo a prendere la pistola per difendersi? E ancora, gli altri le stavano tendendo una trappola? Quella era davvero una messa in scena per ucciderla al primo pretesto? L'avevano scoperta?
Quelle domande si fecero spazio nella mente di Lucy come fuochi d'artificio, l'ansia ad attanagliarle il cuore, mentre nelle vene, il sangue ribolliva all'impazzata. Non sarebbe sopravvissuta, se lo sentiva.
Poi, accadde l'impensabile. Un rumore che Lucy non si aspettava di sentire, o almeno non più. La conversazione sembrava essere durata secoli, invece era passato appena qualche minuto, forse due o tre, giusto il tempo di qualche controllo, qualche parola di fiducia e una vedetta non del tutto lucida. Il rumore del motore che si rimetteva in moto, fu come musica per le orecchie di Lucy. Venne un attimo sballottata avanti e indietro, poi il furgone riprese la sua corsa regolare. Si fece spazio con le mani tra i sacchi di iuta, lanciando un'occhiata a Natsu, ora visibilmente più rilassato.
<< Ci è andata male >> sospirò quello, prima ancora che Lucy potesse fargli qualsiasi domanda. << Il tipo era probabilmente sbronzo o era fatto, altrimenti non ci avrebbe messo molto a irrompere qua dentro. >>
Lucy si sollevò meglio, mettendosi con le gambe incrociate e spolverandosi i vestiti. Non voleva neanche sapere cosa ci fosse sul fondo di quel furgone. << A me sembrano buone notizie >> affermò, confusa.
<< Per te, forse. Avrei tanto voluto conciarlo per le feste. Già mi aspettavo la sua entrata qua dentro e io che lo stendevo con qualche mossa fighissima appena imparata >> commentò il ragazzo. Lucy poté giurare di averlo visto sorridere distintamente nella penombra.
<< Beh, tienitele per dopo >> ribatté indignata. Ma quel ragazzo si rendeva conto in che razza di situazione si trovavano?
Fece per andarsi a spostare verso la parete, ma una frenata improvvisa la fece capitolare tra i sacchi per suo malcontento. Il divisore posto in alto si aprì, rivelando la figura illuminata di Laxus. << Siamo arrivati, donzelle. >>
<< Bel momento per iniziare a fare battute >> lo schernì Natsu. << Adesso che si fa, aspettiamo che gli altri arrivino con quel delta-coso? >>
Lucy buttò gli occhi al cielo, incredula sul fatto che Natsu non avesse ancora capito un accidente del piano.
<< Io sto qua per permettervi di scappare nel caso le cose dovessero mettersi male, mentre voi due alzate i tacchi e andate là dentro >> commentò sarcastico l'altro, un sorriso inquietante a incorniciargli il viso. << Cercate di non fare troppo casino appena mettete piede in quel magazzino >> continuò, rivolgendo poi lo sguardo su Natsu << Soprattutto tu. >>
L'aria si era decisamente fatta tesa là dentro e Lucy aveva seriamente voglia di uscire fuori. Eppure si sentiva come se non potesse essere al sicuro né all'interno del furgone, né fuori. Voleva seriamente tornarsene a casa.
Un rumore di radio interrotta la fece stabilizzare, rivolgendo nuovamente lo sguardo in alto, dove un Laxus apparentemente divertito stringeva tra le mani un walkie talkie.
<< Siamo arrivati sul tetto. Ora procediamo con il resto del piano. >>
Sì, quella era la voce sicura di Erza. Erano già in ritardo con la tabella di marcia se gli altri erano già arrivati. Eppure il pensiero di dover andare in quel magazzino e lottare per la propria vita la spaventava. Avrebbe voluto che fosse tutto un sogno, che in realtà si trovasse a casa propria, il copriletto e il cuscino intriso di sudore e le coperte scalciate sul fondo per un brutto sogno. Levy sarebbe accorsa da lei, accarezzandole la testa per farla dormire, scacciando tutte le sue paure. Già, Levy. Probabilmente non l'avrebbe più rivista. "Levy-chan... spero che questo non sia un addio" pensò amaramente, prima di venir spinta giù, oltre le porte scorrevoli del furgone.
§
Strisciare – Lucy doveva proprio ammetterlo – non era tra i suoi piani. Si era ritrovata a gattonare tra la sporcizia che regnava in quel magazzino e la ragazza stava iniziando a sperare che fosse solo polvere. Natsu era dietro di lei, la pistola in una mano, mentre con l'altra le dava colpetti sul braccio e la incitava a camminare. In quel posto regnava un silenzio surreale e l'unico rumore che si sentiva, purtroppo, erano i passi strascicati di Lucy. Natsu continuava a dirle di fare silenzio, a volte sussurrandole di togliersi gli stivali, ma la ragazza non voleva saperne. Cercava sul serio di non fare rumore, ma all'accademia non le avevano insegnato a muoversi come un fantasma. Semmai fosse riuscita a tornare in centrale viva, avrebbe suggerito senz'altro quel nuovo corso.
Il fatto che ci fossero due scale che portavano al piano superiore poste sia a destra che a sinistra, non fece rassicurare Lucy. Quella era una cavolo di trappola mortale e loro si erano appena infilati dentro la tana del lupo. Certo, il piano era stato suo, ma ora iniziava a credere che le sue abilità di stratega fossero un po' marcite.
Dall'alto, vide una delle due porte aprirsi con calma e un fucile entrare nel loro raggio di azione. Natsu si fermò, piantando un ginocchio nel terreno e facendosi scudo con i barili che avevano davanti: non il posto migliore per rifugiarsi, essendo di legno. Il respiro di Lucy divenne sempre più pesante, mentre il cigolio della porta dai cardini usurati fischiava nell'abitacolo.
Erza apparve con occhi sospettosi, guardandosi attorno, mentre Gray e Gajeel la seguivano a ruota, muovendo le pistole da un lato all'altro, pronti a sparare. Lucy rilasciò il fiato che non si era accorta di star trattenendo. Natsu, accanto a lei, si sollevò in piedi. << Che diamine state facendo? Non dovevate liberarvi di loro? Non si è sentito neanche uno sparo da qua. >>
<< Sta zitto, idiota. Di sopra non c'è nessuno >> lo rimbeccò Gray. Il moro coprì immediatamente la distanza che li separava, scendendo le scale frettolosamente.
<< Voi piuttosto, non dovevate distrarli? >> chiese di rimando Gajeel.
Natsu buttò gli occhi al cielo. << L'avremmo fatto se qui ci fosse stato qualcuno. >>
Lucy strisciò via dal suo nascondiglio, sollevandosi in piedi e scacciando la polvere che aveva sui vestiti. Quella era stata una cavolo di perdita di tempo.
<< Mi state dicendo che non avete incontrato nessuno? >> domandò Erza, il viso chiaramente in panico. Lucy, a suo modo, stava finalmente iniziando a comprendere e, cavolo, dovevano andarsene. Fece per voltarsi e dire a tutti di scappare, quando uno scintillio le urtò la vista, facendole stringere gli occhi tra loro per il fastidio.
<< Lucy, attenta! >>
Natsu sembrò urlare con tutte le sue forza, mentre Lucy non riusciva proprio ad aprire gli occhi. Si sentì spingere a terra nello stesso istante in cui si sentì l'eco di un proiettile che attraversava l'aria. Andò in panico. Spalancò immediatamente gli occhi, ritrovandosi col viso a pochi centimetri da quello di Natsu, il peso del ragazzo che la schiacciava a terra per farle da scudo. Sembrava che la pallottola non l'avesse presa, visto che l'unico dolore che sentiva era alla schiena, nel punto in cui aveva strisciato.
Si sentì un altro sparo e un altro di rimando, seguito da un urlo non poco gentile e un altro agonizzante. << Quel fottuto bastardo mi ha sparato! >>
Lucy cercò di rimettersi in piedi, scacciando da sopra di sé il corpo oppressivo di Natsu. Le orecchie le fischiavano e il cuore le martellava nel petto, ma doveva darsi una calmata, cercando di far affiorare le parole di Kagura nella mente e di utilizzare tutti i consigli che le aveva dato. Entrò in panico quando, voltandosi, vide Gajeel a terra, il viso contorto in un'espressione sofferente e una pozza di sangue che si formava lentamente sotto di lui. Gli avevano sparato e la camicia nera non faceva altro che inzupparsi di sangue all'altezza della spalla.
Lucy voltò il capo in alto, giusto in tempo per vedere un uomo lasciar andare il suo fucile, la mano che sbatteva pesantemente sulle scale di ferro con un suono terrificante, segno che probabilmente non c'era più vita. Gajeel doveva avergli sparato nello stesso istante in cui l'altro aveva aperto il fuoco verso di lui.
<< Di sopra non c'è nessuno >> scimmiottò Natsu, cercando di trascinare Gajeel verso il nascondiglio dove si era riparata Lucy poco tempo prima. << Ma col cazzo! Si può sapere dove avevate gli occhi? >>
<< Ti sembra il momento, rosellina? >> sbottò Gray.
E se prima, effettivamente, di sopra non c'era nessuno, adesso le scale sembravano essere popolate di tutti i membri di Raven, nessuno escluso. Lucy sentiva le lacrime pizzicarle gli occhi, mentre tutto le appariva tutto fin troppo reale. La fine era vicina, sarebbe morta. Erza inforcò il fucile e, rotolando dietro alcune casse, cominciò ad aprire il fuoco. Natsu si inginocchiò accanto a lei, le strinse la pistola tra le mani e le indicò Gajeel << Prenditi cura di lui. >>
<< Non sono ancora malfermo! >> annunciò Gajeel, gli occhi colmi di disprezzo mentre cercava di non farsi vedere sofferente.
Fu un attimo e la sala venne invasa da colpi di pistola, proiettili che rimbalzavano ovunque e urla attutite dalle pareti. C'era il grido di battaglia, quello sofferente, quello di una vana vittoria e poi quello di una persona che stava per lasciare questo mondo. Lucy voleva solo tapparsi le orecchie, rifugiarsi malamente dietro quei barili e aspettare di ricevere una fine meno sofferente. Le mani le tremavano terribilmente e non riusciva a tenere la pistola, sballottata da un lato all'altro nella sua presa malferma. Gajeel cercava di sparare dalla sua posizione, ma il dolore era così straziante da lasciarlo a terra, non consentendogli un gran visuale.
Lucy cercò di avvicinarsi a Gajeel con l'intenzione di vedere la ferita, ma quello non si lasciò toccare e, anzi, si avvicinò solo per strapparle di mano la pistola e iniziare a sparare con quella, avendo finito i proiettili nella sua.
Gray rotolava da un lato all'altro impugnando la sua berretta, i nemici che venivano colpiti in punti non potenzialmente mortali, ma che poi si rivelavano tali per la troppa fuoriuscita di sangue. Avevano finto di non aver ucciso nessuno, o quella era davvero la prima volta? Sembravano troppo spietati per esserlo. Eppure... no, il tipo sulla scala, quello che credeva Gajeel avesse ucciso, si muoveva ancora e stava cercando di afferrare il fucile che aveva fatto cadere. Quelli stavano cercando di ammazzarli, mentre loro tentavano ancora di ferirli. Lucy dovette rimangiarsi ogni singolo pensiero. Fairy Tail non aveva ancora ucciso.
All'improvviso sentì una presa ferrea sul braccio, cosa che le fece stringere i denti per il dolore e al contempo abbassare lo sguardo. Gajeel aveva gli occhi sgranati, ma sofferenti, il viso una maschera di dolore in ogni singola ruga d'espressione. << Dobbiamo uscire... >> disse, lamentandosi poi per il dolore. << Il ticchettio, lo senti? >>
Lucy cercò di affilare l'udito, invano. Come poteva sentire un ticchettio, quando l'unica cosa che sentiva lei erano urla e spari? Che la ferita fosse diventata così dolorosa al punto da fargli immaginare le cose? << Senti >> cominciò << devi farmi vedere quella ferita, magari posso aiutarti e... >>
<< No! Tu ascolta me >> la bloccò lui, autoritario. << Non sto immaginando le cose, c'è davvero un ticchettio. >> La strattonò per il braccio, portandola a piegarsi alla sua altezza e indicandole qualcosa con il mento. Lucy non riuscì a seguire lo sguardo dell'altro, la sua sola vicinanza la inquietava. << Guarda, anche Natsu se n'è accorto. >>
Tremante, Lucy si voltò a guardare. Natsu sembrò per un attimo spaesato. Il ragazzo aveva smesso di sparare e ora stava rotolando da un lato all'altro, cercando di raggiungere Erza e Gray, probabilmente per informarli. Erza sembrò allarmarsi e fece cenno di tagliare la corda, mentre cercava abilmente di evitare le pallottole, rispondendo al contempo al fuoco di rado.
E poi eccolo. Sì, si disse, adesso il ticchettio lo sentiva anche lei e non era nulla di buono. Qualcuno aveva piazzato una bomba – se non molte di più – nel magazzino.
Lucy cercò di tirarsi in piedi, ma era troppo tardi. Gli ordigni scoppiarono uno dopo l'altro e Lucy sentì vagamente l'ordine di Erza di scappare, la stessa ragazza che la afferrava per un braccio e la trascinava verso l'uscita, mentre Gray e Natsu si caricavano Gajeel in spalla. Dietro di loro c'erano lamenti, fuoco che scricchiolava e le orecchie che fischiavano per l'impatto con la forte esplosione. Apparentemente, le bombe non erano dalla loro parte, bensì da quella di Raven. No, non aveva senso. Non erano stati loro a mettercele nel tentativo di uccidere quelli di Raven, ed era impensabile pensare viceversa. Oppure Fairy Tail stava cercando di mostrarsi innocente, avendo piazzato le bombe senza dirle nulla?
I pensieri di Lucy vennero interrotti quando la fresca aria dell'esterno le sbatté contro il viso. Il contrasto con il caldo soffocante del magazzino in fiamme e l'aria di fuori, era disarmante. Si ritrovò a tossire tra un passo e l'altro, mentre pian piano l'udito si stappava e riusciva a sentire Erza ordinarle di salire velocemente sul furgone prima che l'intero magazzino saltasse in aria. Era tutto così confuso... non ricordava neanche di esserci arrivata, al furgone.
Cercò di acquistare lucidità, mentre Laxus partiva sgommando, l'urto che scombussolò un po' tutti. Gajeel si lamentava dal dolore, mentre Erza cercava di pressargli un panno sul punto ferito.
<< Dovremmo portarlo in ospedale >> si lasciò sfuggire. Lo stordimento sembrava essere passato, ma non riuscì a non spaventarsi, quando in lontananza udì l'esplosione che si aspettava tempo addietro.
<< Non se ne parla, farebbero troppe domande >> lo rimbeccò Erza. Era così concentrata a premere quel panno sulla ferita di Gajeel, che non si premurò neanche di sollevare lo sguardo.
<< Ma morirà se lo lasciamo così! >>
<< Lucy. >> Natsu la guardò intensamente dopo aver pronunciato il suo nome, il viso illuminato dalle torce che avevano acceso per vedere meglio Gajeel. << L'abbiamo fatto altre volte, non morirà. >>
Lucy si sentì montare la rabbia in corpo. Come potevano lasciarlo in quello stato? Era pallido e stava iniziando a sudare, il dolore così forte e pressante da far lamentare anche uno forte come Gajeel. No, non andava bene per niente. Lucy non avrebbe permesso che una persona – seppur la inquietasse – morisse sotto i suoi occhi.
<< Natsu, puoi prestarmi il telefono? >> chiese quasi innocentemente. Natsu sollevò lo sguardo, un sopracciglio alzato, come a chiederle perché non usasse il suo, quando poi sembrò realizzare. Si era forse dimenticato che le avevano preso il cellulare perché non si fidavano di lei? Tradotto in: "mi dispiace, ma non voglio che avvisi gli sbirri, tuoi amici."
<< Lucy, che vuoi fare? >> le chiese Erza, il volto autoritario e stressato. Perché improvvisamente sembrava molto più vecchia? Evidentemente si era resa conto anche lei che in quello stato e con tutto il sangue perso, Gajeel non avrebbe superato la notte.
Lucy non rispose alla domanda dalla ragazza, preferendo strappare di mano il telefono di Natsu sotto lo sguardo sconcertato degli altri, mentre suggeriva a Laxus di fermare il furgoncino. Erza fece un segno al guidatore, forse un accenno a fidarsi, e quello arrestò immediatamente il mezzo, giusto dopo essere usciti di poco dal territorio di Raven, fortunatamente intatti.
Compose il numero frettolosamente, ricontrollando però almeno cinque volte e inserendo il trucchetto che avrebbe fatto risultare la chiamata anonima, ignorando al contempo gli sguardi dei presenti fermi su di lei, le tacite domande poste nelle pupille. La linea divenne libera e il classico suono della chiamata in uscita le invase i timpani non completamente stappati. Sperava solo che rispondesse, o avrebbe condannato a morte una vita.
Cacciò un sospiro di sollievo quando, la voce, proprio come la ricordava, le invase la mente. << Pronto? >>
<< Hai risposto... >> si lasciò sfuggire in un sussurro, sollevata.
<< Lucy...? >>
* Lo so, è da molto che non mi faccio sentire, ma ho le mie ragioni. Quest'anno sono d'esame, quindi fino ad ora è stato un inferno e presto sarà anche peggio.
Avevo pensato di pubblicare anche un piccolo diario dove mettere i miei pensieri, ma non so se qualcuno lo leggerebbe volentieri o meno. Al momento ho così tanti pensieri per la testa, che sento su uno stress enorme, avevo un po' il bisogno di sfogarmi.
Però ho deciso che per prima cosa avrei aggiornato questa storia, non mi sono dimenticata e ho intenzione di continuarla ;) Vedrò se riuscirò a pubblicare almeno un altro capitolo prima dell'inizio degli esami, quindi tenete d'occhio la barra degli aggiornamenti, io tornerò quando meno ve lo aspettate u.u
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