Chapter 31.





Per l'ennesima volta durante quella settimana, Lucy si era ritrovata in ospedale. Wendy era con lei, controllando accuratamente le fasciature sul busto e poi le altre ferite minori, che sembravano star guarendo. La costola le faceva ancora male ed era rotta, ma il livido esterno era passato da un rosso acceso a un viola scuro. Lucy prendeva ancora antidolorifici per andare avanti, per riuscire a sostenere il peso delle faccende burocratiche.

Subito dopo la sua chiacchierata con Gray, Lucy era salita alla omicidi, chiedendo il file di quel Deliora. La ragazza aveva passato la notte a cercare di capire cosa potesse aver collegato quel criminale alla giovane Ul, ma non ne era uscito nulla. Il caso era vecchio di cinque anni, con Gray appena diciottenne e i membri di Fairy Tail che ancora non erano nel quadro. Lucy aveva trovato parecchie difficoltà, ma Gerard, gentile come sempre, si era offerto di aiutarla a capire quell'intrico di argomenti. Lucy era arrivata a un punto in cui non riusciva a processare a mente le nuove informazioni. Levy le aveva detto che si stava stressando troppo, che aveva bisogno di una pausa, o almeno vedere una psicologa, ma Lucy aveva rifiutato.

Non si fidava più molto degli psicologi, non dopo il caso di Minerva. Eppure, Lucy sapeva che prima o poi l'avrebbero costretta ad andarci: era la procedura. Ogni agente di ritorno da una missione sotto copertura, doveva sottoporsi a sedute psichiatriche per evitare di uscirne con un futuro trauma. Lucy odiava l'idea di spiattellare i suoi segreti e pensieri a uno sconosciuto, ma se Levy l'avesse voluto, avrebbe potuto costringerla.

Parlando di Levy, il capo dell'intelligence era lì, nella stanza d'ospedale dove Wendy stava visitando le ferite di Lucy. La ragazza era appoggiata al muro vicino la porta, lo sguardo serio e l'aria di chi avrebbe voluto ricorrere a una bella strigliata di capo. Levy non l'aveva rimproverata molto, per il semplice fatto che Lucy stesse dividendo il lavoro di Fairy Tail con Gerard e Lluvia. L'archivista si era offerta di collaborare al caso come agente effettivo, passando loro i favori che la omicidi le doveva. Lucy aveva trovato strano l'entusiasmo di Lluvia nel partecipare, ma quando la scorsa mattina l'aveva trovata con occhi sognanti a guardare una foto di Gray, allora Lucy aveva connesso i pezzi del puzzle.

Ecco un'altra ragazza che era caduta nella rete dei ragazzi di Fairy Tail. Lucy l'aveva guardata con la compassione negli occhi, quasi sperando che per la turchina andasse meglio di com'era per lei. Lucy non aveva ancora parlato con Natsu, non ne aveva il coraggio. Lo amava ancora – perché sì, ciò che provava era proprio amore – ma aveva il terrore di vedere il disgusto negli occhi di lui. Loki aveva ragione: c'era una linea sottile che divideva l'odio dall'amore.

<< Non hai ancora parlato con Natsu, vero? >> le chiese Levy in quel momento. Lucy non aveva idea di come facesse, ma la sua migliore amica sembrava sapere sempre a cosa stesse pensando. Wendy, impegnata a cambiarle la fasciatura, le indirizzò un'occhiata curiosa. Lucy sapeva che le sue amiche volevano solo il meglio per lei. L'agente non si era esattamente presentata in fase di depressione per la relazione fallita, ma era anche vero che si era gettata nel lavoro per evitare di pensare troppo alla sua situazione con Natsu, per non ricordare lo sguardo tradito che lui le aveva rivolto quella notte.

<< Ancora no >> ammise, completamente sconfitta.

<< Quando ti deciderai di andargli a parlare? Da quello che so, persino Erza ti ha detto di farlo >> le disse Levy. Sembrava un monito, un rimprovero ben congeniato.

Lucy si sentì offesa da quella strigliata. Non era l'unica a non aver ancora trovato il coraggio di farsi avanti. << Beh, nemmeno Makarov è ancora andato a parlare con Laxus. >>

Levy sospirò. La ragazza si avvicinò a Lucy, il tono che improvvisamente diveniva più comprensivo di quanto avesse sperato. << Questo perché sta cercando in tutti i modi di coprire le tue attività e quelle di Gerard. Avete almeno idea che potreste essere accusati di corruzione? >> Eh sì, Lucy lo sapeva bene; anzi, entrambi ne erano al corrente. Un agente che non faceva il proprio lavoro e cercava di liberare criminali, non era esattamente la normalità. Ma valeva lo stesso quando i suddetti "malavitosi" erano perlopiù innocenti? Evidentemente sì. Makarov stava facendo del suo meglio per coprirli dagli occhi del governo, della CIA e altre attività che avrebbero potuto scoprirli. Non era facile, e Lucy era seriamente convinta che avessero poco tempo, ma a volte velocizzare le faccende burocratiche era maledettamente difficile.

<< Ne siamo consapevoli, ma abbiamo deciso di abbandonare la polizia una volta finito questo casino >> annunciò. Non aveva mai informato le sue amiche di quel piano, quella decisione che aveva preso tempo addietro, quando aveva visto Natsu e il suo amore per lei e aveva deciso che era grande abbastanza da lasciare tutto indietro e scappare. Levy e Wendy sgranarono gli occhi, completamente prese in contropiede. Lucy, che aveva lasciato casa propria perché i genitori non le avevano lasciato seguire il suo sogno di percorrere la propria strada con la polizia, ora stava progettando una fuga d'amore. Lucy era certa che non sarebbe arrivata a quella conclusione se l'ambiente in centrale fosse stato diverso. Corruzioni, invidia e violenza gratuita non erano ciò che aveva immaginato da bambina, quando sognava di essere una delle poliziotte più brave del Giappone.

Wendy la fissò con sguardo incerto, posando lentamente le bende su una superficie sterilizzata: era un vassoio di ferro che era stato portato in stanza non appena Lucy si era accomodata sul lettino. Sopra, disposti in fila ordinatamente, c'erano tutti gli strumenti sterilizzati che Wendy stava usando per curarla. << Ne sei sicura, Lucy? >> La voce del medico uscì incerta, triste.

Lucy le fece un sorriso, cercando il più possibile di tranquillizzarla. Con la coda dell'occhio, vide che anche Levy sembrava preoccupata. << Verremo visti comunque come criminali. La migliore idea sarebbe fuggire in un altro paese e cominciare daccapo. >>

L'agente non ne aveva ancora parlato con Gerard, ma era certa che anche lui volesse buttare tutto all'aria per farsi ridare una possibilità da Erza. Lucy sorrise al pensiero, quasi invidiando l'occasione che era stata concessa al suo nuovo amico. Sperò che fosse lo stesso anche per lei non appena avesse spiegato a Natsu ogni cosa.

Levy le si avvicinò ulteriormente, mettendole le mani sulle proprie: quelle del capo dell'intelligence erano piccole e delicate, con qualche callo superficiale sui polpastrelli; mentre quelle di Lucy erano piene di graffi e piccoli lividi. << Se è la tua decisione, voglio aiutarti >> le disse. Nello sguardo di Levy, Lucy vi lesse pura determinazione. << Siete arrivati a una svolta con il caso di quel Deliora? >>

Lucy tirò fuori un biglietto che negli ultimi giorni teneva in tasca: era il disegno del marchio di Deliora, quello che aveva fatto Gray. Lo passò a Levy cercando di non muoversi troppo e intaccare il lavoro di Wendy. A volte Lucy lo tirava fuori per studiarlo, ma non riusciva mai a ricavarne un ragno dal buco. Quel marchio, per qualche ragione le era familiare. Sembravano due barre di contenimento sovrapposte, nulla che si potesse collegare a qualcosa di tangibile, eppure quella sensazione non riusciva ad abbandonare il petto di Lucy. Levy le prese il biglietto dalle mani, studiandolo a fondo, mettendosi una mano sul mento e provando anche lei a collegare i pezzi del puzzle. A un tratto, Levy sgranò gli occhi, fissandoli poi in quelli castani dell'agente. << Questo marchio è simile a quello di Tartaros. >>

Lucy sentì il mondo crollarle addosso. Era davvero possibile che Tartaros fosse collegata al serial killer Deliora? Ed era possibile che fossero già in giro da cinque anni? Lucy sentì un profondo mal di testa farsi strada nelle tempie: quel caso era davvero molto più complicato del previsto. << Credi che ci sia un collegamento? >> le chiese.

Levy si limitò a scuotere la testa. << Non ne sono sicura, ma di certo sarà un ottimo pretesto per tornare a far visita a Minerva. >>

Levy sorrise e Lucy fece lo stesso. Se c'era davvero un collegamento tra Deliora e Tartaros, loro lo avrebbero scoperto. Forse il caso di Gray sarebbe stato risolto in fretta. Forse, esattamente come aveva promesso, avrebbe fatto cadere tutte le accuse contro il ragazzo.

**

Le prigioni non erano male in quella centrale di polizia e Laxus lo constatò una volta che si sedette su una brandina, meravigliato che non crollasse sotto al peso dei propri muscoli. I membri di Fairy Tail erano sparsi lungo tutto il perimetro della cella, chi seduto a terra contro il muro, chi appoggiato alle sbarre per affacciarsi sul corridoio; e chi, come lui, seduto su una brandina. Non avevano molto da fare essendo chiusi là sotto, eccetto parlare e talvolta litigare. Nessuno era ancora riuscito a far venire il buon senso a Natsu, convinto fino al midollo che quello di Lucy fosse solo un piano per raggirarlo. Per quanto Laxus non si fosse mai inteso di relazioni romantiche, doveva ammettere che se quella dell'agente era stata tutta una bugia, allora era un'attrice degna di un Oscar.

<< Oi, sta arrivando un nanetto >> annunciò Gajeel. L'uomo era stravaccato contro il muro della cella, vicinissimo alle sbarre. Aveva lo sguardo rivolto verso l'esterno, le labbra contratte e le sopracciglia aggrottate in un'espressione chiaramente confusa.

Un nanetto? Laxus conosceva solo una persona che corrispondeva a quella scarsa descrizione, e purtroppo non sembrava una buona notizia. Gli occhi degli altri ragazzi scattarono all'insù, i passi che ora risuonavano più forti lungo il corridoio, fino a quando davanti la cella non si presentò la figura che Laxus aveva tanto bramato di vedere. Per quanto però gli volesse bene e aveva desiderato vederlo – varie volte si era chiesto se per caso stesse facendo la scelta giusta – quello era decisamente il momento peggiore.

La figura minuta di Makarov Dreyar si presentò al cospetto della gang in un battito di ciglia. L'anziano era proprio come Laxus lo ricordava: folta barba bianca, capelli radi e del medesimo colore, corpo piccolo ma al tempo stesso abbastanza forte da stendere un uomo in poche mosse. Aveva un cappotto bianco a coprirgli le spalle, il volto severo, una maschera di rimprovero percepibile a chilometri di distanza. << Laxus >> chiamò l'uomo. Aveva la voce rauca, dura e forte.

Makarov sostava davanti la cella senza nessuna scorta, emanando un'aura sicura e decisa. L'anziano era decisamente un concentrato di arroganza. << Nonnetto. >>

<< Questo è tuo nonno? >> tuonò Natsu incredulo. Si era alzato dalla brandina dove si era stravacato qualche ora prima, gli occhi verdi aperti oltre l'impossibile, cercando invano di capire cosa diamine stesse succedendo. Spostava lo sguardo tra Laxus e Makarov come un ossesso, fino a quando Gray non gli andò dietro, sbattendogli una manata sul collo. Cielo che idioti.

<< Lucy mi ha informato del vero obiettivo di Fairy Tail >> annunciò l'uomo. Lo fissarono tutti facendo tanto d'occhio, chiedendosi cosa diamine avesse detto Lucy in proposito. << C'erano modi e modi per aiutare i giovani in strada. Non c'era bisogno di creare una gang, soprattutto vedendo dove vi siete cacciati. >> L'anziano sembrava vivamente disperato, quasi come se non credesse alle proprie orecchie.

<< Come fai a crederle? Non temi che possa averti mentito per contribuire a farci evadere? >> Laxus si rese ben presto conto di aver esagerato, soprattutto quando Erza sembrava sul punto di ucciderlo con lo sguardo. Però voleva risposte, ne sentiva un immediato bisogno, e se la biondina gli aveva mentito per tutto quel tempo, voleva scoprirlo. Se Makarov era davvero dentro quella faccenda, non avrebbe battuto ciglio alla rivelazione riguardo Lucy.

<< Le credo perché è davvero una frana a mentire >> annunciò l'anziano con un sorriso. L'uomo si stava lisciando i baffi con aria di superiorità e Laxus non aveva mai, prima di allora, desiderato colpire suo nonno. Era una faticaccia collaborare con la propria famiglia. << Riguardo al piano di evasione, ne sono al corrente. Lucy e Gerard stanno combinando un vero casino, rendendomi la vita difficile con gli altri dipartimenti. >>

<< Non vuoi fermarli? So che è un reato far evadere dei criminali. >>

Makarov gli sorrise e mai prima di allora, Laxus si era reso conto di quanto suo nonno fosse sempre la stessa persona che aveva lasciato anni prima, quando aveva la convinzione che tutto il mondo ce l'avesse con lui. << Non intendo fermarli >> annunciò. << Sono adulti, sanno che stanno facendo e sembra che abbiano un forte senso della giustizia: non avrei potuto desiderare poliziotti migliori. Ma se hanno trovato la propria famiglia in voi, tanto da arrivare a rendersi dei criminali, allora voglio che siano felici e continuino per qualsiasi strada abbiano scelto. >>

I membri di Fairy Tail trattennero il fiato, tutti sconvolti dalle parole di Makarov che nonostante fosse il capo della polizia, stava lasciando correre su una faccenda tanto importante. Lucy e Gerard stavano andando incontro all'arresto immediato per corruzione pur di aiutarli. Laxus voltò lo sguardo verso gli altri membri del gruppo, cogliendo lo sguardo pensieroso di Natsu. Il ragazzo sembrava sull'orlo di una crisi di nervi, confuso tra le parole che gli venivano riferite e quelle insistenti che aveva in testa. Laxus era certo che Natsu si stesse facendo mille film mentali, e che tra i possibili scenari non c'era nulla del genere, nessuno che gli confermasse che Lucy non stava mentendo.

Erza sembrava soddisfatta, così come Gray. Entrambi avevano avuto modo di parlare con Lucy, capire le sue intenzioni, studiare il comportamento della ragazza per cercare di notare se stesse fingendo davanti i loro occhi, o se mantenesse una generale aria da poliziotta. Laxus, studiando lo sguardo del nonno che non vedeva da anni, riuscì a capire quanto fossero sinceri quei sentimenti, quelle parole.

E sebbene Laxus non fosse un fan dei piani complicati, era certamente entusiasta di quelli rischiosi. Nonostante si trovasse dietro le sbarre, l'idea di correre rischi cercando di ingannare una grossa fetta di polizia, lo faceva eccitare. Nonostante tutto, si sentiva libero.

**

Lucy si prese la testa fra le mani, completamente nervosa. Per l'ennesima volta nell'arco di qualche giorno, si trovava nella sala interrogatori. Subito dopo essere uscita dall'ospedale, era tornata in centrale con Levy. Lungo la strada, però, Lucy aveva preso la decisione più insensata della terra: avrebbe parlato con Natsu. Per quanto la sua voglia di chiarire le stesse divorando lo stomaco, la ragazza era anche combattuta nel terrore che lui potesse non ascoltarla.

Aveva chiesto a Levy di spegnere le registrazioni nella sala interrogatori, e in generale, di non permettere a nessuno di avvicinarsi all'area. Quelle stanze, di fatto, appartenevano all'intelligence, completamente sotto la giurisdizione di Levy e perfette per una manomissione da parte dell'hacker ufficiale. Lucy aveva chiesto a Lluvia di accompagnare Natsu nella sala interrogatori, ma appena lei stessa c'era entrata, se n'era subito pentita. Ora era seduta al tavolino, la testa fra le mani e la voglia di correre fuori che le scorreva nelle vene.

Lucy sentì dei passi lungo il corridoio che si mischiavano al ronzio insistente della luce. Prese un respiro profondo e l'attimo dopo la porta si spalancò. Natsu era davanti a lei, bello come sempre, le mani strette da due manette e il volto severo, impassibile. Una volta nello sguardo di lui ci sarebbe stato solo amore per lei ogni qual volta la guardava, ora Lucy non avrebbe saputo dire se gli fosse indifferente o se la odiasse. Lluvia veniva immediatamente dopo di lui, completamente vestita in tailleur elegante, esattamente come se dovesse presentarsi a deporre in tribunale. Lucy la guardò con cipiglio curioso, la domanda ferma sulla punta della lingua, ma non riuscì ad emettere un suono: per quanto potesse sembrare assurdo, Lucy si sentiva completamente schiacciata dalla presenza di Natsu.

Parlando del ragazzo, questo fece tanto d'occhi quando vide Lluvia tirare fuori un mazzo di chiavi, una delle più piccole che si avvicinava alla serratura delle manette, liberandolo. << Pensavo che gli interrogatori si facessero con le manette >> commentò lui. La sua voce le era mancata così tanto, che Lucy prese un respiro profondo, quasi beandosi di quel suono. La voce del ragazzo sempre stata rauca, ma un tempo ci sarebbe stata anche una nota gentile, amorevole; ora c'era disinteresse e freddezza, qualcosa che non aveva mai caratterizzato Natsu.

<< Non con me >> rispose lei. Cercò di sembrare il più amichevole possibile, ma il ragazzo non sembrò cogliere il messaggio. Lluvia le lanciò un sorriso di incoraggiamento mentre tornava indietro, chiudendosi la porta alle spalle. Lucy si sentiva tremendamente a disagio a stare in una stanza con Natsu, ma cercò di farsi coraggio.

Lui si spostò, non andando subito verso il tavolo. Si trovò davanti la parete dotata di vetro unidirezionale, bussandoci sopra lentamente, quasi a volerne tastare la veridicità. << C'è qualcuno qui dietro? >> chiese lui, fissandola. Aveva uno sguardo sorprendentemente penetrante, come se in qualche modo si aspettasse di avere il controllo della situazione. Lucy glielo lasciò fare, lei stessa incerta su cosa fare.

<< Ho chiesto a Levy di disattivare le telecamere e di evitare che qualcuno si addentri da queste parti. >> Erano solo argomenti di circostanza, un botta e risposta così triste che Lucy sentì una pressione sul petto: forse stava tutto per andare in malora.

Sentì Natsu sospirare, e in attimo se lo trovò davanti, la figura di lui che torreggiava completamente su quella di lei. Lucy avvertì una certa tensione nell'aria, ma decise di ignorarla, cercando invece di concentrarsi su cosa volesse fare Natsu. Sembrava strano, circospetto e sospettoso. Era completamente normale che non si fidasse di lei, Lucy non riusciva ad incolparlo di niente. Una volta vicini, Natsu le indicò la maglietta, quasi incuriosito. Fissandolo negli occhi, Lucy riuscì a notare una scintilla di preoccupazione. << Quelle fanno male? >>

Lucy si sentì presa in contropiede. Natsu si stava preoccupando per lei? Gli dedicò un sorriso timido, scuotendo la testa. << Ho preso degli antidolorifici. >>

<< Posso vedere? >> Sembrava un po' timido mentre lo chiedeva, quasi come se fosse convinto di star prendendo troppa confidenza. Eppure Natsu non si era mai preoccupato di cose del genere. Lucy si ritrovò ad annuire, sollevando la maglietta lentamente, fidandosi ciecamente del fatto che il ragazzo davanti a lei non avrebbe mai fatto nulla per recarle dolore intenzionalmente. Wendy aveva messo delle bende sopra il livido scuro, ma attorno la fasciatura, potevano vedersi dei piccoli ematomi. Natsu allungò una mano, quasi come se volesse toccare per accertarsi che fosse reale. Inspirò, trattenendo il fiato subito dopo. Fece per toccarla, ma poi strinse la mano a pugno, la realizzazione che lo colpiva come un macigno.

E Lucy doveva ammettere che l'aveva fatto di proposito a non obiettare, ben conscia del fatto che Natsu ancora non le credesse, che non si fidasse più di lei . Facendogli vedere le ferite, aveva cercato di fargli capire che non gli aveva mentito. Lucy sperò vivamente che il ragazzo cogliesse il messaggio. Quando Natsu compì dei passi indietro, Lucy quasi temette che lui volesse andarsene. Lo osservò stralunata, mentre lui indietreggiava afferrando il tavolo, girandoci attorno e finendo sulla sedia. Lucy trattenne il fiato, mordendosi l'interno guancia per frenare un sorriso.

<< Perché mi hai mentito? >> chiese lui. Ora aveva lo sguardo impassibile, le braccia conserte sul tavolo e lo sguardo indagatore. Lucy si sentì presa in contropiede per l'ennesima volta: era come se Natsu fosse il poliziotto e lei la criminale che doveva dare spiegazioni. Ma era giusto che fosse così, soprattutto quando aveva frantumato a quel modo la fiducia di Natsu.

<< Avevo una missione da portare a termine, non potevo dirti che ero un poliziotto. >>

Ma Natsu scosse la testa, chiaramente non contento della risposta. << Non quello. Perché mi hai mentito? >> E Lucy si sentì confusa per un attimo. Aveva risposto, no? << Se non provavi lo stesso, avresti potuto respingermi quando ti ho baciata. >> La voce di lui uscì amara, quasi arrabbiata; ma il volto esprimeva quanto ferito si stesse sentendo.

Lucy trattenne il fiato. Quando Natsu l'aveva baciata, il pensiero di respingerlo non le era nemmeno passato per la testa. Quel giorno sembrava ormai così lontano da confonderne i ricordi, eppure Lucy ricordava bene cosa aveva provato, la felicità quando lui l'aveva presa seriamente, quando avevano reso pubblica lo loro relazione. Lucy ripensò ai momenti passati con Natsu, quando lui l'abbracciava, oppure le lasciava baci per rassicurarla. Quei momenti sembravano così lontani, come se fossero accaduti una vita prima. E Lucy doveva ammettere che le mancavano, che voleva riviverli con la stessa gioia di prima, ma sapeva che sarebbe stato impossibile: anche se Natsu avesse accettato che le cose tra loro fossero reali, ci avrebbe messo un po' a fidarsi completamente di lei. Era giusto, Lucy lo sapeva, ma non poteva fare a meno che sentirsi ferita, esattamente come lo sembrava lui in quel momento. << Non volevo farlo >> rispose semplicemente. La voce le era uscita come un sussurro, le note quasi completamente coperte dal ronzio della luce.

<< Perché no? Se non provavi nulla per me, la cosa più normale da fare era respingermi. >> Il tono di Natsu aveva assunto un velo accusatorio e Lucy non poté fare a meno di sentire il proprio cuore rompersi. Aveva le mani sudaticce, il battito che correva come un cavallo impazzito. Si sentiva così agitata, che non avrebbe saputo distinguere se stesse o meno facendo la scelta giusta.

<< Non stavo mentendo quando ti ho detto che ricambiavo i tuoi sentimenti. >>

Natsu sbuffò, appoggiando la tempia su una mano. Lucy si sentì cadere a quella vista: davvero non le credeva. << Lucy, non c'è più bisogno di mentire, puoi dirmi la verità. >>

L'agente non poté fare a meno che sentire gli occhi pizzicare, calde lacrime che si formavano negli occhi: cercò di ricacciarle indietro, non volendo farsi vedere a quel modo, completamente disperata. Aveva bisogno che Natsu la perdonasse, voleva sapere che, anche se avesse lasciato la polizia, sarebbe andata in un luogo dove si sarebbe sentita amata. I membri di Fairy Tail, soprattutto Erza, sembravano fidarsi di lei, provare affetto. Ma l'amore... quello era un'altra cosa. Avere qualcuno pronto a proteggerla, ad amarla incondizionatamente, darle affetto ogni qual volta lo chiedeva senza aver paura di intralciare. Lucy bramava tutte quelle cose e per un attimo le aveva avute. Natsu le aveva fatto provare un senso di protezione che le aveva lasciato la pelle scottata, certa che non avrebbe potuto trovare di meglio. Lucy non voleva nessun altro, era questa la verità.

<< Ma non sto mentendo! >> esclamò frustrata. Sull'ultima sillaba, la voce le tremò, spezzandosi. Era seriamente sul punto di piangere per la rabbia, per quanto si sentisse ferita, per il tono freddo che Natsu stava usando. Era un insieme di cose che la stava portando nella disperazione più assoluta e per un attimo sperò di avere qualcuno accanto per fermare quella conversazione. Natsu scattò su quando sentì la voce di lei rompersi, quasi allarmato. Per quanto non le credesse, era sempre lo stesso e continuava a preoccuparsi per lei. Lucy sospirò per un attimo, trattenendo le lacrime il più possibile. Almeno ci teneva ancora, si disse, era una magra consolazione.

<< Lucy- >>

<< Se le dici di nuovo che ti sta mentendo, ti spacco la faccia. >> Entrambi i ragazzi voltarono il capo di scatto, attirati da una voce che non ci sarebbe dovuta essere. Dovevano essere da soli, Lucy si era premurata di avere l'accordo adatto per farlo. Una nuova vena di paura le attraversò il corpo: Natsu avrebbe smesso di crederle per sempre? Ma non era colpa sua se non l'avevano ascoltata! Sull'uscio della sala interrogatori, sostava Loki, il volto una maschera di collera e la posizione del corpo che emanava arroganza. Gli occhi blu del ragazzo, stavano trafiggendo Natsu come dei dardi.

<< Loki, che ci fai qui? >> Le venne naturale chiederlo, quasi fingendo che il ragazzo dall'altra parte del tavolo non fosse sorpreso.

Loki fece spallucce, la giacca di pelle nera che gli sbatteva contro i fianchi. Aveva una pistola nella cintola e i guanti scuri alle mani. I vestiti, completamente neri, avevano piccole chiazze di sangue e dalla posizione delle macchie, era chiaro non fosse il sangue di Loki. Lucy si chiese cosa avesse combinato l'agente per trovarsi in una situazione del genere. << Mi ha chiamato un tizio strano, credo si chiamasse Gerard. Mi ha detto di presentarmi nella sala due di questo piano, perché doveva parlarmi urgentemente. >> Loki terminò il tutto con una scrollata di spalle, quasi come se fosse una cosa da tutti i giorni.

Lucy doveva ammettere che fino a quel momento, era tutto il giorno che non vedeva Gerard in giro. All'inizio si era chiesta dove fosse finito, ma poi aveva rinunciato, prendendo come più importante la chiacchierata con Natsu. Lucy non aveva idea di cosa stesse combinando Gerard, ma se aveva coinvolto Loki, doveva senz'altro esserci un motivo. Finita la conversazione con Natsu, Lucy sarebbe andata a cercare Gerard, chiedendo delle spiegazioni. << Sei un poliziotto >> constatò Natsu. Da quando Loki aveva palesato la sua presenza, il rosato era rimasto in silenzio, studiando il volto dell'altro per capire.

<< Ben fatto, genio >> si complimentò Loki con sarcasmo.

Natsu emise una risata amara, i pugni stretti lungo i fianchi mentre lanciava occhiate cariche d'odio verso Loki. << Non ci posso credere, l'informatore di Gray era un poliziotto. L'ho sempre detto che quell'idiota ci avrebbe fatto ammazzare. >> Natsu sembrò provare risentimento, e Lucy sperò vivamente di non aver combinato un danno. Anzi, che l'altro agente non lo avesse fatto.

<< Beh buon per lui, io devo andare. >> Loki si voltò, la mano che riprendeva a stringere il pomolo. Si fermò per un attimo sull'uscio, quasi come se fosse incerto se uscire o meno, ma suscitando la curiosità di Lucy. << E comunque rosellina, Lucy è una frana a mentire. Se ti ha fatto credere di essere innamorata di te, è perché era ciò che provava realmente. >> Detto questo, Loki girò il pomello, abbandonando la stanza e lasciando Natsu e Lucy con gli occhi strabuzzati e delle domande a correre in testa, non esattamente sicuri di cosa fosse successo.






Angolinooooooo*

SALVE A TUTTI! Ecco a voi il capitolo che credo un po' tutti stavano aspettando u.u Ci sono state alcune scene un po' di passaggio ma necessarie, tipo Levy che ora sospetta ci sia un collegamento tra Deliora e Tartaros, e la conversazione tra Laxus e Makarov!

Ma credo che la scena che più ha attirato la vostra attenzione, sia stata quella tra Natsu e Lucy! Natsu è convinto che Lucy gli abbia mentito, ma Loki ha palesato la sua presenza in modo un po' arrogante e sfacciato, ma si è fatto ben sentire! Come pensate che reagirà ora Natsu? Nell'arco di una giornata, ben due persone gli hanno confermato che Lucy non sa mentire u.u

Scusate se mi sono sfuggiti degli errori, ma la correzione mi è risultata un sacco difficile per via di parecchi rumori di condominio che non mi facevano concentrare. A volte vorrei abitare in una villa e.e

Ci sentiamo presto!

Un bacio,

Gaia*

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