Chapter 13.
Quando Lucy riuscì a riaprire gli occhi, le ci volle un po' di tempo prima di capire che tutto attorno a lei si stava muovendo. Per un attimo aveva pensato fosse l'effetto del cloroformio, ma dopo aver cercato attentamente di riprendersi, aveva notato che no, non era la sua mente a farle brutti scherzi.
Si era svegliata con un forte mal di testa ed era su un letto sconosciuto. Non riusciva a capire come ci fosse arrivata lì: l'ultima cosa che ricordava era che lei e Natsu stavano scappando attraverso un vicolo, poi più nulla. Quando cercò di tirarsi su, notò che il pavimento stava ondeggiando. La seconda cosa che notò fu che fuori dalla porta c'erano delle voci che parlavano animatamente.
Che fosse stata rapita? E dov'era Natsu? Milioni di domande le affollarono la mente in pochi attimi, facendole aumentare il mal di testa già fastidioso.
La porta si spalancò con un frastuono e Lucy si portò istintivamente una mano all'orecchio per evitare ulteriore fastidio. I suoi sensi non erano ancora acuiti, ma riuscì in un attimo a vedere che sul comodino accanto al letto c'era una lampada. Se chiunque stesse cercando di entrare avrebbe provato a colpirla, lei avrebbe reagito con tutte le sue forze. Ricordava una simulazione del genere dai tempi dell'accademia e questa volta avrebbe badato a non farsi prendere alla sprovvista.
Dalla porta sbucò Erza, seguita a ruota da un Natsu abbastanza scocciato. Lui sembrava star bene, mentre Erza sembrava sul punto di avere una crisi di nervi.
<< Lucy, finalmente ti sei svegliata >> annunciò la ragazza con un sorriso serafico.
<< Cos'è successo? >> chiese lei di rimando.
Fissò gli occhi su Natsu e notò che il ragazzo sembrava essere a disagio. Che fosse successo qualcosa? La sua copertura era saltata? Ma no, Erza non sembrava sul punto di ucciderla, né di interrogarla con brutali metodi di tortura.
<< Una gang nemica ci ha attaccati, ricordi? >> intervenì Natsu e per un attimo sembrò essere tornato quello di sempre.
Lucy ricordava bene di aver avuto paura, di essere scappata e poi di essere finita di nuovo in trappola quando si era sentita tirare e appoggiare una pezza imbevuta di cloroformio sul naso. << Ricordo che qualcuno mi ha stordito col cloroformio >> disse, mentre il dolore continuava a martellarle la testa.
I due non sembrarono preoccupati. Anzi, era come se si stessero frenando dal dirle qualcosa. << Sono stata io >> annunciò improvvisamente Erza.
Lucy sgranò gli occhi e se fosse stata in piedi, probabilmente le ginocchia le sarebbero cedute per lo shock. Volevano dire che era stata scoperta? Forse in fin dei conti l'avrebbero davvero uccisa.
<< Peccato che hai rovinato il divertimento >> sbuffò Natsu in direzione della ragazza più grande << avevo ancora voglia di pestare quei tipi. C'era proprio bisogno di farlo adesso? >>
<< Sì, dovevamo farlo adesso >> pronunciò Erza autoritaria, lanciando uno sguardo di sbieco al ragazzo.
<< Fare che cosa? Che sta succedendo? >> chiese, ma il dolore alla testa divenne così lancinante che si piegò in due all'improvviso. Sentì un frusciare e poi il viso di Erza le si parò davanti. La ragazza le stava porgendo un bicchiere d'acqua – non ricordava di averglielo visto in mano – e un pacchetto di medicinali per il mal di testa. Lucy accettò con un sorriso tirato, apprestandosi a liberare la pillola dall'involucro di metallo.
All'accademia aveva studiato gli effetti del cloroformio e come contrastare un malvivente che cercava di stordirla, ma nessuno le aveva mai detto che il risveglio potesse essere così traumatico.
<< Lucy >> la chiamò Erza. La ragazza volse istintivamente il capo verso l'altra, osservandola. Erza non sembrava minacciosa in quel momento. << Abbiamo constatato che possiamo fidarci di te e che quindi potevi passare attraverso il nostro piccolo rituale di iniziazione. >>
<< Rituale? >> domandò confusa. Nei file della polizia non c'era scritto nulla del genere. Aveva appena finito di ingoiare l'antidolorifico e cominciava già a sentirne gli effetti. La sua mente sembrava più lucida e in grado di ragionare.
<< Nessun rito di sangue >> commentò all'improvviso Natsu. Le si parò davanti, le mani piegate dietro la testa e l'aria di chi aveva voglia di andare a caccia di avventure non programmate. << Dovrai solo andare da un nostro fidato e farti fare un tatuaggio. >> Tirò via il braccio dalla manica della felpa, tirando su il tessuto. Le mostrò il suo marchio, quello rosso che sembrava la rappresentazione stilizzata di una fata con molte code e dipinto di rosso. << Questo >> disse, indicandolo.
Lucy si ritrasse istintivamente. Non avrebbe mai fatto un tatuaggio, soprattutto se proveniva da una missione che avrebbe dovuto chiudere mesi prima. Giurò che se fosse uscita viva da quella faccenda, avrebbe richiesto un aumento. << Oh no, io non voglio un tatuaggio. >>
Erza le fece un sorriso, ma non c'era traccia di gentilezza. Era un sorriso inquietante, uno di quelli che la ragazza faceva quando voleva ottenere a tutti i costi qualcosa. << Sì invece, e lo farai tra poco, appena attraccheremo. >>
Lucy sgranò gli occhi. Voleva davvero costringerla a farsi un tatuaggio? Natsu le mimò di stare in silenzio e di non contraddire la ragazza più grande. Ma come poteva non dare di matto quando stava per ottenere il suo primo tatuaggio senza che fosse qualcosa che le piacesse?
Lucy strinse i denti. Doveva essere professionale nel suo incarico e ciò voleva dire farsi tatuare contro la sua volontà per entrare nel vivo del personaggio. Lei doveva calarsi completamente nella parte di una malavitosa. Non che non lo avesse già capito mesi prima, ma ora che i membri della gang le avevano dato fiducia, doveva dimostrare a tutti che ne era degna. Da quel momento in poi non sarebbe più stata la Lucy Heartphilia poliziotto sotto copertura. Ora era semplicemente Lucy. Il fatto che nessun altro poliziotto era riuscito ad arrivare dov'era lei, le metteva addosso una certa soddisfazione. Da ora in poi, le cose si sarebbero fatte più serie.
Osservò Erza uscire dalla stanza, mentre Natsu rimaneva lì a fissarla. << Non sembri contento >> gli disse d'istinto, prima che potesse fermarsi.
L'altro le fece un sorriso tirato. << Non è per te. Te l'ho detto, i cambiamenti non mi piacciono >> sbuffò e andò a sedersi sul letto accanto a lei. Le molle del materasso scricchiolarono minacciosamente sotto al peso dei due. << In questi mesi ci sono stati troppi cambiamenti, non riesco a stare al passo. >>
Lucy si ritrovò a drizzare le orecchie come se fosse un cane da caccia. Era raro sentire Natsu confessarsi riguardo qualcosa. << Sta andando tutto veloce >> confermò lei. Non le piaceva fare la ficcanaso, ma era vero che moriva dalla voglia di fare domande e scoprire di più.
Natsu si alzò di scatto, porgendole una mano. Lei la accettò e si tirò su, notando che aveva addosso dei vestiti puliti. Sperò con tutta se stessa che fosse stata Erza ad aiutarla a cambiarsi e non qualcun altro. Non fece domande mentre Natsu la trascinava verso la porta. Quando uscirono fuori, Lucy venne colpita da una leggera brezza marina. Sopra di loro il sole picchiava con i suoi caldi raggi. Essi riflettevano sulle onde del mare, creando giochi di luce spettacolari. Qualche gabbiano volava in circolo sopra di loro, altri si erano posati sulla balaustra della nave.
La realizzazione che fosse in mezzo al mare circondata da criminali colpì Lucy come una secchiata di acqua gelida. In lontananza, riusciva a vedere un piccolo porto e delle barche attraccate al molo.
<< Ben svegliata, principessa. >> Gajeel era a pochi metri di distanza vestito da perfetto turista. Aveva indosso un cappello così largo, da ricordare un sombrero messicano. Non sembrava più sotto l'effetto degli anestetici, però il braccio era ancora tenuto fermo per evitare che imprimesse troppo movimento alla spalla ferita.
Laxus era distanziato rispetto a loro. Il ragazzo osservava l'oceano stancamente, quasi come se fosse immerso nei ricordi. Lucy preferì non fare domande.
<< Dove siamo? >> chiese, rivolgendosi a chiunque fosse propenso a risponderle.
<< Al largo di una piccola isola giapponese. Abbiamo dei contatti in questa zona, nonché il nostro tatuatore di fiducia. >> Era stato Natsu a risponderle e a un tratto era parso più allegro di quanto non lo fosse prima.
Lucy aveva ancora un po' d'ansia per l'imminente tatuaggio che presto le avrebbe colorato la pelle. Non solo non avrebbe più potuto rimuoverlo, ma non aveva il coraggio di ammettere che fosse terrorizzata all'idea dell'ago. Non era sicura di poterlo ammettere ad alta voce senza che qualcuno dei ragazzi cominciasse a prenderla in giro.
<< Lucy. >> Quando si sentì chiamare, la ragazza si voltò immediatamente. Gray era dietro di lei e indossava solo i boxer. Nonostante fosse completamente al gelo invernale, nulla avrebbe fermato Gray e la sua assurda abitudine di spogliarsi. << Verrò anche io con te e Natsu >> pronunciò, beccandosi immediatamente un'occhiataccia da parte del diretto interessato.
Lucy sgranò impercettibilmente gli occhi. Quindi era già stato stabilito che Natsu e Gray sarebbero andati con lei? E gli altri membri della gang cosa avrebbero fatto? Avevano sicuramente un altro piano da seguire. Lucy credeva fosse assurdo anche solo pensare che non avessero secondi fini. Natsu aveva appena detto che su quell'isola avevano contatti, era chiaro che gli altri membri sarebbero andati a discutere con questi. Con questa teoria, si disse Lucy, era riuscita a spiegarsi anche il perché Gajeel sembrava più sobrio del previsto.
Era stata così risucchiata dai suoi pensieri, che non si era resa conto che Natsu e Gray avevano iniziato a litigare. Lucy li ignorò, tornando al suo mondo di congetture e piani. Avrebbe tanto voluto contattare Levy. Non c'era giorno in cui non pensasse di volere anche solo una chance per poter comunicare con la sua migliore amica. Purtroppo era rischioso, e Lucy non voleva mettere Levy in pericolo. Aveva già rischiato molto coinvolgendo Wendy. In qualche modo, sperò che la ragazza fosse andata alla polizia per parlare con Levy. Sperò che Levy le avesse messo delle guardie come protezione.
Ben presto, Lucy si ritrovò a scendere dall'imbarcazione, e Natsu e Gray la guidarono attraverso le vie strette del villaggio. O almeno, Lucy intuì fosse un villaggio. Non c'erano scritte o nomi di strade per permetterle di capire la posizione esatta. Le vie erano un po' affollate per essere un'isola. Quando Lucy pensava alle isole, immaginava luoghi esotici paradisiaci popolati solo da turisti e albergatori. Forse la sua era una visione un po' estrema, ma non aveva mai avuto modo di scoprire come fosse la popolazione isolana.
Natsu e Gray camminavano al suo fianco. A volte i due le indicavano piccoli ristoranti dove erano stati, improvvisando piccole recensioni culinarie. Altre volte invece, i due ragazzi litigavano riguardo la direzione da prendere. Quando ormai arrivarono al negozio di tatuaggi, Lucy era stanca sia nel fisico che nell'anima. Aveva passato tutto il tempo a cercare di evitare che Natsu e Gray si azzuffassero per le vie del villaggio. Si era sentita come una babysitter che cercava di fermare dei bambini giganti e violenti.
Il negozio aveva la facciata completamente in legno, con la parte centrale occupata da una gigantesca vetrata che dava su una sedia che ricordava vagamente quella di un dentista. Lucy deglutì a vuoto, certa più che mai di volersene tornare a casa. L'insegna era sbilenca e la pittura che formava delle parole era un po' scolorita, ma Lucy riuscì comunque a leggere un nome: Strauss. Le sembrava terribilmente familiare, però non riusciva a ricordare dove l'avesse sentito.
Prima che potesse formulare qualche altro pensiero, si sentì spingere delicatamente verso l'entrata. La porta si aprì con un cigolio sinistro mentre Lucy capitolava all'interno del negozio. Dietro di lei, Natsu e Gray sembravano essere entrati nel reparto caramelle. Il bancone era vuoto ma di legno massiccio, così come qualsiasi mobile. L'aria odorava di disinfettante, quasi come se fosse un ospedale. Alle pareti invece, erano appese immagini di tatuaggi.
<< Ehi Mira! >>
Gray aveva attirato l'attenzione di una giovane donna dai lunghi capelli albini. Quando Lucy si voltò, si ritrovò davanti una delle ragazze più belle che avesse mai visto. Grandi occhi azzurri e un viso dai contorni dolci, la nuova arrivata le stava sorridendo.
<< E' da tanto che non passate da queste parti >> disse la ragazza, rivolgendosi chiaramente a Natsu e Gray. Lucy era semplicemente rimasta incantata. Non riusciva a credere che fosse anche lei nel giro. Con una bellezza come quella di Mira, era impossibile non essere ingaggiata per qualche lavoro come modella. << Chi è questa ragazza? >> chiese, indicando Lucy.
Natsu rispose prima che lei potesse anche solo pensare di fiatare. << Si chiama Lucy e sarà la nostra nuova recluta. >>
<< Oh capisco >> aveva commentato Mira. Eppure Lucy notò come ora l'umore della ragazza fosse cambiato. Se prima era stata allegra, ora era come se qualcuno le avesse dato una brutta notizia. Puntando lo sguardo tra gli oggetti personali accanto la sedia nera imbottita, Lucy notò una fotografia: erano ritratti tre ragazzi, due femmine e un maschio. Mira era al centro della scena insieme a un'altra ragazza dai corti capelli albini che sembrava più giovane. Le due venivano abbracciate da un omone tutto muscoli, ma con lo stesso colore di capelli delle due. Forse erano fratelli. Ma Lucy riconobbe una persona in particolare in quella foto: Lisanna.
Tempo prima, Natsu le aveva parlato della sua amica d'infanzia e di come si sentisse responsabile per la sua morte. Le aveva mostrato una foto di loro due insieme e di come sembrassero felici. Anche in quella foto la ragazza sembrava allegra. Lisanna doveva essere senz'altro la sorella di Mira.
<< Immagino che tu debba farti il marchio, giusto? >> Mira era davanti a lei e le sorrideva, chiaramente incuriosita. Lucy si ritrovò ad annuire per istinto, senza sapere veramente il perché. La realtà era che ormai l'ansia le stava divorando lo stomaco. Aveva terribilmente paura degli aghi e quelli di un tatuatore sembravano altamente minacciosi. Li aveva almeno sterilizzati? Lucy non voleva prendere alcuna malattia per uno stupido tatuaggio che neanche voleva. << Che colore vorresti? >> le chiese nuovamente la ragazza. Aveva già iniziato a prendere in mano una sottospecie di erografo gigante. Lucy deglutì a vuoto.
<< Ah- rosa >> riferì. Se doveva proprio farselo, almeno avrebbe scelto un colore che le piaceva.
Natsu sbuffò. << Prevedibile. >>
Lucy gli lanciò un'occhiataccia, mentre Mira la invitava a prendere posto. La vide trafficare con alcune boccette di colore e si chiese da quanto tempo svolgesse quel tipo di incarico per Fairy Tail. << Dove vorresti che ti tatuassi? >> le chiese nuovamente Mira.
Lucy ci pensò a lungo. Quale sarebbe potuto essere un posto adatto? Ma soprattutto, voleva che si vedesse o no? Tutti i membri della gang lo avevano in posti non proprio visibili, eccezion fatta per Gray che nonostante lo avesse su un pettorale, era quasi sempre mezzo nudo e quindi il marchio costantemente in bella vista. Forse, pensò, se lo avesse messo in un posto visibile, si sarebbe guadagnata ancora più fiducia di quanta ne avesse ora. Forse avrebbe riavuto il suo telefono o le avrebbero lasciato usare il computer. Non che volesse contattare la centrale, ma lei era un poliziotto d'ufficio, un membro dell'intelligence: lei gli indizi li scopriva usando la tecnologia.
<< Lo vorrei sulla mano >> disse d'un fiato. Indicò il dorso della mano destra, già visualizzando nella mente il tatuaggio che si sarebbe portata dietro per il resto della vita. Sapeva che avrebbe potuto toglierlo, ma aveva sentito che la terapia del laser era molto dolorosa.
<< Bene, noi ce ne andiamo >> annunciò Gray risoluto.
Lucy si irrigidì. Aveva abbastanza paura di per sé, non sarebbe rimasta in quel negozietto degli orrori da sola. Certo, Mira era gentile, ma era anche una sconosciuta. << Dove andate? >>
<< A mangiare >> rispose Natsu come se fosse una cosa ovvia. Quei due erano proprio dei pozzi senza fondo.
<< Ma non potete lasciarmi qui da sola >> provò a ragionare lei.
Natsu la stava osservando come se fosse impazzita. << Ma c'è Mira con te. Guarda che non ti mangia mica. >>
<< Idiota, ho paura degli aghi >> esclamò tutto d'un fiato. Forse un po' troppo forte. Lucy era certa che l'avessero sentita anche al di fuori del negozio. Si sentì scivolare in un baratro di vergogna, mentre le guance le andarono a fuoco. Odiava avere la pelle sensibile e pallida, quando arrossiva si vedeva subito.
Gray fece un gesto veloce della mano. << Io me ne vado. >> Detto questo, imboccò l'uscita e sparì tra la folla all'esterno.
Natsu buttò gli occhi al cielo, seguito subito dopo da un sospiro. << Rimango, giusto il tempo di farti capire che non morirai su questa sedia, poi seguo l'idiota. >>
Nonostante Natsu non fosse stato esattamente gentile, Lucy apprezzò lo stesso il gesto. Doveva costargli molto il non andare a riempirsi lo stomaco. Appena Mira si posizionò meglio sulla sedia, cominciò ad infilarsi mascherina e guanti. Subito dopo agguantò la macchina per tatuaggi, avvinandosi pericolosamente a Lucy. La ragazza cercò di arretrare, ma era seduta su quella confortevole sedia. Strizzò gli occhi e allungò una mano – quella che per il momento non le serviva – e afferrò per istinto quella di Natsu. La pelle del ragazzo era calda e le punte dei polpastrelli erano pieni di calli, ma a Lucy non diedero fastidio. Anzi, sentire la sua mano essere avvolta da quella più grande e calda del ragazzo, la fece sentire più al sicuro di quanto volesse.
Natsu ne era rimasto un po' sorpreso, ma non disse nulla. Lucy sentì che pian piano il ragazzo aveva iniziato a ricambiare la stretta. Sul dorso della mano destra, Mira aveva già iniziato a tracciare le prime linee. Non era male come sensazione. Lucy aveva immaginato qualcosa di molto peggio. Il rumore assordante della macchina copriva qualsiasi vociare. Lucy sapeva che Mira ci avrebbe messo un bel po'. Tracciare delle linee era estremamente facile e veloce, mentre riempire un tatuaggio occupava tempo e ci voleva molto più denaro. Per quanto a Lucy non piacessero i tatuaggi, aveva abbastanza conoscenza da sapere che più inchiostro veniva usato, più il prezzo saliva.
Aprendo di poco gli occhi, vide che il disegno le avrebbe occupato tutto il dorso della mano. Per un attimo si pentì del posto scelto, ma poi rifletté meglio. Forse un giorno il tatuaggio le sarebbe piaciuto e l'avrebbe sfoggiato con orgoglio ricordando quella missione. Le altre alternative comprendevano la scoperta di un metodo meno doloroso del laser per rimuoverlo. Aveva speranza nel progredire delle conoscenze.
A un tratto, quasi inaspettatamente, sentì una carezza lieve sul dorso della mano che era stretta a quella di Natsu. Il ragazzo le stava sorridendo, ma sembrava ci fosse qualcosa di strano, quasi come se cercasse di nascondere i suoi veri sentimenti. Le fece dei cenni strani, qualcosa che comprendeva l'indicarsi la pancia e poi l'esterno del negozio. Lucy aveva ancora un po' di paura, ma Mira era molto delicata e non le aveva fatto male. Seppur a malincuore, Lucy ricambiò il sorriso e lasciò andare la mano del ragazzo. Natsu sorrise nuovamente – questa volta sembrava essere più sincero – e le arruffò i capelli. Fece un cenno della mano anche a Mira e l'attimo dopo Lucy gli vide attraversare le porte del negozio, uscendo in strada.
**
Quando Mira ebbe finito di colorarle la pelle di un rosa acceso, le consigliò di metterci una crema almeno due volte al giorno per evitare infezioni. Subito dopo, la ragazza le fasciò la mano. Prima di andarsene, Natsu aveva lasciato delle banconote sul bancone, completando il pagamento. Per quanto sembrasse assurdo, Lucy non aveva ancora del denaro da poter spendere per sé.
Ora era ferma davanti al bancone, aggiustandosi meglio la benda e osservandola quasi con curiosità. Il suo primo tatuaggio. Non avrebbe mai pensato che un giorno sarebbe stata forzata a farne uno. In tutta onestà, fino a qualche mese prima non si aspettava nemmeno di poter lasciare la sua postazione in polizia.
<< Fairy Tail sta andando avanti, vedo >> commentò improvvisamente l'altra ragazza. Lucy la osservò a lungo, cercando di capire le sue intenzioni. Non sembrava averne di cattive, visto che Mira le stava sorridendo cordialmente.
<< Mira-san, mi dispiace molto per tua sorella. Ho saputo. >> Lucy si inchinò com'era giusto fare quando si davano le condoglianze. Nonostante non avesse mai conosciuto Lisanna, sentire i racconti su quella ragazza gliel'avevano fatta idealizzare come se fosse perfetta.
<< Ti hanno raccontato di lei? >> le chiese Mira. Lucy vide che l'altra continuava a sorriderle. Non c'era nulla di ostile, né nel suo comportamento né nella sua voce.
<< Natsu mi ha accennato qualcosa >> rispose sinceramente. Ancora ricordava quel giorno, dove entrambi si erano seduti a terra e finalmente, dopo un iniziale scontro di opinioni, Natsu aveva confessato in parte ciò che sentiva. Lucy si era sentita bene nel sapere che Natsu si era fidato, anche se lui continuava a sostenere il contrario.
Mira abbassò il capo, puntando lo sguardo sui propri piedi. << Si dà ancora la colpa di quanto è successo? >> Mira non sembrava risentita, così Lucy annuì e l'altra le dedicò un sorriso triste. << Anche anni fa gli dissi che non era colpa sua, ma a quanto pare non ascolta. >>
<< E' strano sentirtelo dire >> le confidò Lucy sinceramente. Non avrebbe mai pensato di trovare qualcuno così puro d'animo in giro, soprattutto se frequentava un mondo dominato dalla criminalità.
<< Lisanna non avrebbe mai voluto che me la prendessi con Natsu. Ci teneva a lui >> ammise l'albina << E poi, anche ora mi rendo conto che non è stata colpa di nessuno. Lisanna voleva proteggerlo e ha fatto tutto ciò che era in suo potere per farlo. >> Mira sospirò. Era un sospiro pesante e carico di consapevolezze. << Non avevo mai approvato il fatto che volesse fare qualcosa di tanto pericoloso, ma finché era felice, mi andava bene. Ora purtroppo non c'è più e ancora non riesco a capacitarmene, ma al tempo stesso non riesco ad accusare nessuno. Forse il poliziotto, ma credo sia morto ormai. >>
Quando era arrivata a parlare dell'agente, la voce di Mira si era fatta un po' fredda. Era chiaro che se c'era un minimo di risentimento, quello era dedicato esclusivamente al poliziotto che l'aveva preceduta nella missione. Ora più che mai Lucy avrebbe dovuto chiudere ogni istinto da agente che aveva accumulato. Non era molto visto che non aveva mai operato sul campo, ma molte cose imperate in accademia rimanevano impresse.
<< Tu sei appena entrata nella gang, giusto? >> le chiese poi.
Lucy annuì. << Sono entrata qualche mese fa. >>
<< Se Erza ti ha dato la sua fiducia, allora voglio farlo anche io >> le confidò Mira d'un fiato. Lucy sentì un nuovo peso di responsabilità che si andava a posare sulle sue spalle. << Proteggi Natsu. >>
<< Eh? >> Lucy era confusa. Perché mai quella ragazza si stava affidando a lei?
<< Lisanna era entrata nella gang per proteggerlo. Natsu è sempre stato un tipo impulsivo, non ragiona mai prima di mettersi in moto e spesso si cacciava nei guai. >> Mira riprese a sorridere. Le prese le mani nelle sue, tenendole in alto tra i loro visi e Lucy si sentì sempre più confusa. << Ad essere onesta, assomigli un po' a mia sorella. Per questo vorrei chiederti di portare avanti la missione di Lisanna, sia come suo successore, che per il bene di Natsu. Ho visto che, sotto sotto, anche se entrambi cercate di nasconderlo, c'è un po' di affetto tra voi. >>
Alle parole di Mira, Lucy si ritrovò ad arrossire. << Non- non c'è nulla del genere tra noi! >> ammise, forse a un volume un po' troppo altro. La sua voce si era improvvisamente fatta più acuta per il nervosismo.
<< Non intendevo affetto romantico >> ammise l'altra << intendo dire che tenete l'una all'altro e viceversa. Natsu non si fida facilmente, ma se ti ha dato il suo affetto, allora anche io voglio darti il mio. Probabilmente finirò per trattarti come Lisanna, ma non mi dispiace. >> Lucy si sentì male dentro. Quella ragazza le stava mettendo il suo cuore in mano e Lucy non era sicura di poterlo tenere fuori dalla portata della delusione. Non era sicura di non poter tradire. Cosa poteva fare? Era un agente di polizia sotto copertura che presto avrebbe tradito tutto ciò che stava costruendo in quel mondo. Come avrebbe potuto non spezzare il cuore di Mira?
Quello era uno dei motivi per i quali Lucy si era ritirata in una scrivania d'ufficio nell'intelligence. Era troppo sensibile per essere un agente.
<< Mi assicurerò che gli altri ti proteggano >> le disse Mira con un sorriso. << Voglio solo chiederti un'altra cosa: fa ciò che avrebbe fatto Lisanna. Aiuta Natsu e gli altri a districarsi da questa rete di bugie. >>
Lucy si ritrovò ad annuire. Non sentiva più nulla, c'era solo il senso di colpa che continuava a mangiarla dentro. Cosa avrebbe fatto se si stava sbagliando? Cosa avrebbe fatto se avesse scoperto che Fairy Tail non era innocente? Tutte quelle promesse che stava facendo, non era certa di poterle mantenere. Se non le avesse mantenute e avrebbe sbattuto la gang in prigione, ci sarebbero stati un sacco di nemici pronti ad ucciderla. E qualcosa le stava dicendo che se fosse accaduto, Mira sarebbe stata la prima ad entrare in azione.
**
Quando Lucy rientrò sulla nave accompagnata da Natsu e Gray, era ormai sera. Erza li aveva accolti vestita di tutto punto: abito color avorio e capelli scarlatti legati in alto. Aveva un bicchiere in mano e dall'odore sembrava alcol.
Anche Gajeel e Laxus sembrarono essersi cambiati ed equipaggiati di abiti da sera. Il primo dei due, probabilmente mezzo ubriaco, si avvicinò a Lucy con un bicchiere e glielo spinse in mano. << Dobbiamo festeggiare! >> aveva urlato emozionato, ma Lucy era convinta che lui stesse già festeggiando da solo.
<< Gajeel ha ragione >> sentenziò Erza. Rivolse un sorriso in direzione di Lucy. << Lucy, benvenuta in Fairy Tail! >>
Era una festa di benvenuto per lei. Lucy non sapeva come sentirsi: da un lato si sentiva felice, dall'altro si sentiva una completa idiota. Stava peggiorando le cose. Come avrebbe fatto a completare quella missione e uscirne viva? Non aveva speranze. Più i membri della gang si sarebbero fidati di lei e più il tradimento avrebbe fatto male. Ma Lucy non voleva pensarci, non voleva che la sua parte razionale le rovinasse il divertimento proprio ora.
Laxus le fece un gesto di saluto, mentre poco dopo Gray la spinse verso un tavolino allestito con il cibo. Lucy adocchiò vari stuzzichini invitanti. C'era persino un piatto di aragosta gigante! La ragazza si chiese se i membri di Fairy Tail avessero preparato tutto in fretta, oppure avevano intuito che ci avrebbe messo più del previsto.
Dove avrebbe dovuto esserci il capitano della nave, c'era invece un ragazzo con dei rasta che trafficava con la console da dj. La musica rimbombava per tutta la nave, andando a scuotere le imbarcazioni vicine.
Più tardi, quando qualcuno chiamò la polizia per il troppo baccano, Laxus guidò la nave al largo, gettando l'ancora in uno spazio lontano dalla costa, ma vicino a una scogliera. La festa di benvenuto fu più folle del previsto. A un certo punto, Natsu, Gray e Gajeel avevano iniziato a litigare per una sciocchezza quale chi sarebbe riuscito a mangiare più pesce. Quando il cibo della festa era terminato, i tre si erano buttati in mare per vedere chi riusciva a pescarne di più.
Gajeel aveva rinunciato subito. Le bende si erano inzuppate d'acqua all'istante e il sale presente in acqua aveva fatto sì che sentisse un bruciore immenso nella zona dei punti. Ma ciò non aveva fermato Natsu e Gray.
Lucy sospirò. Era appoggiata alla balaustra che dava sull'oceano con un bicchiere in mano e cercava di non perdere la pazienza con i due idioti che continuavano a lanciare pesce sulla barca.
<< Sono degli idioti >> concordò inconsapevolmente una voce. Lucy si voltò e vide che Erza l'aveva raggiunta. L'altra aveva ancora un bicchiere di whisky in mano, Lucy poteva sentirne l'odore anche a distanza di chilometri. Quel tipo di alcol era troppo forte per lei. << Ma purtroppo in quel che fanno sono i migliori. >>
Lucy ricordò che Natsu aveva il compito di ripulire la scena dal passaggio della squadra, mentre Gray era quasi il ladro del gruppetto. Ma gli altri? Quando in polizia le avevano esposto il caso, nel file avevano scritto che non si sapeva quanti membri avesse Fairy Tail. Qual era il vero compito di Laxus se per ottenere informazioni avevano Rougue? Qual era il compito di Mira e suo fratello? Dov'erano gli altri membri? Era possibile che le avessero già fatto conoscere i membri di spicco? Ma non aveva senso. Quando aveva iniziato a vivere con loro, doveva ancora guadagnarsi la loro fiducia. Possibile che quelli che aveva conosciuto fossero i membri più spietati? Forse l'avrebbero davvero uccisa se avessero scoperto il suo doppio gioco.
<< Quale sarà il mio compito? >> aveva chiesto Lucy. Le era uscito spontaneo e non aveva fatto in tempo a fermarsi. Erza le aveva lanciato un'occhiata meravigliata.
<< In cosa sei brava? Nonostante tu sia con noi da qualche tempo, non ti ho vista utilizzare grandi doti combattive. Ma nel tuo fascicolo c'è scritto che sai sparare. >>
Lucy gelò sul posto. Era così evidente che il suo profilo fosse falso? L'avevano scoperta? Prese un respiro profondo. No, non avrebbe lasciato che la scoprissero, non quando era arrivata così lontano.
<< E' vero, so sparare e ho un'ottima mira, ma non è quella la mia dote speciale. Sono un hacker. >> All'intelligence non la definivano esattamente così, ma era la "professione" che più si avvicinava.
<< Un hacker? >> le chiese Erza. Era vero che come hacker avevano Laxus e Rougue, ma Lucy non li aveva mai visti andare oltre i sistemi di sicurezza. Lei era un hacker di alto livello. Avrebbe potuto rubare file alla polizia senza che questi se ne accorgessero. Avrebbe persino potuto rubare file governativi con un alto livello d'accesso se solo avesse avuto un computer abbastanza potente.
<< Posso essere una stratega, ma ho bisogno di un portatile per farlo come si deve. Il migliore amico degli hacker è sempre un portatile, nonostante, ovviamente, possiamo hackerare qualsiasi oggetto elettronico. >> Lucy si rendeva conto di star esagerando, di pretendere troppo nel chiedere un computer appena guadagnata la loro fiducia, ma se voleva chiudere il caso, aveva bisogno di stare dietro lo schermo di un pc ed entrare in file non concessi al pubblico. Sperò che Erza attribuisse tutta quell'intraprendenza all'alcol che aveva in circolo.
<< Abbiamo Laxus, ma se puoi fare di più, allora dimostramelo >> concordò Erza. Le sorrise. << E poi non avevo più voglia di chiedere favori a Rougue. >>
<< Favori? >> chiese Lucy incuriosita.
<< Lucy, è arrivato il momento di dirtelo. >> Erza si fece improvvisamente seria. Per qualche ragione, anche l'aria attorno a loro si era fatta pesante. Lucy non riusciva più a sentire gli schiamazzi di Gray e Natsu. Non sentiva più Gajeel lamentarsi del dolore, mentre un Laxus abbastanza seccato lo aiutava a cambiarsi le bende. Non sentiva più la musica che fino a poco prima era stata assordante. << Non ci sono altri membri all'infuori di quelli che hai conosciuto. >>
Lucy sentì la realizzazione colpirla come uno schiaffo. Avrebbe dovuto immaginarlo, eppure non era riuscita ad arrivarci da sola. Era chiaro che fosse così. Era impossibile ci fossero altre persone sparse in giro. << E il capo? >>
<< Sono io il capo di questa banda di scalmanati >> sospirò Erza.
Lucy era stata stupida nel credere ai file della polizia. Non c'erano dubbi sul fatto che fossero tutti completamente sbagliati. << Ma il vostro territorio è molto vasto. >>
<< Abbiamo agganci >> le disse il capo. << Alcune gang hanno smesso di essere tale e ci hanno offerto volontariamente i loro territori, altre si sono fatte catturare dalla polizia e noi lo abbiamo semplicemente occupato prima che qualche altra gang ci pensasse. Il fatto che la polizia ci faccia apparire degli assassini spietati, ha in parte giovato la nostra carriera. In questo modo, raramente subiamo un attacco e raramente qualcuno osa entrare nei nostri territori. >> Erza sollevò le spalle, quasi come se non sapesse che farsene delle informazioni sparse in giro dalla polizia. << Non ce ne siamo lamentati fino a quando non hanno veramente iniziato ad accusarci di omicidio. Non abbiamo mai ucciso qualcuno. Ogni volta che accadeva, erano solo spiacevoli incidenti. >>
E Lucy le credeva. Ora che era entrata ufficialmente nella gang, Erza non aveva più motivo di mentirle. Lucy rimase in parte sconvolta dalle rivelazioni. Quelle erano coincidenze troppo vaste per essere solo tali. Lucy credeva ci fosse qualcosa sotto, qualcosa più grande di ciò che aveva immaginato all'inizio.
Appena avrebbe avuto tra le mani un computer, avrebbe iniziato a fare ricerche e nessuno avrebbe fermato i suoi sospetti, ormai fin troppo palesi: Fairy Tail era stata incastrata da qualcuno. E Lucy avrebbe presto scoperto chi si nascondeva dietro questo piano.
*Angolino di un'autrice fin troppo emozionata!*
Salve genteh!
Questa volta ho terminato il capitolo piuttosto in fretta ed ero indecisa se pubblicarlo oggi o un altro giorno, ma mi sono decisa per oggi. Non volevo farvi aspettare troppo, come sfortunatamente è successo in passato.
Ci sono delle piccole curiosità riguardo questo capitolo: come potete vedere, Lucy è in ansia. Rimanere in una situazione di costante pericolo, fa diventare le persone un po' paranoiche ed è, purtroppo, quello che sta accadendo alla nostra Lucy. Ovviamente non ci saranno estremismi, ma volevo spiegarvi un attimo il perché sembrasse costantemente in ansia.
Il suo ruolo mi è stato ispirato da una delle mie serie tv poliziesche preferite. In un episodio è comparsa un agente segreto che rubava file governativi, e ho pensato potesse essere fighissimo dare un ruolo simile a Lucy!
A parte questo, vorrei dirvi un'altra cosa: ieri ho pubblicato una shot NaLu Soulmate!AU a cui tengo particolarmente. Era da troppo che non scrivevo qualcosa di romantico, anche perché HT è uno slowburn (per chi non lo sapesse: slowburn si intende quando i personaggi principali ci impiegano molto tempo a capire i rispettivi sentimenti romantici; una relazione che parte e si sviluppa lentamente). Se vi va, passate a darci un'occhiata, mi farebbe piacere!
Detto questo, ci vediamo al prossimo capitolo!
Un bacione,
Gaia*
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