La scuola sotto attacco. [CAPITOLO 5/1]
PARTE 1/3 DEL CAPITOLO 5!
"La scuola sotto attacco."
Archer si trova...
È sulla traiettoria.
Non può fuggire, è troppo tardi.
L'aria diviene pesante; le gambe fanno per cedere.
Non fa in tempo a scappare.
Non fa in tempo.
Anche se solo per una frazione di secondo, gli sembra di venir sfiorato da una ciocca di capelli.
Crede sia solo un impressione... ma così non è.
Una ciocca di capelli.
Blu.
«Ma tu sei...»
L'onda d'urto viene come tranciata, deviata da un bagliore bluastro che congela parte del corridoio, fra cui il demone.
Il cremisi sgrana gli occhi, boccheggiando esterrefatto. Non può fare a meno di credere di esser finito in un qualche libro fantasy di cui non é a conoscenza.
Soffoca i propri irragionevoli pensieri, lasciando spazio all'esaltazione e all'adrenalina.
«Wow! Come diamine fai a essere così brava?
Voglio saperlo fare anche io!»
L'altra lo squadra da capo a piede, schiarendosi la voce prima di proferire parola.
«Ti chiami Archer giusto?
Se non sbaglio sei nel mio stesso corso.»
«Si, io invece ricordo bene chi sei, Crystal! Sembravi la più antipatica.»
Le sorride genuinamente, in realtà convinto del contrario.
Vuole assolutamente saperne di più, sul suo conto.
«Non mi conosci, non puoi sapere se sia o meno antipatica. E poi non te l'ho chiesto... mah, ti saluto.»
Fa per superare la figura del cremisi, intenta ad andare via come nulla fosse.
Come se alle loro spalle non si trovi un demone congelato.
Tuttavia, i polpastrelli di lui sfiorano cauti le spalle di lei, interrompendole il cammino.
Pone le proprie iridi nelle sue, e Crystal ricambia.
Il gelo di uno si scontra con quello dell'altro, ma le iridi pure e cristalline di Archer non comprendono la foschia che alberga in quelle della giovane.
«Non ti conosco, è vero, ma in classe mi sei sembrata assente. Non hai provato a parlare con nessuno? Penso che non dovresti isolarti... se vuoi posso darti una mano!»
Crystal schiude le labbra, ma non emette alcun suono.
Non comprende la gentilezza, o l'insistenza, di questo ragazzo. Sono illogiche.
Che motivo ha di porle certe attenzioni?
Non gli ha di certo chiesto alcunché.
«Non sono ugualmente interessata all'offerta, non cerco il tuo aiuto. E poi perché ti interessa? Non so se te ne sei reso conto ma papera e paperotto ti hanno preso in giro più volte... direi che una mano serva anche a te.»
«Papera e paperotto?»
Fa spallucce Archer, ridacchiando.
«I due oltre noi. Non ce n'erano altri mi pare.»
Scuote lievemente il capo lei, schioccando le labbra.
È così esuberante da sfiancarla.
«Giusto, giusto.» Immerge le dita nella propria chioma, grattandosi il capo dipinto di un lieve sorriso.
«L'ho notato comunque... in effetti forse ho esagerato a dire che Alby fosse come Aiden, non gli somiglia affatto!»
Getta le braccia all'aria, come infervorito.
Sembra un bambino, denota lei, impulsivo e spontaneo.
«Ma gli darò certamente un'altra possibilità! Anche Aiden all'apparenza è un... un po' scemo.»
Sorride ancora il rosso, conducendo le mani sui fianchi con fare orgoglioso.
"E chi sarebbe questo Aiden? Ma poi perché lo mette in mezzo ora? Questo è pazzo."
Sospira Crystal, riflettendo su quanto l'altro sia assurdo.
Lui inclina lievemente il capo, corrucciato.
«Perché sospiri? Ho detto qualcosa di cattivo?»
Crystal increspa lievemente le labbra, intenerita dalla sua innocenza.
«Archer, non vorrei essere paranoica, ma prima che quella creatura si liberi ci conviene allontanarci.»
Ritorna alla realtà, ignorando i propri fugaci pensieri.
Archer annuisce, ma aggiunge altro.
«Io però vorrei che diventassimo amici!
Ti andrebbe di conoscermi? Non sembri male, Crystal.»
Fa spallucce, sorridendo.
«Ma non ero quella antipatica?»
Si pone lei a braccia conserte, aggrottando la fronte.
«Non so di cosa tu stia parlando.»
Scuote lui il capo, innalzando le mani con fare innocente.
«Si che lo sai.»
«Non direi.»
«Stai mentendo!»
«Non ricordo nulla di simile.»
«Io lo ricordo eccome!»
«Allora accetti, vero? Voglio saperne di più.»
Archer taglia le distanze, avvicinandosi ulteriormente al viso della giovane.
«S-sapere cosa?»
Viene colta alla sprovvista; non immaginava un'improvvisa vicinanza.
Le guance sembrano prendere colore.
«Voglio sapere di te. Sapere cos'è che nascondi, io... sento il bisogno di conoscerti, Crystal.»
La voce del rosso non s'incrina né si piega, ma sembra attenuarsi.
Si spoglia del suo solito tono scherzoso, rilasciando le vesti al vento. Risulta serio.
Crystal non rammenta neppure da ormai quanto tempo, ma è certa di non aver più neppure la parvenza di ricordo di cosa significhi ricevere affetto.
Chi è stata l'ultima persona a considerarla un'amica?
Crede ce ne fosse una.
No, non crede. Ne è sicura.
Eppure i ricordi sono così sbiaditi...
"Ancora?"
Crystal ha ancora una volta gli occhi vuoti.
Lo nota, Archer.
Dove sta vagando stavolta?
«Potremmo magari vederci di giorno e allenarci, pranzare insieme o non so, uscire nel weekend...»
Serra le labbra, per poi schioccarle in esaltazione.
«Oh e io ho ancora molto da imparare quindi potresti aiutarmi se ti va! Tu sembri bravissima, hai visto prima che hai fatto? Wow, cioè, sei stata davvero magnifica.»
Conduce le dita alle tempie, per poi gettare le braccia all'aria esaltato;
lo è sinceramente.
Crystal, invece, sembra risvegliarsi da un sonno.
Forse un incubo.
«Beh... allora si, suppongo possa andar bene.»
«Perfetto!» Gioisce lui, ora con le dita sui fianchi.
La giovane increspa a sua volta le labbra, senza rendersene conto.
«Allora andrei, ho da raccontare un po' di cose agli altri. Ci sentiamo dopo!»
Riprende Archer, stringendo per un istante la presa sulla spalla di lei, che rabbrividisce.
Archer é ormai lontano e Crystal osserva il vuoto, stordita.
È felice. Ma non ne comprende il motivo.
Un uragano l'ha travolta, eppure... la tempesta non sembra poi così male, dopotutto.
Fa per andarsene, ma si ferma di scatto.
Per un istante, le sembra di ricordare.
Colei che le donava affetto.
«Quella ragazza... come si chiamava?
Lei era mia amica, giusto?»
Conduce le mani alle tempie e aggrotta la fronte, avvertendo la minaccia di una forte emicrania.
Perché diamine non riesce a ricordare nessun dettaglio della sua infanzia?
Gonfia il petto, inspirando ed espirando più volte.
Si poggia alla parete del corridoio, allontanando le mani dal viso.
La parete è fredda, gelida.
E in effetti aveva congelato parte del corridoio ma... no, un momento.
Non è fredda, è bagnata.
Il ghiaccio si sta sciogliendo.
Crystal si volta di scatto, ma non vi è nessuno.
È sola.
Il demone non è più lì.
Superato il corridoio che precede i bagni, si può svoltare a sinistra percorrendo l'ingresso e ancora la mensa, oppure salire la rampa di scale sulla destra giungendo ai dormitori.
Eppure Archer nota, oltre la rampa, un ulteriore corridoio che sfocia in numerose stanze seguite da una sorta di uscita di emergenza, dalla quale non si può però uscire.
Uno squarcio di scuola come abbandonato, intuisce dall'insegna posta lì accanto con sù scritto: accesso vietato.
Uno squarcio che lo incuriosisce.
Prosegue dunque dritto, compiendo solo pochi passi.
Non vi sono porte ma bensì arcate in pietra, ricoperte di arbusti vari che il rosso percepisce essere impregni di energia magica, nonché la stessa che alberga in ogni mago e che consente loro di usufruire del proprio elemento.
Si ferma dinanzi alla prima, con il cuore concitato all'idea di essere scoperto da qualcuno.
Vorrebbe entrare, ma qualcosa glielo impedisce.
Non riesce a scorgere cosa vi sia all'interno di questa prima stanza a causa della luce, lì come inesistente, ma è certo che l'interno sia ricoperto di liane intrecciate esattamente come l'esterno.
E di cos'altro?
Tenta di entrare, di mettervi piede, ma la presenza di qualcuno lo immobilizza.
«Cosa ci fai qui, ragazzo?»
Se dovesse scegliere la sua peggior seconda giornata di scuola, opterebbe senza alcun dubbio per questa.
Il nodo formatosi in gola scende a fatica, deglutendo, ma quello che alberga nello stomaco è ormai una solida catena.
Si volta, alla sua sinistra.
Lascia andare l'oscurità della stanza così come quella, che si sarebbe man mano intensificata, del corridoio.
La luce esterna, la visione delle scale e dell'ingresso, ricoprono nuovamente la sua visuale.
Ma qualcuno è lì.
«Mi hai sentito?»
Richiede la donna, scostando i verdognoli capelli raccolti in una coda alle spalle.
«Lei è... la professoressa Alexandra?»
L'insegnante di Stella, rammenta.
Ne ha un vago ricordo, avendola vista solo una volta.
Tuttavia, ricorda il racconto della giovane...
Ha un terribile presentimento;
la catena nello stomaco si è recisa.
Il demone l'ha aggredito solo pochi attimi fa, ed ora lei appare qui.
É pur sempre una docente però... potrebbe inghiottire i sospetti, perlomeno apparentemente, e riferirle il primo problema così da sviare quello attuale?
Ma se invece fosse lei, il demone?
La sua reazione potrebbe suggerire una risposta? Vale la pena tentare?
Dirglielo sarebbe inutile?
Potrebbe semplicemente non credergli?
«Si, sono io Alexandra.» Sospira, innalzando ora il braccio per indicare il cartello sul muro.
«Ma come vedi qui all'entrata c'è scritto che non si può entrare. Capisco la curiosità ma è inutile star qui, ti prendi uno stupido rimprovero e per nessun motivo. Non ne vale la pena.»
Il suo tono pacato, forse fiacco, si addolcisce come impietosita; le labbra della donna si curvano in un lieve sorriso, emanando colore.
Archer tenta di scrutare un qualche strascico, un margine di menzogna che confermi i suoi dubbi.
Ma sembra sincera.
Sembra buona, non come si aspetta sia un demone.
Ora comprende il punto di vista di Stella.
Però, d'un tratto, la voce di Selene riecheggia nella sua mente.
"Giusto, non fermarmi alle apparenze. Hai ragione Selene."
«Chiedo scusa professoressa, non lo farò più. Ma non potrei comunque sapere cosa c'è qui? Perché non si può passare?»
Chiede lui improvvisando un tirato sorriso e due fossette ben evidenti, sperando di risultare solo un tenero ragazzino un po' troppo curioso.
E non di certo un petulante, impertinente e fastidioso studente ficcanaso che la accusa mentalmente di essere un mostro pluriomicida.
«Oh beh...» Increspa ancora le labbra lei, ingannata dalla dolcezza del viso di Archer.
«Quelli in passato erano laboratori di magia. Nelle comuni classi avveniva la lezione teorica per le prime ore mentre nei laboratori facevamo le esercitazioni pratiche.»
Ormai non vi è neppure l'alone del rimprovero.
Ammesso ci sia mai stato.
«Che bello! E in fondo?»
Avanza ancora il giovane, alla ricerca di informazioni; la luce esterna gli illumina il viso trovando pace nella culla dei suoi occhi di cristallo.
«In fondo c'è la porta sul retro, dà sul cortile che prima veniva utilizzato per le esercitazioni dai maghi del vento. Creare tornadi qui o cose simili è naturalmente limitante, quindi si sfruttava il cortile sul retro che è pressoché deserto.»
Gli occhi della donna sembrano brillare, inebriati di ricordo.
«Ora che ci penso anche noi altri a volte andavamo lì, per assistere ai tornei e fare il tifo alle varie gare stupide dei ragazzi o anche... ah, allenarci. Ovviamente per allenarci.»
Annuisce a se stessa, posta a braccia conserte, forse consapevole di aver appena mentito.
La curiosità del giovane le consente di viaggiare con la mente.
Forse non le dispiace.
«Ricordo persino che all'ultimo anno Victoria diede lezioni private a chiunque su come usare una spada proprio lì! Ancora mi domando che ci faccia quella donna qui e perché non sia nell'esercito a uccidere demoni... anche se immagino sia perché è un po' schizzinosa, odierebbe tutto quel sangue e le divise militari. Sia mai le si rovini il trucco! E non oso immaginare il genocidio se le si dovesse spezzare un'unghia.»
Sorride al tetto come potendovi scorgere il cielo, al quale rivolge il proprio sguardo.
Forse, alcuni aspetti del passato, le mancano eccome.
Forse mancano a tutti, ma nessuno ha il coraggio di sussurrarlo all'orecchio del prossimo.
Si preferisce tacere, fingendo sia tutto come dovrebbe.
Tutto in ordine, tutto perfetto.
Ma persino questa è soltanto una verità nascosta.
Persino il passato di molti, lo è.
Archer si rende solo ora conto di essersi perso nelle chiacchiere di Alexandra, dimenticando che gli altri lo stiano forse attendendo e che il demone potrebbe essere ovunque.
Anche sotto il proprio naso.
«Sembra bellissimo, mi spiace ora sia tutto così "ristretto". Io però ora dovrei andare, grazie ancora professoressa!»
Fugge dalle sue grinfie in corsa, scalando la rampa alla rinfusa.
Non le fornisce il tempo di controbattere.
«Ma non mi avevi chiesto perché ora non si può più passare?!»
Simula un megafono con le mani Alexandra, dispiaciuta di non poter sproloquiare ancora.
Essere logorroica è la sua più grande virtù.
O il suo più grande difetto, secondo chiunque al di fuori di se stessa.
«Un altro giorno!»
Si limita a bofonchiare l'altro, ormai giunto al secondo piano.
«Stella, ti capisco.»
Si chiude la porta alle spalle Archer, facendo sussultare e voltare di scatto i tre.
«Hai le mestruazioni? Eri sparito nel bagno e te ne torni dicendo di capire Stella quindi...»
«Aiden! Non ti rispondo nemmeno.»
Si limita a sospirare il giovane, esausto.
«È che sono successe delle cose, poi magari vi spiego, ma la professoressa Alexandra era tremendamente sospetta! Solo che capisco Stella, il suo modo di parlare non mi fa pensare che in realtà sia un mostro, per nulla...»
Stella lo indica schiudendo le labbra in un sorriso, avendo trovato la sua perfetta scusa per proteggere l'insegnante.
Selene fa per intervenire, ripetendo la sua linea di pensiero, ma il rosso prosegue.
«Ciò che ha detto, però, mi ha fatto pensare. In un primo momento ho puntato il dito su di lei, e tutt'ora potrebbe esser lei, ma eravamo soli.
Poteva uccidermi e non l'ha fatto.
Ma soprattutto...»
Previene ancor prima che Selene possa smontare in qualche modo le sue teorie.
Un trauma ormai.
«Non credo sia lei... perché potrebbe essere la professoressa Victoria.»
I tre all'ascolto si lanciano occhiate a vicenda, boccheggiando e rammentando come Archer abbia negato il coinvolgimento della stessa donna a causa del bracciale, e solo un decina di minuti fa.
Forse più, ma cambia poco.
«Non so se sia davvero rilevante, però... non so, Alexandra ha detto che Victoria prima insegnasse a diversi studenti a combattere usando la spada, aggiungendo che non capisce perché stia qui ad insegnare e non a uccidere demoni.»
Si corruccia perdendosi nel vuoto, avvolto dai suoi stessi ragionamenti intrinsechi di dubbi ben condivisi dagli altri.
«Non state così però ora, continuate a fare ciò che stavate facendo.»
Si volta ora sulla bionda, sorridendole.
«Ah Stella, puoi prestarmi un secondo quel libro sui demoni? Vorrei rileggere dei punti.»
Ripensa alla creatura che lo ha aggredito e che forse dovrebbe dirlo al gruppo, ma i suoi pensieri volgono inevitabilmente anche a Crystal...
Un momento.
Un treno in corsa gli ripercorre il capo, scortando con sé un'idea finora inesplorata.
Un'idea assai lontana dalle precedenti.
Anche lei era lì, con lui.
Anche Crystal.
Ma no, non avrebbe senso, il demone si sarebbe dovuto sdoppiare? Duplicare?
Possibile sia in grado di farlo?
Ma a quale scopo?
"Basta accusare chiunque!"
Continua a ripetersi, decisamente non entusiasta di sospettare di chiunque.
Scaccia via il pensiero fra le pagine del libro, teso gentilmente in prestito dalla bionda, che lo affianca timorosa e riflessiva.
«Uhm, Aiden, puoi venire un attimo?»
Propone invece Selene, voltandosi e facendo per uscire dalla stanza.
L'altro aggrotta la fronte incerto, ma annuisce e la segue in silenzio... fingendo di non notare il malizioso sorriso di Archer.
I due si ritrovano dunque nel corridoio, dopo aver infilato rapidamente le scarpe e richiuso la lignea porta alle spalle, a un passo dalle scale che conducono al piano terra.
«Dimmi pure.»
Si sforza l'arancio di porsi con educazione, non volendo infastidirla oltremodo dopo l'ultima sfuriata.
Non rientra pienamente fra le sue corde, i suoi modi di fare sono eccentrici e irriverenti, ma sente di aver ugualmente esagerato.
Soprattutto perché la vittima del suo scherno è stata Stella.
Selene si poggia al corrimano di un lato della scala, seguita da Aiden che fa lo stesso ma al lato opposto.
I due si ritrovano ai due poli della rampa di scale, come incorniciando ciò che sta per avvenire al piano terra.
«Volevo chiederti scusa per...» Serra le palpebre ed inspira, Selene, facendo appello ad ogni stima di sé per non avvampare e terminare così il discorso.
Tranquillamente, priva di rossori.. giusto?
«Scusa se ti ho aggredito così davanti l'ufficio di Aurelia. Tu-»
«No, ho esagerato. Lo faccio spesso e non me ne rendo neanche conto, ma non vorrei farlo. Grazie.»
L'arancio interrompe l'altra, stupendola, e stupendosi a sua volta.
«Tu comunque non sapevi di certo come stessero le cose... non è del tutto colpa tua.»
Tenta ora di rassicurarlo lei, pur non comprendendone il motivo.
Trova solo non sia... tutto necessariamente bianco o nero.
«Sarei ugualmente potuto essere più cauto e-»
Il lieve sorriso che Aiden le riserva svanisce, sciolto in un istante, sotto il pugno di ferro dell'altra.
Il suo tono gelido, che tenta di imporsi sul giovane.
«Ho detto che mi scuso, non è solo colpa tua.»
«Invece si, e smettila di interrompermi sempre che sei irritante!»
Bofonchia lui, ponendosi a braccia conserte.
«Ora sarei io quella irritante? Impara a star zitto stupida spremuta d'arancia! Almeno così non rischi di urtare nessuno con la tua "poca cautela".»
Mima le virgolette a mezz'aria, rigirando il dito nella piaga.
«Si può sapere che problemi hai? Mi hai detto tu poco fa che non era colpa mia! Mi sembrava strano non stessimo litigando, in effetti.»
Sospira, ormai seccato.
È insopportabile questa ragazza.
«Ah, ora concordi con me quindi? Tu non accetti neanche un paio di scuse, non è poi così difficile non avere l'ultima parola per una volta!»
L'altro eleva gli occhi al cielo, coprendosi il volto con le mani per un istante.
Eleva il capo, scostando le dita dal volto per sospirare ancora.
Gonfia il petto, schiarendosi la voce per proferire parola.
Ma lei lo anticipa.
«Se dici di aver sbagliato e aver capito il tuo errore, allora comprendi anche il mio e torniamocene dentro!»
Non bada ormai più alla propria voce, scagliata su Aiden con foga, di tono sempre più elevato e pronunciato.
È una guerra fredda.
Una battaglia a chi rigira maggiormente le affermazioni dette contro l'altro.
In pratica un tribunale.
«Io non accetto proprio niente, sicuramente sarà successo qualcosa a Stella che io non so ma che avrei potuto immaginare. La mia ironia è pungente, fastidiosa ed esagerata! E sì, lo so anch'io, quindi non c'è bisogno di ripeterlo o di scusarti inutilmente.»
Tenta di imporsi invece Aiden, decisamente e teatralmente pacato, che non trattiene difatti una risata nervosa.
«Santo Ares sei insopportabile, pungente e fastidioso almeno quanto la tua ironia!»
Sbatte lei i piedi a terra, rammentando all'altro una bambina capricciosa.
Ma perchè le reca così tanto fastidio accogliere le sue scuse?
«Ma si può sapere che avrei fatto ora? Sei una psicopatica!»
Le punta il dito contro, accusatorio.
«E tu sei esasperante! Stupida spremuta.»
Borbotta lei a braccia conserte.
«Invece ti ho anche ringraziato, mi sembro più che fantastico io!»
Non riesce a trattenere uno smagliante sorriso pieno di sé, seguito da Selene che si poggia ora alla parete con fare esasperato.
Riesce a sfinirla come nessun altro.
«Oooh! Chiedo perdono, milord.»
Getta le braccia all'aria, Selene, ora più teatrale di Aiden.
«Eh?»
Aggrotta la fronte il giovane, confuso.
«Come ho potuto ignorare una tale galanteria, sua altezza è persino in grado di ringraziare! Decisamente fantastico, ha ragione.»
Sogghigna, tagliando le distanze e recitando un veloce inchino.
Il sorriso beffardo della giovane non riesce neppure più a scalfire Aiden, ormai indifferente alle sue provocazioni.
Tanto da sorridere con lei.
«Ora perché sorridi? Sei irritante.»
Sospira lei, decisamente infastidita dall'insuccesso delle sue gesta.
«Io sarei quello irritante? Direi proprio che nel duo quel ruolo non è affiliato a me.»
Fa spallucce l'altro, inarcando le sopracciglia e scuotendo il capo.
Selene schiude le labbra, ma impiega qualche istante per scagliare l'ultima freccia.
Bisogna pur prendere la mira, d'altronde.
«Non sapevo neanche fossimo un duo, a dire il vero.»
Il suo sorriso diviene però sincero, divertita dall'evidente rossore che pervade le gote di Aiden.
Tenta di replicare, lui, ma sembra in difficoltà.
Selene incurva maggiormente le labbra, soddisfatta, e in attesa che le tante sillabe sconnesse che l'altro borbotta diventino una frase.
Tuttavia...
Un suono stridulo graffia le loro menti.
Proviene dal piano terra, e li riconduce alla realtà seduta stante.
I due scattano, percependo il pericolo.
Il caos è esploso.
Ancora.
Tutti si dirigono nella sala da pranzo, radunati in cerchio sul fondo della sala, intorno alla preside Aurelia.
Ora cos'altro succede?
Selene ed Aiden si rendono conto solo ora che non v'è mai stato tutto il dominante silenzio che credevano albergasse.
Poco fa sembrava tutti fossero assopiti, ma a quanto pare non è così.
Erano loro, quelli congelati nel tempo.
Diverse famiglie stanno ritirando i figli, furibondi, ed Archer nota come fra questi vi siano anche Jessica ed Alby.
I due fratelli conosciuti in classe.
Anche se, a dire il vero, la voce di Crystal che li definisce papera e paperotto rimbomba nella sua mente
Tenta di chiamarli, naturalmente per nome, ma non ricambiano neppure il suo sguardo.
I genitori li trascinano via con forza, borbottando non poche lamentele.
Il viso di Jessica è arrossato.
Deve aver pianto, ed anche parecchio.
Il fratello la osserva rammaricato, quasi fosse colpa sua.
Non comprende per quale motivo quelli che già erano pochi alunni, adesso ne siano ancora meno.
Se anche venissero raggruppati tutti in una sola aula, sembrerebbero comunque un improvvisato gruppo di studio di soli sette studenti.
Nota solo ora la figura di Crystal accanto alla preside Aurelia, collegando quanto successo; deve averle riferito dell'attacco del demone.
«Chiedo scusa per la campanella così improvvisa ma volevo comunicarvi che, a quanto pare, il demone ci ha presi di mira attaccando nuovamente una studentessa, per fortuna fuggita.»
"Una? Non ha fatto il mio nome? E poi non è vero che gli è scappata, lei lo aveva congelato!"
Archer trattiene le proprie futili precisazioni, puntando invece il proprio sguardo dubbioso su Crystal.
Lei ricambia, ma solo per un istante.
«Pertanto» riprende la preside. «molte famiglie, in seguito all'immediato avviso telefonico, hanno scelto di ritirare definitivamente i propri figli da scuola. Se voleste tornare a casa, sappiate che nessuno di noi vi fermerà e per farlo basterebbe far venire i vostri genitori a firmare dei moduli.
Però, per chi resterà, voglio che sappiate la verità:
la scuola non ha intenzione di chiudere.»
Inspira; i quattro professori raggiungono solo ora la sala, in corsa.
Sembra vengano tutti dallo stesso punto.
«L'esercito di maghi» Riprende la preside, Aurelia.
«ha catalogato il caso come superficiale e di bassa importanza, rifiutando categoricamente che un demone possa essersi infiltrato nella scuola.
Non ci hanno creduto, annettendo che non sprecheranno tempo. Sembra qualcuno abbia inoltre registrato la... decessione» Deglutisce. «di quei cinque ragazzi, come un semplice incidente.»
Sospira, scuotendo ancora il capo con fare dispiaciuto.
Come possono abbandonarli così?
Archer ed Aiden sognano davvero di entrare a far parte di un gruppo di prevenuti sconsiderati?
É davvero questo il loro più grande sogno?
Il loro sogno catartico?
Il cremisi non può affatto credere alle parole della preside.
Vorrebbe conoscere la verità, che per lui non è e non sarà mai quella appena udita.
Non può essere questa.
Rifiuta, come loro hanno rifiutato di aiutarli, che le sue speranze siano tanto frivole e sciatte.
Non possono essere davvero questi i militari che sognano di divenire, non possono essere il loro modello di ispirazione.
Se non hanno un solido punto di riferimento, allora, diventeranno il loro stesso esempio, e nessuno potrà farli vacillare.
Saranno migliori di quanto visto, e doneranno aiuto migliore di quanto ricevuto.
«Pertanto, miei cari studenti, vi comunico la sofferta scelta che ho dovuto prendere che non riguarda soltanto voi, ma anche i vostri docenti.»
La preside attira nuovamente l'attenzione dei presenti, fra cui il timore degli insegnanti è palpabile, tentando di innalzare la voce per sovrastare il frastuono generale.
«Tra esattamente un'ora, chi deciderà di restare, partirà con la professoressa Alexandra per l'acquapark, alloggiando nell'incluso hotel ormai quasi in disuso.
Mi sono preoccupata io stessa delle spese quindi non temete, è tutto incluso.
Consideratela come una gita durante la quale sarete più al sicuro. Sarà anche un po' tardi per la piscina dell'hotel, ma sono certa che il clima sia ancora favorevole.»
«Scusa se interrompo ma... noi? Che faremo invece?»
Interviene Randall, il professore del fuoco, inarcando le sopracciglia a braccia conserte.
«Non vi è ancora chiaro? L'esercito non ci aiuterà, per cui noi ovvieremo al problema.»
Fa spallucce Aurelia, noncurante, notando i tre insegnanti eccetto Alexandra corrucciarsi e boccheggiare.
I loro visi sono pallidi, oltre che allibiti.
«Io, la vostra preside Aurelia.
Victoria, l'insegnante del ghiaccio.
Randall, il mago del fuoco.
Ed infine Luke, abile nel controllo del vento...»
Si rivolge ora agli studenti, avvicinandosi con grazia a questi.
«Oggi stesso uccideremo il demone.»
SPAZIO AUTORE!
Ciao a tutti carissimi lettori<3
Stavo revisionando, e arrivato allo spazio autore ho trovato un messaggio scritto dal me del passato.
Mi chiedevo se fossi soddisfatto e, forse, ora lo sono.
Ricordo che quella era la volta in cui revisionai l'ultima volta questo capitolo, e devo dire che le differenze sono notevoli. (Per fortuna, immagino.)
♡
Ringrazio vivamente ognuno di voi per essere giunti sin qui, che sia perché mi conoscete personalmente, che sia perché incuriositi dalla storia o che sia per le regole di uno scambio di lettura! 🧚♀️🧚♀️🧚♀️
Siamo solo all'inizio, ma vi auguro buon viaggio dal profondo del mio cuore<3
Grazie tanto tanto tanto tantissimoo ad ognuno di voi❤️🩹🫧
Domande!👀
Prometto che non ve ne lascerò più così tante... ma se vi va di lasciare la stellina o commentare a me farebbe tantissimo piacere!
Come vi è sembrata questa prima parte?
Cosa credete accadrà adesso a scuola?
Avete sospetti riguardo al demone?
Archer sembra passare da una insegnante a un'altra, la preside risulta anch'ella sospetta e...
I professori?👀
In questi primi 5 capitoli, siete riusciti ad avere personaggi favoriti o sfavoriti?
Vi ricordo ancora super per favore di lasciare una stellina al capitolo e se vi va, magari un commento!
È davvero importante per aiutarmi a far salire il primo libro della "The VN Saga" <33333
E infine, ecco i miei social per non perdervi alcuna news e nessun contenuto!🦋
——————
Seguimi su Tik Tok: @archer_vn
Seguimi su Instagram: @archer__vn
Seguimi su Youtube: Sariel vs!
A presto!❤️🩹🫧
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top