La festa di benvenuto. [CAPITOLO 2]
Aiden scosta il proprio sguardo dalla figura della giovane in lontananza al suo migliore amico, sbottando furibondo.
«Se sono tutti come quella mi faccio internare vivo.»
Archer si limita però a ridacchiare ancora e ancora, scuotendo il capo più che contento.
Spera di incontrare quella ragazza molto spesso.
Nel frattempo la preside fa il suo ingresso in sala, e con lei anche i quattro professori.
Sono pronti al comitato di accoglienza.
Vi do ufficialmente il benvenuto ad Highest City, lettori.
Mi auguro non cadiate anche voi in trappola.
Benvenuti nel cerchio.
"I loro destini sono fili, annodati in un'unica treccia"
La preside, seguita dai quattro insegnanti degli elementi, si dirige sul palco situato sul fondo dell' immensa sala, alla sinistra dell'entrata, accessibile attraverso pochi scalini.
È risaputo, fra gli alunni e non solo, che un tempo fossero abituali gli spettacoli di magia sfruttando quello stesso palco.
I nuovi futuri maghi lasciano le valigie tutte l'una vicino l'altra, per poi adagiarsi sulle comode sedie dotate di cuscinetti.
Dopo aver attraversato la porta d'ingresso vi sono difatti tre strade da poter percorrere:
a destra, per le aule al piano terra e per i bagni o, salendo le scale, per i dormitori.
E a sinistra per il palco e, svoltando sulla destra in fondo, accanto allo stesso palco, vi é la mensa.
La prima a salire è proprio la preside.
Veste elegante, poiché lunghi pantaloni neri a palazzo le coprono le caviglie seguiti da fini tacchi a spillo, del medesimo colore.
Le sue iridi, cristalline, scrutano i nuovi alunni con cordialità, e la sua bionda chioma raccolta da una treccia laterale spicca sul palco.
Indossa inoltre una collana di perle ma, per il resto, non ha alcun tipo di gioiello.
Dopo aver raccomandato gli alunni di far gentilmente silenzio, inizia il suo discorso.
«Benvenuti nell'unica scuola di magia di Highest City. Spero vivamente che ognuno di voi possa trovarsi a proprio agio con noi, e pertanto ci tengo impariate presto a fidarvi e a rivolgervi a noi per qualsiasi dubbio.
Mi auguro inoltre diventiate come una famiglia e che leghiate l'uno con l'altro, com'è giusto che sia.
Anche se avete scelto una strada ben più faticosa dei vostri coetanei, siete pur sempre adolescenti e, in quanto tali, avete stretto bisogno di rapporti interpersonali.»
Tossisce, schiarendosi la voce.
«Detto ciò, non ho intenzione di rubarvi altro tempo... immagino sarete impazienti di far conoscenza e sistemarvi nelle vostre stanze!
Ci tengo però a precisare che da oggi per ogni uscita dalla scuola, bisognerà chiedere il permesso.
In ogni caso, le lezioni inizieranno domani! Dalle 8:00 alle 14:00, ognuno nel corso assegnatogli.»
Il volto le si dipinge di un sorriso, cordiale.
«Come ultima cosa, anche se forse sarebbe dovuta essere la prima, il mio nome è Aurelia e sarò la vostra preside!»
E con tale e incoraggiante discorso, inaugura l'inizio di un nuovo lungo anno.
Abbandona il palco con grazia, ora affiancata dagli insegnanti che le sorridono.
Tutti, eccetto una.
Inoltre, una giovane dalla chioma bluastra li osserva torva, fra il pubblico di alunni, sospirando e innalzando gli occhi al cielo. Sembra nessuno la noti.
«Aiden, secondo te com'é la preside?
Io credo non sia antipatica.»
Sussurra Archer all'orecchio dell'altro, annuendo in un lieve sorriso;
sono entrambi seduti fra i posti al centro.
«Non saprei, se non altro sembra affidabile. E comunque non credo ci interessi granché lei, devi pensare ai professori.»
Espone l'arancio con fare disinteressato; la mano sinistra a sostegno della propria guancia.
«Eccentrica, petulante e cafona.»
Borbotta ancora, scuotendo il capo alla vista di una chioma violacea fra i posti in prima fila.
«Come?»
Inarca le sopracciglia il rosso, non avendo affatto udito.
«No, niente.»
Sospira ancora Aiden, ponendosi ora a braccia conserte; accavalla le gambe schioccando le labbra.
Dopo il discorso della preside seguono gli insegnanti e ognuno, con la propria valigia, si reca più o meno esaltato nel dormitorio non uscendo praticamente fino all'ora di pranzo.
Pare sia una di quelle regole non scritte.
Trascorrono le ore e tutti sono ora radunati in mensa;
lunghi tavoli grigi in una verdognola sala, forse tale a causa delle decorazioni di arbusti di vario tipo;
le luci soffuse rilasciano uno stridio metallico, come se l'energia fosse così incandescente da rodere il metallo.
«Panino con carne e patatine, magari mangiassimo sempre così!»
Trilla Archer, tra un ingordo morso ed un altro.
«E ovviamente ti strafoghi come un porco. Sappi che è solo il primo giorno, non avremo mai più piatti del genere.»
Sentenzia con tono saccente l'amico, sospirando.
«Inizio a credere di poter scrivere un libro sul tuo scarso intelletto. O magari potrei scriverti una guida al funzionamento del mondo. Apprezzeresti, tesorino?»
Sorride, solleticando il mento di Archer con l'indice.
«E piantala!»
Si scosta lui, schiaffeggiando la mano dell'altro.
«Ahi! Ma chi ti ha insegnato a mordere ora!»
«Non ti ho mica morso.»
Fa spallucce il rosso... non avendo affatto intuito il velato insulto.
Aiden trattiene una risata, sviando lo sguardo altrove.
I due sono seduti in fondo al tavolo, isolati a causa del duro sguardo del giovane, scontroso.
Probabilmente nessuno ha anche solo partorito l'idea di avvicinarglisi.
D'un tratto però, qualcuno invece partorisce.
Archer indica il piatto dell'amico che, al momento, non sembra stargli prestando attenzione.
«Quello non lo mangi?»
L'altro continua a ignorarlo, dunque...
«Se proprio non lo vuoi lo prendo io, grazie sei un vero amico!»
... In pochi secondi il cibo di Aiden finisce dritto nello stomaco del suo amico.
«Guarda un po' chi si rivede, soli perché nessuno vi sopporta? Anche se immagino il problema non sia di certo Archer.»
Aiden eleva gli occhi al cielo, gonfiando il petto esasperato.
Sente che inspirare ed espirare non sia sufficiente.
È la sua voce.
Quanto darebbe per non udirla ancora.
Si volta di scatto a labbra schiuse, notando tuttavia un'ulteriore figura.
Accanto a Selene vi è un'altra ragazza.
Archer deglutisce dopo un altro boccone, avvertendo una presenza alle sue spalle.
Come con la coda dell'occhio, distratto, decide ora di voltarsi e scrutarla meglio.
I suoi capelli, lucenti quanto il sole stesso e minuziosamente piastrati, le ricadono sulle spalle raccolti in una lunga coda.
Sulla fronte giace una spettinata frangia, che non le copre tuttavia gli occhi.
Questi, rammentano al rosso quelli di Aiden.
Sono porpora.
Due gioielli rubati e incastonati altrove, forse unici al mondo.
«P-Piacere, il mio nome è Stella. Lieta di conoscervi!»
Balbetta a gran voce, risaltando i propri zigomi arrossati in un ampio sorriso.
I suoi lineamenti, denota il giovane cremisi, sono morbidi quanto quelli della ragazza al suo fianco, ma il taglio degli occhi non esprime affatto astuzia.
Non come quelli di Selene, analizza invece Aiden.
«Ciao Stella! Io invece sono Archer.»
Le risponde pacato il ragazzo, conducendo un tovagliolo di carta sul proprio mento, reduce del pranzo.
La giovane tenta di dialogare, anche se agli occhi delle altre persone sembra sia partito un bus.
La prima volta è sempre la più difficile, no?
«Spero di non disturbare in modo alcuno, cioè in alcun modo, dato che la mia presenza non è stata richiesta potrebbe esser così e di conseguenza starei infastidendo te e il tuo amico... oh cielo potrei utilizzare i nomi e non sembrare una diffidente sconosciuta! Beh in effetti forse lo sono, a pensarci. Scusa, volevo dire "non disturbare te ed Aiden" durante i vostri pranzi che- oh! Noto che avete già finito!»
Esclama gettando uno sguardo ai due piatti vuoti e ben puliti in realtà entrambi dal rosso, sorridendo imbarazzata e ormai a corto di fiato.
Le gote implodono, sempre più incandescenti.
«Non... non che con "già" intenda dire che siete stati più veloci di quanto si dovrebbe realmente, non che poi esista un tempo prestabilito a dire il vero... ma comunque spero sia stato di vostro gradimento il cibo! Lo è stato? Oh, che sbadata!»
Si copre il viso con le mani, mugugnando maledizioni e imprecazioni incomprensibili.
Sbatte un piede sul pavimento, facendo balzare i due ragazzi sul posto.
«Ho parlato così tanto che ora voi non saprete a cosa rispondere con precisione e potreste additarmi come una mosca logorroica! Non che io abbia la presunzione di sapere quali siano i vostri pensieri, sia chiaro non mi permetterei mai e ci terrei difatti a precisare che-»
«Stella!»
Irrompe Selene, sgranando gli occhi così da inviarle un chiaro messaggio.
Non è di certo necessario comunicarlo.
«Per tutti gli Zeus, scusate!»
Scuote il capo la bionda verso i due ragazzi, che si scambiano un'occhiata e ridacchiano.
«Il cibo era davvero ottimo, a te invece è piaciuto, Stella?»
Tenta a sua volta Archer, increspando le labbra nella speranza che la porga a suo agio.
«Certo! Ma non sono solita mangiare tanto, quindi una parte del mio panino l'ho data a Selene... non che voglia dire che lei al contrario mangi molto sia chiaro, mi sembra sia perfettamente in linea e che-»
«Stella!»
«Ok, sto zitta.»
«Sembra simpatica lei.»
Indica la bionda, Aiden, voltandosi ora su Selene.
Una maschera seria gli dipinge il viso; non sembra esprima opinioni ma assolute certezze.
«Non come te.»
«Detto da una "spremuta d'arancia" che non riesce a conversare con nessuno suona come una battuta.»
Ribatte la giovane, gonfiando il petto con fare compiaciuto;
ridacchia, sedendosi proprio accanto ad Aiden.
Dopo pochi istanti il professor Randall, mago del fuoco, fa il suo ingresso in mensa per esplicare un annuncio: questa sera si terrà la solita festa di benvenuto, seppur per molti noiosa poiché priva di alcolici.
Per questo motivo è vietato uscire dalle proprie stanze, se non per andare in bagno, sino all'ora stabilita.
Non sanno però ancora... che è proprio con questa festa che l'incubo avrà inizio.
«Stella, tu che metterai stasera?»
Avanza Selene, in camera con l'altra, ispezionando nel frattempo diversi capi eleganti per poi gettarli altrove.
«Uhm... pensavo questo vestito, me lo ha regalato nonna ieri. Solo che non so se lo valorizzo abbastanza con il mio fisico.»
Sospira.
«È così stupendo... forse troppo.»
Sussurra la bionda, sovrapponendo un attillato vestito nero al proprio busto così da osservarne il riflesso; una linea dritta le dipinge le labbra.
Sa bene come questi suoi complessi siano una sciocchezza, un campanello che rimbomba solo nella sua mente.
Sa bene che nessun altro, oltre lei, ode quell'eco tardivo e irriverente.
Quell'eco che da sempre le incrina la quotidianità.
Quell'eco che intima ai suoi polmoni di non respirare a sufficienza, chiudendosi in un angolo privo di libertà.
In fondo, tutto ciò che il mondo reputa deviato è l'equivalente di grasso.
All'apparenza, lei non ha invece alcun problema.
Alcun difetto.
È perfetta, e la sua stessa perfezione le impedisce di esporre le proprie incertezze... d'altronde non è mica grassa, di cosa si lamenta?
Una porta così bruscamente richiusa può recidere il punto fermo; la linea gialla oltrepassata.
«Stella, non permetterti neanche di pensarla una cosa del genere.»
La voce di Selene la riconduce alla realtà; è accanto a lei e le due comunicano attraverso lo specchio.
«Non esiste che sia una persona a dover valorizzare un vestito, ma è il vestito semmai a valorizzare te. Non devi pensare di "essere all'altezza" di un abito per indossarlo, perché non può che renderti più bella.»
Inarca le sopracciglia, sorridendole.
È sempre stata lì, la sua ancora.
«Anche se la vedo dura, sei già la ragazza più bella che io conosca. E poi non vorrai che tua nonna sia triste, vero?»
Fa spallucce con aria sufficiente, increspando ancora le labbra quando ode l'altra ridacchiare più volte.
'Sembra più felice, menomale.'
Deglutisce, fra sé e sé.
«Però, se io indossassi questo nero tu...»
Alle 20:00, come simultaneamente, i futuri maghi lasciano finalmente le proprie camere.
«Aiden? Ma che stai fissando?»
Archer segue lo sguardo dell'amico, giungendo alla figura di Selene che percorre le scale, accanto a Stella.
«Le sta bene quel vestito bianco vero? E quelle cerniere ai lati le danno proprio un tocco in più!»
Lo stuzzica il rosso, ridacchiando all'espressione dura dell'altro.
«E poi anche loro sono vestite con i colori opposti, come noi! Dici che sono migliori amiche? Anche se, nel loro caso quella vestita di bianco è Selene... in pratica il colore opposto al tuo!»
Specifica volutamente, sogghignando.
«Si, Archer. Lo vedo anch'io, grazie.»
Sospira l'altro.
«Com'è irritante quella lì.»
Scuote il capo, facendo per voltarsi con entrambe le mani nelle rispettive tasche.
Dopo poco giunge lì anche la preside, agghindata forse più di chiunque altro, inaugurando ancora una buona serata a tutti oltre che un fantastico anno.
La professoressa Alexandra, del corso di terra e natura, detiene sul palco un discorso d'incoraggiamento per la difficile realtà nella quale sono tutti stati catapultati.
Una realtà di cui nessuno è tuttavia ancora a conoscenza.
La sua voce è cordiale, giunge pacata e a tratti limpida, ed il suo volto è una costante maschera radiante.
Inoltre, si gratta il mento Stella, fra un curioso pensiero e un altro, il cardigan verde che indossa le conferisce un aspetto confortevole.
Le sembra un po' la mamma del gruppo, e ne ha la conferma quando nota che il suo primo pensiero, appena scesa dal palco, è rimproverare l'amica Victoria per il suo vestiario forse un po' troppo "scollato."
Una questione di temperature e non di decoro, a quanto pare.
Seguono ancora gli applausi, e la collana di perle di Alexandra scintilla nel riflesso delle luci della sala.
La stanza è colma di palloncini e decorazioni varie, che ruotano intorno ad un cartellone con su scritto, a caratteri cubitali: "buona sopravvivenza".
Seguono inoltre una serie di smile smaglianti, dipintivi sù con fare goliardico.
«Spaventose, terrificanti e sadiche! Le sognerò stanotte in un incubo, me lo sento.»
Borbotta Archer all'amico, indicando le decorazioni della festa con fare esagitato.
L'altro ridacchia genuinamente.
Subito dopo l'inaugurazione si fa strada nella sala la musica, e Selene sembra lanciare occhiate ad Archer, che le sorride senza poi porsi particolari domande.
«Ma è scemo? Perché non mi chiama!»
La bionda al suo fianco aggrotta la fronte, guardandosi intorno confusa.
Perché ora questa parla da sola?
«Che inutilità!»
Sospira con fare teatrale, nonostante Archer le stia ancora sorridendo ignaro.
«Stella, andiamo?»
Sussurra all'orecchio dell'amica, coprendosi con la mano.
«Dove?»
Inclina il capo lei, sulla destra, e i boccoli biondi le ricadono oltre le spalle.
La violacea sgrana lievemente gli occhi, facendo cenno col capo ai due ragazzi di fronte a loro.
I pochi altri studenti, immersi nelle loro danze e nei propri chiacchiericci, non sono sufficienti ad oscurare quei due.
Stella si volta, notandoli.
Lentamente, increspa le labbra.
«Ooh! Ora capisco, vuoi andare dal tuo-»
«Stai zitta! Io non voglio nulla, mi sta chiamando Archer!»
Sussurra... non poi così sottovoce.
«Chiamando? Eppure io non sento nulla.»
Fa spallucce Stella, scuotendo il capo con fare innocente.
«Mi ha sorriso... nei balli fra nobili un tempo questo era un chiaro invito a chiacchierare!»
Annuisce frettolosa, osservando lo stupore nel viso dell'amica.
«Cosa? Davvero? E tu cosa ne sai?»
Si volta sul rosso, che non appena incrocia il suo sguardo increspa ancora le labbra in un ampio sorriso;
stringe fra le dita un calice colmo di una bevanda colorata, e l'amico al suo fianco si guarda intorno con fare disinteressato.
«A me sembra stia solo sorridendo... come oggi.»
Si gratta il capo Stella, delusa.
Archer continua a sorriderle, e solo ora l'amico nota il suo sguardo e decide di percorrere la medesima direzione.
«Ma no! È un invito in codice il suo. Non sarebbe maleducazione rifiutare?»
«Beh, presumo di...»
«Perfetto! Andiamo.»
«Che hai fatto?»
Sgrana gli occhi Aiden, voltandosi di scatto sull'amico.
«Che ho fatto?»
S'indica da solo il rosso, schiudendo le labbra.
«Stanno venendo qua, le hai chiamate tu?»
Fa cenno con gli occhi alle due, in rapida avanzata.
La distanza che li separa sta per svanire.
«Io non ho chiamato proprio nessuno.»
Fa spallucce Archer, scuotendo il capo confuso.
«Bugiardo! Ti ho visto, le stavi guardando!»
Indica la direzione delle giovani, noncurante.
«Su, su, a cuccia spremuta!»
La sua voce, acuta e piena di sé.
«Non è mica colpa sua se siamo irresistibili stasera.»
Aiden si volta, lentamente.
Serra le labbra prima che qualche commento indelicato le solchi, deglutendo.
Percorre ora da vicino la figura della giovane, affiancata da Stella, e il lungo abito bianco le dona un aspetto candido.
"Decisamente l'opposto di ciò che è davvero."
«Allora, Aiden sei... ehm, decente.»
Si complimenta la giovane Selene, inarcando le sopracciglia in un lieve sorriso tirato.
«Tu al contrario non riesci a starmi simpatica neppure conciata meglio.
Peccato, esteticamente non sei orrenda.»
Fa spallucce l'arancio, denotando fra sé e sé che le ciocche violacee che le incorniciano il volto, quasi fosse il più bello dei dipinti, la rendano davvero apprezzabile.
Ma no, non vi è alcun bisogno di esplicarlo.
D'altronde neppure lei è poi così cordiale.
Inoltre, le sue labbra non hanno mai rilasciato parole dolci.
L'unico al mondo meritevole del suo affetto, a suo dire, è Archer;
l'unico per il quale darebbe persino la vita.
Ed Iris, in effetti.
«Ma come ti... ritiro tutto, sei un topo di fogna e l'abito non fa il monaco, quindi resti orribile anche così!» Controbatte infastidita Selene, sbattendo un piede per terra con fare infantile.
Aiden sorride notandolo.
Non è neppure in grado di ricambiare un complimento?
O è ottuso, o non ha mai ricevuto un briciolo di educazione.
O forse entrambe.
D'un tratto, entrambi avvertono una vampata di calore in crescita.
Iniziano a sorridersi a vicenda, e sentimenti come la rabbia svaniscono nel nulla.
La giovane avvicina le proprie labbra all' orecchio dell'altro, incauta, emettendo flebili sussurri.
«Ti andrebbe di allontanarci un po'?»
Si corruccia però subito dopo aver pronunciato tali parole.
Sono davvero uscite dalla sua bocca?
No, un attimo.
Che sta succedendo?
«Certo Selene, andiamo.»
Sorride lui, non comprendendo cosa stia accadendo.
C'è qualcosa che non va.
Non sono padroni delle proprie azioni.
Si dirigono entrambi in bagno, insieme.
Sentono il dovere di essere lì, per un qualche motivo.
«È incredibile come si sia già affezionato a Selene, davvero è strano!
Sono quasi geloso del mio ragazzo, ma nonostante i piccoli litigi c'è già sintonia, non credi?»
Annuisce Archer sorridendo alla bionda, con la quale nel frattempo danza animatamente a ritmo della musica.
Stella ride squillante, realizzando che non sarebbe poi così male approfondire l'amicizia con il rosso.
Un amico del genere lo vorrebbe, immagina.
«In ogni caso sta' tranquillo, Selene ama prendere in giro tutti ma non ha cattive intenzioni... anche con me fece così sai? È il suo modo di scherzare e approcciare, ma dopo averla conosciuta scopri che è una persona fantastica!»
Esclama, e nelle sue iridi sembra vi imploda il sole stesso.
Sono incandescenti, gioiose.
«Detta così sembra tu stia descrivendo Aiden... curioso.» Increspa le labbra, Archer.
«Ma... un momento, dove sono?»
Si ferma di colpo la bionda, felice di aver tenuto a freno la propria lingua per una volta.
«Sono andati in quel corridoio lì, credo.»
Indica lui, non rammentando ancora affatto la struttura.
«In bagno? Di già? Santo cielo è presto! Credevo avessero più scrupolo quei due.»
Scuote il capo inorridita, o forse feluca.
L'altro schiude le labbra e sgrana gli occhi, comprendendo l'istante successivo.
Un ragazzo dalla chioma castana, seppur particolarmente scura, si avvicina alla giovane con fare timido.
«Ciao! T-Ti andrebbe di ballare con me?»
Stella lo ignora completamente, seppur non intenzionalmente, non avendo minimamente udito o visto nulla.
Si volta, difatti, seguendo il rosso verso il bagno.
È tempo di andare a curiosare, o spiare, i loro amici.
«Non mi aspettavo di certo di riuscirci, ma essere ignorato così... non sarò fantastico ma adoro le sfide. Riuscirò a parlarle!»
Borbotta un giovane alle loro spalle, ignorato da Stella, seppur sfoggiante di un curioso sorriso.
Viene inoltre quasi additato come un pazzo dai presenti, avendo appena gridato al nulla.
Aiden e Selene non sono da soli.
Qualcosa, o qualcuno, li ha seguiti in bagno.
Sono seduti, poggiati alle fredde e lucide mattonelle del muro, avendo improvvisamente perso le proprie forze.
«Non... non ti senti un po' stanca?»
Gonfia il petto lui, inumidendo le labbra.
Fa sempre più caldo.
«Beh si, ma non pensavo fossi così vecchia dentro. In effetti... non sono più abituata alle feste, immagino.»
Sospira divertita, seppur imbarazzata.
D'improvviso, un colpo sordo.
Un tonfo.
E poi un altro.
«Hai sentito?»
Domanda lui, corrucciandosi di scatto.
«Aiden» Tiene il volto inclinato; lo sguardo nel suo.
«V-vedi qualcosa?»
Selene deglutisce, tremando.
Non ha neppure le forze per voltarsi.
Ma se anche le avesse, non vorrebbe farlo.
«Dietro di me, c'è... c'è qualcosa?»
Gonfia il petto, ed espira.
Inspira ancora, osservando lo sguardo di Aiden scostarsi dal suo volto per volgere oltre...
Li vede anche sgranarsi.
«Rosso.»
«Cosa?»
«Il muro del... del corridoio. È diventato rosso.»
«Ma cosa, Aiden... il muro era bianco.»
Selene sgrana gli occhi, schiudendo le labbra.
L'altro osserva ancora la porta aperta, tentando di scorgere altro.
Lentamente, riprende fiato, ed ora entrambi riescono a rialzarsi.
«A-aspetta forse...»
Selene avverte un brivido lungo le spalle.
Come un sospiro.
Non le piace questa situazione.
Ha una brutta sensazione.
Aiden va avanti.
Avanza per primo.
S'immobilizza.
Gli occhi completamente strabuzzati.
L'aria diviene torrida.
L'aria sa di sangue e morte.
Selene poggia le dita sulla spalla di Aiden, per reggersi, quando anche lei...
Quando anche lei li nota.
Le labbra si schiudono, rilasciando un urlo.
«Aiden!»
«Selene!»
Archer e Stella rallentano, nel corridoio;
arrestano la propria corsa.
Si voltano lentamente, non potendo fare altrimenti.
Sulla parete di fronte al bagno, vi è uno scenario che resterà impresso nelle loro menti... per sempre.
Cinque.
Cinque corpi di studenti completamente infilzati, forati da lame nere come la pece che li tengono sospesi, a mezz'aria.
La scuola ha perso colore.
Ma ne ha anche acquisito uno, il rosso.
Tutto, ora, è rosso.
Rosso sangue.
La puzza di cadavere si dilaga, intensa ed acre.
Il marcio di una vita consumata, ora nel baratro dell'oblio.
Selene svia con lo sguardo altrove, tentando di reggersi alla cornice della porta.
Prende fiato, alla ricerca di stabilità, quando nota ancora altro.
Con la coda dell'occhio scorge del bianco, ma serra per un istante le palpebre per darsi manforte.
Inspira, seppur inalando ancora quanto vi è di morto, e rischiude ora le palpebre.
Aveva ragione.
Le pupille dei ragazzi infilzati sono completamente bianche.
Ma nella storia della magia, tuttavia, di motivo ve ne è solo uno.
«R-ragazzi questo... non è possibile, dico bene?»
Il corpo di Archer quasi non regge, tremando incessante.
Il terrore dilaga fra loro come un morbo, aggrappandosi ai loro sorrisi con veemenza.
Ma anche un altro sentimento li percorre, come un brivido.
L'adrenalina.
Anche se ciò non vale per tutti.
Stella tenta di urlare, più e più volte.
Ma, come in un incubo, non le riesce.
La voce le muore in gola.
Selene copre le labbra divaricate con le mani, ed Aiden stringe i pugni con una forza tale da lasciare il segno sui propri palmi.
Tenta di sfuggire dalla realtà, ma quest'ultima lo raggiunge con una pozzanghera.
Rossa.
Il sangue scorre di mattonella in mattonella, da una fuga a un'altra, trasformando tutto ciò che incontra in rosso.
Se gli occhi di un umano divengono bianchi... la sua anima è stata completamente divorata.
E ciò può voler dire solo una cosa.
All'interno della città, da secoli al sicuro grazie alla imponente barriera... c'è un demone.
E quel demone, si trova nella scuola per maghi.
Si trova qui.
Fra loro.
«Una perlina? Perché mai dovrebbe dovrebbe trovarsi qui? Nessuno dei corpi ne indossa una...»
SPAZIO AUTORE!
Spero vivamente che anche questo secondo capitolo vi sia piaciuto!
Mi dispiace che non tutto sia ancora stato spiegato, ma andando avanti capirete meglio.
Se siete qui dopo la revisione, grazie maggiormente per la pazienza e per l'attesa! ♡
Vi voglio tanto bene, amici/amiche mie/i🪐
Cosa pensate sia successo durante la festa?
Credete sia coinvolto uno dei personaggi già visti o qualcun altro?
Se avete sospetti o dubbi (sperando io possa già chiarirli) fatemelo sapere qua sotto nei commenti! ♡
Lasciate come al solito, se vi va, un voto o anche una recensione su quanto letto!
Mi farebbe davvero piacere;
grazie mille per tutto, davvero.🧚♀️
A presto, dal vostro Sariel <3
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