L'unione degli eredi. [CAPITOLO 6]

Archer ignora i loro commenti, slanciandosi in corsa nel corridoio.
Passa fra Aiden e Selene, che si voltano confusi.

«Archer, fermati!» Tenta di richiamarlo l'amico, a distanza.
«Aspettaci!» Gli fa eco Selene, sbalordita.

«Sta andando all'uscita.»
Si volta su Aiden, che boccheggia per pochi istanti. Devono seguirlo.

Archer non vede ciò che ha davanti.
Si massaggia bruscamente le tempie, in corsa.
Il mondo gli vortica contro, incerto, come fosse in un mare di dilemmi irrisolti e confusi.

Immagini, volti, persone, demoni.
Morti.

Gli sussurrano di correre, di agire, e poi d'un tratto... silenzio.
L'assenza di caos, davanti al cancello.

Davanti ai suoi occhi.
Crystal.

La giovane riflette su quali siano le parole più adatte da rivolgergli;
non può rivelare di aver origliato tutta la conversazione con la misteriosa donna, poggiata allo stipite della porta, e di esser fuggita appena ha udito le voci di Aiden e Selene in lontananza.

L'altro la scruta in silenzio, incerto.

«Quando... quando mi hai detto che saresti diventato mio amico.»
Deglutisce lei, ingrossando poi il petto. Archer non scosta le iridi dalle sue.

«So che forse è esagerato, magari tu l'avrai detto senza neppure rifletterci, senza dar peso alle tue parole. Ma...»
Inspira ed espira ancora, afferrando il coraggio radicato in se stessa.

La verità è che lei stessa non sa bene perché sia lì; non lo trova neppure simpatico "questo Archer."
Eppure le sue attenzioni non le...

«Voglio tu sappia che quelle parole, invece... mi hanno resa felice. Molto.» Ribadisce, annuendo a se stessa. L'altro schiude le labbra, ma non riesce ugualmente a dir nulla.
La voce gli muore in gola.

Il vento sembra agire in due versi opposti; scosta con delicatezza le ciocche dalla fronte di Archer, eppure spinge la chioma di Crystal verso il giovane.
Come a volerli avvicinare.

«Non so neanche perché sto decidendo di dirti queste cose, ma ciò che intendo è soltanto... io non voglio intralciarti, ma aiutarti.»
Agita le braccia, come gesticolando in preda al panico.

Si può sapere che razza di parole sta componendo la sua lingua?
In mente le suonava tutto così diverso.

«Non... credo di capire.» Aggrotta lentamente la fronte, Archer.

«Mi dispiacerebbe se tu venissi ferito, ecco. Vorrei-»
Serra per un istante le palpebre, boccheggiando.
"Perché sembro così impacciata? Che cazzo ho che non va oggi!"
Riflette, innalzando gli occhi al cielo in un sospiro.

«Permettimi di venire con te, voglio aiutarti con... Aurelia.»
"Anche se rifiuti verrò lo stesso."

Vorrebbe aggiungere, ma decide di tenere a freno la lingua;
talvolta è meglio tacere e fare buon viso, piuttosto che esplicare più del necessario.

«Ma tu come fai a...» Lo stupore nel viso del giovane è palpabile. Dilaga, ancora.

Perché Crystal sa dov'è diretto?
Perché è a conoscenza dell'identità del demone?
Che abbia compreso anche lei? Che sapesse più di quanto ammette?

Le scruta le iridi, balzando da un occhio a un altro come alla ricerca di una qualche verità, a lui però nascosta.

Fa per avanzare dubbi, ma le voci in lontananza di Aiden e Selene attirano la sua curiosità.
O la sua preoccupazione.

Si volta di scatto e le due figure, che divengono via via più nitide, non rinunciano neppure per un istante a battibeccare.
Aiden getta le braccia all'aria bofonchiando incomprensibili versi, vista la distanza, e Selene sospira e volge gli occhi al cielo.

«Ma pure adesso litigano quei due?» Sbotta il cremisi, non affatto sorpreso.
Si volta su Crystal, e le sue labbra s'incurvano quando lei trattiene una risata.

Aiden, snobbando con un gesto della mano l'esausta Selene, mette ora a fuoco la figura di Archer. Strabuzza gli occhi e schiude le labbra, fermandosi sul posto e indicando l'amico con fare esaltato.

«E-eccolo! Proprio lì, lo vedi Selene?»

«Certo che lo vedo, credevo stessimo andando lì per questo, no?» Fa spallucce lei, a braccia conserte.

«Cosa? No. L'ho appena notato.» Aiden lascia cascare il braccio lungo i fianchi, osservando il viso della giovane con naturalezza.
"Non è poi così brutta, guardandola meglio."

«Ma sei scemo?» Il tono piatto di Selene lo destabilizza.
Si guarda intorno nel tentativo di sfuggire al suo sguardo accusatorio... notando d'un tratto un dettaglio.

Gli schiamazzi dei bambini in giro per la struttura e l'ombra di qualche rapida rondine sono ormai distanti.
Così come Archer e Crystal.

Sono spariti.

Hanno lasciato la struttura.

«Selene!» Riesce solo ad indicare, ancora, il cancello spianato dinanzi ai propri occhi. «Sono andati via!»

«Già.» Sospira lei. «Vedo anche questo, Aiden.»

I neon che illuminano la hall sfarfallano, lampeggiando in metallici ronzii.
Sembra che anche loro temano ciò che verrà.

«Niente. Non risponde più... dev'essere successo qualcosa, era così strana prima...» La professoressa Alexandra conduce il palmo della mano alla fronte, salendo ancora alle tempie.

Fa per raccogliere la sua chioma, sempre più in preda al panico.

«Non si preoccupi, sono certo che la sua amica stia bene.»
Tenta di rassicurarla l'uomo alle spalle del bancone; ha trascorso un'interminabile mezz'ora ad osservarla chiamare e richiamare Victoria con il telefono dell'hotel.

«Io non... non ne sono così sicura. Lei sa perché siamo qui?» Inspira la donna, riponendo la cornetta del telefono al proprio posto. Tira su un sorriso, forzato.

«Ho sentito qualcosa... ma non conosco i dettagli.»
S'incupisce l'uomo, nascondendo tuttavia un velato sorriso dietro i propri baffi.

«Lei è fortunato allora.» Annuisce la donna, scostando i capelli nuovamente raccolti sulla spalla destra.
Con un rapido gesto delle dita asciuga le ciglia già umide, tentando di sorridere.

«Inizio sul serio a preoccuparmi per tutti noi. Credo che... presto o tardi tutti sapranno cos'è arrivato qui in città. Ho d-davvero paura.»

La voce le si incrina e, facendo spallucce, asciuga le lacrime ancor prima che le bagnino il viso.
«Scusate, non volevo.» Inscena un sorriso, tirando su col naso.

Nel frattempo, fuori il parco acquatico, i due giovani si riuniscono a Stella.
La giovane ignora il vento che le scompiglia la chioma e sorride, nascondendo le braccia dietro la schiena.

«Che succede? Perché quelle facce?»
Inclina lievemente il capo la bionda.

«Archer e-»

«Questo è per te!» Stella ignora le spiegazioni di Aiden e porge un regalo a Selene, a tratti saltellando sul posto.

In realtà non le interessa cosa sia accaduto.
Lo ha chiesto per educazione.

L'altra schiude le labbra, scostando lo sguardo dalla sorpresa ricevuta al viso dell'amica.
Il sorriso che le dipinge le labbra la contagia, portandola a sorridere a sua volta.

«"Ad naturam" è l'incantesimo che ho usato per ridarle la vita. Ho chiesto se fosse possibile avere un vaso, dato che è merito mio se questa piantina ha di nuovo tutti i petali viola... cioè, erano viola anche prima. Ma ora sono più belli, no? E poi appena l'ho vista mi sei venuta in mente! Ho proprio pensato "questa le piacerà un sacco!"»

Fa spallucce, distendendo e scuotendo le braccia su e giù, a destra e sinistra.

Trattiene l'evidente emozione, evitando di saltellare ancora sul posto, ma il suo smagliante sorriso parla da sé.

«Forse come regalo non è molto, ma spero tanto possa piacerti!»
Le labbra ancora curve con fare timido, facendosi minuta nelle proprie spalle.

Non è affatto imbarazzata a causa di Selene, che non riuscirebbe mai a porla in disagio, ma l'idea di star regalando un semplice fiore lì colto... le sembra così patetica.

Si sente così patetica.

Selene incurva lentamente le labbra, brillando di uno smagliante sorriso.
Non scosta neppure per un istante le sue iridi da quelle di Stella, e in pochi attimi le due si ritrovano l'una avvolta all'altra.

Aiden guarda altrove, e l'angolo delle labbra s' incurva lievemente.

Lo trattiene a fatica.

«Ti prometto che mi prenderò per sempre cura di questa piantina.»
Selene le lascia un tenero bacio sulla fronte, come augurandosi che le sue preoccupazioni si dissolgano.

«Per ora la metto sù in camera, sul davanzale, ma quando torneremo a scuola la porterò con me.» L'altra sorride, e Selene con lei.
«Grazie davvero Stella, è un regalo stupendo! Mi rendi sempre tanto contenta.»

Selene si dirige in camera per depositare il vaso, sotto lo sguardo del circospetto Aiden ancora poggiato al muro esterno al parco acquatico.

Emula una tosse grassa, fingendo non stesse sorridendo più che intenerito.
Dopo pochi minuti di imbarazzante silenzio, il giovane spezza il silenzio.
A modo suo, naturalmente.

«Non mi aspettavo quella lì sapesse essere così carina. È stupefacente abbia un cuore.»

«Certo che lo ha, e se fossi un po' più decente con lei lo scopriresti anche tu.»
Fa spallucce Stella, in realtà non estremamente convinta della cosa.

In fin dei conti litigano solo, loro.
Non riuscirebbe ad immaginarli in altre spoglie neppure volendolo.

«Mah, è lei che mi tratta male a prescindere!» Il giovane fa per avanzare, quando...

«Ma quello è Jacob?»

La voce di Selene irrompe nella conversazione di Stella ed Aiden e li conduce a voltarsi, balzando dalla sua figura appena riapparsa al cancello d'entrata.

Sono poco distanti da quest'ultimo, situato a non molti metri oltre il parco acquatico.
Osservano la professoressa Alexandra, anch'ella lì, chinarsi ad una donna dai boccoli dorati, che Stella denota essere una parrucca, e sembra stia... ritirando Jacob.

Il ragazzo con cui Stella ha avuto una faida a scuola.

«In una scuola del genere mio figlio non resterà un secondo di più! Ero già contraria prima, ma suo padre ha insistito. Da lunedì andrai in una scuola normale, capito Jacob? E non protestare, torniamo a casa.»

Il ragazzo tace, sviando lo sguardo severo di sua madre così come quello mortificato di Alexandra, che continua a chiedere scusa con un lieve e tirato sorriso.

Non ha mai dovuto dire addio a così tanti studenti.
A Jacob, un po', dispiace.

«Ben gli sta! Così fra qualche anno lo troverò e gli mostrerò come una donna sia nell'esercito mentre lui è in città a far nulla!»
Si pone Stella a braccia conserte, sputando velenose sentenze d'odio e rancore contro Jacob.

«Stella!» La riprende l'amica, rimproverandola con fare accusatorio.
«Non ti ho mica insegnato questo io!» Prosegue.

Stella si volta sull'altra, spalancando le labbra con teatrale cenno di offesa.
«Non hai neppure idea di cosa-»
D'un tratto fra loro sembra materializzarsi un'ulteriore figura, quella di Sam.

"Materializzarsi", poiché Stella non comprende come oggi fra Selene, Jacob che cambia scuola e la professoressa Alexandra che lascia la hall per dirigersi al cancello... lei non ne avesse udito neppure uno.

«C-ciao Aiden.» Tenta di approcciare nuovamente il giovane, estremamente a disagio poiché sotto l'attento sguardo di Stella.

«Ciao Sam!» Ricambia sorridente l'altro che, dopo averci comunicato nuovamente in mattinata, ha ormai compreso di poter abbassare la guardia con lui.
Anche Sam sembra tranquillizzarsi, grattando la sua chioma scura con un lieve sorriso in viso; due fossette lo incorniciano.

«Aiden tu-»

«Sai Sam, inizi a starmi simpatico.» Lo interrompe l'arancio, ponendosi le mani sui fianchi con fare orgoglioso. Selene e Stella si scambiano un'occhiata confusa.

Sperano Aiden non stia per dirne una delle sue.

«Cosa?»
Schiude le labbra il giovane, palesandosi incerto in un filo di voce sottile.

«Credevo ti fingessi timido solo per fare avances alle ragazze. Invece parlando con te prima ho capito che sei davvero così carino! Mi stai simpatico.»
Annuisce soddisfatto, accarezzando persino una guancia al giovane esterrefatto.

«Oh... grazie, credo.»

Selene si copre il viso con la mano destra, sospirando ancora.
«Non so più che dire. Davvero. Sei... unico nel tuo genere, Aiden»
Scuote lei il capo, come amareggiata.

«Sam, non dar troppo peso a ciò che dicono certi ragazzi.»

Stella gli sorride, facendogli inavvertitamente curvare le labbra a sua volta e arrossire lievemente.
Non riesce a trattenere le proprie emozioni, poiché il suo viso ne è la proiezione; gli si scorge ogni verità non detta, come fosse un libro aperto al prossimo.

«Posso comprendere magari Archer» Riprende Stella. «Ma non farei troppo affidamento sul suo amico.» Sogghigna allo sguardo imbronciato di Aiden, ricordando lui l'atteggiamento di Selene, e ridacchia forse un po' intenerita dal viso di Sam.
O dalla sua espressione, come persa nel vuoto.

«Oh cazzo, Archer!» Si volta Aiden, scattante.
«Selene, ce ne siamo completamente dimenticati!»

«A dire il vero... tu, lo hai dimenticato. Io sto valutando se correre o meno il rischio di seguirli.»
Fa schioccare le labbra, volgendo gli occhi al cielo come pensierosa.

I tre attendono in silenzio il verdetto.

«Ok, valutato. Non mi interessa, che facciano pure un giretto in città.»

«Archer? Gli è accaduto qualcosa?» Aggrotta la fronte Stella, ora curiosa, rivolgendosi all'arancio.

«Stavo provando a spiegarlo quando hai portato quello stup-» Selene gli lancia un'occhiata truce ed Aiden deglutisce di getto, riprendendo la spiegazione con labbra incurvate e tono pacato.

«Stupendissimo fiore a Selene» Riconduce il suo sguardo sull'altra e ancora su Stella e Sam in ascolto. «Ma purtroppo non mi hai ascoltato e...» Selene lo squadra ancora con fare intimidatorio, a braccia conserte, ed Aiden decide ora di sfuggire al suo sguardo.

Non ne può più.

«Scusa ma-»
Sam viene ignorato dal giovane, che prosegue.

«In breve, Archer mi ha congelato la valigia ed è scappato dall'hotel con Crystal, la sua compagna di classe, e chissà cos'avranno in mente! Questa è una tragedia per il sottoscritto e per la mia valigia!» Conduce la mano alla fronte con fare teatrale, come distrutto da un tale scenario.

«Un momento, cosa c'entra la tua valigia? Stavano fuggendo da te?»
Tenta di comprendervi qualcosa Stella, alquanto confusa.

«In realtà-»

«Quella dannata valigia non c'entra niente!» Sbraita Selene di scatto, stridula, facendo sobbalzare i tre.
«Non c'era alcun piano di evasione per cui Archer ha voluto sabotare il guardaroba di questo idiota, Stella. Non c'è alcun motivo per cui dovremmo seguire Archer o aiutare Aiden a scongelare il suo stupido surgelato!»
Getta le braccia all'aria con agitazione, come scimmiottando la teatralità dell'altro che indietreggia invece intimorito, aggrottando la fronte.

«Ehm, ragazze, Aiden... forse qualcosa c'era.» Tossisce Sam, tentando di marcare il proprio tono solitamente delicato.
Sta cercando di comunicare la propria notizia da un po'.

«Che intendi?» Scuote lieve il capo, Aiden.
Le due annuiscono e seguono con lo sguardo.

«C-ci ho parlato poco fa, in realtà ho il suo numero soltanto da ieri, e mi ha detto che...»
Schiarisce la voce, giocherellando con le dita pur non avvertendo il bisogno di schioccarle; forse è solo ansia.

«Ha scoperto chi è il demone.»

Selene sgrana gli occhi, pietrificata; osserva Stella, sbalordita, e poi Aiden.
Ma lui non ricambia.
Sembra reduce di una rete di immagini mentali.

«Molto probabilmente stanno andando-» Sam tenta di spiegare con calma, riferendo ciò che sa, ma il battito dell'arancio sembra accelerare tanto da udirsi all'esterno.

«A scuola. Si, Archer sta sicuramente andando lì, cazzo!» Gonfia e sgonfia rapidamente il petto, slanciandosi immediatamente verso il cancello.

Prosegue spedito e i tre alle sue spalle scambiano fugaci sguardi, avvolti da un unico dubbio.
Cosa fare?

Ma qualcuno l'ha già presa, una scelta.

«Aspetta, fermati Aiden! Cosa pensi di fare da solo?» Scatta Selene, elevando il tono per essere udita.
Nel suo viso ha scorto terrore.

Aiden è terrorizzato all'idea di perdere il suo caro amico.
E Selene lo comprende. Neppure lei lo sopporterebbe, per Stella.

«Devo... non lo so, c-chiamo aiuto, ma io vado lì!»
Aiden prosegue a passo svelto, non guarda neppure l'altra in volto.

«Aiden è una cazzata, non puoi far nulla per lui da solo, aspetta!»

E il giovane s'immobilizza.
S'immobilizza, quando le dita di Selene serrano la presa sulle sue.

Lentamente, si volta verso lei.
Lentamente, come tentando di resisterle.
Come tentando di nascondere le proprie lacrime.

«Aiden...» Selene schiude le labbra, ma non riesce a rilasciare altro.
Gli scruta le iridi porpora, che finalmente non le sfuggono.
Sono lucide.

«Io non... non posso perderlo, Selene.» Un filo incrinato di voce si libra nell'aria.
«Lui è tutto ciò che ho, non ho nient'altro.»

«E non lo perderai, te lo prometto.» L'altro guarda per un istante in basso, ma Selene molla la presa sulla mano per condurla al viso di Aiden.
«Ehi, guardami. Te lo prometto, non lo perderai Aiden. Hai la mia parola.»
Selene annuisce, non scostando le proprie iridi dalle sue.
L'altro deglutisce, annuendo lievemente a sua volta... e incurvando le labbra.

«Non avrei mai pensato di dirlo... ma grazie.» Il filo di voce sembra forse ora più pacato. Come sollevato, privo di dubbi.

«Non ti ci abituare.» Sorride Selene, lasciando andare il viso dell'altro.
«Adesso chiamiamo la professoressa e le spieghiamo tutto, sono certa che-»

«Già fatto!»
La voce squillante di Stella li conduce a voltarsi alle proprie spalle.

«Sono assolutamente convinta sia un'errore andare lì, ma...» L'indice ben retto della insegnante si fa strada fra i suoi alunni ancor prima del suo viso.

«Professoressa la supplico, devo andare a scuola.»
Avanza Aiden, supplichevole.

Alexandra sospira, conducendo le dita sui fianchi.
«Si, anch'io non ne posso più di restare con le mani in mano qui. Sono certa Victoria...» La donna sembra rimuginare, forse nella scelta di cauti vocaboli che non feriscano gli studenti.
In particolare Aiden, già in agitazione.

«Voglio andare lì, è vero, ma non voglio invece che rimaniate coinvolti e gradirei sinceramente restaste qui.»
S'impone, o tenta di farlo, Alexandra.

Il suo cuore sussulta di pena all'idea di abbandonarli.
Eppure, le catene del rimorso che le serrano il petto le fanno ben comprendere i sentimenti dei suoi studenti... non può costringere quel ragazzo a lasciar morire il suo migliore amico.

Ma servirebbe davvero dirigersi lì?

«Non posso, le chiedo scusa.» Aiden irrompe nei suoi pensieri; non si arrende.
«So che ha visto tanti studenti andarsene ma io non...»
Selene gli accarezza il gomito, accennando un sorriso.

«Non posso perderlo e nessuno ha intenzione di aiutarci. Oltretutto lì c'è anche un'altra studentessa ed io posso tenermeli in disparte senza interferire! La prego, non voglio combattere il demone, ma salvare loro.»

Alexandra schiude le labbra ma anche stavolta rimugina, incerta su quale sia moralmente la scelta giusta da fare.
Dovrebbe davvero acconsentire?
Oppure è troppo rischioso, pur sapendo che non combatterebbero?

«Per favore ci faccia venire, posso proteggerci tutti con l'unica tecnica che conosco, il Tornado Shield!» Sam sorprende chiunque, scattando in avanti.

«Ma Sam!» Tenta di opporsi Aiden, convinto di andar lì solo con la professoressa.
«Verremo anche noi.» Lo affiancano Stella e Selene, in coro e sfoggianti di sorriso.

Sam, ponendosi circa al centro del gruppetto, solleva il palmo sinistro lungo l'altezza del petto e lo volge verso il basso.
Ben presto, la luce espansa dalla mano sembra come catturare l'aria intorno a sé, frammentandola per ricamare così un... tornado.

«Ho imparato il Tornado Shield grazie a mio padre quand'ero molto piccolo, e da allora non ho mai saputo far altro.» Sam si gratta il naso con l'indice della mano libera, ridacchiando allo stupore dilagato nei visi altrui.
«Questa tecnica mi permette di controllare il vento, che anziché farci volare via ci circonda e protegge! Ha un po' la funzione di uno scudo, una barriera.»
Sorride, ripensando a quanti vasi ha rotto con il padre accanto a tendergli la mano. Era così piccolo e ingenuo, eppure... il suo fardello era già lì.

Stella incurva l'angolo della bocca, voltandosi successivamente sull'insegnante e con lei gli altri studenti.

Silenziosi, ancora nel Tornado Shield.
Isolati, accolti, e in attesa di risposta da Alexandra.

La donna osserva la tecnica protettiva di Sam, sorridendo,
Eccola, dopo pochi istanti.
La risposta.

Positiva.







«Oh Preside, si è svegliata. Come-»
Randall fa per interessarsi alla salute della risvegliata preside, ma... lei ritorna al suo vero aspetto,
Quello di Victoria.

Era sempre stata lei.
La loro amica, non Aurelia.

L'hanno avvelenata.

Randall boccheggia e indietreggia sotto lo sguardo confuso dell'amica, che tenta di porsi, a fatica, seduta sulla cattedra.

«Randall cos'è...»
Biascica lei, conducendo una mano alla tempia destra.

L'uomo continua a non proferire parola. Non ne è in grado.
D'altronde cosa può dirle?

L'ha uccisa.
L'hanno condannata a morte.

Luke entra in aula, confuso dall'aver udito la voce di Victoria e non di Aurelia.
Si ferma di scatto. Si volta sull'amico, schiudendo le labbra, e ancora sulla figura di Victoria forse diffidando dei propri occhi.

«Si può sapere che avete? Perché mi guardate così? Non sono mica morta.»

Luke si copre il viso, sospirando.
«Tecnicamente si, a breve.» Infierisce Randall.

Trascorrono i minuti in cui, con calma, spiegano quanto accaduto.
Ma l'altra non sembra affatto preoccupata, anzi.

«Per un po' starò bene. Mi basterà rallentare l'effetto del tassio che avete iniettato attraverso il frozen body, lo ricordate no?»
Sorride, consapevole di quante volte abbia congelato parti del proprio corpo a piacimento durante i loro adolescienziali addestramenti.

«I tuoi pugni di ghiaccio mi son sempre stati in culo.»
Sorride Randall, a sua volta.

Il frozen body è una tecnica tramandata sin dall'antichità, o forse un'abilità.
Essa le consente di congelare parti del corpo a proprio piacimento, che siano interne o esterne. Con il tempo e la pratica è possibile affinare la tecnica per congelare diverse parti di sé contemporaneamente.

Victoria è dunque in grado di rallentare la circolazione del veleno nel proprio sangue, senza incappare in particolari rischi di salute.
Tuttavia il frozen body non è eterno.

Dovrà farsi controllare ben presto, altrimenti il tallio... avrà la meglio.

«D'accordo, ma adesso cosa facciamo?»
Chiede Randall, gettando la propria chioma biancastra indietro con un movimento della mano.

«Non so se ci conviene attaccare, potrebbe-»

Improvvisi rumori, dall'entrata.
Qualcuno ha attraversato la barriera.
Qualcuno è a scuola.

Archer e Crystal, con le iridi incandescenti d'un vispo blu e la mano del ragazzo ancora avvolta a quella della giovane, attraversano con facilità l'oscura cupola che isola la scuola.
Attraversano così il cancello, degli inferi pare.

Ed ora la porta. Lignea, spenta, cupa.
Tuttavia ha due ante, e aprirle genera uno scricchiolio di ruggine.

Ma lei, è lì.
Aurelia.

«Finalmente siete arrivati, vi stavo aspettando.» Sorride, ed il suo sorriso è tremendamente piatto. Freddo.

Archer e Crystal vengono percossi da un brivido, ma le loro dita sono ancora intrecciate.

«Ho solo una veloce domanda. Non ricordi nulla, Crystal?»

Il cremisi osserva l'amica, e lei tenta di fare mente locale; corruga la fronte... ma non ha la minima idea di cosa l'altra stia dicendo.

«Cosa dovrei ricordare?»

Aurelia sembra squadrarla da cima a fondo, schioccando poi le labbra.
Disappunto; sembra delusa dalla sua risposta.

Avanza di pochi passi.

«In realtà speravo me lo dicessi tu, ma se non ricordi nulla allora... dovrai perdonarmi.»

Le parole di Aurelia sono ancora vaghe, confuse.
«Criptica.» Inarca le sopracciglia lui, sarcastico.

Tuttavia, un messaggio è chiaro a entrambi.
La battaglia sta per cominciare.

I capelli della bionda divengono rapidamente più lunghi, ed i suoi occhi mutano colore brillando ora d'un intenso giallo.

«Bene...che ne direste di divertirci un po'?»

All'esterno, un gruppo di persone sembra come radunato nel tentativo di comprendere cosa possa essere la cupola nera che avvolge la scuola.
Non hanno idea di cosa stia per accadere.

Fra coloro che sono radunati all'esterno, vi è persino una giovane dai capelli corvini che indossa la divisa dell'esercito. Lo stemma della gloxinia si estende imponente lungo la schiena, un fiore rosso dai riflessi bianchi lungo il contorno.
Indossa un fermaglio nero, organizzando così la lunghissima chioma scura che la caratterizza lungo i pantalonidal motio miltare e gli stivaletti neri.

Non è lì per caso; sta facendo rapporto.

«Come facciamo ad entrare?»
Chiede Aiden al gruppo, appena giunto dinanzi alla scuola.

«Sembra essere una barriera permissiva, senza l'autorizzazione del demone i nostri attacchi verranno facilmente annullati.»
Sospira Alexandra, già esausta e sempre più in sovrappensiero.

«Mi è venuta un'idea...»
Interviene Selene, voltandosi su Sam in un breve sussurro alle orecchie.
Gli altri sembrano incuriositi, forse perché alla deriva o forse perché infastiditi dalla piccola folla riunitasi tutt'intorno. Ma attendono.

All'interno della scuola, Aurelia, con la sua bionda e folta chioma, prosegue la successione di rapidi attacchi frantumando il pavimento in piccole crepe per aver mancato i suoi obiettivi.
Archer e Crystal tentano di avvicinarsi al demone correndole intorno, evitando per un pelo la criniera omicida della donna.

Continuano a correre e, passo dopo passo, il demone intensifica gli attacchi... Scaraventando Crystal contro la parete opposta.

«Crystal!» Sbraita il cremisi, arrestando la sua corsa di scatto.

«Tranquillo...» Sussurra a fatica la giovane, rialzandosi con l'aiuto di Archer, accorso accanto a lei.
Crystal incurva le labbra in un sorriso.

«Fuori uno. Anche se sembrano infiniti non è così, i capelli si sono solo uniti per formare delle trecce molto spesse, ed in totale sono otto.
Mi ha colpito ed io ho parato il colpo con le mani... congelandole i capelli.»

Il giovane segue con lo sguardo il suo, notando come sia vero.
Crystal le ha congelato davvero i capelli.

«Che forza! Non pensavo avessi una strategia in mente, sei fantastica!»
Agita un braccio Archer, serrando le dita in pugno con fare energico ed esagitato.

Lei arrossisce lievemente sulle guance, increspando le labbra.

«Pensate davvero che basti una stronzata come questa? Non posso sciogliere facilmente il tuo ghiaccio... ma se credete questo basti per-»

Dal corridoio situato in fondo, alla destra dei due giovani, fuoriescono Randall, Luke e Victoria, che scuote la chioma e sorride con orgoglio alla vista della disfatta nel volto di Aurelia.
Schiude le labbra incredula

Come può essere viva?

«Ciao stronza-Aurelia, sono per tua sfortuna tornata dal regno dei morti.»
Victoria getta la propria chioma alle spalle e sorride ancora con fierezza.

«Ma allora è viva!» Esclama Archer genuinamente, ripensando alle parole della misteriosa donna fluttuante.

«Qual è realmente il tuo piano? Hai attirato due ragazzi affinché vedessero quei cadaveri, no? Hai cercato di farmi fuori ingannando gli altri e adesso combatti contro due alunni. Cos'hai per la testa?»

Aurelia ride, e la sua risata si espande in eco piatto fra le mura della scuola.
Tutti la osservano allibiti.

«Scusate, é che me l'aspettavo una domanda simile ma... questi "due alunni" non sono dei normali studenti. Farò tornare i ricordi a Crystal, così saprà finalmente qual è il suo vero ruolo in questa storia.
Quanto ad Archer...» Si volta lentamente su di lui, e il suo sguardo mette i brividi.
La serietà contrapposta all'ironia, genera follia.

«Adesso facciamo un bel gioco, un "tuffo nel passato"!»

Sembra parlare un'altra lingua.
Nessuno comprende a cosa faccia riferimento.

«Aurelia questa non è una risposta, che cosa significa tutto questo?!»
Victoria le sbraita contro, voltandosi sui propri polpacci quando avverte il loro peso aumentare a dismisura. «C-che sta succedendo?»

La forza di gravità sta aumentando a dismisura.

Le gambe fanno per cedere, il corpo viene come schiacciato e l'intero gruppo viene piegato al suolo. I loro visi raggiungono il pavimento, costellato di crepe.

Aurelia sfoggia un sorriso che i presenti notano solo con la coda dell'occhio, dal basso. Agghiacciante, come il suono dei suoi lenti ed inesorabili passi.

«Che cosa ci sta... cosa stai facendo Aurelia, fermati!»

Intreccia le sette trecce che ancora le rimangono in una sola ed unica.
Le indirizza su Archer, e ciò è evidente a tutti.
È pronta a colpirlo, lo scruta dall'alto colma d'immotivato odio.

«No, Aurelia ferma!» Victoria tenta di muoversi, ma invano.
La forza di gravità la sovrasta completamente.

Luke serra le palpebre e Randall svia con lo sguardo, mortificato.

«Ti supplico Aurelia, fermati!»
Le urla di Crystal vibrano nell'aria cariche di emozione.
Di malinconia.

«Ma... questo?»

Un tornado avvolge d'un tratto Aurelia, immobilizzandola.
Il "gruppo piscina" è qui, sono arrivati.

«Allora era lei... la preside.» Deglutisce Alexandra, condividendo forse la medesima emozione con i restanti presenti.

«Ahah! Mostro del cazzo, hai attaccato tutti noi e adesso verrai fermata... immagina che bello sarebbe appenderti a un palo mezza morta!»

«Selene ma che dici! Non essere così sadica.»
La rimprovera Aiden, vedendola sospirare con fare annoiato.

«Si può sapere cos'è che vuoi, spremuta d'arancia?» Replica lei, orgogliosa di poterlo così infastidire.

«Non chiamarmi mai più così!»
Si infuria l'arancio, arrossendo lievemente.

L'altra increspa l'angolo delle labbra.

«Ragazzi! Che bello, siete arrivati anche voi!»
Si esalta Archer, ancora totalmente inerme al suolo.

«Ciao migliore amico, ti sono mancato vero? Tranquillo, ci ho pensato sai? Ti perdono per la valigia, a patto che tu non mi faccia mai più stare così in pensiero! Stavo per morire di crepacuore.»

«Cosa? Oh... scusami tanto, Aiden.»
Dalla voce incrinata sembra davvero dispiaciuto, Archer, o forse no.
Ma con la guancia distesa sul pavimento lui e il suo tono risultano ancora più teneri ed infantili; Aiden conduce le mani sui fianchi e Selene sorride, genuinamente.

«Professoressa, perché sono ridotti in questo stato?»
Chiede Stella ad Alexandra, osservando con premura le condizioni di ognuno.

«Dev'essere un incantesimo che aumenta la gravità e può essere pericoloso, ci conviene fare attenzione. Restate tutti dietro di me o rischiate di essere colpiti anche voi!»
Si rivolge agli studenti che la affiancano, i quali indietreggiano alle sue spalle.

«Ma come avete fatto ad entrare?»
Bofonchia Victoria, ancora al suolo. Allude naturalmente alla cupola.

«Grazie al tornado shield di Sam, una tecnica. L'ha usato per proteggerci mentre attraversavamo la barriera, e poco fa per intrappolare la preside! Luke sii orgoglioso.»
L'insegnante del vento sorride ad Alexandra, pur non riuscendo minimamente ad alzare il capo.

«Victoria sono così grata tu sia viva, ho temuto il peggio.» Riprende lei, ponendosi una mano sul petto; l'amica sembra nascondere ulteriormente il viso, forse per coprirle la vista dei propri occhi lucidi.

«B-beh... il piano è di Selene, io non ho fatto nulla.»
Riprende timidamente Sam, accarezzandosi la chioma con la mano destra.
Selene incurva le labbra in un sorriso dando lui una, forse troppo sentita, gomitata al braccio destro.

«Dai non fare il modesto!»

Una crepa..?
Un buco, si sta...
NO!

Sam non ha mai sfruttato così tante volte la sua tecnica;
mantenerne il controllo è complesso.
E se la sua soglia dell'attenzione cala... con essa sprofonda anche il tornado shield.
Tutta la chioma di Aurelia in un' unica treccia.
Al di fuori, del tornado.

In uno scatto, verso l'alto e poi in picchiata.
Diretta in un unico punto.

Lo stomaco di Archer.
Lo trafigge.

SPAZIO AUTORE
Ciao a tutti! Mi scuso per aver mancato una pubblicazione, ma recupererò settimana prossima con due capitoli poiché son stato finora con la febbre! :(
Fatemi sapere anche stavolta nei commenti cosa pensate del capitolo appena letto, mi fa davvero piacere scambiare opinioni con voi.💗💗

Intenso. Io lo definirei così.
E voi? Fatemelo sapere con un commentino se vi va! <3
Siete il mio sorriso.

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A presto!💗

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