Capitolo 70

Mi aspetto che Alec si avvicini al nostro gruppo e faccia una scenata, ma invece distoglie la sua faccia sfregiata da me e si dirige verso il Signor Crystal, seduto con sua moglie. Aaron lo segue, distogliendo anche lui il suo sguardo da me.

Violet si alza velocemente. Fa un cenno del capo verso di noi prima di dirigersi da Alec e Aaron, i suoi tacchi neri schioccano sul marmo.

La mano di Harry è ferma sulla mia coscia, le sue dita scavano nervosamente sulla mia pelle. Caccia fuori il suo telefono.

"Ho bisogno di consultarmi con Liam, Louis e Niall," spiega silenziosamente mentre i suoi pollici scorrono sullo schermo. "Dovrebbero già essere all'Ivory ora."

Lana si è allontanata dal nostro tavolo, gridando qualcosa a Jesy dall'altro lato della sala da ballo. Gemma fa scorrere una mano tra i suoi capelli.

Scorgo Ed nella sala con Zayn e alzo la mano, salutandoli. Ricambiano, rivolgendomi dei sorrisi nervosi.

"Dobbiamo mettere in azione il nostro piano," dice Harry, guardandomi negli occhi dopo aver infilato il suo telefono in tasca.

I miei nervi si moltiplicano per mille. Questo è il momento in cui tutto potrebbe andare storto.

Deglutisco rumorosamente. "Non so se posso farlo, Harry--"

"Sì che puoi. Io credo in te, ricordi?"

Ho un flashback di quando stavo per incontrare Jason a New York. Mi ero seduta alla caffetteria nervosissima, quando il telefono aveva iniziato a squillare, con lo schermo illuminato dal nome di Harry.

"Harry?"

"Hmmm?"

"Tu. . . tu credi in me?"

"Cosa vuoi dire?"

"Sto per fare una cosa. . . una grande cosa. Credi che io possa farlo?"

"Certo che puoi farlo."

Annuisco lentamente ed Harry bacia dolcemente le mie labbra.

Prima che possa dire altro, un rumore proveniente dal microfono riecheggia nella sala e tutti si girano in direzione della band.

Alec si trova davanti al microfono, le sue mani unite dietro la sua schiena.

"Buona sera, signore e signori," dice. "Sono Alec Wolfe, e vorrei ringraziarvi per esservi uniti insieme a me questa sera in onore del Signor Robert Crystal."

Parte un applauso quando Crystal si alza e saluta tutti, un sorriso umile sul suo viso.

Ho la strana sensazione che qualcuno mi stia osservando, mi giro ed incontro gli occhi di Marion.

Marion, la donna che mi aveva chiamata per dirmi che avevo ottenuto il lavoro; la donna che risponde al telefono al Crystal tutti i giorni è l'insider. Ascoltava e riferiva tutto a Wolfe passando inosservata, persino ai miei occhi.

Non avevo mai sospettato di lei, neanche per un secondo--voglio dire, è la receptionist dopo tutto.

Distolgo lo sguardo da lei.

"Vorrei proporre un brindisi," dice Alec, sollevando un bicchiere di vino in aria. "Alla Crystal Publishing, e a--"

"E a quanti soldi sei riuscito a rubare," dice Harry, alzandosi dal suo posto e sollevando il suo bicchiere.

La stanza cade in silenzio.

Guardo timorosa il ghigno sul viso di Harry.

Poggia lentamente il suo bicchiere sul tavolo.

"Nel corso degli ultimi cinque anni, il Signor Wolfe ha estratto illegalmente più di 3.000.000 di dollari dalla Crystal Publishing, tutto alle spalle di Robert Crystal," dice facilmente Harry e la sala si riempie di sussurri.

"A dir la verità, sono 3.400.000."

Violet si alza dal suo posto, sistemandosi il vestito rosso. "3.400.000 dollari," conferma e altri sussulti riempiono la stanza. "Solo dalla Crystal Publishing."

Alec sembra che stia per scoppiare.

"Oltre a questo," continua la voce di Zayn mentre si alza dal suo posto accanto a Perrie. "Ha minacciato gravemente i suoi soci, quelli che avevano provato ad abbandonare la sua azienda."

"Questa è tutta una bugia,"dice Aaron accanto a suo zio. "Stanno mentendo."

"No, non è vero."

L'adrenalina scorre dentro di me quando mi alzo accanto ad Harry.

"Non stanno mentendo, stanno dicendo la verità assoluta e non hai nessuna possibilità di negare ciò che stanno dicendo."

Aaron mi fa una smorfia, ma poi abbassa lo sguardo.

Infine, il Signor Crystal si alza dal suo posto.

"La Signorina Knight ha ragione."

"La Signorina Knight non sa di cosa sta parlando, quello che sta dicendo non è vero," sbotta Alec.

"Chiama la polizia," mi dice Harry all'orecchio.

Rimuovo attentamente il mio telefono dalla mia borsetta, aprendo lentamente la tastiera.

"Signor Wolfe, i vostri affari relativi alla Crystal Publishing sono chiusi. Se non vi dispiace, vorrei riavere i miei soldi."

"Non ho preso alcun soldo, Crystal," ghigna Alec.

"Ho le prove," dice Violet. Tira fuori qualcosa dalla sua borsetta e la solleva.

"Una ricevuta," dice. "Di quando mi hai fatto depositare il reddito della Crystal Publishing sul tuo conto in banca."

Tutti rimangono a bocca aperta.

"Hai perso, Wolfe," sbotta Harry accanto a me. "Non serve a nulla discutere."

La stanza è ancora silenziosa quando Alec fa un cenno a qualcuno vicino a lui.

Un uomo alto e prepotente si dirige di fianco a lui.

"Thomas, fammi un favore e accompagna il Signor Styles, la Signorina Knight, il Signor Malik, e la Signorina Watergate fuori dal locale."

Sono sul punto di chiamare la polizia quando il dispositivo viene strappato via dalla mia mano, frantumandosi al suolo.

Mi giro e guardo in faccia l'uomo non molto più alto di Harry. I suoi occhi luccicano malignamente.

"Tu vieni con me," ringhia lui, afferrando il mio braccio.

Ho a malapena il tempo di capire cosa stia accadendo, quando ad un tratto capisco che l'uomo è a terra, il suo volto macchiato di sangue.

Gemma si sistema il vestito, afferrando le sue cose mentre il caos scoppia in stanza. "Usciamo fuori di qui prima che altri uomini adulti vengano umiliati."

Harry ed io la guardiamo increduli, ma non per molto poiché gli uomini di Alec iniziano a farsi spazio tra la folla per raggiungerci.

Afferro il mio cellulare rotto dal pavimento non appena il frastuono aumenta rapidamente nella sala.

Giro per un momento il viso mentre Harry, Gemma ed io ci dirigiamo verso la porta e noto Alec ancora fermo sul palco, infilandosi la giacca.

Incontra il mio sguardo quasi consapevolmente e le sue labbra si muovono in un sorriso sinistro.

Il mio sogno si ripete nella mia testa e raggiungo Harry.

Lui mi tira attraverso la folla fino a quando non siamo fuori, nel parcheggio.

L'immagine della pistola argentata lampeggia davanti ai miei occhi ma so che non abbiamo abbastanza tempo per compiere il resto del piano.

Zayn, Ed e Violet sono fermi fuori ad aspettarci. Siamo tutti nascosti dietro una macchina per evitare di farci vedere e parliamo in sussurri silenziosi.

"Bel colpo, Gemma," dice Harry a sua sorella.

Annuisco. "Ti avevo detto che ero in grado di tirare calci in culo."

"Dobbiamo affrettarci," dico, il mio cuore batte velocemente.

"Ed ed io andiamo in direzione dell'Ivory," dice Zayn. "Ci sono i rinforzi lì e Niall, Louis e Liam potrebbero aver bisogno di aiuto."

"Rose ed io dobbiamo andare all'appartamento," dice Harry, le sue dita si muovono attraverso i suoi capelli nervosamente. "Lì Alec non sospetterebbe mai, molto probabilmente. Probabilmente pensa che verremo con voi per infiltrarci all'Ivory."

"Giusto, e voi due siete quelli che Alec brama di più," dice Ed.

"Anche io andrò all'Ivory," dice Violet.

"Anche io," dice anche Gemma. "Se hanno bisogno di aiuto con i rinforzi."

Tutti annuiscono. "D'accordo, andiamo allora," dice Harry e ci dividiamo velocemente.

Entriamo in auto ed Harry inserisce la chiave nel cruscotto, facendo velocemente marcia indietro.

"Dobbiamo prendere una deviazione, nel caso in cui...," mi dice.

Annuisco, troppo ansiosa per parlare.

L'aria è piena di angoscia mentre Harry svolta continuamente attraverso i vicoli e le stradine di Portland.

La prima parte del piano è terminata--smascherare Alec di fronte tutta la folla. Ora, tutto ciò che dobbiamo fare è aspettare che il resto del piano finisca all'Ivory e che Alec e suo nipote vengano gettati in prigione, e questo inferno sarà finito.

"Sospetterà di casa mia, per cui dovremmo andare nella tua," dice Harry mentre continua a guidare.

"D'accordo."

"Andrà tutto bene, Rose."

"Sono spaventata."

La mia voce si spezza e mi giro per guardare fuori dal finestrino.

La sua mano si sposta sulla mia, stringendola forte, e in qualche modo il gesto dice tutto ciò che lui non riesce ad esprimere.

Gira verso il parcheggio dei nostri appartamenti, la macchina si ferma non appena spegne il motore.

Rimaniamo seduti per alcuni minuti, l'aria pesante.

Chiudo i miei occhi e penso a tutte le cose che io ed Harry abbiamo fatto insieme. Come mi ha cambiata in meglio, da qualcuno che ha a malapena baciato qualcuno, a qualcuno che ha donato interamente se stessa. A come mi ha portata allo zoo, al tetto e a tutti gli altri posti casuali che non avrebbero dovuto avere importanza ma in qualche modo, l'hanno avuta.

Ripenso a come io ed Harry litigavamo, sputandoci insulti a vicenda. A come periodicamente speravo di non averlo mai incontrato. A come gli avevo detto di essere innamorata di Aaron quando in realtà, ero innamorata di Harry sin dalla prima volta che mi aveva riaccompagnata a casa.

"Dovremmo sbrigarci," dice Harry, spezzando il silenzio.

Prendiamo l'ascensore, le nostre mani ancora strette. Sembra muoversi in un ritmo terribilmente lento e finalmente suona al nostro piano.

Apro la porta ed entriamo nel mio appartamento, Harry chiude la porta dietro di noi.

Tolgo la mia giacca ed Harry toglie la sua, facendo passare una mano tra i capelli.

"Una delle tue stanze può chiudersi dall'interno?"

Ci penso per un po'. "Nessuna eccetto il guardaroba."

"Vada per il guardaroba."

"Per quanto tempo?"

Non mi chiede di specificare la mia domanda.

"Fino a quando non mi arriva il messaggio di Zayn in cui mi dice che l'Ivory è disarmato."

Annuisco.

"Pensi che verranno qui?" Chiedo.

"Una volta che vedranno che non siamo all'Ivory, faranno due più due."

"Gli altri non li fermeranno?"

"Non saprei. C'è sempre la possibilità che verranno a cercarci."

Harry afferra la mia mano ed entriamo nel piccolo guardaroba, ruotando il blocco per chiudere la porticina.

I nostri corpi sono così vicini. Sento il suo respiro sul mio viso. La temperatura sta rapidamente aumentando in quel piccolo spazio, insieme alla paura e all'ansia.

Appoggio la mia testa contro il muro, sapendo che da un momento all'altro il mio appartamento verrà saccheggiato e setacciato per trovare qualsiasi segno di noi due.

Distruggeranno ogni camera, fino a quando non troveranno questa stanza, l'unica chiusa dall'interno. E poi, non esiteranno ad abbatterla.

Sento i suoi occhi su di me, bruciano come dei laser sulla mia pelle.

Anche nel piccolo guardaroba, buio come la pece in cui siamo schiacciati, percepisco i suoi elettrizzanti occhi verdi.

"Hai paura?"

La sua voce profonda risuona attraverso il silenzio. Sporgo la mia testa per guardarlo dritto negli occhi.

Penso a tutte quelle volte in cui mi ha fatto la stessa domanda.

"Tu nei hai?" Ribatto io.

Distoglie lo sguardo, prendendo un respiro.

La mia gola è secca e la mia pelle è umida di sudore a causa del nervosismo. So che il mio trucco è sbavato intorno ai miei occhi e che i miei capelli castani, cadenti sulle mie spalle, sono scompigliati. Il mio cuore batte forte contro il petto.

"Rose."

Muovo di scatto i miei occhi per incontrare nuovamente i suoi.

"Voglio che tu mi prometta una cosa." La sua voce è profonda e rauca, accompagnata da un pizzico di disperazione.

Annuisco lentamente.

"Se qui succede qualcosa..ho bisogno di sapere che.." prende un respiro, facendo scorrere una mano tra i suoi capelli. "Voglio che tu fugga, okay?" Guarda verso di me.

Corrugo la fronte. "Cosa intendi dire?"

"Voglio che tu ritorni a New York..voglio che tu ti dimentichi di me." Non c'è niente nei suoi occhi, oltre al dolore.

Scuoto la testa. "Io..io non posso."

"Lo devi fare Rose, lo capisci? Se uno di noi deve farcela, voglio che sia tu." Dice duramente, una vena pulsa sul suo collo.

Il mio battito cardiaco accelera. "No," rispondo. "Non ti prometterò niente."

"Devi farlo," dice scuotendo la testa. "Devi lasciare questo posto e non tornarci mai più. Non venire neanche a cercarmi..-"

"Non lo farò!" Lo interrompo. Chiude la bocca, la mascella serrata. "Se qualcosa succede, succederà ad entrambi o a nessuno dei due."

Mi fissa con una dura espressione, cercando disperatamente i miei occhi. Un muscolo pulsa sulla sua mascella e il suo respiro è irregolare. Il suo collo è bagnato di sudore.

Poi distoglie lo sguardo e guarda verso il basso. Mi terrorizza pensare che lui non ce la farà, che lasceranno andare me e non lui.

"Non tutto va come vuoi tu," dice dopo pochi minuti di silenzio, "Non tutto si rivela perfetto..-"

"Non possiamo pensarla in questo modo." Dico. "Ci separerà."

"Se non sarà questo a farci separare, ci saranno altri milioni di cose che lo faranno."

Questo è come è sempre stato; io l'ottimista e lui il pessimista.

"Cosa succede se tu ci riesci e io no?" Provo a chiedere.

I suoi occhi scattano verso di me.

"In tal caso vorrei morire, desiderando di essere stato io al tuo posto."

Ho il cuore in gola. Calde lacrime pizzicano i miei occhi e le strofino via

velocemente.

"Basta parlare in questo modo," scatto. "Smettila."

Lui mi guarda sconcertato dal mio tono duro, ma non dice niente.

"Quello che voglio dire," inizia a parlare, "è che. . .-"

"So esattamente quello che stai cercando di dire, e voglio che tu la smetta!" La mia voce suona acuta, quasi isterica.

Lui si protende verso di me e afferra la mia mano nella sua. La pelle ruvida del suo palmo sfiora la mia soffice. Strofina il pollice sul dorso della mia mano, cercando di calmarmi.

"Solo promettimelo," sussurra. "Promettimi che resterai nascosta."

Non rispondo.

"Per favore, Rose." Mi implora. "Ho bisogno che tu lo faccia."

Deglutisco e annuisco. Se questo è ciò che ha bisogno di sentire, allora glielo prometterò.

"Dillo." Mi supplica.

"Resterò nascosta." Sussurro.

Proprio nell'istante in cui lui fa un passo verso di me per abbracciarmi, un martellamento feroce risuona e i cardini della porticina accanto a noi vengono abbattuti.

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