Capitolo 65
"Chiamate Ed, qualcuno chiamasse Ed," dice velocemente Zayn mentre fissiamo tutti scioccati i nostri telefoni.
Harry porta il telefono all'orecchio, mordicchiandosi il labbro.
"Ed? Dove sei?"
Rilascia un sospiro di sollievo. "Vieni subito qui," dice prima di riagganciare.
"Sta bene?" Chiedo.
"Lui sta bene, è uscito dall'Ivory qualche minuto fa. Sta venendo qui," Harry si risiede.
Se prima eravamo al limite dei nervi, ora siamo dieci volte più ansiosi. Niall e Louis stanno giocando silenziosamente a carte e Zayn accende una sigaretta. Liam lancia il sul telefono in aria e lo prende sul suo grembo, fissando il soffitto.
"Passamene una," dice Harry a Zayn e gli porge una sigaretta.
"Rose?" Mi chiede Harry ed io scuoto la testa.
"Sei sicura, perché l'ultima volta me l'hai scroccata," sogghigna Harry.
Alzo gli occhi al cielo. "Va bene."
Zayn mi passa una sigaretta ed accende la mia e quella di Harry. La porto tra le mie labbra, inalando lentamente. Sento la nicotina entrare nel mio circolo sanguigno, calmandomi un po'.
Mentre aspettiamo che Ed bussi in codice alla porta, l'aria si appesantisce con angoscia e fumo. Mi tengo occupata, guardando Harry fumare--il modo in cui inspira lentamente, le sue labbra rosee che circondano la sigaretta e il modo in cui le separa quando espira. Si accorge dei miei occhi su di lui e sogghigna.
Porto velocemente la sigaretta tra le mie labbra, distogliendo lo sguardo e arrossendo.
Mette la sua mano sulla mia coscia mentre Liam fa entrare Ed nell'appartamento, ed io mi appoggio sul suo braccio, chiudendo i miei occhi per un momento.
Vorrei che la Wolfe non dovesse metterci in pericolo, sarebbe tutto molto più facile.
"Stai bene?" Chiede Louis ad Ed quando si siede.
"Io sto bene, ma voi potreste non esserlo," dice Ed, scuotendo la testa.
Mi irrigidisco. "Cosa intendi dire?" Perdo la voglia di fumare e lancio il mozzicone della sigaretta nel portacenere sul tavolino.
"Alec è incazzato con voi, anzi più che incazzato. Sta pianificando qualcosa per il venti, e ve lo dico, non si tratta solo della festa."
Il mio cuore martella. I miei incubi risalgono in superficie, insieme alla pistola d'argento. Gli occhi seducenti di Violet e il ghigno malefico di Alec nuotano nella mia mente.
Posso dire che anche Harry sta pensando alla stessa cosa dal modo in cui le sue dita scavano nella pelle della mia coscia.
"Non possiamo andare alla festa," dice.
"Harry ha ragione, ha probabilmente pianificato qualcosa," dice Niall.
Poi tutti iniziano a parlare sul fatto di non irrompere all'Ivory e roba simile, ma la mia visione si sfuma leggermente e scuoto la mia testa.
"No," dico e tutti gli occhi scattano su di me. "Dobbiamo andare alla festa."
Harry mi fissa. "Sei pazza? Questo è proprio quello che vuole, Rose, lui--"
"Pensateci," dico, alzandomi dal divano. "Potremmo rivoltare la situazione, abbiamo già Crystal dalla nostra parte. Alec probabilmente sarà presente, e se è lontano dall'Ivory, sarà distratto."
Harry continua a fissarmi come se fossi una psicopatica, ma Zayn annuisce lentamente.
"Penso che tu abbia ragione," mi dice. "Alcuni di noi potrebbero andare alla festa, e il resto potrebbe andare all'Ivory insieme alle autorità, magari."
"Quelli alla festa potrebbero essere delle distrazioni," dico. "Si concentrerà sulle persone presenti lì, non sull'Ivory."
Harry scuote la testa. "Non lascerà incustodito l'Ivory, ci saranno delle persone lì."
"Louis e Niall hanno attaccato Aaron ad una parete con un nastro adesivo, se qualcuno si troverà sulla strada, potrebbero fare lo stesso," dico.
Louis e Niall si guardano e ridono.
"Se dobbiamo attaccare qualche bastardo, noi ci stiamo," dice Niall.
"Questo è un'enorme rischio, pensate alle conseguenze se finisse male," dice Harry, guardandomi dal suo posto sul divano.
"Dobbiamo farlo, altrimenti non usciremo mai da questo casino," dice Liam. Fa spallucce. "Io sto dalla parte di Rose."
"Anch'io," dice Ed, alzando la sua mano. "Sempre se faccio parte di tutto questo."
Annuisco e ritorno a guardare Harry, l'unico che non è d'accordo.
"Questa potrebbe essere la tua possibilità di liberarti, Harry," dico.
Fa spallucce. "Va bene, ci sto," dice.
Gli sorrido e riesce a sorridermi anche lui, anche se sappiamo entrambi quanto pericoloso sia questo piano. I miei sogni riguardanti una grande sala da ballo sono ancora presenti nella mia mente.
"Dunque, chi andrà alla festa, e chi all'Ivory?" Domanda Liam.
Faccio un respiro. "Penso che io debba andare alla festa."
Lo sguardo di Harry scatta su di me. "No, assolutamente no. I tuoi sogni, Rose," mi ricorda, la sua fronte aggrottata.
"Erano solo dei sogni, Harry," sibilo. "Sono io quella che vuole, ricordi?"
"Se ci vai, verrò anch'io," dice duramente.
"Chi altro?" Chiede Ed.
"Beh, si aspetta di vedere anche te," dico ad Ed. "Quindi dovresti probabilmente venire."
"Io e Niall andremo all'Ivory," dice Louis.
"Anch'io andrò all'Ivory," dice Liam.
"Ora rimane Zayn," dico, guardandolo.
"Io andrò alla festa," dice. "Crystal si aspetterebbe di vedermi."
"Okay quindi, Harry, Zayn, Ed e Rose andranno alla festa, mentre io, Louis e Niall all'Ivory," dice Liam.
Tutti annuiscono.
"Dobbiamo subito pianificare tutti i dettagli, la festa è tra una settimana," dice Niall.
"Non stasera," dice Harry, alzandosi. "È quasi buio fuori, dovremmo andare," mi dice ed annuisco, prendendo e infilandomi la giacca mentre Harry lancia il mozzicone della sua sigaretta nel portacenere.
"Fate attenzione," dice Zayn mentre stiamo per andare via. Harry annuisce e mette una mano sulla mia schiena mentre la porta si chiude dietro di noi.
**
La mia schiena colpisce il letto morbido di Harry mentre bacia il mio collo, mordendolo e succhiandolo gentilmente. Il mio cuore batte velocemente mentre le sue mani scendono sulla cintura dei miei jeans, sbottonandola velocemente.
"Mi avevi detto che dovevo venire qui per parlare del piano," dico senza fiato mentre sfila la sua maglietta, e subito dopo anche la mia.
"Ho mentito," dice contro il mio collo e rido leggermente.
Le sue mani delicate si muovono sul mio corpo mentre i miei jeans cadono sul pavimento.
"Sono davvero spaventata da questo piano," sbotto mentre i jeans di Harry scivolano via dalle sue gambe.
Smette di muoversi, guardando i miei occhi dall'alto.
Giro la mia testa per guardare la finestra adiacente al suo letto, mordicchiandomi il labbro.
Mi dirà che mi aveva avvertita, che mi aveva detto che era pericoloso e troppo rischioso. Lui avrà ragione, a differenza mia, come sempre.
"Lo sono anch'io," sospira, mentre si allontana da me e si mette sul suo lato del letto, poggiandosi sui suoi gomiti per guardarmi.
"Davvero?" Chiedo, guardandolo.
"Sì," dice. "Molte cose potrebbero andare male."
Annuisco, aggrottando la fronte.
"Ma abbiamo più di una settimana per pianificare, e renderemo il piano quanto più possibile a prova di proiettile," dice, la sua mano accarezza il mio braccio.
Rabbrividisco per la sua scelta di parole, la pistola d'argento lampeggia nella mia mente.
Realizza ciò che ha detto e aggrotta le sopracciglia. "Mi dispiace, non volevo--"
"Va tutto bene," dico, sospirando. "Sono al limite."
"Finirà, un giorno," dice, il suo braccio tira il mio, avvicinandomi di più a lui. Poggio la mia fronte sul suo petto e il suo mento tocca la parte superiore della mia testa. L'altra sua mano spinge i capelli sulla mia schiena, attorcigliandoli tra le sue dita.
"Ti amo," boccheggio contro la sua pelle.
"Ti amo anch'io," dice, baciando dolcemente la mia fronte.
"Non mi hai mai detto come o perché ti sei trovato coinvolto con la Wolfe," dico, allontanandomi per poter vedere il suo viso.
"È una storia lunga."
"Non puoi tenerla nascosta per sempre," dico, sollevando un sopracciglio.
"Hai ragione," concorda. Sospira. "Avevo ventun anni quando ho incontrato Alec per la prima volta. Avevo uh. . . avevo un piccolo problema con l'alcool allora, mi stavo ancora riprendendo dalla morte di mia madre. Ero ad una festa con Ed, ed ero così ubriaco. Del tipo, avevo messo il mio piede destro nella scarpa sinistra." Ridacchio lievemente e lui sorride un po' prima di continuare. "Persi i sensi abbastanza velocemente e quando mi svegliai la mattina dopo mi trovai in una stanza tutta bianca. Non c'era nessun tocco di colore, voglio dire, era un bianco quasi accecante. Avevo dei postumi di sbornia infernali ed ero incredibilmente disorientato, questo me lo ricordo bene. Poi scoprii che ero all'Ivory, e che Alec mi aveva portato via dalla festa."
Guardo le sue labbra muoversi mentre parla, le mie dita trovano distrattamente la loro strada sui suoi tatuaggi.
"Mi aveva fatto sedere e mi ha aveva detto che sapeva che fossi intelligente, e che potevo essere di grande valore per lui. Mi spiegò le imprese, e come sarei stato ripagato per i miei guai." Traccio i contorni della nave sul suo braccio. "Avevo ventun anni ed ero praticamente al verde, così presi al volo l'opportunità." Chiude la sua mascella. "Grande errore."
Decido che il mio tatuaggio preferito tra tutti è la nave mentre ne traccio i contorni ancora e ancora.
"Quindi ecco a te, questa è la storia," dice, infilando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio.
"Beh, non dovrai lavorare per lui ancora per molto," dico, toccando il piccolo tatuaggio del cranio sul suo braccio. Le mie dita ritrovano la loro strada sulle rondini, tracciandone gentilmente i contorni.
"Se tutto va bene," dice ed io smetto di muovermi.
"Non possiamo pensarla in questo modo," dico, guardandolo negli occhi.
La sua mascella si irrigidisce, distoglie lo sguardo da me e guarda verso la finestra.
Lascio un bacio sulla sua mascella e lo sento espirare lentamente. La sua mascella si rilassa e mi tiro indietro per guardarlo.
"Vado a preparare la cena," dice Harry, tirandosi su e raccogliendo i suoi vestiti dal pavimento. Mi lancia i miei e infilo la mia maglietta prima di scivolare nei miei jeans.
Riesco a capire che l'atmosfera sia diventata troppo pesante per fare l'amore in questo momento, con la festa imminente che incombe. Rilego i miei capelli in una coda e seguo Harry in cucina.
Mi siedo sull'isola della cucina mentre lui prende pentole e padelle. Mi offro di aiutarlo a cucinare, ma sogghigna e mi dice di no.
Qualcuno bussa alla porta e mi alzo.
"Vado io," gli dico e lui annusice.
"Stai attenta," dice mentre la apro.
I miei occhi incontrano degli occhi verde smeraldo, capelli castani scendono come una cascata sulle sue spalle, e delle labbra rosso fragola sono incurvate in un sorriso nervoso.
Ansimo leggermente, facendo un passo indietro, sbalordita.
Sento frantumi di vetro che provengono dalla cucina.
"Gemma?" Chiede Harry incredulo.
Entra nell'appartamento, guardandosi timidamente intorno. "Che posto carino," dice silenziosamente, il suo accento profondo come quello di Harry.
Harry sembra assolutamente colpito, i suoi occhi selvaggi.
"E tu chi sei?" Domanda, girandosi per guardarmi.
"R--rose," balbetto.
"Rose," ripete. "Io sono Gemma," dice, anche se non aveva bisogno di nessuna presentazione.
"Ciao," dico.
"Sei davvero carina, Rose," dice.
"Grazie," riesco a dire. "Anche. . . anche tu."
Mi rivolge un caldo sorriso.
"Cosa ci fai qui?" Domanda Harry, senza muoversi dalla cucina.
"Sono venuta per vederti," risponde.
"Pensavo di averlo reso chiaro che dovevi starmi lontana," dice.
"Sì lo hai fatto, ma quando mai ho ascoltato il mio fratellino?"
La mascella di Harry si irrigidisce.
Fisso Gemma, accogliendola dentro l'appartamento. I suoi lineamenti sono molto simili a quelli di Harry, ma si capisce che è più grande.
I suoi occhi sono stanchi e sembra quasi triste. Vedo nei suoi occhi quanto tanto vorrebbe l'affetto di Harry, ed il mio cuore si spezza per lei.
"Gemma," dico. "Vorresti qualcosa da mangiare? Eravamo proprio sul punto di cenare."
Deglutisce, guardandomi. "Mi piacerebbe davvero tanto."
Il respiro di Harry è pesante. "Rose, posso parlarti per un minuto?"
"Certo," dico.
"Da soli."
Deglutisco e lo seguo nella sua camera, la porta si chiude dietro di noi.
"Sei fuori di testa?" Sussurra quasi gridando.
"Lo sei tu?" Ribatto. "E' tua sorella, Harry. Dalle una possibilità."
"Stai dimenticando ciò che ha fatto, Rosalie," scatta Harry.
"No, non lo sto facendo. Harry, devi darle un'occasione per farla almeno spiegare. Lei ti vuole bene, e le manchi."
"Lei è morta per me."
"Se è venuta qui, Harry, deve esserci qualcosa che possa riparare la vostra relazione."
Harry guarda verso il basso, la sua mascella serrata. "Credo di non essere pronto per questo," dice silenziosamente.
Porto la mia mano verso la sua guancia, accarezzandola lievemente. "Sarai mai veramente pronto?"
Morde il suo labbro, scuotendo la testa.
Faccio un passo in avanti e lo bacio gentilmente sulle labbra. Le sue braccia avvolgono la mia vita, tirandosi indietro dalle mie labbra e baciandomi la fronte, respirando lentamente.
"Se Elizabeth ed io siamo riuscite a farlo, allora sarete in grado di farlo anche tu e Gemma," gli sussurro.
Annuisce, allontanandosi.
Gli do un'ultima occhiata prima di aprire la porta, tirandomelo dietro verso la sala da pranzo.
Gemma è seduta sul divano, mentre giocherella nervosamente con i suoi pollici. Si alza velocemente non appena entriamo.
Harry mi guarda prima di girarsi verso di lei. "Sto preparando degli spaghetti, se ne vuoi un po'," borbotta lui.
Gemma annuisce animatamente. "Mi piacerebbe davvero tanto, Harry, grazie."
Lui annuisce e la supera, entrando in cucina.
Aiuto Harry a ripulire i pezzi di vetro sparsi per terra risalenti a quando è caduto il piatto. Lui impreca, dicendo che era un bel piatto, ed io sopprimo un sorriso. Lui lo nota e mi sorride.
Mentre Harry continua a cucinare, raggiungo Gemma sul divano.
Mi sorride calorosamente, sembrando grata del fatto che io stia riuscendo a far riavvicinare Harry a lei. Suppongo che io possa identificarmi in lei, entrambe non siamo mai state perdonate per qualcosa ed entrambe abbiamo provato disperatamente a riparare un rapporto.
"Allora, dove hai vissuto finora?" Chiedo gentilmente.
"Oh, in diversi alberghi," dice, sorridendo debolmente. "Sto viaggiando per il mondo da alcuni anni."
"Wow," dico. "Deve esser stato. . ."
"Stressante," sospira. "Ma mi ha aiutata a distrarmi."
"Qual è stato il posto migliore in cui sei stata?"
"Parigi," risponde istantaneamente. "Sono, uh. . .un'aspirante fashion designer."
"Oh, che bello," dico.
"Sì, abbastanza. Peccato che non abbia alcuna risorsa." Ride seccamente. "Ma basta parlare di me, tesoro. Raccontami di te, ora."
Posso dire che Harry ci stia ascoltando dalla cucina.
"Beh, vengo da New York City," dico.
"Oh, che carino. Veramente una bella città. Ci sono stata un paio di volte."
Annuisco. "Sì, è carina."
"E cosa fai?"
"Sono una redattrice al Crystal."
"Allora tu ed Harry lavorate insieme?" Dice Gemma, guardando Harry.
Annuisco. "Sì, giusto."
"E voi due siete. . ." Gemma sogghigna.
"Sì, Gemma, cresci," brontola Harry.
Gemma ridacchia, ritornando a guardarmi.
"Quanti anni di differenza avete tu ed Harry?" Chiedo, cambiando argomento.
"Tre," rispondo.
"Oh," dico, annuendo. "Anche io ho una sorella."
"Che bello. Quanti anni ha?"
"Diciannove."
"Ah, tu sei la più grande."
"Sì." Annuisco.
"Difficile come lavoro, vero?"
Rido leggermente. "Proprio così."
"La cena è pronta," sbotta Harry e ci alziamo.
Mi siedo tra Harry e Gemma sul divano mentre Harry cambia i canali silenziosamente. Percepisco tensione e disagio nell'aria.
Mangiamo in silenzio, Harry respira pesantemente accanto a me. Provo a catturare i suoi occhi ma evita il mio sguardo.
Aiuto Harry con i piatti quando abbiamo finito.
"Rilassati," gli mormoro.
"Sto facendo il possibile," dice a denti stretti.
Gemma si alza dal divano, schiarendosi leggermente la gola. "E' stato bello vederti, Harry. Ed anche conoscere te, Rose." Sorride un po'.
"Aspetta, Gemma," dico. "Hai un posto in cui stare?"
"Oh, ne troverò uno," dice. "Ci sono un'infinità di hotel in giro."
"Sciocchezze," dico. "Sono sicura che ad Harry non dispiacerebbe se tu restassi, giusto?" Guardo verso Harry.
"No, non posso," dice Gemma, notando lo sguardo di Harry su di me.
Ricambio il suo sguardo.
"Certo che puoi," dico, guardando ancora Harry.
"No, lei ha detto che non può," borbotta lui.
"D'accordo, allora può stare da me," dico. "Vivo proprio dall'altra parte del corridoio, Gemma," le dico.
"Rose," scatta Harry.
"Harry."
"Dacci un momento, Gemma," le dice e lei annuisce, girandosi.
"Lei non può stare qui," sibila.
"Allora può stare da me, se non hai intenzione di stare sotto lo stesso tetto."
"E se. . .e se io volessi stare con te?" Le sue guance arrossiscono leggermente.
"Se lei rimane qui, allora resterò anche io."
"Perchè lo stai facendo?"
"Perché lei è tua sorella, e non sa dove andare." Faccio un passo avanti verso di lui. "Se fossimo io ed Elizabeth, tu sai che faresti la stessa cosa," dico umilmente.
Guarda verso il basso, sospirando. "D'accordo, Gemma, puoi restare sul divano."
Lei sorride ampiamente. "Quanto sei gentile, grazie, Harry."
"Già," borbotta lui, passandomi davanti e dirigendosi verso la cabina armadio per prenderle delle coperte.
Mentre lui non c'è, Gemma si avvicina e avvolge le sue braccia intorno a me, stringendomi in un abbraccio.
"Grazie," boccheggia. "Significa più di quanto tu possa pensare."
"Nessun problema," dico mentre lei si allontana. "Più o meno so come tu ti senta."
Lei mi sorride mentre Harry ritorna con delle coperte ed un cuscino.
"Se hai freddo, ci sono altre coperte nell'armadio," brontola e Gemma annuisce.
"Grazie," dice lei.
Auguro la buonanotte a Gemma e seguo Harry nella sua camera.
Lui chiude la porta e si sfila la sua maglietta, alla ricerca di una pulita nel suo armadio.
"Ti amo, Harry," dico silenziosamente.
Si gira, la sua maglia ancora nella sua mano.
"So quanto sia difficile per te, e sono fiera di te," continuo.
Deglutisce e annuisce. "Ti amo, anch'io."
Sorrido e mi avvicino a lui, tirandolo in un abbraccio. Annuso il suo profumo alla menta e mi godo la sensazione della sua calda pelle sulla mia mentre ricambia l'abbraccio.
Si allontana e si volta verso il cassettone, in cerca di una maglia pulita. Afferro il suo polso.
"Lasciala." dico.
Un grande sorriso attraversa il viso di Harry. "Se io non metto la mia, tu togli la tua."
Faccio spallucce e sfilo la mia maglietta, buttandola a terra. I suoi occhi mi mangiano mentre mi dirigo verso il letto e mi siedo, togliendo anche i miei jeans e infilandomi sotto le coperte.
I pantaloni di Harry cadono a terra e si unisce a me sotto la coperta, le sue mani viaggiano lungo il mio corpo. Mi da un bacio passionale sulla bocca, le sue labbra inviano scariche di elettricità dentro di me.
È una sensazione strana baciare Harry così appassionatamente e così poco vestiti, con sua sorella nella stanza affianco.
"Harry," dico tra le sue labbra coinvolgenti.
"Cosa?"
"Gemma è nella stanza qui fuori."
"E?"
"Questo sembra sbagliato."
"Ma. . ." Si allontana, la sua espressione quasi da bambino deluso.
"È semplicemente. . .strano."
"D'accordo," dice, le sue dita tracciano i contorni delle mie labbra. "Che ne dici se ci baciamo solo, allora?"
Sorrido, annuendo mentre riporta le sue labbra su di me.
Non so per quanto tempo io ed Harry ci baciamo ma mentre lo facciamo, mi dimentico momentaneamente del nostro pericolo; i segreti che entrambi manteniamo nascosti riguardo la Wolfe Enterprises.
Harry si allontana da me troppo presto, sospirando mentre poggia la sua testa sul mio petto. Infilo le mie dita tra i suoi morbidi capelli, il suo respiro soffia sul mio collo.
"Hai una pelle morbida," dice, le sue labbra si muovono contro il mio collo mentre parla.
"Grazie," dico, ridacchiando lievemente. "Anche tu."
Si allontana da me, un sorriso sul sul viso. Si stende sulla sua schiena e mi riavvicina a lui, baciandomi dolcemente sulla fronte.
"Ti senti meglio?" Gli chiedo. "Riguardo. . . Gemma?"
Fa spallucce, sospirando. "Un po', ora che tu sei qui."
Rido. "Sono stata qui per tutto il tempo."
"Lo so."
Alzo lo sguardo su di lui e mi sorride, e non posso fare a meno di pensare fatto che non mi sia mai sentita così felice con qualcuno.
"Rose," dice, il suo tono diventa serio.
Lo guardo. "Hmm."
"Sei la ragazza più bella che io abbia mai visto." Arrossisce, distogliendo lo sguardo come se non avesse intenzione dirlo ad alta voce.
Sorrido ampiamente, ritornandolo a guardare e dandogli un bacio sulla guancia. "Tu sei la ragazza più bella che io abbia mai visto," dico e lui ride rumorosamente.
"Ci provo," dice, ridacchiando.
"Voglio dire, accidenti, quelle ciglia!"
"Grazie, uso Maybelline."
"Maybe it's Maybelline," cantiamo insieme e dopo ridiamo.
Sbadiglio e mi coccolo vicino a lui, avvolgendo le mie gambe intorno a lui. Mi toglie i capelli dal viso e mi bacia delicatamente.
"Buonanotte, Rosie," dice.
"Notte, Harry."
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