Capitolo 63

La paura mi avvolge mentre leggo il messaggio cinque, poi dieci volte di seguito.

"Giochi? Cosa intende dire?" La mia voce si spezza.

"Vieni dentro," dice Harry, la sua voce sorprendentemente calma, mentre mi spinge dentro il mio appartamento.

Chiude la porta dietro di lui mentre io entro in modalità panico.

"Come ha fatto a saperlo? Oh mio Dio, ci troverà, e ci--"

"Rose, calmati così posso pensare." Harry inizia a fare su e giù.

Chiudo la bocca, il mio labbro inferiore trema leggermente. La pistola d'argento dei miei sogni lampeggia nella mia mente.

"In qualche modo sa che abbiamo parlato con Crystal. E vuole trovarci--trovare te, soprattutto, " dice, la sua fronte aggrottata mentre pensa.

L'ansia mi attraversa come un coltello e il mio respiro accelera.

Scuoto la mia testa. "Non posso stare qui," dico, passando velocemente davanti ad Harry e dirigendomi in camera da letto.

"Di cosa stai parlando?" Harry mi segue, guardandomi confusamente mentre caccio la mia valigia da sotto il letto.

"Tornerò a New York," decido immediatamente. Qualcosa riguardo al messaggio che abbiamo ricevuto mi ha fatto finalmente scattare.

"Sei pazza?"

"Forse sì." Vado verso l'armadio per prendere i vestiti. Non so perché abbia deciso di tornare a casa, ma so che sarei un relitto paranoico se rimanessi ancora qui.

"Per quanto tempo starai lì?" Mi domanda Harry, osservandomi mentre infilo con noncuranza camicie e jeans nella mia valigia.

Sospiro, facendo scorrere una mano tra i miei capelli. "Per sempre," dico alla fine. "Sì, per sempre. Non mi sarei mai dovuta trasferire qui, tutto ciò che mi ha portato è paure e paranoie."

"Rose, rifletti su quello che stai dicendo."

"Lo sto facendo, ci sto riflettendo. Crystal ha degli uffici secondari a New York, potrei lavorare lì e vivere a casa fino a quando non troverò un nuovo posto. Venderò questo appartamento e tutto ritornerà di nuovo al suo posto." Il mio cuore batte velocemente mentre prendo queste decisioni al momento.

"E per quanto riguarda la Wolfe? Per quanto riguarda l'alleanza?"

"Voi ragazzi state ovviamente meglio senza di me, quando non sono qui a mandare le cose a puttane," dico, afferrando un paio di jeans dall'armadio.

"Non è vero."

"Oh, davvero? Lo hai reso chiaro prima che entrassi nella tua vita, tutto procedeva liscio." Butto una camicetta sul letto. "Se vado via, tutto ritornerà come prima nella tua vita, sarà come se non ci fossi mai stata qui."

"No, non sarà così." Harry aggrotta la sua fronte.

"Ascolta, non so perché stai provando a fermarmi, non è come se te ne fregasse qualcosa di me." Getto delle calze sulla crescente pila di vestiti sul letto.

Harry non risponde, e mi giro a guardarlo. Mi sta fissando, i suoi occhi in fiamme, le sue guance avvampate.

"Sai cosa, Rose? Parti, va via. Vai via e non tornare più," sputa.

"Non tornerò," dico, deglutendo. "Non c'è niente per me qui che non possa avere a New York."

"Hai ragione. A me ovviamente non importa di te, quindi dimentica tutto ciò che è successo qui." Incrocia le sue braccia al petto.

Scuoto la mia testa. "E' di questo che si tratta, vero? Non vuoi che me ne vada perché sai che ti amo, e te ne stai approfittando."


Serra la sua mascella. "No."

"Beh, sai cosa, Harry? Non sono quel tipo di ragazza." Esco fuori dalla camera, girandomi ed entrando in bagno.

"Quel tipo di ragazza?" Domanda, seguendomi.

"Sì, quel tipo. Quella ragazza che è disperatamente innamorata di qualcuno che non l'amerà mai, e che spende il suo tempo solamente a star male per questo," scatto, aprendo il mobile in bagno e prendendo un sacchetto di cosmetici. "So che non mi amerai mai, Harry, quindi a cosa serve?"

"Questo non vuol dire che devi semplicemente andartene."

"Sì, invece. Senza di me, voi potete tutti ritornare a lavorare per Alec, e tutto ritornerà perfettamente al suo posto. Nasconderò io le mie traccie per te." Chiudo la cerniera del sacchetto di cosmetici e mi precipito di nuovo in camera da letto.

"No, non capisci," dice Harry, scuotendo la sua testa. "Abbiamo bisogno di te."

"Non avete bisogno di me. Starete meglio senza di me."

"No, io---noi non staremo meglio," farfuglia.

Mi siedo sul letto, mettendo la testa tra le mani. "Sono così confusa," borbotto. "Sono confusa e spaventata e non so cosa fare." La mia voce si spezza.

Sento Harry sedersi accanto a me. "Va tutto bene, anche io sono spaventato," dice dolcemente. Tu non puoi semplicemente. . . non puoi partire, Rosie."

"Che t'importa se vado via?"

"Se tu te ne andassi, la mia vita sarebbe. . . di nuovo noiosa. Lo sai, andrei a lavoro, e odierei Alec, e non riderei mai." Alzo lo sguardo e lui si avvicina, appoggiando i gomiti sulle sue ginocchia. "Ritornerei ad essere solo Harry, e non voglio che questo succeda."

"Se prima eri solo Harry, cosa sei ora?"

"Un Harry migliore. Uno che sorride tanto e che va allo zoo e che si siede sulle finestre e che prende in giro i baristi. E non posso essere questo Harry senza di te."

Sento i miei occhi bagnarsi e mi mordo il labbro. Espiro lentamente. "Come puoi dire questo ora, quando settimane fa mi hai riso in faccia quando ti ho detto di amarti?"

"Cazzo," maledice, alzandosi dal letto ed iniziando a camminare, tirandosi i capelli.

Scuoto la testa e mi giro per chiudere la mia valigia, la cerniera si blocca quasi a causa del grande mucchio di vestiti disordinati all'interno.

So che ho solo bisogno di andare a New York per almeno un paio di giorni prima di decidere se trasferirmi o meno. Tutto mi ha appesantito qui, e non posso continuare a vivere temendo Alec.

"Partirai davvero?" Mi chiede Harry dalla porta della mia camera.

"Penso di averlo reso abbastanza chiaro," dico, afferrando altri oggetti sparsi nella stanza.

"Per sempre?"

Mi giro verso di lui. "Questo è ciò che avevo intenzione di fare."

"E per quanto riguarda. . . per quanto riguarda me?"

Deglutisco per lo sguardo rattristato nei suoi occhi. "Spero che troverai qualcuno che ti ami così come ti amo io," dico, asciugandomi qualche lacrima dai miei occhi mentre passo davanti a lui e vado in cucina a prendere altre cose.

"Perché mi ami?" Domanda, la sua voce più alta. "Cosa potresti mai amare di me?"

"Non lo so," dico, prendendo varie cose dai cassetti e appoggiandoli sul bancone. "Sei fastidioso, maleducato e sarcastico. Mi rendi triste parecchie volte, e ci sono delle volte in cui mi fai sentire come se io non fossi niente."

Faccio una pausa, pescando il mio passaporto dal fondo del cassetto, mettendolo sul bancone.

"Ma sei anche divertente, e so che ti importa di me, anche se dici che non è così. Ti ricordi di quelle stupide e piccole cose di me che non hanno nemmeno importanza, ma per qualche ragione, ce l'hanno quando sei tu a parlare di queste cose. Mi tieni al sicuro, e so che lo farai sempre, non importa dove ci troviamo. E. . .e troviamo sempre il modo per tornare insieme, e ho provato a convincere me stessa che questo deve pur significare qualcosa, ma ora capisco che non è affatto così."

Mi asciugo le lacrime che sono scese sulle mie guance, facendo un respiro profondo. "Mi dispiace davvero per averti causato così tanti problemi," dico dolcemente, afferrando la mia borsa e infilandoci degli oggetti vaganti dentro.

Quando alzo lo sguardo, Harry si trova di schiena, le sue dita corrono attraverso i suoi capelli ancora e ancora. Il suo respiro è pesante, e riesco a capire che sta combattendo una specie di battaglia interiore.

"Se vai via. . . potrò mai rivederti?"

"Molto probabilmente no." Lo guardo attentamente. "E forse è meglio per entrambi."

"No, non è così."

Lo fisso.

"Non è meglio se tu sei l'unica persona che mi ascolta veramente e che sopporta le cazzate che dico, Rose. Tu mi ascolti, tu ridi del mio atteggiamento sarcastico e quando divento un completo idiota, e mi fai ridere come non ho mai riso in vita mia, mai. Sei entrata nella mia vita praticamente contro la volontà di entrambi, e. . . e tu. . .e l'hai semplicemente trasformata, facendomi innamorare di te."

Rimango a bocca aperta. "Cosa?"

Chiude brevemente i suoi occhi, come se non riuscisse neanche lui a credere a ciò che ha detto. "Guarda, lo so che sono un idiota. So che non credo nell'amore, non ci credo ancora. E' stupido, ed è un fottuto peso e porta solo guai. Ho lasciato una ragazza distruggermi quando ero più giovane, e questo è stato stupido da parte mia. Non sono affatto romantico, cavolo, ti ho regalato una cazzo di scatola di penne per il tuo compleanno. Mi fai impazzire il novanta per cento del tempo, e nell'altra percentuale mi fai fottutamente incazzare. Ma. . . .anche se l'amore è solo un fottuto stupido mito, riesco comunque a provarlo per te."

Mi sento come svenire alle sue parole. Le mie guance sono bagnate dalle lacrime e mi mordicchio il labbro, incapace di credere a ciò che ha detto.

Si avvicina a me, asciugandomi le lacrime dalle guance. "Quindi per favore, per favore non andare," sussurra.

"Non lo farò," dico. "Non me ne andrò." La mia voce si spezza.

Mi tira in un abbraccio, la mia testa poggiata contro il suo petto mentre le sue forti braccia si avvolgono intorno a me. Inspiro il suo profumo e chiudo gli occhi, ancora terrificata da ciò che ha detto Alec ma mi sento al sicuro con lui in questo momento, e lo sarò sempre.

E in quest'istante, capisco che mi ama veramente. Dalla prima volta che mi ha accompagnata a casa quando Aaron si è dimenticato di me, quando mi ha portata a giocare a poker. Quando mi ha fatto fumare e mi ha baciata. Quando mi lanciava carta accartocciata al lavoro, solo per infastidirmi. Quando mi ha parlato della Wolfe Enterprises, e quando sono rimasta con lui perché avevo paura. Quando ha riordinato il mio appartamento dopo che è stato saccheggiato. Quando mi ha portato sul tetto, e a vedere le stelle e allo zoo. Lui mi ha sempre amata, e ne ho la conferma dai suoi occhi.

Ci allontaniamo, le mie guance ancora leggermente umide.

"Beh, ora dovrò disfare tutto," dico, ed Harry ride, le sue fossette spuntano per la prima volta oggi.

"Sbrigati, The Office sta per cominciare."

"Lo farò dopo," sospiro.

"Non rimandare troppo a lungo, ora."

Ridacchio, e lo fa anche lui.

E dopo mi avvicino e lo bacio.

Appassionatamente.

Lui ricambia immediatamente, le sue braccia circondano i miei fianchi mentre mi alzo in punta di piedi per raggiungere le sue labbra. Mi solleva, interrompendo il bacio. Guardo i suoi occhi mentre mi porta nella mia stanza, mettendomi delicatamente sul letto.

Rido mentre rimuove con cura la mia valigia e i miei vestiti dal letto, e ritorna accanto a me.

Le sue labbra trovano di nuovo le mie e mi ritrovo completamente e assolutamente intossicata da lui e da tutto ciò che gli riguarda.

Ridacchio quando sposta le sue labbra sul mio collo, baciandolo gentilmente.

"Le tue labbra sono fredde," rido.

"Scusa," dice sulla mia pelle e ridiamo entrambi.

Mordicchia la pelle sul mio collo, portando del sangue sulla sua superficie e creando blumi rossi e viola. Mi sento completamente felice in questo momento mentre le sue labbra ritornano sulle mie, facendo scivolare gentilmente la sua lingua dentro la mia bocca.

La temperatura sembra aumentare nella stanza, ammirando i suoi tatuaggi. Due rondini sono disegnate sul suo petto, e altri più piccoli punteggiano sulle sue braccia. Vedo una lettera G che sta per Gemma, ed una A per Anne. Ciascun tatuaggio sembra avere un significato per lui, e vorrei scoprirli tutti. Mi avvicino ulteriormente, tracciando con le dita le forme dei suoi tatuaggi, che mi lasciano a bocca aperta per la loro bellezza.

"Ti piacciono le rondini?" Domanda, la sua voce rauca a causa dei nostri baci.

"Sì," dico. "Sono bellissime."

"Devo ancora vedere il tuo tatuaggio, Rosie."

Sogghigno, ricordandomi di essermi vantata di avere un tatuaggio quando eravamo bloccati in ascensore.

Mi sfilo la maglia, gettandola accanto a quella di Harry. Mi giro in modo tale da fargli vedere il retro della mia spalla. Percepisco le punte delle sue dita toccarmela delicatamente, mentre tracciano il contorno del tatuaggio. 

"Una rosa," dice, sembrando quasi in soggezione.

"Così non dimentico mai chi sono," dico, rigirandomi per guardarlo. "Ci sono state delle volte in cui mi è capitato, così ho fatto questo all'età di diciotto anni per ricordarmi che io sono Rose, e che lo sarò per sempre."

"E'. . . bellissimo," dice, abbassando la sua fronte per avvicinarla alla mia. "E lo ammetto, pensavo ancora che mentissi riguardo al fatto di avere un tatuaggio."

Rido e lo fa anche lui, il suono delle nostre risate insieme è uno dei più belli che io abbia mai sentito.

Il suo corpo caldo a contatto col mio accende un fuoco dentro di me mentre ci baciamo ancora, le mie braccia avvolte intorno al suo collo. Potrei baciarlo per sempre.

Nei minuti successivi, i miei jeans si sfilano insieme a quelli di Harry. Gli dico che ho freddo e ride, tirandomi sotto la coperta con lui. Preme di nuovo le sue labbra sulle mie, chiedendomi cosa io voglia fare.

E allora gli dico che sono sua.

Bacia di nuovo il mio collo e mi dice che mi ama contro la mia pelle, causandomi la pelle d'oca. Gli dico che lo amo anch'io e sorride, un sorriso radioso. Gioco con i ricci che cadono sul suo collo mentre lui toglie via i vestiti rimanenti.

Preme di nuovo le sue labbra sulle mie, e sono davvero sua.

**

"Chiudi quella cazzo di bocca. Pam e Jim sono fatti l'un per l'altra."

"Sto solo dicendo che Roy sembra un tipo a posto."

"Ha quasi tirato un pugno a Jim!"

"In un certo modo Jim se lo merita. Voglio dire, ha rubato la ragazza di Roy."

"Non ha rubato nessuno, Harry, stai delirando."

Harry ed io siamo stesi sul letto, discutendo su The Office, in attesa che la pubblicità finisca. Indossiamo i pigiama per tenerci caldi ed Harry ritorna nel suo appartamento per prenderci un paio di Snickers, prima di rannicchiarsi di nuovo accanto a me.

"Quelli fatti l'un per l'altra sono Michael ed Holly."

"D'accordo, su questo sono d'accordo con te," dico, ruotando il mio dito attorno ad uno dei ricci di Harry. Lui è steso sulla schiena ed io sono sdraiata di fronte a lui, appoggiata sul gomito.

"Rose," dice.

"Hmmm."

"Cosa hai intenzione di fare a Natale?"

"Onestamente non ci ho pensato molto."

"Ritornerai a casa?"

"Beh, probabilmente l'avrei fatto, ma ora non saprei dopo l'intera faccenda del divorzio."

"Oh."

"Ma potrei restare anche qui."

"No, dovresti andare a trovare la tua famiglia."

"Beh. . .potresti venire con me."

"Non saprei."

"Sarebbe divertente! Potremmo andare a Central Park, all'EmpireState. . ."

"Sembri una turista."

Rido. "Sarebbe divertente, Harry, lo sai."

"Ci penserò su," dice, alzandosi per guardarmi dritto negli occhi.

"Cosa fai normalmente a Natale?"

"Vado allo zoo e faccio festa con i leoni marini, ovviamente."

Rido di nuovo. "Party animal."

"Letteralmente."

Ridiamo entrambi all'orribile gioco di parole.

"Sono le due del mattino," dichiaro, guardando verso l'orologio.

"Eh, domani è Sabato."

"Grazie a Dio."

"Lo so. Il sesso nel bel mezzo della settimana non è affatto divertente."

Alzo gli occhi al cielo e mi stendo, sorridendo.

"Vuoi dormire ora?" Mi chiede.

Rispondo con uno sbadiglio e lui sorride, alzandosi per spegnere la luce. Spengo la TV, annidandomi al suo braccio.

"Rose," dice Harry.

"Hmm."

"Era. . .la tua prima volta?"

Arrossisco. "Sì," rispondo.

"Bene." Posso sentire il suo sorriso.

"Perché è un bene?"

"Perché non avrei voluto condividerti."

Rido alla sua risposta.

"Ti odiavo, sai," dico nel buio.

"Anche ora."

"Già. Ho sempre pensato a quanto fossi crudele con me, e di come avrei voluto non averti mai conosciuto."

"Lo so, sono un idiota." Sorride per metà.

"Un totale idiota."

Ridiamo di nuovo.

"Non avrei mai pensato che mi sarei innamorata di te," dico e poi arrossisco.

"Neanche io." Si gira verso di me per guardarmi. "Ma ora invece sì."

"Ma come?" Chiedo. "Odi l'amore."

"Infatti," concorda. "Ma non con te."

Il mio cuore si riscalda e nascondo la mia faccia nel suo collo, sospirando non  appena le sue braccia si avvolgono intorno a me.

"Cosa faremo con Alec?" Mi lamento contro la sua pelle.

"Ci penseremo," dice silenziosamente, le sue dita delicate scorrono tra i miei capelli. "Ma per il momento, noi siamo al sicuro."

Chiudo gli occhi e annuisco.

Così tanto è cambiato tra me ed Harry oggi, e molte cose sono rimaste irrisolte con la Wolfe. Ma ci penseremo in mattinata, perché per il momento, nessuno dei due vuole soffermarsi sull'eventuale pericolo che presumibilmente ci aspetta. 

 

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