Capitolo 61

Mi sveglio ancora avvolta tra le braccia di Harry, il suo respiro caldo soffia sulla mia fronte.

Potrei rimanere così per sempre.

Sfortunatamente, dobbiamo lavorare, e non so neanche come stanno le cose tra me ed Harry, ora come ora.

Settimane fa mi ha detto che io non sono niente per lui, eppure eccoci qui, aggrovigliati insieme nel sonno.

Dovrei aspettare che Harry si svegli?

Decido il contrario e delicatamente mi allontano da lui, scivolando fuori dal letto.

Afferro la mia chiave sul suo comodino ed esco in punta di piedi dal suo appartamento.

Mi faccio una doccia e mi asciugo i capelli, indossando una camicetta color lavanda e una gonna grigia. Metto le scarpe col tacco e afferro le mie chiavi e il telefono, quasi in ritardo per il lavoro.

Arrivo appena in tempo, lasciando cadere le mie cose sulla scrivania e sospirando.

"Giorno, Rose," Perrie mi saluta dalla sua scrivania nel reparto Risorse Umane e le sorrido.

Gli eventi della scorsa notte iniziano ad inondarmi non appena poggio la mia cartella sulla scrivania.

"Non. . . non vuoi che io rimanga?"

"Perché dovrei farti restare?"

Clicco ansiosamente la mia penna, provando a concentrarmi.

"Non andare."

"E' il tuo compleanno. Rimani qui con me, stanotte."

"Resta."

Chiudo gli occhi. Tra tutte le persone che mi hanno fatto gli auguri, quelli di Harry sono stati i più importanti.

"Rosalie."

Alzo lo sguardo per incontrare gli occhi arrabbiati e ardenti di Harry.

Aggrotto la mia fronte. "Cosa?"

Serra la sua mascella. "Tetto. Ora."

"No, sto--"

"Ora."

Mi alzo dal mio posto, seguendo confusamente Harry sulle scale. Cammina bruscamente, riesco difficilmente a tenere il suo passo a causa delle sue lunghe falcate. Riesco quasi a vedere la rabbia che si irradia fuori di lui, anche se non ho idea del perché.

Raggiungiamo finalmente il tetto, ricoperto da un po' di neve. L'aria è gelida, ma posso dire che il temperamento di Harry è troppo caldo per accorgersene.

Non appena la porta si chiude, Harry si gira intorno, furibondo.

"Cosa diavolo era quello?"

Faccio un passo indietro. "C--cosa?"

"Te ne sei andata, senza dirmi niente? Sai quanto cazzo ero preoccupato?"

"Di cosa stai parlando?"

"Questa mattina, mi sono svegliato e tu non c'eri." Le sue guance sono rosse per la rabbia. "Pensavo che fosse successo qualcosa, e non hai avuto nemmeno la decenza di lasciarmi un fottuto messaggio!"

Indietreggio mentre mi urla contro, la sua voce alta e i suoi occhi in fiamme.

"M--mi dispiace, non pensavo ti importasse," dico delicatamente.

"Perché non dovrebbe importarmi? Ero così preoccupato." Si tira leggermente i capelli, come fa sempre quando è stressato.

"Mi dispiace, Harry," dico di nuovo. Ha probabilmente ragione, non sarei dovuta andarmene senza avvisarlo. So che se i nostri ruoli fossero invertiti, mi sarei comportata proprio come lui.

Annuisce, sospirando e infilando le mani in tasca.

"Si gela, possiamo almeno parlare dentro, sulle scale?" Domando.

Sorride. "Pensavo fossi di New York," dice mentre entriamo dentro, l'aria calda ci avvolge.

"Lo sono," dico. "Ma fa dannatamente freddo qui."

"Concordo."

Incrocio le mie braccia al petto, non sapendo cosa fare.

"D'accordo," dice Harry. "Andiamo in un posto."

"Cosa? Dobbiamo lavorare."

"Quindi?"

"Quindi non possiamo semplicemente andare via. Si tratta dei nostri lavori, Harry, non del liceo."

"Dai, è solo per un giorno. A meno che. . . tu non sia troppo perfettina." Sorride astutamente.

Faccio scorrere la lingua sui mie denti, restringendo i miei occhi. "Non lo sono."

"Allora vieni con me."

"Dove?"

"In un posto."

"E se mi ucciderai davvero questa volta?"

"E' un luogo pubblico, giuro."

Sospiro. "Se ne accorgeranno se andiamo via."

"No. Tra un secondo andrai nell'ufficio del Signor Greenamn e gli dirai che hai un appuntamento dal dentista, d'accordo?"

"Va bene." Inclino la testa. "Tu invece?"

"Gli dirò semplicemente ciò che gli dico sempre."

"E cosa?"

"La mia nonnina malata che vive in una casa di riposo mi ha chiamato, ed ha un terribile caso di amnesia, quindi quando si ricorda di me è una gran cosa." Ridacchia fieramente.

"Sei malefico!" Scuoto la mia testa, ridendo.

Ridacchia. "Un genio malefico."

"Pensavo fossi un Dio."

"Vero. Il genio divino del male."

Alzo gli occhi al cielo.

"Okay, ora vai. Ci incontriamo vicino la mia macchina, sarò lì quindici minuti dopo di te."

Sospiro. "Va bene."

Viaggio giù per le scale, rimuginando su ciò che dirò al Signor Greenman.

Raggiungo il suo ufficio bussando lievemente alla porta prima di entrare.

E' al telefono quando entro, e mi fa cenno di aspettare. Annuisco e rimango in piedi in silenzio mentre lui termina la chiamata.

"Signorina Knight," dice, chiudendo la chiamata. "Come posso aiutarti?"

"Ho un appuntamento dal dentista questa mattina, mi sono dimenticata di informarla," dico.

"Certamente, Signorina Knight. Hai svolto un lavoro eccellente nelle ultime due settimane, quindi prenditi tutto il tempo che vuoi."

"Grazie, Signor Greenman."

Sollevata, raccolgo le mie cose dalla mia scrivania, sogghignando quando Zayn mi dice che non è giusto che io vada via così presto.

"Ci vediamo in giro," dico, salutandolo quando esco dall'ufficio.

Mi appoggio contro la macchina di Harry nel parcheggio, tirando fuori il mio telefono per passare il tempo. Mando un messaggio ad Elizabeth chiedendole come sta, e spero davvero di rivederla presto.

Finalmente Harry esce fuori dall'edificio, sorridendo.

"Quell'idiota crede sempre alle mie bugie su mia nonna Millie," dice, aprendo la macchina.

"E se lo scoprisse?" Chiedo, entrando in macchina.

"Gli dirò semplicemente che è morta."

"Ma è orribile!"

Ridiamo all'idea malata di Harry, mentre accende il riscaldamento ed esce dal parcheggio.

"Allora, mi dirai dove stiamo andando?" Domando.

"Lo riconoscerai," dice astutamente.

"Dannazione, Harry!"

Ride ed entra in autostrada.

Circa venti minuti dopo, aggrotto la mia fronte mentre entra in un parcheggio.

"Stiamo saltando il lavoro per venire alle zoo?"

Harry ridacchia. "Dai, a chi non piace lo zoo?"

"A me, quando stiamo mancando al lavoro per questo!"

"Non rovinare la festa, Rosalie. Gli animali ci aspettano."

Brontolo mentre lo seguo fuori dalla macchina verso l'ingresso. Le famiglie vagano in giro, dei bambini piccoli tirano le braccia dei loro genitori.

Harry paga, malgrado le mie proteste, ed entriamo nello zoo.

L'Oregon Zoo è davvero un posto incantevole, e anche se non lo ammetterò mai davanti ad Harry, preferisco essere qui piuttosto che a lavoro.

"Non ne vedo nessuno," mi lamento alla prima mostra-- capre di campagna.

"E' proprio lì, Rosie."

"Dove?"

"Letteralmente di fronte a te. Guarda!" Indica un punto.

Finalmente la vedo, mentre mastica pigramente dell'erba. Ridacchio.

"Non ridere della capra, Rosalie."

"Perché? E' buffa."

"Scommetto che stia ridendo internamente di te."

"Stai zitto, Harry."

Continuiamo a ridere mentre ci allontaniamo dalle capre, seguendo la mappa che Harry ha preso all'entrata.

"I prossimi sono. . . gli orsi bruni," dice Harry.

Ci fermiamo davanti l'esposizione, guardando gli orsi coccolarsi a vicenda per scaldarsi.

"Sono così carini," cantileno.

"Carini? Scommetto che ti strapperebbero la testa in un secondo."

"Beh, allora. Chi sta mandando la festa a puttane ora?"

Harry ride. "Rosalie, modera il linguaggio. Questo è un ambiente familiare."

Alzo gli occhi al cielo e ci spostiamo.

Passiamo davanti le aquile, i castori, le lontre e le anatre. Harry sembra sempre avere qualche commento sarcastico o spiritoso su ogni animale, facendomi ridere insieme a lui.

Infine, ci troviamo nella zona centrale dello zoo, discutendo su quale esposizione vedere.

"Te lo dico, il Pacific Shores è la strada da percorrere," dice Harry.

"Ma io voglio vedere gli animali Africani," piagnucolo.

"Possiamo vederli dopo, ora andiamo a vedere le foche."

"Ma--"

Vengo interrotta da Harry, che si gira in basso per guardare qualcosa.

Un piccolo bambino si è attaccato al pantalone di Harry, tirandolo, un'espressione sconvolta sul suo viso. Ha i capelli biondi e le sue guance sono rosse per il freddo, i suoi occhi umidi.

"Cosa c'è che non va?" Domanda Harry, la sua voce dolce mentre si china per parlare al bambino.

"Io--non riesco a trovare la mia mamma," dice il bambino, singhiozzando.

"Non riesci a trovare la tua mamma?"

Scuote la sua testa, il suo labbro inferiore trema.

"Non piangere, piccolo, ti aiuteremo a trovare la tua mamma," Harry dice dolcemente. "Io sono Harry, e lei è Rose."

Saluto il piccolo bambino che annuisce leggermente, le sue braccia avvolte strettamente contro la gamba di Harry.

"Come ti chiami?" Chiede Harry gentilmente.

"Ryan," risponde il bambino.

"Ryan," ripete Harry. "Ti aiuteremo a trovare la tua mamma, va bene?"

"Dove l'hai vista l'ultima volta?" Chiedo a Ryan.

"V--vicino agli elefanti," dice il bambino.

"D'accordo, ora andiamo a vedere se è ancora lì ad aspettarti," dice Harry. Ryan annuisce di nuovo, ma non allenta la sua presa sul pantalone di Harry.

"Penso che sarebbe più comodo per entrambi se lasciassi andare il mio pantalone ora." dice Harry, il suo tono umoristico, ma comunque dolce.

Il bambino annuisce lievemente, lasciando la gamba di Harry, ma raggiungendo e stringendo velocemente la sua mano.

Rimango a bocca aperta per quanto gentile e premuroso Harry sia con questo bambino--non sembra il tipo a cui piacciono molto i bambini.

Iniziamo a camminare, dirigendoci verso la mostra degli elefanti, Ryan stringe la mano di Harry ancora più forte. Questo gesto fa sciogliere ancora di più il mio cuore.

Entriamo nella mostra, alla ricerca di qualcuno che possa somigliare alla madre di questo bambino.

"Lì!" Ryan piange, lasciando la mano di Harry e correndo verso una donna agitata, che sta parlando con un guardiano dello zoo.

Lei abbassa lo sguardo mentre lui corre nella sua direzione, accovacciandosi e spalancando le sue braccia mentre lui l'abbraccia.

Lo prende in braccio, baciando la sua fronte, mentre lui si gira tra le sue braccia, indicando noi due.

Lei ci sorride, mimando un 'grazie'.

Ricambio il sorriso ed Harry annuisce.

Andiamo via dalla mostra degli elefanti.

"Sei stato davvero dolce con lui, Harry," dico.

Fa spallucce. "Mi piacciono i bambini."

Sorrido. "Penso che saresti un ottimo padre."

"Lo pensi davvero?"

Annuisco, affascinata da lui.

"Beh, penso di meritare un pretzel dopo quello che è successo. Cosa ne dici, Rosie?"

"Non potrei essere più d'accordo."

"E dopo, andremo a vedere i leoni marini."

"Vuoi dire gli animali Africani."

Ridiamo e ci dirigiamo verso il chiosco, ordinando i nostri pretzels. Questa volta, riesco a pagare io.

Ci sediamo ad un tavolo che si affaccia su un piccolo spazio verde dove si trova un piccolo palco ed Harry mi dice che durante l'estate ci sono dei concerti musicali. Gli chiedo se la musica sia buona, e mi dice che mi porterà ad uno di questi concerti quest'estate.

"Vorresti mai avere dei figli, Rosalie?" Mi domanda Harry, mentre mangia il suo pretzel.

"Un giorno, magari," dico. "Tu?"

Fa spallucce. "In realtà non ci ho mai pensato."

"Come hai fatto a non pensarci mai?"

"Ho vissuto la stessa vita di routine per cinque anni, Rose. Ho un buon lavoro, un bel posto dove vivere. Non ho mai avuto nessuna ragione per pensare al futuro."

Annuisco. "Immagino sia così."

"Vorresti sposarti?"

"Sì, penso. Voglio dire, non lo so. Mi piacerebbe."

"Oh? E qual è il tuo matrimonio da sogno?" Batte le ciglia come una ragazzina ed io rido.

"Lo vorrei semplice, tradizionale," dico, prendendo un sorso d'acqua. "Niente di stratosferico."

"E chi immagini di incontrare all'altare?"

"Oh penso che questo sia abbastanza chiaro," dico ridacchiando.

"Davvero?" Solleva un sopracciglio.

"Zac Efron, ovviamente," sbuffo ed Harry ride rumorosamente.

"Scelta interessante," dice.

"La scelta migliore," dico. "Voglio dire, ammettilo, è attraente."

"Scusami, Rosie, non mi interessa quella sponda." Ridacchia Harry e finisce il suo pretzel, lasciando cadere il tovagliolo sul tavolo.

"Oh andiamo! A chi non piacerebbe montarlo?!"

Harry mette la testa tra le sue mani, scosso dalle risate. "Rose, oh mio Dio."

Ridacchio e getto i miei rifiuti nella spazzatura mentre Harry si alza, scuotendo ancora la sua testa.

"La cosa migliore che tu abbia mai detto," dice mentre ritorniamo nel sentiero che conduce allo zoo.

Sogghigno, mentre Harry caccia fuori la mappa dalla sua tasca.

"Possiamo per favore andare a vedere gli animali Africani?"

"Rose."

"Ti prego!" Tiro il suo braccio come una bambina impaziente.

"Ma--"

"Dai, se i leoni marini sono i migliori, conserviamo il meglio per la fine!

Fa una smorfia. "Va bene."

Inconsciamente, unisco il mio braccio al suo, in modo trionfante, conducendolo verso l'entrata della sezione Africana.

Quando mi accorgo che le nostre braccia sono unite, mi allontano velocemente, arrossendo. "Scusa," dico.

"Va tutto bene, Rosie. Sei abbastanza calda." Ridacchia e ci rimettiamo sotto braccio.

Entriamo nell'esposizione, con le braccia ancora unite.

Rimango meravigliata dalle giraffe, e di quanto sia lunga la loro lingua. Harry arriccia il suo naso e dice che sicuramente le loro lingue si danno da fare quando si baciano. Alzo gli occhi al cielo dicendogli che sono sicura che le giraffe non si baciano, e dopo ridiamo ancora.

Harry mi porta a vedere i rinoceronti, dicendo che sta pensando di prendere un corno di rinoceronte per il suo appartamento. Questa volta sono io ad arricciare il naso, e lui ride, assicurandomi che stesse solamente scherzando.

Osserviamo i coccodrilli mentre siedono pigramente nella loro palude. Harry dice che uno di loro potrebbe attaccarti in meno di un istante, e gli dico di smetterla di farmi creare certe immagini nella mia mente. Risponde con un sorrisetto, come al solito.

"Hai visto, non è stato così male," dico una volta che abbiamo finito di vedere tutti gli animali della sezione Africana.

"Già, quel ghepardo sembrava volesse ucciderti," dice. "Se lo avesse fatto, la mia vita sarebbe molto più facile."

"Hey!" Gli do un gomitata, rimuovendo il mio braccio dal suo e incrociando le mie braccia al petto.

"Sto scherzando, Rosie, non vorrei che un ghepardo ti mangiasse," dice, riprendendo il mio braccio e incrociandolo con il suo. "Magari il leopardo, ma il ghepardo no."

Cerco di nascondere la mia risata, ma fallisco facendo ridere anche lui.

"E ora si va dalle foche!"

Tuttavia, nel tragitto verso il Pacific Shores, Harry intravede la mostra degli insetti, trascinandomi praticamente dentro.

"Non mi piacciono gli insetti," mi lamento mentre ci dirigiamo verso i cancelli.

"Sono fighi."

"Sono disgustosi."

Harry indica una grande tarantola. "Cosa faresti se liberassi dieci di quelle nel tuo appartamento?"

"Vomiterei, piangerei, urlerei, e sverrei contemporaneamente," dico, guardando il ragno con circospezione.

"Tutto in una volta? Questo sì che sarebbe qualcosa da vedere."

Arriccio il mio naso ad ogni mostra di insetti mentre Harry rimane meravigliato da tutti questi invertebrati schifosi.

Finalmente, ci dirigiamo verso i leoni marini.

La mostra è abbastanza fantastica, a dir la verità. Si entra in una stanza buia, dove ci sono delle panche ed un'enorme vetrata dove puoi vedere i leoni marini nuotare da una parte all'altra, giocare e fare delle gare.

Io ed Harry ci sediamo su una delle panchine, guardandoli nuotare velocemente all'interno del grande acquario.

"Figo, vero?" Chiede Harry.

"Molto figo," concordo.

Li osserviamo per un po'. Appoggio la mia testa sulla sua spalla, sospirando.

"Non sei felice che siamo venuti qui invece di rimanere a lavoro?" Domanda Harry, prendendomi in giro.

"Sì," ammetto.

"Ho dato un nome ad una delle foche l'ultima volta che sono venuto qui," mi dice.

"Come l'hai chiamata?"

"Niall, perché mi ricorda Niall."

"Come fa una foca a ricordarti Niall?" Rido.

"Non lo so." Anche Harry ride. "E' così e basta."

"Interessante." Ridacchio.

"E credo che chiamerò quella lì Rosie, perché mi ricorda te." Indica una delle creature mentre nuota nell'acquario.

"Okay, allora quella lì è Harry." Indico una terza foca.

"Guardaci, stiamo dando dei nomi a delle foche come una coppia di custodi dello zoo."

Ridiamo di nuovo.

Anche se non so cosa siamo io ed Harry, oggi mi sono momentaneamente dimenticata della Wolfe Enterprises e della mia dichiarazione d'amore per Harry. So che lui non mi amerà mai, ma ora come ora, mi va bene guardare semplicemente i leoni marini con lui.

Rimaniamo un altro po' prima di decidere che sia arrivata l'ora di andare.

Nel tragitto verso casa, Harry mette un CD nella macchina e mi dice che devo ascoltare più musica, e che sarà lui a mostrarmi la musica migliore che ci sia.

"Panic! At the disco," dice Harry, non appena partono le noti d'apertura della prima canzone "Una delle migliori band Americane."

"Perché devo conoscerli?"

"Perché lo dico io." Sogghigna.

Sospiro e mi rilasso nel mio posto, ascoltanto la musica che riempie la macchina.

Guardo Harry mentre parla della musica, spiegandomi ogni canzone. Ad un certo punto, inizia una canzone ed io mi tiro su.

"Mi piace questa," dico.

"Questa qui?" Harry alza il volume.

Annuisco, ascoltando i suoni.

"Far Too Young To Die," mi dice Harry. "Questo è il nome della canzone."

"Carino," dico.

Ride leggermente. "Sì, lo è."

Ascoltiamo tutte le parole della canzone, mentre Harry dà dei colpetti sul manubrio seguendo il ritmo. Harry canta la canzone, e mi chiedo quante volte l'abbia ascoltata.

"Give me one last kiss for the far too young to die," cantiamo insieme al secondo ritornello, ridendo a crepapelle.

Quando finiamo di ascoltare l'album, dico ad Harry di rimetterlo, mentre ritorniamo al Crystal.

Harry mi accompagna alla macchina, le sue mani in tasca.

"Facciamo una gara a chi arriva prima a casa tua," dico, ridacchiando.

"Ci sto, Rosie!" Si precipita nella sua macchina, accendendola proprio insieme a me.

Rido come una pazza durante tutto il tragitto verso casa, mantenendo i miei occhi sulla macchina di Harry.

Facciamo attenzione a non fare casino mentre saliamo le scale, non volendo disturbare di nuovo il Signor Wu.

Entriamo nell'appartamento di Harry, io leggermente prima di lui.

"Ho vinto di nuovo!" Grido.

"Cazzo!" Harry lancia a terra un cuscino del divano, scuotendo la testa. "Perché mi batti sempre?"

"Perché forse sono io il dio in questo gioco," dico, sogghignando.

"Impossibile," mi deride Harry.

"Mi devi uno Snikers."

"Non eravamo d'accordo su questo."

"Bene, andrò a prendermelo io stessa--"

Harry mi supera, mettendosi davanti al mobile. "No," sbotta. Si gira e e prende due barrette di cioccolato dalla sua 'scorta', porgendomene una.

Ci sediamo sul divano, ridendo ancora. Immediatamente mi ritrovo a pensare a quanto potremmo essere felici se Harry mi amasse.

Caccio via il pensiero e mi alzo per andare via.

"Mi sono divertita oggi," gli dico. "Grazie per avermi trascinata allo zoo."

Ridacchia. "Non vuoi. . . rimanere?"

Sospiro. "Non penso dovrei."

Il suo sorriso svanisce. "Perché no?"

"Non sono niente per te, ricordi?"

Aggrotta le sopracciglia, guardando in basso.

Deglutisco e mi dirigo verso la porta. "Ci vediamo a lavoro."

"Rose, aspetta." Harry si alza.

Guardo indietro, speranzosa.

Vuole dire qualcosa, lo so. E' sulla punta della sua lingua, lo capisco dai suoi occhi.

Dì qualcosa, Harry. Qualsiasi cosa.

Abbassa di nuovo lo sguardo.

"Ci vediamo a lavoro," dice, sospirando e dirigendosi verso la porta, mentre la chiude dietro di me.

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