CAPITOLO 8
Mi spinse con forza contro il muro e mi bloccò con il suo corpo contro la parete.
Nel momento in cui le mie spalle scoperte sfiorarono la superficie fredda del cemento cercai di attutire il colpo con le braccia. Così facendo mi ritrovai con le mani posate sui suoi muscoli scolpiti. Nonostante il tessuto della felpa mi impedisse di toccare direttamente la sua pelle nuda, riuscivo chiaramente a sentire i pettorali sotto le mie dita.
Bastò quel piccolo contatto e nella mia mente riaffiorò il nitido ricordo di lui prono sopra di me. I capelli corvini sciolti e scompigliati che incorniciavano perfettamente il suo viso. I raggi della luna piena risplendevano all'interno dei suoi occhi neri, colmi di desiderio. «Sei fantastica Noona» diceva sottovoce a pochi centimetri dalle mie labbra mentre lo sentivo entrare ancora una volta con forza dentro di me.
Mi risvegliai di scatto da quel ricordo quando mi accorsi che con la mano destra stava sfiorando il mio volto fermandosi a livello del mento. Esercitò una delicata pressione verso l'alto e mi costrinse ad alzare la testa incontrando il suo sguardo. Lo vidi togliersi il cappuccio che lo copriva quasi interamente e rimasi paralizzata nell'osservare ancora una volta quel viso perfetto poco distante dal mio.
« Noona non faccio altro che pensare a te da dopo quella notte, dovevo ritrovarti a tutti costi» disse tutto d'un fiato prima di curvarsi su di me fino a colmare la breve distanza che ci separava.
Il suo cuore cominciò a battere velocemente sotto la mia mano mentre le sue labbra morbide si posarono sulle mie. Il bacio era delicato quasi avesse paura di un mio possibile rifiuto ma la delicatezza durò pochi secondi. Quando si accorse che non cercavo di allontanarlo ma anzi rispondevo al suo bacio si fece più temerario e premette con foga le labbra sulle mie.
Il cuore mi martellava nel petto mentre con la punta della lingua chiedeva il permesso di entrare nella mia bocca. Ansimai. Il contatto con il suo corpo forte e tonico era elettrizzante.
Posò la mano sinistra sulla mia vita stringendomi ancora più a sé e poi con un tocco delicato scese lentamente fino all'orlo della mia gonna estiva. Con un movimento fulmineo alzò il tessuto sotto le sue dita e serrò la mano sulla mia coscia nuda facendomi sussultare.
« Jungkookah » mescolai il suo nome al mio gemito e lo vidi sorridere prima di sussurrami dolcemente «Shh Noona, non vuoi che qualcuno ci senta vero? Devi fare la brava.»
E detto quello fece scivolare le dita affusolate lungo la mia gamba. Sentii il suo tocco dolce partire dal gluteo e arrivare fino al lato esterno del ginocchio per poi risalire lentamente. Continuò così per diversi secondi. Avanti e indietro con movimenti delicati ma precisi. Mi morsi il labbro inferiore finché non riuscii più a resistere e cominciai a mugugnare. Il suo tocco caldo era diventato sempre più deciso e mi provocava tremori di piacere che si irradiavano su tutto il corpo. Questa mia risposta istintiva lo stava facendo eccitare sempre più finché non sentii i suoi sospiri farsi progressivamente bassi e profondi. Gli morsi il labbro inferiore tirandolo leggermente verso il basso e dalla sua bocca uscii un ansimo roco di piacere.
Mi guardò con i suoi grandi occhi di ossidiana e al loro interno vidi riflessa la stessa bramosia che provavo io in quel momento.
Jungkook irrigidì i muscoli del braccio e con un movimento fluido e controllato portò la mia gamba quasi a livello della sua vita lasciandomi in equilibrio su un piede solo.
In quel momento dischiusi leggermente la bocca per la sorpresa e la sua lingua ne approfittò inserendosi veloce tra le mie labbra. Sondò con impazienza la mia bocca e quando trovò la mia lingua cominciammo a baciarci con foga creando un intreccio passionale e frenetico.
Man mano che passavano i secondi il nostro bacio si fece sempre più bagnato e i respiri divennero ancora più veloci. Le nostre bocche si cercarono con avidità mentre passavo le mie mani sopra i suoi vestiti, tastando il suo corpo attraverso gli strati di tessuto.
Non trascorse molto tempo prima di sentire il bisogno di aumentare il contatto tra noi e la voglia di toccare ancora una volta la sua pelle morbida e calda divenne impossibile da fermare. Con un movimento veloce infilai le mie mani sotto la sua enorme felpa. La pelle della sua schiena era come seta sotto le mie dita e i muscoli che guizzavano tonici rendevano quel contrasto squisitamente eccitante. Cominciai ad accarezzarlo lentamente godendomi ogni piccolo centimetro del suo corpo.
A causa della mia bassa statura e della posizione in cui mi aveva intrappolata non riuscivo a raggiungere tutta la schiena come avrei voluto. Oltretutto volerlo fare rimanendo in equilibrio su un tacco solo era un'impresa che avrei definito eroica.
Decisi quindi di allungare le braccia al massimo della mia portata e una volta arrivata ai suoi dorsali conficcai delicatamente le mie unghie nella sua pelle. Lui ansimò il mio nome nella mia bocca poco prima di abbassarsi e portare il suo inguine a contatto con il mio. Lo sentii chiaramente. Duro, lungo e pronto. Quel lieve contatto mi fece mugolare dal piacere e lui decise di rincarare la dose inserendo la sua mano destra tra i miei capelli e stringendoli con forza verso il basso. Mi strappò un gemito roco che si perse nel breve spazio che ci separava.
«Noona a furia di rivivere il momento tra noi due pensavo che la mia fantasia avesse preso il sopravvento sul ricordo. ».
Mi spostò il viso di lato in modo da esporre il collo nudo prima di sussurrare sulla mia pelle « Invece fai davvero l'effetto di una droga.»
Il suo respiro caldo a contatto con la mia pelle sembrava fuoco. Poggiò le sue labbra morbide nell'incavo del mio collo e cominciò a baciarmi lentamente salendo verso la mia mascella.
A ciascun bacio faceva seguire un piccolo morso delicato e ad ogni morso il mio corpo si inarcava, percorso da piccole scariche di piacere che partivano dal collo e arrivavano ad accumularsi tra le mie gambe.
Quando arrivò a mordermi la clavicola ansimai contro il suo orecchio e piegai la gamba alzata in modo da attirarlo ancora più vicino a me. Mi accorsi subito della pessima idea perché il suo membro turgido andò ad insinuarsi tra le mie gambe ancora semiaperte a causa della posizione in cui mi trovavo. Lo sentii contro gli slip leggermente bagnati. Con sincronia cominciò a leccarmi il collo dalla clavicola fino all'orecchio, avanti e indietro, mentre con il suo membro si strusciava tra le mie gambe alla stessa velocità. Come riuscisse a farlo per me era ancora un mistero ma chiusi gli occhi per godermi al massimo quella sensazione.
La sua lingua morbida e bagnata sul mio collo era in totale contrapposizione con il suo membro duro e vigoroso tra le mie gambe. Maledii mentalmente i vestiti che ci separavano.
« Mi sembra di ricordare che questo ti piacesse. O sbaglio Noona? »
« Io..non...oddio...kook » una forte scarica di piacere mi pervase completamente e persi l'equilibrio sulla gamba che mi sorreggeva. Era riuscito a strofinarsi sul punto più sensibile tra le mie gambe con una precisione millimetrica e non finii rovinosamente a terra solamente perché con uno scatto tempestivo mi sorresse con il braccio sinistro, quel tanto che bastava affinché riprendessi padronanza del mio corpo. Per sicurezza serrai con più forza la mia gamba sulla sua vita mentre sfilavo le mie mani da sotto la felpa.
Sentii una breve risata profonda e sensuale uscire dalle sue labbra e poi mi guardò con i suoi grandi occhi scuri accennando un lieve sorriso sul viso.
« Forse dovremmo... » cercai di dire in un momento di lucidità ma non riuscii a finire la frase perché mi baciò di nuovo. Con più foga e bramosia di prima. La sua lingua descriveva dei perfetti movimenti nella mia bocca mentre scioglieva dolcemente la presa tra i miei capelli. Sentii le sue dita scendere sulla mia spalla, sfiorare il braccio, posarsi sulla mia vita e risalire con forza sotto la fine canottiera.
La sua mano aperta era grande quanto metà del mio busto ed impiegò quindi meno di un secondo a trovare il contorno del reggiseno. Con un movimento esperto si infilò sotto il tessuto e strinse con forza il mio seno facendomi contemporaneamente premere tutta la schiena contro il muro.
Il mio corpo reagì a quel tocco contraendo le gambe e un ansimo uscì dalle mie labbra senza riuscire a fermarlo. Mi stava facendo perdere ancora una volta tutte le mie imposizioni mentali e questa volta non avevo la scusa dell'alcool per giustificare i miei comportamenti.
Infilai le mani tra i suoi lunghi capelli e cominciai ad arricciare diverse ciocche della nuca lungo le mie dita usando una lieve tensione. Un brontolio profondo si formò nella sua gola e quando tirai un po' più forte affondò le dita della mano sinistra nella mia coscia sollevata.
« Noona non hai ancora imparato che se giochi con il fuoco rischi di farti male?»
Detto questo fece scorrere la mano fino al mio ginocchio e con una piccola pressione verso il basso mi costrinse ad allargare la gamba. Con le lunghe dita cominciò ad accarezzare l'interno della coscia portandosi lentamente e pericolosamente vicino al mio inguine. Mano a mano che saliva sentivo tra le mie gambe addensarsi sempre più calore. Il mio corpo lo voleva, io lo volevo. Volevo sentire ancora le sue mani toccarmi con forza e possessione e non solo con delicatezza come aveva fatto fino a quel momento.
Dopo quello che mi parve un'eternità arrivò all'orlo dei miei slip ormai bagnati. Il respiro mi si fermò in gola quando spinse due dita contro il tessuto delle mie mutandine.
« Oh Noona, sei stupenda. » disse guardandomi con occhi ormai foschi e colmi di desiderio mentre le sue dita si stavano bagnando a causa mia.
Con lo sguardo lo implorai di continuare. Volevo sentire ancora una volta quelle dita dentro di me. Volevo che desse sfogo a tutte le sensazioni che provavo in quel momento.
Stava per curvarsi nuovamente sul mio collo quando sentimmo la porta al piano di sopra aprirsi di colpo.
Jungkook alzò il suo viso guardando in alto verso le scale e lo vidi arricciare il naso in una espressione che trovai molto carina. Si spostò dal mio corpo chiaramente controvoglia e disse « Noona, forse è meglio spostarsi da qui. Non vorrei mai dare ancora spettacolo. Gli hyung mi ucciderebbero questa volta, soprattutto Jin-Hyung » il suo volto si fece serio tutto d'un tratto e spalancò i suoi grandi occhi ricordando chissà quale scena.
Immaginai Jin cominciare a sgridare Jungkook usando la sua espressione impettita con tanto di dito alzato e il ragazzo davanti a me cominciare a farsi piccolo piccolo. Iniziai a ridere pensando a quella scena.
«Sono completamente d'accordo con te, non vorrei mai che Seokjin sfoghi la sua furia su di te. » Dissi ancora ridendo « Meglio spostarci da qui prima che qualcuno scenda le scale e ti riconosca. Andiamo. »
Jungkook si rimise il cappuccio sulla testa e mi guardò con un sorriso sfavillante « Dove hai intenzione di portarmi Noona? » chiese fissandomi con i suoi grandi occhi da cerbiatto e sbattendo le lunghe ciglia.
Rimasi a fissarlo per qualche secondo completamente rapita finché non mi guardò con un sorrisetto compiaciuto.
«Non puoi usare il tuo fascino contro di me » dissi diventando tutta rossa dall'imbarazzo.
« Come mai no? » domandò divertito.
« Perché dovresti aver rispetto per la tua Noona. Rispetto e timore. Sempre! » esclamai.
Scoppiò in una sonora risata e lo guardai con una faccia imbronciata che però lo fece ridere ancora di più.
« Sembri Jimin‐ssi » disse tra le risate mentre si teneva la pancia accentuando ancora di più la scena.
Mi girai facendo finta di essere ancora offesa e mi incamminai salendo le scale. Lui che mi seguiva ancora piegato in due dalle risate.
"Coniglietto, ride bene chi ride per ultimo." pensai, anche se ascoltarlo ridere mi stava facendo sentire una felicità che non provavo da diverso tempo. Il suo buon umore era davvero contagioso.
Arrivati davanti l'entrata che dava sul corridoio della reception avvisai Jungkook di tenere il volto e la mano ben coperti.
«Jessica, la ragazza alla reception, è molto sveglia. Non vorrei mai ti riconoscesse, segue molto la moda e potrebbe averti visto da qualche parte. Inoltre da quando Ethan è venuto qui in hotel per invitarmi alla festa è sempre particolarmente attenta a quello che faccio.»
«Farò attenzione, non preoccuparti per me. » disse guardandomi con un grande sorriso.
«Ok, allora andiamo. »
Aprii la porta e mi diressi con passo svelto verso la reception tenendo Jungkook per il bordo della manica. Come mi aspettavo Jessica ci fissò attentamente e mi rivolse un cordiale saluto, al quale risposi con un sorriso e con un cenno della mano, prima di distogliere lo sguardo ed evitare domande scomode. Sentivo i suoi occhi puntati su di me e la immaginai scrutare Jungkook, chiedendosi chi fosse il ragazzo accanto a me.
Mi accorsi di aver trattenuto il respiro solamente quando le porte dell'ascensore si chiusero dietro di noi.
"Siamo salvi" pensai mentre passavo la carta della suite sul pannello dell'ascensore e quest'ultimo cominciava a salire. Mi girai verso Jungkook che si tolse il cappuccio guardandosi attorno tutto contento come un bambino ad una gita.
«Ethan mi ha detto che alloggi nella suite dell'hotel. » disse tranquillo.
«Quante cose ti ha detto Ethan? » chiesi curiosa e anche un po' agitata.
«Giusto qualcuna. » mi disse con un sorrisino furbo, fissandomi intensamente.
Appuntai mentalmente di dover chiedere ad Ethan quante cose avesse raccontato a Jungkook. E mi trovai a sperare che non fossero troppe. O troppo imbarazzanti.
«Mi ha anche avvisato di trattare bene la sua piccola salvatrice, oppure avrei dovuto vedermela con lui. » disse con tono divertito «Ma gli ho detto di non preoccuparsi perché avrei avuto molta cura della mia piccola Noona.»
Posò le sue mani ai lati delle mie spalle bloccandomi nell'angolo dell'ascensore e il suo sguardo cambiò di colpo. Da dolce e divertito a decisamente predatorio. Aveva il sopracciglio destro alzato e un ghigno sulle labbra che non prometteva nulla di buono.
Il mio cuore ricominciò a battere all'impazzata. Per quanto ci provassi non riuscivo a controllare le mie reazioni in sua presenza. Lui muoveva un muscolo e il mio corpo tremava. Lui respirava accanto a me e il mio cuore perdeva un battito. Ero alla sua completa mercé e non conoscevo alcun modo per uscirne. E forse, non ero nemmeno così convinta volessi effettivamente farlo.
Jungkook mi guardò dall'alto del suo metro e ottanta, gli occhi neri fissi nei miei. Voleva chiaramente farmi sentire piccola ed indifesa, bloccata in quello spazio angusto. Staccò una mano dalla parete e passò il pollice lungo il contorno del mio viso, fermandosi una volta arrivato al labbro inferiore. Dopodiché premette il dito dolcemente verso il basso facendomi dischiudere la bocca.
"Sarò anche rimasta stregata da te ma non soccomberò senza lottare." pensai prima di guardarlo dritto negli occhi con uno sguardo di sfida e, senza distogliere il contatto visivo, presi il suo dito tra le mie labbra. Feci scorrere la mia bocca sul suo polpastrello e poi mi abbassai lentamente. Quando arrivai a toccare con le labbra il tatuaggio 0613 cominciai a succhiare. Sentii il respiro di Jungkook fermarsi di colpo e lo vidi chiudere lentamente gli occhi interrompendo il nostro contatto visivo.
"Un punto per me." pensai mentre osservavo le sue palpebre fremere ad ogni mio risucchio. Quando le riaprì i suoi occhi erano diventati foschi e profondi ma io continuai ad insistere. Con un movimento molto lento feci scorrere le mie labbra su tutte le sue falangi tornando lentamente verso l'alto, per poi scendere ancora verso il basso. Mi fermai solamente quando il suono dell'ascensore indicò che eravamo finalmente arrivati al piano.
Le porte si aprirono con un suono delicato e fu in quel momento che Jungkook mi alzò per la vita portandomi di peso all'interno della suite.
« Noona non hai ancora imparato? » chiese con un tono sornione mentre percorreva il corridoio verso il soggiorno.
«Cosa dovevo imparare mio dolce coniglietto? » chiesi a pochi centimetri dal suo orecchio mentre lasciavo cadere la borsa sul pavimento.
«Che non devi giocare con il fuoco. » disse prima di arrivare davanti al divano « E che sono tutto tranne che un dolce coniglietto. » aggiunse prima di lanciarmi tra i cuscini e distendersi sopra di me.
Mi baciò con foga facendo scorrere la sua mano sul mio fianco e arrivato al bordo della canottiera la sollevò verso l'alto. Inarcai la schiena e sollevai le braccia oltre la testa per aiutarlo a sfilarla e poi la vidi volare nell'angolo della stanza oltre il tavolino di vetro.
Decisi di fare la stessa cosa con la sua felpa. Infilai le mani sotto al cotone e la alzai fino a metà busto. Jungkook capendo le mie intenzioni si mise in ginocchio e mi aiutò, sfilandosela con un unico movimento fluido.
Rimasi paralizzata per qualche secondo.
Il mio sguardo passò dal suo braccio completamente tatuato, alle spalle larghe, alla vita stretta e agli addominali ben scolpiti.
La luce del tardo pomeriggio che filtrava dalle finestre faceva risaltare i suoi muscoli molto più chiaramente di come li ricordassi illuminati solamente dalla luna e quella vista mi fece venire l'acquolina in bocca. Non riuscii a resistere un secondo in più e con una lieve contrazione alzai il mio busto dal divano avvicinandomi al suo petto. Allungai le mani toccando i suoi pettorali e poi scesi lentamente lungo i solchi degli addominali. Arrivata alla vita risalii lungo la sua schiena ripercorrendo il percorso dei suoi muscoli. Li avevo ripassati mentalmente quasi all'infinito nei giorni dopo il nostro incontro e ora non mi sembrava vero di poterli sfiorare di nuovo.
Quando ridiscesi a toccare i suoi fianchi Jungkook si avventò sulla mia bocca mordendo e baciando le mie labbra. Nel frattempo sentii la sua mano scorrere lungo la mia schiena in cerca della chiusura del reggiseno.
Staccai le mani dal suo corpo e lo aiutai ad aprire quel gancetto prima che mi strappasse tutto di dosso e lasciai cadere quel piccolo indumento in mezzo ai cuscini ormai sparpagliati sul pavimento.
Mi distesi sugli avambracci osservandolo attentamente. Il suo sguardo era rovente e mi stava osservando come se volesse scansionare ogni minimo dettaglio del mio corpo.
Quando i suoi occhi notarono le macchie violastre lasciate dai suoi morsi allungò una mano sfiorandomi il ventre.
« Noona e queste? » domandò spalancando gli occhi mentre passava con le dita il contorno del secondo morso.
«Sono stato io vero? » continuò con tono affranto « Di solito riesco a trattenermi...ma con te quella notte...mi sono lasciato andare troppo...Non volevo farti del male. » vidi la tristezza cominciare a farsi viva nei suoi occhi e lo bloccai immediatamente.
«Si Jungkook, sei stato tu ma non hai esagerato...io... cioè...mi è piaciuto, tutto quello che hai fatto quella notte. Mi è piaciuto...E molto. » mi alzai quel tanto che bastava per accarezzargli il viso, portando verso l'alto il suo mento con la punta dell'indice in modo che mi potesse guardare negli occhi e lo attirai a me.
«Davvero. Mi piace. » dissi decisa.
«Noona...io... » rispose incerto.
«Mi è piaciuto Jungkook. Mi è piaciuto quando mi hai morsa, mi è piaciuto quando mi hai bloccato le braccia e mi è piaciuto ancora di più quando mi hai presa con forza bloccandomi al terreno. » dissi tutto d'un fiato, il respiro accelerato solo per il ricordo.
«Mi piacciono quelle cose...e ne voglio ancora. » sussurrai sulle sue labbra «Baciami ancora, mordimi ancora, prendimi ancora.»
I suoi occhi si riempirono di una luce fosca ma notai comunque una strana ombra aleggiare dietro di essa.
«Sei sicura Noona? Lo vuoi davvero? Ti piace davvero? » chiese dubbioso.
« Si » risposi prima di abbassarmi a livello del suo petto per leccargli tutto lo sterno con un unico movimento. Lo sentii rabbrividire sotto la mia lingua.
«Mi piace davvero e lo voglio davvero. Hai il mio consenso. Fammi tutto quello che vuoi.» dissi guardandolo dritto negli occhi un attimo prima di mordere la sua pelle chiara. Lo sentii gemere mentre lasciavo lo stampo dei miei denti sul suo corpo immacolato e quel suono mi fece contrarre le cosce tra loro.
Jungkook impiegò meno di un secondo a stringere i miei capelli nella sua mano e a fare forza verso il basso, obbligandomi a posare la schiena sul divano.
A causa di quella mossa improvvisa emisi a mia volta un gemito strozzato che venne catturato quasi subito dalla sua bocca. Premette con foga le labbra sulle mie e cominciò a baciarmi quasi volesse catturare l'aria direttamente dai miei polmoni.
Quando si staccò avevamo entrambi il fiato corto ma non mi lasciò il tempo necessario per riprendermi. Abbassò la sua bocca sul mio collo e cominciò a lasciare una rapida striscia di baci caldi mentre con la mano mi strizzava il seno destro facendomi mugugnare e contorcere dal piacere.
Oltrepassata la clavicola scese lungo il mio petto e quando arrivò al capezzolo ancora libero lo leccò con la punta della lingua facendolo inturgidire e strappandomi un ansimo che risultò lascivo persino alle mie orecchie.
Lo vidi sorridere sulla mia pelle poco prima di appoggiare le labbra morbide e cominciare a succhiare. Inarcai la schiena dal piacere e cominciai a strusciare il mio bacino sui suoi pantaloni con dei movimenti tutt'altro che casti. Volevo fargli capire quanto tutto quello mi eccitasse. Affondai le mie mani nei suoi capelli neri scompigliando la sua chioma folta. Ogni volta che succhiava con più forza stringevo le mie mani e lo supplicavo di continuare ancora.
Ad un certo punto decise di mordere quella zona sensibile, senza mai fermarsi dall'usare il pollice e l'indice dell'altra mano per giocare con il capezzolo gemello. Una scarica di piacere partì dal mio seno accumulandosi tra le mie gambe e senza accorgermene conficcai le unghie nelle sue braccia.
« ..kook » riuscii a pronunciare prima che con un altro morso mi mozzasse la voce ancora una volta.
Stavo ancora tremando a causa di quel piacere quando sentii le sue labbra scendere lungo il mio addome.
Iniziò a baciare delicatamente il contorno di ogni macchia scura che aveva lasciato sulla mia pelle la notte in cui ci eravamo conosciuti facendomi venire la pelle d'oca.
«Ti ho lasciato troppi lividi mia piccola Noona » disse tra i baci.
«Jungkook ti ho detto che mi... » allungò la mano per zittirmi portando l'indice sulle mie labbra.
« Devo rimediare... » disse con un sorriso malizioso e portò entrambe le mani sui miei fianchi facendole scorrere fino alla gonna. Infilò alcune dita sotto l'elastico e tirò verso il basso. Arrivato al bordo dei miei slip prese anche quelli e sfilò tutto assieme facendomi allungare le gambe verso l'alto. Rimasi così vestita solamente con i miei adorati scarponcini.
Il ragazzo mi guardò, completamente nuda, distesa sul divano, le mie gambe tenute alte ed unite oltre la sua spalla sinistra. Per un attimo le mie gote si tinsero di rosso. Lui sorrise e portò le mani verso i miei piedi. Lo vidi abbassare la cerniera e sfilare la scarpa senza fatica. Tolse prima quella di sinistra e poi quella di destra e quando anche il secondo scarponcino tocco terra tornò a guardarmi con uno sguardo che avrei definito famelico. Con un rapido movimento calciò via anche le sue scarpe da ginnastica in modo da potersi posizionare come voleva sul divano.
Decise comunque di rimanere in ginocchio ma spostò la mia gamba sinistra oltre la sua testa appoggiandola poco sotto la spalla destra.
Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata. Ero nuda davanti a Jungkook con le gambe semiaperte e il suo sguardo mi stava promettendo un sacco di cose.
Si curvò leggermente per poter baciare entrambe e le mie caviglie prima di abbassarsi del tutto e far scivolare i miei talloni oltre le sue spalle larghe. Si allungò comodo sul divano, il petto muscoloso a contatto del cuscino,le braccia tese a sostenere il suo busto, le mie ginocchia che ormai toccavano i lati del suo volto.
«Ora rilassati Noona. » disse prima di tornare a baciare la parte interna delle mie gambe. Lo stavo guardando completamente immobile. Seguivo ogni sua mossa come se fossi un serpente ammaliato dalla musica del suo incantatore.
Stava scendendo lentamente tra le mie cosce percorrendo quella strada prima da una parte e poi dall'altra e io potevo già sentire la mia femminilità bagnarsi al solo pensiero di quello che avrebbe potuto farmi.
Quando arrivò a livello dell'inguine diede un piccolo morso a quella pelle delicata e sensibile. Ansimai dal piacere ma come riflesso mi allontanai dalla sua bocca premendo le mie natiche sul cuscino del divano. Sentii le sue mani cingermi le cosce e con un movimento delicato mi attirò nuovamente a sé.
«Dove credi di andare Noona? » mi disse guardandomi serio. La sua bocca era pericolosamente vicino alla mia intimità e la mia mente aveva serie difficoltà a concentrarsi.
« Io...non... » non aspettò che finissi la frase. Affondó la bocca tra le mie cosce e cominciò a leccare. Inutile dire che a causa di quelle attenzioni impazzii dal piacere. La sua lingua passò il contorno della mia femminilità e poi si inserì tra le labbra con dei movimenti rapidi e precisi. Una. Due. Tre volte.
Artigliai il tessuto del divano colta da uno spasmo più intenso dei precedenti quando la sua lingua si posò sul mio clitoride. Cominciò a concentrarsi su quel piccolo punto sensibile con dei movimenti lenti ed estenuanti finché non intervallò le carezze della lingua al succhiare delle labbra.
«Lasciati andare Noona, lo sento nella mia bocca quanto ti sta piacendo tutto questo. » disse con un tono profondo quanto le fusa lasciandomi qualche secondo per riprendere fiato. Ma dopo quelle parole rinsaldò la presa sulle mie cosce e bloccò il mio bacino inclinandolo verso l'alto. Si leccò le labbra con un movimento ipnotico e poi riaffondò tra le mie cosce.
Questa volta inserì gran parte della lingua nella mia intimità e poi uscì per portarsi con un movimento lento a toccarmi solo con la punta il clitoride. Ripeté quel movimento diverse volte e ogni tanto prima di entrare sentivo i suoi denti affondare delicatamente nella mia carne.
Non mi ci volle molto prima di percepire il familiare tepore accumularsi sempre più insistentemente nel basso ventre.
«Jungkook sto per venire.» dissi tra gli ansimi mentre mi perdevo nei suoi occhi scuri ora fissi su di me.
Come risposta aumentò l'intensità delle sue lappate e dei suoi morsi finché non riuscii più a resistere. Mi aveva portata oltre il limite.
Venni con dei sonori ansimi che non riuscii ad attenuare e quando Jungkook se ne accorse mi tenne il bacino bloccato contro la sua bocca cosicché l'unica cosa che potei fare fu inarcarmi e stringere con forza i cuscini del divano mente la tensione che sentivo nelle mie gambe si riversava nella sua bocca.
Rimasi ansimante sul divano e i miei occhi impiegarono diverso tempo prima di riuscire a rimettere a fuoco la sua figura che mi fissava sorridente tra le mie gambe.
«Mi sono fatto perdonare almeno un pochino per aver marchiato la tua pelle? » disse leccandosi le labbra rosse e lucide a causa dei miei fluidi.
«Oh, tu...sei...fantastico. » dissi con il respiro ancora irregolare mentre lo osservavo alzarsi sulle ginocchia.
Mi stava guardando con un ghigno molto soddisfatto che non so per quale motivo fece risvegliare la parte dominante dentro di me.
«Ora però è il mio turno. » dissi cercando di rialzarmi a sedere.
«Sai, grazie al mio lavoro sono molto brava con i coniglietti. » dissi con tono lascivo prima di gattonare verso di lui. Gli misi le mani sui pettorali e lo spinsi contro lo schienale del divano, girandolo e posizionandomi a cavalcioni sopra di lui.
Cominciai a strusciare la mia intimità contro la sua asta che sapevo già essere tesa a causa del chiaro rigonfiamento nei suoi pantaloni.
Decisi quindi di ondeggiare ritmicamente su di lui mentre con la lingua iniziai a leccare le sue labbra ancora permeate del mio gusto.
Sentii le sue mani accarezzarmi la schiena lungo tutta la colonna e quel contatto aumentò la mia eccitazione.
Con un bacio profondo assaporai le pareti della sua bocca mentre i movimenti dei miei fianchi aumentavano di velocità e i miei umori bagnavano il tessuto delle sue braghe.
Mi staccai da quella bocca morbida solo per scendere lungo il collo e lasciare dei piccoli morsi lungo tutto il percorso. Abbassi le mie mani seguendo il contorno dei suoi addominali finché non trovai i laccetti bianchi dei pantaloni. Con una strana facilità riuscii a sciogliere il nodo che portava alla vita allargando il tessuto sui suoi fianchi. Dopodiché decisi di cambiare posizione perché, per quello che avevo in mente, dovevo avere più spazio. E dovevo scendere più in basso di così.
Mi spostai e inizia ad inginocchiarmi lentamente tra le sue gambe. Quando le mie ginocchia toccarono il pavimento freddo liberai finalmente il suo corpo dagli ultimi strati di tessuto che ancora lo contenevano.Mi ritrovai così a guardarlo dal basso verso l'alto e il mio cuore accelerò i suoi battiti.
Jungkook si era seduto aderendo completamente al divano, le braccia allargate e poggiate sopra il basso schienale, il corpo tonico e contratto e la virilità ben eretta che spiccava tra le sue gambe. Sembrava pronto per scattare delle foto per un calendario porno.
Sapeva di essere dannatamente sexy in quella posizione e stava chiaramente testando la mia resistenza al suo fascino. Resistenza che chiaramente faticavo a mantenere.
« A cosa stai pensando Noona? » chiese distraendomi da quei pensieri.
« A quanto tu sia stupendo seduto così. E a come godrò nel farti cambiare quella espressione soddisfatta con cui mi stai guardando. » risposi.
Mi avvicinai sinuosamente al suo membro eretto e dopo averlo afferrato per la base con una mano lo avvicinai alla mia bocca. Soffiai lievemente sulla sua punta e poi scesi leccandone tutta la lunghezza. Lo leccai diverse volte finché con uno scatto della testa lo presi in bocca senza nessun preavviso. Serrai le mie labbra su quella pelle turgida e cominciai a succhiare con gusto.
Jungkook si fece sfuggire un brontolio colmo di piacere e poi sentii un lieve assaggio del suo liquido nella mia bocca. Quando appoggiai la mano libera sulla pelle che circondava i suoi testicoli lo sentii gemere ed alzando lo sguardo lo vidi con la testa reclinata, gli occhi chiusi, la bocca semiaperta e il torace ansante.
«Oh Noona.» stava ripetendo tra gli ansimi mescolando quelle parole ad altre in coreano che non riuscivo a capire.
Aumentai la forza e la velocità con cui succhiavo il suo membro e cominciai ad accarezzare i suoi testicoli con movimenti circolari sempre più ampi finché non lo sentii tremare nella mia bocca.
Il respiro pesante di Jungkook mescolato alle sue parole mi stava facendo godere più del normale durante quel preliminare gustoso.
Senza toglierlo nemmeno un attimo dalla mia bocca mi posizionai a carponi. Allargai le gambe e incurvai la schiena per poi tornare a fissarlo.
Quando alzai lo sguardo vidi i suoi occhi neri fissi su tutto il mio corpo. Lo sguardo era bruciante. Riuscivo chiaramente a capire quello a cui stava pensando ed è per quello che lo stuzzicai ancora di più. Mantenendo il nostro contatto visivo cominciai a muovere i miei fianchi alla stessa velocità della mia bocca: quando con le labbra arrivavo alla sua punta curvavo leggermente la schiena verso il basso mentre quando arrivavo a toccarne la base inarcavo la schiena verso l'alto esponendo chiaramente le mie cosce e la mia intimità verso il muro.
Mi stava mangiando con lo sguardo e ad ogni mio movimento vedevo le sue dita contrarsi impercettibilmente nell'aria.
Ad un certo punto chiaramente al limite del controllo infilò una mano tra i miei capelli afferrandone direttamente la base vicino al cuoio capelluto e mi staccò dal suo membro. Questa volta toccò a me guardarlo con un ghigno soddisfatto.
«Tutto bene coniglietto? Ho forse esagerato? » domandai quasi facendo le fusa toccando con nonchalances le sue cosce nude.
Prima di parlare il ragazzo emise un sospiro cupo e vibrante che mi fece contrarre le gambe di riflesso.
«Oh Noona, dove tieni i preservativi? » chiese con un tono basso «Perché ho intenzione di farti cambiare quella espressione trionfante con cui mi stai guardando.»
Lo guardai con uno sguardo stupefatto, aveva veramente ripetuto la mia stessa frase? Si che lo aveva fatto!
«Questo non vale, coniglietto! » dissi mentre mi alzavo per prendere i preservativi nella borsa che avevo abbandonato a metà corridoio.
«Smetterai di chiamarmi coniglietto, vedrai! » sentii dire mentre frugavo nella borsetta estraendo vittoriosa la bustina argentata.
Mi girai verso di lui e lo guardai da capo a piedi beandomi di quella vista stupenda.
«Io non penso proprio...» risposi mentre tornavo davanti a lui osservandolo dall'alto prima di chinarmi per concludere la frase con « ...coniglietto!»
A quella parola allungo di scatto le braccia oltre la mia vita e mi spinse contro di lui. Per non perdere l'equilibrio dovetti allargare le gambe e posare le mie ginocchia al lato delle sue cosce. Mi ritrovai così ancora a cavalcioni della sua vita ma questa volta era chiaro che non sarei stata io ad avere il controllo. I nostri corpi nudi si stavano toccando nei punti più sensibili e forte di questo cominciò a strusciare il suo membro sulla mia femminilità facendomi tremare.
«Chiamami coniglietto ancora una volta e te ne pentirai Noona. » disse poco prima di mordermi un seno. Sentii la mia intimità cominciare a bagnare il suo membro mentre continuava a strusciarsi con una velocità e un'enfasi sempre più intense.
Non riuscii a resistere a quella provocazione e prendendogli il volto tra le mani sussurrai ancora una volta quel soprannome sulle sue labbra.
«Non dovevi farlo Noona.» disse prima di alzarmi di peso dal suo bacino e sfilarsi. Si portò con un movimento veloce dietro di me e mi spinse carponi sul divano. Mi ritrovai così con il busto adeso alla parte orizzontale dello schienale e un braccio mi scivolò oltre il limite rimanendo a penzoloni sotto di me.
Cercai di posizionarmi comodamente ma nel frattempo vidi Jungkook allungarsi, prendere il preservativo che avevo lasciato cadere accanto a noi, aprirlo con un gesto fulmineo e infilarselo su tutta la lunghezza.
Non ebbi nemmeno il tempo di ribattere per quella sua manovra brusca che adese completamente al mio corpo.
« Noona hai sfidato la persona sbagliata.» sussurò nel mio orecchio.
Sentii il suo petto sulla mia schiena e la sua mano sinistra scivolare impaziente sul mio corpo in cerca del mio seno. Alzai il viso e trovai le sue labbra a pochi centimetri dalle mie. Cominciammo a baciarci sopra la mia spalla mentre strusciava il suo membro tra le mie cosce e con le dita pizzicava il mio capezzolo facendomi gemere. Brontolai tutta la mia impazienza nella sua bocca. Lo volevo. E sentivo che anche lui mi voleva ma si stava trattenendo. Voleva chiaramente portarmi al limite della sopportazione.
Inutile dire che la mia pazienza durò ben poco. Inclinai quasi subito il mio bacino verso l'alto strusciando con impazienza le mie natiche sul suo pube.
Sentii la sua mano tatuata scivolare prima sul mio ventre e poi lungo la gamba. Quelle dita si staccarono dal mio corpo solamente quando decise di prendere il suo membro e direzionarlo contro la mia intimità.
Questa volta entrò con un colpo secco e venni colta alla sprovvista gemetti.
Nonostante l'orgasmo provato poco prima le mie pareti interne erano ancora strette e fu per questo motivo che percepii chiaramente ogni centimetro del suo corpo farsi spazio dentro di me.
Chiamai il suo nome girandomi verso di lui e come risposta le sue labbra si posarono sulle mie. Nel frattempo lo sentii muoversi lentamente dentro me e a ogni spinta affondare sempre più profondamente.
In quella posizione riuscivo a percepirlo chiaramente e ad ogni suo movimento il piacere tra le mie cosce aumentava.
Una volta intuito il ritmo dei suoi affondi cominciai ad assecondarlo in modo da aumentare reciprocamente il nostro piacere finché non si fermò scostandosi dalla mia bocca.
«Oh Noona non...riesco a trattenermi..se ti muovi così...» disse tra gli ansimi rochi «È troppo bello.»
«Lasciati andare Jungkook...» dissi quasi implorante, la voce tremante dal piacere.
«Non vorrei mai...»
Spostai la mia mano sinistra sulla sua e strinsi forte facendo affondare le mie unghie nella sua pelle. Con un ansimo profondo mi spostò qualche ciocca sul viso e subito dopo sentii le sue dita tra i miei capelli. Li spostò di lato, esponendo così il mio collo liscio al suo respiro caldo, e poi si fermò. Percepii chiaramente la sua titubanza.
«Jungkook ti prego...scopami...fallo e basta...senza paura.» dissi in un misto di implorazione e comando.
Non so se furono le mie parole o il mio tono ma finalmente mi ascoltò. Lo sentii aumentare di colpo i movimenti tra le mie gambe tanto che dovetti far forza con le mie mani sullo schienale per non scivolare in avanti.
Quelle spinte vigorose erano fantastiche. Inconsciamente inarcai la mia schiena contro il suo petto e appoggiai il mio capo nell'incavo della sua spalla. Jungkook ne approfittò subito. Bloccò la mia testa di lato con la sua mano tatuata impedendomi così di poterla muovere e affondò i denti nel mio collo teso.
Il dolore si fuse al piacere e i miei ansimi divennero pesanti ed irregolari.
Jungkook continuò imperterrito a tenermi il collo fermo con una mano leccando e mordendo ogni centimetro della mia pelle su cui riusciva ad arrivare mentre con le altre dita scivolava lungo i miei fianchi arrivando infine tra le mie gambe.
Con dei movimenti circolari cominciò a massaggiarmi delicatamente il clitoride mentre i suoi denti e il suo membro penetravano bruscamente nel mio corpo.
Il piacere ormai era incontenibile. L'orgasmo arrivò come un'onda improvvisa e mi ritrovai ad artigliare il tessuto del divano sotto le mie dita.
Quando tornai padrona del mio corpo Jungkook mi liberò dalla sua presa e mi adagiai sullo schienale del divano ancora in preda ai tremori del piacere. Lui però si stava ancora facendo spazio nel mio corpo e quei movimenti impedivano ai miei spasmi di finire.
Dopo avermi sfiorato la schiena posò entrambe le sue mani sulla mia vita e affondò con decisione le dita della mia pelle cominciando a pompare sempre più velocemente tra le mie gambe.
Lo osservai da dietro la spalla e i suoi occhi neri si fissarono subito nei miei. I nostri corpi che continuavano ad unirsi ora producevano un suono secco e chiaramente percepibile.
Ad un certo punto i suoi movimenti cambiarono ritmo e vidi i suoi occhi chiudersi per un istante. Il suo corpo fu percorso da una scarica invisibile e le sue mani si chiusero saldamente sul mio corpo. Fece un ultimo potente affondo e si liberò dentro di me, i muscoli contratti dal piacere che stava provando.
Rimase immobile qualche secondo e poi si accasciò sulla mia schiena, il respiro pesante e le mani tremanti.
Mi accarezzò tutto il fianco facendomi sussultare e dovetti concentrarmi per sorreggere entrambi i nostri pesi.
«Non ti ho fatto male vero Noona?» disse ancora ansante, gli occhi tondi fissi nei miei.
«No tranquillo...è stato tutto stupendo.» risposi dedicandogli un sorriso pieno di felicità mentre lo guardavo scostarsi dal mio corpo.
Mi rialzai lentamente stiracchiando i miei muscoli.
Quando fui in piedi davanti a lui mi circondò con le braccia dandomi un dolce bacio delicato, il volto luminoso e dolce in cui mi sembrava di cogliere persino una sfumatura di timidezza.
«Che ne dici se ci sistemiamo e poi ordiniamo qualcosa da mangiare?» chiesi lasciandomi cullare da quelle forti braccia.
«Ottima idea.» disse con un ampio sorriso sciogliendoci da quel tenero abbraccio.
Mi incamminai verso il bagno con Jungkook che mi seguiva allegro.
«Il menù è sul tavolo.» indicai mentre ci passavamo accanto «Possiamo ordinare tutto quello che vogliamo, il cibo è gratis.» dissi sapendo l'effetto che le mie parole avrebbero avuto su di lui.
Come avevo immaginato infatti mi guardò spalancando gli occhi e aprendo la bocca in un'espressione di sorpresa che lo fece somigliare istantaneamente ad un piccolo dolce bambino.
«Mi stai dicendo che posso mangiare tutto quello che voglio?» chiese con uno scintillio negli occhi.
« Si.» risposi.
La sua gioia era talmente elevata che fece un gridolino felice e cominciò a saltellare ancora nudo davanti a me guardandosi intorno entusiasta. Quella scena mi fece scoppiare a ridere. Fino a poco prima era una tigre piena di muscoli e forza e ora sembrava veramente un dolce coniglietto salterino.
Ad un tratto si girò tutto serio fissandomi intensamente e mi bloccai di colpo pensando si fosse arrabbiato per la mia risata, invece mi chiese cristallino: «Noona, dov'è il bagno?»
Scoppiai a ridere sempre più forte e con le lacrime ancora agli occhi gli presi la mano.
« Seguimi» dissi superandolo e lo accompagnai lungo il corridoio mentre lo sentivo fischiettare un motivetto allegro.
Quel ragazzo era una cosa mai vista prima e ne ero sicura, mi avrebbe sconvolto la vita.
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