CAPITOLO 7
I raggi del sole entravano dalla finestra della camera e riscaldavano il mio volto nascosto nel cuscino.
"Che ore sono?" mi chiesi mentre affondavo il viso nella federa scura cercando di ripararmi dai raggi luminosi.
«Non ho ancora voglia di alzarmi, si sta così bene su questo letto morbido.» mormorai mentre stiracchiavo i muscoli prima di tornare a rannicchiarmi. Ponderai l'idea di rimanere distesa ancora un po' tra quelle lenzuola morbide, crogiolandomi nel tepore del sole e nella morbidezza della seta, quando sentii il telefono vibrare da qualche parte nella stanza.
"Come mai non era sul comodino come ogni mattina attaccato al caricabatterie?" mi domandai ancora mezza addormentata. Poi in un lampo i ricordi della notte precedente riaffiorarono nella mia mente:
Io che guardo un enorme palazzo sull'isola del Garda. Ethan che mi presenta ad un sacco di ospiti dall'aspetto e dall'aria molto snob. Io che cerco di allontanarmi dal chiasso della festa. Sempre io che salendo le scale vado a sbattere contro Jungkook. Lui che sorride e scherza con me sulla balconata. Lui che si avvicina e mi bacia noncurante delle persone attorno a noi. Sempre lui che mi solleva e mi porta nell'enorme parco alle nostre spalle. Io che gli lecco il collo. Lui che per ripicca mi spinge contro un albero. Noi che finiamo per fare l'amore.
Mi alzai di colpo sul materasso come se una scarica di corrente elettrica avesse appena attraversato il mio corpo.
Era successo tutto per davvero? Non lo avevo sognato?
Rimasi ferma immobile al centro del letto rendendomi conto solo in quel momento di essere ancora completamente vestita.
Il telefono vibrò ancora una volta e fu solamente grazie ad esso che riuscii a destarmi completamente dai ricordi ancora vividi della notte precedente.
Strisciai fino al bordo del materasso seguendo il rumore del cellulare. Lo intravidi nella borsetta mezza aperta e buttata ai piedi del letto. Allungai la mano sporgendomi oltre il bordo ma mi bloccai a metà strada quando la gonna che ancora indossavo cadde sul mio busto, esponendo le mie cosce nude all'aria fresca della stanza.
Mi resi conto solamente in quel momento di non indossare gli slip.
«Ma cosa?!» domandai alla stanza vuota prima che il ricordo mi tornasse in mente.
Vidi distintamente l'immagine di Jungkook che levava le mie mutandine con un gesto sinuoso e le infilava nella tasca dei suoi pantaloni. Se le era tenute. Cenerentola lasciava al principe azzurro la scarpetta di cristallo mentre io lasciavo a Jungkook le mie mutande nere di pizzo.
"Beh quasi la stessa cosa. No?" pensai e quell'idea scoppiai a ridere di gusto.
«Ho girato il resto della notte senza mutande e non me ne sono accorta, oh Signore! » esclamai tra le risate mentre toglievo il telefono dalla borsa.
Accesi il display e la foto di Jungkook che usavo come sbocco illuminò tutto lo schermo. Sentii il cuore cominciare a battere all'impazzata mentre la sensazione delle sue mani sul mio corpo mi fece andare istantaneamente in fiamme. Rimasi frastornata ad osservare il display finché l'orario non si aggiornò sotto i miei occhi e trasalì. Il telefono segnava le 14:47 e quel che era peggio avevo sessantasette messaggi non letti e cinque chiamate perse. Oddio.
Cercai subito di capire chi mi avesse cercata cosí insistentemente e mi accorsi quasi subito che tutti i messaggi provenivano dal gruppo "W i BTS". Ovvero il gruppo che avevo con Lisa ed Emily.
Ancor prima di aprire la chat una leggera sensazione di panico si impossessò di me.
«Vuoi vedere che sono riuscite ad entrare in possesso del video e che mi hanno riconosciuta?» Mormorai al telefono.
«Speriamo di no» pregai cliccando sull'icona del gruppo.
Ore 2:30 Emily : " Dimmi che ti sei scopata Jk!! Dimmelo!!!"
Ore 2:30 Lisa : "Lo sappiamo che sei tu!!Dacci la conferma!!"
Ore 2:34 Emily :"Dimmi com'è!!! Dimmi com'è farsi sbattere da lui!!"
Scorsi velocemente gli altri messaggi fino ad arrivare agli ultimi inviati che risalivano a qualche minuto prima.
Ore 14:35 Lisa: "Ti romperemo le scatole finché non risponderai!"
Ore 14:42 Emily: "L'unica scusa valida per non rispondere è perché stai continuando a bombarti Jungkook!!"
Ore 14:42 Lisa :"Si esatto!!"
Ok. Avevano sicuramente visto il video. Cosa dovevo fare? Negare o confermare?
Rimasi ferma immobile pensando sul da farsi quando vidi comparire in alto la dicitura "Emily sta scrivendo... ". Cazzo.
Ore 14:52 Emily:"Non osare andare offline adesso. Ci devi dire tutto!!!!!"
Merda.
Ore 14:52 Emily:" Dimmi che quella nel video eri proprio tu! Dimmi che ti sei bombata Jungkook a quella dannata festa!!!!!!!!"
Ore 14:52 Emily :" Oh forse no, non dirmelo..."
Ore 14:52 Emily : "Anzi si dimmelo! Voglio sapere !! Dimmi che sei tu e che mi presenterai a Tae!!"
Cercai di mantenere la calma. Dovevo capire quanto sapevano. In effetti non avevo ancora controllato in internet cosa era stato pubblicato e quali fossero i gossip al riguardo e ammetto che una parte di me aveva paura di quello che poteva trovare.
Ore 14:53 Io :" Ciao ragazze. Scusate se rispondo ora ma mi sono svegliata poco fa. Comunque cosa vi fa pensare che abbia conosciuto Jungkook ieri sera?"
Ore 14:53 Emily :" Non fare la finta tonta sappiamo cosa è successo."
Ore 14:54 Lisa:" Finalmente ci degna della sua presenza! Allora hai dato un po' di tregua a Jungkook finalmente? "
Emily inviò nella nostra chat il selfie che avevo mandato dal camerino prima di partire dalla festa e poi diversi screenshot del video in cui si notavano i particolari del mio abito cerchiati in rosso. Mi aveva fregata. Non potevo negare di essere io in quelle immagini ma magari potevo negare che fossi stata con Jungkook. Anche se, conoscendo le mie migliori amiche, la possibilità di riuscire ad ingannarle era veramente minima.
Ore 14:59 Lisa: "Non dici nulla?"
Ore 15:00 Io: "Allora...Si quella potrei essere io...ma quello non è Jungkook"
Ore 15:01 Emily : "Non ti crede nessuno, c'è solo un ragazzo tatuato al mondo che ti faresti senza problemi e sappiamo tutte e tre chi è. Non raccontarla proprio a noi."
Ore 15:01 Emily : " Quel ragazzo ha un braccio completamente tatuato e guarda caso in maniera molto simile proprio all'idol che tanto adori. E per quanto abbiano smentito ogni voce di lui in Italia con tanto di foto e avvistamenti di Jungkook in Corea io non ci credo. Lo so che tu sei andata con lui questa notte! Non mentire!!"
Provai a smentire quelle affermazioni per diversi minuti finché Emily e Lisa non mi misero con le spalle al muro. Mi conoscevano troppo bene e seppur per telefono riuscivano a capire sempre quanto mentivo. Così alla fine non potei far altro che confermare le loro supposizioni.
Ore 15:12 Io : " Ok...Si avete vinto quella sono io e l'altro è Jungkook ma vi prego NON ditelo a nessuno"
Ore 15:12 Lisa : "Oddioooooo!!! Lo sapevo!!!"
Ore 15:12 Emily : " AAAAAAAAAAHHHH"
Ore 15:12 Emily : " Doppio Aaaaaaaaaaah"
Ore 15:12 Emily: " Dimmi che sei in hotel da lui o dimmi che è in hotel da te."
Ore 15:13 Lisa : "Se è in hotel con te io faccio le valige e vengo subito!"
Ore 15:13 Emily : " Anche io! Dimmi che è lì e tempo 10 minuti sono in macchina"
Ore 15:13 Io : " No ragazze, ci siamo lasciati subito dopo il caricamento di quel maledetto video e non ho la più pallida idea di dove sia..."
Per calmarle decisi di raccontare per filo e per segno tutto quello che era successo con Nina quella sera e di come alla fine, io e Jungkook, avevamo deciso di non continuare assieme quella splendida nottata.
Lisa ed Emily mi confermarono di come la notte precedente era effettivamente successo un delirio tra Army. Come mi aspettavo avevano infatti cominciato a circolare ovunque frame del video e alcune Army erano riuscite a riconoscere alcuni tatuaggi di Jungkook, supponendo quindi che fosse lui il ragazzo delle immagini. Per fortuna dopo meno di un'ora era sopraggiunto un articolo di un giornale coreano che affermava di aver visto Jimin e Jungkook passeggiare per le strade di Busan proprio quella mattina e le voci sul video si erano finalmente placate, ma ovviamente, erano iniziate le solite litigate tra Jikookers e Taekookers.
"Per fortuna" pensai leggendo i loro messaggi.
Ore 15:20 Io: "Ragazze ora devo andare a farmi una doccia e a mangiare qualcosa perchè sto morendo di fame. Ci sentiamo dopo va bene?"
Ore 15:21 Emily: " No ma io voglio sapere come è portarsi a letto Jungkook"
Ore 15:21 Lisa : " Ci devi dare tutti i dettagli! Now !!!"
Ore 15:21 Io : "Ahahahaha no, mai!"
E così scrivendo abbandonai il telefono sul letto mentre continuava a vibrare a causa dei messaggi di Lisa ed Emily. Le mie amiche infatti avrebbero sicuramente continuato tutto il giorno a chiedermi dettagli piccanti sulla notte passata. Dettagli che non avrei mai rivelato loro, se non dopo molti bicchieri di alcool.
Decisi quindi di sfilarmi il vestito e appoggiarlo con cura sul bordo del letto pregustandomi già la doccia calda che avrei fatto di lì a poco.
Mi diressi verso il bagno ma quando passai davanti allo specchio del corridoio mi bloccai di colpo accorgendomi di diverse macchie viola sul mio addome. Mi fermai ad osservare quei punti con attenzione. Sul ventre avevo due morsi violacei ben distinguibili poco sotto l'ombelico e altre piccole macchie di un rosso scuro erano sparse tutto attorno. Un'altra macchia ben visibile era invece localizzata alla base del collo e aveva esattamente l'aspetto di un enorme succhiotto. Anzi non ne aveva solo l'aspetto, era un enorme succhiotto.
«Oddio e questo come lo nascondo?» mi chiesi davanti lo specchio osservando quella macchia grande come una noce.
Nonostante tutto mi accorsi comunque di star sorridendo come una scema e una lieve risata uscì dalle mie labbra.
«A questo ci pensiamo più tardi» dissi. Ora avevo decisamente bisogno di una bella doccia calda e quell'enorme succhiotto sarebbe sicuramente rimasto lì per giorni interi, per cui avevo tutto il pomeriggio per pensare a come coprirlo.
Inutile dire che la doccia fu veramente rigenerante e una volta vestita, decisi di uscire per svagare un po' la mia mente.
Impiegai quasi venti minuti davanti lo specchio per nascondere il succhiotto di Jungkook e quando fui contenta del risultato mi diressi verso l'ascensore.
La brezza estiva del tardo pomeriggio mi rinfrescava dolcemente la pelle e alzava leggermente il tessuto della mia gonna leggera.
Respirai una boccata d'aria fresca mentre stiracchiavo verso l'alto le mie braccia e mi diressi felice verso il bar del centro. Avevo deciso di mangiare una buonissima coppa gelato, fregandomene per una volta della dieta, e devo dire che fu la scelta migliore che potessi fare.
Ero ancora seduta al bar assaporando l'ultima pallina di nocciola quando mi arrivò un messaggio da un numero sconosciuto :
"Buongiorno mia cara eroina,
Spero tu stia passando una buona giornata e ti stia riposando.
Volevo mandarti ancora i miei più sentiti ringraziamenti per quello che hai fatto per la mia famiglia e scusarmi ancora una volta per quello che ha fatto Nina.
Per dimostrarti quanto sia dispiaciuto ho intenzione di farti un piccolo regalo nei prossimi giorni quindi aspettati una bella sorpresa.
Ricordati che se mai avrai bisogno puoi sempre contare su di me.
A presto.
Ethan"
Lessi un paio di volte quel messaggio senza sapere bene cosa rispondere.
"Cosa si era inventato questa volta Ethan?". Rigirai il telefono tra le mani per diversi minuti ed infine risposi a quel messaggio ringraziandolo semplicemente per tutto. Dopodiché tornai a mangiare il mio gelato.
Rimasi per il resto del pomeriggio a gironzolare lungo le strade del paese e quando cominciò a calare il sole feci una lunga passeggiata lungo il lago ripensando a tutte le emozioni che avevo passato in quelle ventiquattro ore.
Ancora non mi sembrava vero e se non fosse stato per il succhiotto e per i morsi sparsi sul corpo avrei pensato di essermi sognata tutto. Il ricordo di Jungkook mi faceva battere il cuore all'impazzata e se chiudevo gli occhi mi sembrava ancora di sentire le sue mani su di me.
Mi imposi di rimanere calma e non lasciarmi trasportare dai ricordi per cui tornai in hotel appena il sole iniziò a calare e passai la serata tranquilla chiacchierando con Lisa ed Emily. Non volevo rimanere completamente da sola e nonostante tutto i loro tentativi di estorcermi qualche dettaglio su Jungkook le risate non mancarono.
Dopo quasi un'ora di domande venni colta per sfinimento e alla fine confessai che, come sospettavamo da tempo, il ragazzo aveva veramente la forza di prendere una ragazza e sbatterla contro un muro o , in assenza di esso, su un albero.
Con quella rivelazione le feci impazzire del tutto ma poi giurai che per quel giorno non avrebbero saputo niente altro e augurai loro la buonanotte.
Mi aspettava un'altra lunga settimana di lezioni e dovevo essere ben riposata se il giorno dopo volevo capire qualcosa delle varie presentazioni senza addormentarmi in aula.
Quella notte, così come le seguenti, sognai Jungkook e ad ogni risveglio la sensazione di lui che svaniva tra le mie mani mi faceva rimanere con un senso di agitazione, seguito poi dalla tristezza di non aver più saputo nulla di lui.
Lisa ed Emily avevano provato a dirmi di contattarlo tramite Weverse o tramite qualsiasi altra app ma avevo sempre rifiutato. Non mi sembrava il caso di cercarlo e inoltre non avrei nemmeno saputo come fargli arrivare il mio messaggio per cui, dopo l'ennesimo tentativo di convincimento, le obbligai a non parlarne mai più. E così fecero, sebbene io mi trovassi comunque tutte le notte a sognarlo.
Il Giovedì mattina però, dopo l'ennesimo risveglio agitato, decisi che era arrivato il momento di mettersi finalmente il cuore in pace.
Quella settimana infatti mi era successo più di una volta di pensare a Jungkook. Mi chiedevo cosa stesse facendo, se mi stesse pensando almeno un pochino o se ero stata solo una delle sue tante conquiste, e ogni volta che ci pensavo il mio morale era altalenante. Passavo dall'euforia di averlo conosciuto, alla tristezza per averlo fatto andare via senza avergli chiesto un contatto.
Quel giorno però mi ero svegliata prendendo finalmente una grande decisione: non ci avrei più pensato! Sarebbe stato un bel ricordo da custodire per sempre nella mia mente, nulla di più. Fine di tutto. Soprattutto perché, proprio quella notte, Jungkook doveva essere finalmente partito da Venezia per tornare in Corea. Non lo avrei mai più rivisto.
Passai quella giornata tranquilla e convinta nella mia decisione tanto che, quella notte, finalmente non lo sognai.
Il venerdì mattina mi svegliai finalmente rilassata e il pomeriggio arrivò prima del previsto.
Siccome quel giorno mi sentivo piena di energia dopo la fine delle lezioni decisi di andare a fare una bella passeggiata lungo le rive del lago.
Quando arrivai verso il centro mi accorsi che in quei giorni si stava tenendo l'annuale festa estiva del paese e non c'era nulla di meglio di bancarelle e buon cibo per mantenere alto il morale di quel pomeriggio.
Dopo aver gironzolato un po' qua e là mi fermai davanti ad un banchetto che vendeva un sacco di piccoli quadri raffiguranti diversi paesaggi del lago. Scoprii che l'artista era un simpatico vecchietto ormai in pensione e che aveva una vera passione per gli acquarelli. Mi soffermai a fissare un quadretto in cui era dipinto il meraviglioso paesaggio che si vedeva dal terrazzo della villa in cui, solo qualche giorno prima, avevo chiacchierato con Jungkook. I toni azzurri dell'acqua erano in contrasto con quelli rossi accessi del cielo e i dettagli del giardino erano resi con molto realismo. Il mio cuore perse inconsciamente un battito alla vista di quello scorcio.
«È molto bello vero signorina?» mi disse il vecchietto interrompendo i miei pensieri: «L'ho disegnato qualche mese fa mentre facevo una gita sull'isola. Quel posto è meraviglioso, ha un sacco di posti splendidi da dipingere.»
«Si è veramente un posto stupendo.» dissi con sguardo sognante.
"No ferma, avevi promesso che non ci avresti piú pensato!" urlai nella mia mente appena mi resi conto che stavo ricordando ancora una volta i momenti trascorsi assieme a Jungkook.
Rimisi il piccolo dipinto al suo posto bloccando immediatamente la mia voglia di comprarlo e rimasi a fissarlo finchè non sentii una strana sensazione percorrermi la schiena.
Avevo come il presentimento che qualcuno mi stesse osservando. Mi girai di colpo ma non notai nulla di strano. Dietro di me c'erano due famiglie sedute sulle panchine davanti la gelateria. Si stavano gustando tranquillamente i loro coni mentre i tre bambini giocavano a rincorrersi tra la folla della piccola piazza. Alla mia destra invece alcune coppie osservavano le varie bancarelle comprando qualche souvenir qua e là e alla mia sinistra, un gruppetto di ragazze veniva verso la mia direzione chiacchierando animatamente. Nessun brutto ceffo nel mio radar.
«Forse è meglio tornare in hotel a riposare, comincio ad avere le visioni» dissi al vento mentre mi incamminavo per la via principale.
Nonostante non vedessi nessuno continuavo comunque a guardarmi attorno perché quella strana sensazione non ne voleva sapere di sparire.
Dopo diversi metri di camminata decisi di svoltare in una stradina laterale in modo da evitare la folla della via principale. Se qualcuno mi stava seguendo ora lo avrei sicuramente notato ed ero già pronta a chiamare aiuto. La sensazione di ansia che provavo passò quasi subito appena cambiai direzione ma camminai comunque a passo svelto tenendo ben salda la tracolla della mia borsetta. Non era facile camminare con gli scarponcini sulle mattonelle sconnesse di quel marciapiede, soprattutto mantenendo quel passo, ma dopo una decina di minuti arrivai finalmente nella stradina laterale che conteggiava il mio hotel e tirai un sospiro di sollievo.
Stavo superando tranquillamente il vano della porta di servizio quando sentii un formicolio percorrermi tutta la schiena e il panico si fece strada lungo la mia spina dorsale. Non ebbi nemmeno il tempo di voltarmi che sentii una mano chiudersi con forza sul mio polso e spingermi nella rientranza del muro che avevo appena superato.
Quella stretta mi diede una scarica di adrenalina e cercai di liberarmi con uno strattone senza però riuscirci. Respirai a pieni polmoni pronta a chiamare aiuto quando sentii un dolce profumo fruttato provenire dal mio aggressore. E il mio cuore fece un tonfo bloccando così l'urlo nella mia gola.
"Non può essere lui" pensai.
La mia mente ovviamente continuava a ripetermi di lottare e fuggire ma il mio corpo; il mio corpo ormai non le rispondeva più. Era rimasto completamente bloccato dopo aver percepito quella dolce fragranza.
«Noona.» sentii dire dolcemente davanti a me prima di essere completamente circondata da un lieve abbraccio.
«Il tuo profumo è sempre meraviglioso.» sussurrò tra i miei capelli.
Il mio corpo cominciò a tremare leggermente nel momento in cui la mia mente riconobbe quella voce. Alzai lentamente lo sguardo con il cuore che rischiava di esplodere e a pochi centimetri dal mio viso trovai due grandi occhi neri che mi guardavano da sopra una mascherina dello stesso colore. Avrei riconosciuto quegli occhi tra mille. E ora quei grandi occhi da cerbiatto mi fissavano pieni di felicità.
Sentii il suo abbracciò stringermi un po' più forte.
«Sei veramente reale?» sussurrai adagiandomi al suo petto e guardandolo ancora incredula.
Jungkook era vestito con una enorme felpa nera, grande almeno due volte la sua taglia. Le maniche arrivavano oltre la lunghezza delle sue mani nascondendo accuratamente tutti i tatuaggi. Il cappuccio, anch'esso enorme, gli ricopriva completamente la testa e cadeva sulle spalle larghe formando delle delicate onde di tessuto. I pantaloni da ginnastica, chiaramente oversize, erano di un colore grigio fumo e vestivano morbidi nascondendo così le sue gambe lunghe e toniche. Era interamente coperto da capo a piedi, e così conciato, risultava decisamente impossibile da riconoscere. L'unica parte visibile erano gli occhi e in quel momento mi stavano guardando luminosi e pieni di gioia.
Avevo passato un'intera settimana a bloccare in ogni modo le forti emozioni che provavo quando pensavo a lui e adesso che me lo trovavo davanti tutto quello che avevo così duramente nascosto si stava riversando dentro il mio corpo come uno tsunami.
«Io pensavo che tu...» balbettai mentre le mie mani cominciarono a tremare «Dovevi già essere sul volo di ritorno in Corea...» continuai farfugliando.
«Co-Come hai fatto a trovarmi?» domandai ancora intontita e per nulla in grado di articolare un discorso complesso e sensato.
«Ho avuto un piccolo aiutino da una persona di nostra conoscenza.» disse chiaramente divertito dalla mia reazione. Non riuscivo a vedere la sua bocca a causa del tessuto che la copriva ma ero sicura stesse sorridendo di gusto notando quanto sembrassi confusa e agitata in quel momento.
«Io non...» continuai a balbettare e poi mi ricordai del messaggio di Ethan. Aveva detto qualcosa riguardo una sorpresa per farsi scusare. Qualcosa riguardo un piccolo regalo. Il piccolo regalo era lui? Jungkook era il piccolo regalo per farsi scusare?
«Ethan...» sussurrai e il ragazzo annuì.
Risi di gusto colta da un'improvvisa felicità e buttai le braccia intorno al collo di Jungkook. Mi allungai in punta di piedi e nascosi il mio volto nell'incavo della sua scapola annusando ancora una volta il dolce profumo che proveniva dalla sua pelle. Quel profumo era intenso e travolgente e riusciva a farmi sciogliere come burro nelle sue braccia.
Cominciai a strusciarmi sul suo collo come una gatta completamente inebriata da quella fragranza. Non avrei mai immaginato di poter sentire ancora quel profumo nella mia vita e ora che era nuovamente davanti a me, volevo assaporarne ogni minima nota.
Lo sentii sospirare nella mascherina mentre mi stringeva ancora più forte a lui.
Quel ragazzo riusciva a farmi perdere ogni blocco che mi imponevo duramente di seguire. Mi ero ripetuta piú volte che quello che avevo provato quella notte era stato completamente alterato dall'alcool e non sarebbe più potuto succedere, ma bastava la sua sola presenza a far andare la mia mente completamente in tilt.
«Noona.» mormorò tra i miei capelli «Mi prenderai per pazzo ma non riesco a toglierti dalla mente. Mi sono imposto tante volte questa settimana di non cercarti, di lasciarti rimanere solamente un fantastico ricordo di questa vacanza ma...»
Interruppe la frase istantaneamente e si contrasse per qualche secondo sentendo dei passi camminare lungo il marciapiede verso la nostra direzione. Lo vidi girarsi velocemente verso la porta di servizio e aprirla con un colpo secco della mano. Nello stesso istante mi prese il polso con la mano destra e mi trascinò oltre l'entrata chiudendo tutto alle nostre spalle.
Mi mise la mano sulla bocca impedendomi di parlare. I passi si fermarono proprio davanti la porta ma dopo qualche secondo di esitazione la persona dall'altra parte riprese a camminare verso la direzione in cui era venuta.
Vidi Jungkook guardarsi attorno circospetto e quando attorno a noi tornò il silenzio mi tolse la mano dalla bocca.
«Jungkook cosa succede?Sei sicuro che che possiamo...» Non riuscii a finire la frase perché con un movimento fluido si tolse la mascherina infilandola nella tasca della felpa e dopo avermi guardata con uno sguardo profondo da sotto il cappuccio colmò la poca distanza che ci separava.
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