CAPITOLO 29

Il giro turistico di Verona era andato decisamente alla grande e ,dopo aver mangiato in un piccolo ristorante vicino all'Arena, avevamo deciso di risalire in macchina e dirigerci verso Venezia.
Avevamo trovato posto in uno dei parcheggi adiacenti alla stazione dei treni e ora stavamo trascinando le nostre valigie lungo le strette calli della città.

«Jungkook, quanto manca ancora?» chiesi alzando per l'ennesima volta le mie valigie lungo gli infiniti scalini di un ponte.

Il ragazzo osservò il suo telefono e si guardò attorno.
«Il navigatore dice che mancano ancora quindici minuti, ma ammetto che non ci capisco molto, le strade sembrano tutte uguali.»

Arrancai verso di lui.
«Intanto si chiamano calli e non strade e poi quindici minuti? Devo farmi altri quindici minuti su e giù per i ponti con tutta sta roba?!» esclamai «Dove diavolo hai prenotato? Fammi vedere.»

«No Noona, è una sorpresa!» disse portando verso l'alto il telefono.

Mi aggrappai al suo braccio come una piccola scimmietta e provai a fargli abbassare la mano.
«Ti prometto che non spio la destinazione, ma almeno fammi capire se siamo nella direzione giusta, perché io non ho intenzione di girare tutta Venezia trascinandomi dietro le valigie ancora per molto.»

«Sei tu che non hai voluto accettare il mio aiuto, io ti avevo detto che potevo fare due giri, portando in hotel prima le tue cose e poi le mie.»

«Sì, e a giudicare da quanto sei bravo a seguire le indicazioni del navigatore ti saresti perso in qualche calle appena varcata la porta d'uscita dell'albergo...ma adesso fammi vedere dai.»

Jungkook mi guardò con uno sguardo corrucciato mormorando qualcosa tra sé e sé ma poi, dopo aver nascosto la parte alta dello schermo con la mano, girò il telefono verso di me. Osservai attentamente la piccola mappa colorata.
«Dobbiamo andare da quella parte» dissi indicando la calla vicino a noi «e poi prendere un traghetto» mi bloccai pensando di aver letto male, invece il simbolo del traghetto spiccava chiaramente alla fine di tutti i puntini azzurri «Un traghetto? Per davvero? Dove diavolo hai prenotato? Alla Giudecca

«Noona, avevi detto di non spiare» disse allontanandomi il telefono da sotto gli occhi e fissandomi offeso.

«Non ho spiato, ho solo guardato dove dovevamo andare e poi... Un traghetto?» ripetei spostandomi un ciuffo dalla guancia sudata e tornando ad afferrare le maniglie scure dei trolley.

Il ragazzo mi fissò con i suoi grandi occhi luminosi da sotto il berretto, e poi riprese a scendere il ponte alzando entrambe le sue enormi valigie senza mostrare il minimo sforzo.
«Noona, vuoi una mano?» mi chiese sentendomi borbottare in italiano dietro di lui.

«No tranquillo...faccio da sola» risposi.

«Dai ti aiuto!» disse lasciando i suoi bagagli alla fine del ponte e salendo i gradini due per volta.

«No Coniglietto, mi arrangio» dissi continuando imperterrita a scendere il ponte.

Jungkook non mi ascoltò, e appena arrivò davanti a me afferrò le maniglie che tenevo ancora saldamente strette tra le dita.
«Sei una testona Noona!» esclamò e poi senza ascoltare i miei lamenti di protesta mi rubò le valigie dalle mani e iniziò a scese la scala.

«Pure tu!» gli urlai prima di sorridere.

Venti minuti, e diversi ponti più tardi, eravamo finalmente attraccati sull'isola della Giudecca.
Pazientemente seguii Jungkook lungo la strada principale finché non mi ritrovai ad osservare sbalordita l'ingresso dell'hotel in cui il ragazzo aveva prenotato la nostra stanza.
«L'Hilton...hai prenotato all'Hilton?!» dissi leggendo il nome davanti a me «Sto per entrare all'Hilton? Vestita come una barbona? Con i capelli spettinati e il sudore che cola per tutta la schiena? Seriamente?» domandai.

«Stai calma, sei bellissima Noona. Non ci diranno nulla.» disse il ragazzo al mio fianco cercando l'email della prenotazione «Trovata!».

«La fai facile tu, sei bello persino con un sacchetto nero in testa!» gli risposi piccata mentre slegavo i capelli e cercavo di raccoglierli in una acconciatura improvvisata, prima di indossare la mascherina e fissare timorosa l'entrata davanti a me.

«Non ti preoccupare!» disse mentre faceva un passo in avanti. Con un gesto veloce si coprì anche lui il volto e poi aprì la porta di legno, varcando la soglia di quel lussuosissimo albergo.

Trascinai le mie valigie continuando a borbottare e lo sentì ridere mentre camminammo nell'immensa Hall dell'hotel. Jungkook si diresse con passo deciso verso uno dei tre banconi color mogano davanti a noi, mentre io rimasi a guardarmi attorno sbalordita. Lo spazio dell'entrata era veramente ampio e diversi divanetti e panche in stile vintage riempivano la zona di accoglienza. Osservai le colonne d'acciaio scuro che salivano fino al soffitto e mi persi a fissare le travi a vista, seguendone le venature dorate.

«Noona, mi servono i tuoi dati» sentii dire ad un tratto da Jungkook. Mi avvicinai a lui continuando a tenere il naso all'insù e una volta giunta al bancone estrassi la carta d'identità dalla borsa. Il ragazzo della reception prese il mio documento e poi tornò a fissare lo schermo del computer con sguardo concentrato.

Rimasi accanto a Jungkook, osservandomi attorno in soggezione. Alla mia sinistra, oltre ad una grande arcata in marmo, una sala piena di lussuosi divanetti e con un gigantesco bar si estendeva per diversi metri, mentre alla mia destra tre enormi ascensori attendevano di essere utilizzati dagli illustri clienti di quel luogo.

«Cari ospiti, questa è la tessera della vostra Molino tower suite. La stanza è già pronta. Ora vi spiego come arrivarci e Signor Jeon, per questa sera siamo riusciti a prenotare tutto come da lei richiesto» disse il receptionist con tono formale.

Io mi voltai immediatamente e fissai Jungkook.
«Cosa hai prenotato per questa sera?» domandai piegando la testa di lato e cercando di sembrare più dolce possibile.

«Oh no. È una sorpresa.» rispose il ragazzo «Ed è inutile che pensi ad un modo per estorcermi questa informazione perché non cederò!» aggiunse prima di rivolgersi ancora una volta al ragazzo che ci aveva accolti e farsi spiegare come raggiungere la nostra stanza. Nel frattempo osservai un secondo receptionist prelevare le nostre valigie e caricarle su un decorato carrello dorato.

«Le vostre valigie verranno recapitate direttamente nella vostra suite tra qualche minuto. Vi auguro un meraviglioso soggiorno a Venezia e, per qualsiasi cosa, non esitate a chiamare il numero della reception.» informò il ragazzo dietro il bancone.

«Andiamo Noona! »

Jungkook mi prese la mano e, sventolando la tessera della suite davanti a sé come un bambino, mi portò verso l'ascensore. Sentii la sua mano sudare dall'agitazione tra le mie dita. Era chiaramente emozionato e voleva portarmi a vedere la nostra camera il prima possibile. Sorrisi nel pensare a come quel ragazzo che stava davanti a milioni di persone a cantare e ballare per ore, potesse essere così agitato per una semplice stanza d'hotel.
Lo vidi iniziare a mordersi il labbro inferiore e allora, per ridurre un po' del suo stress e per saziare la mia curiosità crescente, provai per tutto il tragitto a carpirgli qualche informazione riguardo la sorpresa di quella serata. Tuttavia, come annunciato, il ragazzo fu caparbio come un mulo e tutto quello che ottenni fu un dolce sorriso divertito e un tenero bacio sulla fronte.

Quando arrivammo davanti la porta della suite Jungkook passò la card sul lettore e un lieve rumore elettrico annunciò l'apertura della serratura. Il ragazzo si fece da parte e con un enorme sorriso mi lasciò passare. Mi tolsi immediatamente le scarpe sulla soglia e mi guardai attorno.
«Ti prego non dirmi che hai prenotato la suite più costosa che avevano» dissi camminando lungo il piccolo corridoio d'entrata. Il pavimento, le pareti, le tende e i pochi mobili presenti erano tutti di un colore grigio tortora. Gli unici punti colorati appartenevano alle sedie bianche e rosse che circondavano i due tavolini in vetro della zona soggiorno e a qualche piccolo fiore, posato sulle mensole più basse.

«No tranquilla Noona, non era la più costosa.» mi rispose il ragazzo prima di fermarsi davanti alla finestra che avevo appena superato e osservare meravigliato il panorama di Venezia.
Evitai di guardare la mia figura riflessa nell'enorme specchio alla mia sinistra e, arrivata all'angolo del muro, spiai la stanza successiva.
Un enorme materasso con le lenzuola candide occupava gran parte della parete principale e la testiera grigia imbottita creava un meraviglioso stacco tra le federe bianche e il muro.
L'ampia parete dietro al letto era decorata con numerosi schizzi in matita dei luoghi più belli e affascinanti della città. Sorrisi entrando nella stanza.
«Jungkook, vieni a vedere» dissi intuendo quanto quei disegni gli sarebbero potuti piacere.
Il ragazzo trotterellò fino a me e poi osservò la parete meravigliato.
«Hai visto che belli?» gli chiesi.

«Wow sono stupendi» disse Jungkook avvicinandosi al muro e sfiorando i contorni delle linee nere «Sono tutti luoghi di Venezia?» domandò « Oh si, questo l'ho visto prima!» aggiunse poi indicando un disegno.

«Sì, mi sembrano tutti paesaggi di Venezia.» risposi aprendo la porta grigia accanto a me e trovandomi di fronte un grande bagno di marmo bianco «Se ci portano subito le valigie, possiamo sistemare le nostre cose in velocità e, se non sei troppo stanco, possiamo andare ad ammirare quei posti dal vivo. A breve sarà anche orario di aperitivo e mi piacerebbe farti fare il famoso "Bacaro tour"» gli dissi entusiasta.

«Il tour di cosa?» domandò curioso «Lo sai che per te farei di tutto, ma mi spieghi a cosa ti stai riferendo?»

«Davvero per me faresti tutto?» domandai divertita prima di girarmi e avvicinarmi sensuale al ragazzo.

«Che intenzioni hai Noona?» chiese alzando il piercing verso l'alto con fare interrogativo.

«Hai appena detto che per me faresti qualsiasi cosa, giusto Coniglietto?» gli dissi aderendo al suo corpo e alzandomi in punta di piedi mentre lo osservavo con sguardo languido. Feci scorrere le dita della mano destra sul suo petto e con l'altra mano mi abbassai verso il contorno dei suoi pantaloni. Il ragazzo socchiuse la bocca e fissò i suoi occhi scuri nei miei.

«Sì» rispose in un sussurro.

Sorrisi maliziosa e lo spinsi leggermente indietro, fino a fargli toccare con la base della schiena il davanzale in marmo bianco della finestra. Una lieve brezza proveniente dal mare gli spettinò i capelli neri e la luce del sole illuminò completamente i nostri corpi.
Portai le mie labbra vicino al suo collo e ne sfiorai la pelle candida. Contemporaneamente insinuai le dita sotto al tessuto dei suoi pantaloni e sfiorai i suoi addominali scolpiti. Il respiro del ragazzo si fermò per alcuni secondi.

«Mi piace l'idea che il mio Coniglietto faccia qualsiasi cosa io desideri» dissi facendo scorrere quelle parole sulla sua pelle.

Sebbene Jungkook stesse cercando di apparire calmo e rilassato la sua carotide iniziò a pulsare velocemente.
«E quindi cosa vuoi che faccia per te mia dolce tigrotta?» chiese con un lieve sorriso.

«Potrei avere un'idea molto interessante» sussurrai prima di umettare le labbra e passare la punta della mia lingua bagnata sulla sua vena invitante.

Il ragazzo posò le mani sul davanzale della finestra e strinse il marmo tra le dita, schiudendo le labbra in un sordo gemito.
«Non eri stanca Noona?» domandò con voce roca.

«Sì, infatti, e sai cosa ci starebbe benissimo dopo la lunga camminata che mi hai fatto fare per le strade di Venezia?» risposi mentre con le mani passavo l'elastico dei suoi boxer e mi strusciavo come una gatta sulla sua gamba contratta.

«Che cosa?» chiese lui con la voce già carica di lussuria.

Mi alzai in punta di piedi e avvicinai le mie labbra al suo orecchio.
«Rilassarsi un pochino. Per cui...» strusciai i miei seni sul suo petto pregustando già quello che sarebbe accaduto di lì a poco «Per cui adesso mi lasci la priorità sul bagno!» esclamai, e dopo avergli scoccato un bacio sulla guancia mi allontanai da lui come un fulmine.

«Noona!» lo sentì urlare alle mie spalle.

Mi voltai facendogli la linguaccia.
«Prima di uscire di nuovo ho bisogno di rinfrescarmi un pochino e tu occupi sempre la doccia per intere ere geologiche!» esclamai, ma osservandolo un'ultima volta, il mio sguardo cadde sul cavallo dei suoi pantaloni, già leggermente teso.
«Prometto di fare veloce, così poi puoi farti una doccia fredda!» esclamai ridendo mentre indicavo con lo sguardo il rigonfiamento tra le sue gambe.

«Me la pagherai Noona!» promise il ragazzo mentre mi chiudevo la porta grigia alle spalle.

Il bagno della suite era arredato con uno stupendo lavabo in marmo chiaro e una enorme doccia occupava tutta la zona alla mia destra.
Mi tolsi velocemente i vestiti, raccolsi i capelli in modo da non bagnarli e aprii il rubinetto della doccia. Dietro la porta sentii Jungkook borbottare in coreano e non potei fare a meno di ridere prima di buttarmi sotto al getto d'acqua.

Una manciata di minuti più tardi aprii l'anta del box in vetro e mi avvolsi un enorme accappatoio candido attorno al corpo. Uscii dal bagno felice e rilassata e notai subito le mie valigie poste ai piedi del letto. Mentre mi facevo la doccia Jungkook doveva averle recuperate e portate fino a lì. Tesi l'orecchio e sentii il ragazzo fischiettare un allegro motivetto nella stanza accanto.
«Grazie per aver portato qui le mie valigie» dissi avvicinandomi ad essa e aprendola in cerca di un cambio pulito.

«Non c'è di che» rispose dal corridoio.

«Il bagno è libero! Ti consiglio di rinfrescarti prima di uscire, si sta divinamente dopo una bella doccia fresca» dissi mentre prendevo un paio di pantaloncini azzurri e una maglietta nera.

Sentii il suono dei suoi passi farsi sempre più vicino e quando alzai lo sguardo verso di lui rimasi bloccata per alcuni istanti.
Jungkook mi stava fissando a torso nudo mentre sorseggiava tranquillo un bicchiere d'acqua. Mi guardò cercando di nascondere un sorriso trionfante e pochi istanti più tardi si passò una mano tra i capelli, provando a togliere alcuni ciuffi neri che cadevano ribelli sulla sua fronte.
"Maledetto Coniglietto" pensai osservando il suo petto che si allargava in una posa volutamente sexy.

«Tutto bene?» chiese ghignante «Vuoi un po' d'acqua anche tu?» aggiunse porgendomi il bicchiere.

«No, grazie sono apposto così» risposi provando a mantenere un tono distaccato. Non gliela avrei mai data vinta in quel modo. Mai.

«Perfetto, in caso ci sono delle bottiglie fresche nel frigobar» disse finendo in un sorso il suo bicchiere e posandolo su un piccolo tavolino rettangolare nell'angolo della stanza «Vado a fare una doccia veloce allora» aggiunse e subito dopo vidi le sue mani afferrare il bordo dei suoi pantaloni. Con un movimento veloce si spogliò, rimanendo completamente nudo a pochi metri di distanza. I raggi del sole colpirono le sue natiche tonde e sode e io mi ritrovai involontariamente a fissargli il fondoschiena. Il ragazzo mosse alcuni passi verso la porta grigia e il mio sguardo cadde sul suo membro, che si muoveva flaccido tra le cosce muscolose.

Jungkook non riuscì a mascherare il suo sorriso vittorioso e prima di entrare nel bagno mi fissò passandosi la lingua sulle labbra.
«Noona, sei sicura che la tua doccia sia stata abbastanza fredda? Perché a me non sembra proprio» dichiarò ghignando.

A quelle parole presi i pantaloncini che ancora tenevo in mano, li appallottolai e glieli lanciai contro.
La risata del ragazzo esplose cristallina nella stanza e con un movimento veloce chiuse la porta dietro di sé.
Osservai i miei shorts sbattere contro il legno e ricadere malamente sul pavimento mentre il ragazzo continuava a ridere di gusto dentro il bagno.

«Hai cominciato tu Noona!» urlò, e poco dopo lo scrosciare dell'acqua nascose la sua risata.

Fissai la porta con uno sguardo assassino ma subito dopo mi ritrovai a ridere sommessamente.
Aprii la seconda valigia in cerca di un completo intimo comodo da poter indossare in quella calda giornata veneziana ma il mio sguardo cadde sullo slip crotchless che, solo pochi giorni prima, Jungkook aveva osservato con interesse.
"Coniglietto, hai cominciato una guerra che non puoi vincere" pensai mentre prendevo le mutandine di pizzo nero e osservavo con un ghigno malvagio il fiocchetto posizionato poco sopra al tanga.
Indossai quell'intimo sexy con un sorriso sornione sul volto e, dopo averlo accuratamente nascosto con i pantaloncini, finii di sistemarmi.

Attesi Jungkook appoggiata alla finestra della camera, mentre ascoltavo il suono rilassante delle onde e segnavo su una piccola nota del telefono i bacari da visitare quella sera. Di tanto in tanto una lieve folata di vento mi scompigliava i capelli raccolti e l'odore intenso della salsedine arrivava leggero fino a me. Venezia mi aveva sempre affascinata. Era una città unica nel suo genere e ogni volta che venivo a visitarla mi sentivo come una bambina in un grande parco giochi. Adoravo le calli strette, gli innumerevoli ponti, l'odore salmastro dei canali e anche i piccioni invadenti di Piazza San Marco. Venezia era la mia città da mille e una notte, e non vedevo l'ora di portare il giovane idol a conoscerne ogni singolo luogo.
"Con tutti i posti che ci sono da fotografare dovrò sicuramente accompagnarlo a comprare una schedina della memoria nuova" pensai ridendo.

Ero ancora intenta a ridacchiare tra me e me quando la porta del bagno si aprì e uno sbuffo di vapore si fece strada nella camera da letto.
«-Kook, ma non ti conveniva farti una doccia fresca? Fa caldissimo e rischi di tornare a sudare appena metti piede fuori dalla stanza.» dichiarai mentre osservavo la piccola nube bianca dissolversi.

«Noona questo fumo non è opera mia, lo hai fatto tutto tu ...Che poi come fai a farti la doccia calda anche con queste temperature? Mi sono fiondato sotto il getto d'acqua pensando fosse fresca e invece ho rischiato di ustionarmi la schiena» rispose Jungkook uscendo dal bagno. Anche questa volta si era fasciato un asciugamano bianco sulla vita e, mentre camminava verso di me, si strofinava i capelli scuri con una seconda salvietta.

«Andiamo, sei sempre così melodrammatico. Era appena appena tiepida. » risposi girandomi verso di lui.

«Se quello era tiepido quando arriva l'inverno cosa dovrò fare? Farti scaldare l'acqua direttamente nella lava?» chiese lanciando il piccolo asciugamano sul letto e avvicinandosi a me.

«Potrebbe essere una valida soluzione. Una vasca di acqua calda immersa nella lava. Tienilo a mente» risposi scherzando.

«Hai presente quanto mi costerebbe? No, no, propongo un metodo molto meno dispendioso e decisamente più divertente» disse con uno strano luccichio negli occhi.

«Ovvero?»

«Potrei scaldarti io ogni volta che lo desideri » rispose avvicinandosi tronfio.

"Se solo sapessi quello che sto indossando in questo momento non saresti così sprezzante" pensai senza riuscire a nascondere il luccichio sinistro nei miei occhi.

Jungkook azzerò le distanze tra di noi, bloccandomi tra la finestra e il suo corpo muscoloso ancora lievemente bagnato. I capelli gli ricaddero sulla fronte in piccoli ciuffi umidi e i suoi occhi neri si fissarono nei miei. Si sporse in avanti. Un raggio di sole gli illuminò il viso, facendo risplendere il suo piercing argentato e mi dovetti concentrare per mantenere i miei occhi fissi nei suoi.
«Cosa era quello sguardo Noona?» chiese curvandosi su di me.

«Quale sguardo?» ribattei alzando il mento.

«Oh, hai capito benissimo a cosa mi riferivo» ribatté «A cosa stavi pensando? » .

«Assolutamente nulla» risposi sbattendo le ciglia.

«Oh Noona, non mentire. Quello è lo sguardo che fai quando mi sfidi, o quando stai pensando ad un modo per sfidarmi.» disse con un sorriso furbo «Ormai comincio a conoscere la mia piccola tigre»

«E allora io cosa dovrei dire?» chiesi sfiorandogli il petto muscoloso e seguendo con le dita la scia di una piccola goccia trasparente.

«Non capisco a cosa ti riferisci» disse passando in un istante al suo sguardo tenero da cucciolo.

«Oh -Kook, non mentire.» ripetei anche io «Questo è quello che fai quando vuoi farmi pentire delle mie scelte. Ti avvicini tenebroso e sensuale, vestito solamente con un asciugamano e poi gongoli nel vedermi perdere ogni briciolo di fermezza a causa tua. Ormai comincio a conoscere il mio piccolo Coniglietto.»

«Ormai entrambi cominciamo a conoscerci fin troppo bene, non pensi? » mi domandò mentre i suoi occhi diventavano foschi.

«Lo penso anche io» risposi fissandogli le labbra rosse e sentendo il cuore accelerare.

«Noona, ormai sei quasi come un libro aperto per me» disse sfiorandomi il braccio con la mano e iniziando a baciarmi il collo con le labbra morbide. Affondai le mani nei suoi capelli bagnati e innumerevoli goccioline fredde iniziarono a scorrermi lungo gli avambracci.

«Sei un po' troppo presuntuoso Coniglietto» dissi mentre il mio respiro si spezzava. Jungkook se ne accorse e mi morse debolmente, facendo in modo che un lieve ansimo uscisse involontario dalla mia bocca.

«Io non penso proprio» mormorò prima di stringermi la vita e affondare i suoi denti alla base del mio collo.
Gemetti e piegai la testa all'indietro, mentre la mia schiena si inarcava contro il suo corpo e una scarica di piacere si concentrava tra le mie gambe.
«Ti avevo avvisata che te l'avrei fatta pagare» disse ridacchiando mentre tornava a fissarmi con i suoi profondi occhi scuri «E ora penso che andrò a vestirmi, avevi così tanta voglia di uscire che non voglio tenerti rinchiusa in questa stanza contro la tua volontà» aggiunse con un ghigno malvagio sul volto e liberandomi dalla sua stretta.

"Non ti lascerò andare via così!" pensai in un moto di rabbia e orgoglio.
«Coniglietto, mio caro e dolce Coniglietto» iniziai a recitare mentre portavo le mie mani sulle sue spalle, facendole poi scendere lentamente lungo i suoi pettorali «Quando inizierai a capire che io sono sempre un passo più avanti di te?» chiesi con tono lascivo mentre gli accarezzavo gli addominali. Lui alzò il sopracciglio verso l'alto in una espressione interrogativa e io velocemente scosta le mani dal suo corpo. Mi slacciai il bottone degli shorts e con un movimento veloce li feci cadere ai miei piedi. Poi mi alzai in punta di piedi e mi addossai alla finestra in una posa volutamente sexy.

Jungkook fece un passo indietro e mi fissò da capo a piedi. Quando si accorse del particolare dei miei slip spalancò gli occhi, mordendosi subito dopo il labbro inferiore. Notai il tessuto bianco dell'asciugamano tendersi sulla sua vita e un sorriso soddisfatto comparve sul mio volto.
«Devo ammettere che questo non me lo aspettavo» disse con tono basso.

Alzai il mento fiera.
«Lo so Coniglietto,» risposi provocante «ma siccome hai fretta di vestirti tutto questo lo rivedrai stasera» aggiunsi abbassandomi sensuale e raccogliendo i pantaloncini.
«Così rimarrai per tutto il tempo a pensare che sotto ai miei corti short indosso queste mutand- » non riuscii a finire la frase perché le mani di Jungkook mi afferrarono la vita e, sebbene fossi ancora piegata in avanti, con una contrazione delle braccia mi sollevò, mettendomi seduta sul marmo bianco della finestra. I pantaloncini mi scivolarono dalle dita e lo fissai contrariata.
«Coniglietto ma ti pare il caso di- » le sue labbra di posarono con ruvidezza contro le mie e non dissi più nulla. Le sue mani mi arpionarono la schiena, facendo inarcare il mio busto in avanti e gemetti. Nello stesso momento con un movimento brusco si posizionò tra le mie gambe e il suo membro, teso sotto al tessuto bianco, si conficcò contro la mia femminilità.
La lingua di Jungkook entrò nella mia bocca e mi gustò con passione, non lasciandomi nemmeno il tempo per respirare. Sentii le mie gambe contrarsi in piccoli spasmi e iniziai a sfregare il mio bacino contro il suo. Il tessuto, che teneva ancora in vita, si bagnò ben presto dei miei umori e iniziai ad ansimare tra le braccia del ragazzo.

«Vuoi ancora che vada a vestirmi?» sussurrò sulle mie labbra mentre iniziava a baciare la mandibola «Perché se lo vuoi allora smetto immediatamente e ci prepariamo per uscire».

«Oh -Kook, lo sai che potrei dirti di smettere solo per il gusto di sfidarti» gli risposi mentre la sua mano accarezzava la mia colonna vertebrale e si portava vicino alla mia nuca.

«E lo farai » chiese stringendo i miei capelli e portandoli verso il basso. Un gemito lasciò le mi labbra e il ragazzo continuò a mordicchiarmi la pelle morbida del collo.

«Oh, no che non lo farai Noona, il tuo corpo mi vuole troppo per permettere alla tua mente di prendere il sopravvento» disse facendomi reclinare il capo e iniziando a succhiare con avidità il mio collo. Mi aggrappai con le mani ai suoi bicipiti e affondai le mie unghie nella sua pelle. Iniziai a strusciarmi con forza contro il suo asciugamano cercando di aumentare l'attrito del tessuto sul suo membro e dopo pochi secondi Jungkook ansimò sulla mia pelle.

«Anche il tuo corpo mi vuole troppo per fermarsi proprio sul più bello.» affermai con voce roca.

«Non ho mai detto il contrario.»

Il ragazzo mi scostò la maglia dal seno e lo strizzò con forza facendomi gemere.
«Adoro il modo in cui rispondi ad ogni mia singola carezza...» disse sfiorandomi in un unico gesto il fianco e facendomi vibrare a quel contatto.
«Ad ogni mio singolo bacio...»
Il ragazzo si portò più un basso e le sue labbra iniziarono a lasciare una scia di baci sul mio ventre mentre con le mani mi allargava le cosce.
«Ad ogni mio singolo morso»
Jungkook si inginocchiò e i suoi denti candidi affondarono talmente tanto nella mia coscia che dovetti aggrapparmi con le mani al marmo per non rischiare di cadere sul piccolo balcone alle mie spalle.
«Ad ogni mia singola lappata»
La sua lingua calda e bagnata percorse lentamente tutto il mio inguine e contemporaneamente le sue mani mi afferrarono le gambe posandole sulle sue spalle larghe e muscolose.
«Ma c'è una cosa che adoro più di tutte...» sussurrò alzando lo sguardo su di me «Adoro il modo in cui chiami il mio nome mentre ti faccio venire» e così dicendo affondò il suo viso tra le mie gambe.
Impazzii.
Jungkook iniziò a passare con foga la lingua in ogni mia piega e dovetti aggrapparmi con le mani al cornicione della finestra per poter resistere alle innumerevoli scariche di piacere che mi stava provocando. Quando le sue labbra si serrarono per alcuni secondi attorno al mio clitoride ansimai il suo nome e vidi il ragazzo sorridere tra le mie gambe prima di dare una lunga lappata e tornare ad affondare nella mia femminilità. I suoi denti scavarono nella mia pelle, la sua lingua mi leccò senza sosta e le sue labbra si chiusero attorno ai miei punti più sensibili facendomi urlare e dimenare nella sua presa. Lui serrò la presa sulle mie cosce e, impossibilitata a muovermi come volevo, mi inarcai contro il suo viso.

Abbassai il mio sguardo e osservai il ragazzo mentre, ad occhi chiusi, si impegnava a darmi piacere e, quasi avesse percepito il mio sguardo aprì le palpebre, fissando i suoi grandi occhi scuri nei miei. Infilò la lingua in profondità e un ansimo roco lasciò la mia gola. Socchiusi gli occhi quando la scarica di piacere mi fece vibrare tutto il corpo.
«-Kook non resisterò ancora per molto» dissi tra i gemiti mentre con il bacino iniziavo ad assecondare i suoi movimenti.

Quando udii quelle parole vidi il piercing del ragazzo guizzare verso l'alto e dopo avermi morsa con delicatezza si scostò un attimo.
«Noona ho solo una richiesta da farti» disse prima di leccare il mio inguine e farmi gemere ancora una volta.

«Cosa..cosa vuoi?» chiesi con il fiato corto.

Sentii la sua mano sinistra mollare la presa sulla mia gamba e negli occhi del ragazzo comparve un'ombra scura.
«Tieniti forte e cerca di non urlare troppo o potrebbero sentirti dalla strada»

« -Kook cosa hai intenzione di fa- aah » senza lasciarmi completare la frase Jungkook infilò due dita dentro di me e iniziò a muoverle avanti e indietro con movimenti rapidi e decisi. Mi mancò il fiato. Le mie pareti si strinsero attorno alle sue falangi e lui continuò ad affondare, finché le sue dita si bagnarono completamente a causa mia. Dopodiché decise di aggiungere anche la sua bocca e io non capii più nulla. Le sue labbra si chiusero poco sopra le sue dita e quando iniziò a succhiare rischiai quasi di perdere l'appiglio alla finestra.

Iniziai a gemere il suo nome e reclinai la testa all'indietro. Un lungo ciuffo si liberò dal fermaglio dorato e si attaccò al mio collo lievemente sudato, ma non smisi nemmeno un secondo di godere delle sue attenzioni. Percepii il piacere denso come melassa concentrarsi prepotentemente tra le mie cosce. Non sarei resistita ancora per molto. I miei gemiti infatti divennero sempre più sonori e Jungkook, capendo che ero vicina al limite, decise di far passare la punta della sua lingua attorno al clitoride. Il piacere esplose come una cascata tra le mie gambe e pronunciai il suo nome in un ultimo potente scossone.
Le dita del ragazzo continuarono a muoversi ancora per diversi secondi, finché le mie braccia non furono più in grado di tenere la presa. Mi curvai in avanti e, sebbene diverse ciocche occuparono i lati della mia visuale, l'unica cosa che notai furono gli occhi splendenti del ragazzo. Con un'ultima lappata Jungkook abbandonò la mia femminilità e poi si portò vicino alla mia bocca.

«Noona, voglio sentirti chiamare il mio nome in questo modo ancora un miliardo di volte» sussurrò vicino alla mia bocca.

«Dovrai impegnarti molto per farmi venire ancora un miliardo di volte» gli risposi con gli occhi ancora languidi.

«Se questa è una sfida allora la accetto molto volentieri» rispose sorridente «E dopo averti fatta venire un miliardo di volte ti farò venire ancora, e ancora, e ancora, finché non avrò raggiunto un altro miliardo di volte.»

«Questa è una sfida molto difficile da vincere, lo sai vero?»

«Lo so...e se non ci riuscirò, ti lascerò legarmi e torturarmi per tutto il tempo che vorrai...» rispose divertito.

«Coniglietto, quello lo posso già fare tutte le volte che desidero... » risposi prima di prendergli il volto tra le mani e baciarlo con foga.
Feci scivolare le mie gambe lungo le sue spalle finché non riuscii a toccare il pavimento con le punte dei piedi. Poi con un movimento deciso del bacino mi staccai dal davanzale e sinuosamente mi lasciai cadere verso il basso portandomi a cavalcioni delle sue cosce. Iniziai subito a strusciarmi sul suo asciugamano e poco dopo sentii il suo membro tendersi ancora una volta. Lo baciai con foga facendo scivolare la mia lingua nella sua bocca, assaporandolo rudemente. Contemporaneamente le mani di Jungkook mi accarezzarono i fianchi e giocarono con il bordo della mia maglietta, facendomi fremere sopra di lui. Dopodiché afferrò la mia vita e premette il mio corpo verso il basso. Il suo membro si strofinò con forza tra le mie cosce e io iniziai a cavalcarlo con veemenza.
Il nostri respiri divennero presto accelerati e il bacino del ragazzo iniziò a muoversi in sincronia contro il mio. Il tessuto che sfregava contro la mia femminilità divenne completamente fradicio e le sue mani si conficcarono nella mia pelle con un piccolo spasmo.

«-Kook ti voglio...» gli sussurrai dopo un gemito più forte degli altri «E vorrei averti ancora una infinità di volte... finché non ti stancherai di sentire la mia carne bagnata e calda che ti accoglie e le mie mani delicate che accarezzano tutto il tuo corpo»

«Noona, forse non ti è ancora chiara una cosa e per questo te lo dirò esplicitamente: io non mi stancherò mai di te!» così dicendo, dopo aver rinsaldato la presa sulla mia vita, mi alzò assieme a lui. Le mie gambe persero il contatto con il pavimento e nel tentativo di aggrapparmi alla sua vita feci cadere a terra l'asciugamano. Il suo membro, finalmente libero, guizzò verso l'altro, trovandosi alla stessa altezza della mia femminilità.
Posai le mie mani sulle sue spalle e, riprendendo stabilità, iniziai a strusciare la mia intimità contro la sua.
«Non così presto tigrotta...fammi prima prendere il preservativo» disse Jungkook con la voce roca e carica di lussuria.

«Li ho messi nella valigia piccola...prima tasca in alto a destra»

Jungkook si spostò vicino al letto e ,dopo aver allentato la presa sulla mia vita, mi posò in piedi sul materasso.
«Aspettami qui» disse dolcemente prima di voltarsi e raggiungere l'angolo della stanza.

Approfittai di quei pochi secondi per togliermi la maglietta e mettermi in ginocchio sul letto, attendendo paziente.

«Trovati!» esclamò estraendo la scatola e prendendo una bustina metallizzata tra le dita. Poi si voltò e mi guardò sollevando il sopracciglio.
«Non ci credo, sei veramente rimasta lì come ti avevo detto» disse avvicinandosi a me.

«Ogni tanto so essere ubbidiente anche io...ma non ti ci abituare» dissi fissandolo con uno sguardo da gatta «È molto più divertente disubbidirti e dimostrarti che non mi faccio comandare da nessuno, nemmeno dal famoso Jeon Jungkook».

«Sei sicura? Io ricordo una piccola Noona legata promettere che avrebbe fatto qualsiasi cosa per me» rispose con un ghigno sul viso mentre tornava verso il letto.

«Secondo me ricordi male Coniglietto» dichiarai, nonostante ricordassi fin troppo chiaramente la scena che aveva appena descritto.

«Io non credo proprio» ribatté convinto.

I suoi occhi neri divennero talmente profondi e passionali che una scarica di piacere si diffuse lungo tutta la mia colonna vertebrale nell'esatto momento in cui si fissarono nei miei.
Avrei fatto qualsiasi cosa per quel ragazzo? Sì. Glielo avrei lasciato scoprire? No, decisamente no.

«Secondo me hai la memoria corta» affermai con tono spavaldo mentre posavo le mani sulle sue cosce e iniziavo a muoverle verso l'alto «Lasciami l'onore di rinfrescarla».
Così dicendo portai le mie dita sul suo inguine e poi con una presa decisa avvolsi la base della sua lunghezza, piegandola verso di me. Dopodiché, senza alcun preavviso, feci affondare il suo membro dentro la mia bocca.
Appena la sua punta toccò il fondo della mia gola Jungkook ansimò profondamente e pochi istanti più tardi la sua mano mi accarezzò la testa. Alzai lo sguardo e osservai il suo viso. Gli occhi neri erano due pozzi senza fondo, la bocca era semiaperta e la carotide pulsava vistosamente sul suo collo. Mi stava fissando con una tale passione che pensai di prendere fuoco da un momento all'altro, sotto il suo sguardo eccitato e rovente.

Iniziai a succhiare la sua lunghezza facendola entrare ed uscire dalla mia bocca finché il petto di Jungkook non iniziò ad alzarsi e ad abbassarsi ad un ritmo sempre più rapido.
«Noona, rallenta o rischio di venire» disse a denti stretti.

Lo fissai con uno sguardo vittorioso e feci scivolare le mie labbra sulla sua pelle tesa.
Attraverso la mia mano, stretta ancora alla base del suo pene, riuscii a percepire distintamente il suo battito cardiaco e, basandomi su quella sensazione, iniziai a leccargli la punta rosea con dei movimenti lenti e circolari. Non volevo farlo venire così velocemente ma non volevo nemmeno fermarmi dall'assaporarlo ancora un po'. Il suo gusto salato infatti era lievemente camuffato da quello dolce del bagnoschiuma e l'accostamento dei due sapori era delizioso sulla mia lingua.
Decisi però di dargli un po' di tregua. Iniziai a baciargli la punta, scendendo poi lentamente verso il basso e gustandomi la sensazione del suo membro teso contro le mie labbra. Contemporaneamente spostai la mano sinistra sulla pelle morbida che ricopriva i suoi testicoli e iniziai a compiere dei piccoli movimenti circolari. I lombi del ragazzo fecero un piccolo scatto in avanti e io sorrisi. Poi senza aspettare ulteriormente lo feci affondare ancora una volta nella mia bocca fino a toccare con le labbra il suo pube. Le pareti della mia gola si strinsero attorno al suo membro e rimasi in quella posizione per diversi secondi, godendomi il corpo del ragazzo che si contraeva sotto i miei polpastrelli.
I miei polmoni iniziarono a richiedere aria ma io non li ascoltai, e spinsi ancora più affondo il membro di Jungkook. La mia gola fasciò completamente la sua punta e le dita del ragazzo affondarono nei miei capelli, mentre un ansimo roco si mescolava al mio nome.

«Ti prego fermati » implorò mentre si torturava il labbro con i denti.
Con le prime lacrime che iniziarono a solcare il mio volto ascoltai la sua richiesta e, dopo un'ultima contrazione della gola, lo feci uscire dalla mia bocca. Il ragazzo liberò un lungo sospiro e poi mi fulminò con lo sguardo.
«Ti piace proprio sfidarmi vero?»

«Oh, si!» risposi riprendendo fiato mentre strusciavo la guancia sulla sua coscia come una gatta in calore «È sempre divertente vedere fin dove riesco a spingermi prima di farti implorare il mio nome».

Un'espressione compiaciuta comparve sul mio viso e lo sguardo del ragazzo si fece ancora più fosco. Sentii la presa tra i miei capelli farsi più salda e, con un gesto veloce ma ben calcolato, Jungkook mi portò a pochi centimetri dal suo volto.
«Sei...» disse fissandomi intensamente.

«Ribelle» aggiunsi al suo posto con un sorriso.

«No, Noona...Fantastica» e così dicendo mi piombò addosso.

La mia schiena affondò nel materasso morbido e non feci nemmeno tempo a sistemarmi comoda che Jungkook mi fu subito sopra. Le sue labbra cercarono avidamente le mie e le sue mani passarono tutto il mio corpo, graffiandolo con le unghie. Io invece affondai le mie dita tra i suoi capelli, iniziando a giocare con le sue ciocche più lunghe mentre mi muovevo sempre più vogliosa sotto di lui .
La mano destra di Jungkook si fermò sulla mia natica e il ragazzo infilò le dita sotto al mio corpo in modo da strizzare la mia carne in una presa d'acciaio.
Ansimai il suo nome e un lieve brontolio si formò nella gola del giovane idol, mentre spingeva il suo membro contro il mio bacino con movimenti controllati ma potenti.

«Noona ti prego resta con me...» sussurrò prima di mordermi il labbro e tirarlo verso di sé «Dimmelo...» implorò iniziando a baciarmi.
«Dimmi che anche per te è lo stesso...» disse sfiorandomi la mandibola.
«Dimmi che il tempo che ci rimane è troppo poco...» continuò scendendo lungo il mio collo.
«Dimmi che desideri stare con me ancora...» mormorò baciando la mia pelle con sempre più trasporto.
«E ancora» un secondo bacio si posò sulla mia pelle ormai bollente.
«E ancora» la mia giugulare pulsò sotto le sue labbra morbide.
«Dimmi che non è solo un mio desiderio» le sue unghie affondarono nella pelle della mia coscia facendomi ansimare.
Mi stavo sciogliendo. Mi stavo sciogliendo sotto di lui e non potevo fare nulla per impedirlo.
«Dimmi che sei mia» chiese prima di abbassarmi con i denti il tessuto del reggiseno fino ad esporre il mio capezzolo turgido.

«-Kook-ah» ansimai mentre con le labbra sfiorava quel punto sensibile.

«Dimmelo» ripeté fissandomi con i suoi grandi occhi neri magnetici e io, io non potei far altro che assecondarlo.

«Sono tua -Kook» risposi in un sussurro «Sono tua e lo sarò sempre.»

«Dimmi che vorresti passare con me interi giorni, interi mesi, interi anni» disse baciando l'aureola rosa del mio seno.

«Lo vorrei...» confessai.
"Ma purtroppo non possiamo" pensai subito dopo.
Tuttavia non riuscii più a dire nulla perché, sentendo le mie ultime due parole, Jungkook iniziò a succhiare con forza il mio capezzolo e io persi tutta la lucidità che, con tanta fatica, stavo cercando di mantenere.

Il suo membro iniziò a sfregare contro il mio clitoride e, come se avesse sfiorato i fili invisibili che controllavano il mio corpo, mi inarcai contro di lui. Le mie dita gli tirarono i capelli e un ansimo roco uscì dalle labbra del ragazzo.
«Ti va bene se adesso ti faccio mia?» chiese con voce affannata «Sto faticando a trattenermi...e voglio farti sentire quanto ti desidero...quanto ti ho desiderata...e quanto ti desidererò...sempre...sempre Noona, perché...» il ragazzo si avvicinò al mio viso e il suo volto divenne serio e profondo «Perché... nonostante tutto quello che succederà...Io sarò sempre tuo».
Suggellò quelle parole con un bacio passionale e il mio cuore esplose nel petto. Ci eravamo appena detti che saremmo appartenuti l'una all'altra per sempre, nonostante la sua partenza imminente, nonostante le nostre strade fossero destinate a dividersi in poco più di ventiquattro ore per non incrociarsi forse mai più, lui si sarebbe sempre ricordato di me e io mi sarei sempre ricordata di lui. Infondo quello, era un lieto fine migliore di quanto mi aspettassi.

«Prendimi -Kook...fammi tua...sono tua» gli sussurrai sulle labbra.

Il ragazzo mi fissò per un istante e poi si mise in ginocchio, si allungò verso il preservativo e dopo pochi secondi il lattice trasparente ricoprì tutto il suo membro teso. Quindi si distese sopra di me e mi guardò intensamente.
«Facciamo l'amore Noona...facciamo l'amore assieme...» mormorò guardandomi con occhi grandi e splendenti «Questa volta niente corde, niente costrizioni, niente forza, niente giochetti... solo tu ed io...».

Il respiro mi si mozzò in gola e lo fissai per un istante che mi parve lunghissimo. Tuttavia sentendo quella richiesta il mio cuore si sciolse in un mare di dolcezza e, prima che riuscissi anche solo a pensare alle conseguenze di quella scelta, mi ritrovai ad annuire con il capo.
«Va bene -Kook...facciamo l'amore. Facciamo l'amore assieme...» dissi tremante. E così accadde.

Il ragazzo iniziò a sfiorare delicatamente tutto il mio corpo mentre mi sfilava lentamente gli slip e io mi tolsi velocemente il reggiseno. Lo osservai posizionarsi attentamente tra le mie gambe e rimanemmo a fissarci, mentre le nostre mani e i nostri corpi si sfioravano dolcemente, quasi fosse la prima volta.

Jungkook iniziò ad accarezzare tutto il contorno del mio fianco, toccando la mia pelle con delicatezza. Non era mai stato così attento. Le sue dita mi sfioravano lievemente, come se avesse tra le mani una delicata scultura di cristallo, pronta a rompersi al minimo accenno di pressione.
Io invece gli sfiorai le spalle larghe, gustando la sensazione della sua pelle bagnata sotto ai polpastrelli e poi iniziai a passare il contorno di ogni suo tatuaggio. Accarezzai i petali del fiore sulla spalla, uno ad uno. Riscrissi ogni lettera della parola "Truth" per poi passare al contorno della maschera Hahoe. Arrivai alla nuvola nera, delimitai il bordo della tigre e sorrisi ripensando al nomignolo che mi aveva dato. Accarezzai il mandala sul suo gomito e scesi fino all'occhio rosso. Giunsi infine al giglio tigrato, che sapevo essere il suo fiore di nascita e, in quel momento, pensai che non potesse esserci fiore più appropriato per descrivere quel ragazzo, bellissimo e delicato.
Jungkook nel frattempo iniziò a baciare dolcemente tutti i segni scuri sul mio collo, quasi volesse pulire attraverso le sue labbra ogni minimo accenno di brutalità e irruenza, e io glielo lasciai fare senza alcun indugio.
Una volta completato quel piccolo rito passò alle mie labbra. Ne baciò il contorno, per rimanere poi sospeso pochi centimetri sopra al mio volto. Mi guardò con uno sguardo profondo e , dopo poco, si chinò un'altra volta. La sua bocca si congiunse con la mia e iniziò a baciarmi, lentamente ma con passione.
Nello stesso momento sentii le sue mani percorrermi il fianco, salire verso l'alto e sfiorarmi le braccia. Arrivò fino ai miei polsi ma questa volta non li strinse. Li sorpassò, in cerca delle mie mani e quando arrivò alle mie dita le intrecciò assieme alle sue, spostando poi le nostre braccia sopra ai cuscini.
Ogni movimento che faceva era calcolato e gentile e io mi sciolsi sotto di lui.
Volevo fare l'amore con lui. E lo volevo veramente.
Iniziai a sfregare il mio bacino contro il suo e sentii il suo membro premere tra le mie labbra. Dischiusi maggiormente le gambe e con un leggero colpo di reni Jungkook sorpassò la mia stretta entrata, affondando dolcemente tra le mie cosce.
Ansimai nella sua bocca mentre lentamente si faceva strada dentro di me e quando arrivò al fondo iniziò a muoversi con movimenti armoniosi e squisiti.
Strinsi le sue dita, mentre sentivo le mie pareti accoglierlo, e poi iniziai ad assecondare le sue spinte. Non c'era né ruvidezza, né brutalità, né prepotenza. Il suo bacino si univa al mio con lenta dedizione, con spinte calcolate e delicate, quasi volesse continuare ad accarezzarmi anche internamente.

Non dicemmo più nulla. Nessuna frase, nessuna parola, nessun nome. Ascoltammo solamente il suono dei nostri respiri riempire la stanza e fondersi assieme, esattamente come i nostri corpi.

Mi ritrovai ad inarcare il bacino verso l'alto e a portare le gambe sopra i suoi glutei, facendole poi scendere con lentezza lungo le sue cosce muscolose e contratte.
In quella posizione il ragazzo riuscì ad arrivare a colpire il punto più sensibile delle mie pareti e io mi curvai contro di lui, gemendo nella sua bocca.
Jungkook rendendosi immediatamente conto di come quel movimento mi fosse piaciuto lo ripeté, e io mi dimenai ancora una volta, cavalcando l'onda di piacere che si stava propagando in tutto il mio corpo. Lo sentii sorridere sulla mia bocca e poi, senza smettere nemmeno un secondo di attorcigliare la sua lingua alla mia, iniziò a muoversi con affondi sempre più potenti e decisi.
I nostri toraci iniziarono ad espandersi con una frequenza sempre più elevata ed io mi ritrovai ad intrecciare i miei talloni dietro alle sue ginocchia, nel tentativo di attirare il ragazzo più vicino a me.

Ero completamente sopraffatta da una sensazione che non pensavo più di riuscire a provare. Volevo fondermi con lui. Volevo diventare una cosa sola con lui. Lo volevo sì, ma in un modo completamente differente da tutte le altre volte. Lo volevo gustare, lo volevo sentire, lo volevo udire e lo volevo vedere, mentre mi concedevo completamente e totalmente a lui.

E fu così che mi resi conto che in quel pomeriggio soleggiato di fine Luglio, nella città che più amavo, tra le lenzuola candide di quell'hotel, non stavo solamente donato il mio corpo a quel ragazzo, ma gli stavo donando anche una parte del mio cuore. E sembrava tutto perfetto.






☆Nota dell'autore☆

Eccomi tornata con un nuovo aggiornamento di Hibiscus, per festeggiare l'uscita della nuova canzone del nostro adorato Coniglietto! Avete ascoltato "Left & Right"? Vi è piaciuta?
Alcune lettrici mi hanno detto che la parte cantata da Jungkook gli ha ricordato la mia storia...ahahahah lo ammetto, pure a me!

E parlando proprio di storia che ne pensate di questo capitolo? I nostri innamorati sono finalmente arrivati a Venezia e , complice forse la città romantica, o il poco tempo che hanno ancora a disposizione, si sono confidati delle cose veramente importanti. Non credete?

Jungkook è completamente preso dalla sua Noona tanto da chiederle di fare l'amore con lui e lei...lei ha accettato! Cosa pensate succederà tra i due adesso? Quale sarà il prossimo passo del tenero Coniglietto? E Noona cosa farà ora che si è resa conto di avergli donato la parte più importante e preziosa di sé?

Fatemelo sapere nei commenti!

(づ˶•༝•˶)づ♡

A presto!

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