CAPITOLO 25

Con un'unica manovra parcheggiai la macchina nel garage dell'hotel. Guardai l'orologio sul cruscotto, segnava le 16:20 esatte.
"Ottimo" pensai mentre levavo le mani dal volante. Eravamo tornati prima del previsto e avevo decisamente bisogno di un po' di relax.
Un lungo sospiro lasciò le mie labbra mentre ripensavo a tutto quello che era successo.

L'operazione di Apple per fortuna era andata molto bene e dopo una cinquantina di minuti sia io che Laura eravamo uscite dalla sala operatoria. Non mi ero tuttavia fidata nel lasciare la povera cagnolina da sola durante il risveglio ed ero rimasta con lei nella sala degenze, attendendo che si riprendesse. Nel frattempo, sebbene controvoglia, avevo lasciato il povero Jungkook nelle grinfie della mia adorata collega. A Laura non era parso vero di poter rimanere da sola con quello che ormai aveva ribattezzato come "il mio non ragazzo" e, decisamente preoccupata, l'avevo osservata mentre gli aveva posato le mani sulle spalle e lo aveva trascinato lontano da me.

Jungkook mi aveva guardata con gli occhi imploranti, ma quando Laura gli aveva detto che lo avrebbe portato a fare un tour guidato della struttura in cui lavorava la sua ragazza, lo avevo visto allontanarsi contento e baldanzoso.

I due erano tornati dopo una decina di minuti e come mi ero immaginata, il mio coniglietto era rimasto completamente affascinato dal mio lavoro. In quel breve periodo di tempo aveva fatto un sacco di domande, con i suoi tipici occhioni da cerbiatto e l'espressione da bambino innocente, e Laura ne era rimasta totalmente affascinata.

«Tu questo ragazzo lo devi seguire anche in capo al mondo, mi hai capita?» mi aveva detto mentre la stavo salutando «È l'opposto di quello stronzo di Riccardo. È dolce, gentile, educato e dai segni che ti ha lasciato su tutto il corpo direi che è anche il tipo di ragazzo che ti piace avere nel letto. Perché non gli hai ancora proposto di seguirlo in Corea?» mi aveva domandato, osservandolo con gli occhi splendenti mentre salutava Apple che lo fissava ancora intontita dall'anestesia.

«Laura, lo sai. Ho promesso di non seguire più nessuno per amore.» le avevo ricordato mentre distoglievo gli occhi da Jungkook.

«Ma per lui...per lui potresti fare un'eccezione. Sono sicura che non si comporterebbe come Riccardo, secondo me lui ti potrebbe capire e ama- »

« No!» le avevo detto colta dal panico e facendo voltare persino Jungkook. Il ragazzo mi aveva guardata con uno sguardo preoccupato e il mio cuore si era contratto in una morsa dolorosa.

«Tutto bene Noona?» mi aveva chiesto in inglese non capendo il motivo della mia rabbia.

«Sì,sì tranquillo. Tutto bene » gli avevo risposto con un sorriso tirato.

Laura mi aveva fulminata con lo sguardo ma subito dopo mi aveva stretta in un abbraccio stritolatore.
«Ti prego almeno pensaci un pochino. Lui potrebbe essere quello giusto» mi aveva sussurrato nell'orecchio.

«Non esiste quello giusto» le avevo risposto prima di sciogliere l'abbraccio.

«Forse lui lo è. Dagli una chance.» mi aveva suggerito prima di voltarsi verso Jungkook.
«Jeon-soo ti prego, abbi cura della mia piccola marshmellow» aveva detto al ragazzo.

«Marshmellow?» aveva chiesto lui curioso.

«Si, sai una volta eravamo ad un tirocinio e lei aveva un sacco di questi marsh-»

«Va bene Laura, noi andiamo!» l'avevo interrotta prima che riuscisse a finire quel racconto decisamente imbarazzante. Avevo preso il braccio di Jungkook cercando di trascinarlo verso l'uscita ma lui aveva piantato i piedi a terra ed era diventato pesante come un macigno.

«Noona, ma io voglio sapere perché ti ha soprannominata Marshmellow!» aveva protestato divertito.

«Una sera, mentre facevamo festa nel mio appartamento, io e alcuni compagni di corso l'avevamo sfidata a mangiare un sacco intero di marshmellow con la panna.» gli aveva raccontato Laura ridendo mentre ci accompagnava alla porta.

«E scommetto che non si è tirata indietro!» le aveva risposto Jungkook con un sorriso.

«Vedo che hai già capito com'è la nostra piccolina. No, non si è tirata indietro anzi, ha mangiato tutto il pacchetto vincendo la sfida. Solo che poi è stata male per tre giorni! » Gli aveva raccontato Laura ancora ridendo «Mamma mia ti ricordi di quando eri a lezione e ad un tratto sei corsa in bagno perché non ... »

«Oddio Laura smettila! » le avevo intimato trascinando finalmente Jungkook fuori dalla clinica.

«Cosa è successo? Cosa è successo a lezione?» le aveva chiesto Jungkook fissando Laura con i suoi enormi occhioni neri.

Laura lo aveva osservato per alcuni istanti e poi si era messa a ridere di gusto: « Fattelo raccontare dalla tua ragazza! » gli aveva poi consigliato.

Il ragazzo l'aveva guardata con gli occhi scintillanti e un enorme sorriso in volto.
«Me lo farò raccontare sicuramente!» le aveva poi risposto prima che potessi intervenire.

«Non succederà mai!» avevo urlato in mezzo al piazzale, sorvolando su quel piccolo appellativo. Dopodiché avevo afferrato Jungkook per il cappuccio della felpa e lo avevo trascinato fino alla macchina.

«Hey Jeon-soo! Come ti ho detto prima io scommetto su di te! Non deludermi!» aveva urlato la mia collega salutandoci felice con la mano.

Il ragazzo, continuando a farsi trascinare come uno di quei cani che non volevano entrare nella clinica, l'aveva guardata raggiante e poi aveva alzato la mano verso l'alto facendo un segno affermativo.
"Non dovevo lasciarlo solo con lei" avevo pensato aprendo la macchina.

Il viaggio di ritorno comunque mi era sembrato molto più veloce rispetto all'andata, complice probabilmente un Jungkook emozionato e chiacchierone che non aveva smesso nemmeno per un secondo di farmi domande.
Aveva anche provato a chiedermi chi fosse il Riccardo a cui Laura voleva staccare la testa, ma dopo aver notato i miei occhi incupirsi e le mie nocche sbiancare a causa della forza con cui avevo stretto il volante, aveva saggiamente deciso di cambiare argomento.

Fu esattamente così che mi ero ritrovata a scoprire quanto quel ragazzo potesse essere esasperante nel momento in cui si metteva in testa qualcosa.
L'accaduto dei marshmellow lo aveva infatti incuriosito più di quanto pensassi e , da dopo quel momento di tensione, era tornato all'attacco, non smettendo nemmeno un secondo di farmi domande e cercando in tutti i modi di estorcermi ulteriori informazioni su quel particolare imbarazzante della mia vita universitaria.

«Dai Noona, dimmelo! Cosa è successo quindi?» domandò scendendo dalla macchina e trotterellando verso la porta d'uscita del garage.

«Non lo saprai mai! Mai!» gli risposi ridendo mentre controllavo per l'ennesima volta di aver chiuso la macchina.

«So essere molto testardo quando voglio» dichiarò aggrottando le sopracciglia.

«Me ne sono resa conto, ma se si tratta di testardaggine io ti batto sicuramente» affermai premendo il tasto di chiamata dell'ascensore.

«È una sfida?» domandò con un sorriso provocante.

«Usare la mia competizione contro di me non ti aiuterà questa volta, e no, non è una sfida, è un dato di fatto.» risposi attraversando le porte che si erano appena aperte davanti a noi.

Vidi il ragazzo ghignare mentre mi seguiva.
«Che peccato. Mi piacciono le sfide, soprattutto quando riguardano te.»

«Oh Coniglietto, ammetti che ti piace perdere contro di me.» lo provocai mentre passavo la card sul lettore.
Le porte si chiusero e l'ascensore cominciò a salire.

Jungkook mi abbracciò e sentii il suo petto contro la mia schiena.
«Se ogni volta che perdo vengo legato al tuo letto allora sì...posso ammettere che ogni tanto mi piace perdere contro di te.» sussurrò tra i miei capelli.

Una scarica attraversò la mia colonna vertebrale mentre l'immagine di lui legato nella mia suite tornava fin troppo vivida davanti ai miei occhi.
Jungkook percependo la mia tensione cominciò a strusciare la sua guancia sulla mia testa come fosse un grande, grosso gatto e un sospiro lasciò le mie labbra.
Chiusi gli occhi premendomi contro di lui e iniziai a muovere il mio fondoschiena contro il suo bacino, per il solo gusto di farlo agitare.
"Com'è che ogni volta che ci troviamo in questo ascensore mi viene voglia di saltargli addosso? " pensai percependo il suo corpo tendersi contro il mio.

Sentii le sue braccia stringermi un po' più forte, mentre affondava il suo volto tra i miei capelli cercando di raggiungere il mio collo nascosto dalle lunghe ciocche sciolte ma, prima che ci riuscisse, il campanello che avvisava l'arrivo al nostro piano suonò.
«Ho bisogno di una bella doccia!» annunciai schizzando come un fulmine lungo il corridoio e lasciandolo interdetto dentro l'ascensore.

«Aish... » lo sentii dire dietro di me e scoppiai a ridere.

Mi diressi velocemente verso il bagno. Avevo veramente bisogno di rinfrescarmi. In sala operatoria, sotto la luce scialitica e con l'adrenalina che scorreva nelle mie vene, avevo sudato molto più del previsto e ora necessitavo di sentire il profumo dolce del bagnoschiuma sulla mia pelle.
Arrivai davanti al box doccia e aprii la manopola dell'acqua. Mentre attendevo che il getto diventasse caldo mi spogliai. Lanciai le scarpe alla mia sinistra e feci cadere tutti i miei vestiti esattamente dove mi trovavo. Stiracchiai le braccia verso l'alto distendendo i muscoli della schiena e poi entrai, chiudendo il vetro dietro di me.
L'acqua calda cadde sulle mie spalle facendo rilassare istantaneamente i miei muscoli e poi scese lungo la colonna vertebrale, portando via con sé la tensione accumulata durante l'operazione di Apple. Lasciai scorrere il liquido caldo su tutto il mio corpo. Quella sensazione era meravigliosa. Chiusi gli occhi e mi buttai sotto il getto del soffione. Mi bagnai i capelli che aderirono al mio corpo come una coperta morbida e mi godetti il tepore che stava riempiendo l'ambiente attorno a me.

Ad un tratto però un lieve soffio d'aria sfiorò la mia pelle nuda e con un movimento veloce tolsi la testa dal getto d'acqua. Piegai il capo di lato, provando a percepire qualche suono, e feci un passo indietro per allontanarmi dallo scroscio fragoroso che rimbombava nelle mie orecchie. La mia schiena però si scontrò contro qualcosa. O meglio, contro qualcuno.

«Vuoi che ti aiuti a lavarti?» sentii domandare alle mie spalle da Jungkook mentre la sua mano destra mi accarezzava dolcemente il braccio. Il ragazzo aderì completamente al mio corpo e un sospiro lasciò le mie labbra. Dannazione, era ovviamente nudo e a giudicare dalla pressione che sentivo tra le natiche era già decisamente eccitato.

"Così impari a provocarlo nell'ascensore e a scappare. Cosa ti aspettavi? Che facesse il piccolo cucciolo ubbidiente e restasse tranquillo ad aspettare i tuoi comodi?" pensai.

Mi morsi il labbro e strusciai il mio fondoschiena su di lui, esattamente come avevo fatto solo qualche minuto prima.
Un lieve brontolio lasciò la gola del ragazzo e sentii le mie gambe tremare a quel suono mentre la sua lunghezza cresceva ad ogni mio sfregamento.
Con una mano tolsi le piccole gocce d'acqua che ancora mi bagnavano il viso e alzai lo sguardo verso l'alto. Gli occhi neri di Jungkook si puntarono subito nei miei, ma subito dopo lo sguardo del ragazzo vagò sul mio corpo bagnato. Lo vidi passarsi la lingua sulla guancia e sorrisi languidamente.

«Potremmo darci una mano a vicenda, che ne pensi?» domandai sensuale facendo scorrere la mano mia destra sulla sua coscia ancora asciutta. Portai le mie dita verso l'alto fino ad arrivare al suo inguine e percepii il suo membro premere sulla mia schiena. Attesi qualche secondo prima di allungare la mano tra di noi, gustandomi la sensazione dei nostri corpi frementi, e poi, con un movimento delicato, strinsi le mie dita attorno alla sua pelle tesa e calda. Un lieve ansimo lasciò le labbra dolci e rosse del ragazzo e con un accenno di sorriso sul volto iniziai a muovere la mano.

Sentii il suo respiro accelerare mentre le mie piccole dita scorrevano aggraziate su di lui e ad un tratto, la sua mano sinistra strinse con forza il mio seno. Gemetti e mi inarcai contro di lui e subito dopo Jungkook fece un passo in avanti. I nostri corpi finirono sotto il getto della doccia e un urletto di sorpresa lasciò le mie labbra quando l'acqua calda si infranse sulla mia schiena. Per un istante allentai la presa tra le sue gambe ma non mi fermai.

«Noona, non pensi ci sia bisogno di un po' di sapone?» lo sentii chiedere curvandosi sopra di me e senza aspettare la mia risposta versò un quarto del flacone su di noi.
Il doccia-schiuma riempì l'aria con il suo potente profumo di cocco e scivolò sulla nostra pelle formando tanti piccoli rivoli densi e biancastri. Grazie a quella piccola aggiunta la mia mano iniziò a scivolare quasi senza attrito sull'asta bagnata di Jungkook e approfittai di quell'aiuto inaspettato per aumentare l'ampiezza dei miei movimenti.
Il ragazzo invece iniziò a giocare sul mio corpo caldo e fremente con le sue dita. Intercettò una piccola scia di sapone che colava verso il basso e cominciò a stenderlo su tutta la mia pelle in dolci massaggi sensuali. Passò il contorno dei miei seni, insistendo diversi secondi sui miei capezzoli turgidi e facendomi gemere a quel tocco. Poi si spostò lentamente verso il basso. Quando sfiorò i miei addominali sentii le mie cosce fremere e i muscoli della mia femminilità si contrassero in piccoli spasmi. Sentii il suo respiro sul mio collo e pochi secondi più tardi le sue labbra si posarono sulla mia pelle bagnata.

Cominciò a baciarmi la spalla, succhiando di tanto in tanto le gocce che cadevano verso il basso, e poi si spostò lentamente verso il mio orecchio. Chiusi gli occhi e mi abbandonai alle sue carezze e alla sua bocca.
Mentre le labbra di Jungkook si portarono lentamente verso l'alto le sue dita si spostarono invece sempre più in basso. Con i polpastrelli sfiorò il mio monte di Venere e poi con un movimento calcolato affondò tra le mie cosce.

Reclinai la testa verso l'alto e tesi le gambe per non scivolare sulle piastrelle bagnate. Dovetti persino bloccare i movimenti della mia mano per riacquistare stabilità e lo sentii ridere.
«Noona, tutto bene?» chiese divertito muovendo le sue dita con un ritmo lento e cadenzato dentro di me.
«L'acqua è troppo calda?» canzonò roteando le sue falangi e toccando così circolarmente tutta la mia femminilità.

«Jungkook-ah, te ne pentirai» lo avvertii, ma come risposta il ragazzo aumento la velocità dei suoi movimenti facendomi gemere, mentre con l'altra mano tornava ad accarezzare tutto il mio corpo.

«Non vedo l'ora di vedere quale sarà la tua vendetta mia piccola tigre feroce.» rispose ridendo e con un movimento inaspettato mi ruotò e mi premette contro il muro. Riuscii ad attutire il colpo con la mano sinistra ancora libera ma non riuscii in alcun modo ad evitare di venir schiacciata tra il muro e il corpo possente del ragazzo.
Le mattonelle fredde a contatto con il mio seno e con il mio ventre caldo mi fecero rabbrividire e il braccio destro iniziò a dolere a causa della posizione scomoda. Controvoglia lasciai la mia presa sul suo membro e il ragazzo ne approfittò per piazzarsi comodamente dietro di me.
«Nel frattempo però...ti ho catturata ancora una volta» sussurrò nel mio orecchio e subito dopo riprese a muovere le sue dita dentro di me. Questa volta però usò molto più vigore di prima e in breve tempo mi sciolsi tra le sue braccia, cominciando ad ansimare senza riserbo.

Sentii la punta del suo membro sfiorarmi l'interno coscia e istintivamente allargai le gambe.
Dannazione perché avevo smesso di prendere la pillola? In quel momento avrei tanto voluto farmi prendere così: in piedi, schiacciata tra lui e muro, con il getto d'acqua che bagnava i nostri corpi bollenti e con i muscoli tesi e frementi.
Sentii la mano ancora libera di Jungkook posarsi al centro della mia schiena e scendere lentamente verso il basso e mi trovai involontariamente ad inarcare il bacino, portando le mie natiche verso l'alto.

«Dannazione Noona, ti prenderei seduta stante ma non abbiamo i preservativi a portata di mano» disse facendo scendere le sue dita tra i miei glutei e strofinando il suo membro sulla mia coscia.

«Potremmo spostarci in camera da letto se... » mi interruppi a metà frase perché le sue dita arrivarono a sfiorare delicatamente la mia seconda entrata.
A quel tocco la mia femminilità si contrasse attorno alle sue falangi e gemetti. Sentii il ragazzo fermarsi un istante prima di passare il suo dito ancora una volta su quel punto. I miei muscoli interni risposero nuovamente con una contrazione e il membro di Jungkook guizzò tra le mie gambe.

«Noona...potrei avere una idea...ma mi devi dire se ti può piacere» mi sussurrò nell'orecchio con voce carica di lussuria, mentre strofinava dolcemente il suo dito sul mio fondoschiena. Ansimai e inarcai ancora di più la schiena, facendo premere la sua falange in quell'entrata che aveva appena scoperto. I miei umori iniziarono a colare lungo le gambe mentre pregustavo quello che sarebbe potuto succedere di lì a poco.

«-Kook possiamo farlo se vuoi» dissi con il respiro accelerato e le gambe tremanti « Ma devi essere delicato...è da parecchio tempo che non...» mi fermai leggermente imbarazzata «È da parecchio tempo che non lo faccio così» continuai prima che una scarica di piacere partisse dal mio ventre e mi facesse contrarre tutto il corpo.

«Non ti preoccupare Noona, sarò molto gentile te lo prometto» disse mordendomi il lobo dell'orecchio ed estraendo le sue dita dalla mia femminilità. Le portò esternamente sul mio clitoride ed iniziò ad accarezzarlo con dei movimenti lenti circolari. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare, sentendo il fuoco farsi strada nel mio ventre.
Nel frattempo Jungkook portò le dita dell'altra mano in basso, bagnandole con i miei stessi liquidi, e poi tornò lentamente verso l'alto. Inumidì l'entrata tra i miei glutei con lievi movimenti circolari e mi morsi il labbro inferiore. Sapeva dannatamente bene quello che stava facendo.
«Se ti faccio male dimmelo» disse come ogni volta prima di affondare una falange bagnata dentro di me. Gemetti e chiusi gli occhi. Maledizione, non me lo ricordavo così bello ed eccitante.

Il ragazzo iniziò a muovere il suo dito con movimenti esperti aiutandomi a dilatare lentamente quell'apertura e preparandomi ad accogliere la sua lunghezza. Ansimai e cercai di artigliare le piastrelle lisce e fredde davanti a me, ma i miei polpastrelli bagnati scivolarono lungo il muro.
Sentii il calore concentrarsi tra le mie cosce e, dopo essermi parzialmente ripresa da quella sensazione soverchiante, iniziai ad assecondare gradualmente i suoi movimenti. Mossi il bacino verso l'alto, facendo penetrare sempre più affondo le sue falangi, finché non riuscì ad inserire tutto l'indice senza alcuna resistenza.
Successivamente accostò un secondo dito e io tremai a quella sensazione.

«Noona, sei sicura?» mi chiese prima di stimolarmi anche con il medio.

«S-sì» riuscì a rispondergli tra gli ansimi mentre le sue mani lavoravano contemporaneamente entrambe le mie entrate.

Jungkook spinse completamente le dita tra le mie natiche e uggiolai. Una lieve scarica di dolore corse lungo le mie gambe ma venne ben presto sostituita dal piacere. Piacere che stava crescendo sempre più, man mano che passavano i secondi. Infatti, dopo pochi istanti e senza il minimo preavviso, il fuoco che sentivo tra le gambe esplose. Miagolai il nome del ragazzo non appena l'orgasmo si liberò e i miei ansimi si mescolarono al suono dell'acqua che scrosciava sul pavimento.
Lo sentii mordermi la spalla mentre le onde del piacere colmavano tutto il mio corpo e dovetti afferrarmi al suo braccio sinistro per non cadere stremata a terra.

Riaprii gli occhi solamente quando sentii il membro di Jungkook sfregare contro la mia femminilità e bagnarsi con i liquidi del mio stesso orgasmo.
«Posso farti mia adesso?» chiese mordicchiando dolcemente la mia spalla nuda e provocandomi dolci scariche di piacere su tutta la schiena «Dovresti essere finalmente pronta» esclamò con la voce carica di lussuria.

«Si,-Kook » gli risposi con gli occhi ancora languidi e appannati «Puoi prendermi come e quanto vuoi» aggiunsi girando il viso verso di lui. Il ragazzo mi dedicò uno sguardo carico di passione e poi mi baciò. Mentre la sua lingua si intrecciò alla mia, sentii la punta della sua lunghezza premere tra le mie natiche, poco sotto le sue falangi.
Jungkook posò la mano sinistra sul mio busto e iniziò a giocare con il mio capezzolo facendomi contorcere sul suo petto, mentre le dita della sua mano destra si sfilavano e lasciavano spazio alla sua punta calda e bagnata. Si strusciò su quel punto sensibile per un istante e poi con un lieve colpo di reni entrò. Un ansimo di dolore però uscii dalla mia gola e il ragazzo si bloccò.

«Ti ho fatto male?» chiese preoccupato staccandosi dalle mie labbra.

«Un po' ma non ti preoccupare... sta già passando» risposi e allungando un  braccio verso l'alto gli presi la nuca, riavvicinandolo alle mie labbra.
«Scopami -Kook» gli dissi prima di mordergli il labbro. Il ragazzo mi fissò con uno sguardo di pura passione e io lo baciai, cercando di dimenticare il bruciore che si diffondeva tra le mie cosce.

Jungkook entrò dentro di me con delicatezza e attenzione ma, nonostante tutto, le mie pareti impiegarono più tempo del previsto ad abituarsi alle sue dimensioni non indifferenti. Eppure, una volta che il dolore iniziale diminuì, il piacere prese il sopravvento. Cominciai a fremere in cerca delle sue spinte. Il ragazzo iniziò a muoversi con movimenti lenti e calcolati e io ansimai nella sua bocca. Sentii le sue mani scorrere su tutto il mio corpo e arrivate a livello dei miei seni li strinsero con forza, mentre con il bacino aumentava la velocità dei suoi affondi.

I suoi ansimi si unirono ben presto ai miei e dovetti far forza con le braccia sul muro per resistere ai suoi affondi sempre più decisi.
«Dannazione Noona, come è possibile che ogni parte del tuo corpo sia sempre così stretto» disse in un brontolio conficcandosi profondamente dentro di me.

«Forse sei tu -Kook ad essere troppo grosso» risposi con la voce roca.

«E ti dispiace?» chiese mordendo il mio labbro e tirandolo verso l'alto.

«No...decisamente no...oddio -Kook» con la mano destra strinse il mio capezzolo facendomi gemere e poi la sua mano sinistra si posò sul mio fianco.

«Non durerò ancora molto. Senza preservativo è tutto troppo stimolante»

«Non ti preoccupare. Lasciati andare...per una volta gustati il mio corpo... che si stringe direttamente attorno al tuo...» risposi prima di ansimare e reclinare la testa contro il suo petto.

Jungkook aumentò la velocità delle sue spinte e io mi sciolsi come caramello tra le sue mani. Il rumore del suo bacino che cozzava sulle mie natiche bagnate divenne sempre più veloce finché i suoi denti non affondarono nel mio collo. Il ragazzo venne dentro di me con un'ultima forte stoccata e poi, dopo aver stretto ancora una volta il mio piccolo corpo con le sue mani, si fermò. Il suo respiro caldo mi solleticò la pelle della nuca e, dopo avermi accarezzata dolcemente, uscì. Un mugolio involontario si liberò dalla mia bocca e subito dopo le sue labbra premettero sulle mie. Mi baciò, lentamente e dolcemente. Dopodiché fece scivolare i miei piedi sul pavimento e mi riportò sotto al getto caldo. Sentii il suo seme denso colarmi tra le natiche e mescolarsi all'acqua, scendendo poi lungo le mie cosce tremanti.

Ancora boccheggiante mi adagiai al corpo caldo di Jungkook e il ragazzo sostenne senza difficoltà tutto il mio peso.
«Tutto bene Noona?» chiese guardandomi dall'alto e scostandomi una ciocca bagnata dal viso.

«Oh...sì...decisamente sì,» risposi con il fiato corto «Ma penso che non riuscirò a farlo ancora tante altre volte o rischio di non riuscire a camminare per settimane» scherzai accarezzandogli le braccia contratte.

«E sarebbe un problema?» mi chiese canzonante. Mi rigirai nel suo abbraccio e lo fissai senza riuscire a trattenere un sorriso.

«Poi chiami tu Laura e le spieghi il motivo per cui non sono in grado di sedermi o di camminare diritta?» gli domandai.

Le orecchie del ragazzo si tinsero leggermente di rosso ma cercò di mascherare il suo imbarazzo con la spavalderia.
«Le dirò che è perché ti ho fatto provare il miglior sesso della tua vita» rispose.

«Oh, sentilo! E come fai ad esserne così sicuro?» gli chiesi mettendomi in punta di piedi e osservandolo con un sorriso di sfida.

«Ho forse torto?» mi rispose furbamente attirandomi a lui.

«Questa è un'altra cosa che non saprai mai» gli dissi fissandolo divertita.

«Lo dici tu!» replicò con uno sguardo smorfioso.

«Sei troppo sicuro di te stesso Coniglietto!» esclamai «Ma ora finiamo questa doccia o rischiamo di usare tutta l'acqua calda dell'hotel».
Lui mi fissò con un grande sorriso facendomi intendere che anche questa sarebbe diventata l'ennesima gara tra noi e poi i suoi lineamenti si rilassarono.

«Hai ragione, abbiamo sprecato fin troppa acqua» ammise allungando le braccia e regolando il getto del soffione. Dopodiché lo vidi prendere in mano il flacone dello shampoo per capelli « E ora vieni qui Noona ti avevo promesso che ti avrei aiutato a lavarti» e così dicendo versò gran parte del contenuto della bottiglietta sulla mia testa.

La stanza si riempii dei miei strilli di rimprovero e della sua risata sonora, ma nonostante tutto, il mio cuore in quel momento si sentì leggero. Leggero e felice.




☆Nota dell'autore☆

Eccoci tornati con Hibiscus.

Allora avete avuto un po' di caldo in questo capitolo?

A mia discolpa posso dire che non avevo pensato finisse in questa maniera la doccia della nostra Noona, ma quando ho cominciato a scrivere questa parte lei e Jungkook hanno letteralmente deciso di fare quello che volevano e ,dopo aver chiesto consiglio alla mia cara amica ConsueloRogue , ho deciso di seguire il loro volere. Che ne dite ho fatto bene?

Comunque... Laura ha proposto alla nostra protagonista di seguire Jungkook in Corea, ma lei le ha risposto in un modo che forse non ci saremmo aspettati. Cosa le ha fatto passare Riccardo per averle creato una ferita talmente profonda da non essere ancora guarita?

Jungkook nel frattempo sembra sempre più preso dalla sua Noona e , sebbene non glielo abbia ancora proposto ufficialmente, l'idea di portarla con lui fino a Seoul sembra essere sempre più concreta.

Cosa succederà ai nostri due protagonisti ora che il tempo di permanenza di Jungkook è ridotto a soli due giorni?
Lo scopriremo nelle prossime settimane!

A presto!




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