CAPITOLO 24

Mi svegliai di soprassalto con il cellulare che suonava nel comodino accanto al letto. Avevo lasciato il telefono in modalità non disturbare, quindi quella telefonata poteva provenire solamente da qualcuno che avevo salvato nella lista dei preferiti.
"Tutto ma non il lavoro, tutto ma non il lavoro" pregai mentre silenziavo la suoneria e leggevo il nome sullo schermo.
"Che palle è il lavoro!" pensai osservando la scritta che lampeggiava a intervalli regolari. Sbuffai, e facendo estrema attenzione mi spostai dall'abbraccio di Jungkook. Il ragazzo bofonchiò qualcosa nel sonno e poi si girò dall'altra parte, cominciando a russare rumorosamente.
"Oh Coniglietto se cominci a russare così forte io e te dobbiamo fare un discorsetto!" pensai mentre scendevo dal letto e correvo velocemente fuori dalla stanza.

«Pronto, Laura?» risposi a bassa voce camminando rapidamente lungo il corridoio.

«Ciao! Scusami se ti disturbo, lo so che sei al corso a quest'ora ma ho un'emergenza» disse la mia collega con tono preoccupato.

«Cosa succede?»

«Si tratta di Apple. Ha mangiato un gioco della bambina!» mi rispose.

«Ne sei sicura?»

«Sì, ne sono sicura. Le ho appena fatto un'ecografia e quel dannato pupazzo è bloccato a livello del digiuno» sospirò profondamente e poi tornò a parlare «Mi spiace un sacco disturbarti, ma devo operarla il prima possibile e lo sai...Sei l'unica di cui mi fido. Se devo addormentarla per l'operazione voglio che ci sia tu al mio fianco» disse con la voce quasi rotta dal pianto.

«Laura, calmati» le dissi sebbene sapessi che quelle parole non avrebbero avuto alcun effetto su di lei. Quando si trattava della sua adorata cagnolina perdeva completamente il lume della ragione.
Guardai lo schermo del telefono. Erano le 11:30. La clinica dove lavoravo distava poco più di un'ora dall'hotel, sarei potuta arrivare da lei entro le 13:00 e tornare in albergo per il tardo pomeriggio.
"Dannazione sembra che non vogliano lasciarci in pace!" pensai osservando il corridoio "Ma non posso lasciare Apple e Laura in difficoltà".
«Va bene Laura, dammi il tempo di preparami e arrivo da te. Tu intanto stabilizza Apple e falle le analisi, così per quando arrivo ho tutto pronto e la addormento subito. Nel frattempo dalle dell'antidolorifico e dello spasmolitico.»

«Lo so che posso sempre contare su di te! Ora la metto in flebo e poi le faccio le terapie » rispose allegra «Grazie infinite! Ti prometto che farò tutto quello che vuoi per sdebitarmi» aggiunse dopo alcuni secondi di silenzio.

"Non hai nemmeno idea di quante cose dovrai fare per sdebitarti questa volta" pensai mentre mi tornava alla mente la sensazione delle braccia di Jungkook strette attorno al mio corpo.
«Me lo segno!» esclamai «Comunque aspettami...arrivo il prima possibile. Intanto prepara Apple» ribadii.

«Agli ordini!» dichiarò, e così dicendo interruppe la telefonata.

«Che palle» mormorai mentre tornavo verso la camera.

Raggiunsi l'entrata della stanza ma rimasi ferma immobile per alcuni secondi. Jungkook era disteso prono sul letto e con il braccio tatuato stringeva il suo cuscino in una posa decisamente scomoda. Aveva la bocca completamente aperta e a causa di quella strana posizione il suo russare si era decisamente accentuato.
"Come riesce a non svegliarsi da solo con tutto questo rumore?" mi domandai avvicinandomi al letto mentre scuotevo la testa.
Mi sedetti accanto a lui e gli spostai un ciuffo ribelle dal volto.
«Jungkook» dissi teneramente accarezzandogli i capelli.
«Jungkook» ripetei poi scuotendo il braccio tatuato, ma solo dopo diversi tentativi smise finalmente di russare.

«Noona, altri cinque minuti dai» biascicò ancora ad occhi chiusi.

«-Kook devo andare...» provai a dire ma le sue braccia muscolose mi cinsero la vita e mi trascinarono sul letto.

«Dai vieni qui» disse alzando il copriletto e stringendomi forte contro il suo petto.
Il ragazzo aderì completamente al mio corpo e affondò il viso nei miei capelli.
"Dannazione Laura!" pensai mentre sentivo le sue mani iniziare ad accarezzarmi la base della schiena con dei movimenti lenti ma ritmati. Respirai, e assieme all'ossigeno respirai anche il suo profumo. Quel dolce profumo floreale che ormai avevo associato indelebilmente a lui. Sentii il mio corpo sciogliersi come neve al sole sotto il suo tocco e rimasi per qualche attimo ad ascoltare il suono ritmico del suo cuore.

Chiusi gli occhi, e dopo qualche secondo le carezze sulla mia schiena cessarono e il respiro di Jungkook divenne lento e profondo. Si era riaddormentato.
"Cazzo..."
«Jungkook, mi devo alzare» dissi facendolo risvegliare.

«Ma non abbiamo nulla da fare oggi...non possiamo rimanere a dormire ancora un pochino?» domandò tra i miei capelli stringendomi ancora una volta.

«Tu puoi rimanere qui in hotel a dormire anche tutto il giorno, ma io devo andare al lavoro. Laura, la mia collega, mi ha appena chiamata. La sua cagnolina ha bisogno di un intervento urgente e vuole che ci sia io ad assisterla» dissi con un tono di tristezza mentre passavo la mia mano sul suo petto «Si fida solo di me e le ho già promesso che partirò a breve».

Jungkook aprì lentamente gli occhi e mi guardò ancora assonnato.
«Devi andare al lavoro?» chiese con la voce roca prima di sbadigliare.

«Si.»

«E quanto starai via?» volle sapere mentre mi accarezzava dolcemente.

«Se parto a breve potrei tornare nel tardo pomeriggio. Nel frattempo tu puoi rimanere qui a dormire e rilassarsi.»
Sentii Jungkook mormorare qualcosa tra sé e sé con tono triste.
«Coniglietto, lo sai quanto mi piacerebbe rimanere qui con te, ma questa volta devo proprio andare. Apple è un cane fantastico e mi sentirei troppo in colpa se le succedesse qualcosa perché ho preferito rimanere qui in hotel con te» ammisi.

Sentii Jungkook allentare la sua stretta attorno alla mia vita «Non ti chiederei mai di rimanere qui con me sapendo che c'è un animale che ha bisogno del tuo aiuto» rispose corrugando le sopracciglia e fissandomi serio.

«Grazie» risposi dedicandogli un tenue sorriso. Lui mi diede un tenero bacio sulla fronte e poi allentò la sua stretta attorno alla mia vita. Mi liberai dal suo abbraccio e scesi dal letto dirigendomi verso la cabina armadio.
Il body con cui mi ero addormentata era stranamente comodo ma mi sembrava inopportuno andare al lavoro con quella lingerie sexy. Laura avrebbe sicuramente cominciato a fare i suoi commenti piccanti e non volevo di certo doverle spiegare il motivo per cui mi ero vestita in quella maniera.
Presi mutande, reggiseno, canottiera e pantaloncini e mi diressi velocemente fuori dalla camera.
Prima di uscire però diedi un ultimo sguardo al letto. Osservai Jungkook stiracchiarsi in mezzo alle coperte: le braccia muscolose contratte dietro la testa, una gamba allungata oltre le lenzuola scure e un enorme sbadiglio che gli stava riempiendo tutto il volto.
"Laura ti odio...altro che un favore...mi devi una vita intera di servigi!" pensai distogliendo lo sguardo da quell'immagine paradisiaca.
«A dopo» sussurrai mentre mi dirigevo a passo svelto oltre la porta.

Mi chiusi in bagno, mi passai il viso con l'acqua fresca e osservai il mio riflesso allo specchio. Raccolsi i miei capelli in una lunga coda bloccandola con il primo fermaglio che trovai nel beauty e mi cambiai.
«Si va in scena!» esclamai prima di osservarmi ancora una volta allo specchio, posare l'ombretto e aprire la porta.

Feci un passo in avanti pronta a correre come un fulmine fino all'ascensore ma mi bloccai di colpo rischiando di andare a sbattere contro Jungkook. Il ragazzo infatti era fermo immobile davanti la soglia del bagno. Mi fissava con gli occhi ancora gonfi a causa del sonno e i capelli erano piegati tutti a sinistra, in un unico ciuffo scomposto. Era vestito con i pantaloni neri della tuta e notai che si stava attorcigliando nervosamente il cordino attorno alle dita.

«Cosa fai in piedi?» gli chiesi sbattendo le palpebre «Ti avevo detto che potevi rimanere a dormire.»

«Nonna, vengo con te!» dichiarò convinto.

«Eh?» esclamai incredula pensando di aver capito male.

«Vengo con te!» ripeté con tono deciso, tuttavia le sue orecchie iniziarono a cambiare colore.

«Oh, non se ne parla!» risposi provando a fare un passo verso destra con il tentativo di dribblarlo. Jungkook però intuendo il mio movimento si spostò nella stessa direzione e mi bloccò il passaggio.
Lo guardai in cagnesco e questa volta feci un passo verso sinistra. Il ragazzo mi mimò ancora una volta e si frappose tra me e la via d'uscita.
«Ho detto che non se ne parla!» affermai fissandolo dal basso con sguardo tagliente.

«Voglio venire con te!» ribadì Jungkook con tono determinato, sebbene le guance tonde iniziassero a tingersi di un rosso acceso.

«Assolutamente no!» dichiarai cercando di scansarlo ma questa volta bloccò completamente il passaggio piazzandosi in mezzo all'uscio e posando gli avambracci sugli stipiti.
Incrociai le braccia sul petto e sbuffai.

Notando probabilmente che quella tattica diretta non stava funzionando, Jungkook decise furbamente di cambiare metodo. Il ragazzo mi guardò e spalancò i suoi enormi occhioni da cerbiatto in una supplica silente. Lo guardai incurvare il labbro inferiore verso il basso mentre mi chiamava dolcemente per nome.
"Dannazione quanto sei carino!" pensai mentre lo osservavo "E dannazione, perché non riesco mai a dirti di no?"

«Per favore» disse facendo una voce tutta fuse e dolcezza.

Alzai lo sguardo verso il soffitto e maledissi me stessa. Avrei ceduto. Lo sapevo che avrei ceduto.
«Perché vuoi venire con me?» chiesi sospettosa.

Il ragazzo arricciò un attimo le labbra e poi con un candore che mi sconvolse disse: «Non voglio stare da solo.»

«Non vuoi stare...da solo?» ripetei mentre notavo il suo sguardo posarsi sulla punta dei suoi piedi nudi.

«Non fraintendere sono in grado di stare da solo e a volte mi piace non avere gente intorno ma ...vorrei passare più tempo possibile con te... prima di tornare in Corea...» disse esitante «e poi mi piacerebbe davvero vedere dove lavora la mia Noona. Così quando mi dirai di essere al lavoro riuscirò ad immaginarti meglio e mi sembrerà di poter essere ancora accanto a te» aggiunse abbassando il tono di voce imbarazzato.

Nell'udire quelle parole il mio cuore accelerò come un treno. Non avevo pensato all'ipotesi di continuare a sentire Jungkook anche dopo quella settimana di follia, e ben che meno avevo immaginato che il ragazzo potesse continuare a pensarmi una volta tornato a Seoul.Non doveva essere una cosa senza impegno?
Poi, ovvio che io avrei pensato a lui insomma, lui era Jeon Jungkook! Come avrei potuto non pensare più a lui? Ma lui che pensava a me? Perché avrebbe dovuto ripensare a me?
Rimasi ferma immobile fissando un punto non ben definito al centro del suo petto nudo.

«Quindi posso venire con te?» domandò teneramente notando il mio momento di smarrimento.

Aprii la bocca pensando ad una frase ad effetto per fargli capire una volta per tutte che la mia decisione era irremovibile, ma alla fine, l'unica cosa che feci fu emettere un brontolio di frustrazione. Lui mi fissò ancora una volta con gli occhioni da cerbiatto e io cedetti definitivamente.
«Hai due minuti per finire di prepararti» dichiarai sconfitta e spostandolo da una parte lo superai con un movimento veloce.

Sentii il ragazzo saltare in aria e urlare di felicità. Atterrò con un pesante tonfo sul pavimento e dopo due secondi i miei piedi persero contatto con il terreno. Jungkook infatti mi aveva sollevata in aria e ora mi stava stritolando come un boa mentre urlava la sua felicità nel corridoio.
«Grazie! Grazie! Grazie!» lo sentii ripetere mentre affondava il suo volto nella mia schiena.

«-Kook non respiro» mi lamentai mentre cercavo di allargare la sua stretta da wrestler con la mia forza paragonabile a quella di un criceto.

Il ragazzo rendendosi conto solo allora della morsa in cui mi aveva stretta rilassò la presa e mi mise subito a terra.
«Ops, scusa» disse con un sorriso smagliate e gli occhi luminosi.

«Fa niente» risposi passandomi la mano sul petto dolorante «Ma il tempo scorre Coniglietto, hai ancora un minuto e quarantacinque secondi...tik tok tik tok» dissi mimando le lancette di un orologio. Jungkook fissò le mie dita e poi scattò come una gazzella verso la camera da letto.


Non lo credevo possibile ma dopo tre minuti stavamo effettivamente entrando nel garage dell'hotel.
Jungkook era riuscito a vestirsi in meno di un minuto e aveva usato i restanti secondi per lavarsi i denti e sciacquarsi il viso. Io invece avevo perso tutto il mio vantaggio cercando le chiavi della macchina e mi ero così ritrovata a dover sopportare le sue risa di scherno, mentre affermava che eravamo in ritardo sulla schedule solamente per colpa mia.

«Noona, ma davvero non ci fermiamo a fare colazione?» domandò con tono di supplica mentre si allacciava le cinture di sicurezza.

«Si davvero! Se ci fermiamo adesso perdiamo almeno venti minuti e non voglio far attendere Laura più del dovuto. Anche perché ti ricordo che lei pensa che io sia al corso» gli risposi infilando la chiave nel cruscotto.

"Che poi come glielo spiego che arrivo in clinica con te?" pensai osservandolo.

«Uff...ma io ho fame!» protestò Jungkook incrociando le braccia come un bambino.

«Guarda nel porta cose lì davanti. Dovrebbe esserci una "Fiesta delle emergenze"» dissi indicando il vano portaoggetti di fronte a lui.

«Una Fiesta?» chiese Jungkook senza capire.

«Si è una merendina al cioccolato, rum e pan di Spagna» dissi controllando gli specchietti.

«Ma è alcoolica?» chiese il ragazzo aprendo lo scompartimento.

«Sì, ma no...cioè, ha del rum ma è veramente poco, non lo senti nemmeno, serve solo a dare il gusto» risposi agganciando la cintura e girando la chiave.

Appena la macchina si mise in moto dall'impianto audio partirono le inconfondibili note di "Filter". Il solo di Jimin riprese proprio pochi secondi prima dell'iconico passo e io sbarrai immediatamente gli occhi. Nella mia mente passò vivida l'immagine del ragazzo che si toccava il corpo in maniera sexy, faceva scorrere la mano fino al cavallo dei suoi pantaloni e poi terminava il tutto muovendosi sensuale a ritmo di musica.
Sentii le mie gote diventare lava mentre la voce calda e provocante di Jimin usciva dallo stereo invitandomi ad abbandonarmi solamente a lui.

«Noona!!» urlò Jungkook al mio fianco «Dimmi come cambiare canzone che qui lo hyung è stato troppo sexy e io so esattamente a cosa stai pensando!» disse con tono agitato mentre premeva i pulsanti interrompendo la musica prima della fine.

Attesi ferma immobile l'inizio della prossima canzone.
"Ti prego fa che parta qualcosa di dolce...tipo Spring Day, Life goes on o magari Winter bear. Perché diavolo ho messo proprio la playlist dei BTS durante il viaggio?" pensai imprecando poi contro me stessa.
Ovviamente l'universo aveva accolto la mia richiesta già una volta quel mese e non poteva di certo mostrarsi troppo magnanimo nei miei confronti.
Le prime note di "My time" spiccarono fin troppo vivamente all'interno dell'abitacolo e io persi il piede dalla frizione facendo scattare la macchina in avanti di mezzo metro.
Il mio cuore esplose istantaneamente e il mio volto divenne bordeaux.

«Signore fammi sparire ora!» pregai in italiano mentre il ragazzo accanto a me mi guardava ridendo di gusto. Mi schiacciai contro il sedile sperando di diventare invisibile e potermi sottrarre così alle risate di scherno di Jungkook ma fu tutto inutile.

Sentii il ragazzo piegarsi verso di me mentre canticchiava la prima parte della canzone rendendola fin troppo sexy.
«Come mi preferivi Noona? Vestito tutto in pelle nera o con il completo rosso zebrato?» sussurrò con tono basso e profondo al mio orecchio «Lo staff dovrebbe averli ancora da qualche parte. Potrei chiederli in prestito e farti una performance dal vivo se lo desideri» aggiunse facendo vibrare la voce.
In quel momento il mio cervello andò in blackout totale ancora una volta. Immaginarlo mentre si muoveva come Magic Mike, a pochi centimetri da me, mi fece andare completamente in schermata blu. Iniziai a balbettare.

«Io...tu...non...cosa...» dissi sconnessamente prima che il suono di un messaggio facesse abbassare la musica per qualche secondo dandomi il tempo di riprendermi.
Scattai come un fulmine e non mi scontrai con Jungkook solamente perché i suoi riflessi gli permisero di scostarsi all'ultimo secondo. Allungai la mano e cambiai canzone. Forse ero salva.
Dopo pochi secondi partì una versione orchestrale di "Butterfly", il mio cuore si calmò e mi riadagiai al sedile.
«Vedi perché volevo lasciarti in hotel?!» esclamai riuscendo finalmente a guardarlo negli occhi.

Jungkook in quel momento mi stava fissando con un'espressione trionfante dipinta sul volto e per quanto provasse a mantenersi serio, notai i lati della sua bocca incurvarsi verso l'alto.
«Noona dovevi vedere la tua espressione» disse prima di scoppiare in una sonora risata piegando indietro la testa.

«Va al diavolo Coniglietto!» dissi in italiano schiacciando l'acceleratore ed uscendo dal parcheggio sotterraneo sgommando.

Jungkook passò tutta l'ora del viaggio a spulciare le mie playlist di Spotify, commentando quasi ogni canzone e chiedendomi di tanto in tanto di tradurre qualche testo in italiano.
Mi divertii a cantare qualcosa assieme a lui e mi sciolsi quando lo sentii intonare "Falling" di Harry Style.
«Dovresti farci una cover, è stupenda cantata da te» gli suggerii «Sarebbe una di quelle canzoni che ascolterei in autunno, quando fuori piove e inizia a fare freddo. Il mio divano, una coperta, una tisana calda e la tua voce che riempie il soggiorno...Stupendo».

«Visto che è una tua richiesta potrei farlo» rispose segnandosi sul telefono il nome della canzone.
«Noona, quale è la tua canzone preferita?» domandò poi curioso.

«Non ho una canzone preferita. Ce ne sono tante» risposi azionando la freccia e superando una Panda con a bordo una famiglia che tornava dalle vacanze.
Jungkook salutò il bambino che lo fissava tramite il finestrino e parlò di nuovo.

«Non hai una canzone che ascolteresti sempre? Una di quelle che ti ha colpita talmente tanto che ogni volta che la senti ti emozioni e non puoi fare a meno di cantarla?» chiese sorridendomi con gli occhi brillanti.

Ci pensai un attimo.
«Sì, forse ho una canzone così. Jungkook torna alla schermata principale e digita Broadway»

Il ragazzo tornò a fissare il telefono che teneva in mano e scrisse velocemente quella parola. Una lunga lista di canzoni apparve sullo schermo.
«Quale devo cliccare?» domandò voltando il telefono verso di me.

«È quella con il cuoricino verde» risposi.

"Stella di Broadway" di Cesare Cremonini iniziò a suonare e io mi persi come ogni volta in quella canzone. Jungkook rimase subito colpito dall'introduzione dolce e malinconica del pianoforte e della chitarra, e quando iniziai a cantare i suoi occhi si illuminarono. Il testo era ovviamente in italiano ma nonostante ciò rimase in silenzio per tutto il tempo.
Quando la canzone finì la fece ripartire e mi chiese di tradurla in inglese. Gli era piaciuta la melodia e voleva ovviamente capire il significato di quello che avevo appena cantato.

«E così sei una romanticona» disse alla fine con un sorriso.

«Non è vero! Nella canzone si parla di un uomo di successo che si invaghisce di una ballerina e insieme vivono una fugace e segreta avvenuta di una notte, in mezzo ai grattacieli illuminati di New York.» raccontai  «Non è una storia d'amore...e io non sono una romanticona!» riaffermai.

«Oh sì che lo sei» ribatté Jungkook al mio fianco «La tua canzone preferita parla di una storia d'amore. Perché Noona, quella che viene raccontata qui non è un'avventura di una notte ma è una vera e propria storia d'amore. Una di quelle romantiche e passionali, di quelle che ti tolgono il fiato e ti danno l'impressione di vivere dentro ad una favola».

"Un po' come la nostra" ammisi sovrappensiero pentendomi subito di quell'osservazione.
«Sei tu quello romantico!» gli risposi provando ad alleviare un pochino la tensione che provavo a livello dello stomaco.

«Sì, lo sono.» disse con un sorriso enorme che fece risaltare i due grandi incisivi bianchi «E ti dimostrerò che anche tu lo sei».

«È una scommessa anche questa?» domandai ridendo.

«Ovviamente sì! E Noona ti faccio uno spoiler: la perderai sicuramente!» mi rispose convinto.
«Ma secondo te...» continuò poi.

«Dimmi»

«Se mettessi assieme tutti i minuti liberi della mia vita, riuscirei ad ascoltare ogni canzone presente nel mondo?» mi domandò osservando il panorama fuori dal finestrino.

«Intendi ogni musica? Di ogni tipologia esistente?» chiesi a mia volta.

«Si esatto. Ogni musica, ogni canzone,ogni componimento. Insomma qualsiasi cosa sia stata prodotta dall'uomo.»

Ci pensai per diversi secondi.
«Secondo me non basterebbe nemmeno una vita intera. Ci sono talmente tanti album che escono ogni anno, in ogni stato, e talmente tanti musicisti che servirebbero almeno due vite per ascoltare tutto. E poi ti servirebbe un'altra vita per ascoltare quello che è uscito nella tua vita precedente e via così, in un loop infinito.»

Jungkook rimase pensieroso ad osservare il panorama che sfrecciava veloce.
«È un vero peccato...chissà quante canzoni stupende come questa esistono e io non lo saprò mai» disse il ragazzo intristendosi.

«Forza Coniglietto non fare quella faccia!» esclamai dandogli una pacca sulla coscia muscolosa e facendolo sobbalzare «Abbiamo ancora quaranta minuti. Prendendo una media di tre minuti per canzone puoi scoprire circa...dodici...no, tredici canzoni nuove!Mettiti al lavoro!» gli dissi con un sorriso e vidi i suoi occhi tornare a splendere.

«Agli ordini Noona!» esclamò alzando il volume dello stereo e scorrendo le musiche nel mio Spotify.

Il viaggio continuò senza intoppi e alle dodici e cinquanta parcheggiai nel piazzale della piccola clinica veterinaria in cui lavoravo.
«Wow e così è qui dove lavori?» chiese Jungkook scendendo dalla macchina.

«Si esatto!» risposi chiudendo la macchina.

«È un posto piccolo» commentò Jungkook osservando l'edificio davanti a sé.

«Immagino tu sia abituato alle grande cliniche di Seoul. Qui in Italia di solito le cliniche sono piccole... e gli ambulatori ancora di più» dissi facendo il giro dell'auto e andandogli vicino.

«E sì. La clinica dove ho portato Bam per le vaccinazioni era grande almeno quattro volte questa» disse alzandosi la mascherina fin sotto gli occhi.

Mi misi in punta di piedi e gli premetti il cappello da pescatore in testa cercando di nascondergli quasi tutto il viso.
«Che invidia, deve essere stata una clinica stupenda» risposi sistemandomi la mascherina a mia volta «Ma ora andiamo, Laura ci sta aspettando».

Così dicendo camminai a passo svelto fino alla porta di servizio. Laura mi attendeva, quindi ero sicura avesse lasciato quell'entrata aperta.
«Stammi vicino e non toccare niente» gli raccomandai entrando nel corto corridoio e notando il suo sguardo estasiato. Il ragazzo infatti si stava guardando attorno con la stessa espressione che hanno i bambini durante le gite scolastiche, e la voglia di toccare qualsiasi cosa su cui posasse lo sguardo aleggiava chiaramente nei suoi occhi.

Mi fermai nello spogliatoio, lasciando Jungkook ad osservare attentamente l'anatomia felina su un poster appeso nel corridoio e indossai velocemente il mio adorato green rosso.
«Noona questo cos'è?» chiese indicando un punto sul disegno.

«Quello è il fegato» risposi.

«Oh» disse stupito osservando il piccolo organo.

Un abbaio giunse alle mie orecchie e mi girai. Andai a spiare l'ambulatorio che si trovava proprio lì accanto, sperando di trovarci Laura, ma purtroppo era deserto.
«Laura sono arrivata!» urlai cercando di capire dove si trovasse la mia collega.

«Sono qui!» la sentii rispondere dalla stanza dei ricoveri.

Iniziai a camminare velocemente diretta verso la seconda porta a destra, con Jungkook che mi seguiva silenzioso e diligente.
«Tu resta qui» gli sussurrai prima di varcare la porta scorrevole.

Un profumo invitante arrivò alle mie narici e impiegai meno di mezzo secondo a capirne la provenienza. Nelle mani di Laura infatti era tenuto un succulento spicchio di pizza e la ragazza se lo stava gustando seduta a terra, mentre teneva sul grembo la piccola Apple.
«Mentre ti attendevo ho pensato di ordinare qualcosa da mangiare vista l'ora e pensa un po'? Per farmi perdonare del disturbo ho preso la versione maxi, così puoi mangiarne un pezzo anche tu...Anche perché sono convinta tu sia partita come un fulmine senza mettere nulla sotto i denti» disse parlando velocissima mentre con la mano libera continuava ad accarezzare la sua cagnolina.

Apple, una dolcissima Lhasa Apso di soli quattro anni, stava tranquillamente dormendo rannicchiata sulle gambe di Laura con la flebo posizionata nella zampetta destra.
«Ormai mi conosci troppo bene!» le risposi inginocchiandomi accanto a lei e tirando la zampa di Apple per permettere al liquido fisiologico di tornare a scorrere.

Laura alzò lo sguardo dal suo cane e mi fissò con un sorriso.
«Certamente! Quindi ora mangia la tua parte di pizza, che se rimane lì ancora un po' finisce che la mangio tutta» ammise ridendo.
«Mi dispiace averti dovuta chiamare ma lo sai, prima si interviene in questi casi e meglio è» aggiunse poi seria.

«Non preoccuparti, per Apple questo ed altro. Siamo solo io e te?» chiesi accarezzando la testa della cagnolina prima di rialzarmi.

«Sì sì solo tu e io...ma non cambiare discorso. Mangia qualcosa che poi entriamo in sala e non voglio che il tuo cervello sia a corto di glucosio mentre operiamo» disse prima di finire con un boccone l'ultimo pezzo del suo spicchio. Dopodiché, prendendo Apple in braccio si alzò lentamente, facendo attenzione a non tirare il deflussore della flebo.
«Che lezione interessante hai abbandonato per venire qui da me?» domandò curiosa.

«Ecco Laura, a proposito... c'è una cosa che ti dovrei dire...» risposi incerta.
"Come posso confessarle che non ero al corso perché stavo dormendo con Jungkook dopo una notte di fuoco?"

Tra di noi calò il silenzio e Laura mi guardò con un'espressione confusa sul volto. Passarono alcuni secondi in cui rimasi completamente immobile e poi dal corridoio provenne un rumoroso brontolio di stomaco.

«Ma cosa?! Ma c'è qualcuno? Hai chiuso la porta quando sei entrata vero?» chiese Laura fissando oltre le mie spalle.

«Si l'ho chiusa. Ma ecco Laura, volevo parlarti proprio di questo...» dissi con un filo di voce.

«Guarda che secondo me c'è qualcuno là dietro» ribadì prendendo l'asta della flebo di Apple con fare minaccioso e scansandomi con un movimento veloce.

«Ferma Laura!» esclamai mentre la osservavo partire in quarta verso il corridoio con il chiaro intento di scaraventare il porta flebo contro Jungkook.
La ragazza si fermò e mi guardò sbalordita.

«C'è qualcuno là dietro hai ragione! E ti prego non ucciderlo con l'asta della flebo, l'ho portato qui io» confessai.

Laura mi guardò con gli occhi spalancati.
«Tu non hai mai portato nessuno al lavoro tranne quello stronzo di Riccardo. Ti prego non dirmi che siete tornati assieme nonostante quello che ti ha fatto...e no, non me ne frega un cazzo se mi sente che lo chiamo stronzo. Sei uno stronzo Riccardo!» disse alzando la voce «Con che coraggio ti fai rivedere dopo tutto quello che hai combinato?» aggiunse avvicinandosi ancora di più alla porta.

Sentire quel nome e vedere la rabbia di Laura mi fece tornare alla mente tutti i ricordi che le avevo confessato e il mio stomaco si chiuse con uno spasmo doloroso, ma in quel momento la paura che facesse del male a Jungkook prese il sopravvento su tutto il resto.
«No, no, non è lui! Stai calma!» esclamai verso di lei facendola fermare. Dopodiché parlai in inglese «Entra pure...e stai tranquillo non è arrabbiata con te ma con qualcun altro».

A quelle parole la testa di Jungkook fece capolino da oltre lo stipite e i suoi grandi occhioni scansionarono tutta la stanza per poi fermarsi nei miei.
«Scusa Noona, ma c'è un profumo di pizza squisito e quel dolcetto non è stato abbastanza per saziarmi» disse il ragazzo in inglese.

«Non ti preoccupare. Laura è come un segugio, non sarei mai riuscita a tenerti nascosto per molto» gli risposi fissando la mia collega «E poi è da prima che hai fame. Vieni qui e mangia un po' di pizza.» feci un profondo respiro e poi continuai.
«A proposito lei è Laura» aggiunsi presentando la mia collega «E lui è...» lasciai la frase in sospeso. Non potevo presentarlo con il suo nome vero o Laura lo avrebbe potuto riconoscere. Non era una fan dei BTS, ma a causa mia conosceva i nomi di tutti i componenti del gruppo.
«Lui è Jeon-soo» inventai colta dal panico.

Il ragazzo mi guardò alzando un sopracciglio ma io lo fulminai con lo sguardo.
Jungkook entrò lentamente e fece un lieve inchino verso Laura. La mia collega lo osservò con gli occhi splendenti e rispose al saluto trattenendo a stento l'emozione.
Jungkook mi guardò leggermente in imbarazzo e poi si voltò verso le gabbie con gli animali ricoverati.
«Stanno tutti male?» mi chiese.

«Non tutti, alcuni si stanno semplicemente risvegliando. Tipo quello!» risposi indicando un piccolo cagnolino che fissava Jungkook con la lingua a penzoloni.

Il ragazzo trattenne una risatina e si avvicinò alla gabbia osservando il cane da vicino.
«Quasi quasi gli faccio una foto, è così buffo» disse ma poi si interruppe e abbassò lo sguardo a terra «Noona, comunque ti giuro che sono rimasto zitto e fermo, ma il mio stomaco non ha resistito all'odore della pizza» aggiunse togliendosi il berretto che aveva ancora in testa e avvicinandosi lentamente.

«Lo posso capire! La pizza di Antonio fa venire l'acquolina in bocca persino a me» dissi cercando di toglierlo dall'imbarazzo in cui lo vedevo «Non preoccuparti».

Laura nel frattempo non gli aveva staccato gli occhi di dosso nemmeno per un secondo e quando Jungkook le passò davanti lo esaminò da cima a fondo senza il minimo riserbo. Notai le orecchie del ragazzo tingersi di rosso a causa dello sguardo attento e scrutatore della mia collega e io la fissai con uno sguardo torvo.

Lei capì immediatamente il mio avvertimento e si schiarì la gola.
«Allora, io vado un attimo di là a sistemare Apple. Raggiungimi appena sei pronta» dichiarò guardandomi con un sorrisetto prima di mettersi la mascherina e volatilizzarsi oltre la porta.

Il ragazzo si avvicinò a me fissandomi attentamente. Ora che Laura era uscita aveva rilassato le spalle e il suo sguardo era decisamente più tranquillo ma decisi comunque di avvicinarmi a lui e cingergli la vita con le braccia. Lo sentii calmarsi immediatamente nel mio abbraccio.
«Jeon-soo? » sussurrò poi con tono divertito stringendomi a se.

«È stata il primo nome finto che mi è venuta in mente» gli risposi a bassa voce.

«Non è nemmeno un nome lo sai?» mi disse poi osservandomi con gli occhi che formavano una mezzaluna, segno che stava sorridendo sotto la mascherina.

«Oh come sei puntiglioso...Laura non lo scoprirà mai» affermai «Ora però devo andare nella stanza qui a fianco. Devo aiutarla a preparare Apple per l'operazione, poi mi sposto nell'ultima stanza in fondo al corridoio. Tu rimani pure qui a mangiare e a fare qualche foto agli animali. Se va tutto bene in una oretta dovrei aver finito.»

«Quindi ora entri in sala operatoria?» domandò Jungkook inclinando lievemente la testa di lato e stringendomi in un tenero abbraccio.

«Si, esatto» risposi alzando la testa verso l'alto.

«Wow, deve essere fighissimo!» esclamò con gli occhi splendenti.

«Se non ti impressiona potrei lasciare la tendina della sala operatoria aperta, così puoi osservarci da dietro il vetro» proposi.

«Davvero? Davvero posso vedere?» domandò spalancando gli occhi.

«Solo se mi prometti di non svenire! Ti avverto ci sarà sicuramente del sangue» risposi fissandolo seria.

«Non ti preoccupare Noona, non mi faccio impressionare dal sangue» disse convinto.
Lo guardai socchiudendo gli occhi.
«Veramente! Te lo prometto non sverrò» promise.

«Mi fido» gli risposi mentre scioglievo il mio abbraccio «Ora devo andare ma prima prendo un pezzo di pizza, o Laura mi sgrida. Ti consiglio la parte con il salamino piccante. Ti piacerà sicuramente».

«È la mia preferita!» rispose Jungkook con un sorriso.

Mi tolsi la mascherina, presi uno spicchio di pizza e mi girai verso Jungkook.
«A dopo» dissi prima di alzarmi in punta di piedi, abbassare anche a lui la mascherina e scoccargli un tenero bacio a stampo.
«E non fare disastri! Ti informo che sono capace di sedare e castrare anche i conigli» dissi ridendo mentre uscivo dalla stanza mangiucchiando la pizza.

«Hey, non sono mica lo hyung io. E poi non ti conviene castrarmi Noona! Pensa a tutte le cose che non potrei più fare...sei sicura di volerci rinunciare per sempre?» domandò il ragazzo sghignazzando prima di buttarsi a capofitto sul cartone della pizza.

«Sei diventato troppo insolente!» esclamai mentre sentivo le gote diventare bollenti e con un gesto teatrale uscii, lasciando Jungkook a sghignazzare a bocca piena.

Entrai nella stanza accanto scuotendo la testa ma con un sorriso smagliante stampato sul volto. Laura invece, accanto al tavolo di acciaio, mi fissava con un sorriso sornione.
"Oh no" pensai osservandola.

«Allora? Vuoi raccontarmi qualcosa su quel bel stallone di pura razza asiatica che sta mangiando la mia pizza nell'altra stanza?» chiese divertita.

«Direi di no. È solo un ragazzo con cui sto passando del tempo. Niente di più.» risposi in fretta avvicinandomi all'armadietto degli anestetici.
Ovviamente quella mia risposta non soddisfò per nulla la curiosità di Laura e la ragazza ripartì all'attacco.

«Certo,certo. Per questo lo hai appena baciato con uno sguardo da scolaretta innamorata?» domandò ridendo e alzandosi in punta di piedi mimando il bacio che avevo appena dato a Jungkook.

«Ci hai spiato tramite le tendine?» chiesi prendendo una siringa e preparando la premedicazione per Apple.

«Mi sembra ovvio!» rispose senza indugio mentre posava la sua cagnolina sul tavolo «Arrivi qui dentro con il tuo nuovo ragazzo e pretendi anche che io non vi spii?»

«Intanto non è il mio nuovo ragazzo» precisai.

«Si certo come no» disse lei gesticolando con la mano libera.

«No, non lo è»

«Vabbè, facciamo finta che hai ragione tu e che quel Jhon-qualcosa è il tuo nuovo non ragazzo» mi disse Laura mimando delle virgolette alla parola "non".

«Credi pure quello che vuoi, tanto torna in Corea Giovedì e poi non lo vedrò mai più» la informai mentre iniettavo la premedicazione ad Apple.

«Quindi sei riuscita a conquistare un coreano come quelli del gruppo che ti piace tanto? E toglimi una curiosità...quanti anni ha?» domandò «Lo sai che faccio sempre fatica a dar loro una età. Gli asiatici sembrano sempre degli adolescenti anche a trent'anni» disse osservando la sua cagnolina rilassarsi.

«È più piccolo di noi, ti basta sapere questo» risposi.

«Di tanto o di poco?»

«È maggiorenne già da diversi anni quindi stai tranquilla, è tutto legale!» risposi ridendo.

«E brava la mia piccola Marshmellow!» esclamò Laura facendomi l'occhiolino.

«Riuscirò mai a togliermi quel soprannome di dosso?» domandai mentre osservavo Apple addormentarsi.

«Oh no mai! Per me sarai per sempre la mia piccola marshmallow... anche se adesso che ti sei data ai più piccoli forse dovrei cambiare il tuo soprannome in coguar» disse ridendo.
A quelle parole le scoccai una occhiataccia che però ebbe l'unico risultato di farla ridere ancora più forte.
«Quindi sentiamo dove hai conosciuto il tuo non fidanzato coreano?» domandò Laura prendendo la tosatrice «Stavi camminando come tuo solito sovrappensiero e lui è saltato fuori dal nulla e ci sei andata a sbattere contro?»

La guardai spalancando gli occhi. Senza saperlo Laura si era avvicinata alla verità molto più di quanto credesse.
«Quasi...Diciamo che l'ho conosciuto ad una festa» risposi.

«Tu ad una festa?» chiese sbalordita.

«Oh insomma Laura, si! Ero ad una festa! E l'ho conosciuto lì!» dissi piccata sperando di mascherare il mio imbarazzo con il nervosismo.

«Marshmellow non ti agitare» mi disse prendendomi in giro.

«Oh Signore, entriamo in sala operatoria dai, che Apple ha cominciato a dormire e la devo intubare» dissi mentre mi legavo i capelli in un grande chignon in modo da poterli nascondere più agevolmente sotto la cuffia chirurgica.

«E quelli cosa sono?» chiese Laura spalancando la bocca.

"Oh cazzo gli ematomi! Dalla fretta di partire mi sono dimenticata di coprirli con il fondotinta! Merda!" pensai cercando di scappare dallo sguardo indagatore della mia collega ma ormai era troppo tardi.

«Ritiro quello che ho detto. Non è uno stallone. È decisamente un leone a cui piace tenerti ferma per la collottola! Ecco perché ti ha intimato di non castrarlo!» affermò ridendo mentre il mio volto diventava dello stesso colore del mio green.

«Io vado» dissi sparendo con la barella oltre la porta della sala pre-operatoria.

«È vero che i giovani sono instancabili? Perché a giudicare da tutti quei morsi e succhiotti ho come la sensazione che ci abbiate dato dentro per giorni interi!» esclamò tra le risate « Quanti giorni di corso hai saltato per stare con lui?» continuò imperterrita a stuzzicarmi.
Finsi di non averla sentita mentre preparavo tutto l'occorrente per l'operazione.
«È inutile che mi ignori! Abbiamo un'intera ora da passare assieme in sala operatoria» minacciò la mia collega ridendo sempre più sguaiatamente.

Feci un profondo sospiro. Perché erano tutti così interessati alla mia vita sessuale?

Finii di prepararmi assieme a Laura che non aveva smesso nemmeno un secondo di farmi domande imbarazzanti e quando fummo pronte entrammo con Apple nell'ultima stanza.
Sistemai il piccolo cane sul tavolo d'acciaio e poi andai ad aprire le tendine della finestra interna. Quando finì di alzare la veneziana bianca il volto di Jungkook comparve davanti a me e i suoi occhi si illuminarono nell'esatto momento in cui incontrarono i miei.

«Vai Noona!» lo sentii urlare da dietro il vetro come una cheerleader.

«Mi raccomando, se ti senti male bussa sulla finestra prima di svenire, promettimelo!» gli dissi mentre Laura cercava di nascondere una risatina divertita.

«Promesso!» rispose il ragazzo «Parola di boyscout!» aggiunse poi e io scoppiai a ridere.

«A prova di proiettile!» risposi facendogli l'occhiolino e dedicandogli un cuore con le dita.

Tornai vicino al tavolo chirurgico con un sorriso enorme nascosto sotto la mascherina.
«E poi raccontami che non è il tuo fidanzato» mi disse Laura.

«Oh zitta ed opera!» le risposi senza riuscire a trattenere la gioia nella mia voce.





☆Nota dell'autore☆

Come ogni settimana eccomi tornata puntuale!
Cosa ne pensate di questo capitolo? Ho cercato di inserire qualche informazione sul passato della nostra protagonista che pian piano verrà a galla in questa ultima parte di racconto.
Spero di non avervi annoiati con questo lunghissimo capitolo ma mi piaceva l'idea che Jungkook vedesse la sua Noona all'opera.

Questa volta vi lascio con una domanda mie cari lettori:
Quale è la vostra canzone preferita? Fatemelo sapere nei commenti!


A presto


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