CAPITOLO 2
Il giorno dopo mi svegliai ben riposata come non accadeva da diverso tempo. Feci una doccia veloce, mi vestii con dei semplici jeans e la prima canottiera che trovai nella valigia, e corsi al primo piano con l'obiettivo di arrivare il prima possibile al buffet della colazione.
Adoravo i buffet degli hotel, erano sempre pieni di un sacco di leccornie e quello della mattina era il mio preferito.
Presi il mio piattino e mi misi in fila. Sull'enorme tavola davanti a me si trovavano almeno 10 torte differenti, biscotti, cereali, fette biscottate e molta frutta di stagione. Avevo appena preso una fetta di torta paradiso e dei biscotti alla cioccolata quando dalla cucina uscì un cameriere con una grande teglia completamente coperta da croissant appena sfornati. Il loro profumo riempí l'aria e mi fece venire l'acquolina in bocca. Inutile dire che mi precipitai subito a prenderne uno. Adoravo i croissant, soprattutto quelli ripieni all'albicocca. O meglio, per essere più precisa, ero dell'idea che i croissant dovessero esistere solamente con quel gusto. O albicocca o albicocca, gli altri gusti non erano contemplati.
Con questi pensieri nella mente e contenta del mio piccolo bottino dolce mi diressi all'unico tavolo libero vicino alla finestra.
Chiamai gentilmente la cameriera e ordinai il mio adorato latte al cioccolato. La mattina non poteva partire senza una buona tazza di latte e mentre attendevo la mia ordinazione mi misi a guardare fuori dalla finestra.
Il tempo quel giorno era velato ma il termometro esterno segnava già venticinque gradi. Si prospettava dunque un'altra giornata molto calda.
Stavo sorseggiando in totale silenzio la mia tazza di latte quando un cameriere si avvicinó al mio tavolo.
«Signorina la attendono in accettazione.» mi disse con un tono nervoso nella voce.
«Come mai? È successo qualcosa?» Chiesi.
«Mi dispiace ma non so il motivo. Mi hanno solamente detto di avvisarla. Finisca pure con calma la sua colazione e poi scenda nella hall. La ragazza della reception le spiegherà tutto.» e così dicendo sparì dalla mia vista.
Cosa era successo adesso? Come mai mi stavano cercando? La curiosità ancora una volta prese il sopravvento. Finii in velocità il mio latte e mangiai l'ultimo pezzo di torta senza quasi masticarlo e corsi verso l'uscita.
Scesi la rampa di scale che mi separava dal piano terra piena di domande e con un leggero batticuore mi avvicinai al bancone.
Guardai la ragazza che si trovava davanti a me. Alta, snella, capelli neri e lunghi, occhi marroni e un viso tondo. Sulla targhetta della divisa era segnato il nome Jessica.
«Mi avete fatta chiamare?» le chiesi.
La ragazza non fece nemmeno tempo a rispondere che sentii una voce maschile con forte accento americano chiedere da un angolo:
«È lei la ragazza che sto cercando?» mi girai di scatto cercando di capire chi stesse parlando.
Un uomo sulla cinquantina stava camminando verso di me. Doveva essersi seduto su una delle poltroncine davanti l'ascensore perché non lo avevo notato fino a quel momento e non passava di certo inosservato.
Capelli corti scuri, occhi verdi, una mascella ben scolpita e un fisico muscoloso. Era vestito con un abito grigio molto elegante. Il tessuto avvolgeva benissimo la sua figura e mi dava l'impressione di essere molto costoso.
Quando arrivò a qualche metro da me notai nei suoi occhi quella che sembrava una scintilla di pura felicità e infatti il suo viso si allargò mostrando un grandissimo sorriso splendente.
«È lei la ragazza che sto cercando?» Ripeté voltandosi verso Jessica che annui fin troppo forte. Lo stava osservando con uno sguardo misto tra timore e ammirazione.
Mi rigirai verso l'uomo che ormai era davanti a me e lo osservai meglio. Doveva sicuramente essere qualcuno di famoso perché i suoi lineamenti non mi erano nuovi ma anche sforzandomi non lo riconobbi.
"Emily saprebbe sicuramente chi è" pensai.
Senza preavviso mi prese la mano e guardandomi dritta negli occhi disse:
«Signorina, ieri lei ha salvato la vita a George, mio padre.» fece un attimo di pausa poi riprese «Mi rendo conto che nulla di quello che potrò offrirle sarà abbastanza ma la prego mi dica cosa vuole e io lo renderò reale. Sono in debito, anzi tutta la mia famiglia è in debito con lei.»
Lo guardai con un'espressione sorpresa. Probabilmente la notò anche lui perché mi lasciò la mano di scatto e aggiunse «Mi scusi sono stato maleducato. Io mi chiamo Ethan e sono il figlio del signore a cui ieri lei ha salvato la vita davanti al negozio Gucci ».
Sbattei le palpebre un paio di volte cercando di formulare una risposta sensata. Stava accadendo tutto troppo velocemente. Come aveva fatto a rintracciarmi ? E poi cosa mai potevo volere da lui?
Rimasi silenziosa per qualche secondo ed infine parlai.
«Si figuri signor Ethan non voglio nulla in cambio. Era la cosa giusta da fare, non voglio dare un prezzo alla vita di suo padre.» mi accorsi che stava per replicare così aggiunsi «Mi dica come sta adesso?»
L'uomo rispose gentilmente ma notai un lieve sorriso sul suo viso, non avrebbe mollato facilmente.
«È ancora ricoverato in ospedale ma almeno è fuori pericolo. In questi giorni dovrebbero spostarlo dalla terapia intensiva.»
Come mi ero immaginata dopo la breve informazione tornò all'attacco.
«Mi scusi se insisto ma vorrei proprio ripagarla per il suo gesto. Forse non mi conosce e non voglio vantarmi ma i soldi non mi mancano. Gestisco una grande azienda di profumi con sedi in tutto il mondo. Lei ha salvato il fondatore di tutta l'industria. Forse non ha idea dell'impatto di quello che ha fatto ma si fidi se le dico che siamo tutti in debito. » fissò i suoi occhi nei miei sperando probabilmente di riuscire a convincermi. Non distolsi lo sguardo. Sapevo essere molto testarda quando volevo ed ero abituata a far valere le mie posizioni.
«Davvero non voglio nulla.» ripetei con tono deciso «La ringrazio per l'offerta ma stavo facendo solamente la cosa giusta. Sarebbe moralmente ingiusto chiederle qualcosa per aver salvato la vita a suo padre. Non riuscirà a farmi cambiare idea su questo.» dissi guardandolo fermamente negli occhi.
La mia tecnica parve funzionare perché dopo aver fatto un profondo sospiro con un sorriso sul volto mi disse:
«Mi sembra di capire che non le farò cambiare idea. Ma non pensi che la lascerò li senza nulla.» passò a Jessica una busta e fu talmente veloce che non ebbi modo di fermarlo.
«Spero di non azzardare troppo ma ho appena consegnato a questa gentile signorina il suo invito per la serata che terrò questo sabato sull'isola del Garda. Con la mia compagnia lanceremo in anteprima il nuovo profumo dell'autunno e sarebbe un onore per me averla come mia ospite.»
Lo guardai stupefatta. Doveva aver già pensato ad un mio possibile rifiuto e quindi aveva portato con sé il piano B. Molto astuto.
Valutai attentamente cosa rispondere. Non volevo accettare senza prima averci pensato bene.
«Non so se sono la persona giusta da portare ad un party di questa portata. Non appartengo al mondo della moda, potrei farla sfigurare.» dissi lievemente in imbarazzo.
Si mise a ridere. Una risata calda e profonda di quelle che mettevano a proprio agio.
«Ne deduco quindi che ha un minimo di interesse in questa proposta.» mi fece l'occhiolino e continuò « Comunque non si preoccupi con una bella ragazza come lei non sfigurerò di certo anzi saranno probabilmente tutti più interessati a lei che al mio profumo. Soprattutto quando capiranno il motivo per cui l'ho invitata.»
Lo guardai con un'espressione dubbiosa in viso.
«Non mi crede? Vedrà lei stessa quella sera, ovviamente se decide di accettare il mio invito.» fece una pausa molto teatrale «Non voglio metterle fretta ma per motivi organizzativi le chiedo di farmi avere la sua risposta entro un paio di giorni. Così ho tempo di avvisare i miei assistenti. Se accetta si prenderanno cura di lei e la prepareranno al meglio. È una proposta a cui non si può rifiutare non crede?» e fece un altro occhiolino mentre sorrideva ancora una volta.
Ammisi a me stessa che anche lui era molto bravo nell'arte della contrattazione e che quella proposta infondo mi affascinava. Mi prese nuovamente la mano e con molta eleganza mi salutò con l'antico segno del baciamano.
«Attendo una sua risposta signorina.»disse prima di incamminarsi verso l'uscita con un passo fiero ma elegante.
Stavo pensando di scrivere subito a Emy e Lisa per discutere con loro di quanto era appena successo quando Ethan si bloccò di colpo.
«Spostate immediatamente la signorina nella suite più grande e costosa che avete, pago tutto io! Mandate il conto alla mia azienda.» disse con tono imperativo a Jessica e prima che potessi ribattere sparì.
Io guardai la ragazza e lei guardò me. Eravamo rimaste entrambe con la bocca aperta.
«Certo che sei proprio fortunata.» mi disse poco dopo quasi urlando «E se non vai a questa festa giuro che chiamo e vado al tuo posto!» aggiunse porgendomi la busta.
Si mise subito al computer e cominciò a premere i tasti con eccessiva forza.
«Allora la nostra suite Royal è libera ma abbiamo bisogno di qualche ora per sistemarla quindi la card di accesso sarà pronta per mezzogiorno.»
«Nessun problema, io oggi non rientro prima delle 17:00 quindi fate pure con calma» risposi e controllai l'orologio per vedere che ore erano. Mi rimanevano solamente 15 minuti prima dell'inizio del corso. Cazzo, dovevo correre se volevo arrivare in tempo.
Ringraziai Jessica e mi precipitai al palazzo dove si tenevano le lezioni.
Quella giornata mi sembrò infinita ma per fortuna Lisa ed Emily erano sempre pronte a tenermi compagnia. A metà mattina spiegai loro tramite un lunghissimo messaggio quello che era successo poche ore prima.
Ore 10:20 Emily: "Quindi mi stai dicendo che appena rientri in hotel ti daranno le chiavi per la suite?"
Ore 10:20 Io :"Eh si così sembra..."
Ore 10:20 Emily : "Lo sai che questa sera ci devi far fare un video tour di tutta la stanza vero?"
Ore 10:20 Lisa: "Ovvio che ci deve far fare un video tour. Lo pretendo!"
Ore 10:21 Io : "Va bene ragazze appena arrivo in hotel vi chiamo."
Dopo qualche minuto di attesa decisi che era arrivato finalmente il momento di chieder loro un parere sul party.
Ore 10:23 Io : "Ragazze prima non vi ho detto una cosa. Ethan il figlio del signore che ho salvato mi ha invitata ad un party questo sabato per il lancio del nuovo profumo della sua azienda. Ma non so se andare."
Ore 10:23 Lisa: "Mi auguro tu stia scherzando vero?"
Ore 10:23 Lisa: "Tu ci DEVI andare!!"
Ore 10:24 Emily: "Ovvio che ci devi andare! Non ti rivolgiamo più la parola se ti lasci sfuggire una proposta del genere. E poi devi dirci chi incontri! Sarà pieno di personaggi famosi! Che meraviglia!"
Mi sembrò di vederla battere le mani dalla gioia mentre scriveva.
Ore 10:26 Lisa: "E come vai vestita? Devi andare a fare compere!"
Ore 10:26 Io:"No, in realtà se accetto di andare è tutto compreso nella serata. Da quello che ho capito Ethan si occuperà di vestirmi e sistemarmi a puntino, o meglio i suoi assistenti."
Arrivarono contemporaneamente due messaggi identici "TU CI ANDRAI!".
Ok. Avevo capito che ormai non avevo vie d'uscita. Anche perché le conoscevo bene e se non le avessi ascoltate mi avrebbero davvero tenuto il muso per almeno un mese.
Quando l'ultimo relatore concluse la sua discussione corsi come una scheggia in hotel. Presi la card della mia attuale stanza e salii i gradini due alla volta. Si lo so' l'ascensore è più comodo ma ho sempre paura che si incastri. Così uso le scale. Faccio fitness ed evito gli attacchi di panico. Tutti vincono!
Una volta arrivata in camera feci le valigie alla velocità della luce e ritornai come un lampo alla hall.
Quando mi vide Jessica prese la card della suite e me la consegnò.
«Allora alla suite si accede solamente tramite l'ascensore.» disse indicandolo con un gesto veloce della mano.
"Oh no" pensai.
«Quindi si deve passare la card sul lettore e poi basta attendere. L'ascensore arriverà direttamente all'entrata della camera. In questa maniera nessuno potrà salire a disturbarla a meno che lei non dia il permesso. Ovviamente camerieri e signore delle pulizie hanno libero accesso ma non si preoccupi non la disturberanno più del dovuto» aggiunse Jessica.
Osservai la card che tenevo tra le mani con un misto di timore ed eccitazione. Mi avvicinai all'ascensore guardandolo torvo con le gambe che mi tremavano leggermente.
Una volta entrata posai la card sul lettore e cominciai a salire verso l'alto.
«Fa che non si blocchi, fa che non si blocchi.» continuavo a sussurrare. Dopo circa 20 secondi ,che a me sembrarono interi minuti, l'ascensore si fermò e le porte si aprirono. Lasciai cadere borsa e valigia e rimasi ferma sulla soglia colta alla sprovvista.
Avevo immaginato una stanza lussuosa ma quello che vidi mi lasciò veramente basita. Vedevo solamente l'entrata della suite ma mi bastava quella per capire che la camera che avevo davanti era più simile ad un loft da rivista patinata che ad una camera d'hotel. Il pavimento e le pareti erano costruite con marmo bianco le cui venature nere risplendevano a contatto con i raggi del sole. La luce entrava dalle enormi finestre poste sulle due facciate davanti a me e il caldo sole del pomeriggio dava un tocco quasi romantico all'arredamento moderno della suite.
Davanti alla finestra sulla mia destra erano posizionati dei bassi divanetti pieni di cuscini colorati, un grande tavolino rettangolare di vetro era posizionato al centro della stanza e accanto ad esso si notava il bracciolo di quello che doveva essere un enorme divano nero.
Feci qualche passo all'interno per poter vedere meglio e le porte dell'ascensore si chiusero alle mie spalle facendo un lievissimo rumore. Lasciai borsa e valigie sulla soglia e cominciai ad esplorare quella che era la mia camera per le prossime due settimane e mezzo.
La stanza principale si estendeva probabilmente per tutto il lato del palazzo e ai miei occhi era immensa.
Il divano nero che avevo intravisto all'entrata era posizionato davanti ad una immensa tv e al maxi schermo erano collegate tutte le console presenti in quel momento sul mercato. La mia anima da gamer fremette a quella vista e cominciai a saltellare in giro come una pazza.
A fianco del divano davanti all'immensa vetrata era posizionato un tavolo con 4 sedie. Sopra di esso era presente quello che con molta probabilità era il menu. Mi avvicinai e aprì la rilegatura di pelle nera con i decori dorati. Cominciai a leggere e mi venne l'acquolina in bocca solo con le prime righe. Le pietanze erano completamente diverse rispetto a quelle proposte nel ristorante dell'hotel. Capesante dorate, gamberi viola appena scottati, carpaccio di salmone, arancia e finocchietto selvatico. Ed erano solo gli antipasti.
La mia attenzione fu però catturata da una scritta posizionata alla base del foglio "Ogni cibo e bevanda presente su questo menù è gratuito per gli ospiti della suite"
Dalla mia gola parti una sonora risata di gioia. Cibo e alcol gratis. Cosa avrei voluto di più?
Chiusi il menù delle tentazioni, come lo avevo soprannominato, e tornai a focalizzare la mia attenzione sullo spazio che mi circondava.
Ad un certo punto la vidi. Una jacuzzi. Una jacuzzi solamente per me. La vasca si trova su un piccolo rialzo e per accedervi si dovevano salire 3 bassi scalini. Delle luci soffuse illuminavano quella zona rendendola molto romantica e accogliente.
Oltre i gradini che portavano alla vasca le pareti formavano un largo corridoio. Lo percorsi fino in fondo ignorando la porta a metà strada e mi trovai così a varcare l'entrata della camera da letto. Alla mia destra era posizionato un enorme letto matrimoniale. Inutile dire che mi ci lanciai sopra. Quando tastai le coperte nere i miei polpastrelli toccarono le lenzuola più morde che avessi mai sentito. Impiega diversi minuti a trovare l'etichetta e a constatare che quel meraviglioso tessuto non era altro che seta. Non avevo mai dormito in un letto con lenzuola di seta e risi dalla felicità.
Davanti al letto era posta un'altra tv ma molto più piccola della precedente mentre sulla parete a sinistra era presente un caminetto a muro. Cominciai a camminare nell'enorme stanza osservando ogni minimo dettaglio e notai una porta scorrevole a lato della tv. Essa dava all'interno di una enorme cabina armadio che poteva benissimo contenere 4 volte tutto il mio guardaroba.
«Wow è stupenda» mi trovai a dire mentre uscivo dalla camera da letto ancora meravigliata da tutto quel lusso.
Ripercorsi il lungo corridoio ed entrai nella porta che avevo precedentemente ignorato.
Le pareti del bagno erano di un color nero onice in totale contrasto con il pavimento bianco di tutta la suite.
Sulla mia sinistra erano installati due lavandini con uno specchio ciascuno e in fondo alla stanza rettangolare vi era una porta in vetro smerigliato in cui si intravedeva quello che doveva essere il bidet.
Posai la mano sulla parete alla mia destra e cominciai a camminare toccando quel muro spoglio e freddo. Arrivai quasi in fondo quando mi accorsi che quella parete si interrompeva ad 1 metro dalla fine. Non mi ero accorta dell'apertura perché dalla porta il gioco di luci rendeva quasi invisibile quel passaggio.
Guardai oltre il muro e quello che vidi mi lasciò sbalordita. Davanti a me era posizionata una mini piscina che ricordava molto le vasche degli onsen giapponesi.
Sul soffitto in un angolo della vasca era posizionata una strana lastra di metallo.
Mi avvicinai per controllare meglio e notai che era tutta bucherellata. Probabilmente serviva a simulare un effetto pioggia nella vasca. Non vedevo l'ora di provarla.
Davanti ad essa una doccia con le pareti di vetro completava l'arredo. Era tutto perfetto.
Tornai al soggiorno pregustando già il bagno caldo che avrei fatto quella sera e presi in mano il telefonino. Chiamai Emily e Lisa che risposero dopo qualche squillo.
«Ragazze sedetevi comode che sta per cominciare il tour virtuale della mega suite.» e così dicendo cominciai ad inquadrare tutte le stanze, soffermandomi sui vari particolari. Alla vista della jacuzzi urlarono, così come alla vista del letto e alla vista del bagno.
«Mio dio è il paradiso.» esclamò Lisa.
«Davvero! E vi giuro che dal vivo è ancora meglio.» risposi «Altra cosa che non vi ho detto cibo e alcool sono gratuiti qui dentro.»
Urlarono ancora più forte.
«Dobbiamo trovare il modo di raggiungerti.» disse Lisa. «Emy trova il modo di farti dare ferie perché non può godersi tutto quel ben di Dio da sola!»
Chiacchierarono tra loro alcuni secondi e poi ad un tratto Emily mi chiese: «Senti principessa hai scritto vero ad Ethan che ci sarai sabato?»
«A dire la verità non ancora » risposi.
« Coooooosa? Prendi immediatamente il pc e scrivi quella benedetta email. Noi rimaniamo qui ad osservare che tu lo faccia veramente» disse.
Presi il computer mentre mi lamentavo di come a volte sono delle piccole naziste e sotto il loro sguardo attento confermai la mia presenza alla festa.
Ethan mi rispose dopo qualche minuto scrivendo che era contentissimo della mia decisione e mandando le indicazioni per sabato pomeriggio.
«È fatta ragazze. Andrò al party » dissi.
Dovetti togliermi l'auricolare dall'orecchio perché le loro urla furono talmente forti che rischiai di rimanere sorda.
Restammo a chiacchierare animatamente fino all'ora di cena e poi dovetti salutarle.
L'idea che potessero veramente raggiungermi in quell'immenso spazio mi riempiva di gioia e passai la cena ad immaginare le mille cose che avremmo potuto fare assieme mentre osservavo il sole tramontare dietro le montagne e dipingere la superficie del lago di un rosso fuoco.
Prima di andare a dormire mi concessi un bel bagno rilassante e scoprii con gioia che la mini piscina era perfino riscaldata.
Per fortuna i tre giorni che mi separavano dal weekend passarono molto velocemente tra corsi e relax e il sabato pomeriggio alla fine arrivò inesorabile.
Mi trovai così a fissare le enormi vetrate dell'edificio di Ethan e dopo aver fatto un enorme respiro varcai la soglia. Due ragazze mi corsero subito incontro.
«Finalmente sei arrivata. » mi disse quella che sembrava essere la più giovane. Era alta più o meno come me , quindi bassa, con un fisico snello, capelli castani perfettamente acconciati e degli occhi azzurro ghiaccio. Era bellissima e io mi sentii un po' a disagio vicino a lei.
«Io sono Chloe mentre lei è Erica. » mi disse con un lieve accento francese mentre indicava la ragazza vicino a lei. Erica era alta, magra, carnagione scura e capelli neri e i suoi occhi nocciola erano fissi su di me. Mi squadrò da capo a piedi.
«Noi staremo con te tutto il pomeriggio e ti prepareremo per la festa di questa sera. Vedrai ti faremo diventare una principessa, ma ora dobbiamo correre al reparto sartoria, dobbiamo scegliere il vestito che indosserai e la sarta dovrà prenderti le misure quanto prima o l'abito non sarà pronto in tempo.» detto ciò mi prese per le spalle e mi spinse con delicatezza fino all'ascensore. Non mi sembrava il luogo e il momento ideale per chieder loro di prendere le scale anche perché , con i tacchi che portavano, avrebbero rischiato la loro morte prematura già alla prima rampa.
Entrai di malavoglia nell'ascensore e Chloe premette il quindicesimo piano.
«Adesso ti portiamo al piano dedicato ai vestiti. Vedrai ti divertirai un sacco. Le nostre sarte hanno un intero reparto dedicato agli abiti da sera. Gucci, Prada, Louise Vuitton, Valentino. » gli occhi chiari si illuminarono fissando il vuoto con aria sognate. «Troveremo sicuramente quello adatto a te vedrai.»
Passai una buona ora in quello che era praticamente un immenso negozi di abiti all'interno del palazzo. Alla fine Erica e Chloe optarono per un elegante vestito color blu notte accompagnato da dei tacchi vertiginosi e una stola per coprire le spalle in caso avessi avuto freddo.
Una volta stretto con gli spilli dalle sapienti mani della sarta il vestito mi cadeva alla perfezione facendo risaltare le mie forme come nessun'altro abito era mai riuscito prima. Il corpetto scuro era rivestito da una fitta rete di ricami argentati che al contatto con la luce sembravano risplendere. I ricami erano più fitti vicino al bordo superiore e andavano riducendosi man mano che ci si avvicinava alla vita. A quel livello era presente una elaborata fascia scura che abbelliva il corpetto e accentuava il girovita facendolo sembrare molto più stretto. Da sotto la fascia partiva una gonna di seta dello stesso color blu notte del corpetto. La gonna che cadeva delicata arrivando sopra le ginocchia era composta da diversi strati di chiffon che le davano quel tocco leggero e vaporoso. Nella parte più esterna il tessuto era cosparso di piccolissimi diamanti che a contatto con la luce facevano risplendere tutta la gonna.
«Il vestito sembra fatto apposta per te.» disse Chloe guardandomi soddisfatta «Ma ora svelta , cambiati e consegnalo alla sarta per le modifiche. Noi dobbiamo subito andare al reparto di bellezza e li passerai sicuramente un sacco di tempo.»
Seguii ancora una volta le due ragazze e come avevano preannunciato passai con loro tutto il pomeriggio ma finalmente poco dopo le 18:00 ero pronta.
Mi guardai attentamente allo specchio.
«Sono veramente io quella?»chiesi stupefatta. Si lo so era una domanda stupida ma il riflesso che stavo guardando sembrava la versione gnocca di me. Corpo snello, gambe slanciate, due occhi da gatta, capelli morbidi e lucenti. Non potevo essere io.
Chloe ed Erica si misero a ridere.
«Certo che sei tu. Diciamo che abbiamo solo valorizzato le tue parti migliori.» disse Erica divertita.
Osservai ancora un po' la mia immagine. I capelli erano stati raccolti in una complessa acconciatura che faceva risaltare il mio collo e lasciava le mie spalle praticamente nude. I boccoli, che erano stati fatti con tanta pazienza dal parrucchiere, ricadevano fino a metà schiena in onde soffici e lucenti. Qua e là erano stati inseriti dei punti luce come richiamo ai brillanti del vestito.
Il mio viso era ricoperto da un perfetto make up. L'ombretto scelto faceva risaltare il colore dei miei occhi e le extension alle ciglia li facevano sembrare molto più grandi. Cercai di memorizzare ogni piccola sfumatura per poterla ricreare più avanti con i miei miseri trucchi ma non ero molto convinta ci sarei riuscita altrettanto bene.
Presi il telefono dalla borsa, mi scattai una foto e la inviai nel gruppo delle ragazze digitando: "Che ne pensate? Sono pronta per la festa?".
Non riuscii a leggere le risposte perché Chloe urlò «Oddio la borsa. Ci siamo dimenticate la borsa» e corse come un fulmine fuori dal camerino.
Tornò dieci minuti dopo con una piccola pochette.
«Metti subito telefono, portafoglio e documenti qui dentro. Il resto lascialo a noi, non ti servirà questa sera. Porterò personalmente le tue cose all'hotel quando sarai partita.» disse la ragazza aprendo la piccola borsetta.
Bussarono alla porta e tutte e tre ci girammo sorprese. Erica andò ad aprire e sulla soglia del camerino comparve Ethan in un elegantissimo abito da cerimonia.
«Allora è pronta?» Chiese alle sue assistenti.
«Sì signore.» risposero fermamente le due ragazze con un sorriso sulle labbra.
Mi girai verso di lui.
«Wow. Sei stupenda. Conquisterai veramente tutti questa sera.» disse con gli occhi raggianti. «Mi permetto di darti del tu se non ti da fastidio.»
«Nessun problema.» risposi leggermente in imbarazzo.
L'uomo davanti a me si fece ad un tratto pensieroso e lo vidi frugare nelle tasche interne della sua giacca. Dopo alcuni secondi estrasse un pacchetto ben confezionato.
«Ti mancano ancora un paio di accessori per essere veramente perfetta.» disse e aprì la confezione con uno scatto. Al suo interno vidi due stupendi orecchini di diamanti. Ethan porse il ricco pensiero nelle mani di Chloe che lo ammirò per qualche secondo sbalordita e poi mi porse il costoso regalo.
Mi girai verso Ethan per ringraziarlo ma lui stava già aprendo una seconda confezione.
«Questo è il profumo che la mia compagnia lancerà questa sera. Mi piacerebbe molto che sia tu la prima persona ad indossarlo. » detto questo mi fece allungare i polsi in modo da poter nebulizzare il profumo sulla mia pelle. L'aroma che sentii era dolce e delicato. Mi ricordava il profumo di un campo di fiori subito dopo una pioggia estiva. Mi fece vedere come indossare in maniera corretta la fragranza ed infine diede un ultimo spruzzo sul mio vestito. L'aroma riempì l'aria della stanza.
«Ora sei perfetta! Adesso è meglio andare. L'autista ci sta aspettando per portarci alla barca. » e così dicendo uscì dalla stanza.
Guardai Chloe ed Erica che mi fecero segno di andare. Le ringraziai penso mille volte, prima di prendere la borsa che mi stavano porgendo e uscii dal camerino.
Ethan mi attendeva dentro l'ascensore con una mano sulla porta per impedirne la chiusura e visti i tacchi alti che stavo indossando lo raggiunsi volentieri. A volte la comodità vince sulla paura.
Quando arrivai al suo fianco premette il pulsante del piano terra.
«Spero ti sia trovata bene con Chloe ed Erica. A volte sono logorroiche ma sono le migliori nel loro settore e il tuo look di questa sera ne è la prova. Normalmente preparano le modelle per i servizi fotografici.» disse Ethan sorridendomi.
Ecco spiegato il motivo per cui aveva scelto proprio loro. Il risultato era sbalorditivo quindi ero d'accordissimo con lui.
Ethan mi stava informando sulle condizioni di suo padre quando la porta dell'ascensore si aprì.
Davanti a noi comparve una ragazza poco più vecchia di me, alta almeno un metro e ottanta, occhi verdi, pelle diafana e capelli biondi perfettamente raccolti in un'alta coda di cavallo. Il tubino verde menta che indossava le arrivava poco sotto i glutei mettendo in risalto le sue lunghissime gambe.
«Ciao Ethan.» disse con uno sguardo raggiante.
«Ciao Nina, cosa ci fai qui?» chiese l'uomo accanto a me.
«Non mi piace essere arrabbiata quindi ringrazia la ragazza accanto a te e andiamo assieme alla festa.» i suoi occhi verdi guardarono con dolcezza l'uomo accanto a me ma ebbi la sensazione che stesse nascondendo qualcosa « Forza dai tesoro non farti pregare.»
«Nina ne abbiamo già parlato. Stasera avrò lei come mia ospite. » mi indicò «Quindi per favore torna in hotel ora.»
Il suo sguardo cambiò di colpo. Da dolce e delicato diventò per un attimo una maschera di rabbia.
«No Ethan mi porterai con te, io voglio venire al party!» disse lei pestando i piedi per terra.
«Ti ho già detto che stasera non verrai con me. Non voglio litigare proprio ora in questo posto quindi noi adesso andiamo.» così dicendo Ethan mi invitò a fare un passo fuori dall'ascensore ponendosi tra me e la ragazza. Poi si girò verso di lei: «Prendi la mia carta di credito e invita le tue amiche. Ordina quello che vuoi basta che tu la smetta di fare la bambina in questo modo. Ne riparliamo quando torno a casa.»
Nina lo fulminò con lo sguardo. Ora era chiaramente arrabbiata e non cercava in alcun modo di nasconderlo.
Quando passai davanti a lei feci l'errore di guardarla negli occhi. Ricambiò il mio sguardo da "io non c'entro nulla non odiarmi" con uno carico di odio e risentimento. Interruppi il contatto visivo e accelerai il passo per uscire il prima possibile da li. Sentii comunque il suo sguardo perforarmi la schiena fino a quando non oltrepassai la porta d'ingresso al lato di Ethan.
Salimmo nella macchina che ci attendeva senza dire nulla ma una volta in moto non riuscii più a trattenermi.
«Ethan mi dispiace, non voglio essere causa di litigio tra te e quella ragazza. » dissi sommessamente.
«Non preoccuparti. Nina deve capire che non può averla sempre vinta e che lei non è sempre il centro del mondo. L'ho sempre accontenta in tutti i suoi capricci ma stasera no. Pensa che fino a stamattina non voleva nemmeno venire e si lamentava ogni volta che parlavo di questo evento.» guardò fuori dal finestrino con sguardo serio.
«Spero che le sue parole non ti abbiano amareggiata.» aggiunse voltandosi verso di me.
«No no figurati Ethan, al lavoro devo sopportare ben di peggio»dissi provando a sorridergli. La mia risposta doveva averlo incuriosito perché mi chiese subito che lavoro facessi e, una volta scoperto, passò i restanti minuti a farmi vedere le foto dei suoi 3 adorati cani. Nonostante fosse un miliardario famoso davanti ai propri animali anche Ethan si comportava come tutti gli altri comuni mortali.
Una volta arrivati al piccolo porto venimmo accolti con gioia direttamente dal capitano e il piccolo signore ci accompagnò orgoglioso alla sua barca.
Stavo osservando le onde del lago prodotte dall'accensione dell'imbarcazione quando Ethan mi si avvicinò.
«Fra 20 minuti siamo arrivati. Nel frattempo lasciati offrire un po' di champagne.» disse e mi porse una coppa piena di vino.
Non ero una grande amante dell'alcool soprattutto a stomaco vuoto ma quella sera non disdegnai la sua offerta. Anche perché, ero sicura che l'alcool mi sarebbe servito per riuscire ad affrontare tutto quello che mi attendeva una volta messo piede sull'isola.
«Sei un po' agitata vero?» chiese prima di sorseggiare dal bicchiere.
«Si, anzi non mento se dico che sono molto agitata.» risposi.
«Non ti preoccupare, sei bellissima e sei anche una persona con cui si conversa molto volentieri e quest'ultimo è un complimento che non dico molto spesso. Vedrai che non avrai nessun problema.» mi disse sorridendomi.
Risposi con un sorriso tirato e bevvi un altro sorso di vino.
«Dai per far passare il tempo ti faccio vedere un po' di foto degli invitati di questa sera così mi dici se ne riconosci qualcuno e ti presento a quelli che ti interessano di più.» disse Ethan probabilmente per farmi pensare ad altro.
Prese il telefono dal taschino e cominciò a scorrere una galleria piena di volti famosi. Non ero molto brava ad associare i volti ai nomi ed Ethan mi aiutò più di una volta.
«Uuuh» esclamó con un sorriso di divertimento « Vediamo se conosci questo. È uno dei giovani ragazzi che abbiamo invitato stasera e coincidenza ha voluto che fosse proprio in Italia per le sue vacanze. Circa 1 anno fa ha nominato uno dei nostri profumi in un'intervista e dopo poche ore era già andato sold out in tutti i nostri negozi. Fa parte di un famoso gruppo di cantanti conosciuti in tutto il mondo, li avrai sicuramente sentiti nominare.» e girò il telefono verso di me. Il mio cuore smise di battere.
Sul telefono di Ethan era visualizzata una foto di Jeon Jungkook.
☆Nota dell'autore☆
Eccomi tornata con il secondo capitolo. Spero di non avervi troppo annoiati ma questi due capitoli mi servivano come introduzione della storia, vi prometto che dal capitolo 3 le cose si faranno finalmente molto interessanti.
Grazie a tutti e a presto!
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