CAPITOLO 1

Il seminario era cominciato da sole tre ore e io stavo già disegnando un sacco di gattini su tutto il blocco degli appunti. Per carità era interessante sentire come riuscire a trattare una dermatite atopica in un gatto assatanato il cui unico scopo della vita era riuscire a staccarti gli occhi a morsi e graffi, ma il mio umore mi impediva di focalizzarmi bene sulla spiegazione.

Non sono mai stata un'amante dei corsi di formazione e se mi trovavo lì lo dovevo solamente alla mia collega, nonché ex compagna di università, Laura. Dopo settimane di suppliche e lamentele mi aveva presa per sfinimento ed era riuscita a farmi iscrivere a ben tre settimane di intensi corsi di aggiornamento. Mi aveva convinta con la vecchia tecnica del "Dai, non siamo mai andate a un corso assieme, non essere sempre quella asociale".
Non che avesse poi tutti questi torti , non mi piaceva molto stare a contatto con le persone, ma per questa volta avevo acconsentito a seguirla in questa sua malsana idea. Infondo passare tre settimane sul lago di Garda in sua compagnia non mi dispiaceva poi così tanto.

Era stato tutto organizzato alla perfezione. Viaggio, hotel, gite fuori porta, momenti di relax. Ma alla fine era saltato tutto.
Mi trovavo infatti in una immensa sala congressi circondata da tante altre persone ma della mia collega nemmeno l'ombra. Mi aveva infatti dato buca la settimana precedente e nonostante si fosse scusata innumerevoli volte il mio umore rimaneva comunque nero.

Guardai l'orologio, mancava ancora un'ora alla fine di quella interminabile giornata e sbuffai sonoramente. Avevo passato tutto il giorno seduta su una scomoda poltroncina, ascoltando relatori con la voce monotona e priva di sentimento, e ora cominciavo ad essere davvero stanca. Nemmeno il buffet, sempre presente ad ogni pausa caffè, era riuscito a migliorare il mio umore e chi mi conosce sa come mi basti addentare un buon tramezzino per tornare subito positiva e piena di energie.

Per far passare il tempo mi misi a pensare a cosa avrei combinato una volta uscita da quel posto. Mi ispirava l'idea di una bella passeggiata in riva al lago o magari un salto nella via principale ad osservare le vetrine dei negozi di lusso contenenti abiti da sogno.
Stavo ancora fantasticando persa nel mio mondo parallelo in cui ero una giovane e ricca ereditiera, quando la mia attenzione venne catturata da un caso clinico.
La foto di un gattino grigio tigrato di nome Cookie venne proiettata sul telo dietro le spalle del relatore.
Presi subito il telefono e scrissi alle mie due migliori amiche. Lisa ed Emily.
Lisa la conoscevo dalle superiori mentre Emily l'avevo incontrata solamente quattro anni prima grazie ad una passione in comune. Ovvero i BTS.

Ore 15:30 Io: "Ahahah ragazze stanno parlando di un gattino di nome Cookie! Ma non era un dolce coniglietto?"

Aspettai qualche secondo e come sempre la prima a rispondere fu Emily.

Ore 15:33 Emily:"Io ricordo fosse tutto tranne che un dolce coniglietto"

E dopo aver scritto quelle parole mandò una foto di Jungkook. L'immagine lo ritraeva in un abito elegante. La giacca era aperta a mostrare una maglia scura semitrasparente stretta in vita da tre cinture. Spalle larghe e vita stretta, già quello bastava per farlo sembrare un Dio sceso in terra e invece gli stilisti avevano deciso di rincarare la dose facendogli indossare dei pantaloni che fasciavano in maniera perfetta le sue gambe muscolose. Come se tutto ciò non bastasse, il ragazzo, guardava dritto in camera con il suo tipico sguardo ammaliante.

Ebbi un momento di blackout e dalla mia bocca uscì un urletto strozzato. Jungkook mi faceva sempre quell'effetto, ed Emily lo sapeva bene, per questo aveva deciso di attaccarmi in quel modo.

Ore 15:35 Io: "Per colpa tua mi hanno appena rimproverata. Non puoi mandare queste foto senza preavviso Emy!"

Mi rispose facendomi la linguaccia. Trattenni una risata. La adoravo quando faceva così, ma come ben sapeva, non l'avrebbe passata liscia.
Cercai nella mia galleria una foto di Taehyung e trovai quella perfetta. Un suo primo piano nel video di ON. I capelli neri scompigliati, uno sguardo di fuoco e i tatuaggi finti che occupavano la parte sinistra del collo. Premetti invio.
"Questo non lo dovevi fare." scrisse e io mi misi a ridere.

Cominciammo quindi la nostra solita battaglia : lei inviava foto di Jungkook, io inviavo foto di Taehyung. La prima che cedeva aveva perso.
Il nostro duello all'ultimo sangue durò diversi minuti ma poi fu interrotto bruscamente da un messaggio di Lisa.

Ore 15:47 Lisa: " Allora la smettiamo? Io sono al lavoro e sto provando a concentrarmi e voi rendete tutto quanto molto complicato con queste foto. E poi non vi sembra di essere un po' monotematiche?".

Sorrisi allo schermo del cellulare e come ogni volta, sia io che Emy, decidemmo in contemporanea di inviarle le migliori foto di Jimin che avevamo nella galleria del telefono.
"Colpita e affondata." pensai.

Ore 15:58 Lisa: "Vi odio ragazze, chi si concentra più adesso?"

"Anche io ti voglio bene Lisa" risposi.

Dopo qualche minuto di silenzio arrivò un messaggio di Emily.

Ore 16:01 Emily: "Ma lo sapete? Si vocifera che qualcuno di loro sia in Italia in questo periodo?"

Ore 16:02 Lisa: "Se fosse vero lo sapremmo dai, come possono passare inosservati ora che sono delle star mondiali?"

Ore 16:02 Io: "In effetti Lisa non ha tutti i torti, se fossero qui in Italia qualche Army come noi li avrebbe beccati di sicuro, non ne sei convinta Emy?"

Ore 16:03 Emily: "Ma sono diventati bravi ultimamente a non farsi notare e forse chi li ha incontrati ha mantenuto il segreto"

Continuammo a spettegolare ancora un po' sulla nostra band preferita fino a quando accanto a me partì un fragoroso applauso. Sobbalzai colta di sorpresa. Da quanto ero intenta a chattare con le mie amiche non mi ero nemmeno accorta che la lezione fosse finita.
Intorno a me iniziarono tutti ad alzarsi e ben presto si creò quella tipica ressa da bar che tanto mi dava sui nervi. In questi momenti infatti rimpiangevo la calma e la compostezza tipica dei paesi asiatici che tanto adoravo.
Rimasi seduta al mio posto ancora qualche secondo e ne approfittai per scrivere nel gruppo ancora aperto.

"Ragazze io per oggi ho finito, ora vado a farmi un giro in centro. Vi scrivo quando torno in hotel. Chissà magari incontro qualche BTS a passeggio lungo il lago di Garda. 😉"

Emy e Lisa mi augurarono una buona passeggiata e mi promisero di sentirci più tardi.
Misi così il telefono in borsa, presi il blocco degli appunti e mi incamminai verso l'esterno.

Come avrei voluto essere qui con loro. Avevo provato ad invitarle appena saputo che la mia collega non sarebbe venuta. La camera dell'hotel era già stata pagata e bastava aggiungere solamente un letto per stare tutte assieme, ma nessuna delle due era riuscita a farsi dare dei giorni di ferie.
«Noia e solitudine ecco cosa ti aspetta.» mormorai mentre uscivo dal palazzo in cui ero stata rinchiusa per tutto il giorno.
La brezza calda proveniente dal lago investi subito la mia pelle fresca e un lieve brivido percorse il mio corpo. La sensazione era magnifica, adoravo il caldo dell'estate.
Socchiusi gli occhi per abituarli alla luce del tardo pomeriggio e inspirai l'aria a pieni polmoni.

Scesi i gradini di marmo, attraversai la strada di corsa approfittando del semaforo rosso e mi ritrovai sul camminamento pedonale. Posai le mie mani sul piccolo muretto candido di mattoni e osservai il panorama attorno a me. Il cielo aveva un colore turchese acceso e c'erano solo rare nuvolette bianche a interrompere quell'azzurro intenso. L'acqua limpida rifletteva i raggi solari in stupendi giochi di luce e le montagne si affacciavano su quella enorme distesa d'acqua come dei guardiani attenti ma silenziosi.
Rimasi per qualche minuto ad osservare le piccole onde che si infrangevano sulla riva quasi ipnotizzata da quel continuo movimento lento e ritmico. Quel suono era veramente rilassante.

Quando mi accorsi di essere rimasta bloccata ad osservare l'acqua un grande sorriso comparve sul mio volto.

«Meglio andare o qui non facciamo più nulla.» dissi al vento, e mi incamminai verso il centro della cittadina canticchiando tra me e me il motivetto di Dynamite.

La parte storica del paese consisteva in una grande via principale su cui si affacciavano diversi negozi di lusso, qualche bar e un paio di gelaterie. Mi divertivo a camminare lungo quella strada osservando le varie vetrine e chiedendomi come si potessero spendere tutti quei soldi solamente per una borsa o per una cintura, ma nel contempo, rimanendo stranamente affascinata da quello stile lussuoso.
Stavo osservando una borsa piena di paillette quando sentii qualcuno gridare dall'altra parte della strada.
Un brivido di paura mi percorse la schiena ma la curiosità prese il sopravvento e corsi a vedere cosa stava succedendo.

Arrivata nella parte opposta della via vidi un uomo anziano riverso senza sensi sul pavimento di ciottolato bianco. Un piccolo gruppo di persone si era radunato intorno a lui. Alcune di esse stavano urlando ma nessuno sembrava voler intervenire.
Presi coraggio e mi avvicinai.
Per fortuna ad inizio anno avevo seguito un corso di primo soccorso perché, nonostante fossi una veterinaria, non mi era permesso aiutare qualcuno in caso in caso di necessità e questo mi rendeva molto triste.

Ripetei quindi a mente tutte le procedure studiate solamente qualche mese prima mentre lanciavo la mia borsa a terra in modo da avere entrambe le mani libere.

«Chiamate subito un'ambulanza!» urlai.

Tastai il polso all'anziano signore e mi accorsi subito che il suo cuore non batteva.
"Merda" pensai.
Lo girai supino e cominciai immediatamente a praticare la rianimazione cardio-polmonare. Volevo tenerlo in vita fino all'arrivo dei soccorsi. Dovevo tenerlo in vita fino all'arrivo dei soccorsi.

Dopo qualche minuto però la forza nelle mie braccia cominciò a venir meno. Purtroppo non è semplice riuscire a comprimere un torace in maniera efficiente per molto tempo, soprattutto se si pesa a malapena 50 kg.
I miei muscoli cominciarono infatti ad essere scossi da numerosi crampi e capii di non riuscire a continuare ancora per molto.
Ero sul punto di crollare e gli occhi cominciarono a diventare lucidi quando un uomo di mezza età mi si affiancò.

«Sono un infermiere e sono arrivato per aiutarti. Diamoci il cambio sarai sfinita.» mi disse velocemente. Accolsi il suo sostegno con gioia e mi sedetti al suolo massaggiandomi le braccia intorpidite, aiutandolo dove mi era possibile

Dopo quelli che mi sembrarono minuti interminabili sentii in lontananza il suono della sirena e l'ambulanza arrivò sfrecciando sulla strada.
I paramedici scesero velocemente dal mezzo e corsero verso la nostra direzione.

«Siamo qui! Siamo arrivati!Ci pensiamo noi adesso!» esclamò una giovane donna avvicinandosi. Con un sospiro di sollievo mi tolsi dal corpo dell'anziano signore e mi feci da parte per lasciarli lavorare.
Con una rapidità accecante e una coordinazione magnifica riuscirono a stabilizzare l'anziano e li osservai come rapita caricarlo sulla barella.
Lo avevano appena issato nel vano posteriore dell'ambulanza quando, un uomo calvo e robusto mi si avvicinò.

«Sei stata tu a dare i primi soccorsi?» mi chiese con un sorriso.

Risposi con un cenno della testa seguito poi da un flebile «Si».

«Il signore ti deve la vita ragazza. Senza di te sarebbe morto prima del nostro arrivo.» mi disse dandomi una pacca sulla spalla.

L'adrenalina stava ancora scorrendo veloce nelle mie vene e il mio corpo faticava a tranquillizzarsi e a quelle parole il mio cuore cominciò a battere ancora più velocemente.  Avevo salvato quel signore. Ci ero riuscita.
Dai miei occhi cominciarono a sgorgare lacrime di felicità e tutte le persone che si trovavano attorno a me cominciarono a congratularsi.
Osservai l'ambulanza ripartire a sirene spiegate e solo allora riuscii a calmarmi un pochino. La folla attorno a me si dissipò lentamente sebbene molti di loro cercarono di approcciarmi. C'era chi voleva offrirmi da bere, chi invece voleva semplicemente sapere il mio nome. A differenza di quanto potessero pensare, io però volevo solamente andarmene da quel posto e tornare il più in fretta possibile in hotel.  Impiegai diversi minuti prima di riuscire a liberarmi di tutta quella solidarietà e con le gambe ancora tremanti mi diressi verso l'albergo.

Una volta arrivata sulla soglia della mia stanza mi catapultai subito sul letto e rimasi ad abbracciare il cuscino aspettando che tutta l'adrenalina se ne andasse.

Quando mi sentii più calma raccontai ovviamente ogni cosa a Lisa ed Emily.

Ore 18:15 Lisa:"Wow sei stata fantastica. Non so se al tuo posto avrei avuto il tuo stesso sangue freddo nell'affrontare quella situazione ".

Ore 18:18 Io: "Si beh non è stato facile. Se ci penso ora non so con che coraggio sono corsa verso il vecchietto."

Ore 18:18 Emily:"Dai tutto e bene quel che finisce bene! Ora vai a mangiare che ti sei meritata uno strappo alla dieta stasera.".

Accolsi con gioia il suggerimento di Emy e dopo essermi fatta una bella doccia calda andai al ristorante.

Quella sera decisi di passarla guardando serie tv sul mio pc portatile. Avevo avuto abbastanza emozioni per essere arrivata da sole 48 ore e necessitavo di una serata tranquilla.
Prima di andare a dormire però ricevetti l'ultimo messaggio della giornata.

Ore 23:55 Emily: "Oggi hai salvato una vita. Prova ad esprimere un desiderio prima di andare a nanna ,magari l'universo questa volta ti ascolterà."

Lessi la frase con molto scetticismo ma, nonostante tutto, quella sera prima di coricarmi a letto accettai il suggerimento della mia amica.

"Ti prego universo, se mi stai ascoltando e sei contento di quello che ho fatto ti chiedo solo una piccola cosa. Fammi incontrare Jungkook almeno una volta nella vita.". Mi sentii un po' scema a chiedere quella cosa al nulla ma ormai era fatta e mi addormentai con il sorriso sul volto pensando a come avrei potuto incontrare il mio idolo.

Scoprii solamente qualche giorno dopo che l'universo quella sera era in mio ascolto e che aveva deciso di far avverare la mia richiesta.






☆Nota dell'autore☆

Eccomi qui con il primo capitolo. Abbiate pazienza la storia è appena cominciata! Nel prossimo capitolo scoprirete come la nostra protagonista riuscirà ad incontrare Jungkook.
Lo se che l'inizio può essere un po' faticosa da leggere ma portate pazienza, non ve ne pentirete! Promesso!

Stay tuned!


Per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi.

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