XIV.

La bocca di Liz si era aperta in un sorriso malefico, sembrava che il Joker di uno dei fumetti che Eddie leggeva da bambino si fosse strappato le labbra per appiccicarle sul suo viso.
La parola pronunciata da Norman - "verità" - echeggiava ancora nelle orecchie del ragazzino, preoccupante, minacciosa.
Non capiva se Norman avesse lanciato di proposito una sfida nei confronti di Liz, per vedere se avrebbe ripreso con i suoi attacchi, o se davvero avesse detto una cosa del genere in piena ingenuità.
La ragazza raddrizzò le larghe spalle, continuando a sorridere, e a Eddie quell'espressione, quell'ombra sul suo volto, ricordava qualcosa che non riusciva bene ad afferrare...
-Ti farò una domanda molto semplice.- Disse, e Norman contrasse visibilmente la mandibola, quasi avesse fiutato anche lui il pericolo che il ragazzino sentiva attorno a loro.-Com'è finita davvero con la tua ragazza?-
Norman si congelò, e Eddie percepì il freddo nelle proprie ossa.
-Liz, ma che cazzo...- Brian fu il primo a reagire, lo shock sembrava essersi impossessato di tutti i presenti e, Eddie temeva, perché erano tutti a conoscenza di qualcosa che lui non sapeva.
Ma doveva trattarsi di una verità pungente e crudele, se Norman aveva iniziato a tremare di rabbia.
Leonard si tolse la canna di bocca.-Già, Fletcher, è vero quel che si dice?-
Malcolm si sfilò il cuscino da sotto alle gambe e glielo tirò dritto in testa.-Stai zitto.-
-Norman.- Brian afferrò l'amico per un braccio.-Non rispondere. Non le devi rispondere.-
-Il suo silenzio dice tutto.- Ribatté Liz, gli occhi fissi sul viso stravolto di Nor.-Lo so, che sei stato tu a...- Annelise si gettò in avanti, mettendole una mano sulla bocca con violenza.
-Smettila, Elizabeth!-
Liz la morse, e Annie urlò, portandosi la mano ferita al petto. Malcolm iniziò ad inveire contro la ragazza dai capelli rosa, stringendo Annelise tra le braccia.
-Ma che cazzo ti viene in mente?-
-Cosa cazzo viene in mente a voi!- Liz puntò un dito contro Norman.-Non vi rendete conto della persona con cui abbiamo a che fare?-
-Sei solo una puttana!-
-Sappiamo bene che fine ha fatto la vera puttana!-
Norman scattò in avanti.
Eddie quasi non riuscì a carpire il movimento, per quanto fu rapido, più di una saetta, ma nell'istante in cui Liz aveva finito di ribattere le si era scagliato addosso, i muscoli tesi come quelli di un mastino.
Elizabeth si fece indietro, cozzando contro il muro, e fu Brian a frapporsi tra lei e il corpo di Norman - Eddie si alzò in piedi, senza sapere bene cosa fare, se afferrare il compagno di stanza e tirarlo via, se trascinare Liz al sicuro, se aiutare Brian.
Anche Malcolm si sollevò, nascondendo Annie dietro di sé, perché l'attacco di Norman era stato furibondo e impreciso, al punto da far arretrare anche la difesa di Brian.
Leonard continuava a fumare tranquillamente, appoggiato al muro, e Eddie lo guardava con gli occhi sgranati, come se fosse stato più strano constatare la sua serenità e non vedere la violenza con cui quel gruppo di ragazzi si dimenava.
Brian spinse via Norman con tutta la propria stazza, quasi stessero giocando a football, e Eddie sentì uscire dalla bocca del primo fiotti di parole scomposte e urla atroci rivolte a Liz, insulti irripetibili, che la sua mente non riuscì neppure a registrare.
E Liz - quella subdola, malevola ragazza - rideva, con gli occhi neri spalancati, lucidi di follia. Annie continuava ad urlarle di star zitta e Malcolm aveva una mano sul braccio della sua ragazza, nel tentativo di portarla via.
Ma Eddie guardava solo Norman, le vene sul suo collo, le mani che ancora protendeva verso Liz, quasi avesse voluto afferrarla e strangolarla.
-Norman, calmati!- Gridò Brian nel suo orecchio, per sovrastare il rumore della folla che ancora li circondava, che non si accorgeva di quel che stava accadendo.-Non ne vale la pena!- Gli afferrò il volto in fiamme a due mani, e Eddie vide le lacrime sgorgare dai suoi occhi, lucidi contro la pelle rossa.-Guardami... guardami! E' tutto a posto.- I nervi sotto la pelle di Brian si tesero allo spasimo mentre cercava di tenere ferma la testa di Norman.-E' passato, Nor, è passato.-
Cosa era passato?
Eddie si sentì spingere, tutto d'un tratto, e si girò solo per vedere Liz che attraversava la stanza di corsa, precipitandosi al piano di sopra, con le mani premute sulla bocca. Annelise la seguì a ruota, liberandosi con uno strattone dalla presa di Malcolm.
-Dimmi che stai bene.- Giunse di nuovo alle orecchie di Eddie la voce di Brian. Norman stava prendendo dei profondi respiri, i polsi, le spalle, le labbra che tremavano in preda ad un pianto rabbioso. La presa dell'amico sul suo volto si era ingentilita, adesso più una carezza rassicurante che una morsa.-Ci sono, Nor. Ci sono.- Gli occhi di Brian non abbandonarono i suoi per un singolo istante, e alla fine anche Norman parve riuscire di nuovo a vedere attraverso la cortina di lacrime e il fumo dell'ira. Si acquietò, ancora fremendo un po', e lentamente mise le mani sulle spalle di Brian, stringendo forte la stoffa sotto le dita.
Eddie era rimasto immobile ad osservare l'intera scena, con il cuore che pulsava imbizzarrito. Mai avrebbe creduto che Norman fosse capace di una furia di quel genere, così aggressiva ed inaspettata. Da zero a cento in un solo istante, da un nervoso silenzio ad una veemenza feroce, terrificante.
Cosa avrebbe fatto a Liz, se non ci fossero stati Brian e Malcolm a fermarlo?
E soprattutto, perché in Norman - gentile, imperturbabile Norman - si era scatenata una reazione del genere?
L'odore dell'erba gli pizzicò il naso, e il ragazzino distolse per un istante lo sguardo apprensivo dal compagno di stanza: c'era Leonard accanto a lui, la canna rollata tra i denti.
-Spaventato, Kaspbrak?- Lo sbeffeggiò, ridendo tra sé, nel delirio della marijuana e della propria stupidità.-Non hai visto ancora nulla.-
Eddie sentì la rabbia ardergli le suole delle scarpe. Forse fu perché aveva visto Norman in quello stato, ma trovò il commento di Pizzetto totalmente inopportuno, e si limitò a rivolgergli un'occhiata in cagnesco prima di allontanarsi a grandi passi verso il compagno di stanza.
Quando Norman lo vide sopraggiungere, i suoi lineamenti si accartocciarono per la vergogna.
-Eddie...- Mormorò, distogliendo lo sguardo da quello fisso e imperterrito di Brian.-Mi dispiace tanto.-
-Non hai niente di che scusarti.- Brian lo lasciò andare, voltandosi verso Eddie e squadrandolo da testa a piedi come se anche lui avesse fatto qualcosa di male.-Liz è una gran bastarda, avrei dovuto lasciare che la...-
-Non dire così.- Lo interruppe bruscamente Norman, ancora a corto di fiato.-Ho sbagliato.-
Brian fece per ribattere ancora, ma Eddie non riuscì più a trattenersi, doveva capire.-Che cos'è successo? Che cosa ha detto di così orribile da...-
-Di così orribile, dici?- Brian si mosse in avanti, arcigno, arrabbiato forse anche più di Norman, e Eddie pensò che anche lui, come Liz, stava per essere sfondato da una tonnellata di muscoli. Poi sentì una folata di vento alle sue spalle e una mano che lo spingeva indietro, e ad un tratto si ritrovò dietro la schiena di Richie Tozier, la mano premuta sul suo torace per tenerlo lontano.
-A cuccia, Lassie.- Esordì, con il suo tono sempre un po' seccato e roco.
Eddie si sporse da dietro la sua spalla e vide che Norman aveva afferrato Brian saldamente per l'orlo della maglietta.
-Non prendertela con Eddie.- Gli disse.-Non ne sa niente.-
-Io dico che fa solo il finto tonto.- Replicò duramente Brian, guardando Norman prima, lanciando un'occhiata truce a Eddie poi.-Devi davvero aver vissuto in un buco in questi sei mesi, per non sapere di cosa stiamo parlando...-
-Ti diverte l'idea di peggiorare la situazione?- Lo interruppe Richie. Spinse Eddie un po' più indietro, il gomito premuto contro la sua gabbia toracica, e al ragazzino fece quasi male.-In tutto questo, lui cosa c'entra?-
Brian gli piantò un dito nel petto.-Tu, cosa c'entri?-
-Basta.- Norman tirò ancora la maglia di Brian, con abbastanza forza da farlo voltare. Eddie rimase inerme e taciturno, ancora dietro le spalle di Richie, ad ascoltare il compagno di stanza che nella confusione mormorava:-Ho bisogno di andarmene da qui.-
Il cuore del ragazzino si strinse in una morsa. Avrebbe voluto poter fare qualcosa, dare a Norman una parola di conforto, che lui gli si appoggiasse e confidasse, ma sembrava che Brian fosse in grado di prendersi cura di lui meglio di quanto Eddie avrebbe potuto, in quel momento.
-Ti porto al dormitorio.- Gli disse.
Norman fece un cenno vago.-No, ce la faccio...-
-Non posso lasciarti guidare in questo stato!- Protestò l'altro, una mano sul suo braccio.
Era Brian quello che aveva bevuto, ma lo stato emotivo di Norman doveva essere grave al punto da farlo preoccupare, e Eddie avrebbe voluto sapere perché. Se solo qualcuno, lì in mezzo, si fosse degnato di parlargli, di dargli una spiegazione...
Sotto il suo sguardo attonito, Norman e Brian si allontanarono senza aggiungere altro, e il compagno di stanza si voltò per un istante per lanciare un'occhiata mortificata ad Eddie, quasi si fosse appena accorto di averlo lasciato solo e spiazzato, senza neppure un mezzo per ritornare in università.
Eddie avrebbe potuto fermarlo, tirarlo per un braccio, chiedergli di portarlo con loro, ma in verità non lo voleva. Non intendeva trascorrere un'ora nel silenzioso abitacolo di un'auto con il volto affranto di Norman e gli scatti nervosi di Brian ad ogni suo tentativo di confronto.
-Ci penso io.- Rispose sbrigativamente Richie, facendo cenno ai due di andarsene e avvolgendo un braccio attorno alle spalle rigide di Eddie, che ancora se ne stava immobile e muto.
Richie sfregò rapidamente la mano sul suo braccio. Era fresca sulla pelle lasciata scoperta dalle mezze maniche.-Facciamo una passeggiata.- Gli disse, chinandosi sul suo orecchio.-Poi ce ne torniamo al dormitorio.-

Richie si accorgeva sempre del momento in cui Eddie entrava in una stanza.
Forse perché, sin dall'infanzia, il suo cuore aveva sempre sperato di vederlo, incontrarlo. Soffriva la sua assenza.
L'aveva sofferta per cinque interminabili anni, adesso, e da quando l'aveva ritrovato l'aria attorno a lui sembrava vibrare ogni volta che quel ragazzino varcava la soglia.
Il primo giorno l'aveva individuato già nel corridoio, in mezzo alla massa di studenti accalcati di fronte alla porta dell'aula in attesa dell'insegnante. Il fiato gli si era mozzato e mente e cuore avevano dibattuto per diversi motivi. La parte più razionale di lui era convinta non si potesse trattare di Eddie, e che sarebbe stato meglio così, perché il dolore di incontrarlo senza essere ricordato sarebbe stato atroce. Ma la sua anima e la sua carne non vedevano l'ora di essere ferite a morte, dopo tutti quegli anni di vuoto.
Gli si era seduto accanto e solo in quel momento aveva potuto guardarlo bene in volto, riconoscerlo, e aveva fatto male al punto che non era stato in grado di non sorridergli.
Ogni loro incontro aveva portato con sé la stessa dose di gioia e dolore, e Richie attendeva quegli istanti come una droga quotidiana. Era assuefatto da Eddie.
Anche quella sera, alla festa, si era accorto del suo ingresso. Era in piedi su un tavolo a fare l'idiota, conquistando le folle con i suoi ridicoli e volgari racconti: uno dei pochi talenti che gli fossero rimasti di quella crudele vita passata.
Quando gli occhi del ragazzino si erano posati su di lui - Richie li aveva percepiti sulla pelle - aveva iniziato a sudare freddo e desiderato sotterrarsi. Era ridicolo, perché Eddie non poteva neppure rendersene conto, ma Richie non voleva che lo sentisse parlare delle sue storie con altri. Gli sembrava di tradirlo alla luce del sole.
L'aveva osservato allontanarsi senza neppure un cenno di saluto, e dopotutto, perché avrebbe dovuto avvicinarglisi? Sembrava totalmente assorbito da Norman.
Richie non sapeva bene che pensare di quel ragazzo.
Quando aveva ospitato quella piccola festicciola indesiderata in camera propria, Liz gli aveva detto cose non proprio piacevoli a proposito di una ex, ma neppure lei sembrava avere le idee troppo chiare mentre parlava, forse perché aveva fumato una canna ed era in procinto di accenderne una seconda. Era una storia di bugie, tradimenti, sangue, e Richie aveva faticato ad individuare qualcosa di vero: intavolando il discorso in giro, con altri studenti, si era reso conto che ognuno dava una propria versione, più o meno cruenta, e il giovane si era convinto che sì, c'era un fondo di verità, ma che gran parte di quella gigantesca montagna era stata innalzata per crollare dritta su Norman. C'era qualcuno che lo voleva male, in quell'istituto, che voleva distruggergli la reputazione - forse proprio Liz, e Richie era preoccupato più che Eddie frequentasse lei e non Norman.
Quando aveva visto il ragazzino unirsi ad un gruppo di altri giovani per giocare ad obbligo o verità, si era seduto in un angolo abbastanza distante per non essere intercettato ma abbastanza vicino per tenerlo d'occhio. Temeva che potessero dirgli cose spiacevoli. Ma Eddie sembrava a suo agio, rispondeva tranquillamente alle domande, non si voltava verso Norman per chiedergli aiuto con lo sguardo.
Richie aveva commesso l'errore di rilassarsi al punto da credere di potersi concedere una tappa in bagno: quando ne era uscito, era stato quasi travolto da Liz, che aveva iniziato a vomitare furiosamente sul pavimento. Annelise, dietro di lei, si era chinata ad aiutarla, tenendole i capelli tra le mani, e poi era arrivato Malcolm, urlando insulti a destra e manca finché non si era accorto del malessere della ragazza e aveva taciuto, verde in volto come se stesse per rimettere anche lui.
A Richie la situazione non era piaciuta per nulla: tornato al piano di sotto, non era stato sorpreso di trovare Norman trattenuto a fatica dalle braccia di Brian, e Eddie poco più in là, che li fissava atterrito.
Il tempo di avvicinarsi e Brian si era quasi scagliato contro il ragazzino. Richie non aveva potuto fare a meno di proteggerlo, perché Eddie sembrava troppo scosso per dire o fare qualsiasi cosa, fosse anche solo scansarsi per evitare un pugno.
Adesso erano uno di fronte all'altro sulla spiaggia, Eddie seduto su un tronco e Richie in piedi, con il vento che spirava dal mare a scompigliargli i capelli e la felpa aperta.
Eddie continuava a non parlare, fissava il movimento delle onde con gli occhi castani grandi e umidi, e l'altro iniziava a fremere di impazienza. Voleva sapere cosa fosse accaduto esattamente, ma dall'espressione sconvolta di Eddie forse non sarebbe stato in grado di dirglielo neppure lui.
-Ti senti meglio?- Gli chiese.
Eddie spostò lo sguardo su di lui, mettendo a fuoco la sua espressione apprensiva.
Richie l'aveva portato sulla spiaggia, vagheggiando su come un po' d'aria di mare e salsedine gli avrebbe fatto bene, ma il ragazzino non ne aveva tratto grande giovamento. Neppure era sicuro fosse giusto, da parte sua, star male per qualcosa che riguardava qualcun altro - il dolore, se ce n'era, apparteneva a Norman. Lui era rimasto escluso da tutto e forse sarebbe stato da egoisti prendersela solo per questo, perché il compagno di stanza sembrava davvero disperato. Eppure non poteva evitare che la sensazione di alienazione e la confusione prendessero il sopravvento.
-Che è successo?- Insistette Richie, infilando le mani nelle tasche della felpa.
-Stavamo giocando ad obbligo o verità...-
-Sì, quello l'ho visto.-
-...Liz ha chiesto a Norman di dire quel che era accaduto con la sua ragazza.- Eddie pronunciò con amarezza le ultime parole. Norman aveva avuto una ragazza? Era quello il momento adatto per preoccuparsene?
Le labbra di Richie si curvarono, quasi avesse percepito l'acredine anche nella propria, di bocca.-Norman non l'ha presa bene?-
-Per poco non l'aggrediva.-
-Cazzo.- Mormorò Richie tra sé, tirando fuori una sigaretta. Mentre l'accendeva, la mente correva alla reazione violenta di quel ragazzo - se era capace di azioni del genere, forse quel che si diceva su di lui era vero? O si era semplicemente stancato di quelle provocazioni terribili?
-Non risponderà alle mie domande.- Aggiunse Eddie a quel punto, fissando gli occhi su di lui, scuri nella notte, incisivi.-Fa sempre così, svicola, mi ignora. Ma tu sai di cosa lo accusano, no? Te l'ha detto Liz. Voglio saperlo, Richie.-
Richie aveva temuto quella domanda. Dopo quel che era accaduto in passato - lo scontro con quella bestia famelica della quale ancora non riusciva a pronunciare il nome - aveva sempre cercato di proteggere Eddie. E adesso, forse, si trovava in una situazione in cui avrebbe dovuto tenerlo al sicuro, ma non voleva allarmarlo, spaventarlo, riempirgli la testa di falsità. Perché non aveva prove per quel che sapeva, e se un giorno si fosse scoperto che Norman era davvero il bravo ragazzo che mostrava di essere, Eddie non l'avrebbe incolpato per aver tentato di allontanarlo da lui? Non ci avrebbe forse visto il nefando desiderio di separarlo da Norman nella speranza che cadesse tra le sue braccia, ormai solo e incapace di fidarsi di chiunque altro?
-Non voglio illuderti, Eddie, non so la verità su come siano andate le cose.- Ribatté,  facendo cadere la cenere consunta della sigaretta.-Norman aveva una ragazza, sí. Si conoscevano da bambini, si sono messi insieme durante il primo anno di liceo.-
Eddie si mosse a disagio sul tronco, quasi sentendo le schegge penetrargli nella pelle.-E poi?-
-Ho ricevuto resoconti confusi.- Richie schiuse le labbra per fare uscire il fumo, che si dissolse rapidamente, trasportato dalla brezza marina.-Alcuni dicono che lei l'abbia tradito, che Norman lo sapesse... o forse no, e che questo ragazzo fosse un compagno della sua squadra di football. Qualcuno sostiene Brian l'abbia pestato, altri che questo ragazzo appartenesse ad un'altra scuola, o che addirittura non sia mai esistito...- Richie si strinse nelle spalle.-si sono fatte male delle persone. Molto male.-
Le parole "Alcuni dicono che l'abbia tradito" rimasero inchiodate nella testa di Eddie. La "puttana" di cui Liz aveva parlato era l'ex ragazza di Norman? E che fine aveva fatto?
Si prese la testa tra le mani. Richie taceva, adesso, ed era evidente non avesse nient'altro da dire. Era tutto lí quel che era in grado di rivelargli? C'era fine a quell'immenso mistero?
-Forse sarei dovuto andare con Norman.- Disse di getto, passando le dita tra i folti e lunghi capelli castani.-Stargli vicino.-
Richie scosse il capo.-Brian saprà dargli il conforto che gli serve. Lui c'era, e sa.-
Eddie fece una smorfia: Richie aveva detto l'ovvio. Era chiaro come il sole che Brian fosse a conoscenza di quel che era accaduto, gli era bastato assistere alla sua repentina reazione, al modo in cui aveva detto a Norman di non rispondere, in cui l'aveva trattenuto mentre si scagliava su Liz, quasi avesse previsto in anticipo tutte le sue mosse.
Eddie avrebbe voluto essere in grado di offrire a Norman quel tipo di supporto, ma si rese conto che non poteva farci nulla. Non aveva colpa, se il compagno di stanza si rifiutava di confessare.
-Sei rimasto turbato dalla sua reazione?- Chiese Richie all'improvviso. Il ragazzino notò che aveva separato la sigaretta ormai finita dalle braci ardenti e stava infilando il mozzicone nella confezione, per non buttarlo nella sabbia.
-Sí.- Rispose, sinceramente.
Richie infilò di nuovo il pacchetto di sigarette in tasca.-Non devi. Quel che Liz ha fatto é stato incredibilmente cattivo. Norman ha sbagliato, la violenza non é mai una soluzione, ma chiunque nei suoi panni avrebbe avuto un comportamento del genere.-
Eddie rimase perplesso di fronte a quella risposta. Perché sembrava che Richie sapesse piú di quel che gli aveva appena confidato? Che "panni" stava vestendo Norman? Quelli del ragazzo tradito? Era possibile che Richie stesse giustificando un'aggressione dovuta all'orgoglio ferito?
No, doveva esserci dell'altro. Qualcosa riguardo le persone che si erano fatte male.
-Che cosa é successo alla sua ragazza?-
-Sparita nel nulla.- Richie era molto bravo a mentire, ma questo il ragazzino non poteva ricordarlo.-Hai paura che possa tornare per fregartelo?- Aggiunse, in tono divertito.
L'espressione astiosa sul volto di Eddie gli fece capire che non era il momento adatto per una battuta.
-Non so neppure se gli piaccio davvero, a questo punto.- Rispose lui con un sospiro, allungando le gambe di fronte a sé e fissando la punta bianca delle scarpe, che ormai era ricoperta di sabbia.-Ormai é chiaro gli piacciano le donne... anche per alcune affermazioni che ha fatto stasera, mentre giocavamo.-
Richie non avrebbe dovuto dargli speranze, era controproducente, ma di fronte ai suoi occhi affranti non poté fare a meno di ribattere:-Potrebbe essere attratto da entrambi i sessi.-
Eddie si strinse nelle spalle, non troppo convinto.
-Vorresti che i sentimenti di Norman per te fossero reali?-
-Mi darebbe fastidio essere preso in giro.- Replicò il ragazzino, rendendosi conto che era la risposta piú superficiale che avrebbe potuto dare. Eppure, le sue intenzioni con Norman erano vacue a tal punto. Pretendeva serietà da lui, ma dal canto suo cosa offriva?
Richie, suo malgrado, si sentí sollevato da quelle parole. Guardare Eddie innamorarsi di qualcun altro gli avrebbe sminuzzato il cuore.
-Ti riaccompagno?- Domandò, infilando una mano nella tasca in cui teneva le chiavi della macchina.
Eddie si morse un labbro.-No, restiamo.- Asserí, alzandosi in piedi.-Voglio raccogliere delle conchiglie.-

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top